Tre chiavi per una grande amicizia
Introduzione
Qualche anno fa, un'importante catena di distribuzione inglese commissionò un'indagine riguardante i millennials, cioè i ragazzi nati tra il 1981 e il 1996, conosciuti anche come Generazione Y. Furono intervistate 800 persone. I risultati furono così sorprendenti da costringere l'agenzia di sondaggi a ripetere la rilevazione con altri 800 giovani. Il risultato però non cambiò.
L'indagine offrì un quadro davvero allarmante di una generazione sempre più sola e persa. I risultati mostrarono che in media un millennial trascorre sui social network circa sei ore e mezza al giorno. Molti degli intervistati affermarono di considerare il lavoro come qualcosa da inserire tra i social ed il pranzo! Dichiararono di avere un grande numero di "amici" ma anche di sentirsi terribilmente soli.
Ovviamente, non c'è nulla di sbagliato nei social network. Ma quando la vita virtuale prende il sopravvento su quella reale, fatta di amicizie e incontri veri, questo può diventare un grande problema. Tutti noi siamo stati creati per rapporti di amicizia. Amicizia con Dio (Genesi 3,8) e tra di noi (2,18).
Tra le soluzioni al problema della solitudine troviamo il matrimonio e l'amicizia. Gesù ci ha donato esempi bellissimi di amicizia intima con le persone. Ha dimostrato che il matrimonio non è la sola risposta alla solitudine. Da un certo punto di vista, l'amicizia è perfino più importante del matrimonio. Il matrimonio, infatti, è solo per questa vita; l'amicizia, invece, è eterna.
"L'amicizia", come dice C. S. Lewis, è "corona della vita e scuola di virtù". Moltiplica le gioie e ripartisce il dolore.
La Bibbia è sempre molto concreta. In essa troviamo esempi meravigliosi di amicizia, ma anche esempi di fragilità e fallimento. Questi esempi e l'insegnamento stesso della Bibbia ci offrono tre chiavi per creare e coltivare delle grandi amicizie.
Salmi 77,11-21
11 E ho detto: "Questo è il mio tormento:
è mutata la destra dell'Altissimo".
12 Ricordo i prodigi del Signore,
sì, ricordo le tue meraviglie di un tempo.
13 Vado considerando le tue opere,
medito tutte le tue prodezze.
14 O Dio, santa è la tua via;
quale dio è grande come il nostro Dio?
15 Tu sei il Dio che opera meraviglie,
manifesti la tua forza fra i popoli.
16 Hai riscattato il tuo popolo con il tuo braccio,
i figli di Giacobbe e di Giuseppe.
17 Ti videro le acque, o Dio,
ti videro le acque e ne furono sconvolte;
sussultarono anche gli abissi.
18 Le nubi rovesciavano acqua,
scoppiava il tuono nel cielo;
le tue saette guizzavano.
19 Il boato dei tuoi tuoni nel turbine,
le tue folgori rischiaravano il mondo;
tremava e si scuoteva la terra.
20 Sul mare la tua via,
i tuoi sentieri sulle grandi acque,
ma le tue orme non furono riconosciute.
21 Guidasti come un gregge il tuo popolo
per mano di Mosè e di Aronne.
Commento
Collaborazioni di valore
Madre Teresa ha detto: "Io posso fare cose che tu non puoi fare, e tu puoi fare cose che io non posso fare. Insieme possiamo fare cose ancora più grandi".
Ieri abbiamo visto che il salmista, nel momento dell'angoscia, grida a Dio. Nella seconda metà del salmo, ricorda alcuni dei modi straordinari e potenti in cui Dio ha agito nel passato (vv.12-13).
In particolare, ripensa alla grande liberazione del suo popolo operata da Dio durante l'Esodo. Prega: "Tu sei il Dio che opera meraviglie, manifesti la tua forza fra i popoli" (v.15). Meditando sulla separazione delle acque del Mar Rosso (vv.17-20), dice: "Guidasti come un gregge il tuo popolo per mano di Mosè e di Aronne" (v.21).
"Mosè e Aronne" collaborano con la grande opera di Dio. È una delle esperienze di collaborazione di maggior successo nella storia del popolo di Dio.
Un successo che deriva da tutta una serie di fattori molto importanti come il fatto che sono coinvolti in qualcosa di grande, molto più grande di loro. Si trovano inoltre a guardare al di fuori di se stessi e nella stessa direzione. Pur essendo fratelli, hanno competenze e ruoli molto diversi. Mosè è il capo mentre Aronne è il responsabile delle comunicazioni (Esodo 7,1-2) e la guida per il culto (28,1).
Nel mondo di oggi, le buone collaborazioni sono molto importanti. Non a caso Gesù manda i suoi discepoli a due a due. Il ministero può essere un'esperienza molto solitaria. Uscire in due può fare davvero la differenza. È così che si formano alcune delle più grandi amicizie.
Preghiera
Signore, ti prego di aiutarci a creare delle relazioni autentiche nelle nostre comunità locali e nella Chiesa in generale. Ti preghiamo di suscitare molti leader come Mosè e Aronne, in grado di completarsi a vicenda e di cooperare con te per realizzare cose grandi.
Atti degli Apostoli 15,22-41
La lettera degli apostoli e degli anziani
22 Agli apostoli e agli anziani, con tutta la Chiesa, parve bene allora di scegliere alcuni di loro e di inviarli ad Antiòchia insieme a Paolo e Bàrnaba: Giuda, chiamato Barsabba, e Sila, uomini di grande autorità tra i fratelli. 23 E inviarono tramite loro questo scritto:
"Gli apostoli e gli anziani, vostri fratelli,
ai fratelli di Antiòchia, di Siria e di Cilìcia, che provengono dai pagani,
salute!
24 Abbiamo saputo che alcuni di noi, ai quali non avevamo dato nessun incarico, sono venuti a turbarvi con discorsi che hanno sconvolto i vostri animi. 25 Ci è parso bene perciò, tutti d'accordo, di scegliere alcune persone e inviarle a voi insieme ai nostri carissimi Bàrnaba e Paolo, 26 uomini che hanno rischiato la loro vita per il nome del nostro Signore Gesù Cristo. 27 Abbiamo dunque mandato Giuda e Sila, che vi riferiranno anch'essi, a voce, queste stesse cose. 28 È parso bene, infatti, allo Spirito Santo e a noi, di non imporvi altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie: 29 astenersi dalle carni offerte agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati e dalle unioni illegittime. Farete cosa buona a stare lontani da queste cose.
State bene!".
30 Quelli allora si congedarono e scesero ad Antiòchia; riunita l'assemblea, consegnarono la lettera. 31 Quando l'ebbero letta, si rallegrarono per l'incoraggiamento che infondeva. 32 Giuda e Sila, essendo anch'essi profeti, con un lungo discorso incoraggiarono i fratelli e li fortificarono. 33 Dopo un certo tempo i fratelli li congedarono con il saluto di pace, perché tornassero da quelli che li avevano inviati. \\[34\\] 35 Paolo e Bàrnaba invece rimasero ad Antiòchia, insegnando e annunciando, insieme a molti altri, la parola del Signore.
Sila collaboratore di Paolo
36 Dopo alcuni giorni Paolo disse a Bàrnaba: "Ritorniamo a far visita ai fratelli in tutte le città nelle quali abbiamo annunciato la parola del Signore, per vedere come stanno". 37 Bàrnaba voleva prendere con loro anche Giovanni, detto Marco, 38 ma Paolo riteneva che non si dovesse prendere uno che si era allontanato da loro, in Panfìlia, e non aveva voluto partecipare alla loro opera. 39 Il dissenso fu tale che si separarono l'uno dall'altro. Bàrnaba, prendendo con sé Marco, s'imbarcò per Cipro. 40 Paolo invece scelse Sila e partì, affidato dai fratelli alla grazia del Signore. 41 E, attraversando la Siria e la Cilìcia, confermava le Chiese.
Commento
Proteggere le amicizie
Fin dai primi tempi della chiesa cristiana, i discepoli di Gesù venivano inviati in missione insieme. Paolo e Bàrnaba sono scelti per annunciare insieme il Vangelo (v.22). Sono inviati insieme per portare il messaggio del concilio di Gerusalemme ai pagani (v.23).
Vengono descritti come "i nostri carissimi Bàrnaba e Paolo, uomini che hanno rischiato la loro vita per il nome del nostro Signore Gesù Cristo" (vv.25-26).
Bàrnaba e Paolo sono accompagnati da altri due leader di grande autorità, Giuda (chiamato Barsabba) e Sila (v.22). Giuda e Sila sono profeti. È scritto: "Con un lungo discorso incoraggiarono i fratelli e li fortificarono" (v.32). Anch'essi operano insieme, lavorano in partnership, e non da soli.
La chiesa primitiva però non è priva di problemi. Anch'essa sperimenta contrasti e divisioni. Divisioni sulla dottrina (v.2) e nelle relazioni personali (v.39). Sandy Miller era solito dire: "La chiamata viene da Dio, ma le relazioni sono umane!" Anche Paolo e Bàrnaba si trovano in disaccordo su alcune questioni (vv.36-38) tanto che, ad un certo punto, "si separarono l'uno dall'altro" (v.39). Prendono strade diverse.
A questo punto interviene la Provvidenza di Dio e tutto si sistema. Bàrnaba trova un nuovo compagno di missione, suo cugino Marco (vedi Colossesi 4,10), e Paolo prosegue la sua missione con Sila: "Attraversando la Siria e la Cilìcia, confermava le Chiese" (Atti 15,41). Le strade di Paolo e Bàrnaba si separano ma non per sempre (vedi 1 Corinzi 9,6).
La realtà è che anche i cristiani possono avere divergenze e fallire nelle relazioni. Ma anche in queste situazioni, Dio è presente ed è sempre motivo di speranza. I fallimenti e le divergenze non sono la fine del mondo. In questo brano scopriamo che anche in una situazione di grave disaccordo, la benedizione di Dio non viene meno.
Su questo però dovremmo fare molta attenzione. John Stott ha detto: "Questo esempio dell'azione di Dio e della sua Provvidenza non significa che i litigi tra cristiani sono cosa di poco conto". Dovremmo sempre fare del nostro meglio per conciliare le nostre differenze ed evitare dolorose divisioni tra noi.
Per questo dovremmo sempre prenderci cura delle nostre amicizie. E in caso di disaccordo, cercare di riconciliarci e ricordarci di ciò che Martin Luther King era solito dire: "Il perdono non è un fatto occasionale; è uno stile di vita".
Preghiera
Padre, grazie per l'esempio di Paolo e Bàrnaba, i quali hanno rischiato la vita per il nome di Gesù. Aiutaci a risolvere le nostre divergenze e ad evitare, per quanto possibile, dolorose separazioni.
1 Re 11,14-12,24
Ribellioni esterne
14 Il Signore suscitò contro Salomone un avversario, l'edomita Adad, che era della stirpe regale di Edom. 15 Dopo la disfatta inflitta da Davide a Edom, quando Ioab, capo dell'esercito, era andato a seppellire i cadaveri e aveva ucciso tutti i maschi di Edom - 16 Ioab, con tutto Israele, vi si era fermato sei mesi finché ebbe sterminato ogni maschio di Edom - 17 Adad, con alcuni Edomiti a servizio del padre, fuggì per andare in Egitto. Allora Adad era un ragazzo. 18 Essi partirono da Madian e andarono a Paran; presero con sé uomini di Paran e andarono in Egitto dal faraone, re d'Egitto, che diede ad Adad una casa, gli fissò alimenti e gli diede una terra.
19 Adad trovò grande favore agli occhi del faraone, tanto che gli diede in moglie la sorella della propria moglie, la sorella di Tacpenès, la regina madre. 20 La sorella di Tacpenès gli partorì il figlio Ghenubàt, che Tacpenès svezzò nel palazzo del faraone. Ghenubàt visse nella casa del faraone, tra i figli del faraone.
21 Quando Adad seppe in Egitto che Davide si era addormentato con i suoi padri e che era morto Ioab, capo dell'esercito, disse al faraone: "Lasciami partire; voglio andare nella mia terra".
22 Il faraone gli rispose: "Ti manca forse qualcosa nella mia casa perché tu cerchi di andare nella tua terra?".
Quegli soggiunse: "No, ma, ti prego, lasciami partire!".
23 Dio suscitò contro Salomone un altro avversario, Rezon figlio di Eliadà, che era fuggito da Adadèzer, re di Soba, suo signore. 24 Egli radunò uomini presso di sé e divenne capo di una banda, quando Davide aveva massacrato gli Aramei. Andarono quindi a Damasco, si stabilirono là e cominciarono a regnare in Damasco. 25 Fu avversario d'Israele per tutta la vita di Salomone, e questo oltre al male fatto da Adad; detestò Israele e regnò su Aram.
La rivolta di Geroboamo
26 Anche Geroboamo, figlio dell'efraimita Nebat, di Seredà - sua madre, una vedova, si chiamava Seruà -, mentre era al servizio di Salomone, alzò la mano contro il re.
27 Questa è la ragione per cui alzò la mano contro il re: Salomone costruiva il Millo e chiudeva la breccia apertasi nella Città di Davide, suo padre. 28 Geroboamo era un uomo di riguardo; Salomone, visto quanto il giovane lavorava, lo nominò sorvegliante di tutto il lavoro coatto della casa di Giuseppe.
29 In quel tempo Geroboamo, uscito da Gerusalemme, incontrò per strada il profeta Achia di Silo, che era coperto con un mantello nuovo; erano loro due soli, in campagna. 30 Achia afferrò il mantello nuovo che indossava e lo lacerò in dodici pezzi. 31 Quindi disse a Geroboamo: "Prenditi dieci pezzi, poiché dice il Signore, Dio d'Israele: "Ecco, strapperò il regno dalla mano di Salomone e ne darò a te dieci tribù. 32 A lui rimarrà una tribù a causa di Davide, mio servo, e a causa di Gerusalemme, la città che ho scelto fra tutte le tribù d'Israele. 33 Ciò avverrà perché mi hanno abbandonato e si sono prostrati davanti ad Astarte, dea di quelli di Sidone, a Camos, dio dei Moabiti, e a Milcom, dio degli Ammoniti, e non hanno camminato sulle mie vie, compiendo ciò che è retto ai miei occhi, osservando le mie leggi e le mie norme come Davide, suo padre.
34 Non gli toglierò tutto il regno dalla mano, perché l'ho stabilito principe per tutti i giorni della sua vita a causa di Davide, mio servo, che ho scelto, il quale ha osservato i miei comandi e le mie leggi. 35 Toglierò il regno dalla mano di suo figlio e ne consegnerò a te dieci tribù. 36 A suo figlio darò una tribù, affinché ci sia una lampada per Davide, mio servo, per tutti i giorni dinanzi a me a Gerusalemme, la città che mi sono scelta per porvi il mio nome. 37 Io prenderò te e tu regnerai su quanto vorrai; sarai re d'Israele. 38 Se ascolterai quanto ti comanderò, se seguirai le mie vie e farai ciò che è retto ai miei occhi, osservando le mie leggi e i miei comandi, come ha fatto Davide, mio servo, io sarò con te e ti edificherò una casa stabile come l'ho edificata per Davide. Ti consegnerò Israele; 39 umilierò la discendenza di Davide per questo motivo, ma non per sempre"".
40 Salomone cercò di far morire Geroboamo, il quale però trovò rifugio in Egitto da Sisak, re d'Egitto. Geroboamo rimase in Egitto fino alla morte di Salomone.
Morte di Salomone
41 Le altre gesta di Salomone, tutte le sue azioni e la sua sapienza, non sono forse descritte nel libro delle gesta di Salomone? 42 Il tempo in cui Salomone aveva regnato a Gerusalemme su tutto Israele fu di quarant'anni. 43 Salomone si addormentò con i suoi padri e fu sepolto nella Città di Davide, suo padre; al suo posto divenne re suo figlio Roboamo.
L'assemblea di Sichem
12Roboamo andò a Sichem, perché tutto Israele era convenuto a Sichem per proclamarlo re. 2 Quando lo seppe, Geroboamo, figlio di Nebat, che era ancora in Egitto, dove era fuggito per paura del re Salomone, tornò dall'Egitto. 3 Lo mandarono a chiamare e Geroboamo venne con tutta l'assemblea d'Israele e parlarono a Roboamo dicendo: 4 "Tuo padre ha reso duro il nostro giogo; ora tu alleggerisci la dura servitù di tuo padre e il giogo pesante che egli ci ha imposto, e noi ti serviremo".
5 Rispose loro: "Andate, e tornate da me fra tre giorni". Il popolo se ne andò.
6 Il re Roboamo si consigliò con gli anziani che erano stati al servizio di Salomone, suo padre, durante la sua vita, domandando: "Che cosa mi consigliate di rispondere a questo popolo?".
7 Gli dissero: "Se oggi ti farai servo sottomettendoti a questo popolo, se li ascolterai e se dirai loro parole buone, essi ti saranno servi per sempre".
8 Ma egli trascurò il consiglio che gli anziani gli avevano dato e si consultò con i giovani che erano cresciuti con lui ed erano al suo servizio. 9 Domandò loro: "Voi che cosa mi consigliate di rispondere a questo popolo, che mi ha chiesto di alleggerire il giogo imposto loro da mio padre?".
10 I giovani che erano cresciuti con lui gli dissero: "Per rispondere al popolo che si è rivolto a te dicendo: "Tuo padre ha reso pesante il nostro giogo, tu alleggeriscilo!", di' loro così: "Il mio mignolo è più grosso dei fianchi di mio padre. 11 Ora, mio padre vi caricò di un giogo pesante, io renderò ancora più grave il vostro giogo; mio padre vi castigò con fruste, io vi castigherò con flagelli"".
12 Geroboamo e tutto il popolo si presentarono a Roboamo il terzo giorno, come il re aveva ordinato dicendo: "Tornate da me il terzo giorno". 13 Il re rispose duramente al popolo, respingendo il consiglio che gli anziani gli avevano dato; 14 egli disse loro, secondo il consiglio dei giovani: "Mio padre ha reso pesante il vostro giogo, io renderò ancora più grave il vostro giogo; mio padre vi castigò con fruste, io vi castigherò con flagelli". 15 Il re non ascoltò il popolo, poiché era disposizione del Signore che si attuasse la parola che il Signore aveva rivolta a Geroboamo, figlio di Nebat, per mezzo di Achia di Silo.
16 Tutto Israele, visto che il re non li ascoltava, diede al re questa risposta:
"Che parte abbiamo con Davide?
Noi non abbiamo eredità con il figlio di Iesse!
Alle tue tende, Israele!
Ora pensa alla tua casa, Davide!".
Israele se ne andò alle sue tende. 17 Sugli Israeliti che abitavano nelle città di Giuda regnò Roboamo.
18 Il re Roboamo mandò Adoràm, che era sovrintendente al lavoro coatto, ma tutti gli Israeliti lo lapidarono ed egli morì. Allora il re Roboamo salì in fretta sul carro per fuggire a Gerusalemme. 19 Israele si ribellò alla casa di Davide fino ad oggi.
20 Quando tutto Israele seppe che era tornato Geroboamo, lo mandò a chiamare perché partecipasse all'assemblea; lo proclamarono re di tutto Israele. Nessuno seguì la casa di Davide, se non la tribù di Giuda.
21 Roboamo, giunto a Gerusalemme, convocò tutta la casa di Giuda e la tribù di Beniamino, centoottantamila guerrieri scelti, per combattere contro la casa d'Israele e per restituire il regno a Roboamo, figlio di Salomone.
22 La parola di Dio fu rivolta a Semaià, uomo di Dio: 23 "Riferisci a Roboamo, figlio di Salomone, re di Giuda, a tutta la casa di Giuda e di Beniamino e al resto del popolo: 24 Così dice il Signore: "Non salite a combattere contro i vostri fratelli israeliti; ognuno torni a casa, perché questo fatto è dipeso da me"". Ascoltarono la parola del Signore e tornarono indietro, come il Signore aveva ordinato.
Commento
La lealtà al primo posto
In questo brano troviamo un esempio di relazioni umane non proprio edificante. Salomone raccoglie quello che ha seminato. Ha seminato slealtà verso Dio e adesso raccoglie slealtà da tutti. Il primo avversario è Adad (11,14). Il secondo è Rezon (v.23), "capo di una banda" (v.24).
Poi è la volta di Geroboamo, che si ribella al re (v.26). Era uno degli ufficiali di Salomone, "un uomo di riguardo", che Salomone aveva nominato "sorvegliante di tutto il lavoro coatto della casa di Giuseppe" (v.28). Al termine della sua vita, Salomone si trova circondato da avversari e tenta di uccidere Geroboamo (v.40).
Roboamo, figlio di Salomone, eredita una situazione disastrosa. Con i suoi oppositori, non agisce con sapienza. Non li ascolta, fa orecchie da mercante (12,15, MSG) e loro si rendono conto di non essere ascoltati dal loro re (v.16, MSG).
Rifiuta il consiglio degli anziani e, come risultato, la maggior parte di Israele si schiera con Geroboamo. "Nessuno seguì la casa di Davide, se non la tribù di Giuda" (v.20). E così di nuovo una guerra (v.21) ed un regno diviso. Ma non è ancora la fine dei problemi. Dio promette a Geroboamo delle benedizioni meravigliose: "Se seguirai le mie vie" (11,38). Ma, come vedremo nei prossimi giorni, Geroboamo non seguirà le sue vie e le conseguenze saranno disastrose.
Questo episodio della storia del popolo di Dio è un racconto di slealtà verso Dio e verso il re, una storia di ribellione e lotte intestine. Non è così che le cose dovrebbero andare. Siamo chiamati ad amare, all'unità e alla lealtà. La nostra lealtà dovrebbe riflettere prima di tutto la lealtà di Dio verso di noi.
Se semineremo slealtà, raccoglieremo slealtà. Se semineremo lealtà, raccoglieremo lealtà. La lealtà si dimostra con le parole e con le azioni. Per questo dovremmo essere sempre leali verso quelli che non sono presenti. Così facendo, costruiremo fiducia con quelli che sono presenti.
Sia che siamo leali sia che non lo siamo, Dio rimane comunque e sempre fedele alle sue promesse. Si ricorda dell'alleanza con Davide (vedi 2 Samuele 7) e non rigetta completamente il suo popolo (1 Re 11.32.34.36). Anche se ci corregge, "umilierò la discendenza di Davide per questo motivo, ma non per sempre" (v.39), lo fa solo temporaneamente; la sua lealtà è eterna. "Dio \[ci corregge\] per il nostro bene, allo scopo di farci partecipi alla sua santità" (Ebrei 12,10).
La lealtà e la fedeltà di Dio verso di noi sono così grandi che niente potrà mai separarci dal suo amore "che è in Cristo Gesù, nostro Signore" (Romani 8,39).
Ma questo non deve diventare motivo per accontentarsi, ma incoraggiamento ad apprezzare ancora di più la grazia di Dio e a lodarlo con tutto il nostro cuore. Abbiamo sempre la possibilità di scegliere di rispondere alla chiamata di Dio nella nostra vita: "Se seguirai le mie vie e farai ciò che è retto ai miei occhi" (1 Re 11,38).
Preghiera
Signore, ti prego di effondere il tuo Spirito di amore, unità e lealtà sulla Chiesa. Aiutaci a lavorare insieme gli uni con gli altri. Proteggi le nostre amicizie, le nostre collaborazioni e donaci sapienza nell'affrontare coloro che ci ostacolano.
La moglie di Nicky dice
Atti 15,37-39
È molto bello quando le persone lottano per te. Bàrnaba ha lottato per Marco dandogli una seconda possibilità. C'è qualcuno per il quale potresti lottare oggi, ad esempio parlando bene di lui, o di lei, con altre persone?
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Riferimenti
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Per ulteriori approfondimenti e/o proseguimento della lettura della Bibbia si rimanda al sito ufficiale BibbiaEdu nonché all’app La Sacra Bibbia.
C. S. Lewis, The Four Loves (William Collins, 2012).
John Stott, The Message of Acts (IVP, 1991).
Le citazioni della Scrittura indicate con (MSG, AMP, NIVUK, NKJV, NLT, ecc.) riportano comunque il testo CEI®.
Indicano i testi qui di seguito elencati a cui si rimanda per ulteriori approfondimenti.
NIV - New International Version Anglicised - Copyright © 1979, 1984, 2011 Biblica, già International Bible Society
MSG - The Message - Copyright © 1993, 1994, 1995, 1996, 2000, 2001, 2002.
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