Giorno 110

Il piano strategico di Dio

Sapienziali Salmi 48,1-9
Nuovo Testamento Luca 19,11-44
Antico Testamento Deuteronomio 30,11-31,29

Introduzione

Vivo a Londra, una città di oltre 8 milioni di abitanti. Londra è la città più grande d'Europa e una delle più grandi del mondo. Mediamente, viene visitata da oltre 18 milioni di persone all'anno. È una città dove si parlano oltre 300 lingue.

Le città sono luoghi strategici per la diffusione del Vangelo. Lo sono sempre state. L'apostolo Paolo portò il Vangelo di città in città. Già nel 100 d.C., esistevano più di 40 comunità cristiane nelle città del mondo mediterraneo, compreso il Nord Africa e parte dell'Italia. Nel 300 d.C., metà dei cittadini di queste regioni erano cristiani, mentre il 90% delle campagne erano ancora pagane. La maggior parte delle lettere di Paolo furono indirizzate alle città.

Le città tendono ad essere luoghi in cui si forma la cultura. Molti dei centri di influenza della società provengono dalla città, inclusi governi, politici e legislatori, arti e intrattenimento, affari e mercato, università e altri luoghi di istruzione, media e centri di comunicazione. Il fiume di influenza passa dalle città alle periferie e alle aree rurali. Il modo per trasformare una cultura è quindi trasformare le città.

Non sorprende, quindi, che le città abbiano un ruolo importante nei piani di Dio. Tra queste, una in particolare è sempre stata al centro della strategia di Dio.

Sapienziali

Salmi 48,1-9

Salmo 49

1 Cantico. Salmo. Dei figli di Core.

2 Grande è il Signore e degno di ogni lode
  nella città del nostro Dio.

3 La tua santa montagna, altura stupenda,
  è la gioia di tutta la terra.
Il monte Sion, vera dimora divina,
  è la capitale del grande re.
4 Dio nei suoi palazzi
  un baluardo si è dimostrato.

5 Ecco, i re si erano alleati,
  avanzavano insieme.
6 Essi hanno visto: atterriti,
  presi dal panico, sono fuggiti.
7 Là uno sgomento li ha colti,
  doglie come di partoriente,
8 simile al vento orientale,
  che squarcia le navi di Tarsis.

9 Come avevamo udito,
  così abbiamo visto
nella città del Signore degli eserciti,
  nella città del nostro Dio;
Dio l'ha fondata
  per sempre.

Commento

Il potere della città

Questo salmo riguarda la "Città di Dio" (Gerusalemme). "La città" è menzionata sette volte e in modi diversi. Celebra la bellezza (v.3) e la sicurezza della città (v.9). Ma soprattutto il fatto che è la "città del nostro Dio" (vv.2.9), il luogo dove è costruito il tempio di Dio, dove si può trovare la sua presenza (v.3) e che è sotto la sua protezione (vv.4.9). La città è pensata per essere fonte di benedizione per il mondo intero: "La gioia di tutta la terra" (v.3).

Paolo contrappone la città fisica di Gerusalemme con quella ancora più grande, la "Gerusalemme di lassù" (Galati 4,26). Vede la chiesa cristiana come la nuova Gerusalemme.

Nel libro dell'Apocalisse, Giovanni vede "la città santa, la Gerusalemme nuova, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo" (Apocalisse 21,2). La nuova Gerusalemme è la Chiesa, la sposa di Cristo. Questo è il luogo dove Dio abiterà per sempre (v.3).

La Chiesa dovrebbe essere sempre qualcosa di emozionante: "Altura stupenda, è la gioia di tutta la terra" (Salmi 48,3). In essa, dovremmo sentire la presenza di Dio, sentirci sicuri e protetti ed essere benedizione per il mondo che ci circonda.

Preghiera

Signore, grazie per la potenza della tua presenza nella Chiesa. Fa che possiamo essere fonte di benedizione per il mondo.

Nuovo Testamento

Luca 19,11-44

Parabola dei dieci servi

11 Mentre essi stavano ad ascoltare queste cose, disse ancora una parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all'altro. 12 Disse dunque: "Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. 13 Chiamati dieci dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d'oro, dicendo: "Fatele fruttare fino al mio ritorno".

14 Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: "Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi".

15 Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornò e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato.

16 Si presentò il primo e disse: "Signore, la tua moneta d'oro ne ha fruttate dieci".

17 Gli disse: "Bene, servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città".

18 Poi si presentò il secondo e disse: "Signore, la tua moneta d'oro ne ha fruttate cinque".

19 Anche a questo disse: "Tu pure sarai a capo di cinque città".

20 Venne poi anche un altro e disse: "Signore, ecco la tua moneta d'oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; 21 avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminato".

22 Gli rispose: "Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: 23 perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l'avrei riscosso con gli interessi".

24 Disse poi ai presenti: "Toglietegli la moneta d'oro e datela a colui che ne ha dieci".

25 Gli risposero: "Signore, ne ha già dieci!".

26 "Io vi dico: A chi ha, sarà dato; invece a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. 27 E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me"".

Ingresso di Gesù in Gerusalemme

28 Dette queste cose, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme. 29 Quando fu vicino a Bètfage e a Betània, presso il monte detto degli Ulivi, inviò due discepoli 30 dicendo: "Andate nel villaggio di fronte; entrando, troverete un puledro legato, sul quale non è mai salito nessuno. Slegatelo e conducetelo qui. 31 E se qualcuno vi domanda: "Perché lo slegate?", risponderete così: "Il Signore ne ha bisogno"".

32 Gli inviati andarono e trovarono come aveva loro detto. 33 Mentre slegavano il puledro, i proprietari dissero loro: "Perché slegate il puledro?".

34 Essi risposero: "Il Signore ne ha bisogno".

35 Lo condussero allora da Gesù; e gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù. 36 Mentre egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada.

37 Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, pieni di gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce per tutti i prodigi che avevano veduto, dicendo:

38 "Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore.

Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli!".

39 Alcuni farisei tra la folla gli dissero: "Maestro, rimprovera i tuoi discepoli".

40 Ma egli rispose: "Io vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre".

41 Quando fu vicino, alla vista della città pianse su di essa 42 dicendo: "Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi. 43 Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; 44 distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata".

Commento

La passione per la città

Avvicinandosi alla città di Gerusalemme (v.11), Gesù racconta la parabola delle monete d'oro. Il suo intento è invitare i suoi ascoltatori ad andare oltre l'idea che avevano riguardo al regno di Dio e a come questo si sarebbe manifestato. Il brano parla di monete d'oro e dell'importanza di usare bene tutto ciò che Dio ci ha affidato. Una sola moneta d'oro corrispondeva a tre mesi di stipendio, e quindi ad una grossa somma di denaro.

Ma Dio non ci affida solo monete da investire per il suo regno. Ci affida anche il tempo, l'istruzione, il lavoro, le abilità e le opportunità. Tutto a beneficio del re e del suo regno.

È interessante notare che come ricompensa per essere stati affidabili nel prendersi cura delle monete d'oro viene offerto "il potere sopra dieci città" o "cinque città" (vv.17.19).

All'ingresso di Gesù nella città di Gerusalemme, "tutta la folla dei discepoli, pieni di gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce per tutti i prodigi che avevano veduto". Dicevano: "Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore. Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli!" (vv.37-38)

Vedono Gesù come il prossimo Messia che regnerà nella città di Gerusalemme, adempiendo tutte le promesse di un re davidico, liberando la città dai suoi rapitori romani.

Ma Gesù ha un programma diverso. Avvicinandosi a Gerusalemme, piange sulla città (v.41). Gesù amava la città e ne aveva compassione. Prevede la distruzione di Gerusalemme, che sarebbe avvenuta nell'anno 70 d.C.. Il tempio non sarà più ricostruito e la città di Gerusalemme rimarrà un luogo di molte lacrime.

La tragedia è che Gerusalemme non ha "riconosciuto il tempo in cui" è "stata visitata" (v.44). Il tempo in cui Dio è venuto nella persona di Gesù. Con la sua morte e risurrezione a Gerusalemme, Gesù ha reso possibile una nuova Gerusalemme.

Preghiera

Signore, donami la tua stessa passione e compassione per le persone che vivono nella mia città.

Antico Testamento

Deuteronomio 30,11-31,29

L'offerta di vita o di morte

11 Questo comando che oggi ti ordino non è troppo alto per te, né troppo lontano da te. 12 Non è nel cielo, perché tu dica: "Chi salirà per noi in cielo, per prendercelo e farcelo udire, affinché possiamo eseguirlo?". 13 Non è di là dal mare, perché tu dica: "Chi attraverserà per noi il mare, per prendercelo e farcelo udire, affinché possiamo eseguirlo?". 14 Anzi, questa parola è molto vicina a te, è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica.

15 Vedi, io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male. 16 Oggi, perciò, io ti comando di amare il Signore, tuo Dio, di camminare per le sue vie, di osservare i suoi comandi, le sue leggi e le sue norme, perché tu viva e ti moltiplichi e il Signore, tuo Dio, ti benedica nella terra in cui tu stai per entrare per prenderne possesso.

17 Ma se il tuo cuore si volge indietro e se tu non ascolti e ti lasci trascinare a prostrarti davanti ad altri dèi e a servirli, 18 oggi io vi dichiaro che certo perirete, che non avrete vita lunga nel paese in cui state per entrare per prenderne possesso, attraversando il Giordano.

19 Prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra: io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione. Scegli dunque la vita, perché viva tu e la tua discendenza, 20 amando il Signore, tuo Dio, obbedendo alla sua voce e tenendoti unito a lui, poiché è lui la tua vita e la tua longevità, per poter così abitare nel paese che il Signore ha giurato di dare ai tuoi padri, Abramo, Isacco e Giacobbe".

L'investitura di Giosuè

31Mosè andò e rivolse queste parole a tutto Israele. 2 Disse loro: "Io oggi ho centovent'anni. Non posso più andare e venire. Il Signore inoltre mi ha detto: "Tu non attraverserai questo Giordano". 3 Il Signore, tuo Dio, lo attraverserà davanti a te, distruggerà davanti a te quelle nazioni, in modo che tu possa prenderne possesso. Quanto a Giosuè, egli lo attraverserà davanti a te, come il Signore ha detto. 4 Il Signore tratterà quelle nazioni come ha trattato Sicon e Og, re degli Amorrei, e come ha trattato la loro terra, che egli ha distrutto. 5 Il Signore le metterà in vostro potere e voi le tratterete secondo tutti gli ordini che vi ho dato. 6 Siate forti, fatevi animo, non temete e non vi spaventate di loro, perché il Signore, tuo Dio, cammina con te; non ti lascerà e non ti abbandonerà".

7 Poi Mosè chiamò Giosuè e gli disse alla presenza di tutto Israele: "Sii forte e fatti animo, perché tu condurrai questo popolo nella terra che il Signore giurò ai loro padri di darvi: tu gliene darai il possesso. 8 Il Signore stesso cammina davanti a te. Egli sarà con te, non ti lascerà e non ti abbandonerà. Non temere e non perderti d'animo!".

Lettura pubblica della legge

9 Mosè scrisse questa legge e la diede ai sacerdoti figli di Levi, che portavano l'arca dell'alleanza del Signore, e a tutti gli anziani d'Israele. 10 Mosè diede loro quest'ordine: "Alla fine di ogni sette anni, al tempo dell'anno della remissione, alla festa delle Capanne, 11 quando tutto Israele verrà a presentarsi davanti al Signore, tuo Dio, nel luogo che avrà scelto, leggerai questa legge davanti a tutto Israele, agli orecchi di tutti. 12 Radunerai il popolo, uomini, donne, bambini e il forestiero che sarà nelle tue città, perché ascoltino, imparino a temere il Signore, vostro Dio, e abbiano cura di mettere in pratica tutte le parole di questa legge. 13 I loro figli, che ancora non la conoscono, la udranno e impareranno a temere il Signore, vostro Dio, finché vivrete nel paese in cui voi state per entrare per prenderne possesso, attraversando il Giordano".

Preannuncio della ribellione di Israele

14 Il Signore disse a Mosè: "Ecco, i giorni della tua morte sono vicini. Chiama Giosuè e presentatevi nella tenda del convegno, perché io gli comunichi i miei ordini". Mosè e Giosuè andarono a presentarsi nella tenda del convegno.

15 Il Signore apparve nella tenda in una colonna di nube, e la colonna di nube stette all'ingresso della tenda. 16 Il Signore disse a Mosè: "Ecco, tu stai per addormentarti con i tuoi padri. Questo popolo si alzerà e si leverà per prostituirsi con dèi stranieri nella terra dove sta per entrare. Mi abbandonerà e infrangerà l'alleanza che io ho stabilito con lui. 17 In quel giorno, la mia ira si accenderà contro di lui: io li abbandonerò, nasconderò loro il volto e saranno divorati. Lo colpiranno malanni numerosi e angosciosi e in quel giorno dirà: "Questi mali non mi hanno forse colpito per il fatto che il mio Dio non è più in mezzo a me?". 18 Io, in quel giorno, nasconderò il mio volto a causa di tutto il male che avranno fatto rivolgendosi ad altri dèi.

19 Ora scrivete per voi questo cantico; insegnalo agli Israeliti, mettilo nella loro bocca, perché questo cantico mi sia testimone contro gli Israeliti. 20 Quando lo avrò introdotto nel paese che ho promesso ai suoi padri con giuramento, dove scorrono latte e miele, ed egli avrà mangiato, si sarà saziato e ingrassato e poi si sarà rivolto ad altri dèi per servirli e mi avrà disprezzato e avrà infranto la mia alleanza, 21 e quando lo avranno colpito malanni numerosi e angosciosi, allora questo cantico sarà testimone davanti a lui, poiché non sarà dimenticato dalla sua discendenza. Sì, conosco i pensieri da lui concepiti già oggi, prima ancora che io lo abbia introdotto nella terra che ho promesso con giuramento". 22 Mosè scrisse quel giorno questo cantico e lo insegnò agli Israeliti.

23 Poi comunicò i suoi ordini a Giosuè, figlio di Nun, e gli disse: "Sii forte e coraggioso, poiché tu introdurrai gli Israeliti nella terra che ho giurato di dar loro, e io sarò con te".

24 Quando Mosè ebbe finito di scrivere su un libro tutte le parole di questa legge, 25 ordinò ai leviti che portavano l'arca dell'alleanza del Signore: 26 "Prendete questo libro della legge e mettetelo a fianco dell'arca dell'alleanza del Signore, vostro Dio. Vi rimanga come testimone contro di te, 27 perché io conosco la tua ribellione e la durezza della tua cervice. Se fino ad oggi, mentre vivo ancora in mezzo a voi, siete stati ribelli contro il Signore, quanto più lo sarete dopo la mia morte! 28 Radunate presso di me tutti gli anziani delle vostre tribù e i vostri scribi; io farò udire loro queste parole e prenderò a testimoni contro di loro il cielo e la terra. 29 So infatti che, dopo la mia morte, voi certo vi corromperete e vi allontanerete dalla via che vi ho detto di seguire. La sventura vi colpirà negli ultimi giorni, perché avrete fatto ciò che è male agli occhi del Signore, provocandolo a sdegno con l'opera delle vostre mani".

Commento

La persona della città

Non ti senti mai bombardato, o bombardata, da pensieri, dubbi, paure o persino depressione, sgomento e perdita "d'animo" (31,8, AMP)?

Queste emozioni umane sono molto comuni. Anche Mosè le incontra e le affronta. È consapevole che il suo successore Giosuè e tutto il popolo dovranno affrontare non solo battaglie fisiche ma anche mentali.

Nel giungere alla fine della sua vita, Mosè esorta il popolo a seguire la parola di Dio (30,14, MSG). Li incoraggia ad amarlo e a camminare nelle sue vie (v.16, MSG). Li mette in guardia contro il cambiamento del cuore e il rifiuto di obbedire a Dio. Li incoraggia a scegliere "la vita" (v.19, MSG).

Questa scelta inizia con i pensieri. I nostri pensieri diventano le nostre parole, e le nostre parole diventano le nostre azioni. Ogni giorno, dovremmo scegliere di avere pensieri vivificanti.

Il successore di Mosè, Giosuè, è il nuovo capo del popolo di Dio. Sta per affrontare molte battaglie. Gli viene detto: "Siate forti, fatevi animo, non temete e non vi spaventate di loro, perché il Signore, tuo Dio, cammina con te; non ti lascerà e non ti abbandonerà" (31,6.8).

Mosè non l'avrebbe detto se non ci fosse stato nulla da temere e nessun motivo di scoraggiamento. Sapeva invece che ce ne sarebbero stati. Ogni leadership richiede coraggio per aggrapparsi tenacemente ad una visione e forza per sopportare ogni difficoltà lungo il percorso. Sia a quel tempo sia ora, il popolo di Dio ha bisogno di una leadership forte, coraggiosa e non spaventata o scoraggiata da tutta l'opposizione e la resistenza che incontrerà.

La risposta alla paura è la consapevolezza della presenza di Dio. Dio promette che sarà sempre con noi: "Il Signore, tuo Dio, cammina con te" (v.6). Una promessa, questa, che Dio oggi rinnova anche a me e a te. Quando ci sentiamo assaliti da dubbi, scoraggiamenti e difficoltà, non dovremmo dimenticare che qualunque sia la circostanza possiamo sempre rivolgerci a Dio e chiedergli di precederci e di preparare la strada. Possiamo quindi sentirci al sicuro e non aver paura.

Mosè dice loro: "Alla festa delle Capanne, quando tutto Israele verrà a presentarsi davanti al Signore, tuo Dio, nel luogo che avrà scelto, leggerai questa legge davanti a tutto Israele, agli orecchi di tutti" (vv.10-11).

Naturalmente, "il luogo... scelto" è la città di Gerusalemme. Alla festa delle Capanne, il popolo era solito recarsi a Gerusalemme per celebrare il tempo in cui Dio, tramite Mosè, aveva fatto sgorgare l'acqua da una roccia nel deserto. Avrebbero ringraziato Dio per aver fornito l'acqua nel corso dell'anno e pregato che facesse lo stesso nell'anno a venire. L'acqua era vista come segno del favore di Dio e simbolo di ristoro spirituale (vedi, ad esempio, 1 Corinzi 10,3-4).

Ed è proprio nell'ultimo e più grande giorno della festa delle Capanne che Gesù, ritto in piedi, griderà: "Se qualcuno ha sete, venga a me, e beva chi crede in me. Come dice la Scrittura: Dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva" (Giovanni 7,37-38, RSV). Dirà poi che queste promesse non si sarebbero realizzate in un luogo, ma in una persona.

È dall'intimo di Gesù che scorrerà il fiume della vita. Inoltre, corsi d'acqua viva sgorgheranno anche da ogni cristiano! ("Chi crede in me", v.38) Da te, dice Gesù, scorrerà questo fiume, portando vita, fecondità e guarigione agli altri.

Questa immagine è ripresa anche nel libro dell'Apocalisse, dove vediamo il compimento della città di Gerusalemme (Apocalisse 22,1-3). Proprio come un fiume era uscito dall'Eden all'inizio del racconto biblico (Genesi 2,10), così ora alla fine, nel nuovo cielo e nella nuova terra, un fiume scorrerà da questa città di Dio, dove Dio costruisce per sempre la sua casa con l'umanità.

Preghiera

Signore, grazie perché prometti di essere con me ovunque vado e che non mi lascerai mai né mai mi abbandonerai. Riempimi del tuo Spirito Santo affinché fiumi di acqua viva possano sgorgare dal mio cuore oggi.

La moglie di Nicky dice

Deuteronomio 31,6

"Siate forti, fatevi animo, non temete e non vi spaventate di loro, perché il Signore, tuo Dio, cammina con te; non ti lascerà e non ti abbandonerà".

Questo è uno dei versetti più importanti della mia vita.

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MSG - The Message - Copyright © 1993, 1994, 1995, 1996, 2000, 2001, 2002.
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