Giorno 121

È già tuo

Sapienziali Proverbi 10,31-11,8
Nuovo Testamento Giovanni 1,29-51
Antico Testamento Giosuè 17,1-18,28

Introduzione

I miei nonni materni vivevano a Pittenweem, un piccolo villaggio di pescatori vicino a Edimburgo, in Scozia. Lì, possedevano una casa. Con l'inizio della seconda guerra mondiale, nel 1939, dovettero trasferirsi e affittare così la loro casa. Al termine della guerra, il loro primo desiderio fu di ritornare a vivere in quella casa, ma non poterono farlo. La legge dell'epoca permetteva agli inquilini presenti di rimanere nella casa per tutto il tempo in cui vivevano, e allo stesso canone iniziale.

Per 50 anni i miei nonni non poterono entrare in possesso della loro casa di proprietà. Molti anni dopo, mio zio ereditò la proprietà ma le condizioni della casa non erano più le stesse. Finì così per venderla ad un prezzo quasi simbolico.

Sebbene la mia famiglia possedesse quella casa, non poteva prenderne possesso. C'è una grande differenza tra proprietà e possesso.

Il popolo d'Israele aveva ricevuto la proprietà di Canaan, la terra promessa, ma non ne aveva ancora preso possesso. Ed è questo che Giosuè ricorda agli Israeliti: "Fino a quando trascurerete di andare a occupare la terra?" (Giosuè 18,3) Il Nuovo Testamento presenta la "terra" come un'immagine della vita cristiana (Ebrei 4). Ci invita a renderci conto di ciò che è già nostro in Cristo Gesù e a prenderne possesso.

Sapienziali

Proverbi 10,31-11,8

31 La bocca del giusto espande sapienza,
  la lingua perversa sarà tagliata.

32 Le labbra del giusto conoscono benevolenza,
  la bocca degli empi cose perverse.

11Il Signore aborrisce la bilancia falsa,
  ma del peso esatto egli si compiace.

2 Dove c'è insolenza c'è anche disonore,
  ma la sapienza sta con gli umili.

3 L'integrità guida gli uomini retti,
  la malvagità è la rovina dei perfidi.

4 Non giova la ricchezza nel giorno della collera,
  ma la giustizia libera dalla morte.

5 La giustizia dell'uomo onesto gli spiana la via,
  per la sua cattiveria cade il cattivo.

6 La giustizia salva gli onesti,
  nella cupidigia restano presi i perfidi.

7 Con la morte del malvagio svanisce ogni sua speranza,
  l'attesa dei ricchi scompare.

8 Il giusto è liberato dall'angoscia,
  al suo posto subentra il malvagio.

Commento

Dono della giustizia

Lo sapevi che Dio ti ha già donato il dono della giustizia? E se sì, ne hai preso possesso?

L'autore dei Proverbi mette a confronto "i malvagi" con "i giusti". La malvagità porta alla distruzione: "La malvagità è la rovina dei perfidi... per la sua cattiveria cade il cattivo" (11,3b.5b). Ma soprattutto, la malvagità è annullata dalla morte: "Con la morte del malvagio svanisce ogni sua speranza, l'attesa dei ricchi scompare" (v.7).

Al contrario, "la giustizia libera dalla morte" (v.4b). Nel giorno di Pentecoste, riferendosi a Gesù, l'apostolo Pietro parla proprio di questo. La giustizia non può morire: "Non era possibile che questa \[la morte\] lo tenesse in suo potere" (Atti 2,24).

Nessuno è totalmente giusto tranne Gesù. Giustizia significa vivere relazioni giuste, sia con Dio che con gli altri. Ricevi questa "giustizia di Dio per mezzo della fede in Gesù Cristo" come dono mediante la fede (Romani 3,22, Filippesi 3,9). Ma prima devi prenderne possesso. Devi viverla.

In questo brano, vediamo alcuni esempi di ciò che tutto questo significa.

  1. Sapienza
    "La bocca del giusto espande sapienza, la lingua perversa sarà tagliata. Le labbra del giusto conoscono benevolenza, la bocca degli empi cose perverse" (Proverbi 10,31-32, MSG). \t
  2. Umiltà
    "Dove c'è insolenza c'è anche disonore, ma la sapienza sta con gli umili" (11,2, MSG). \t
  3. Integrità
    "L'integrità guida gli uomini retti... la giustizia libera dalla morte" (vv.3a.4b, MSG). \t
  4. Carattere
    "La giustizia dell'uomo onesto gli spiana la via... La giustizia salva gli onesti" (vv.5a.6a, MSG).

Preghiera

Signore, oggi desidero prendere possesso del tuo dono di giustizia mediante la fede. Aiutami a vivere una vita di sapienza, umiltà, integrità e tenacia.

Nuovo Testamento

Giovanni 1,29-51

Testimonianza di Giovanni

29 Il giorno dopo, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: "Ecco l'agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! 30 Egli è colui del quale ho detto: "Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me". 31 Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell'acqua, perché egli fosse manifestato a Israele".

32 Giovanni testimoniò dicendo: "Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. 33 Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell'acqua mi disse: "Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo". 34 E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio".

I primi discepoli

35 Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli 36 e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: "Ecco l'agnello di Dio!".

37 E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. 38 Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: "Che cosa cercate?".

Gli risposero: "Rabbì - che, tradotto, significa Maestro -, dove dimori?".

39 Disse loro: "Venite e vedrete".

Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.

40 Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. 41 Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: "Abbiamo trovato il Messia" - che si traduce Cristo - 42 e lo condusse da Gesù.

Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: "Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa" - che significa Pietro.

Gesù chiama Filippo e Natanaele

43 Il giorno dopo Gesù volle partire per la Galilea; trovò Filippo e gli disse: "Seguimi!".

44 Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro. 45 Filippo trovò Natanaele e gli disse: "Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret".

46 Natanaele gli disse: "Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?".

Filippo gli rispose: "Vieni e vedi".

47 Gesù intanto, visto Natanaele che gli veniva incontro, disse di lui: "Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità".

48 Natanaele gli domandò: "Come mi conosci?".

Gli rispose Gesù: "Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l'albero di fichi".

49 Gli replicò Natanaele: "Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!".

50 Gli rispose Gesù: "Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l'albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!". 51 Poi gli disse: "In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell'uomo".

Commento

Il dono dello Spirito Santo

Stai apprezzando e godendo di ciò che Gesù ha fatto per te, ti ha donato e messo a disposizione? Oppure ti senti ancora in colpa o non degno, o degna, di ricevere tutto questo? Gesù è venuto a portare il perdono, la vita nuova e la potenza dello Spirito Santo per te. Vorrei incoraggiarti oggi a prendere possesso di ciò che Gesù ti ha dato e che è già tuo.

In questo brano, troviamo una sequenza incredibile di titoli dati a Gesù. Gesù è il "Figlio di Dio" (vv.34.49), il "Messia" (v.41), il "Re d'Israele" (v.49) e il "Figlio dell'uomo" (v.51).

Tra questi, vorrei soffermarmi in particolare sui due che descrivono il ministero di Gesù.

  1. Colui che cancella il peccato
    Il sangue dell'agnello ha salvato gli Israeliti dalla schiavitù e ha permesso loro di camminare nella libertà verso la terra promessa (Esodo 11-15). Di Gesù, Giovanni dice: "Ecco l'agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo" (Giovanni 1,29). Quando vai da Gesù, lui toglie i tuoi peccati. A te il compito di chiedere, confidare, credere nel perdono che lui ha acquistato per te. A te il compito di combattere contro i sensi di colpa, la vergogna o il sentirsi indegni. È qualcosa che dobbiamo scegliere di fare intenzionalmente, praticamente e quotidianamente per arrivare a prendere possesso del perdono che Gesù ha reso possibile per noi. \t
  2. Colui che battezza nello Spirito Santo
    Giovanni il Battista descrive Gesù come colui "che battezza nello Spirito Santo" (v.33). Gesù ti riempie del suo Spirito Santo. Questo è ciò che Gesù ha reso possibile per te. Tuttavia, se desideri questo meraviglioso dono che Dio ha messo a disposizione per te, ne devi prendere possesso.

Gesù invita Filippo dicendogli: "Seguimi!" (v.43) In greco, la parola "seguire" non significa solo "camminare sulle stesse orme" ma anche accompagnare, stare con. Quando a Gesù chiedono: "Dove dimori?" la parola "dimorare" è la stessa utilizzata da Gesù in Giovanni 15: "Rimanete in me e io in voi". I futuri discepoli vedono dove sta Gesù e rimangono con lui. Come loro, anche noi siamo invitati da Gesù ad una amicizia personale e profonda con lui.

Gesù ci dà anche l'opportunità di fare come Giovanni il Battista: indirizzare altre persone a lui. Certamente, Dio non ha bisogno di un agente pubblicitario. Gesù potrebbe svolgere il suo ministero anche senza il nostro aiuto. Tuttavia, in questo brano, vediamo che Dio utilizza i suoi discepoli per chiamare le persone.

I discepoli portano i loro amici a Gesù: Giovanni il Battista presenta Andrea (vv.35-36), Andrea presenta Pietro (v.41) e Filippo presenta Natanaele (v.45). Natanaele, all'inizio scettico, va e scopre che Gesù è davvero il Figlio di Dio (v.49).

In un commento sul Vangelo di Giovanni e in particolare sul passaggio in cui Andrea porta Simon Pietro a Gesù (v.42), l'Arcivescovo di Canterbury, William Temple, ha detto: "Il più grande servizio che una persona possa fare ad un'altra".

Simon Pietro è stato e lo è ancora una delle figure più influenti nella storia del Cristianesimo. Potremmo non essere in grado di fare tutto ciò che Pietro ha fatto, ma tutti possiamo fare quello che suo fratello Andrea ha fatto: portare qualcuno a Gesù.

Oppure, quello che Filippo ha fatto: dire "vieni e vedi" (v.46) ai nostri amici, familiari e colleghi di lavoro. Così facendo possiamo essere parte del piano di Dio, che desidera che le persone sentano parlare di Gesù e rispondano quando qualcuno le invita a "venire e vedere".

Ho scoperto che non c'è nulla di più emozionante nella vita dell'essere coinvolti nel ministero di Gesù. È così bello e generoso da parte di Dio coinvolgere tutti noi, essere umani imperfetti, in questo suo piano perfetto.

Preghiera

Signore, aiutami oggi a godere del dono del perdono e della pienezza di vita attraverso lo Spirito Santo. Aiutami a parlare di te agli altri e ad invitare le persone attraverso un semplice "vieni e vedi" (v.46).

Antico Testamento

Giosuè 17,1-18,28

17Questo è il territorio toccato in sorte alla tribù di Manasse, perché egli era il primogenito di Giuseppe. Quanto a Machir, primogenito di Manasse e padre di Gàlaad, poiché era guerriero, aveva ottenuto Gàlaad e Basan. 2 Fu dunque assegnata una parte agli altri figli di Manasse secondo i loro casati: ai figli di Abièzer, di Chelek, di Asrièl, di Sichem, di Chefer, di Semidà. Questi erano i figli maschi di Manasse, figlio di Giuseppe, secondo i loro casati.

3 Selofcàd, figlio di Chefer, figlio di Gàlaad, figlio di Machir, figlio di Manasse, non ebbe figli maschi, ma ebbe figlie, delle quali ecco i nomi: Macla, Noa, Cogla, Milca e Tirsa. 4 Queste si presentarono al sacerdote Eleàzaro, a Giosuè, figlio di Nun, e ai capi dicendo: "Il Signore ha comandato a Mosè di darci un'eredità in mezzo ai nostri fratelli". Giosuè diede loro un'eredità in mezzo ai fratelli del padre loro, secondo l'ordine del Signore. 5 Toccarono così dieci parti a Manasse, oltre il territorio di Gàlaad e di Basan che è a oriente del Giordano, 6 poiché le figlie di Manasse ebbero un'eredità in mezzo ai figli di lui. La terra di Gàlaad fu per gli altri figli di Manasse.

7 Il confine di Manasse cominciava da Aser, Micmetàt, situata di fronte a Sichem, poi il confine girava a destra verso Iasib alla fonte di Tappùach. 8 A Manasse apparteneva il territorio di Tappùach, mentre Tappùach, al confine di Manasse, era dei figli di Èfraim. 9 Quindi il confine scendeva al torrente Kana. A meridione del torrente vi erano le città di Èfraim, oltre quelle città che erano in mezzo alle città di Manasse. Il territorio di Manasse era a settentrione del torrente e faceva capo al mare. 10 Il territorio a meridione era di Èfraim, a settentrione era di Manasse e suo confine era il mare. Con Aser erano confinanti a settentrione e con Ìssacar a oriente.

11 Inoltre in Ìssacar e in Aser appartenevano a Manasse: Bet-Sean e i suoi villaggi, Ibleàm e i suoi villaggi, gli abitanti di Dor e i suoi villaggi, gli abitanti di Endor e i suoi villaggi, gli abitanti di Taanac e i suoi villaggi, gli abitanti di Meghiddo e i suoi villaggi, un terzo della regione collinosa.

12 Non poterono però i figli di Manasse impossessarsi di queste città e il Cananeo continuò ad abitare in questa regione. 13 Poi, quando gli Israeliti divennero forti, costrinsero il Cananeo al lavoro coatto, ma non lo spodestarono del tutto.

14 I figli di Giuseppe dissero a Giosuè: "Perché mi hai dato in eredità un solo lotto e una sola parte, mentre io sono un popolo numeroso, che il Signore ha così benedetto?".

15 Rispose loro Giosuè: "Se sei un popolo numeroso, sali alla foresta e disboscala per te nel territorio dei Perizziti e dei Refaìm, dato che la zona montuosa di Èfraim è troppo stretta per voi".

16 Replicarono allora i figli di Giuseppe: "La zona montuosa non ci basta; inoltre tutti i Cananei che abitano nel territorio pianeggiante hanno carri di ferro, tanto in Bet-Sean e nei suoi villaggi quanto nella pianura di Izreèl".

17 Allora Giosuè disse alla casa di Giuseppe, cioè a Èfraim e a Manasse: "Tu sei un popolo numeroso e possiedi una grande forza; la tua non sarà una porzione soltanto, 18 perché le montagne saranno tue. È una foresta, ma tu la disboscherai e sarà tua da un estremo all'altro; spodesterai infatti il Cananeo, benché abbia carri di ferro e sia forte".

Divisione della terra tra le altre sette tribù

18Tutta la comunità degli Israeliti si radunò a Silo, e qui eresse la tenda del convegno. La terra era stata sottomessa a loro. 2 Rimanevano tra gli Israeliti sette tribù che non avevano avuto la loro parte.

3 Disse allora Giosuè agli Israeliti: "Fino a quando trascurerete di andare a occupare la terra, che il Signore, Dio dei vostri padri, vi ha dato? 4 Sceglietevi tre uomini per tribù e io li invierò. Essi andranno subito a ispezionare la terra, ne tracceranno un piano per la divisione in eredità e torneranno da me. 5 Essi se la divideranno in sette parti: Giuda rimarrà sul suo territorio nel meridione e quelli della casa di Giuseppe rimarranno sul loro territorio al settentrione. 6 Voi traccerete una mappa scritta della terra in sette parti e me la porterete qui e io getterò per voi la sorte qui, dinanzi al Signore, Dio nostro. 7 Tuttavia non vi è parte per i leviti in mezzo a voi, perché il sacerdozio del Signore è la loro eredità, e Gad, Ruben e metà della tribù di Manasse hanno già ricevuto la loro eredità oltre il Giordano, a oriente, come ha concesso loro Mosè, servo del Signore".

8 Quegli uomini si misero in cammino; Giosuè comandò a coloro che andarono a tracciare una mappa scritta della terra: "Andate a perlustrare la regione, tracciatene una mappa e tornate da me e qui io getterò per voi la sorte davanti al Signore, a Silo". 9 Gli uomini andarono, ispezionarono la regione, ne tracciarono una mappa scritta secondo le città, dividendola in sette parti, e ritornarono da Giosuè all'accampamento, a Silo. 10 Allora Giosuè gettò per loro la sorte a Silo, dinanzi al Signore, e lì Giosuè spartì la terra tra gli Israeliti, secondo le loro ripartizioni.

11 Fu tirata a sorte la parte della tribù dei figli di Beniamino, secondo i loro casati; il territorio che toccò loro aveva i confini tra i figli di Giuda e i figli di Giuseppe.

12 Dal lato settentrionale, il loro confine partiva dal Giordano, saliva il pendio settentrionale di Gerico, saliva per la montagna verso occidente e faceva capo al deserto di Bet-Aven. 13 Di là passava per Luz, sul versante meridionale di Luz, cioè Betel, e scendeva ad Atròt-Addar, presso il monte che è a mezzogiorno di Bet-Oron inferiore.

14 Poi il confine piegava e, al lato occidentale, girava a mezzogiorno, dal monte posto di fronte a Bet-Oron, a mezzogiorno, e faceva capo a Kiriat-Baal, cioè Kiriat-Iearìm, città dei figli di Giuda. Questo era il lato occidentale.

15 Il lato meridionale cominciava all'estremità di Kiriat-Iearìm. Il confine piegava verso occidente, fino alla fonte delle acque di Neftòach, 16 poi scendeva fino al crinale del monte di fronte alla valle di Ben-Innòm, nella valle dei Refaìm, a settentrione, e scendeva per la valle di Ben-Innòm, sul pendio meridionale dei Gebusei, fino a En-Roghel. 17 Si estendeva quindi verso il settentrione e giungeva a En-Semes; di là si dirigeva verso Ghelilòt, che è di fronte alla salita di Adummìm, e scendeva al sasso di Boan, figlio di Ruben, 18 poi passava per il pendio settentrionale di fronte all'Araba e scendeva all'Araba. 19 Il confine passava quindi per il pendio settentrionale di Bet-Cogla e faceva capo al golfo settentrionale del Mar Morto, alla foce meridionale del Giordano. Questo era il confine meridionale.

20 Il Giordano serviva di confine dal lato orientale.

Questa era l'eredità dei figli di Beniamino, secondo i loro casati, con i suoi confini da tutti i lati.

21 Le città della tribù dei figli di Beniamino, secondo i loro casati, erano:

Gerico, Bet-Cogla, Emek-Kesis, 22 Bet-Araba, Semaràim, Betel, 23 Avvìm, Para, Ofra, 24 Chefar-Ammonài, Ofni e Gheba: dodici città e i loro villaggi;

25 Gàbaon, Rama, Beeròt, 26 Mispa, Chefirà, Mosa, 27 Rekem, Irpeèl, Taralà, 28 Sela-Elef, la città gebusea, cioè Gerusalemme, Gàbaa, Kiriat-Iearìm: quattordici città e i loro villaggi.

Questa era l'eredità dei figli di Beniamino, secondo i loro casati.

Commento

Dono della tua eredità

Sei consapevole del fatto che Dio ti ha dato un'eredità in Cristo? E se sì, ci sono aree della tua vita in cui ti sembra di non godere appieno di questo dono?

La terra è l'eredità del popolo di Dio (17,4.7; 18,7.20.27). "\[Giosué\] disse allora agli Israeliti: 'Fino a quando trascurerete di andare a occupare la terra, che il Signore, Dio dei vostri padri, vi ha dato?'" (18,3, MSG)

Anche qui, ancora una volta, notiamo la grande differenza tra proprietà, possesso e godimento di un dono, in questo caso la terra. A Israele è stata data la proprietà della terra ancora prima che ne prendesse possesso e ne godesse.

Quando seguiamo Gesù, diventiamo suoi amici. Riceviamo il perdono, la giustificazione, la giustizia di Dio e lo Spirito Santo. Diventiamo figli di Dio. Abbiamo potere sul peccato e accesso a Dio. Otteniamo la vittoria sui poteri del male. Siamo in pace con Dio. Abbiamo autorità sul male nella nostra vita e nella vita degli altri. Tutte le promesse di Dio ci appartengono. Questa è la nostra eredità in Cristo.

Ma di tutto questo potremmo non prenderne possesso e non godere pienamente della loro benedizione. Riguardo a questo, Dio dice al suo popolo: "Non ti rendi conto che ti ho dato tutto questo? Che cosa stai aspettando?"

Potremmo aver dato la nostra vita a Gesù, ma allo stesso tempo non avergli dato il permesso di possedere ogni aspetto della nostra vita: le nostre finanze, il lavoro, la vita di preghiera, gli amici e la famiglia. Nella mia esperienza, questo è un impegno che dura tutta la vita.

San Paolo scrive che è necessario sottomettere "ogni intelligenza all’obbedienza di Cristo" (2 Corinzi 10,5). In alcune aree della nostra vita la vittoria può essere immediata. In altre può essere più graduale. Siamo chiamati ad eliminare anche le più piccole sacche di resistenza.

Come Israele ha ricevuto la terra in dono dal Signore (Giosuè 18,3), così io e te abbiamo ricevuto, in Gesù, ogni benedizione spirituale (Efesini 1,3). La domanda è: Quanto tempo ancora aspetteremo prima di prendere possesso di questi doni? (Giosuè 18,3)

Preghiera

Signore, grazie per averci benedetti in Cristo con ogni benedizione spirituale. Aiutaci oggi a prendere possesso di ciò che è già nostro con la fede attraverso Gesù.

La moglie di Nicky dice

Giovanni 1,48

"Natanaele gli domandò: 'Come mi conosci?' Gli rispose Gesù: 'Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l'albero di fichi'".

Gesù ci vede ovunque siamo e qualunque cosa stiamo facendo. Lui ci conosce.

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Riferimenti

Salvo diversa indicazione, le citazioni delle Scritture sono tratte dalla Sacra Bibbia Italiana Cattolica, testo CEI 2008 a cura della Conferenza Episcopale Italiana. Utilizzata con permesso.

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Per ulteriori approfondimenti e/o proseguimento della lettura della Bibbia si rimanda al sito ufficiale BibbiaEdu nonché all’app La Sacra Bibbia.

William Temple, Readings in St. John’s Gospel, (MacMillan, 1952).

Le citazioni della Scrittura indicate con (MSG, AMP, NIVUK, NKJV, NLT, ecc.) riportano comunque il testo CEI®.

Indicano i testi qui di seguito elencati a cui si rimanda per ulteriori approfondimenti.

NIV - New International Version Anglicised - Copyright © 1979, 1984, 2011 Biblica, già International Bible Society
MSG - The Message - Copyright © 1993, 1994, 1995, 1996, 2000, 2001, 2002.
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