Due modi di vivere
Introduzione
Albert Einstein ha detto: "Ci sono solo due modi di vivere la vita. Uno è pensando che nulla sia miracolo. L'altro è pensando che tutto sia miracolo".
Anche Gesù stesso ha detto che in fondo sono solo due i modi di vivere: ci sono due strade, ci sono due porte, ci sono due destinazioni e ci sono due gruppi di persone (vedi Matteo 7,13-14). Nei brani di oggi vedremo due modi nettamente diversi di vivere la vita.
Salmi 50,16-23
16 Al malvagio Dio dice:
"Perché vai ripetendo i miei decreti
e hai sempre in bocca la mia alleanza,
17 tu che hai in odio la disciplina
e le mie parole ti getti alle spalle?
18 Se vedi un ladro, corri con lui
e degli adùlteri ti fai compagno.
19 Abbandoni la tua bocca al male
e la tua lingua trama inganni.
20 Ti siedi, parli contro il tuo fratello,
getti fango contro il figlio di tua madre.
21 Hai fatto questo e io dovrei tacere?
Forse credevi che io fossi come te!
Ti rimprovero:
pongo davanti a te la mia accusa.
22 Capite questo, voi che dimenticate Dio,
perché non vi afferri per sbranarvi e nessuno vi salvi.
23 Chi offre la lode in sacrificio, questi mi onora;
a chi cammina per la retta via mostrerò la salvezza di Dio".
Commento
Due atteggiamenti nei confronti di Dio: onorarlo o odiarlo
Nei momenti difficili della vita, sono due gli atteggiamenti che possiamo avere nei confronti di Dio: possiamo onorarlo oppure odiarlo. Dio dice: "Chi offre la lode in sacrificio, questi mi onora" (v.23), in contrasto a coloro che invece hanno "in odio la disciplina" (v.17a).
Chi odia Dio tende ad ignorarlo e a dimenticarlo (v.22). Il ventesimo secolo ha dimostrato che dimenticare Dio e odiare il suo insegnamento è pericoloso e può portare a conseguenze terribili.
Secondo il grande scrittore russo Aleksandr Solzhenitsyn, "l'aver dimenticato Dio" è la causa principale che ha portato il popolo russo a subire i disastri del secolo scorso e la perdita di 60 milioni di vite umane.
Ma il dimenticare Dio non riguarda solo la vita degli altri, riguarda anche noi. Ti è mai capitato di dimenticarti di pregare, di leggere la Bibbia o di ringraziare Dio per tutte le sue benedizioni? Non fare questo non è come dimenticare Dio? Ci sono momenti nella nostra vita in cui ci dimentichiamo di Dio e le nostre vite finiscono inesorabilmente per ingarbugliarsi.
L'opposto di dimenticare Dio è onorarlo, vivere una vita piena di gratitudine e lode: "Chi offre la lode in sacrificio, questi mi onora; a chi cammina per la retta via mostrerò la salvezza di Dio" (v.23, MSG).
Preghiera
Signore, oggi voglio onorarti offrendo un sacrificio di ringraziamento. Grazie per tutte le benedizioni che mi hai concesso. In particolare per...
Luca 22,39-62
Al Getsèmani
39 Uscì e andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. 40 Giunto sul luogo, disse loro: "Pregate, per non entrare in tentazione". 41 Poi si allontanò da loro circa un tiro di sasso, cadde in ginocchio e pregava dicendo: 42 "Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà". 43 Gli apparve allora un angelo dal cielo per confortarlo. 44 Entrato nella lotta, pregava più intensamente, e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadono a terra.
45 Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza. 46 E disse loro: "Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione".
Gesù viene arrestato
47 Mentre ancora egli parlava, ecco giungere una folla; colui che si chiamava Giuda, uno dei Dodici, li precedeva e si avvicinò a Gesù per baciarlo. 48 Gesù gli disse: "Giuda, con un bacio tu tradisci il Figlio dell'uomo?".
49 Allora quelli che erano con lui, vedendo ciò che stava per accadere, dissero: "Signore, dobbiamo colpire con la spada?". 50 E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli staccò l'orecchio destro.
51 Ma Gesù intervenne dicendo: "Lasciate! Basta così!". E, toccandogli l'orecchio, lo guarì.
52 Poi Gesù disse a coloro che erano venuti contro di lui, capi dei sacerdoti, capi delle guardie del tempio e anziani: "Come se fossi un ladro siete venuti con spade e bastoni. 53 Ogni giorno ero con voi nel tempio e non avete mai messo le mani su di me; ma questa è l'ora vostra e il potere delle tenebre".
Pietro rinnega Gesù
54 Dopo averlo catturato, lo condussero via e lo fecero entrare nella casa del sommo sacerdote. Pietro lo seguiva da lontano. 55 Avevano acceso un fuoco in mezzo al cortile e si erano seduti attorno; anche Pietro sedette in mezzo a loro. 56 Una giovane serva lo vide seduto vicino al fuoco e, guardandolo attentamente, disse: "Anche questi era con lui".
57 Ma egli negò dicendo: "O donna, non lo conosco!".
58 Poco dopo un altro lo vide e disse: "Anche tu sei uno di loro!".
Ma Pietro rispose: "O uomo, non lo sono!".
59 Passata circa un'ora, un altro insisteva: "In verità, anche questi era con lui; infatti è Galileo".
60 Ma Pietro disse: "O uomo, non so quello che dici". E in quell'istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò. 61 Allora il Signore si voltò e fissò lo sguardo su Pietro, e Pietro si ricordò della parola che il Signore gli aveva detto: "Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte". 62 E, uscito fuori, pianse amaramente.
Commento
Due strade tra cui scegliere: la volontà di Dio o la nostra
Ti capita mai di dover scegliere tra fare una cosa giusta o non farla perché troppo difficile o costosa? Oppure di essere tentato, o tentata, di prendere la via più facile?
In questo brano Gesù si dimostra pienamente Dio ma anche pienamente umano. Per prima cosa, affronta il terribile supplizio della croce: "Cadde in ginocchio e pregava dicendo: Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà" (vv.41.42).
L'umanità di Gesù si manifesta nella sua angoscia e nel suo sudore che diviene "come gocce di sangue che cadono a terra" (v.44). Di fronte alle difficoltà, sceglie la volontà di Dio invece della propria: "Gli apparve allora un angelo dal cielo per confortarlo" (v.43).
Le nostre sfide non saranno mai grandi come quelle di Gesù. Ma ci saranno momenti in cui Dio ci chiederà di scegliere tra la sua volontà e la nostra. Per questo, in ogni sfida, piccola o grande, dovremmo sempre chiedere a Dio la forza per scegliere la sua volontà e non la nostra, come ha fatto Gesù.
Di fronte a questa scelta, Giuda sceglie la sua strada. Con un bacio, tradisce Gesù. Qui osserviamo due scenari molto diversi: da un lato Gesù, soccorso dagli angeli. Mentre pregava "gli apparve allora un angelo dal cielo per confortarlo" (v.43). Da un altro Giuda, avvolto dalle tenebre: "Questa è l'ora vostra e il potere delle tenebre" (v.53).
Se anche tu come me senti che non potrai mai essere pienamente come Gesù, ma non vuoi essere come Giuda, in Pietro puoi trovare un grande esempio e un grande incoraggiamento. Pietro sbaglia ed ingarbuglia tutto, un po' come tutti noi. Eppure Dio farà di lui un suo grande strumento.
Il primo errore di Pietro è di seguire Gesù "da lontano" (v.54). A volte capita anche a noi. Incontriamo persone ostili alla fede cristiana di fronte alle quali temiamo di mostrare la nostra fede in Gesù, o dimostriamo di non esserne interessati. Una via, questa, pericolosa che può condurre al rinnegamento (vv.57-58.60).
Quando Gesù si gira e fissa il suo sguardo su di lui (v.61), Pietro comprende di avere rovinato tutto e piange "amaramente" (v.62). Come Giuda, anche Pietro cade. Eppure, il suo destino non è come quello di Giuda. Dio arriverà ad usare Pietro forse più di chiunque altro nell'intera storia della chiesa cristiana.
La differenza tra Pietro e Giuda è nel loro modo di reagire alla caduta. Pietro si pente e riceve il perdono e la reintegrazione da parte di Gesù (vedi Giovanni 21). Questo è di enorme speranza per noi. Per quanto lontani possiamo essere andati da Gesù, non è mai troppo tardi per tornare indietro. Se ti senti un po' come Pietro, ritorna oggi a Gesù, ricevi il suo perdono e ristabilisci la tua relazione con lui.
Come per Pietro, i nostri di errori di ieri possono diventare il nostro messaggio di oggi. Le nostre prove e le nostre cadute possono diventare la nostra testimonianza.
Preghiera
Padre, riempimi del tuo Spirito e aiutami a dire oggi come Gesù: "Non sia fatta la mia, ma la tua volontà" (Luca 22,42).
Giosuè 5,13-7,26
La caduta di Gerico
13 Quando fu presso Gerico, Giosuè alzò gli occhi e vide un uomo in piedi davanti a sé, che aveva in mano una spada sguainata. Giosuè si diresse verso di lui e gli chiese: "Tu sei dei nostri o dei nostri nemici?".
14 Rispose: "No, io sono il capo dell'esercito del Signore. Giungo proprio ora". Allora Giosuè cadde con la faccia a terra, si prostrò e gli disse: "Che ha da dire il mio signore al suo servo?".
15 Rispose il capo dell'esercito del Signore a Giosuè: "Togliti i sandali dai tuoi piedi, perché il luogo sul quale tu stai è santo". Giosuè così fece.
6Ora Gerico era sbarrata e sprangata davanti agli Israeliti; nessuno usciva né entrava.
2 Disse il Signore a Giosuè: "Vedi, consegno in mano tua Gerico e il suo re, pur essendo essi prodi guerrieri. 3 Voi tutti idonei alla guerra, girerete intorno alla città, percorrendo una volta il perimetro della città. Farete così per sei giorni. 4 Sette sacerdoti porteranno sette trombe di corno d'ariete davanti all'arca; il settimo giorno, poi, girerete intorno alla città per sette volte e i sacerdoti suoneranno le trombe. 5 Quando si suonerà il corno d'ariete, appena voi sentirete il suono della tromba, tutto il popolo proromperà in un grande grido di guerra, allora le mura della città crolleranno e il popolo salirà, ciascuno diritto davanti a sé".
6 Giosuè, figlio di Nun, convocò i sacerdoti e disse loro: "Portate l'arca dell'alleanza; sette sacerdoti portino sette trombe di corno d'ariete davanti all'arca del Signore". 7 E al popolo disse: "Mettetevi in marcia e girate intorno alla città e il gruppo armato passi davanti all'arca del Signore".
8 Come Giosuè ebbe parlato al popolo, i sette sacerdoti, che portavano le sette trombe di corno d'ariete davanti al Signore, si mossero e suonarono le trombe, mentre l'arca dell'alleanza del Signore li seguiva. 9 Il gruppo armato marciava davanti ai sacerdoti che suonavano le trombe e la retroguardia seguiva l'arca; si procedeva al suono delle trombe. 10 Giosuè aveva dato quest'ordine al popolo: "Non lanciate il grido di guerra, non alzate la voce e non esca parola dalla vostra bocca fino al giorno in cui vi dirò di gridare. Allora griderete". 11 L'arca del Signore girò intorno alla città, percorrendone il perimetro una volta. Poi tornarono nell'accampamento e passarono la notte nell'accampamento.
12 Di buon mattino Giosuè si alzò e i sacerdoti portarono l'arca del Signore; 13 i sette sacerdoti, che portavano le sette trombe di corno d'ariete davanti all'arca del Signore, procedevano suonando le trombe. Il gruppo armato marciava davanti a loro e la retroguardia seguiva l'arca del Signore; si procedeva al suono delle trombe. 14 Il secondo giorno girarono intorno alla città una volta e tornarono poi all'accampamento. Così fecero per sei giorni.
15 Il settimo giorno si alzarono allo spuntare dell'alba e girarono intorno alla città sette volte, secondo questo cerimoniale; soltanto in quel giorno fecero sette volte il giro intorno alla città. 16 Alla settima volta i sacerdoti diedero fiato alle trombe e Giosuè disse al popolo: "Lanciate il grido di guerra, perché il Signore vi consegna la città. 17 Questa città, con quanto vi è in essa, sarà votata allo sterminio per il Signore. Rimarrà in vita soltanto la prostituta Raab e chiunque è in casa con lei, perché ha nascosto i messaggeri inviati da noi. 18 Quanto a voi, guardatevi da ciò che è votato allo sterminio: mentre operate la distruzione, non prendete nulla di ciò che è votato allo sterminio, altrimenti rendereste votato allo sterminio l'accampamento d'Israele e gli arrechereste una disgrazia. 19 Tutto l'argento e l'oro e gli oggetti di bronzo e di ferro sono consacrati al Signore: devono entrare nel tesoro del Signore".
20 Il popolo lanciò il grido di guerra e suonarono le trombe. Come il popolo udì il suono della tromba e lanciò un grande grido di guerra, le mura della città crollarono su se stesse; il popolo salì verso la città, ciascuno diritto davanti a sé, e si impadronirono della città. 21 Votarono allo sterminio tutto quanto c'era in città: uomini e donne, giovani e vecchi, buoi, pecore e asini, tutto passarono a fil di spada.
22 Giosuè aveva detto ai due uomini che avevano esplorato la terra: "Entrate nella casa della prostituta, conducetela fuori con quanto le appartiene, come le avete giurato". 23 Quei giovani esploratori entrarono e condussero fuori Raab, suo padre, sua madre, i suoi fratelli e quanto le apparteneva. Fecero uscire tutti quelli della sua famiglia e li posero fuori dell'accampamento d'Israele.
24 Incendiarono poi la città e quanto vi era dentro. Destinarono però l'argento, l'oro e gli oggetti di bronzo e di ferro al tesoro del tempio del Signore. 25 Giosuè lasciò in vita la prostituta Raab, la casa di suo padre e quanto le apparteneva. Ella è rimasta in mezzo a Israele fino ad oggi, per aver nascosto gli inviati che Giosuè aveva mandato a esplorare Gerico.
26 In quella circostanza Giosuè fece giurare: "Maledetto davanti al Signore l'uomo che si metterà a ricostruire questa città di Gerico!
Sul suo primogenito
ne getterà le fondamenta
e sul figlio minore
ne erigerà le porte!".
27 Il Signore fu con Giosuè, la cui fama si sparse in tutta la regione.
Acan viola l'interdetto e viene punito
7Ma gli Israeliti violarono la legge dello sterminio: Acan, figlio di Carmì, figlio di Zabdì, figlio di Zerach, della tribù di Giuda, si impadronì di cose votate allo sterminio e allora la collera del Signore si accese contro gli Israeliti.
2 Giosuè inviò degli uomini da Gerico ad Ai, che si trova presso Bet-Aven, a oriente di Betel, con quest'ordine: "Salite a esplorare la regione". Quegli uomini salirono a esplorare Ai,
3 ritornarono da Giosuè e gli dissero: "Non c'è bisogno che vada tutto il popolo: vadano all'assalto due o tremila uomini, ed espugneranno Ai; non impegnare tutto il popolo, perché sono in pochi". 4 Vi andarono allora del popolo circa tremila uomini, ma dovettero fuggire davanti a quelli di Ai, 5 che ne uccisero circa trentasei, li inseguirono dalla porta della città fino a Sebarìm, sconfiggendoli sulle pendici. Il cuore del popolo si sciolse come acqua.
6 Giosuè si stracciò le vesti, si prostrò con la faccia a terra davanti all'arca del Signore e lì rimase fino a sera insieme agli anziani d'Israele, e si cosparsero il capo di polvere. 7 Giosuè disse: "Ah! Signore Dio, perché hai voluto far passare il Giordano a questo popolo, per consegnarci poi nelle mani dell'Amorreo e distruggerci? Avessimo deciso di stabilirci al di là del Giordano! 8 Perdona, Signore mio: che posso dire, dal momento che Israele ha dovuto volgere le spalle di fronte ai suoi nemici? 9 Lo udranno i Cananei e tutti gli abitanti della regione, ci accerchieranno e cancelleranno il nostro nome dalla terra. E tu, che farai per il tuo grande nome?".
10 Rispose il Signore a Giosuè: "Àlzati, perché stai con la faccia a terra? 11 Israele ha peccato. Essi hanno trasgredito il patto che avevo loro imposto e hanno preso cose votate allo sterminio: hanno rubato, hanno dissimulato, le hanno messe nei loro sacchi! 12 Gli Israeliti non potranno resistere ai loro nemici, volgeranno loro le spalle, perché sono incorsi nello sterminio. Non sarò più con voi, se non estirperete da voi la causa dello sterminio.
13 Su, santifica il popolo e di' loro: "Per domani santificatevi, perché così dice il Signore, Dio d'Israele: C'è una causa di sterminio in mezzo a te, Israele! Tu non potrai resistere ai tuoi nemici, finché non eliminerete da voi la causa dello sterminio.
14 Vi accosterete dunque domattina divisi per tribù: la tribù che il Signore avrà designato con la sorte si accosterà per casati e il casato che il Signore avrà designato si accosterà per famiglie; la famiglia che il Signore avrà designato si accosterà per individui. 15 Colui che risulterà causa di sterminio sarà bruciato lui e tutte le sue cose, per aver trasgredito il patto del Signore e aver commesso un'infamia in Israele"".
16 Giosuè si alzò di buon mattino e fece accostare Israele per tribù e venne sorteggiata la tribù di Giuda. 17 Fece accostare i casati di Giuda e venne sorteggiato il casato degli Zerachiti; fece accostare il casato degli Zerachiti per famiglie e venne sorteggiato Zabdì; 18 fece accostare la sua famiglia per individui e venne sorteggiato Acan, figlio di Carmì, figlio di Zabdì, figlio di Zerach, della tribù di Giuda.
19 Disse allora Giosuè ad Acan: "Figlio mio, da' gloria al Signore, Dio d'Israele, e rendigli lode. Raccontami dunque che cosa hai fatto, non me lo nascondere".
20 Acan rispose a Giosuè: "È vero, io ho peccato contro il Signore, Dio d'Israele, e ho fatto quanto vi dirò: 21 avevo visto nel bottino un bel mantello di Sinar, duecento sicli d'argento e un lingotto d'oro del peso di cinquanta sicli. Li ho desiderati e me li sono presi, ed eccoli nascosti in terra al centro della mia tenda, e l'argento è sotto".
22 Giosuè mandò incaricati che corsero alla tenda, ed ecco, tutto era nascosto nella tenda e l'argento era sotto. 23 Presero il tutto dalla tenda, lo portarono a Giosuè e a tutti gli Israeliti e lo deposero davanti al Signore.
24 Giosuè allora prese Acan figlio di Zerach con l'argento, il mantello, il lingotto d'oro, i suoi figli, le sue figlie, i suoi buoi, i suoi asini, le sue pecore, la sua tenda e quanto gli apparteneva. Tutto Israele era con lui ed egli li condusse alla valle di Acor. 25 Giosuè disse: "Come tu ci hai arrecato disgrazia, così oggi il Signore l'arrechi a te!".
Tutti gli Israeliti lo lapidarono. Poi li bruciarono tutti e li coprirono di pietre.26 Eressero poi sul posto un gran mucchio di pietre, che esiste ancora oggi. E il Signore placò l'ardore della sua ira. Perciò quel luogo si chiama valle di Acor fino ad oggi.
Commento
Due aree in cui vivere: terra santa e terra di peccato
Ci sono aree della vita che tieni nascoste, aree di segreto e di peccato?
In questo brano, scopriamo due tipi di aree molto diverse tra loro. Giosuè si trova in piedi su una terra santa (5,15), Acan invece su un terreno di peccato nascosto (7,21-22).
Il messaggero di Dio appare a Giosuè. Non sappiamo se si tratti di un angelo del Signore o della seconda persona della Trinità (Gesù). Quello che sappiamo è che Giosuè si prostra "con la faccia a terra" (5,14). Gli viene detto: "Togliti i sandali dai tuoi piedi, perché il luogo sul quale tu stai è santo" (v.15).
Ci sono momenti nella vita in cui la presenza di Dio sembra così forte da avere la sensazione di trovarsi su un terreno santo. In questi casi, ciò che possiamo fare è cadere a terra e adorare.
A Giosuè, Dio dona successo (6,1-26): "Il Signore fu con Giosuè, la cui fama si sparse in tutta la regione" (v.27). Un successo che non dipende dalle dimensioni del suo esercito, dalla potenza delle sue armi o dalla sua abilità di leader, ma dalla sua fede, che lo ha portato a seguire le istruzioni di Dio.
Una cosa simile accade alla prostituta Raab. Lei e la sua famiglia vengono risparmiati a causa della sua fede. Una fede che l'ha portata a compiere un atto di benevolenza verso i servi di Dio (v.25).
Nel Nuovo Testamento, sia Giosuè che Raab sono riconosciuti come eroi della fede: "Per fede, caddero le mura di Gerico... Per fede, Raab, la prostituta, non perì con gli increduli, perché aveva accolto con benevolenza gli esploratori" (Ebrei 11,30-31).
Il libro di Giosuè solleva molte domande difficili, domande alle quali non è facile trovare risposta. Ancora una volta, come cristiani, siamo invitati a leggere questi passaggi attraverso la lente di Gesù e del Nuovo Testamento.
La lettera agli Ebrei ci dice che la terra promessa è un'immagine delle benedizioni che possiamo ricevere mediante l'obbedienza e la fede in Gesù: "Se Giosuè infatti li avesse introdotti in quel riposo, Dio non avrebbe parlato, in seguito, di un altro giorno... Affrettiamoci dunque a entrare in quel riposo, perché nessuno cada nello stesso tipo di disobbedienza" (4,8-11).
Un episodio di tale "disobbedienza" è quello di Acan, la cui concupiscenza lo porta a disobbedire a Dio e a nascondere per sé argento e oro. Ma poi ammette di averli "nascosti in terra" al centro della tenda con "l'argento... sotto" (Giosuè 7,21). I messaggeri di Giosuè accorrono "ed ecco, tutto era nascosto nella tenda e l'argento era sotto" (v.22).
Vivere la vita a compartimenti stagni è pericoloso. Come nella tenda di Acan, tutto può sembrare in ordine in superficie, ma sotto, nascosto, può celarsi il peccato. Le altre persone potrebbero non riuscire a vedere dentro i nostri compartimenti, dove risiede il peccato, ma Dio può.
Il peccato di Acan non colpisce solo lui, ma l'intero campo. Dio desidera un popolo santo a lui consacrato (v.13). Il peccato e la disobbedienza nel campo intaccano la loro purezza. Il Signore dice: "Tu non potrai resistere ai tuoi nemici, finché non eliminerete da voi la causa dello sterminio" (v.13).
La domanda per noi è quindi: ci sono aree della nostra vita che stiamo nascondendo a Dio e che ci impediscono di ricevere le benedizioni e le vittorie che vuole donarci?
La mia esperienza è che lo Spirito Santo non smette di illuminare anche le aree più "nascoste" delle nostre vite. Le aree che prima o poi dovremmo affrontare. Tuttavia, questo processo di santificare ciò che è nascosto non sarà mai del tutto completo in questo lato del paradiso.
La buona notizia è che, diversamente da Acan, ora non abbiamo più alcuna punizione da temere. Non importa quali siano state le nostre mancanze del passato. Con Gesù, siamo perdonati e rigenerati.
Preghiera
Signore, oggi desidero consacrarti di nuovo la mia vita. Grazie perché cammini con me come camminavi con Giosué. Scelgo oggi la strada della tua volontà, per onorarti con una vita santa.
La moglie di Nicky dice
Luca 22,46
"Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione".
Ho sempre trovato difficile alzarmi presto la mattina o rimanere sveglia fino a tardi per pregare. Per questo nutro una certa simpatia per i discepoli. Avevano avuto una lunga giornata e Gesù aveva raccontato loro ogni sorta di cose sulla sua sofferenza e morte.
Erano molto preoccupati e confusi: "Dormivano per la tristezza" (v.45). Devono essere rimasti molto delusi da loro stessi per aver abbandonato il loro amico, maestro e Signore.
Comprendo il diniego di Pietro, la paura a volte può prendere il sopravvento. Ecco perché la trasformazione di Pietro è così sorprendente: da uomo pauroso a leader coraggioso. La buona notizia è che se Dio ha cambiato Pietro, può cambiare anche me e te.
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Alexandr Solzhenitsyn, The Templeton Address, ‘Men have forgotten God’, world copyright ©1983 by Aleksander Solzhenitsyn
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