Giorno 135

Con Dio tutto è possibile

Sapienziali Salmi 60,7-14
Nuovo Testamento Giovanni 8,12-30
Antico Testamento Giudici 18,1-19,30

Introduzione

Ricordo bene il giorno in cui incontrai Gesù, avevo 18 anni. In quei miei primi giorni da cristiano, pensavo che non esserlo stato prima fosse un vantaggio. Il vantaggio di conoscere bene la differenza tra vita senza Dio e vita con Dio. Ma un amico, leader cristiano, mi disse che questo modo di pensare era sbagliato. Quanto prima si sperimenta la vita con Dio meglio è.

Oggi capisco bene quanto le sue parole furono sagge. E sono così riconoscente a Dio perché nella vita dei nostri figli non c'è mai stato per loro un momento vissuto "senza Dio".

Col passare degli anni, ho avuto modo di intervistare centinaia di persone che hanno incontrato Gesù attraverso Alpha. Tutti loro parlano di vita senza Dio e vita con Dio. Nei loro racconti trovo grande gioia e pace, ma spesso anche rimpianto per non aver iniziato prima la loro vita con Dio.

Siamo tutti creati per vivere una relazione con Dio. Senza questa, la nostra vita non ha senso autentico. Il nostro stare con Dio è persino più importante del fare qualcosa per Dio. Con Dio, tutto è possibile.

Sapienziali

Salmi 60,7-14

7 Perché siano liberati i tuoi amici,
  salvaci con la tua destra e rispondici!
8 Dio ha parlato nel suo santuario:
  "Esulto e divido Sichem,
  spartisco la valle di Succot.
9 Mio è Gàlaad, mio è Manasse,
  Èfraim è l'elmo del mio capo,
  Giuda lo scettro del mio comando.
10 Moab è il catino per lavarmi,
  su Edom getterò i miei sandali,
  il mio grido di vittoria sulla Filistea!".

11 Chi mi condurrà alla città fortificata,
  chi potrà guidarmi fino al paese di Edom,
12 se non tu, o Dio, che ci hai respinti
  e più non esci, o Dio, con le nostre schiere?
13 Nell'oppressione vieni in nostro aiuto,
  perché vana è la salvezza dell'uomo.
14 Con Dio noi faremo prodezze,
  egli calpesterà i nostri nemici.

Commento

Noi faremo prodezze

L'aiuto che viene dall'uomo, rispetto a quello che viene da Dio, è qualcosa di vano. Davide dice: "Con Dio noi faremo prodezze" (v.14). Davide sta parlando di battaglie fisiche. Ma l'apostolo Paolo sottolinea che le nostre battaglie principali non sono fisiche. Non sono "contro la carne e il sangue, ma… contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti" (Efesini 6,12).

Davide prega così: "Perché siano liberati i tuoi amici, salvaci con la tua destra e rispondici… Nell'oppressione vieni in nostro aiuto, perché vana è la salvezza dell'uomo. Con Dio noi faremo prodezze" (Salmi 60,7.13–14a).

Preghiera

Signore, grazie perché con te possiamo camminare fiduciosi. In tutte le battaglie che oggi affronterò, desidero confidare in te.

Nuovo Testamento

Giovanni 8,12-30

Dov’è tuo padre?

12 Di nuovo Gesù parlò loro e disse: "Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita".

13 Gli dissero allora i farisei: "Tu dai testimonianza di te stesso; la tua testimonianza non è vera".

14 Gesù rispose loro: "Anche se io do testimonianza di me stesso, la mia testimonianza è vera, perché so da dove sono venuto e dove vado. Voi invece non sapete da dove vengo o dove vado. 15 Voi giudicate secondo la carne; io non giudico nessuno. 16 E anche se io giudico, il mio giudizio è vero, perché non sono solo, ma io e il Padre che mi ha mandato. 17 E nella vostra Legge sta scritto che la testimonianza di due persone è vera. 18 Sono io che do testimonianza di me stesso, e anche il Padre, che mi ha mandato, dà testimonianza di me".

19 Gli dissero allora: "Dov'è tuo padre?".

Rispose Gesù: "Voi non conoscete né me né il Padre mio; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio". 20 Gesù pronunciò queste parole nel luogo del tesoro, mentre insegnava nel tempio. E nessuno lo arrestò, perché non era ancora venuta la sua ora.

Tu, chi sei?

21 Di nuovo disse loro: "Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire".

22 Dicevano allora i Giudei: "Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: "Dove vado io, voi non potete venire"?".

23 E diceva loro: "Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. 24 Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati".

25 Gli dissero allora: "Tu, chi sei?".

Gesù disse loro: "Proprio ciò che io vi dico. 26 Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo".

27 Non capirono che egli parlava loro del Padre. 28 Disse allora Gesù: "Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. 29 Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite". 30 A queste sue parole, molti credettero in lui.

Commento

Compiacere a Dio

Ognuno di noi ha sempre la possibilità di compiacere a Dio. Gesù dice: "Perché faccio sempre le cose che gli sono gradite" (v.29). Questo dovrebbe essere il nostro obiettivo di vita: compiacere a Dio.

Gesù ci propone una vita con Dio. Dice: "Perché non sono solo, ma io e il Padre che mi ha mandato" (v.16). Dice: "Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo" (v.29a). Attraverso questo brano scopriamo qualcosa di più sul rapporto di Gesù con suo Padre.

Gesù dice: "Perché so da dove sono venuto e dove vado" (v.14). Nella vita, molte persone soffrono e combattono perché non sanno da dove vengono e dove vanno. Lottano per la mancanza di uno scopo e di una direzione di vita. Nella relazione con Dio, possiamo sapere da dove veniamo e dove stiamo andando.

Il rapporto di Gesù con il Padre è anche la sorgente del suo scopo e della sua direzione giorno per giorno. Dice: "Non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato" (v.28). E aggiunge: "Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo" (v.29a).

Questo è un esempio anche per noi. Dio è con Gesù. Gesù sa di non essere mai solo. Non c'è una sola cosa che fa senza Dio. In ogni momento, il suo desiderio è di compiacere a Dio: "Perché faccio sempre le cose che gli sono gradite" (v.29b). È questo che ha dato alla sua vita una tale potenza ed efficacia: "A queste sue parole, molti credettero in lui" (v.30).

Ma non solo è con Dio, Gesù è Dio.

Due volte nel brano di oggi Gesù dice: "Io sono" (8,24-28). Le parole "Io sono" sono le stesse usate nella traduzione greca di Esodo 3,14-16. Lì Dio si è rivelato a Mosè come "IO SONO COLUI CHE SONO". Questo nome esprime sia l'identità di Dio che la vicinanza di Dio al suo popolo.

Gesù stesso usa questo nome. Nessuno di noi possiede la vita. Nasciamo e moriamo. Riceviamo la vita. Gesù è vita. Al popolo Dio sta dicendo che si è nuovamente avvicinato a loro in lui. Gesù è l'Emmanuele, Dio con noi.

Gesù dice che è nella croce che abbiamo la dimostrazione più chiara della sua identità: "Disse allora Gesù: 'Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora conoscerete che Io sono'" (Giovanni 8,28).

Gesù ha piena fiducia nella propria identità. La chiave della fiducia e dell'identità di Gesù risiede nel suo rapporto con il Padre. Lo stesso può essere vero anche per noi. Se trascorreremo del tempo con il Padre nella preghiera, nell'adorazione e nella lettura delle Scritture, il nostro senso di identità e fiducia in chi siamo in Dio cresceranno. Potremo sapere da dove veniamo e dove stiamo andando.

Indipendentemente da ciò che la gente dice di noi, potremo camminare con fiducia e a testa alta. La nostra identità è in Cristo. È radicata in ciò che lui dice di noi e nella sua presenza con noi.

Preghiera

Signore, grazie perché sei con noi e non ci lasci mai soli. Aiutaci, come Gesù, a fare sempre ciò che è a te gradito e a dire sempre ciò che ci hai insegnato.

Antico Testamento

Giudici 18,1-19,30

I Daniti si stabiliscono a Lais

18Allora non c'era un re in Israele

e in quel tempo la tribù dei Daniti cercava un territorio per stabilirvisi, perché fino a quei giorni non le era toccata nessuna eredità fra le tribù d'Israele. 2 I figli di Dan mandarono dunque da Sorea e da Estaòl cinque uomini della loro tribù, uomini di valore, per visitare ed esplorare il territorio; dissero loro: "Andate ad esplorare il territorio!".

Quelli giunsero sulle montagne di Èfraim fino alla casa di Mica e passarono la notte in quel luogo. 3 Mentre erano presso la casa di Mica, riconobbero la voce del giovane levita; avvicinatisi, gli chiesero: "Chi ti ha condotto qua? Che cosa fai in questo luogo? Che hai tu qui?".

4 Rispose loro: "Mica mi ha fatto così e così, mi dà un salario e io sono divenuto suo sacerdote".

5 Gli dissero: "Consulta Dio, perché possiamo sapere se il viaggio che abbiamo intrapreso avrà buon esito".

6 Il sacerdote rispose loro: "Andate in pace, il viaggio che fate è sotto lo sguardo del Signore".

7 I cinque uomini continuarono il viaggio e arrivarono a Lais e videro che il popolo, che vi abitava, viveva in sicurezza, secondo i costumi di quelli di Sidone, tranquillo e fiducioso; non c'era nella regione chi, usurpando il potere, facesse qualcosa di offensivo; erano lontani da quelli di Sidone e non avevano relazione con nessuno.

8 Poi tornarono dai loro fratelli a Sorea e a Estaòl, e i fratelli chiesero loro: "Che notizie portate?".

9 Quelli risposero: "Alziamoci e andiamo contro quella gente, poiché abbiamo visto il territorio ed è ottimo. E voi rimanete inattivi? Non indugiate a partire per andare a prendere in possesso il territorio. 10 Quando arriverete là, troverete un popolo che non sospetta di nulla. La terra è vasta e Dio ve l'ha consegnata nelle mani; è un luogo dove non manca nulla di ciò che è sulla terra".

11 Allora seicento uomini della tribù dei Daniti partirono da Sorea e da Estaòl, ben armati. 12 Andarono e si accamparono a Kiriat-Iearìm, in Giuda; perciò il luogo, che è a occidente di Kiriat-Iearìm, fu chiamato e si chiama fino ad oggi Accampamento di Dan. 13 Di là passarono sulle montagne di Èfraim e giunsero alla casa di Mica.

14 I cinque uomini che erano andati a esplorare la terra di Lais dissero ai loro fratelli: "Sapete che in queste case ci sono un efod, i terafìm e una statua di metallo fuso? Sappiate ora quello che dovete fare". 15 Quelli si diressero da quella parte, giunsero alla casa del giovane levita, cioè alla casa di Mica, e lo salutarono. 16 Mentre i seicento uomini, muniti delle loro armi, stavano davanti alla porta, 17 i cinque uomini che erano andati a esplorare il territorio, vennero, entrarono in casa, presero la statua di metallo fuso, l'efod e i terafìm. Intanto il sacerdote stava davanti alla porta con i seicento uomini armati.

18 Quando, entrati in casa di Mica, ebbero preso la statua di metallo fuso, l'efod e i terafìm, il sacerdote disse loro: "Che cosa fate?".

19 Quelli gli risposero: "Taci, mettiti la mano sulla bocca, vieni con noi e sarai per noi padre e sacerdote. Che cosa è meglio per te: essere sacerdote della casa di un uomo solo oppure essere sacerdote di una tribù e di una famiglia in Israele?". 20 Il sacerdote gioì in cuor suo; prese l'efod, i terafìm e la statua e si unì a quella gente. 21 Allora si rimisero in cammino, mettendo innanzi a loro i bambini, il bestiame e le masserizie.

22 Essi erano già lontani dalla casa di Mica, quando i suoi vicini si misero in armi e raggiunsero i Daniti. 23 Allora gridarono ai Daniti. Questi si voltarono e dissero a Mica: "Perché ti sei messo in armi?".

24 Egli rispose: "Avete portato via gli dèi che mi ero fatto e il sacerdote, e ve ne siete andati. Ora che cosa mi resta? Come potete dunque dirmi: "Che cos'hai?"".

25 I Daniti gli dissero: "Non si senta la tua voce dietro a noi, perché uomini irritati potrebbero scagliarsi su di voi e tu ci perderesti la vita e la vita di quelli della tua casa!". 26 I Daniti continuarono il viaggio; Mica, vedendo che erano più forti di lui, si voltò indietro e tornò a casa.

27 Quelli dunque, presi con sé gli oggetti che Mica aveva fatto e il sacerdote che aveva al suo servizio, giunsero a Lais, a un popolo che se ne stava tranquillo e fiducioso; lo passarono a fil di spada e diedero la città alle fiamme. 28 Nessuno le prestò aiuto, perché era lontana da Sidone e i suoi abitanti non avevano relazioni con altra gente. Essa era nella valle che si estende verso Bet-Recob.

Poi i Daniti ricostruirono la città e l'abitarono. 29 La chiamarono Dan dal nome di Dan, loro padre, che era nato da Israele; ma prima la città si chiamava Lais. 30 E i Daniti eressero per loro uso la statua; Giònata, figlio di Ghersom, figlio di Mosè, e i suoi figli furono sacerdoti della tribù dei Daniti, finché gli abitanti della regione furono deportati. 31 Essi misero in onore per proprio uso la statua, che Mica aveva fatto, finché la casa di Dio rimase a Silo.

Il delitto di Gàbaa e la guerra contro Beniamino

19In quel tempo, quando non c'era un re in Israele,

un levita, che dimorava all'estremità delle montagne di Èfraim, si prese per concubina una donna di Betlemme di Giuda. 2 Ma questa sua concubina provò avversione verso di lui e lo abbandonò per tornare alla casa di suo padre, a Betlemme di Giuda, e vi rimase per un certo tempo, per quattro mesi. 3 Suo marito si mosse e andò da lei, per parlare al suo cuore e farla tornare. Aveva preso con sé il suo servo e due asini. Ella lo condusse in casa di suo padre; quando il padre della giovane lo vide, gli andò incontro con gioia. 4 Il padre della giovane, suo suocero, lo trattenne ed egli rimase con lui tre giorni; mangiarono e bevvero e passarono la notte in quel luogo.

5 Il quarto giorno si alzarono di buon'ora e il levita si disponeva a partire. Il padre della giovane disse al genero: "Prendi un boccone di pane per ristorarti; poi ve ne andrete". 6 Così sedettero tutti e due insieme, mangiarono e bevvero. Poi il padre della giovane disse al marito: "Accetta di passare qui la notte e il tuo cuore gioisca". 7 Quell'uomo si alzò per andarsene; ma il suocero fece tanta insistenza che accettò di passare la notte in quel luogo. 8 Il quinto giorno egli si alzò di buon'ora per andarsene e il padre della giovane gli disse: "Ristòrati prima". Così indugiarono fino al declinare del giorno e mangiarono insieme.

9 Quando quell'uomo si alzò per andarsene con la sua concubina e con il suo servo, il suocero, il padre della giovane, gli disse: "Ecco, il giorno ora volge a sera: state qui questa notte. Ormai il giorno sta per finire: passa la notte qui e riconfòrtati. Domani vi metterete in viaggio di buon'ora e andrai alla tua tenda". 10 Ma quell'uomo non volle passare la notte in quel luogo; si alzò, partì e giunse di fronte a Gebus, cioè Gerusalemme, con i suoi due asini sellati, la sua concubina e il servo.

11 Quando furono vicino a Gebus, il giorno era molto avanzato e il servo disse al suo padrone: "Vieni, deviamo il cammino verso questa città dei Gebusei e passiamo lì la notte".

12 Il padrone gli rispose: "Non entreremo in una città di stranieri, i cui abitanti non sono Israeliti, ma andremo oltre, fino a Gàbaa". 13 E disse al suo servo: "Vieni, raggiungiamo uno di quei luoghi e passeremo la notte a Gàbaa o a Rama". 14 Così passarono oltre e continuarono il viaggio; il sole tramontava quando si trovarono nei pressi di Gàbaa, che appartiene a Beniamino. 15 Deviarono in quella direzione per passare la notte a Gàbaa. Il levita entrò e si fermò sulla piazza della città; ma nessuno li accolse in casa per la notte.

16 Quand'ecco un vecchio, che tornava la sera dal lavoro nei campi - era un uomo delle montagne di Èfraim, che abitava come forestiero a Gàbaa, mentre la gente del luogo era beniaminita -, 17 alzàti gli occhi, vide quel viandante sulla piazza della città. Il vecchio gli disse: "Dove vai e da dove vieni?".

18 Quegli rispose: "Andiamo da Betlemme di Giuda fino all'estremità delle montagne di Èfraim. Io sono di là ed ero andato a Betlemme di Giuda; ora mi reco alla casa del Signore, ma nessuno mi accoglie sotto il suo tetto. 19 Eppure abbiamo paglia e foraggio per i nostri asini e anche pane e vino per me, per la tua serva e per il giovane che è con i tuoi servi: non ci manca nulla".

20 Il vecchio gli disse: "La pace sia con te! Prendo a mio carico quanto ti occorre; non devi passare la notte sulla piazza". 21 Così lo condusse in casa sua e diede foraggio agli asini; i viandanti si lavarono i piedi, poi mangiarono e bevvero.

22 Mentre si stavano riconfortando, alcuni uomini della città, gente iniqua, circondarono la casa, bussando fortemente alla porta, e dissero al vecchio padrone di casa: "Fa' uscire quell'uomo che è entrato in casa tua, perché vogliamo abusare di lui".

23 Il padrone di casa uscì e disse loro: "No, fratelli miei, non comportatevi male; dal momento che quest'uomo è venuto in casa mia, non dovete commettere quest'infamia! 24 Ecco mia figlia, che è vergine, e la sua concubina: io ve le condurrò fuori, violentatele e fate loro quello che vi pare, ma non commettete contro quell'uomo una simile infamia".

25 Ma quegli uomini non vollero ascoltarlo. Allora il levita afferrò la sua concubina e la portò fuori da loro. Essi la presero e la violentarono tutta la notte fino al mattino; la lasciarono andare allo spuntar dell'alba. 26 Quella donna sul far del mattino venne a cadere all'ingresso della casa dell'uomo presso il quale stava il suo padrone, e là restò finché fu giorno chiaro.

27 Il suo padrone si alzò alla mattina, aprì la porta della casa e uscì per continuare il suo viaggio, ed ecco che la donna, la sua concubina, giaceva distesa all'ingresso della casa, con le mani sulla soglia. 28 Le disse: "Àlzati, dobbiamo partire!". Ma non ebbe risposta. Allora il marito la caricò sull'asino e partì per tornare alla sua abitazione.

29 Come giunse a casa, si munì di un coltello, afferrò la sua concubina e la tagliò, membro per membro, in dodici pezzi; poi li spedì per tutto il territorio d'Israele. 30 Agli uomini che inviava ordinò: "Così direte a ogni uomo d'Israele: "È forse mai accaduta una cosa simile da quando gli Israeliti sono usciti dalla terra d'Egitto fino ad oggi? Pensateci, consultatevi e decidete!"". Quanti vedevano, dicevano: "Non è mai accaduta e non si è mai vista una cosa simile, da quando gli Israeliti sono usciti dalla terra d'Egitto fino ad oggi!".

Commento

Risplendere la luce di Dio

Le spaventose atrocità che ogni giorno vengono commesse nel mondo (omicidi, persecuzioni, decapitazione e crocifissione di vittime innocenti, abusi sui bambini, traffico di esseri umani e diverse forme di schiavitù moderna) rendono il pianeta su cui viviamo un luogo oscuro. Ma pur in questa oscurità non siamo senza speranza. Con Dio, la luce può salvarci dalle tenebre.

Israele si trova in un periodo buio della sua storia. Il popolo avrebbe dovuto camminare in stretta relazione con Dio, con lui Re, sotto il suo governo e regno. Se avessero vissuto così, non avrebbero avuto bisogno di un re umano.

Ora invece vivono in un periodo terribile. Non sono più sotto la regalità del Signore e non non hanno neppure un re umano in grado di mantenere l'ordine e di porre fine al caos.

Sono giorni di desolazione: "Allora non c'era un re in Israele" (18,1; 19,1). Si dedicano al culto degli idoli (capitolo 18). Qui leggiamo un resoconto terribile e angosciante degli eccessi malvagi di una terra senza legge. Una donna viene brutalmente uccisa e fatta a pezzi. Le persone che assistono alla tragedia dicono: "Non è mai accaduta e non si è mai vista una cosa simile, da quando gli Israeliti sono usciti dalla terra d'Egitto fino ad oggi!" (19,30) Per Israele è un tempo di buio totale, di vita senza Dio.

Un'atrocità terribile, purtroppo non nuova e non unica nella storia del mondo. Quando una società rifiuta Dio e le sue leggi, possono accadere atrocità spaventose: a volte si cade nel caos totale.

Il tenente generale Romeo Dallaire prese parte alla missione ONU in Ruanda nel 1994. Testimone del genocidio, gli fu chiesto come potesse ancora credere in Dio. Rispose: "So che c'è un Dio perché in Ruanda ho stretto la mano al diavolo. L'ho visto, l'ho annusato e l'ho toccato. So che il diavolo esiste e quindi so che c'è un Dio".

Nel linguaggio biblico, le "tenebre" non sono solo la notte, ma anche le forze del male che possono sedurci e allontanarci dal camminare nella giusta direzione, verso la luce della vita. Gesù è colui che porta la luce in questo mondo oscuro.

Con un'affermazione sconcertante, Gesù si pone al posto di Dio. Dice di essere "la luce del mondo" (Giovanni 8,12). Un mondo senza Dio è un mondo di tenebre. Eppure Gesù ha detto: "Chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita" (v.12).

Quando ritorniamo a Gesù, passiamo da una vita al buio senza Dio ad una vita luminosa con lui. Gesù ci conduce fuori da quelle tenebre, dai conflitti e dalla morte per portarci nella luce della vita e dell'amore. Dona significato e direzione alla nostra vita. Quando viviamo con Dio, cercando di compiacergli, insieme ad altri credenti incarniamo quella "luce di vita" e portiamo luce nel nostro mondo oscuro.

Nel mondo intorno a noi, possiamo davvero fare la differenza. La tua vita, in Cristo, può brillare come luce nel buio spirituale del mondo che ti circonda. Martin Luther King ha detto: "Le tenebre non possono scacciare le tenebre, solo la luce può farlo. L'odio non può scacciare l'odio, solo l'amore può farlo".

Preghiera

Signore, aiutaci ad essere una comunità che porta la tua luce in un mondo oscuro. Aiutaci come singoli e come Chiesa a vivere con te, a compiacerti e a portare la luce della vita, dell'amore e della gioia a coloro che incontreremo oggi.

La moglie di Nicky dice

Giudici 19

Sono inorridita dal modo in cui le donne venivano trattate nell'Antico Testamento (e lo sono ancora oggi in alcune parti del mondo). Per fortuna, Gesù ha restituito alle donne la loro dignità e ha infranto le barriere di genere dell'epoca.

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Riferimenti

Salvo diversa indicazione, le citazioni delle Scritture sono tratte dalla Sacra Bibbia Italiana Cattolica, testo CEI 2008 a cura della Conferenza Episcopale Italiana. Utilizzata con permesso.

Copyright © 2008 — 2019 Diritti d'autore riservati su testo e commento Fondazione di Religione Santi Francesco d’Assisi e Caterina da Siena.

Per ulteriori approfondimenti e/o proseguimento della lettura della Bibbia si rimanda al sito ufficiale BibbiaEdu nonché all’app La Sacra Bibbia.

Martin Luther King Jr, Strength to Love (Fortress Press, 2010 gift edition), p.47

Romeo Dallaire, Shake Hands with the Devil: The Failure of Humanity in Rwanda (Random House 2003), Preface xviii.

Le citazioni della Scrittura indicate con (MSG, AMP, NIVUK, NKJV, NLT, ecc.) riportano comunque il testo CEI®.

Indicano i testi qui di seguito elencati a cui si rimanda per ulteriori approfondimenti.

NIV - New International Version Anglicised - Copyright © 1979, 1984, 2011 Biblica, già International Bible Society
MSG - The Message - Copyright © 1993, 1994, 1995, 1996, 2000, 2001, 2002.
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