Giorno 14

Rilassati e lascia fare a Dio

Sapienziali Salmi 9,8-13
Nuovo Testamento Matteo 11,16-30
Antico Testamento Genesi 29,1-30,43

Introduzione

In un tweet, Joyce Meyer una volta ha detto: "Rilassati e lascia fare a Dio". È di grande conforto sapere che c’è un Dio, e che ha il pieno controllo di tutto ciò che succede.

Di fronte ad alcune tragedie della vita o quando le cose non vanno per il verso giusto, il vescovo Sandy Millar è solito dire: "Il Signore regna".

Sia Joyce Meyer che Sandy Miller esprimono, in maniera diversa, l'assoluta fiducia nella sovranità di Dio. Nella Bibbia, Dio è chiamato con diversi nomi. Uno di questi è: Signore dei Signori.

Ma se Dio è Signore ed ha il controllo di tutto, cosa significa? Che noi non abbiamo più alcuna responsabilità e possiamo smettere di esercitare il nostro libero arbitrio? Ovviamente no. La Bibbia insegna che la sovranità ultima di Dio coesiste con la responsabilità umana ed il libero arbitrio.

Sapienziali

Salmi 9,8-13

 8 Ma il Signore siede in eterno,
  stabilisce il suo trono per il giudizio:

 9 governerà il mondo con giustizia,
  giudicherà i popoli con rettitudine.

 10 Il Signore sarà un rifugio per l'oppresso,
  un rifugio nei momenti di angoscia.

 11 Confidino in te quanti conoscono il tuo nome,
  perché tu non abbandoni chi ti cerca, Signore.

 12 Cantate inni al Signore, che abita in Sion,
  narrate le sue imprese tra i popoli,

 13 perché egli chiede conto del sangue versato,
  se ne ricorda, non dimentica il grido dei poveri.

Commento

Confidare nel Signore che regna

Dio regna sull'universo. È lui che ne ha il controllo: "Il Signore siede in eterno" (v.8). Dio "governerà il mondo con giustizia, giudicherà i popoli con rettitudine" (v.9, AMP). Sapere questo è di enorme conforto. Nel corso della vita, capita di non capire perché Dio permetta che accadano cose terribili.

Avere fiducia in Dio e nella sua sovranità è importante. Ci aiuta a credere che non ci abbandonerà mai: "Confidino in te quanti conoscono il tuo nome, perché tu non abbandoni chi ti cerca, Signore" (v.11, AMP).

Per questo non dovremmo mai smettere di:

  1. Lodarlo

    "Cantate inni al Signore" (v.12a).

  2. Annunciarlo

    "Narrate le sue imprese tra i popoli" (v.12b).

  3. Pregarlo

    "Il Signore sarà un rifugio per l'oppresso, un rifugio nei momenti di angoscia" (v.10). "Non dimentica il grido dei poveri" (v.13b).

Preghiera

Signore, grazie perché non dimentichi il mio grido e posso confidare in te. Ti ringrazio perché posso rilassarmi e lasciare fare a te.

Nuovo Testamento

Matteo 11,16-30

16 A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano:

 17 "Vi abbiamo suonato il flauto
  e non avete ballato,
 abbiamo cantato un lamento
  e non vi siete battuti il petto!"

18 È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: È indemoniato. 19 È venuto il Figlio dell'uomo, che mangia e beve, e dicono: "Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori". Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie".

Corazìn e Betsàida

20 Allora si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: 21 "Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidone fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. 22 Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi. 23 E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! 24 Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!"

Il Padre rivelato nel Figlio

25 In quel tempo Gesù disse: "Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. 26 Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza.

27 Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.

28 Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. 29 Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. 30 Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero".

Commento

Accogliere l'invito a camminare con Gesù

L'insegnamento che Gesù ci offre è affascinante. Nella prima parte del brano sembra dirci: non puoi farcela, non puoi vincere. Da un lato, abbiamo Giovanni Battista, prima considerato un asceta e poi accusato di essere indemoniato. Dall'altro lo stesso Gesù, prima accusato di andare alle feste di tutti, di fare amicizia con personaggi poco raccomandabili, poi di essere “un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori" (v.19).

Non c’è nulla da fare, ogni cosa che fai può essere fraintesa. Ma Gesù aggiunge: "La sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie" (v.19). Un incoraggiamento, a mio giudizio, a fare tutto ciò che possiamo e che riteniamo giusto, senza bloccarci di fronte a ciò che pensano gli altri.

Gesù denuncia le città in cui ha compiuto miracoli e dove la gente non si è né pentita né ha creduto. Afferma che il loro peccato è peggiore di quello di Sodoma (v.24). Il peccato di incredulità è quindi grave, e forse il più grave di tutti.

Dall’insegnamento di Gesù, emerge chiaro il suo pensiero riguardo alla predestinazione (Dio ha già determinato tutto ciò che accadrà) ed il libero arbitrio. Insegna entrambe le cose, come una a fianco all’altra. Sembra un paradosso, ma le due cose, apparentemente in contrasto, sono in realtà vere entrambe.

Gesù ci dice che siamo 100% predestinati e 100% liberi. Ci dice che Dio è in grado di trascendere la libertà umana senza per questo distorcerla o comprimerla. Un paradosso simile a quello dell’incarnazione, secondo il quale Gesù è 100% Dio e 100% uomo, pienamente Dio e pienamente umano.

  • Predestinazione

    "Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo" (v.27).

    Perché Dio scelga di rivelarsi ad alcuni e non ad altri è un mistero. Di sicuro non è una questione di sapienza o cultura. Ci sono persone oggi che sono sapienti e piene di cultura ma che non riescono a comprendere le parole di Gesù: "Hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli" (v.25). Ci sono altre invece con poca o nessuna istruzione o molto giovani (anche bambini piccoli, v.25) ma che accolgono e comprendono appieno le parole di Gesù: "…e le hai rivelate ai piccoli" (v.25, MSG).

  • Libero arbitrio

    Gesù dice: "Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi darò ristoro" (v.28). L'invito ad andare da Gesù è per tutti, nessuno escluso. Siamo tutti invitati. Abbiamo tutti la possibilità di scegliere se accettare l'invito o rifiutarlo.

\t Ma come è possibile tutto questo? Immagina una sala con una grande porta ad arco e con delle parole incise sull’arco, all’esterno e all’interno. All'esterno: "Venite a me, voi tutti..." (v.28). Tutti sono invitati nella stanza. E all’interno: "Nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo" (v.27b).

Il libero arbitrio è per tutti. Nessuno può dire: non sono cristiano perché non sono stato scelto. Ognuno può entrare perché ognuno è invitato. La predestinazione è una certezza per coloro che sono cristiani. Una volta che accettiamo l'invito ed entriamo, possiamo sapere che Dio ci ha scelto e che quindi non rinuncerà a noi.

Amo il fatto che in un mondo in cui tanti si sentono "stanchi e oppressi", Gesù promette riposo. Si offre di prendere i miei fardelli e tuoi fardelli e di sostituirli con i suoi.

Il giogo (qualcosa che sicuramente Gesù ha realizzato nella bottega di Giuseppe suo padre) è un telaio di legno che unisce due animali (di solito buoi) al collo, permettendo loro di tirare insieme un aratro o un carro. La funzione del giogo è facilitare il trasporto dei pesi. Amo questa immagine di camminare pari passo con Gesù, condividere i nostri pesi con lui, semplificare ed alleggerire le prove da sopportare e le battaglie da affrontare.

Gesù non è un despota. Quando cerchi di seguire il suo progetto per la tua vita, lui ti aiuta e rende il tuo fardello meno pesante, meno tagliente o pressante, più "dolce" e "leggero" (v.30, AMP). Quando fai ciò che Gesù ti chiede di fare, lui ti dà la forza e la saggezza per farlo e ti aiuta a portare il tuo fardello. Ci saranno ovviamente sfide e difficoltà, ma anche dolcezza e conforto.

Gesù dice: "Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita" (vv.28-29, MSG). Rilassati e lascia fare a Dio.

Preghiera

Signore, grazie perché non dimentichi il mio grido e posso confidare in te. Ti ringrazio perché posso rilassarmi e lasciare fare a te.

Antico Testamento

Genesi 29,1-30,43

Giacobbe arriva nel territorio degli orientali

29 Giacobbe si mise in cammino e andò nel territorio degli orientali. 2 Vide nella campagna un pozzo e tre greggi di piccolo bestiame distese vicino, perché a quel pozzo si abbeveravano le greggi. Sulla bocca del pozzo c'era una grande pietra: 3 solo quando tutte le greggi si erano radunate là, i pastori facevano rotolare la pietra dalla bocca del pozzo e abbeveravano il bestiame; poi rimettevano la pietra al suo posto sulla bocca del pozzo.

4 Giacobbe disse loro: "Fratelli miei, di dove siete?"

Risposero: "Siamo di Carran".

5 Disse loro: "Conoscete Làbano, figlio di Nacor?"

Risposero: "Lo conosciamo".

6 Poi domandò: "Sta bene?"

Risposero: "Sì; ecco sua figlia Rachele che viene con il gregge".

7 Riprese: "Eccoci ancora in pieno giorno: non è tempo di radunare il bestiame. Date da bere al bestiame e andate a pascolare!"

8 Ed essi risposero: "Non possiamo, finché non si siano radunate tutte le greggi e si rotoli la pietra dalla bocca del pozzo; allora faremo bere il gregge".

9 Egli stava ancora parlando con loro, quando arrivò Rachele con il bestiame del padre; era infatti una pastorella. 10 Quando Giacobbe vide Rachele, figlia di Làbano, fratello di sua madre, insieme con il bestiame di Làbano, fratello di sua madre, Giacobbe, fattosi avanti, fece rotolare la pietra dalla bocca del pozzo e fece bere le pecore di Làbano, fratello di sua madre. 11 Poi Giacobbe baciò Rachele e pianse ad alta voce. 12 Giacobbe rivelò a Rachele che egli era parente del padre di lei, perché figlio di Rebecca. Allora ella corse a riferirlo al padre.

13 Quando Làbano seppe che era Giacobbe, il figlio di sua sorella, gli corse incontro, lo abbracciò, lo baciò e lo condusse nella sua casa. Ed egli raccontò a Làbano tutte queste vicende. 14 Allora Làbano gli disse: "Davvero tu sei mio osso e mia carne!"

Matrimonio di Giacobbe con Lia e Rachele

Così restò presso di lui per un mese. 15 Poi Làbano disse a Giacobbe: "Poiché sei mio parente, dovrai forse prestarmi servizio gratuitamente? Indicami quale deve essere il tuo salario".

16 Ora Làbano aveva due figlie; la maggiore si chiamava Lia e la più piccola si chiamava Rachele. 17 Lia aveva gli occhi smorti, mentre Rachele era bella di forme e avvenente di aspetto, 18 perciò Giacobbe s'innamorò di Rachele. Disse dunque: "Io ti servirò sette anni per Rachele, tua figlia minore".

19 Rispose Làbano: "Preferisco darla a te piuttosto che a un estraneo. Rimani con me". 20 Così Giacobbe servì sette anni per Rachele: gli sembrarono pochi giorni, tanto era il suo amore per lei.

21 Poi Giacobbe disse a Làbano: "Dammi la mia sposa, perché i giorni sono terminati e voglio unirmi a lei".

22 Allora Làbano radunò tutti gli uomini del luogo e diede un banchetto. 23 Ma quando fu sera, egli prese la figlia Lia e la condusse da lui ed egli si unì a lei. 24 Làbano diede come schiava, alla figlia Lia, la sua schiava Zilpa.

25 Quando fu mattina... ecco, era Lia! Allora Giacobbe disse a Làbano: "Che cosa mi hai fatto? Non sono stato al tuo servizio per Rachele? Perché mi hai ingannato?"

26 Rispose Làbano: "Non si usa far così dalle nostre parti, non si dà in sposa la figlia più piccola prima della primogenita. 27 Finisci questa settimana nuziale, poi ti darò anche l'altra per il servizio che tu presterai presso di me per altri sette anni".

28 E così fece Giacobbe: terminò la settimana nuziale e allora Làbano gli diede in moglie la figlia Rachele. 29 Làbano diede come schiava, alla figlia Rachele, la sua schiava Bila. 30 Giacobbe si unì anche a Rachele e amò Rachele più di Lia. Fu ancora al servizio di lui per altri sette anni.

I figli di Giacobbe

31 Ora il Signore, vedendo che Lia veniva trascurata, la rese feconda, mentre Rachele rimaneva sterile. 32 Così Lia concepì e partorì un figlio e lo chiamò Ruben, perché disse: "Il Signore ha visto la mia umiliazione; certo, ora mio marito mi amerà".

33 Concepì ancora e partorì un figlio, e disse: "Il Signore ha udito che io ero trascurata e mi ha dato anche questo". E lo chiamò Simeone.

34 Concepì ancora e partorì un figlio, e disse: "Questa volta mio marito mi si affezionerà, perché gli ho partorito tre figli". Per questo lo chiamò Levi.

35 Concepì ancora e partorì un figlio, e disse: "Questa volta loderò il Signore". Per questo lo chiamò Giuda. E cessò di avere figli.

30 Rachele, vedendo che non le era concesso di dare figli a Giacobbe, divenne gelosa della sorella e disse a Giacobbe: "Dammi dei figli, se no io muoio!"

2 Giacobbe s'irritò contro Rachele e disse: "Tengo forse io il posto di Dio, il quale ti ha negato il frutto del grembo?"

3 Allora ella rispose: "Ecco la mia serva Bila: unisciti a lei, partorisca sulle mie ginocchia cosicché, per mezzo di lei, abbia anch'io una mia prole".

4 Così ella gli diede in moglie la propria schiava Bila e Giacobbe si unì a lei. 5 Bila concepì e partorì a Giacobbe un figlio. 6 Rachele disse: "Dio mi ha fatto giustizia e ha anche ascoltato la mia voce, dandomi un figlio". Per questo ella lo chiamò Dan.

7 Bila, la schiava di Rachele, concepì ancora e partorì a Giacobbe un secondo figlio. 8 Rachele disse: "Ho sostenuto contro mia sorella lotte tremende e ho vinto!". E lo chiamò Nèftali.

9 Allora Lia, vedendo che aveva cessato di aver figli, prese la propria schiava Zilpa e la diede in moglie a Giacobbe. 10 Zilpa, la schiava di Lia, partorì a Giacobbe un figlio. 11 Lia esclamò: "Per fortuna!" e lo chiamò Gad.

12 Zilpa, la schiava di Lia, partorì un secondo figlio a Giacobbe. 13 Lia disse: "Per mia felicità! Certamente le donne mi chiameranno beata". E lo chiamò Aser.

14 Al tempo della mietitura del grano, Ruben uscì e trovò delle mandragore, che portò alla madre Lia. Rachele disse a Lia: "Dammi un po' delle mandragore di tuo figlio".

15 Ma Lia rispose: "Ti sembra poco avermi portato via il marito, perché ora tu voglia portare via anche le mandragore di mio figlio?"

Riprese Rachele: "Ebbene, Giacobbe si corichi pure con te questa notte, ma dammi in cambio le mandragore di tuo figlio".

16 La sera, quando Giacobbe arrivò dalla campagna, Lia gli uscì incontro e gli disse: "Da me devi venire, perché io ho pagato il diritto di averti con le mandragore di mio figlio". Così egli si coricò con lei quella notte.

17 Il Signore esaudì Lia, la quale concepì e partorì a Giacobbe un quinto figlio. 18 Lia disse: "Dio mi ha dato il mio salario, perché ho dato la mia schiava a mio marito". E lo chiamò Ìssacar.

19 Lia concepì e partorì ancora un sesto figlio a Giacobbe. 20 Lia disse: "Dio mi ha fatto un bel regalo: questa volta mio marito mi preferirà, perché gli ho partorito sei figli". E lo chiamò Zàbulon.

21 In seguito partorì una figlia e la chiamò Dina.

22 Dio si ricordò anche di Rachele; Dio la esaudì e la rese feconda. 23 Ella concepì e partorì un figlio e disse: "Dio ha tolto il mio disonore". 24 E lo chiamò Giuseppe, dicendo: "Il Signore mi aggiunga un altro figlio!"

Giacobbe si arricchisce

25 Dopo che Rachele ebbe partorito Giuseppe, Giacobbe disse a Làbano: "Lasciami andare e tornare a casa mia, nella mia terra. 26 Dammi le mogli, per le quali ti ho servito, e i miei bambini, perché possa partire: tu conosci il servizio che ti ho prestato".

27 Gli disse Làbano: "Se ho trovato grazia ai tuoi occhi... Per divinazione ho saputo che il Signore mi ha benedetto per causa tua". 28 E aggiunse: "Fissami il tuo salario e te lo darò".

29 Gli rispose: "Tu stesso sai come ti ho servito e quanto sono cresciuti i tuoi averi per opera mia. 30 Perché il poco che avevi prima della mia venuta è aumentato oltre misura, e il Signore ti ha benedetto sui miei passi. Ma ora, quando lavorerò anch'io per la mia casa?"

31 Riprese Làbano: "Che cosa ti devo dare?"

Giacobbe rispose: "Non mi devi nulla; se tu farai per me quanto ti dico, ritornerò a pascolare il tuo gregge e a custodirlo. 32 Oggi passerò fra tutto il tuo bestiame; tu metti da parte ogni capo di colore scuro tra le pecore e ogni capo chiazzato e punteggiato tra le capre: sarà il mio salario. 33 In futuro la mia stessa onestà risponderà per me; quando verrai a verificare il mio salario, ogni capo che non sarà punteggiato o chiazzato tra le capre e di colore scuro tra le pecore, se si troverà presso di me sarà come rubato".

34 Làbano disse: "Bene, sia come tu hai detto!" 35 In quel giorno mise da parte i capri striati e chiazzati e tutte le capre punteggiate e chiazzate, ogni capo che aveva del bianco, e ogni capo di colore scuro tra le pecore. Li affidò ai suoi figli 36 e stabilì una distanza di tre giorni di cammino tra sé e Giacobbe, mentre Giacobbe pascolava l'altro bestiame di Làbano.

37 Ma Giacobbe prese rami freschi di pioppo, di mandorlo e di platano, ne intagliò la corteccia a strisce bianche, mettendo a nudo il bianco dei rami. 38 Mise i rami così scortecciati nei canaletti agli abbeveratoi dell'acqua, dove veniva a bere il bestiame, bene in vista per le bestie che andavano in calore quando venivano a bere. 39 Così le bestie andarono in calore di fronte ai rami e le capre figliarono capretti striati, punteggiati e chiazzati. 40 Quanto alle pecore, Giacobbe le separò e fece sì che le bestie avessero davanti a loro gli animali striati e tutti quelli di colore scuro del gregge di Làbano. E i branchi che si era così formato per sé, non li mise insieme al gregge di Làbano. 41 Ogni qualvolta andavano in calore bestie robuste, Giacobbe metteva i rami nei canaletti in vista delle bestie, per farle concepire davanti ai rami. 42 Quando invece le bestie erano deboli, non li metteva. Così i capi di bestiame deboli erano per Làbano e quelli robusti per Giacobbe. 43 Egli si arricchì oltre misura e possedette greggi in grande quantità, schiave e schiavi, cammelli e asini.

Commento

Come Dio realizza i suoi obiettivi

Nonostante le nostre fragilità ed il nostro peccato, Dio realizza sempre i suoi obiettivi. Giacobbe, ad esempio, è un ingannatore. Inganna Labano, è a sua volta ingannato (29,25b) e poi continua ad ingannare (30,37-43). Si raccoglie ciò che si semina. Il suo è uno straordinario racconto di inganno, infedeltà e slealtà.

Eppure, in tutto questo, Dio realizza i suoi obiettivi per tutte le persone coinvolte in questa storia e per tutto il suo popolo. E tutto in vista della nascita di suo figlio Gesù.

Anche la nascita dei figli di Giacobbe (29,31-30,21) è avvolta nel peccato e nel fallimento. Eppure, attraverso tutto questo, Dio realizza i suoi obiettivi per le dodici tribù d'Israele. Alla fine, la preghiera di Rachele viene esaudita con la nascita di Giuseppe (30,22).

Dio stava guidando la loro vita. E se ha guidato la vita di Giacobbe, può guidare anche la tua, perché: "Tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio, per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno" (Romani 8,28). Quindi rilassati e lascia fare a Dio.

Preghiera

Signore, grazie perché usi anche le persone più deboli, vulnerabili e peccatrici come me. Grazie perché anche se mi ami così come sono, non ti accontenti e vuoi aiutarmi a crescere sempre di più. Aiutami a prendere con coraggio le mie responsabilità e decisioni e a confidare nella tua sovranità.

La moglie di Nicky dice

Genesi 29-30

Amo leggere questi capitoli della Genesi. Trovo questa storia molto più avvincente di una serie Netflix. Continuo a chiedermi: e poi cosa accadrà?

È interessante notare che Sara, Rebecca e Rachele abbiano avuto difficoltà ad avere figli (non è un problema solo di oggi). Tuttavia, tutti i bambini poi nati si sono rivelati estremamente importanti nel piano di Dio per il popolo di Israele. Dio stava aspettando il momento giusto o stava in un certo senso preparando i genitori?

Sembra che la maggior parte dei figli di Giacobbe sia nata dalla rivalità e dalla gelosia tra fratelli. Eppure Dio non si è arreso ed è riuscito comunque a realizzare i suoi obiettivi per la vita di ognuno di loro.

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Riferimenti

Salvo diversa indicazione, le citazioni delle Scritture sono tratte dalla Sacra Bibbia Italiana Cattolica, testo CEI 2008 a cura della Conferenza Episcopale Italiana. Utilizzata con permesso.

Copyright © 2008 — 2019 Diritti d'autore riservati su testo e commento Fondazione di Religione Santi Francesco d’Assisi e Caterina da Siena.

Le citazioni della Scrittura indicate con (MSG, AMP, NIVUK, NKJV, NLT, ecc.) riportano comunque il testo CEI®. Indicano i testi qui di seguito elencati a cui si rimanda per ulteriori approfondimenti.

NIV - New International Version Anglicised - Copyright © 1979, 1984, 2011 Biblica, già International Bible Society
MSG - The Message - Copyright © 1993, 1994, 1995, 1996, 2000, 2001, 2002.
AMP - Amplified® Bible, Copyright © 1954, 1958, 1962, 1964, 1965, 1987 - Casa Editrice The Lockman Foundation NKJV - New King James Version®. Copyright © 1982 - Casa Editrice Thomas Nelson NLT - New Living Translation - Copyright © 1996, 2004, 2015, 2017 - Casa Editrice Tyndale House Fondation

@Joyce Meyer, ‘Just Relax and Let God Be God’, https://twitter.com/joycemeyer/status/286320915329994752 \[Last accessed December 2015\]

Joyce Meyer, Everyday Life Bible, (Faithwords, 20183) p.1507

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