Nessuna sfumatura di grigio
Introduzione
Nel lontano 1960, il gruppo musicale The Monkees cantava Shadow Grays, Sfumature di grigio. Il testo della canzone diceva che ormai nessuno crede più nella moralità assoluta:
Quando io e il mondo eravamo giovani,
Proprio ieri,
La vita era un gioco così semplice...
Allora era facile distinguere il bene dal male...
Oggi non c'è bianco o nero
Solo sfumature di grigio.
Oggi l'espressione "sfumature di grigio" è associata al titolo di libri e film famosi e piuttosto controversi.
Molte persone non credono più che vi siano cose assolutamente giuste e cose assolutamente sbagliate. In una società in cui il relativismo è ampiamente diffuso, le distinzioni nette tra bianco e nero non sono sempre facili da accettare. Tutto è relativo, ed è questione di sfumature.
Come discepoli di Gesù, non possiamo cedere a queste logiche relativiste. Ciò che invece dobbiamo fare è aprirci alla voce delle Scritture. Di fronte a problemi e a situazioni complesse, siamo chiamati a scelte chiare, a volte urgenti e controcorrente.
Nei brani di oggi, la distinzione tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato è molto netta, come pure il contrasto tra le possibili scelte.
Salmi 71,9-18
9 Non gettarmi via nel tempo della vecchiaia,
non abbandonarmi quando declinano le mie forze.
10 Contro di me parlano i miei nemici,
coloro che mi spiano congiurano insieme
11 e dicono: "Dio lo ha abbandonato,
inseguitelo, prendetelo:
nessuno lo libera!".
12 O Dio, da me non stare lontano:
Dio mio, vieni presto in mio aiuto.
13 Siano svergognati e annientati quanti mi accusano,
siano coperti di insulti e d'infamia
quanti cercano la mia rovina.
14 Io, invece, continuo a sperare;
moltiplicherò le tue lodi.
15 La mia bocca racconterà la tua giustizia,
ogni giorno la tua salvezza,
che io non so misurare.
16 Verrò a cantare le imprese del Signore Dio:
farò memoria della tua giustizia, di te solo.
17 Fin dalla giovinezza, o Dio, mi hai istruito
e oggi ancora proclamo le tue meraviglie.
18 Venuta la vecchiaia e i capelli bianchi,
o Dio, non abbandonarmi,
fino a che io annunci la tua potenza,
a tutte le generazioni le tue imprese.
Commento
Finire bene o perire nella vergogna
L'unica tipologia di "grigio" approvata nella Bibbia è quella dei "capelli grigi", descritti come un "diadema splendido" che possiamo trovare "sulla via della giustizia" (Proverbi 16,31). Personalmente, trovo questo passaggio molto incoraggiante!
Il salmista desidera concludere bene la sua vita. Dice: "Non gettarmi via nel tempo della vecchiaia, non abbandonarmi quando declinano le mie forze... Venuta la vecchiaia e i capelli bianchi, o Dio, non abbandonarmi, fino a che io annunci la tua potenza, a tutte generazioni le tue imprese" (Salmi 71,9.18).
Un destino, questo, in forte contrasto con quello dei suoi nemici, che spera "siano svergognati e annientati" (v.13). Nella prospettiva del Nuovo Testamento, questo non è probabilmente il modo più adatto di pregare per i propri nemici! Tuttavia, è certamente vero che alcune persone concludono oggi la loro vita "svergognate ed annientate".
Il salmista contrappone la propria vita a coloro che sono annientati nella vergogna. Scrive: "Io, invece..." (v.14) Vuole continuare ad essere vicino al Signore fino alla fine della sua vita. Ma non solo. Desidera che la fine della sua vita sia ancora più fruttuosa dell'inizio. Dice: "Io, invece, continuo a sperare; moltiplicherò le tue lodi" (v.14).
Ogni generazione ha la responsabilità di passare il testimone "a tutte le generazioni" (v.18) successive. In tutto questo, pianificare bene le cose è importante. Nel Nuovo Testamento osserviamo l'importanza di maestri come Paolo che preparano discepoli come Timoteo, o come Maria che assistono e preparano nuovi discepoli come Febe.
Preghiera
Signore, aiutami a finire bene le cose e a passare il testimone alla prossima generazione. Fa che la mia bocca possa raccontare la tua giustizia e proclamare i tuoi prodigi.
Atti degli Apostoli 4,23-5,11
Preghiera degli apostoli nella persecuzione
23 Rimessi in libertà, Pietro e Giovanni andarono dai loro fratelli e riferirono quanto avevano detto loro i capi dei sacerdoti e gli anziani. 24 Quando udirono questo, tutti insieme innalzarono la loro voce a Dio dicendo: "Signore, tu che hai creato il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che in essi si trovano, 25 tu che, per mezzo dello Spirito Santo, dicesti per bocca del nostro padre, il tuo servo Davide:
Perché le nazioni si agitarono
e i popoli tramarono cose vane?
26 Si sollevarono i re della terra
e i prìncipi si allearono insieme
contro il Signore
e contro il suo Cristo;
27 davvero in questa città Erode e Ponzio Pilato, con le nazioni e i popoli d'Israele, si sono alleati contro il tuo santo servo Gesù, che tu hai consacrato, 28 per compiere ciò che la tua mano e la tua volontà avevano deciso che avvenisse. 29 E ora, Signore, volgi lo sguardo alle loro minacce e concedi ai tuoi servi di proclamare con tutta franchezza la tua parola, 30 stendendo la tua mano affinché si compiano guarigioni, segni e prodigi nel nome del tuo santo servo Gesù".
31 Quand'ebbero terminato la preghiera, il luogo in cui erano radunati tremò e tutti furono colmati di Spirito Santo e proclamavano la parola di Dio con franchezza.
La prima comunità cristiana
32 La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un'anima sola e nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto era comune. 33 Con grande forza gli apostoli davano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù e tutti godevano di grande favore. 34 Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano il ricavato di ciò che era stato venduto 35 e lo deponevano ai piedi degli apostoli; poi veniva distribuito a ciascuno secondo il suo bisogno.
36 Così Giuseppe, soprannominato dagli apostoli Bàrnaba, che significa "figlio dell'esortazione", un levita originario di Cipro, 37 padrone di un campo, lo vendette e ne consegnò il ricavato deponendolo ai piedi degli apostoli.
La frode di Anania e Saffìra
5Un uomo di nome Anania, con sua moglie Saffìra, vendette un terreno 2 e, tenuta per sé, d'accordo con la moglie, una parte del ricavato, consegnò l'altra parte deponendola ai piedi degli apostoli.
3 Ma Pietro disse: "Anania, perché Satana ti ha riempito il cuore, cosicché hai mentito allo Spirito Santo e hai trattenuto una parte del ricavato del campo? 4 Prima di venderlo, non era forse tua proprietà e l'importo della vendita non era forse a tua disposizione? Perché hai pensato in cuor tuo a quest'azione? Non hai mentito agli uomini, ma a Dio".
5 All'udire queste parole, Anania cadde a terra e spirò. Un grande timore si diffuse in tutti quelli che ascoltavano. 6 Si alzarono allora i giovani, lo avvolsero, lo portarono fuori e lo seppellirono.
7 Avvenne poi che, circa tre ore più tardi, entrò sua moglie, ignara dell'accaduto. 8 Pietro le chiese: "Dimmi: è a questo prezzo che avete venduto il campo?".
Ed ella rispose: "Sì, a questo prezzo".
9 Allora Pietro le disse: "Perché vi siete accordati per mettere alla prova lo Spirito del Signore? Ecco qui alla porta quelli che hanno seppellito tuo marito: porteranno via anche te".
10 Ella all'istante cadde ai piedi di Pietro e spirò. Quando i giovani entrarono, la trovarono morta, la portarono fuori e la seppellirono accanto a suo marito.
Commento
Ricolmi di Spirito Santo o ricolmi di Satana
Nella chiesa dei primi tempi, nessuno si annoiava. Era sempre tutto emozionante e imprevedibile. Vi era una sensazione molto potente e reale della presenza di Dio. Alcuni amavano tutto questo, altri ne erano terrorizzati.
Due sensazioni, queste, in netto contrasto tra loro.
Dal brano di oggi emergono alcuni caratteri tipici dell'esperienza dell'essere ricolmi di Spirito Santo:
1. Franchezza
Pietro e Giovanni ricevono minacce, ma non si lasciano scoraggiare (4,17.21). Tutti insieme innalzano "la loro voce a Dio" (v.24). Pregano così: "E ora, Signore, volgi lo sguardo alle loro minacce e concedi ai tuoi servi di proclamare con tutta franchezza la tua parola" (v.29). Terminata la preghiera, "il luogo in cui erano radunati tremò e tutti furono colmati di Spirito Santo e proclamavano la parola di Dio con franchezza" (v.31).
2. Unità
"La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un'anima sola" (v.32). Erano stati tutti riempiti del medesimo Spirito Santo. Uno dei segni distintivi di una comunità ricolma di Spirito Santo è l'unità.
3. Generosità
Avevano tutti un atteggiamento libero nei confronti di ciò che possedevano: "Nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva" e "nessuno infatti tra loro era bisognoso" (vv.32.34) perché tutto veniva distribuito a ciascuno secondo il proprio bisogno.
4. Forza
Pregavano Dio così: stendi "la tua mano affinché si compiano guarigioni, segni e prodigi nel nome del tuo santo servo Gesù" (v.30). La loro preghiera veniva ascoltata: "Con grande forza gli apostoli davano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù" (v.33).
5. Grazia
"E tutti godevano di grande favore" (v.33). Fare esperienza della grazia di Dio è qualcosa che trasforma una comunità in luogo di grazia e cortesia.
Nella seconda metà del brano, osserviamo gli effetti terribili dell'essere ricolmi di Satana. Ad Anania, Pietro si rivolge con un linguaggio molto forte. Dice: "Anania, perché Satana ti ha riempito il cuore" (5,3).
Non c'era alcuna necessità per Anania e Saffìra di dare via le loro proprietà o il loro denaro. Pietro infatti dice: "Non era forse tua proprietà, e l'importo della vendita non era forse a tua disposizione?" (v.4) Ma il problema non era nella loro mancanza di generosità.
E non era neppure nel fatto che Anania aveva mentito. Poteva averlo fatto infatti in modo impulsivo o spontaneo. La prova che Satana aveva riempito i loro cuori era che avevano cospirato insieme per mentire. Pietro infatti dice ad Anania: "Cosicché hai mentito allo Spirito Santo" (v.3) e a Saffìra: "Perché vi siete accordati per mettere alla prova lo Spirito del Signore?" (v.9) Questa cospirazione era premeditata e preparata.
Pietro viene a conoscere questo loro piano (vv.3-4) attraverso una rivelazione di Dio, o "parola di conoscenza", che mette a nudo il loro peccato. Da questo fatto, "un grande timore si diffuse in tutta la Chiesa e in tutti quelli che venivano a sapere queste cose" (5,11). Un timore che non era timore servile o paura di cosa gli altri potessero fare, ma timore santo, un sano rispetto per Dio. Sapevano che con Dio non si poteva scherzare (v.11, MSG).
Quella di Anania e Saffìra non è una storia facile da leggere, e molti di noi potrebbero trovare difficile accettare un giudizio così severo da parte di Dio. In definitiva solo Dio conosce i segreti dei nostri cuori e dovremmo avere fiducia che il suo giudizio è sempre giusto ed equo. Il brano ci ricorda la grandezza della presenza di Dio in mezzo a noi. Tra i primi cristiani, questa percezione era così grande da generare nelle persone sensazioni contrastanti. Da un lato la meraviglia per tutto ciò che Dio operava: conversioni, guarigioni, segni e prodigi straordinari. Da un altro il timore che il proprio peccato venisse scoperto.
Preghiera
Signore, ti prego di riempirci del tuo Spirito Santo. Fa che il mondo ci riconosca per essere chiesa audace, unita, forte e ricolma di grazia.
2 Samuele 13,1-39
Amnon oltraggia sua sorella Tamar
13Dopo questo, accadde che, avendo Assalonne, figlio di Davide, una sorella molto bella, chiamata Tamar, Amnon figlio di Davide si innamorò di lei.
2 Amnon ne ebbe una tale passione da cadere malato a causa di Tamar, sua sorella; poiché ella era vergine, pareva impossibile ad Amnon di poterle fare qualcosa.
3 Ora Amnon aveva un amico, chiamato Ionadàb, figlio di Simeà, fratello di Davide, e Ionadàb era un uomo molto esperto. 4 Egli disse: "Perché tu, figlio del re, diventi sempre più magro di giorno in giorno? Non me lo vuoi dire?".
Amnon gli rispose: "Sono innamorato di Tamar, sorella di mio fratello Assalonne".
5 Ionadàb gli disse: "Mettiti a letto e fa' l'ammalato; quando tuo padre verrà a vederti, gli dirai: "Mia sorella Tamar venga a darmi il cibo da preparare sotto i miei occhi, perché io possa vedere e prendere il cibo dalle sue mani"".
6 Amnon si mise a letto e fece l'ammalato; quando il re venne a vederlo, Amnon gli disse: "Mia sorella Tamar venga e faccia un paio di frittelle sotto i miei occhi e allora prenderò il cibo dalle sue mani".
7 Allora Davide mandò a dire a Tamar, in casa: "Va' a casa di Amnon tuo fratello e prepara una vivanda per lui". 8 Tamar andò a casa di Amnon suo fratello, che giaceva a letto. Ella prese la farina, la impastò, ne fece frittelle sotto i suoi occhi e le fece cuocere. 9 Poi prese la padella e le versò davanti a lui; ma egli rifiutò di mangiare
e disse: "Escano tutti di qui". Tutti uscirono di là. 10 Allora Amnon disse a Tamar: "Portami la vivanda in camera e prenderò il cibo dalle tue mani". Tamar prese le frittelle che aveva fatto e le portò in camera ad Amnon suo fratello. 11 Ma mentre gli porgeva il cibo, egli l'afferrò e le disse: "Vieni, giaci con me, sorella mia".
12 Ella gli rispose: "No, fratello mio, non farmi violenza. Questo non si fa in Israele: non commettere quest'infamia! 13 E io, dove andrei a finire col mio disonore? Quanto a te, tu diverresti uno dei più infami in Israele. Parlane piuttosto al re: egli non mi rifiuterà a te". 14 Ma egli non volle ascoltarla: fu più forte di lei e la violentò giacendo con lei.
15 Poi Amnon concepì verso di lei un odio grandissimo: l'odio verso di lei fu più grande dell'amore con cui l'aveva amata prima. Le disse:
16 "Àlzati, vattene!". Gli rispose: "O no! Questo male, che mi fai cacciandomi, è peggiore dell'altro che mi hai già fatto".
Ma egli non volle ascoltarla. 17 Anzi, chiamato il domestico che lo serviva, gli disse: "Caccia fuori di qui costei e sprangale dietro la porta". 18 Ella vestiva una tunica con le maniche lunghe, perché le figlie del re ancora vergini indossavano tali vesti. Il servo di Amnon dunque la mise fuori e le sprangò dietro la porta. 19 Tamar si sparse polvere sulla testa, si stracciò la tunica con le maniche lunghe che aveva indosso, si mise le mani sulla testa e se ne andava gridando.
20 Assalonne suo fratello le disse: "Forse Amnon tuo fratello è stato con te? Per ora taci, sorella mia: è tuo fratello. Non fissare il tuo cuore su questo fatto". Tamar desolata rimase in casa di Assalonne, suo fratello.
21 Il re Davide venne a sapere tutte queste cose e ne fu molto irritato, ma non volle urtare suo figlio Amnon, perché aveva per lui molto affetto: era infatti il suo primogenito. 22 Assalonne non disse una parola ad Amnon né in bene né in male, ma odiava Amnon perché aveva fatto violenza a Tamar, sua sorella.
Assalonne fa assassinare Amnon e fugge
23 Due anni dopo, Assalonne aveva i tosatori a Baal-Asor, presso Èfraim, e invitò tutti i figli del re. 24 Andò dunque Assalonne dal re e disse: "Ecco, dal tuo servo ci sono i tosatori. Venga dunque anche il re con i suoi servi a casa del tuo servo!".
25 Ma il re disse ad Assalonne: "No, figlio mio, non verremo tutti, perché non ti siamo di peso". Sebbene insistesse, il re non volle andare e gli diede la sua benedizione.
26 Allora Assalonne disse: "Ma almeno venga con noi Amnon, mio fratello".
Il re gli rispose: "Perché dovrebbe venire con te?". 27 Ma Assalonne tanto insisté che Davide lasciò andare con lui Amnon e tutti i figli del re.
Assalonne fece un banchetto da re 28 e diede quest'ordine ai domestici: "Badate, quando Amnon avrà il cuore allegro per il vino e io vi dirò: "Colpite Amnon!", voi allora uccidetelo e non abbiate paura. Non ve lo comando io? Siate forti e coraggiosi!". 29 I domestici di Assalonne fecero ad Amnon come Assalonne aveva comandato. Allora tutti i figli del re si alzarono, montarono ciascuno sul proprio mulo e fuggirono.
30 Mentre essi erano ancora per strada, giunse a Davide questa notizia: "Assalonne ha ucciso tutti i figli del re e neppure uno è scampato". 31 Allora il re si alzò, si stracciò le vesti e si gettò per terra; tutti i suoi servi che stavano là si stracciarono le vesti.
32 Ma Ionadàb, figlio di Simeà, fratello di Davide, disse: "Non dica il mio signore che tutti i giovani figli del re sono stati uccisi, poiché il solo Amnon è morto: da Assalonne era stato deciso fin da quando egli aveva fatto violenza a sua sorella Tamar. 33 Ora non pensi il mio signore che tutti i figli del re siano morti, poiché il solo Amnon è morto
34 e Assalonne è fuggito".
Il giovane che stava di sentinella alzò gli occhi, guardò, ed ecco venire una gran turba di gente per la strada di Coronàim, dal lato del monte, sulla discesa. La sentinella venne ad avvertire il re e disse: "Ho visto uomini scendere per la strada di Coronàim, dal lato del monte".
35 Allora Ionadàb disse al re: "Ecco i figli del re che arrivano; la cosa sta come il tuo servo ha detto".
36 Come ebbe finito di parlare, ecco giungere i figli del re, i quali alzarono grida e piansero; anche il re e tutti i suoi servi fecero un gran pianto.
37 Intanto Assalonne era fuggito ed era andato da Talmài, figlio di Ammiùd, re di Ghesur. Il re fece il lutto per suo figlio per lungo tempo.
38 Assalonne rimase tre anni a Ghesur, dove era andato dopo aver preso la fuga. 39 Poi il re Davide cessò di sfogarsi contro Assalonne, perché si era consolato per la morte di Amnon.
Commento
Amore o odio
In questo brano notiamo un forte contrasto di emozioni. Amnon si innamora di "Tamar" (v.1). Dice: "Sono innamorato di Tamar, sorella di mio fratello Assalonne" (v.4). Davide ha molte mogli e molti figli. I fratelli sono stati probabilmente divisi dalle sorelle dall'età di 5 o 6 anni; non vi era un senso di appartenenza familiare come oggi.
Amnon complotta così di violentare Tamar, la quale lo implora così: "No, fratello mio, non farmi violenza" (v.12). Per evitare il disonore, Tamar si offre perfino di sposarlo (v.13). La legge a quel tempo proibiva il matrimonio con una sorellastra. Forse, in quel periodo, questa legge non era praticata. O più probabilmente, Tamar si stava aggrappando agli specchi. Ma Amnon "non volle ascoltarla: fu più forte di lei e la violentò" (v.14).
La Bibbia non è leggera sulla questione degli abusi sessuali. Lo stupro è sempre stato, ed è tuttora, un crimine orribile. Tamar lo descrive come "infamia" (v.12). È un atto di pazzia malvagia (v.13). Porta alla "desolazione" (v.20) ed è un atto vergognoso.
Qui vediamo un assaggio del terribile danno che l'abuso sessuale reca alla vittima che lo subisce: "Tamar si sparse polvere sulla testa, si stracciò la tunica con le maniche lunghe che aveva indosso, si mise le mani sulla testa e se ne andava gridando" (v.19, MSG). Ne fu "desolata" (v.20, MSG).
Poi succede che: "Amnon concepì verso di lei un odio grandissimo: l'odio verso di lei fu più grande dell'amore con cui l'aveva amata prima" (v.15). Un atteggiamento, questo, che comporta un'ulteriore tragedia per Davide e la sua famiglia: Amnon viene ucciso e Assalonne fugge, allontanandosi da Davide (vv.23-39).
Un finale tragico quello di Amnon nato da un amore non vero. Amnon era "infatuato" di Tamar, forse "innamorato", ma di certo non di un amore vero. Un esempio, questo, simbolo di un'esperienza umana decaduta, che porta l'infatuazione a trasformarsi rapidamente in odio. L'amore di Amnon non è amore vero.
L'amore vero è tutt'altra cosa. In 1 Corinzi, ne troviamo una descrizione meravigliosa: "La carità", cioè l'amore, "è magnanima, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d'orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia ma si rallegra della verità" (1 Corinzi 13,4-7).
Preghiera
Signore, liberaci dall'odio. Riempici di un amore non superficiale ma ricco di frutti dello Spirito Santo.
La moglie di Nicky dice
2 Samuele 13,1-39
Nel libro di Samuele, al capitolo 13, assistiamo ad una crisi familiare.
Ionadàb dà all'amico Amnon un cattivo consiglio (v.5). Il consiglio riguarda il desiderio di Amnon nei confronti della sorella Tamar. Se Davide avesse punito Amnon per aver violentato Tamar, forse Assalonne non si sarebbe vendicato e non avrebbe ucciso il fratello Amnon e i suoi figli.
Ionadàb avrebbe dovuto vergognarsi per quanto consigliato ad Amnon. Sa che era intenzione di Assalonne uccidere il fratello Amnon, ma non avverte Davide. Si limita ad informarlo ma solo in seguito della morte di Amnon e dei suoi figli. Ionadàb è stato un cattivo amico per tutti.
Dire la verità alle persone non è sempre facile. Spesso si preferisce dire quello che esse vogliono sentirsi dire. È invece importante dare i consigli più giusti anche se a rischio di perdere alcune relazioni di amicizia.
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