Giorno 18

Venga il tuo regno

Sapienziali Salmi 10,12-18
Nuovo Testamento Matteo 13,18-35
Antico Testamento Genesi 36,1-37,36

Introduzione

La Regina Elisabetta II ha governato il Regno Unito per settant'anni. È stata la monarca britannica più longeva. Ogni anno, il giorno di Natale, era solita dedicare un messaggio alla nazione. Il 25 dicembre 2020 ha detto: "La luce porta speranza. Gesù è la luce del mondo. Le parole di Gesù sono state la mia luce interiore. Lasciamo che la luce del Natale ci guidi nei tempi che verranno".

In un recente messaggio ha aggiunto: "Alla sua nascita, solo poche persone hanno riconosciuto Gesù. Ora miliardi di persone lo seguono. Il messaggio di Gesù non è mai fuori moda ed è oggi più necessario che mai".

Negli anni passati, ha anche detto: "Miliardi di persone oggi seguono l'insegnamento di Gesù e trovano in lui la luce che guida la loro vita. Io sono una di loro".

La Regina Elisabetta si riferiva ad un altro regno, il regno che Gesù è venuto a stabilire e che di nuovo verrà. Gesù ci ha insegnato a pregare: "Venga il tuo regno" (Matteo 6,10). Il regno è lo spazio di influenza di Dio, dove lui regna e governa.

Sapienziali

Salmi 10,12-18

 12 Sorgi, Signore Dio, alza la tua mano,
  non dimenticare i poveri.

 13 Perché il malvagio disprezza Dio
  e pensa: "Non ne chiederai conto"?

 14 Eppure tu vedi l'affanno e il dolore,
  li guardi e li prendi nelle tue mani.
 A te si abbandona il misero,
  dell'orfano tu sei l'aiuto.

 15 Spezza il braccio del malvagio e dell'empio,
  cercherai il suo peccato e più non lo troverai.

 16 Il Signore è re in eterno, per sempre:
  dalla sua terra sono scomparse le genti.

 17 Tu accogli, Signore, il desiderio dei poveri,
  rafforzi i loro cuori, porgi l'orecchio,

 18 perché sia fatta giustizia all'orfano e all'oppresso,
  e non continui più a spargere terrore l'uomo fatto di terra.

Commento

Pregare per la trasformazione della società

"Il Signore è re in eterno, per sempre" (v.16). Dio è il signore dell'intero universo, è lui che ne ha il pieno controllo. Nel brano si invoca l'aiuto del Signore: "Sorgi, Signore, alza la tua mano" (v.33a, MSG) e si prega che il suo regno possa venire. Quando questo accadrà, “l'uomo fatto di terra” non spargerà più "terrore" (v.39b, MSG).

Il salmista prega in particolare per alcune categorie di persone:

  • gli indifesi
  • gli afflitti
  • quelli che sono nel lutto
  • le vittime
  • gli orfani
  • i senza tetto
  • gli oppressi

Se desideri che il regno di Dio si realizzi su questa terra e che la società cambi e si trasformi, inizia da queste persone. Preoccupati di loro e prenditene cura.

Preghiera

Signore, grazie perché sei il mio re. Oggi voglio innalzare a te coloro che sono nel bisogno. Venga il tuo regno.

Nuovo Testamento

Matteo 13,18-35

18 Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. 19 Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. 20 Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l'accoglie subito con gioia, 21 ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. 22 Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. 23 Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno".

La parabola della zizzania

24 Espose loro un'altra parabola, dicendo: "Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. 25 Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. 26 Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania.

27 Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: "Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?"

28 Ed egli rispose loro: "Un nemico ha fatto questo!"

E i servi gli dissero: "Vuoi che andiamo a raccoglierla?"

29 "No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. 30 Lasciate che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio".

Le parabole del granello di senape e del lievito

31 Espose loro un'altra parabola, dicendo: "Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. 32 Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell'orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami".

33 Disse loro un'altra parabola: "Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata".

34 Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, 35 perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta:

 Aprirò la mia bocca con parabole,
  proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo.

Commento

Continuare a parlare di Gesù

Hai mai parlato di Gesù o del vangelo a qualcuno? Lo sapevi che parlare di Gesù o del vangelo è come deporre un piccolo seme nel cuore delle persone? A volte il seme mette radici, a volte no. La parabola del seminatore dice che non tutti i semi portano frutto. Alcuni non metteranno mai radici (v.19). Altri produrranno soltanto risultati temporanei. Nella vita sono tante le cose che ci allontanano da Dio. A volte sono le difficoltà della vita, altre volte le "preoccupazioni del mondo”, altre ancora ”la seduzione della ricchezza" (vv.21-22).

Eppure, se lo proteggiamo e lo lasciamo crescere, questo seme può fare una grande differenza nella nostra vita e in quella degli altri: "Questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno" (v.23).

Quando penso alle persone che hanno partecipato ad Alpha cinque, dieci o quindici anni fa, è emozionante vedere l'eredità che hanno lasciato. Alcuni hanno addirittura iniziato opere di bene di respiro globale.

Gesù ha parlato molte volte del regno dei cieli e lo ha fatto attraverso parabole (Come era consuetudine nella pratica ebraica, Matteo usa la parola "cieli" anziché "Dio").

Il regno è "adesso" e "non ancora". La parabola della zizzania offre un’immagine sul futuro del regno. Ora grano e zizzania crescono insieme. Un giorno ci sarà un raccolto e con il raccolto un giudizio. Quando Gesù tornerà, il regno dei cieli si rivelerà in tutta la sua pienezza (vv.24-30).

Gesù prosegue poi con una seconda parabola: “Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell'orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami" (vv.31-32).

L'immagine degli uccelli sui rami compare diverse volte nell'Antico Testamento e rappresenta i popoli di tutte le nazioni che diventano parte della famiglia di Dio (vedi Ezechiele 17,22-24; 31,3-14; Daniele 4,9-23). Gesù ci ricorda che il regno dei cieli non è riservato ad una sola nazione, ma a tutti i popoli del mondo.

Ci sono modi diversi di seminare. Ad esempio, i componenti di un piccolo gruppo parlano ad altri della loro esperienza, altri si aggiungono e nasce un nuovo piccolo gruppo (Matteo 13,32). Oppure, un gruppo di una chiesa inizia una missione in un nuovo territorio dando vita ad una nuova chiesa locale (un tipo di missione, questa, nota come church planting). Quello che si semina è spesso qualcosa di piccolo, come un seme di senape. E quando è seminato in un buon terreno del campo, esso cresce (vv.31-32).

Penso ad alcune nuove chiese che sono nate dalla nostra esperienza ed al grande impatto positivo che stanno avendo nella regione in cui sono: "Gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami" (v.32). Il regno dei cieli cresce in modo sempre imprevedibile, a volte con persone che non ti aspetteresti, come lo erano i gentili per il popolo ebraico. In tutto il mondo, il church planting, cioè il far nascere nuove chiese, sta avendo un’enorme influenza. Peter Wagner, un esperto di church planting, ha detto: "Il church planting è la forma di evangelizzazione più efficace conosciuta su questa terra".

Gesù continua a parlare del regno dei cieli paragonandolo al “lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina” (v.33). Per questo non dovremmo mai smettere di essere come il lievito. La nostra presenza e ciò che facciamo può avere un’enorme influenza nella nostra casa, famiglia, scuola, università, fabbrica o ufficio. È così che la società cambia e si trasforma.

Preghiera

Signore, aiutami a diffondere quanti più semi possibili nel mondo, portando a tutti la buona notizia di Gesù. Il tuo regno si realizzi nella mia città, nazione e in tutto il mondo.

Antico Testamento

Genesi 36,1-37,36

Genealogia di Esaù

36 Questa è la discendenza di Esaù, cioè Edom.

2 Esaù prese le sue mogli tra le figlie dei Cananei: Ada, figlia di Elon, l'Ittita; Oolibamà, figlia di Anà, figlio di Sibeon, l'Urrita; 3 Basmat, figlia di Ismaele, sorella di Nebaiòt.

4 Ada partorì a Esaù Elifaz, Basmat partorì Reuèl, 5 Oolibamà partorì Ieus, Ialam e Core. Questi sono i figli di Esaù, che gli nacquero nella terra di Canaan.

6 Poi Esaù prese con sé le mogli, i figli e le figlie e tutte le persone della sua casa, il suo gregge e tutto il suo bestiame e tutti i suoi beni che aveva acquistati nella terra di Canaan e andò in una regione lontano dal fratello Giacobbe. 7 Infatti i loro possedimenti erano troppo grandi perché essi potessero abitare insieme, e il territorio dove soggiornavano come forestieri non bastava a sostenerli a causa del loro bestiame. 8 Così Esaù si stabilì sulle montagne di Seir. Esaù è Edom.

9 Questa è la discendenza di Esaù, padre degli Edomiti, nelle montagne di Seir.

 10 Questi sono i nomi dei figli di Esaù:

  Elifaz, figlio di Ada, moglie di Esaù; Reuèl, figlio di Basmat, moglie di Esaù.

 11 I figli di Elifaz furono:

  Teman, Omar, Sefò, Gatam, Kenaz.

 12 Timna era concubina di Elifaz, figlio di Esaù, e gli generò Amalèk. Questi sono i figli di Ada, moglie di Esaù.

 13 Questi sono i figli di Reuèl:

  Nacat e Zerach, Sammà e Mizzà. Questi furono i figli di Basmat, moglie di Esaù.

 14 Questi furono i figli di Oolibamà, moglie di Esaù, figlia di Anà, figlio di Sibeon;

  ella partorì a Esaù Ieus, Ialam e Core.

15 Questi sono i capi dei figli di Esaù:

 i figli di Elifaz primogenito di Esaù:

  il capo di Teman, il capo di Omar, il capo di Sefò, il capo di Kenaz, 16 il capo di Core, il capo di Gatam, il capo di Amalèk. Questi sono i capi di Elifaz nel territorio di Edom: questi sono i figli di Ada.

 17 Questi sono i figli di Reuèl, figlio di Esaù:

  il capo di Nacat, il capo di Zerach, il capo di Sammà, il capo di Mizzà. Questi sono i capi di Reuèl nel territorio di Edom; questi sono i figli di Basmat, moglie di Esaù.

 18 Questi sono i figli di Oolibamà, moglie di Esaù:   il capo di Ieus, il capo di Ialam, il capo di Core. Questi sono i capi di Oolibamà, figlia di Anà, moglie di Esaù.

19 Questi sono i figli di Esaù e questi i loro capi. Questo è il popolo degli Edomiti.

20 Questi sono i figli di Seir l'Urrita, che abitano la regione:

  Lotan, Sobal, Sibeon, Anà, 21 Dison, Eser e Disan. Questi sono i capi degli Urriti, figli di Seir, nel territorio di Edom.

 22 I figli di Lotan

  furono Orì e Emam e la sorella di Lotan era Timna.

 23 I figli di Sobal sono

  Alvan, Manàcat, Ebal, Sefò e Onam.

 24 I figli di Sibeon sono

  Aià e Anà; fu proprio Anà che trovò le sorgenti calde nel deserto, mentre pascolava gli asini del padre Sibeon.

 25 I figli di Anà sono

  Dison e Oolibamà.

 26 I figli di Dison sono

  Chemdan, Esban, Itran e Cheran.

 27 I figli di Eser sono

  Bilan, Zaavan e Akan.

 28 I figli di Disan sono

  Us e Aran.

 29 Questi sono i capi degli Urriti:

  il capo di Lotan, il capo di Sobal, il capo di Sibeon, il capo di Anà, 30 il capo di Dison, il capo di Eser, il capo di Disan. Questi sono i capi degli Urriti, secondo le loro tribù nella regione di Seir.

I Re di Edom

31 Questi sono i re che regnarono nel territorio di Edom, prima che regnasse un re sugli Israeliti.

 32 Regnò dunque in Edom Bela, figlio di Beor, e la sua città si chiamava Dinaba.

 33Bela morì e al suo posto regnò Iobab, figlio di Zerach, da Bosra.

 34Iobab morì e al suo posto regnò Cusam, del territorio dei Temaniti.

 35 Cusam morì e al suo posto regnò Adad, figlio di Bedad, colui che vinse i Madianiti nelle steppe di Moab; la sua città si chiamava Avìt.

 36 Adad morì e al suo posto regnò Samla da Masrekà.

 37 Samla morì e al suo posto regnò Saul da Recobòt-Naar.

 38 Saul morì e al suo posto regnò Baal-Canan, figlio di Acbor.

 39 Baal-Canan, figlio di Acbor, morì e al suo posto regnò Adar: la sua città si chiama Pau e la moglie si chiamava Meetabèl, figlia di Matred, figlia di Me-Zaab.

40 Questi sono i nomi dei capi di Esaù, secondo le loro famiglie, le loro località, con i loro nomi:

 il capo di Timna, il capo di Alva, il capo di Ietet, 41 il capo di Oolibamà, il capo di Ela, il capo di Pinon, 42 il capo di Kenaz, il capo di Teman, il capo di Mibsar, 43 il capo di Magdièl, il capo di Iram. Questi sono i capi di Edom secondo le loro sedi nel territorio di loro proprietà.

È questi, Esaù, il padre degli Edomiti.

I sogni di Giuseppe

37 Giacobbe si stabilì nella terra dove suo padre era stato forestiero, nella terra di Canaan.

2 Questa è la discendenza di Giacobbe.

Giuseppe all'età di diciassette anni pascolava il gregge con i suoi fratelli. Essendo ancora giovane, stava con i figli di Bila e i figli di Zilpa, mogli di suo padre. Ora Giuseppe riferì al padre di chiacchiere maligne su di loro.

3 Israele amava Giuseppe più di tutti i suoi figli, perché era il figlio avuto in vecchiaia, e gli aveva fatto una tunica con maniche lunghe. 4 I suoi fratelli, vedendo che il loro padre amava lui più di tutti i suoi figli, lo odiavano e non riuscivano a parlargli amichevolmente.

5 Ora Giuseppe fece un sogno e lo raccontò ai fratelli, che lo odiarono ancora di più. 6 Disse dunque loro: "Ascoltate il sogno che ho fatto. 7 Noi stavamo legando covoni in mezzo alla campagna, quand'ecco il mio covone si alzò e restò diritto e i vostri covoni si posero attorno e si prostrarono davanti al mio".

8 Gli dissero i suoi fratelli: "Vuoi forse regnare su di noi o ci vuoi dominare?" Lo odiarono ancora di più a causa dei suoi sogni e delle sue parole.

9 Egli fece ancora un altro sogno e lo narrò ai fratelli e disse: "Ho fatto ancora un sogno, sentite: il sole, la luna e undici stelle si prostravano davanti a me".

10 Lo narrò dunque al padre e ai fratelli. Ma il padre lo rimproverò e gli disse: "Che sogno è questo che hai fatto! Dovremo forse venire io, tua madre e i tuoi fratelli a prostrarci fino a terra davanti a te?".

11 I suoi fratelli perciò divennero invidiosi di lui, mentre il padre tenne per sé la cosa.

Giuseppe venduto dai fratelli

12 I suoi fratelli erano andati a pascolare il gregge del loro padre a Sichem. 13 Israele disse a Giuseppe: "Sai che i tuoi fratelli sono al pascolo a Sichem? Vieni, ti voglio mandare da loro".

Gli rispose: "Eccomi!"

14 Gli disse: "Va' a vedere come stanno i tuoi fratelli e come sta il bestiame, poi torna a darmi notizie".

Lo fece dunque partire dalla valle di Ebron ed egli arrivò a Sichem. 15 Mentre egli si aggirava per la campagna, lo trovò un uomo, che gli domandò: "Che cosa cerchi?"

16 Rispose: "Sono in cerca dei miei fratelli. Indicami dove si trovano a pascolare".

17 Quell'uomo disse: "Hanno tolto le tende di qui; li ho sentiti dire: "Andiamo a Dotan!""

Allora Giuseppe ripartì in cerca dei suoi fratelli e li trovò a Dotan. 18 Essi lo videro da lontano e, prima che giungesse vicino a loro, complottarono contro di lui per farlo morire.

19 Si dissero l'un l'altro: "Eccolo! È arrivato il signore dei sogni! 20 Orsù, uccidiamolo e gettiamolo in una cisterna! Poi diremo: "Una bestia feroce l'ha divorato!". Così vedremo che ne sarà dei suoi sogni!"

21 Ma Ruben sentì e, volendo salvarlo dalle loro mani, disse: "Non togliamogli la vita". 22 Poi disse loro: "Non spargete il sangue, gettatelo in questa cisterna che è nel deserto, ma non colpitelo con la vostra mano": egli intendeva salvarlo dalle loro mani e ricondurlo a suo padre.

23 Quando Giuseppe fu arrivato presso i suoi fratelli, essi lo spogliarono della sua tunica, quella tunica con le maniche lunghe che egli indossava, 24 lo afferrarono e lo gettarono nella cisterna: era una cisterna vuota, senz'acqua.

25 Poi sedettero per prendere cibo. Quand'ecco, alzando gli occhi, videro arrivare una carovana di Ismaeliti provenienti da Gàlaad, con i cammelli carichi di resina, balsamo e làudano, che andavano a portare in Egitto.

26 Allora Giuda disse ai fratelli: "Che guadagno c'è a uccidere il nostro fratello e a coprire il suo sangue? 27 Su, vendiamolo agli Ismaeliti e la nostra mano non sia contro di lui, perché è nostro fratello e nostra carne". I suoi fratelli gli diedero ascolto.

28 Passarono alcuni mercanti madianiti; essi tirarono su ed estrassero Giuseppe dalla cisterna e per venti sicli d'argento vendettero Giuseppe agli Ismaeliti. Così Giuseppe fu condotto in Egitto.

29 Quando Ruben tornò alla cisterna, ecco, Giuseppe non c'era più. Allora si stracciò le vesti, 30 tornò dai suoi fratelli e disse: "Il ragazzo non c'è più; e io, dove andrò?"

31 Allora presero la tunica di Giuseppe, sgozzarono un capro e intinsero la tunica nel sangue. 32 Poi mandarono al padre la tunica con le maniche lunghe e gliela fecero pervenire con queste parole: "Abbiamo trovato questa; per favore, verifica se è la tunica di tuo figlio o no".

33 Egli la riconobbe e disse: "È la tunica di mio figlio! Una bestia feroce l'ha divorato. Giuseppe è stato sbranato".

34 Giacobbe si stracciò le vesti, si pose una tela di sacco attorno ai fianchi e fece lutto sul suo figlio per molti giorni. 35 Tutti i figli e le figlie vennero a consolarlo, ma egli non volle essere consolato dicendo: "No, io scenderò in lutto da mio figlio negli inferi". E il padre suo lo pianse.

36 Intanto i Madianiti lo vendettero in Egitto a Potifàr, eunuco del faraone e comandante delle guardie.

Commento

Prostrarsi davanti al Re dei re

Con il brano di oggi inizia la storia di Giuseppe. Giuseppe è uno dei figli di Israele, quello che Israele ama di più (37,3). I suoi fratelli sono gelosi di lui. Giuseppe è inoltre famoso per i suoi sogni. In uno di questi vede uno dei suoi fratelli prostrarsi davanti a lui (vv.7-9).

A volte Dio ci parla attraverso i sogni e così fa anche con Giuseppe (vv.5-9). Attraverso i sogni, Giuseppe conosce il suo futuro e ciò che Dio avrebbe fatto con la sua vita.

Tuttavia, sbandierare ai quattro venti i propri sogni e progetti non è saggio. Giuseppe ha 17 anni (v.2), è inesperto. Commette l'errore di rivelare i suoi sogni a tutti, suscitando così ancora più odio (vv.5-8) e invidia (v.11) tra i fratelli. Questi gli chiedono: "Vuoi forse regnare su di noi o ci vuoi dominare?" (v.8a) Non riescono a sopportare l'idea che Giuseppe sogni di diventare loro re.

In un secondo sogno, Giuseppe vede tutti i suoi fratelli prostrarsi davanti a lui (v.9). Suo padre, saggiamente, osserva e valuta in silenzio (v.11, AMP). Se non sai come interpretare un sogno o una visione che ritieni possa essere ispirata da Dio, la cosa più saggia da fare è ponderare tutto nel tuo cuore (vedi Luca 2,19).

Ma Giuseppe non fa esattamente così. Di nuovo, imprudentemente, racconta tutto ai suoi fratelli e questi si arrabbiano (Genesi 37,11) a tal punto da decidere di ucciderlo (v.18). Viene così venduto ai madianiti che a loro volta lo rivendono a Potifar, un ufficiale del faraone in Egitto, capitano delle guardie (v.36). Giuseppe passa così sotto un nuovo re, il re d'Egitto.

La sua ingenuità nel rivelare i propri sogni ai fratelli costano a Giuseppe anni di difficoltà e afflizioni. Ma in queste afflizioni, Dio è presente, rafforza il suo carattere e lo prepara al compito della sua vita.

L'immagine di regalità che incontriamo nell'Antico Testamento è anticipazione della regalità di Dio che troviamo nel Nuovo Testamento. Nel brano di oggi incontriamo una schiera di governanti umani: dai re e capi di Edom (36,31-43) ai faraoni d'Egitto (37,36). Ma scopriamo anche che Dio è superiore a tutti i governanti terreni.

Nella storia di Giuseppe, troviamo un insieme di colpi di scena apparentemente bizzarri e casuali, ma che in realtà rivelano la presenza e guida di Dio (come nei sogni di Giuseppe), perché tutto contribuisce ad attuare i suoi progetti (50,20).

Giuseppe è un'immagine di Cristo: la sua vita è un'anticipazione della vita di Gesù. Ma a differenza di Giuseppe, Gesù conosceva bene il progetto che Dio aveva attraverso di lui.

In questo passaggio, hanno inoltre inizio delle similitudini tra Giuseppe e Gesù. Le persone si prostrano ai piedi di Giuseppe (37,7-9), anticipazione di quando ogni ginocchio si piegherà davanti al Signore Gesù, nei cieli, sulla terra e sotto terra (Filippesi 2,10; Apocalisse 19,4-6).

Quando riconosciamo la regalità di Gesù, ci prostriamo ai suoi piedi e ne facciamo re assoluto della nostra vita, tutto cambia. E tutto ciò di umano che ci spaventa o preoccupa, come ad esempio un insegnante difficile, un capo ufficio terribile, un governo opprimente, ci appare più leggero e ridimensionato.

Preghiera

Signore Gesù Cristo, Re dei re, grazie perché mi dai la possibilità di seguirti e di avere te come mio re. Oggi desidero inchinarmi davanti a te e riconoscerti come mio Signore. Venga il tuo regno.

La moglie di Nicky dice

Genesi 36,1-37,36

A Giacobbe farebbe bene la lettura del libro The Parenting Book di Nicky e Sila Lee. Se fai preferenze tra i tuoi figli, è chiaro che prima o poi avrai dei problemi. Ma Dio non si ferma ai nostri errori. A volte, sono proprio i nostri errori che ci insegnano di più e ci aiutano a raggiungere i traguardi più grandi.

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Riferimenti

Salvo diversa indicazione, le citazioni delle Scritture sono tratte dalla Sacra Bibbia Italiana Cattolica, testo CEI 2008 a cura della Conferenza Episcopale Italiana. Utilizzata con permesso.

Copyright © 2008 — 2019 Diritti d'autore riservati su testo e commento Fondazione di Religione Santi Francesco d’Assisi e Caterina da Siena.

Le citazioni della Scrittura indicate con (MSG, AMP, NIVUK, NKJV, NLT, ecc.) riportano comunque il testo CEI®. Indicano i testi qui di seguito elencati a cui si rimanda per ulteriori approfondimenti.

NIV - New International Version Anglicised - Copyright © 1979, 1984, 2011 Biblica, già International Bible Society
MSG - The Message - Copyright © 1993, 1994, 1995, 1996, 2000, 2001, 2002.
AMP - Amplified® Bible, Copyright © 1954, 1958, 1962, 1964, 1965, 1987 - Casa Editrice The Lockman Foundation NKJV - New King James Version®. Copyright © 1982 - Casa Editrice Thomas Nelson NLT - New Living Translation - Copyright © 1996, 2004, 2015, 2017 - Casa Editrice Tyndale House Fondation

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