La forza dell'unità
Introduzione
Durante il regime nazista, il campo di concentramento di Buchenwald fu luogo di sofferenza e morte per circa 56.000 persone. La colpa di queste persone era di essere cristiane, una minaccia per il nazismo e i suoi ideali. Uno dei blocchi del campo venne riservato ai prigionieri ritenuti più pericolosi o degni di nota. Paul Schneider, un pastore luterano conosciuto come "il predicatore di Buchenwald", fu rinchiuso in questo blocco speciale perché dalla piccola finestra della sua cella non smetteva di annunciare ad alta voce il vangelo di Gesù Cristo, sfidando così gli ordini delle guardie della Gestapo.
Otto Neururer, un sacerdote cattolico, il cui lavoro a favore degli ebrei e dei cosiddetti "indesiderabili" lo avevano reso una minaccia per i signori della guerra nazista, fu anche lui rinchiuso in questo blocco. Da quel luogo, servì nel nome di Gesù tutti i suoi compagni di prigionia, fino al giorno in cui fu ucciso per crocifissione a testa in giù.
Questi due uomini, uno cattolico e l'altro protestante, sono stati e lo sono oggi testimonianza dell'unico Signore Gesù Cristo. Un'immagine, questa, della forza dell'unità.
Salmi 68,8-15
8 O Dio, quando uscivi davanti al tuo popolo,
quando camminavi per il deserto,
9 tremò la terra, i cieli stillarono
davanti a Dio, quello del Sinai,
davanti a Dio, il Dio d'Israele.
10 Pioggia abbondante hai riversato, o Dio,
la tua esausta eredità tu hai consolidato
11 e in essa ha abitato il tuo popolo, in quella che,
nella tua bontà, hai reso sicura per il povero, o Dio.
12 Il Signore annuncia una notizia,
grande schiera sono le messaggere di vittoria:
13 "Fuggono, fuggono i re degli eserciti!
Nel campo, presso la casa, ci si divide la preda.
14 Non restate a dormire nei recinti!
Splendono d'argento le ali della colomba,
di riflessi d'oro le sue piume".
15 Quando l'Onnipotente là disperdeva i re,
allora nevicava sul Salmon.
Commento
Il popolo e la terra
Davide riflette sulle vicende dell'Esodo, del Monte Sinai e sulla conquista della terra di Canaan. Quegli avvenimenti furono tra i più salienti nella storia del popolo di Dio, in tempi in cui il popolo era veramente unito.
Questo passo della Bibbia rivela pienamente quale sia la sorgente della benedizione data al popolo di Dio e della sua unità: quella sorgente è Dio. Si tratta di un salmo di ringraziamento e di lode a Dio per tutto ciò che ha operato. Il salmo celebra la signoria di Dio (v.8), la sua potenza e la sua sovrabbondante generosità (vv.9-10), la sua giustizia (v.11) e le sue vittorie (vv.12-15).
Dio guida il suo popolo nella terra promessa. Eppure oggi, proprio in quella stessa terra, l'unità del popolo è messa a dura prova. La ricerca della pace in Medio Oriente rimane una delle maggiori sfide nel mondo di oggi.
Preghiera
Signore, grazie per il tuo amore verso tutti. Prego per la pace e l'unità nei paesi del Medio Oriente dilaniati dalla guerra. Grazie perché sei sorgente e fondamento dell'unità.
Giovanni 17,6-26
Preghiera di Gesù per i discepoli
6 Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola. 7 Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, 8 perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato. 9 Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi. 10 Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie, e io sono glorificato in loro. 11 Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi. 12 Quand'ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura.
13 Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. 14 Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. 15 Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. 16 Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. 17 Consacrali nella verità. La tua parola è verità. 18 Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; 19 per loro io consacro me stesso, perché siano anch'essi consacrati nella verità.
Gesù prega per tutti i credenti
20 Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: 21 perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. 22 E la gloria che tu hai dato a me, io l'ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. 23 Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me.
24 Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch'essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo.
25 Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. 26 E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l'amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro".
Commento
La Chiesa e il mondo
Nel Vangelo troviamo spesso accenni su come Gesù pregava. Ma per cosa Gesù pregava? Quali erano le sue priorità di preghiera? In questa grande preghiera di Gesù, poco prima di affrontare la croce, scopriamo le sue priorità nella preghiera.
Gesù prega non solo per i suoi discepoli, ma anche per quelli che crederanno in lui in futuro. Prega anche per la Chiesa intera, e quindi anche per me e per te (v.20).
In questa preghiera prevale il tema dell'unione. Gesù non prega soltanto per l'unità tra i suoi discepoli (v.11), ma anche per la Chiesa (v.20). Prega per un'unità come quella che unisce la Trinità: "Perché siano una cosa sola, come noi" (v.11).
Il motivo dell'unità è il grande mandato di Gesù
Gesù prega per l'unità perché il mondo creda (v.23) e conosca l'unità con Dio (vv.21.24). La divisione nella Chiesa è uno dei più grandi ostacoli alla fede. In politica, ogni volta che un partito si divide, perde popolarità. Questo accade nel mondo laico e ancora di più nella Chiesa. Gesù dice che ha protetto i suoi discepoli tenendoli al sicuro affinché siano una cosa sola (v.12). Ora prega che vengano custoditi “dal Maligno" (v.15) il quale cercherà di dividerli.Quando le chiese combattono tra loro, le persone perdono interesse. Viceversa, quando le chiese lavorano unite sono molto attraenti. È la fonte della gioia. I seguaci di Gesù non dovrebbero essere infelici. Gesù prega "perché abbiamo in se stessi la pienezza della mia gioia" (v.13). La gioia viene dall'unità. La divisione è un ladro della gioia. L'unità è forza.
La via dell'unità è lo Spirito Santo di Gesù
Gesù prega per la tua santità. Gesù recita: "Consacrali nella verità. La tua parola è verità" (v.17). Santità deriva da verità. La verità si trova nella parola di Dio. Ecco perché è così importante immergersi nella parola di Dio.La santità viene quando accogli l'unico Santo, lo Spirito di Verità, che viene a dimorare dentro di te.
Gesù prega "perché sia in essi e io in loro" (v.26). Questa è la più straordinaria verità del Nuovo Testamento, che Gesù viene a vivere in te attraverso lo Spirito Santo. Lo stesso Spirito vive in tutti i cristiani di qualsiasi chiesa o denominazione. Lo Spirito Santo ci unisce.
Il simbolo dell'unità è l'amore di Gesù
Gesù prega: "Perchè l'amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro" (v.26). Quale amore più grande puoi avere dell'amore che Dio Padre ha per Gesù suo Figlio? La preghiera di Gesù è per te. Prega perché tu abbia nel cuore lo stesso amore che Dio Padre ha per Gesù, per gli altri cristiani, per le altre parti del corpo di Cristo.La misura dell'unità è la visibilità di Gesù
A volte le persone parlano di "unità invisibile". Ma Gesù non prega per l'unità invisibile. Né perché diventiamo "quasi uniti". Prega affinché possiamo essere "perfetti nell'unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato" (v.23). Vuole che la Chiesa sia completamente e visibilmente unita.Un giorno tutto questo avverrà (vedi Efesini 1,9-11). Nel frattempo, mentre costruiamo ponti, lavoriamo insieme e ci incontriamo con altri cristiani provenienti dalle diverse parti della Chiesa. Cuori e menti legate in comunione con Gesù, in modo visibile, come a Buchenwald. Segni visibili di una nostra unità invisibile.
Preghiera
Signore, grazie per il modo attraverso il quale lo Spirito Santo ci avvicina gli uni agli altri. Fa che possiamo vedere segni crescenti di unità visibile affinché il mondo creda.
1 Samuele 19,1-20,42
Saul tenta di uccidere Davide
19Saul comunicò a Giònata, suo figlio, e ai suoi ministri di voler uccidere Davide. Ma Giònata, figlio di Saul, nutriva grande affetto per Davide. 2 Giònata informò Davide dicendo: "Saul, mio padre, cerca di ucciderti. Sta' in guardia domani, sta' al riparo e nasconditi. 3 Io uscirò e starò al fianco di mio padre nella campagna dove sarai tu e parlerò in tuo favore a mio padre. Ciò che vedrò te lo farò sapere".
4 Giònata parlò dunque a Saul, suo padre, in favore di Davide e gli disse: "Non pecchi il re contro il suo servo, contro Davide, che non ha peccato contro di te, che anzi ha fatto cose belle per te. 5 Egli ha esposto la vita, quando abbatté il Filisteo, e il Signore ha concesso una grande salvezza a tutto Israele. Hai visto e hai gioito. Dunque, perché pecchi contro un innocente, uccidendo Davide senza motivo?".
6 Saul ascoltò la voce di Giònata e giurò: "Per la vita del Signore, non morirà!".
7 Giònata chiamò Davide e gli riferì questo colloquio. Poi Giònata introdusse presso Saul Davide, che rimase alla sua presenza come prima.
8 Ci fu di nuovo la guerra e Davide uscì a combattere i Filistei e inflisse loro una grande sconfitta, così che si dettero alla fuga davanti a lui.
9 Ma un cattivo spirito del Signore fu su Saul. Egli stava in casa e teneva in mano la lancia, mentre Davide suonava la cetra. 10 Saul tentò di inchiodare Davide con la lancia nel muro. Ma Davide si scansò da Saul, che infisse la lancia nel muro. Davide fuggì e quella notte si salvò.
11 Saul mandò messaggeri alla casa di Davide per sorvegliarlo e ucciderlo il mattino dopo. Mical, sua moglie, avvertì Davide dicendo: "Se non metti in salvo la tua vita questa notte, domani sarai ucciso". 12 Mical calò Davide dalla finestra e quegli partì di corsa e si salvò. 13 Mical prese allora i terafìm e li pose sul letto. Mise dalla parte del capo un tessuto di pelo di capra e li coprì con una coltre.
14 Saul mandò dunque messaggeri a prendere Davide, ma ella disse: "È malato".
15 Saul rimandò i messaggeri a vedere Davide dicendo: "Portatelo qui da me nel suo letto, perché lo faccia morire". 16 Tornarono i messaggeri, ed ecco che sul letto c'erano i terafìm e il tessuto di pelo di capra dalla parte del capo.
17 Saul disse a Mical: "Perché mi hai ingannato a questo modo e hai permesso al mio nemico di salvarsi?".
Rispose Mical a Saul: "Egli mi ha detto: "Lasciami andare, altrimenti ti uccido"".
18 Davide dunque fuggì e si salvò. Andò da Samuele a Rama e gli narrò quanto gli aveva fatto Saul; poi Davide e Samuele andarono ad abitare a Naiot. 19 La cosa fu riferita a Saul: "Ecco, Davide sta a Naiot di Rama". 20 Allora Saul spedì messaggeri a catturare Davide, ma quando videro profetare la comunità dei profeti, mentre Samuele stava in piedi alla loro testa, lo spirito di Dio fu sui messaggeri di Saul e anch'essi fecero i profeti. 21 Annunciarono a Saul questa cosa ed egli spedì altri messaggeri, ma anch'essi fecero i profeti. Saul mandò di nuovo messaggeri per la terza volta, ma anch'essi fecero i profeti. 22 Allora venne egli stesso a Rama e si portò alla grande cisterna che si trova a Secu e domandò: "Dove sono Samuele e Davide?".
Gli risposero: "Eccoli: sono a Naiot di Rama".
23 Egli si incamminò verso Naiot di Rama, ma fu anche su di lui lo spirito di Dio e andava avanti facendo il profeta finché giunse a Naiot di Rama. 24 Anch'egli si tolse gli abiti e continuò a fare il profeta davanti a Samuele; poi crollò e restò nudo tutto quel giorno e tutta la notte. Da qui è venuto il detto: "Anche Saul è tra i profeti?".
Davide e Giònata
20Davide fuggì da Naiot di Rama, si recò da Giònata e gli disse: "Che cosa ho fatto, che colpa e che peccato ho nei riguardi di tuo padre, perché attenti così alla mia vita?".
2 Rispose: "Non sia mai. Non morirai. Vedi, mio padre non fa nulla di grande o di piccolo senza confidarmelo. Perché mi avrebbe nascosto questa cosa? Non è possibile!".
3 Ma Davide giurò ancora: "Tuo padre sa benissimo che ho trovato grazia ai tuoi occhi e dice: "Giònata non deve sapere questa cosa, perché si affliggerebbe". Ma, per la vita del Signore e per la tua vita, c'è soltanto un passo tra me e la morte".
4 Giònata disse: "Che cosa desideri che io faccia per te?".
5 Rispose Davide: "Domani è la luna nuova e io dovrei fermarmi a mangiare con il re. Ma tu mi lascerai partire e io resterò nascosto nella campagna fino alla terza sera. 6 Se tuo padre noterà la mia assenza, dirai: "Davide mi ha supplicato di andare in fretta a Betlemme, sua città, perché vi si celebra il sacrificio annuale per tutta la famiglia". 7 Se dirà: "Va bene", allora il tuo servo può stare in pace. Se invece andrà in collera, sii certo che è stato deciso il peggio da parte sua. 8 Agisci con bontà verso il tuo servo, perché hai voluto legare a te il tuo servo con un patto del Signore: se c'è colpa in me, uccidimi tu; ma per qual motivo dovresti condurmi da tuo padre?".
9 Giònata rispose: "Non sia mai! Se di certo io sapessi che è deciso il male contro di te da parte di mio padre, non te lo farei forse sapere?".
10 Davide disse a Giònata: "Chi mi avvertirà se tuo padre ti risponde duramente?".
11 Giònata rispose a Davide: "Vieni, andiamo in campagna". Uscirono tutti e due nella campagna.
12 Allora Giònata disse a Davide: "Per il Signore, Dio d'Israele, domani e dopodomani a quest'ora scruterò le intenzioni di mio padre. Se sarà benevolo verso Davide e io non manderò subito a riferirlo al tuo orecchio, 13 tanto faccia il Signore a Giònata e ancora di peggio. Se invece sembrerà bene a mio padre decidere il male a tuo riguardo, io te lo confiderò e ti farò partire. Tu andrai tranquillo e il Signore sarà con te come è stato con mio padre. 14 Fin quando sarò in vita, usa verso di me la benevolenza del Signore. Se sarò morto, 15 non ritirare mai la tua benevolenza dalla mia casa; neppure quando il Signore avrà eliminato dalla terra ogni uomo nemico di Davide,
16 non sia eliminato il nome di Giònata dalla casa di Davide: il Signore ne chiederà conto ai nemici di Davide". 17 Giònata volle ancora far giurare Davide, perché gli voleva bene e lo amava come se stesso.
18 Giònata disse a Davide: "Domani è la luna nuova e la tua assenza sarà notata perché si guarderà al tuo posto. 19 Aspetterai il terzo giorno, poi scenderai in fretta e ti recherai al luogo dove ti sei nascosto il giorno di quel fatto e resterai presso quella collinetta. 20 Io tirerò tre frecce da quella parte, come se tirassi al bersaglio per conto mio. 21 Poi manderò il ragazzo gridando: "Va' a cercare le frecce!". Se dirò al ragazzo: "Guarda, le frecce sono più in qua di dove ti trovi, prendile!", allora vieni, perché tutto va bene per te; per la vita del Signore, non c'è niente. 22 Se invece dirò al giovane: "Guarda, le frecce sono più avanti di dove ti trovi!", allora va', perché il Signore ti fa partire. 23 Riguardo alle parole che abbiamo detto tu e io, ecco è testimone il Signore tra me e te per sempre".
24 Davide dunque si nascose nel campo. Arrivò la luna nuova e il re sedette a mangiare. 25 Il re sedette come al solito sul sedile contro il muro; Giònata si mise di fronte, Abner si sedette al fianco del re e si notò il posto di Davide. 26 Ma Saul non disse nulla quel giorno, perché pensava: "È un caso: non sarà puro. Certo non è puro". 27 Ma l'indomani, il secondo giorno della luna nuova, si notò il posto di Davide. Saul disse allora a Giònata, suo figlio: "Perché il figlio di Iesse non è venuto a prendere cibo né ieri né oggi?".
28 Giònata rispose a Saul: "Davide mi ha chiesto con insistenza di andare a Betlemme. 29 Mi ha detto: "Lasciami andare, perché abbiamo in città il sacrificio di famiglia e mio fratello me ne ha fatto un obbligo. Se dunque ho trovato grazia ai tuoi occhi, lasciami libero, perché possa vedere i miei fratelli". Per questo non è venuto alla tavola del re".
30 Saul si adirò molto con Giònata e gli gridò: "Figlio di una scostumata, non so io forse che tu preferisci il figlio di Iesse, a tua vergogna e a vergogna della nudità di tua madre? 31 Perché fino a quando vivrà il figlio di Iesse sulla terra, non avrai sicurezza né tu né il tuo regno. Manda dunque a prenderlo e conducilo qui da me, perché merita la morte".
32 Rispose Giònata a Saul, suo padre: "Perché deve morire? Che cosa ha fatto?". 33 Saul afferrò la lancia contro di lui per colpirlo e Giònata capì che suo padre aveva ormai deciso di uccidere Davide.
34 Giònata si alzò dalla tavola acceso d'ira e non volle prendere cibo in quel secondo giorno della luna nuova. Era rattristato per Davide, perché suo padre l'aveva offeso.
35 Il mattino dopo Giònata uscì in campagna, per l'appuntamento con Davide. Era con lui un ragazzo ancora piccolo. 36 Egli disse al ragazzo: "Corri a cercare le frecce che io tirerò". Il ragazzo corse ed egli tirò la freccia più avanti di lui. 37 Il ragazzo corse fino al luogo dov'era la freccia che Giònata aveva tirato e Giònata gridò al ragazzo: "La freccia non è forse più avanti di te?". 38 Giònata gridò ancora al ragazzo: "Corri svelto e non fermarti!". Il ragazzo di Giònata raccolse le frecce e le portò al suo padrone. 39 Il ragazzo non aveva capito niente; soltanto Giònata e Davide sapevano la cosa. 40 Allora Giònata diede le armi al ragazzo che era con lui e gli disse: "Va' e riportale in città".
41 Partito il ragazzo, Davide si alzò da dietro la collinetta, cadde con la faccia a terra e si prostrò tre volte, poi si baciarono l'un l'altro e piansero insieme, finché Davide si fece forza.
42 E Giònata disse a Davide: "Va' in pace, ora che noi due abbiamo giurato nel nome del Signore in questi termini: "Il Signore sia tra me e te, tra la mia discendenza e la tua discendenza per sempre"".
Commento
Gli amici e i rivali
In politica, negli affari o anche nella vita della Chiesa, capita spesso che due persone che sono grandi amiche finiscano poi per rivaleggiare per un certo obiettivo. In questi casi, come dovremmo gestire le tensioni che potrebbero venirsi a creare tra le nostre ambizioni e le nostre amicizie?
Davide e Gionata sono molto amici ma allo stesso tempo entrambi candidati al trono. Hanno tutte le ragioni per essere invidiosi l'uno dell'altro e per odiarsi. Eppure Gionata ama Davide "come se stesso" (20,17). Questo tipo di amore, comandato da Gesù, è l'amore più alto che una persona possa provare per un'altra (Matteo 22,39).
Saul invece è pieno di gelosia. La gelosia inizia dal confrontare noi stessi con gli altri, confrontando i nostri risultati con i loro. La gelosia ha il potere di privare temporaneamente qualcuno dei propri sensi. Quando Gionata fa notare a suo padre Saul che Davide non gli ha fatto alcun torto e gli ha apportato grandi benefici e che sarebbe del tutto sbagliato uccidere un uomo innocente, Saul risponde: "Per la vita del Signore, non morirà!" (1 Samuele 19,6)
La logica e l'argomentazione ragionevole possono arrivare a convincere anche una persona piena di gelosia in quel momento. Tuttavia, la gelosia è potente tanto che quando si impadronisce di una persona, come ha fatto con Saul, non c'è più modo di fermarla. In Otello, Shakespeare ha scritto: "È il mostro dagli occhi verdi che si fa beffe della carne di cui si nutre".
Davide e Gionata si amano. Gionata nutre "grande affetto per Davide" (v.1) e parla "in favore di Davide" (v.4). A Davide dice: "Che cosa desideri che io faccia per te?" (20,4) Che grande apertura questa di Gionata nei confronti di un amico! Il loro amore e impegno reciproco assume la forma di un patto (v.16), che include anche i loro discendenti (v.42). E Gionata vuol "ancora far giurare Davide", perché gli vuole bene e lo ama "come se stesso" (v.17).
A causa della sua gelosia, invece, Saul si adira "molto con Giònata" (v.30). Gionata sa che suo padre intende uccidere Davide (v.33). Si alza da tavola con ira feroce (v.34).
La differenza tra l'ira di Saul e quella di Gionata è che quella di Saul è infondata e dovuta alla gelosia. Quella di Gionata è invece collera giusta. È "rattristato per Davide, perché suo padre l'aveva offeso" (v.34). La rabbia non è sempre sbagliata. Per questo siamo chiamati ad esaminare attentamente le nostre emozioni e motivazioni.
Davide e Gionata non si vergognano di mostrarsi l'uno per l'altro: "Si baciarono... e piansero insieme" (v.41). A volte il pianto è visto come segno di debolezza. I due amici non hanno vergogna di piangere e di mostrare il proprio amore reciproco. La loro amicizia è un esempio potente di amore e unità. Come risposta alla solitudine delle persone, Dio ha donato il matrimonio e anche l'amicizia.
Sono stati proprio l'amore e l'amicizia che hanno permesso a Gionata di essere totalmente leale, solidale e protettivo nonostante fosse anch'egli candidato e rivale al trono.
Preghiera
Signore, aiutaci ad essere disposti ad amare i nostri amici e il prossimo come noi stessi. Possano le persone trovare la risposta alla solitudine nell'amore, nell'affetto e nell'unità di una comunità ecclesiale.
La moglie di Nicky dice
Il potere dell'unità
"Saul comunicò a Giònata, suo figlio, e ai suoi ministri di voler uccidere Davide. Ma Giònata, figlio di Saul, nutriva grande affetto per Davide. Giònata informò Davide" (1 Samuele 19,1).
Davide sta attraversando un periodo difficile, come molti di noi in questi ultimi tempi. Ha servito fedelmente Dio e Saul, suo re. Eppure, qualunque cosa faccia, non riesce ad accontentare Saul. L'unica cosa che Davide può fare è continuare a operare nel modo giusto. Non cerca vendetta o giustizia. Alla fine, Dio lo rivendica, e come ha fatto con lui farà così anche con noi.
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William Shakespeare, Othello, Act III, Scene iii.
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