Giorno 158

Benevolenza

Sapienziali Salmi 70,1-6
Nuovo Testamento Atti degli Apostoli 3,1-26
Antico Testamento 2 Samuele 9,1-10,19

Introduzione

Steve Sjogren è un pastore americano molto conosciuto per il suo libro Conspiracy of Kindness, la cospirazione della benevolenza. La chiesa da lui fondata a Cincinnati, Ohio, raccoglie ogni domenica più di 7.000 persone. Il suo motto è: "Piccoli gesti fatti con grande amore possono cambiare il mondo". Incoraggia le persone a fare piccoli gesti quotidiani non programmati di benevolenza, come pagare il caffè ad uno sconosciuto o lasciare un bigliettino ad un commesso di negozio con scritto "grazie".

La gentilezza, o benevolenza, è "amore in abiti da lavoro". È mostrare l'amore di Dio in modo pratico. Sjogren ha scoperto il potere della benevolenza nell'ottenere un cambiamento positivo sia nelle vite delle persone della comunità, sia in quelle delle persone loro vicine. La gentilezza inattesa è il fattore di cambiamento umano più potente, meno costoso e più sottovalutato. Quando in una comunità si vive la benevolenza, le relazioni umane prosperano, i legami si rinsaldano e le persone sentono il desiderio di donare gentilezza a loro volta.

Sapienziali

Salmi 70,1-6

Salmo 70

1 Al maestro del coro.   di Davide. Per fare memoria.

2 O Dio, vieni a salvarmi,
  Signore, vieni presto in mio aiuto.

3 Siano svergognati e confusi
  quanti attentano alla mia vita.
 Retrocedano, coperti d'infamia,
  quanti godono della mia rovina.
4 Se ne tornino indietro pieni di vergogna
  quelli che mi dicono: "Ti sta bene!".
5 Esultino e gioiscano in te
  quelli che ti cercano;
 dicano sempre: "Dio è grande!"
  quelli che amano la tua salvezza.

6 Ma io sono povero e bisognoso:
  Dio, affréttati verso di me.
 Tu sei mio aiuto e mio liberatore:
  Signore, non tardare.

Commento

Confidare nella benevolenza di Dio

Dio è buono, è gentile e ti ama. Qualunque siano i tuoi bisogni oggi, puoi chiedere a Dio e lui sarà tuo aiuto e liberatore.

Davide prega così: "O Dio, vieni a salvarmi, Signore, vieni presto in mio aiuto" (v.2, MSG). Continua: "Ma io sono povero e bisognoso: Dio, affréttati verso di me. Tu sei mio aiuto e mio liberatore: Signore, non tardare" (v.5). Nel gridare aiuto, Davide ricorda la benevolenza da lui ricevuta da Dio in passato.

Nello sfogliare le pagine della Bibbia, e nel vedere le tante grida d'aiuto da me scritte nel corso degli anni a margine di questo brano, mi accorgo di quanto Dio abbia risposto e possa rispondere veramente alle nostre preghiere. Per questo prego.

Preghiera

Signore, grazie per la tua benevolenza ed amore. Oggi desidero pregare e chiedere aiuto per…

Nuovo Testamento

Atti degli Apostoli 3,1-26

La guarigione di uno storpio

3Pietro e Giovanni salivano al tempio per la preghiera delle tre del pomeriggio. 2 Qui di solito veniva portato un uomo, storpio fin dalla nascita; lo ponevano ogni giorno presso la porta del tempio detta Bella, per chiedere l'elemosina a coloro che entravano nel tempio. 3 Costui, vedendo Pietro e Giovanni che stavano per entrare nel tempio, li pregava per avere un'elemosina. 4 Allora, fissando lo sguardo su di lui, Pietro insieme a Giovanni disse: "Guarda verso di noi". 5 Ed egli si volse a guardarli, sperando di ricevere da loro qualche cosa.

6 Pietro gli disse: "Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, àlzati e cammina!". 7 Lo prese per la mano destra e lo sollevò. Di colpo i suoi piedi e le caviglie si rinvigorirono 8 e, balzato in piedi, si mise a camminare; ed entrò con loro nel tempio camminando, saltando e lodando Dio. 9 Tutto il popolo lo vide camminare e lodare Dio 10 e riconoscevano che era colui che sedeva a chiedere l'elemosina alla porta Bella del tempio, e furono ricolmi di meraviglia e stupore per quello che gli era accaduto.

Discorso di Pietro al popolo

11 Mentre egli tratteneva Pietro e Giovanni, tutto il popolo, fuori di sé per lo stupore, accorse verso di loro al portico detto di Salomone. 12 Vedendo ciò, Pietro disse al popolo: "Uomini d'Israele, perché vi meravigliate di questo e perché continuate a fissarci come se per nostro potere o per la nostra religiosità avessimo fatto camminare quest'uomo? 13 Il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe, il Dio dei nostri padri ha glorificato il suo servo Gesù, che voi avete consegnato e rinnegato di fronte a Pilato, mentre egli aveva deciso di liberarlo; 14 voi invece avete rinnegato il Santo e il Giusto, e avete chiesto che vi fosse graziato un assassino. 15 Avete ucciso l'autore della vita, ma Dio l'ha risuscitato dai morti: noi ne siamo testimoni. 16 E per la fede riposta in lui, il nome di Gesù ha dato vigore a quest'uomo che voi vedete e conoscete; la fede che viene da lui ha dato a quest'uomo la perfetta guarigione alla presenza di tutti voi.

17 Ora, fratelli, io so che voi avete agito per ignoranza, come pure i vostri capi. 18 Ma Dio ha così compiuto ciò che aveva preannunciato per bocca di tutti i profeti, che cioè il suo Cristo doveva soffrire. 19 Convertitevi dunque e cambiate vita, perché siano cancellati i vostri peccati 20 e così possano giungere i tempi della consolazione da parte del Signore ed egli mandi colui che vi aveva destinato come Cristo, cioè Gesù. 21 Bisogna che il cielo lo accolga fino ai tempi della ricostituzione di tutte le cose, delle quali Dio ha parlato per bocca dei suoi santi profeti fin dall'antichità. 22 Mosè infatti disse: Il Signore vostro Dio farà sorgere per voi, dai vostri fratelli, un profeta come me; voi lo ascolterete in tutto quello che egli vi dirà. 23 E avverrà: chiunque non ascolterà quel profeta, sarà estirpato di mezzo al popolo.

24 E tutti i profeti, a cominciare da Samuele e da quanti parlarono in seguito, annunciarono anch'essi questi giorni. 25 Voi siete i figli dei profeti e dell'alleanza che Dio stabilì con i vostri padri, quando disse ad Abramo: Nella tua discendenza saranno benedette tutte le nazioni della terra. 26 Dio, dopo aver risuscitato il suo servo, l'ha mandato prima di tutto a voi per portarvi la benedizione, perché ciascuno di voi si allontani dalle sue iniquità".

Commento

Essere gentili con quelli che sono nel bisogno

Un gesto di gentilezza può trasformare la giornata di una persona, o persino la sua vita. Un tale ha detto: "Essere gentili con tutti quelli che incontriamo è come combattere una dura battaglia". La benevolenza è uno dei frutti dello Spirito Santo (Galati 5,22). Subito dopo essere stati riempiti di Spirito Santo, Pietro e Giovanni compiono un atto di grande benevolenza nei confronti di un uomo infermo (3,1-10). Un gesto così clamoroso da suscitare preoccupazione nei capi del popolo, i quali, il giorno dopo, interrogano Pietro e Giovanni proprio sul "beneficio recato" a quell'uomo (4,9).

Questo "atto di benevolenza" innesca una sorprendente catena di eventi che porta ad un'incredibile crescita della Chiesa. L'inizio di una potente esplosione che potremmo descrivere come "potenza dell'evangelizzazione" e che nel tempo avrebbe cambiato il mondo intero.

Se qualcuno ci chiedesse oggi di dare inizio ad una nuova comunità cristiana, dubito che faremmo nel modo in cui lo fecero loro. Non avevano un edificio, né denaro, né risorse. Hanno iniziato con un piccolo gruppo di pescatori, di esattori delle tasse e tante altre persone, alcune di lingue diverse! Nonostante ciò, la Chiesa, in quei primi anni, crebbe in modo incredibile.

Le persone esterne alla Chiesa erano attratte da quello che vedevano accadere all'interno. Erano attratte dal puro semplice potere di Dio che veniva riversato su tutti attraverso questi "atti di benevolenza".

Pietro e Giovanni stavano salendo al tempio "per la preghiera delle tre di pomeriggio" (3,1). Appena arrivarono, videro una persona bisognosa, che mendicava aiuto. Il tipo di persona che ci aspetteremmo di trovare in uno dei pochi posti dove si può sperare di ricevere un po' di benevolenza.

L'uomo veniva portato "ogni giorno presso la porta del tempio detta Bella, per chiedere l'elemosina a coloro che entravano nel tempio" (v.2). Sebbene venisse chiamata Bella, quella porta, quel giorno, non mostrava ciò che il mondo di allora, e di oggi, riteneva bello: un uomo storpio fin dalla nascita, che chiedeva l'elemosina.

Nel vedere quel contrasto, i cuori di Pietro e Giovanni non arretrano. La loro fede si anima, agisce e guarisce. I due apostoli vedono una persona nel momento del bisogno. Conoscono la bellezza interiore di ogni essere umano. Non hanno soldi o ricchezza ma dicono: "Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, àlzati e cammina!" (v.6)

Il nome di Gesù è veramente potente. Per gli Ebrei il nome di una persona rivela il suo carattere. Non è una formula magica o un'etichetta da porre alla fine di una preghiera. È la differenza tra il ministero di Gesù e quello dei suoi discepoli. Gesù guarisce per autorità propria, mentre i discepoli guariscono nel suo nome. Come loro, anche noi dipendiamo da Gesù. Nelle nostre fragilità, io e te possiamo continuare ad esercitare il ministero di Gesù, con il suo potere e nel suo nome.

Ma non solo quest'uomo viene guarito ("balzato in piedi, si mise a camminare… saltando e lodando Dio, v.8), ma molte persone, nel vedere questo, ne rimangono colpite. Questo singolo atto di benevolenza ha un effetto strabiliante. Le persone, "fuori di sé per lo stupore", accorrono "verso di loro al portico detto di Salomone" (v.11). La dimostrazione della potenza di Dio è accompagnata dall'annuncio del Vangelo. Gli apostoli hanno così l'opportunità di parlare di Gesù, della sua morte e risurrezione e della fede (vv.14-16).

La nostra predicazione dovrebbe essere sempre centrata su Gesù. Il secondo discorso di Pietro, come il primo, è interamente centrato su di lui. Inizia così: "Uomini d'Israele, perché vi meravigliate di questo e perché continuate a fissarci come se per nostro potere o per la nostra religiosità avessimo fatto camminare quest'uomo?" (v.12). Pietro non vuole che le persone focalizzino la propria attenzione su di lui, ma su Gesù.

L'intero discorso è su Gesù. Gesù è il "servo" (v.13), "Il Santo e il Giusto" (v.14), "l'autore della vita" (v.15) e "il profeta" preannunciato da Mosè (v.22). Pietro dice: "E per la fede riposta in lui, il nome di Gesù ha dato vigore a quest'uomo che voi vedete e conoscete; la fede che viene da lui ha dato a quest'uomo la perfetta guarigione alla presenza di tutti voi" (v.16).

Pietro proclama la buona notizia di Gesù, parlando del peccato, della croce, della risurrezione e del bisogno di pentirsi e tornare a Dio. Li riassicura sulla promessa di Dio di perdonare i loro peccati ristabilendo così la loro relazione con Dio. Dice: "Convertitevi dunque e cambiate vita, perché siano cancellati i vostri peccati e così possano giungere i tempi della consolazione da parte del Signore" (vv.19-20).

"I tempi della consolazione" si hanno quando passiamo del tempo alla presenza di Dio. Quando ci sentiamo stanchi e stremati, abbiamo la possibilità di trascorrere del tempo con Dio e di essere da lui consolati. Questo richiede a volte di fermarci e prendere le distanze dalla frenesia della vita, per fare spazio a Dio, proprio come faceva Gesù. Lo Spirito Santo, nella sua benevolenza, vuole donarci "momenti di consolazione".

Preghiera

Signore, ti ringrazio perché il nome di Gesù è potente. Ti prego di avere l'occasione oggi di mostrare benevolenza a qualcuno e di aiutarlo nel nome di Gesù.

Antico Testamento

2 Samuele 9,1-10,19

Bontà di Davide verso il figlio Giònata

9Davide disse: "C'è forse ancora qualche superstite della casa di Saul, che io possa trattare con bontà a causa di Giònata?".

2 Ora vi era un servo della casa di Saul, di nome Siba, che fu chiamato presso Davide. Il re gli chiese: "Sei tu Siba?".

Quegli rispose: "Sì".

3 Il re gli disse: "C'è ancora qualcuno della casa di Saul, che io possa trattare con la bontà di Dio?".

Siba rispose al re: "Vi è ancora un figlio di Giònata, storpio nei piedi".

4 Il re gli disse: "Dov'è?".

Siba rispose al re: "È in casa di Machir, figlio di Ammièl, a Lodebàr".

5 Allora il re lo mandò a prendere in casa di Machir, figlio di Ammièl, a Lodebàr.

6 Merib-Baal, figlio di Giònata, figlio di Saul, venne da Davide, si gettò con la faccia a terra e si prostrò.

Davide disse: "Merib-Baal!".

Rispose: "Ecco il tuo servo!".

7 Davide gli disse: "Non temere, perché voglio trattarti con bontà per amore di Giònata, tuo padre; ti restituisco tutti i campi di Saul, tuo avo, e tu mangerai sempre alla mia tavola".

8 Merib-Baal si prostrò e disse: "Che cos'è il tuo servo, perché tu ti volga a un cane morto come sono io?".

9 Allora il re chiamò Siba, domestico di Saul, e gli disse: "Quanto apparteneva a Saul e a tutta la sua casa, io lo do al figlio del tuo signore. 10 Tu dunque con i figli e gli schiavi lavorerai per lui la terra, contribuendo perché abbia pane e nutrimento il figlio del tuo signore; ma Merib-Baal, figlio del tuo signore, mangerà sempre alla mia tavola". Ora Siba aveva quindici figli e venti schiavi.

11 Siba disse al re: "Il tuo servo farà quanto il re, mio signore, ordina al suo servo". Merib-Baal dunque mangiava alla tavola di Davide, come uno dei figli del re.

12 Merib-Baal aveva un figlioletto chiamato Mica; tutti quelli che stavano in casa di Siba erano al servizio di Merib-Baal. 13 Ma Merib-Baal abitava a Gerusalemme, perché mangiava sempre alla tavola del re. Era storpio in ambedue i piedi.

Insulto agli ambasciatori di Davide

10Dopo questo, morì il re degli Ammoniti e Canun, suo figlio, divenne re al suo posto. 2 Davide disse: "Manterrò fedeltà a Canun, figlio di Nacas, come suo padre la mantenne a me". Davide mandò alcuni suoi ministri a consolarlo per suo padre.

I ministri di Davide andarono nel territorio degli Ammoniti. 3 Ma i capi degli Ammoniti dissero a Canun, loro signore: "Forse Davide intende onorare tuo padre ai tuoi occhi, mandandoti dei consolatori? Non ha piuttosto mandato da te i suoi ministri per esplorare la città, per ispezionarla e perlustrarla?". 4 Canun allora prese i ministri di Davide, fece loro radere la metà della barba e tagliare le vesti a metà fino alle natiche, poi li rimandò.

5 Quando l'annunciarono a Davide, egli mandò qualcuno a incontrarli, perché quegli uomini si vergognavano moltissimo. Il re fece dire loro: "Rimanete a Gerico finché vi sia cresciuta di nuovo la barba, poi tornerete".

6 Gli Ammoniti, vedendo che si erano attirati l'inimicizia di Davide, mandarono ad assoldare ventimila fanti di Aram Bet-Recob e di Aram Soba, mille uomini del re di Maacà e dodicimila uomini della gente di Tob.

7 Quando Davide sentì questo, mandò Ioab con tutto l'esercito dei prodi. 8 Gli Ammoniti uscirono e si disposero a battaglia all'ingresso della porta della città, mentre gli Aramei di Soba e di Recob e la gente di Tob e di Maacà stavano da parte, nella campagna.

9 Ioab vide che il fronte della battaglia gli era davanti e alle spalle. Scelse allora un corpo tra i migliori d'Israele, lo schierò contro gli Aramei 10 e affidò il resto dell'esercito a suo fratello Abisài, per schierarlo contro gli Ammoniti. 11 Disse: "Se gli Aramei saranno più forti di me, tu mi verrai a salvare; se invece gli Ammoniti saranno più forti di te, verrò io a salvarti. 12 Sii forte e dimostriamoci forti per il nostro popolo e per le città del nostro Dio. Il Signore faccia quello che a lui piacerà".

13 Poi Ioab con la gente che aveva con sé attaccò battaglia con gli Aramei, i quali fuggirono davanti a lui. 14 Quando gli Ammoniti videro che gli Aramei erano fuggiti, fuggirono davanti ad Abisài e rientrarono nella città. Allora Ioab tornò dalla spedizione contro gli Ammoniti e venne a Gerusalemme.

15 Gli Aramei, vedendo che erano stati sconfitti da Israele, si riunirono insieme. 16 Adadèzer mandò a chiamare gli Aramei che erano al di là del Fiume e quelli giunsero a Chelam; Sobac, comandante dell'esercito di Adadèzer, era alla loro testa.

17 La cosa fu riferita a Davide, che radunò tutto Israele, attraversò il Giordano e giunse a Chelam. Gli Aramei si schierarono di fronte a Davide e si scontrarono con lui. 18 Ma gli Aramei fuggirono davanti a Israele: Davide uccise degli Aramei settecento cavalieri e quarantamila fanti; colpì anche Sobac, comandante del loro esercito, che morì in quel luogo. 19 Tutti i re vassalli di Adadèzer, quando si videro sconfitti da Israele, fecero la pace con Israele e gli rimasero sottoposti.

Gli Aramei non osarono più venire a salvare gli Ammoniti.

Commento

Dare e ricevere benevolenza

Dio ha un'infinita riserva di benevolenza. Davide parla di "bontà di Dio" (9,3). La generosità è un modo per esprimere la bontà di Dio verso di te.

Davide chiede: "C'è forse ancora qualche superstite della casa di Saul, che io possa trattare con bontà a causa di Giònata?" (v.1) E a Siba: "C'è ancora qualcuno della casa di Saul, che io possa trattare con la bontà di Dio?" (v.3, AMP)

Alla morte del padre, Merib-Baal aveva solo cinque anni (4,4) e ora ha un figlioletto di nome Mica (9,12). Davide aveva regnato a Gerusalemme almeno sette anni e Merib-Baal aveva circa venti anni. La bontà che Davide mostra a Merib-Baal è come la bontà di Dio nei nostri confronti: incondizionata, gratuita ed illimitata.

Ancora una volta, viene mostrata una speciale benevolenza ad una persona inferma. Davide dice a Merib-Baal: "Non temere, perché voglio trattarti con bontà… ti restituisco tutti i campi… e tu mangerai sempre alla mia tavola" (v.7).

Davide cerca poi altri modi per esprimere la sua benevolenza. Dice: "Manterrò fedeltà a Canun, figlio di Nacas, come suo padre la mantenne a me" (10,2). Ma, come spesso accade, i suoi gesti di benevolenza vengono male interpretati (v.3). Sebbene questo possa succedere, non dovremmo mai scoraggiarci. È naturale ed è giusto voler mostrare generosità verso i figli di quei genitori che sono stati particolarmente gentili nei nostri confronti.

Merib-Baal risponde: "Che cos'è il tuo servo, perché tu ti volga a un cane morto come sono io?" (9,8, MSG) Aveva ancora poca stima di sé. Come spesso accade anche a noi, Merib-Baal è concentrato sulle sue imperfezioni. Ma Dio ci benedice nonostante le nostre imperfezioni. Vuole che noi conosciamo e sperimentiamo la sua infinita bontà. Non dovremmo bloccarci su ciò che è sbagliato: i peccati, le colpe, le debolezze ed i fallimenti. In Cristo, Dio ci mostra la sua giustizia e vuole riversare su di noi la "straordinaria ricchezza della sua grazia mediante la sua bontà verso di noi in Cristo Gesù” (Efesini 2,7).

Preghiera

Signore, grazie per l'immensa ricchezza della tua bontà verso di noi. Aiutaci ad essere sempre alla ricerca di opportunità per mostrare il tuo amore a chi è nel bisogno.

La moglie di Nicky dice

2 Samuele 10,1-19

In questo brano, gli Ammoniti si dimostrano sospettosi e ostili nei confronti degli uomini di Davide, i quali portavano messaggi di consolazione. Fino a quel momento, avevano vissuto insieme felicemente. Come risultato delle loro azioni, viene combattuta una guerra e molte vite vengono perse.

La sapienza e il buon discernimento sono qualità importanti. Dovremmo fare di tutto per evitare di diventare cinici e cercare di guardare con positività le intenzioni delle altre persone.

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