Incontri tra potenze
Introduzione
Alcuni anni fa, un giovane avvocato partecipò ad un nostro piccolo gruppo Alpha. La prima sera ci disse di essere ateo e che era venuto con l'unico scopo di disturbare il piccolo gruppo, cosa che cercava di fare ogni sera. A differenza di molti che arrivano con questo intento, il suo atteggiamento non cambiò affatto durante il corso.
Dopo il talk sul tema "Come posso resistere al male?", una giovane donna, che non era cristiana, disse di non credere assolutamente al potere del male. Lo considerava qualcosa di incomprensibile ed inaccettabile.
Quella sera, il giovane avvocato si arrabbiò moltissimo e senza un motivo apparente. Minacciò fisicamente uno degli helper del nostro gruppo. Sembrava come guidato da una forza demoniaca. La giovane donna vide tutto. E nella reazione gentile e contenuta dell'helper, vide la potenza di Dio. In quel momento, i suoi occhi si aprirono sull'intero mondo spirituale. Quella sera, quella giovane donna aprì il suo cuore alla fede in Gesù.
John Wimber ha definito gli "incontri tra potenze" come lo scontro tra il regno di Dio e il regno di Satana.
L'apostolo Paolo scrive: "La nostra battaglia infatti non è contro la carne e il sangue, ma... contro gli spiriti del male" (Efesini 6,12). La potenza di Dio in noi è molto più grande della potenza del male.
Salmi 78,32-39
32 Con tutto questo, peccarono ancora
e non ebbero fede nelle sue meraviglie.
33 Allora consumò in un soffio i loro giorni
e i loro anni nel terrore.
34 Quando li uccideva, lo cercavano
e tornavano a rivolgersi a lui,
35 ricordavano che Dio è la loro roccia
e Dio, l'Altissimo, il loro redentore;
36 lo lusingavano con la loro bocca,
ma gli mentivano con la lingua:
37 il loro cuore non era costante verso di lui
e non erano fedeli alla sua alleanza.
38 Ma lui, misericordioso,
perdonava la colpa,
invece di distruggere.
Molte volte trattenne la sua ira
e non scatenò il suo furore;
39 ricordava che essi sono di carne,
un soffio che va e non ritorna.
Commento
Comprendere la natura del male
Dio vuole che impariamo dai nostri errori e che smettiamo di ripetere gli stessi peccati. Il popolo di Dio, nonostante tutto quello che Dio aveva fatto per loro, "peccarono ancora" (v.32a).
Nel suo amore per noi, Dio rispetta la nostra libertà. Pur avendo il potere di passare sopra alla nostra libertà, non lo fa. Nei confronti del suo popolo, agisce in modo soprannaturale. Eppure, "non ebbero fede nelle sue meraviglie" (v.32b).
Li riprende, li corregge e per un po' ritornano a lui (v.34). Ma poi "lo lusingavano con la loro bocca, ma gli mentivano con la lingua: il loro cuore non era costante verso di lui e non erano fedeli alla sua alleanza" (vv.36-37, MSG). Dio però non smette di mostrare compassione e misericordia, di perdonare la loro "colpa" (v.38).
A volte ci chiediamo: ma perché il male spesso sembra prevalere nonostante la potenza di Dio? In questo brano possiamo trovare parte della risposta. Non si tratta semplicemente di un incontro tra potenza di Dio e potenza del male. Umanità e libertà umana sono parte dell'equazione. L'apostolo Giacomo scrive: "Ciascuno piuttosto è tentato dalle proprie passioni, che lo attraggono e lo seducono" (Giacomo 1,14).
Nel leggere della potenza di Dio in questo salmo, è bello ricordare che, attraverso lo Spirito Santo, quella potenza ora vive in noi.
Preghiera
Signore, grazie per la tua misericordia, il tuo perdono e per la potenza dello Spirito Santo che vive in me. Aiutami ad esserti fedele sempre (Salmi 78,37).
Atti degli Apostoli 18,9-19,13
9 Una notte, in visione, il Signore disse a Paolo: "Non aver paura; continua a parlare e non tacere, 10 perché io sono con te e nessuno cercherà di farti del male: in questa città io ho un popolo numeroso". 11 Così Paolo si fermò un anno e mezzo, e insegnava fra loro la parola di Dio.
12 Mentre Gallione era proconsole dell'Acaia, i Giudei insorsero unanimi contro Paolo e lo condussero davanti al tribunale 13 dicendo: "Costui persuade la gente a rendere culto a Dio in modo contrario alla Legge".
14 Paolo stava per rispondere, ma Gallione disse ai Giudei: "Se si trattasse di un delitto o di un misfatto, io vi ascolterei, o Giudei, come è giusto. 15 Ma se sono questioni di parole o di nomi o della vostra Legge, vedetevela voi: io non voglio essere giudice di queste faccende". 16 E li fece cacciare dal tribunale. 17 Allora tutti afferrarono Sòstene, capo della sinagoga, e lo percossero davanti al tribunale, ma Gallione non si curava affatto di questo.
Paolo lascia la Grecia
18 Paolo si trattenne ancora diversi giorni, poi prese congedo dai fratelli e s'imbarcò diretto in Siria, in compagnia di Priscilla e Aquila. A Cencre si era rasato il capo a causa di un voto che aveva fatto. 19 Giunsero a Èfeso, dove lasciò i due coniugi e, entrato nella sinagoga, si mise a discutere con i Giudei. 20 Questi lo pregavano di fermarsi più a lungo, ma non acconsentì. 21 Tuttavia congedandosi disse: "Ritornerò di nuovo da voi, se Dio vorrà"; quindi partì da Èfeso. 22 Sbarcato a Cesarèa, salì a Gerusalemme a salutare la Chiesa e poi scese ad Antiòchia.
23 Trascorso là un po' di tempo, partì: percorreva di seguito la regione della Galazia e la Frìgia, confermando tutti i discepoli.
24 Arrivò a Èfeso un Giudeo, di nome Apollo, nativo di Alessandria, uomo colto, esperto nelle Scritture. 25 Questi era stato istruito nella via del Signore e, con animo ispirato, parlava e insegnava con accuratezza ciò che si riferiva a Gesù, sebbene conoscesse soltanto il battesimo di Giovanni. 26 Egli cominciò a parlare con franchezza nella sinagoga. Priscilla e Aquila lo ascoltarono, poi lo presero con sé e gli esposero con maggiore accuratezza la via di Dio.
27 Poiché egli desiderava passare in Acaia, i fratelli lo incoraggiarono e scrissero ai discepoli di fargli buona accoglienza. Giunto là, fu molto utile a quelli che, per opera della grazia, erano divenuti credenti. 28 Confutava infatti vigorosamente i Giudei, dimostrando pubblicamente attraverso le Scritture che Gesù è il Cristo.
Paolo nella città di Efeso
19Mentre Apollo era a Corinto, Paolo, attraversate le regioni dell'altopiano, scese a Èfeso. Qui trovò alcuni discepoli 2 e disse loro: "Avete ricevuto lo Spirito Santo quando siete venuti alla fede?".
Gli risposero: "Non abbiamo nemmeno sentito dire che esista uno Spirito Santo".
3 Ed egli disse: "Quale battesimo avete ricevuto?".
"Il battesimo di Giovanni", risposero.
4 Disse allora Paolo: "Giovanni battezzò con un battesimo di conversione, dicendo al popolo di credere in colui che sarebbe venuto dopo di lui, cioè in Gesù". 5 Udito questo, si fecero battezzare nel nome del Signore Gesù 6 e, non appena Paolo ebbe imposto loro le mani, discese su di loro lo Spirito Santo e si misero a parlare in lingue e a profetare. 7 Erano in tutto circa dodici uomini.
8 Entrato poi nella sinagoga, vi poté parlare liberamente per tre mesi, discutendo e cercando di persuadere gli ascoltatori di ciò che riguarda il regno di Dio. 9 Ma, poiché alcuni si ostinavano e si rifiutavano di credere, dicendo male in pubblico di questa Via, si allontanò da loro, separò i discepoli e continuò a discutere ogni giorno nella scuola di Tiranno. 10 Questo durò per due anni, e così tutti gli abitanti della provincia d'Asia, Giudei e Greci, poterono ascoltare la parola del Signore.
11 Dio intanto operava prodigi non comuni per mano di Paolo, 12 al punto che mettevano sopra i malati fazzoletti o grembiuli che erano stati a contatto con lui e le malattie cessavano e gli spiriti cattivi fuggivano.
13 Alcuni Giudei, che erano esorcisti itineranti, provarono anch'essi a invocare il nome del Signore Gesù sopra quanti avevano spiriti cattivi, dicendo: "Vi scongiuro per quel Gesù che Paolo predica!".
Commento
Autorità sul potere del male
Ricolmo della forza dello Spirito Santo, l'apostolo Paolo si scontra con le potenze del male. Affronta i Giudei che "insorsero unanimi" (18,12). In visione, il Signore dice a Paolo: "Non aver paura; continua a parlare e non tacere, perché io sono con te e nessuno cercherà di farti del male" (vv.9-10). "Così Paolo si fermò un anno e mezzo, e insegnava fra loro la parola di Dio" (v.11, MSG).
Il fatto che il Signore parli a Paolo in questo modo è probabilmente per incoraggiarlo di fronte alla tentazione della paura, del rinunciare a parlare e del tacere. Il male lo sta attaccando. Sta per essere trascinato di nuovo in tribunale con accuse inventate. Questo incoraggiamento di Dio è anche per noi, a non arrenderci mai di fronte all'opposizione.
Paolo vede davanti a sé uno scontro tra potenze del bene e del male: "Dio intanto operava prodigi non comuni per mano di Paolo, al punto che mettevano sopra i malati fazzoletti o grembiuli che erano stati a contatto con lui e le malattie cessavano e gli spiriti cattivi fuggivano" (19,11-12).
La potenza di Dio accompagna il ministero di Paolo in modo così evidente che anche le persone non cristiane iniziano "a invocare il nome del Signore Gesù sopra quanti avevano spiriti cattivi, dicendo: 'Vi scongiuro per quel Gesù che Paolo predica!'" (v.13) Come vedremo nella giornata di domani, questo tipo di approccio è molto pericoloso (vv.14-16). Il tentativo di "sfruttare la potenza" del nome di Gesù da parte di questi esorcisti ebrei avrà conseguenze disastrose.
Paolo vince il potere del male attraverso il potere di Gesù di compiere miracoli. I miracoli sono parte del modo multiforme con cui lo Spirito Santo accompagna il suo ministero. Paolo svolge il suo ministero con:
1. Insegnamento
"Così Paolo si fermò un anno e mezzo, e insegnava fra loro la parola di Dio" (18,11, MSG).
2. Guida
Paolo trascorre molto tempo a confermare "tutti i discepoli" (v.23). Aquila e Priscilla sono probabilmente tra le guide che egli forma. Spesso, coloro che sono stati guidati bene diventano le migliori guide per gli altri.
Ad esempio, Priscilla e Aquila diventano guida di Apollo. Apollo è un "uomo colto, esperto nelle Scritture". "Questi era stato istruito nella via del Signore e, con animo ispirato, parlava e insegnava con accuratezza" (vv.24-25, MSG).
"Priscilla e Aquila lo ascoltarono, poi lo presero con sé e gli esposero con maggiore accuratezza la via di Dio" (v. 26). Sotto la loro guida, il ministero di Apollo diviene ancora più efficace: "Fu molto utile a quelli che, per opera della grazia, erano divenuti credenti" (v.27).
3. Imponendo le mani
In questo brano, osserviamo un esempio di "ministero" nella potenza dello Spirito Santo. "Non appena Paolo ebbe imposto loro \[gli Efesini\] le mani, discese su di loro lo Spirito Santo e si misero a parlare in lingue e a profetare" (19,6). Ad ogni Weekend Alpha il team vive l'immenso privilegio di imporre le mani sulle persone e di pregare perché siano riempite di Spirito Santo.
4. Discutendo
Paolo "continuò a discutere ogni giorno nella scuola di Tiranno" (v.9). La conversazione o discussione nei piccoli gruppi ad Alpha è la parte più importante del corso. Offre alle persone l'opportunità di esplorare, discutere e iniziare a trovare risposte alle proprie domande.
5. Apologetica
Parte della discussione riguarda "l'apologetica". Questo termine deriva dalla parola "apologia", che significa discorso a difesa. Durante il processo, Paolo cerca di difendersi (26,2), presentando una base razionale della fede cristiana contro obiezioni e travisamenti.
Paolo si mette "a discutere" con loro (18,19). È scritto: "Poté parlare liberamente per tre mesi, discutendo e cercando di persuadere gli ascoltatori di ciò che riguarda il regno di Dio" (19,8, AMP). Lo stesso fa Apollo, il quale, in un dibattito pubblico, dimostra "pubblicamente attraverso le Scritture che Gesù è il Cristo" (18,28).
Preghiera
Signore, aiutaci a servire come Paolo nella potenza dello Spirito proclamando la parola di Dio e vincendo la potenza del male nel nome di Gesù.
1 Re 20,1-21,29
Ben-Adàd contro gli Aramei
20Ben-Adàd, re di Aram, radunò tutto il suo esercito; con lui c'erano trentadue re con cavalli e carri. Egli salì contro Samaria per cingerla d'assedio ed espugnarla. 2 Inviò messaggeri in città ad Acab, re d'Israele, 3 per dirgli: "Così dice Ben-Adàd: Il tuo argento e il tuo oro appartengono a me e le tue donne e i tuoi figli migliori sono per me".
4 Il re d'Israele rispose: "Avvenga secondo la tua parola, o re, mio signore; io e quanto possiedo siamo tuoi".
5 Ma i messaggeri tornarono di nuovo e dissero: "Così dice Ben-Adàd, che ci manda a te: "Mi consegnerai il tuo argento, il tuo oro, le tue donne e i tuoi figli. 6 Domani, a quest'ora, manderò da te i miei servi che perquisiranno la tua casa e le case dei tuoi servi; essi prenderanno tutto ciò che è prezioso agli occhi tuoi e lo porteranno via"".
7 Il re d'Israele convocò tutti gli anziani del paese, ai quali disse: "Sappiate e vedete come costui ci voglia fare del male. Difatti mi ha mandato a chiedere le mie donne e i miei figli, il mio argento e il mio oro e io non gli ho opposto rifiuto".
8 Tutti gli anziani e tutto il popolo gli dissero: "Non ascoltarlo e non consentire!".
9 Egli disse ai messaggeri di Ben-Adàd: "Dite al re, mio signore: "Quanto hai imposto prima al tuo servo lo farò, ma la nuova richiesta non posso soddisfarla"". I messaggeri andarono a riferire la risposta.
10 Ben-Adàd allora gli mandò a dire: "Gli dèi mi facciano questo e anche di peggio, se la polvere di Samaria basterà per riempire il pugno di coloro che mi seguono".
11 Il re d'Israele rispose: "Riferitegli: "Chi cinge le armi non si vanti come chi le depone"".
12 Nell'udire questa risposta - egli stava insieme con i re a bere sotto le tende - disse ai suoi ufficiali: "Circondate la città!". Ed essi la circondarono.
Vittoria di Acab
13 Ed ecco un profeta si avvicinò ad Acab, re d'Israele, per dirgli: "Così dice il Signore: "Vedi tutta questa moltitudine immensa? Ebbene oggi la metto nella tua mano; saprai che io sono il Signore"".
14 Acab disse: "Per mezzo di chi?".
Quegli rispose: "Così dice il Signore: "Per mezzo dei giovani dei capi delle province"".
Domandò: "Chi attaccherà la battaglia?".
Rispose: "Tu!".
15 Acab ispezionò i giovani dei capi delle province: erano duecentotrentadue. Dopo di loro ispezionò tutto il popolo, tutti gli Israeliti: erano settemila. 16 A mezzogiorno fecero una sortita. Ben-Adàd stava bevendo e ubriacandosi sotto le tende, insieme con i trentadue re che lo aiutavano. 17 Per primi uscirono i giovani dei capi delle province.
Ben-Adàd mandò a vedere e gli fu riferito: "Alcuni uomini sono usciti da Samaria!".
18 Quegli disse: "Se sono usciti per la pace, catturateli vivi; se sono usciti per la guerra, catturateli ugualmente vivi".
19 Quelli usciti dalla città erano i giovani dei capi delle province seguiti dall'esercito; 20 ognuno di loro uccise chi gli si fece davanti. Gli Aramei fuggirono, inseguiti da Israele. Ben-Adàd, re di Aram, si mise in salvo a cavallo insieme con alcuni cavalieri. 21 Uscì quindi il re d'Israele, che colpì i cavalli e i carri e inflisse ad Aram una grande sconfitta.
22 Allora il profeta si avvicinò al re d'Israele e gli disse: "Su, sii forte; sappi e vedi quanto dovrai fare, perché l'anno prossimo il re di Aram salirà contro di te".
23 Ma i servi del re di Aram gli dissero: "Il loro Dio è un Dio dei monti; per questo ci sono stati superiori; se combatteremo contro di loro in pianura, certamente saremo superiori a loro. 24 Fa' così: ritira i re, ognuno dal suo luogo, e sostituiscili con governatori. 25 Tu prepara un esercito come quello che ti è venuto meno: cavalli come quei cavalli e carri come quei carri; quindi combatteremo contro di loro in pianura. Certamente saremo superiori a loro". Egli ascoltò la loro voce e agì in tal modo.
26 L'anno dopo, Ben-Adàd ispezionò gli Aramei, quindi andò ad Afek per attaccare gli Israeliti. 27 Gli Israeliti, ispezionati e approvvigionati, mossero loro incontro, accampandosi di fronte; sembravano due piccoli greggi di capre, mentre gli Aramei riempivano la regione.
28 Un uomo di Dio si avvicinò al re d'Israele e gli disse: "Così dice il Signore: "Poiché gli Aramei hanno affermato: Il Signore è Dio dei monti e non Dio delle valli, io metterò in mano tua tutta questa moltitudine immensa; così saprete che io sono il Signore"".
29 Per sette giorni stettero accampati gli uni di fronte agli altri. Al settimo giorno si arrivò alla battaglia. Gli Israeliti in un giorno uccisero centomila fanti aramei. 30 I superstiti fuggirono ad Afek, nella città, le cui mura caddero sui ventisettemila superstiti. Ben-Adàd fuggì e, entrato nella città, cercava rifugio da una stanza all'altra.
31 I suoi servi gli dissero: "Ecco, abbiamo sentito che i re della casa d'Israele sono re clementi. Indossiamo sacchi ai fianchi e mettiamoci corde sulla testa e usciamo incontro al re d'Israele. Forse ti lascerà in vita".
32 Si legarono sacchi ai fianchi e corde sulla testa, quindi si presentarono al re d'Israele e dissero: "Il tuo servo Ben-Adàd dice: "Possa io vivere!"".
Quello domandò: "È ancora vivo? Egli è mio fratello!".
33 Gli uomini vi scorsero un buon auspicio, si affrettarono a strappargli una decisione. Dissero: "Ben-Adàd è tuo fratello!".
Quello soggiunse: "Andate a prenderlo". Ben-Adàd si recò da lui, che lo fece salire sul carro.
34 Ben-Adàd gli disse: "Restituirò le città che mio padre ha preso a tuo padre; tu potrai disporre di mercati in Damasco come mio padre ne aveva in Samaria".
Ed egli: "Io ti lascerò andare con questo patto". E concluse con lui il patto e lo lasciò andare.
Un profeta condanna Acab
35 Allora uno dei figli dei profeti disse al compagno per ordine del Signore: "Colpiscimi!". L'uomo si rifiutò di colpirlo.
36 Quello disse: "Poiché non hai obbedito alla voce del Signore, appena sarai andato via da me, ti colpirà il leone". Se ne andò via da lui, il leone lo trovò e lo colpì.
37 Quello, trovato un altro uomo, gli disse: "Colpiscimi!". E quello lo colpì e lo ferì. 38 Il profeta andò ad attendere il re sulla strada, dopo essersi reso irriconoscibile con una benda agli occhi. 39 Quando passò il re, gli gridò: "Il tuo servo era nel cuore della battaglia, ed ecco un uomo fuggì; qualcuno lo condusse da me, dicendomi: "Fa' la guardia a quest'uomo: se per disgrazia verrà a mancare, la tua vita sostituirà la sua oppure dovrai pagare un talento d'argento". 40 Mentre il tuo servo era occupato qua e là, quello scomparve".
Il re d'Israele disse a lui: "La tua condanna è giusta; hai deciso tu stesso!".
41 Ma egli immediatamente si tolse la benda dagli occhi e il re d'Israele riconobbe che era uno dei profeti. 42 Costui gli disse: "Così dice il Signore: "Poiché hai lasciato andare libero quell'uomo da me votato allo sterminio, la tua vita sostituirà la sua, il tuo popolo sostituirà il suo popolo"". 43 Il re d'Israele rientrò a casa amareggiato e irritato ed entrò in Samaria.
La vigna di Nabot
21In seguito avvenne questo episodio. Nabot di Izreèl possedeva una vigna che era a Izreèl, vicino al palazzo di Acab, re di Samaria. 2 Acab disse a Nabot: "Cedimi la tua vigna; ne farò un orto, perché è confinante con la mia casa. Al suo posto ti darò una vigna migliore di quella, oppure, se preferisci, te la pagherò in denaro al prezzo che vale".
3 Nabot rispose ad Acab: "Mi guardi il Signore dal cederti l'eredità dei miei padri".
4 Acab se ne andò a casa amareggiato e sdegnato per le parole dettegli da Nabot di Izreèl, che aveva affermato: "Non ti cederò l'eredità dei miei padri!". Si coricò sul letto, voltò la faccia da un lato e non mangiò niente.
5 Entrò da lui la moglie Gezabele e gli domandò: "Perché mai il tuo animo è tanto amareggiato e perché non vuoi mangiare?".
6 Le rispose: "Perché ho detto a Nabot di Izreèl: "Cedimi la tua vigna per denaro, o, se preferisci, ti darò un'altra vigna" ed egli mi ha risposto: "Non cederò la mia vigna!"".
7 Allora sua moglie Gezabele gli disse: "Tu eserciti così la potestà regale su Israele? Àlzati, mangia e il tuo cuore gioisca. Te la farò avere io la vigna di Nabot di Izreèl!".
8 Ella scrisse lettere con il nome di Acab, le sigillò con il suo sigillo, quindi le spedì agli anziani e ai notabili della città, che abitavano vicino a Nabot. 9 Nelle lettere scrisse:
"Bandite un digiuno e fate sedere Nabot alla testa del popolo. 10 Di fronte a lui fate sedere due uomini perversi, i quali l'accusino: "Hai maledetto Dio e il re!". Quindi conducetelo fuori e lapidatelo ed egli muoia".
11 Gli uomini della città di Nabot, gli anziani e i notabili che abitavano nella sua città, fecero come aveva ordinato loro Gezabele, ossia come era scritto nelle lettere che aveva loro spedito. 12 Bandirono un digiuno e fecero sedere Nabot alla testa del popolo. 13 Giunsero i due uomini perversi, che si sedettero di fronte a lui. Costoro accusarono Nabot davanti al popolo affermando: "Nabot ha maledetto Dio e il re". Lo condussero fuori della città e lo lapidarono ed egli morì. 14 Quindi mandarono a dire a Gezabele: "Nabot è stato lapidato ed è morto".
15 Appena Gezabele sentì che Nabot era stato lapidato ed era morto, disse ad Acab: "Su, prendi possesso della vigna di Nabot di Izreèl, il quale ha rifiutato di dartela in cambio di denaro, perché Nabot non vive più, è morto". 16 Quando sentì che Nabot era morto, Acab si alzò per scendere nella vigna di Nabot di Izreèl a prenderne possesso.
17 Allora la parola del Signore fu rivolta a Elia il Tisbita: 18 "Su, scendi incontro ad Acab, re d'Israele, che abita a Samaria; ecco, è nella vigna di Nabot, ove è sceso a prenderne possesso. 19 Poi parlerai a lui dicendo: "Così dice il Signore: Hai assassinato e ora usurpi!". Gli dirai anche: "Così dice il Signore: Nel luogo ove lambirono il sangue di Nabot, i cani lambiranno anche il tuo sangue"".
20 Acab disse a Elia: "Mi hai dunque trovato, o mio nemico?".
Quello soggiunse: "Ti ho trovato, perché ti sei venduto per fare ciò che è male agli occhi del Signore. 21 Ecco, io farò venire su di te una sciagura e ti spazzerò via. Sterminerò ad Acab ogni maschio, schiavo o libero in Israele. 22 Renderò la tua casa come la casa di Geroboamo, figlio di Nebat, e come la casa di Baasà, figlio di Achia, perché tu mi hai irritato e hai fatto peccare Israele.
23 Anche riguardo a Gezabele parla il Signore, dicendo: "I cani divoreranno Gezabele nel campo di Izreèl".
24 Quanti della famiglia di Acab moriranno in città, li divoreranno i cani; quanti moriranno in campagna, li divoreranno gli uccelli del cielo".
25 In realtà nessuno si è mai venduto per fare il male agli occhi del Signore come Acab, perché sua moglie Gezabele l'aveva istigato.
26 Commise molti abomini, seguendo gli idoli, come avevano fatto gli Amorrei, che il Signore aveva scacciato davanti agli Israeliti.
27 Quando sentì tali parole, Acab si stracciò le vesti, indossò un sacco sul suo corpo e digiunò; si coricava con il sacco e camminava a testa bassa.
28 La parola del Signore fu rivolta a Elia, il Tisbita: 29 "Hai visto come Acab si è umiliato davanti a me? Poiché si è umiliato davanti a me, non farò venire la sciagura durante la sua vita; farò venire la sciagura sulla sua casa durante la vita di suo figlio".
Commento
Essere pronti ad affrontare il male
La maggior parte di noi non ama il confronto. Ma a volte Dio ci chiama ad affrontare il male.
In questo brano leggiamo di Acab, "venduto per fare il male agli occhi del Signore... perché sua moglie Gezabele l'aveva istigato" (21,25, MSG).
Il primo incontro è tra male e male. Ben-Adad, re di Aram, attacca Acab. Dalla bocca di un uomo malvagio escono qui parole sagge: "Chi cinge le armi non si vanti come chi le depone" (20,11). Vantarsi di ciò che sta per accadere non è mai una buona idea. È sempre meglio attendere la fine e in caso parlarne dopo!
Sempre in questo brano, notiamo come la potenza di Dio sia più grande della potenza di Aram (capitolo 20).
Osserviamo inoltre la malvagità di Acab e Gezabele nel modo in cui trattano Nabot (capitolo 21). Per rubargli la terra, complottano per farlo uscire e lapidarlo. Fatto questo, si impadroniscono della sua vigna.
Elia è un uomo di straordinario coraggio, assolutamente impavido di fronte al male. Dio gli dice di andare "incontro ad Acab" (v.18, MSG). Lui va e senza paura lo accusa di furto e omicidio. Gli dice: "Ti sei venduto per fare ciò che è male agli occhi del Signore" (v.20, MSG). Infine, lo avverte che il giudizio di Dio sta per abbattersi su di lui.
Le parole di Elia sono così potenti che, nell'ascoltarle, Acab si pente: "Si stracciò le vesti, indossò un sacco sul suo corpo e digiunò... e camminava a testa bassa" (v.27). Dio vede tutto questo e si dimostra misericordioso con lui (v.29). Non importa cosa abbiamo fatto in passato. Con Dio non è mai troppo tardi per pentirsi e sperare nella sua misericordia.
Preghiera
Signore, come con Elia e l'apostolo Paolo, aiutaci a non avere paura di contrastare il potere del male. Donaci coraggio di fronte al male e riempici del tuo Spirito Santo.
La moglie di Nicky dice
1 Re 21
Scegliere un buon coniuge è importante. Gezabele è la donna più malvagia della Bibbia. Se Acab avesse scelto una moglie più buona, forse non si sarebbe comportato così male.
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Riferimenti
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Indicano i testi qui di seguito elencati a cui si rimanda per ulteriori approfondimenti.
NIV - New International Version Anglicised - Copyright © 1979, 1984, 2011 Biblica, già International Bible Society
MSG - The Message - Copyright © 1993, 1994, 1995, 1996, 2000, 2001, 2002.
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