Il Dio dei miracoli
Introduzione
Al termine di un Weekend Alpha, un giovane uomo di nome Quincy Bellot un giorno mi scrisse questo messaggio email: "I miei problemi al ginocchio sono iniziati dodici anni fa. Dopo essermi arruolato nei Royal Marines, le cose sono peggiorate. La cartilagine sotto la rotula era completamente andata. L'anno scorso è stato durissimo. I legamenti e i tendini erano ormai lacerati e la rotula spostata di quarantacinque gradi. È stato un anno lungo e doloroso. Non potevo stare seduto o in piedi per più di qualche minuto.
E così ho deciso di tentare con Dio e ho partecipato ad un corso Alpha. Mi hanno invitato al weekend Alpha e, nonostante i miei dubbi e le resistenze, ho accettato. La domenica successiva sono andato ad HTB (Holy Trinity Brompton). Là alcune persone hanno raccontato la propria storia. Tra me, pensavo: "Sì, sì, ok". Qualcuno poi ha parlato delle parole di conoscenza e ne ha condivise qualcuna. Una di queste riguardava un problema di cartilagine. Ho fatto un lungo respiro, il più lungo della mia vita, e ho alzato la mano per ricevere una preghiera per me. In quel momento, ho sentito Dio muoversi nel mio ginocchio. Mi sono mosso, ho fatto due passi e mi sono inginocchiato. Volevo testarlo. E, incredibilmente, non c'era dolore. È stato qualcosa di semplicemente miracoloso. Ieri sera sono andato a correre. È stata la mia prima volta dopo tanto tempo. Nessun dolore. Dio esiste, è reale". L'email era intitolata "Ginocchio nuovo di zecca!"
Dio è un Dio di miracoli.
Salmi 78,17-31
17 Eppure continuarono a peccare contro di lui,
a ribellarsi all'Altissimo in luoghi aridi.
18 Nel loro cuore tentarono Dio,
chiedendo cibo per la loro gola.
19 Parlarono contro Dio,
dicendo: "Sarà capace Dio
di preparare una tavola nel deserto?".
20 Certo! Egli percosse la rupe
e ne scaturì acqua
e strariparono torrenti.
"Saprà dare anche pane
o procurare carne al suo popolo?".
21 Perciò il Signore udì e ne fu adirato;
un fuoco divampò contro Giacobbe
e la sua ira si levò contro Israele,
22 perché non ebbero fede in Dio
e non confidarono nella sua salvezza.
23 Diede ordine alle nubi dall'alto
e aprì le porte del cielo;
24 fece piovere su di loro la manna per cibo
e diede loro pane del cielo:
25 l'uomo mangiò il pane dei forti;
diede loro cibo in abbondanza.
26 Scatenò nel cielo il vento orientale,
con la sua forza fece soffiare il vento australe;
27 su di loro fece piovere carne come polvere
e uccelli come sabbia del mare,
28 li fece cadere in mezzo ai loro accampamenti,
tutt'intorno alle loro tende.
29 Mangiarono fino a saziarsi
ed egli appagò il loro desiderio.
30 Il loro desiderio non era ancora scomparso,
avevano ancora il cibo in bocca,
31 quando l'ira di Dio si levò contro di loro,
uccise i più robusti
e abbatté i migliori d'Israele.
Commento
Ricevere il miracolo della provvidenza di Dio
Il salmista prosegue il racconto del viaggio del popolo di Dio dall'Egitto alla terra promessa. Nonostante la provvidenza miracolosa di Dio, "continuarono a peccare", si ribellarono e "parlarono contro Dio" (vv.17-19, MSG).
Ma Dio non smette di aiutarli. Prima: "Fece piovere su di loro la manna per cibo e diede loro pane del cielo" (v.24, MSG). Un cibo, la manna, prefigurazione del "pane della vita" che Gesù stesso avrebbe offerto (Giovanni 6,30-35).
Poi, in un modo altrettanto miracoloso, "percosse la rupe e ne scaturì acqua e strariparono torrenti" (Salmi 7,20). Nonostante questo, il suo popolo non smette di dubitare. È scritto: "Non ebbero fede in Dio e non confidarono nella sua salvezza" (v.22). Sebbene i miracoli siano segni potenti e eccezionali, non sempre riescono a convincere le persone a credere in Dio.
Il miracolo dell'acqua dalla roccia è un fatto reale che prefigura e anticipa qualcosa di ancora più straordinario. San Paolo scrive: "Bevevano infatti da una roccia spirituale che li accompagnava, e quella roccia era il Cristo" (1 Corinzi 10,4).
Gesù ha detto: "Se qualcuno ha sete, venga a me, e beva chi crede in me. Come dice la Scrittura: Dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva". "Questo egli disse dello Spirito" (Giovanni 7,37-39).
Preghiera
Signore, grazie per l'"acqua viva" dello Spirito Santo che vive in me. Aiutami ad essere portatore di questa vita soprannaturale a tutti coloro che incontrerò oggi.
Atti degli Apostoli 17,22-18,8
22 Allora Paolo, in piedi in mezzo all'Areòpago, disse: "Ateniesi, vedo che, in tutto, siete molto religiosi. 23 Passando infatti e osservando i vostri monumenti sacri, ho trovato anche un altare con l'iscrizione: "A un dio ignoto". Ebbene, colui che, senza conoscerlo, voi adorate, io ve lo annuncio.
24 Il Dio che ha fatto il mondo e tutto ciò che contiene, che è Signore del cielo e della terra, non abita in templi costruiti da mani d'uomo 25 né dalle mani dell'uomo si lascia servire come se avesse bisogno di qualche cosa: è lui che dà a tutti la vita e il respiro e ogni cosa. 26 Egli creò da uno solo tutte le nazioni degli uomini, perché abitassero su tutta la faccia della terra. Per essi ha stabilito l'ordine dei tempi e i confini del loro spazio 27 perché cerchino Dio, se mai, tastando qua e là come ciechi, arrivino a trovarlo, benché non sia lontano da ciascuno di noi. 28 In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo, come hanno detto anche alcuni dei vostri poeti: "Perché di lui anche noi siamo stirpe".
29 Poiché dunque siamo stirpe di Dio, non dobbiamo pensare che la divinità sia simile all'oro, all'argento e alla pietra, che porti l'impronta dell'arte e dell'ingegno umano. 30 Ora Dio, passando sopra ai tempi dell'ignoranza, ordina agli uomini che tutti e dappertutto si convertano, 31 perché egli ha stabilito un giorno nel quale dovrà giudicare il mondo con giustizia, per mezzo di un uomo che egli ha designato, dandone a tutti prova sicura col risuscitarlo dai morti".
32 Quando sentirono parlare di risurrezione dei morti, alcuni lo deridevano, altri dicevano: "Su questo ti sentiremo un'altra volta". 33 Così Paolo si allontanò da loro. 34 Ma alcuni si unirono a lui e divennero credenti: fra questi anche Dionigi, membro dell'Areòpago, una donna di nome Dàmaris e altri con loro.
Nascita della Chiesa di Corinto
18Dopo questi fatti Paolo lasciò Atene e si recò a Corinto. 2 Qui trovò un Giudeo di nome Aquila, nativo del Ponto, arrivato poco prima dall'Italia, con la moglie Priscilla, in seguito all'ordine di Claudio che allontanava da Roma tutti i Giudei. Paolo si recò da loro 3 e, poiché erano del medesimo mestiere, si stabilì in casa loro e lavorava. Di mestiere, infatti, erano fabbricanti di tende. 4 Ogni sabato poi discuteva nella sinagoga e cercava di persuadere Giudei e Greci.
5 Quando Sila e Timòteo giunsero dalla Macedonia, Paolo cominciò a dedicarsi tutto alla Parola, testimoniando davanti ai Giudei che Gesù è il Cristo. 6 Ma, poiché essi si opponevano e lanciavano ingiurie, egli, scuotendosi le vesti, disse: "Il vostro sangue ricada sul vostro capo: io sono innocente. D'ora in poi me ne andrò dai pagani".
7 Se ne andò di là ed entrò nella casa di un tale, di nome Tizio Giusto, uno che venerava Dio, la cui abitazione era accanto alla sinagoga. 8 Crispo, capo della sinagoga, credette nel Signore insieme a tutta la sua famiglia; e molti dei Corinzi, ascoltando Paolo, credevano e si facevano battezzare.
Commento
Credere al miracolo della risurrezione di Gesù
Il cuore del messaggio cristiano è Gesù. Ad Atene, Paolo inizia a parlare con le persone a partire dalla loro vita e contesto. Non inizia dall'Antico Testamento, come faceva con gli ebrei. Annuncia Gesù come Messia. Inizia dal loro culto di un potere superiore, un "dio ignoto" (17,23a) e lo usa per spiegare loro Gesù.
La predicazione di Paolo è straordinariamente positiva. Invece di rimproverarli per la loro idolatria, dice: "Ebbene, colui che, senza conoscerlo, voi adorate, io ve lo annuncio" (v.23b). E, riguardo a Dio, dice tre cose: è il creatore (v.24), è indipendente, cioè non ha bisogno di noi (v.25), ma tutti noi abbiamo bisogno di lui (vv.27-28).
Paolo prosegue citando con approvazione uno dei loro poeti: "Come hanno detto anche alcuni dei vostri poeti" (v.28, MSG). I cristiani non hanno il monopolio della verità. Dio si è rivelato nella creazione e di lui troviamo importanti indizi in tantissime circostanze e fonti storiche.
Il suo discorso culmina con la proclamazione del più grande e importante miracolo della storia: la risurrezione di Gesù (vv.30-31). Paolo afferma di avere una prova storica della risurrezione. Sulla via di Damasco, lui stesso ha incontrato il Signore Gesù risorto.
Le conseguenze di ciò che annuncia sono enormi. Se la morte non è stata la fine per Gesù, non lo sarà neppure per noi. Anche noi saremo risuscitati alla vita. Qui Paolo dice che la risurrezione è la prova che Dio ha stabilito un giorno in cui giudicherà il mondo con giustizia per mezzo dell'uomo che ha designato: Gesù. Paolo dà alle persone l'opportunità di rispondere a questo messaggio.
Le reazioni delle persone al discorso su Gesù e sulla risurrezione dei morti sono diverse e molto simili a quelle che possiamo sperimentare oggi.
Alcuni lo deridono
\t "Alcuni lo deridevano" (v.32a, MSG). A volte le persone reagiscono così. Non dovremmo stupircene.Alcuni sono interessati
Altri dicono: "Su questo ti sentiremo un'altra volta" (v.32b, MSG). Molte persone, oggi come allora, sono sinceramente interessate a tutto questo, ma hanno bisogno di tempo per ascoltare di più e riflettere sulle domande. I corsi Alpha offrono alle persone proprio questa opportunità.Alcuni credono
"Ma alcuni si unirono a lui e divennero credenti" (v.34, MSG). Queste persone credono subito. È insolito ma meraviglioso quando le persone accolgono Gesù subito, la prima volta che ne sentono parlare. \t\t Molto probabilmente, a Corinto, Paolo predica lo stesso messaggio di Gesù e della risurrezione. Egli "discuteva nella sinagoga e cercava di persuadere Giudei e Greci" (18,4). Non chiede loro di esercitare una fede cieca. La nostra fede non è qualcosa di irrazionale. I fatti della vita, della morte e della risurrezione di Gesù sono ragioni importanti per credere. La risurrezione miracolosa di Gesù dai morti è una prova forte che Gesù è il Cristo (v.5).Anche in questo caso, come ad Atene, le persone reagiscono in modo diverso. Alcuni si mostrano ostili (v.6), altri credono: "Crispo, capo della sinagoga, credette nel Signore insieme a tutta la sua famiglia; e molti dei Corinzi, ascoltando Paolo, credevano e si facevano battezzare" (v.8).
Preghiera
Signore, grazie per il miracolo della risurrezione di Gesù e per la potenza di questo messaggio di trasformare le vite.
1 Re 18,16-19,21
Elia sul Monte Carmelo
16 Abdia andò incontro ad Acab e gli riferì la cosa. Acab si diresse verso Elia. 17 Appena lo vide, Acab disse a Elia: "Sei tu colui che manda in rovina Israele?".
18 Egli rispose: "Non io mando in rovina Israele, ma piuttosto tu e la tua casa, perché avete abbandonato i comandi del Signore e tu hai seguito i Baal. 19 Perciò fa' radunare tutto Israele presso di me sul monte Carmelo, insieme con i quattrocentocinquanta profeti di Baal e con i quattrocento profeti di Asera, che mangiano alla tavola di Gezabele".
20 Acab convocò tutti gli Israeliti e radunò i profeti sul monte Carmelo. 21 Elia si accostò a tutto il popolo e disse: "Fino a quando salterete da una parte all'altra? Se il Signore è Dio, seguitelo! Se invece lo è Baal, seguite lui!".
Il popolo non gli rispose nulla.
22 Elia disse ancora al popolo: "Io sono rimasto solo, come profeta del Signore, mentre i profeti di Baal sono quattrocentocinquanta. 23 Ci vengano dati due giovenchi; essi se ne scelgano uno, lo squartino e lo pongano sulla legna senza appiccarvi il fuoco. Io preparerò l'altro giovenco e lo porrò sulla legna senza appiccarvi il fuoco. 24 Invocherete il nome del vostro dio e io invocherò il nome del Signore. Il dio che risponderà col fuoco è Dio!".
Tutto il popolo rispose: "La proposta è buona!".
25 Elia disse ai profeti di Baal: "Sceglietevi il giovenco e fate voi per primi, perché voi siete più numerosi. Invocate il nome del vostro dio, ma senza appiccare il fuoco". 26 Quelli presero il giovenco che spettava loro, lo prepararono e invocarono il nome di Baal dal mattino fino a mezzogiorno, gridando: "Baal, rispondici!". Ma non vi fu voce, né chi rispondesse.
Quelli continuavano a saltellare da una parte all'altra intorno all'altare che avevano eretto.
27 Venuto mezzogiorno, Elia cominciò a beffarsi di loro dicendo: "Gridate a gran voce, perché è un dio! È occupato, è in affari o è in viaggio; forse dorme, ma si sveglierà". 28 Gridarono a gran voce e si fecero incisioni, secondo il loro costume, con spade e lance, fino a bagnarsi tutti di sangue. 29 Passato il mezzogiorno, quelli ancora agirono da profeti fino al momento dell'offerta del sacrificio, ma non vi fu né voce né risposta né un segno d'attenzione.
30 Elia disse a tutto il popolo: "Avvicinatevi a me!". Tutto il popolo si avvicinò a lui e riparò l'altare del Signore che era stato demolito. 31 Elia prese dodici pietre, secondo il numero delle tribù dei figli di Giacobbe, al quale era stata rivolta questa parola del Signore: "Israele sarà il tuo nome". 32 Con le pietre eresse un altare nel nome del Signore; scavò intorno all'altare un canaletto, della capacità di circa due sea di seme. 33 Dispose la legna, squartò il giovenco e lo pose sulla legna.
34 Quindi disse: "Riempite quattro anfore d'acqua e versatele sull'olocausto e sulla legna!".
Ed essi lo fecero. Egli disse: "Fatelo di nuovo!". Ed essi ripeterono il gesto. Disse ancora: "Fatelo per la terza volta!". Lo fecero per la terza volta. 35 L'acqua scorreva intorno all'altare; anche il canaletto si riempì d'acqua.
36 Al momento dell'offerta del sacrificio si avvicinò il profeta Elia e disse: "Signore, Dio di Abramo, di Isacco e d'Israele, oggi si sappia che tu sei Dio in Israele e che io sono tuo servo e che ho fatto tutte queste cose sulla tua parola. 37 Rispondimi, Signore, rispondimi, e questo popolo sappia che tu, o Signore, sei Dio e che converti il loro cuore!".
38 Cadde il fuoco del Signore e consumò l'olocausto, la legna, le pietre e la cenere, prosciugando l'acqua del canaletto.
39 A tal vista, tutto il popolo cadde con la faccia a terra e disse: "Il Signore è Dio! Il Signore è Dio!".
40 Elia disse loro: "Afferrate i profeti di Baal; non ne scappi neppure uno!". Li afferrarono. Elia li fece scendere al torrente Kison, ove li ammazzò.
41 Elia disse ad Acab: "Va' a mangiare e a bere, perché c'è già il rumore della pioggia torrenziale". 42 Acab andò a mangiare e a bere. Elia salì sulla cima del Carmelo; gettatosi a terra, pose la sua faccia tra le ginocchia.
43 Quindi disse al suo servo: "Sali, presto, guarda in direzione del mare".
Quegli salì, guardò e disse: "Non c'è nulla!".
Elia disse: "Tornaci ancora per sette volte".
44 La settima volta riferì: "Ecco, una nuvola, piccola come una mano d'uomo, sale dal mare".
Elia gli disse: "Va' a dire ad Acab: "Attacca i cavalli e scendi, perché non ti trattenga la pioggia!"".
45 D'un tratto il cielo si oscurò per le nubi e per il vento, e vi fu una grande pioggia. Acab montò sul carro e se ne andò a Izreèl. 46 La mano del Signore fu sopra Elia, che si cinse i fianchi e corse davanti ad Acab finché giunse a Izreèl.
L’incontro con Dio sull’Oreb
19Acab riferì a Gezabele tutto quello che Elia aveva fatto e che aveva ucciso di spada tutti i profeti. 2 Gezabele inviò un messaggero a Elia per dirgli: "Gli dèi mi facciano questo e anche di peggio, se domani a quest'ora non avrò reso la tua vita come la vita di uno di loro".
3 Elia, impaurito, si alzò e se ne andò per salvarsi. Giunse a Betsabea di Giuda. Lasciò là il suo servo. 4 Egli s'inoltrò nel deserto una giornata di cammino e andò a sedersi sotto una ginestra. Desideroso di morire, disse: "Ora basta, Signore! Prendi la mia vita, perché io non sono migliore dei miei padri". 5 Si coricò e si addormentò sotto la ginestra.
Ma ecco che un angelo lo toccò e gli disse: "Àlzati, mangia!". 6 Egli guardò e vide vicino alla sua testa una focaccia, cotta su pietre roventi, e un orcio d'acqua. Mangiò e bevve, quindi di nuovo si coricò.
7 Tornò per la seconda volta l'angelo del Signore, lo toccò e gli disse: "Àlzati, mangia, perché è troppo lungo per te il cammino". 8 Si alzò, mangiò e bevve. Con la forza di quel cibo camminò per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l'Oreb. 9 Là entrò in una caverna per passarvi la notte,
quand'ecco gli fu rivolta la parola del Signore in questi termini: "Che cosa fai qui, Elia?".
10 Egli rispose: "Sono pieno di zelo per il Signore, Dio degli eserciti, poiché gli Israeliti hanno abbandonato la tua alleanza, hanno demolito i tuoi altari, hanno ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto solo ed essi cercano di togliermi la vita".
11 Gli disse: "Esci e férmati sul monte alla presenza del Signore". Ed ecco che il Signore passò.
Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento, un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. 12 Dopo il terremoto, un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera. 13 Come l'udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all'ingresso della caverna.
Ed ecco, venne a lui una voce che gli diceva: "Che cosa fai qui, Elia?".
14 Egli rispose: "Sono pieno di zelo per il Signore, Dio degli eserciti, poiché gli Israeliti hanno abbandonato la tua alleanza, hanno demolito i tuoi altari, hanno ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto solo ed essi cercano di togliermi la vita".
15 Il Signore gli disse: "Su, ritorna sui tuoi passi verso il deserto di Damasco; giunto là, ungerai Cazaèl come re su Aram. 16 Poi ungerai Ieu, figlio di Nimsì, come re su Israele e ungerai Eliseo, figlio di Safat, di Abel-Mecolà, come profeta al tuo posto. 17 Se uno scamperà alla spada di Cazaèl, lo farà morire Ieu; se uno scamperà alla spada di Ieu, lo farà morire Eliseo. 18 Io, poi, riserverò per me in Israele settemila persone, tutti i ginocchi che non si sono piegati a Baal e tutte le bocche che non l'hanno baciato".
La chiamata di Eliseo
19 Partito di lì, Elia trovò Eliseo, figlio di Safat. Costui arava con dodici paia di buoi davanti a sé, mentre egli stesso guidava il dodicesimo. Elia, passandogli vicino, gli gettò addosso il suo mantello. 20 Quello lasciò i buoi e corse dietro a Elia, dicendogli: "Andrò a baciare mio padre e mia madre, poi ti seguirò".
Elia disse: "Va' e torna, perché sai che cosa ho fatto per te".
21 Allontanatosi da lui, Eliseo prese un paio di buoi e li uccise; con la legna del giogo dei buoi fece cuocere la carne e la diede al popolo, perché la mangiasse. Quindi si alzò e seguì Elia, entrando al suo servizio.
Commento
Sperimentare il miracolo del fuoco di Dio
Attraverso l'azione umana di Elia, Dio compie un miracolo straordinario. Questo racconto sottolinea la natura soprannaturale dell'evento.
Tutti noi dovremmo decidere quale tipo di vita vivere, come vivere e chi seguire. Elia dice: "Fino a quando salterete da una parte all'altra? Se il Signore è Dio, seguitelo! Se invece lo è Baal, seguite lui!" (18,21, MSG)
Il profeta lancia loro una sfida. Dice: "Il dio che risponderà col fuoco è Dio!" (v.24)
Servire dèi fatti da mani umane è perfettamente inutile. Gli altri gridano ma "non vi fu né voce né risposta né un segno d'attenzione" (v. 29). Elia invece prega e non ha bisogno di gridare (v.36), perché il Dio che lui prega è il Dio vivente.
Quando preghiamo anche noi possiamo avere la stessa fiducia di Elia, perché anche noi preghiamo il Dio vivente che ci ascolta e agisce in nostro favore.
Ogni volta che preghiamo "Vieni Spirito Santo", chiediamo a Dio di ripetere il miracolo della Pentecoste, con il fuoco di Dio che scende su tutto il popolo. Non abbiamo bisogno di gridare o di suscitare emozioni: dobbiamo semplicemente chiedere.
In risposta alla preghiera di Elia, il fuoco del Signore scende (v.38). Nel vedere tutto questo, il popolo di Dio si prostra e grida: "Il Signore è Dio! Il Signore è Dio!" (v.39)
Quello di Elia è un grande miracolo. Ma Elia non è diverso da noi: è un essere umano come noi (vedi Giacomo 5,17). Dopo questo momento di apice spirituale, ne risente pesantemente: "Si coricò e si addormentò" (1 Re 19,5, MSG). Si sente spaventato, scoraggiato, depresso e desideroso di morire. Dice: "Ora basta, Signore! Prendi la mia vita" (v.4, MSG). Nei momenti di stanchezza e scoraggiamento è più facile sentirsi abusati, incompresi e maltrattati. A volte una buona dormita e un buon pasto sono sufficienti per riprendere forza e vigore.
Elia, però, continua a sentirsi solo (vv.10b.14b) e minacciato.
In realtà non è così perché "in Israele" c’erano "settemila persone" i cui "ginocchi" non si erano "piegati a Baal" (v.18). Ma a volte è facile sentirsi perduti e soli. Ad esempio al lavoro, in famiglia, nella propria comunità o quartiere. Per questo riunirsi assieme, ad esempio la domenica, è così importante. Ci ricordiamo a vicenda che non siamo soli.
Le vie dello Spirito Santo sono docili. Dio parla ad Elia non con un "vento impetuoso e gagliardo", né con un "terremoto", né con un "fuoco", ma con "il sussurro di una brezza leggera" (vv.11-12). Spesso è solo allontanandoci dal rumore che possiamo ascoltare il dolce sussurro di Dio nel profondo del nostro spirito.
Preghiera
Grazie, Signore, Dio dei miracoli, Dio che ha risuscitato Gesù dai morti, Dio che risponde con il fuoco, Dio che fa sgorgare l'acqua dalla roccia e che comunica con un dolce sussurro. Aiutami oggi ad ascoltare la tua voce.
La moglie di Nicky dice
1 Re 19,2
Anche i grandi uomini di Dio vivono momenti di scoraggiamento. Dopo la morte di tutti quei falsi profeti, Elia è esausto. Anche noi spesso ci sentiamo così, stanchi spiritualmente e fisicamente, e bisognosi di essere rinvigoriti. La guarigione di Elia sembra avvenire attraverso il sonno, il cibo e l'esercizio fisico, anche se camminare per quaranta giorni e quaranta notti non è, almeno per me, il modo migliore per riposare. Si avvale anche di un sostegno che lo aiuta ad affrontare il suo senso di isolamento. Ma, soprattutto, sente di nuovo la voce di Dio che gli parla.
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