Sette caratteristiche di un grande leader
Introduzione
In un recente sondaggio online, alle persone intervistate è stato chiesto di elencare tutte le qualità che ci si aspetterebbe da un pastore "perfetto". Ne è emerso il seguente identikit:
Predica per dodici minuti esatti.
Ha ventotto anni, ma con trent'anni di esperienza alle spalle.
Lavora ogni giorno dalle 8 del mattino a mezzanotte, e fa anche da custode notturno.
Condanna spesso il peccato, ma non fa mai arrabbiare nessuno.
Indossa buoni vestiti, legge buoni libri, guida una buona auto, dona generosamente ai poveri e ha uno stipendio basso.
Fa quindici telefonate al giorno alle famiglie della parrocchia, visita i malati in ospedale, passa tutto il tempo ad evangelizzare i non credenti ed è sempre in ufficio quando ce n'è bisogno.
È anche molto bello!
Naturalmente, tutti sappiamo che il "pastore perfetto" non esiste. Il 1° luglio 2004, mi fu chiesto di assumere il ruolo di vicario della chiesa di HTB (Holy Trinity Brompton) a Londra. Preoccupato dalle grandi aspettative che le persone hanno nei confronti dei loro leader ecclesiastici, mi sentii subito da un lato eccitato, da un altro schiacciato dalla responsabilità. Quel giorno, a margine della mia Bibbia, scrissi una preghiera: pregavo perché anch'io, come Davide, potessi pascere il popolo con cuore integro e mano intelligente (Salmi 78,72). Questa è ancora oggi la mia preghiera.
Nel brano di ieri abbiamo visto Paolo parlare agli anziani efesini, esortandoli così: "Vegliate su voi stessi e su tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti come custodi per essere pastori della Chiesa di Dio, che si è acquistata con il sangue del proprio Figlio" (Atti 20,28). Papa Francesco ha incoraggiato i leader spirituali della Chiesa ad "essere pastori con l'odore delle pecore".
Il compito di un custode è di pascere il gregge di Dio, seguendo l'esempio di Gesù che ha detto: "Io sono il buon pastore" (Giovanni 10,11). Nei brani di oggi vedremo sette caratteristiche dei buoni pastori. Caratteristiche che ritroviamo in tutti i grandi leader cristiani della storia.
Salmi 78,56-72
56 Ma essi lo tentarono,
si ribellarono a Dio, l'Altissimo,
e non osservarono i suoi insegnamenti.
57 Deviarono e tradirono come i loro padri,
fallirono come un arco allentato.
58 Lo provocarono con le loro alture sacre
e con i loro idoli lo resero geloso.
59 Dio udì e s'infiammò,
e respinse duramente Israele.
60 Abbandonò la dimora di Silo,
la tenda che abitava tra gli uomini;
61 ridusse in schiavitù la sua forza,
il suo splendore in potere del nemico.
62 Diede il suo popolo in preda alla spada
e s'infiammò contro la sua eredità.
63 Il fuoco divorò i suoi giovani migliori,
le sue fanciulle non ebbero canti nuziali.
64 I suoi sacerdoti caddero di spada
e le loro vedove non fecero il lamento.
65 Ma poi il Signore si destò come da un sonno,
come un eroe assopito dal vino.
66 Colpì alle spalle i suoi avversari,
inflisse loro una vergogna eterna.
67 Rifiutò la tenda di Giuseppe,
non scelse la tribù di Èfraim,
68 ma scelse la tribù di Giuda,
il monte Sion che egli ama.
69 Costruì il suo tempio alto come il cielo,
e come la terra, fondata per sempre.
70 Egli scelse Davide suo servo
e lo prese dagli ovili delle pecore.
71 Lo allontanò dalle pecore madri
per farne il pastore di Giacobbe, suo popolo,
d'Israele, sua eredità.
72 Fu per loro un pastore dal cuore integro
e li guidò con mano intelligente.
Commento
Integrità e abilità
Avere dei grandi leader non è qualcosa di scontato. Se guardiamo al mondo di oggi, le nazioni guidate da grandi leader non sono molte.
L'autore del salmo analizza la storia ebraica e osserva che il popolo ebraico non ha sempre avuto dei buoni leader. La sua è una storia di ribellione contro Dio: "Deviarono e tradirono" (v.57, MSG).
Dio è alla ricerca di un uomo secondo il suo cuore. Lui stesso guida il popolo come un pastore: "Fece partire come pecore il suo popolo e li condusse come greggi nel deserto. Li guidò con sicurezza e non ebbero paura, ma i loro nemici li sommerse il mare" (vv.52-53, MSG).
Alla fine trova Davide, un raro esempio nell'Antico Testamento di grande (anche se non perfetta) leadership: "Scelse Davide suo servo... per farne il pastore di Giacobbe, suo popolo, d'Israele, sua eredità. Fu per loro un pastore dal cuore integro e li guidò con mano intelligente" (vv.70-72).
Davide è un pastore di pecore in senso letterale. Dio lo prende "dagli ovili delle pecore" (v.70) e lo utilizza per trasformarlo in pastore e guida del popolo di Dio.
1. Integrità di cuore
L'integrità è il contrario dell'ipocrisia. La parola integrità deriva dal latino integer che significa "intero". Descrive una vita indivisa, un'"interezza" che deriva da qualità come l'onestà e la coerenza del carattere. Significa agire secondo i valori, le convinzioni e i principi che sosteniamo di avere.
La cura pastorale del popolo di Dio deve essere fatta con integrità di cuore. Questa è la caratteristica più importante. Di Gesù la gente diceva: "Sappiamo che sei un veritiero e non hai soggezione di alcuno" (Marco 12,14). Sono molti i leader del passato che nel proprio compito hanno mostrato una straordinaria integrità.
Penso ad esempio all'ex presidente degli Stati Uniti Eisenhower, comandante supremo delle forze alleate in Europa occidentale durante la Seconda guerra mondiale. Un giorno disse: "La qualità suprema per la leadership è indiscutibilmente l'integrità. Senza di essa, nessun vero successo è possibile, sia che si tratti di un campo di football, sia che si tratti di un esercito o di un ufficio".
2. Mano intelligente
Davide è un abile pastore. Ha imparato a proteggere il gregge con la sua fionda. Con grande abilità, guida il popolo d'Israele. Ci sono sempre capacità di leadership da imparare.
Le impariamo osservando e seguendo buoni esempi, ascoltando la sapienza di altri, ponendo domande a coloro che ammiriamo, imparando insieme gli uni dagli altri e, soprattutto, attraverso la pratica.
Preghiera
Signore, aiutaci ad essere buoni pastori in ogni ambito della nostra vita, guidando bene le nostre chiese, scuole, università, imprese e comunità. Aiutaci ad essere pastori con integrità di cuore e mano intelligente.
Atti degli Apostoli 21,1-26
Paolo sale a Gerusalemme
21Appena ci fummo separati da loro, salpammo e per la via diretta giungemmo a Cos, il giorno seguente a Rodi e di qui a Pàtara. 2 Trovata una nave che faceva la traversata per la Fenicia, vi salimmo e prendemmo il largo. 3 Giunti in vista di Cipro, la lasciammo a sinistra e, navigando verso la Siria, sbarcammo a Tiro, dove la nave doveva scaricare. 4 Avendo trovato i discepoli, rimanemmo là una settimana, ed essi, per impulso dello Spirito, dicevano a Paolo di non salire a Gerusalemme. 5 Ma, quando furono passati quei giorni, uscimmo e ci mettemmo in viaggio, accompagnati da tutti loro, con mogli e figli, fino all'uscita della città. Inginocchiati sulla spiaggia, pregammo, 6 poi ci salutammo a vicenda; noi salimmo sulla nave ed essi tornarono alle loro case.
7 Terminata la navigazione, da Tiro approdammo a Tolemàide; andammo a salutare i fratelli e restammo un giorno con loro. 8 Ripartiti il giorno seguente, giungemmo a Cesarèa; entrati nella casa di Filippo l'evangelista, che era uno dei Sette, restammo presso di lui. 9 Egli aveva quattro figlie nubili, che avevano il dono della profezia.
10 Eravamo qui da alcuni giorni, quando scese dalla Giudea un profeta di nome Àgabo. 11 Egli venne da noi e, presa la cintura di Paolo, si legò i piedi e le mani e disse: "Questo dice lo Spirito Santo: l'uomo al quale appartiene questa cintura, i Giudei a Gerusalemme lo legheranno così e lo consegneranno nelle mani dei pagani".
12 All'udire queste cose, noi e quelli del luogo pregavamo Paolo di non salire a Gerusalemme. 13 Allora Paolo rispose: "Perché fate così, continuando a piangere e a spezzarmi il cuore? Io sono pronto non soltanto a essere legato, ma anche a morire a Gerusalemme per il nome del Signore Gesù". 14 E poiché non si lasciava persuadere, smettemmo di insistere dicendo: "Sia fatta la volontà del Signore!".
15 Dopo questi giorni, fatti i preparativi, salimmo a Gerusalemme. 16 Vennero con noi anche alcuni discepoli da Cesarèa, i quali ci condussero da un certo Mnasone di Cipro, discepolo della prima ora, dal quale ricevemmo ospitalità.
Paolo dà ascolto agli anziani di Gerusalemme
17 Arrivati a Gerusalemme, i fratelli ci accolsero festosamente. 18 Il giorno dopo Paolo fece visita a Giacomo insieme con noi; c'erano anche tutti gli anziani. 19 Dopo aver rivolto loro il saluto, si mise a raccontare nei particolari quello che Dio aveva fatto tra i pagani per mezzo del suo ministero.
20 Come ebbero ascoltato, davano gloria a Dio; poi dissero a Paolo: "Tu vedi, fratello, quante migliaia di Giudei sono venuti alla fede e sono tutti osservanti della Legge. 21 Ora, hanno sentito dire di te che insegni a tutti i Giudei sparsi tra i pagani di abbandonare Mosè, dicendo di non circoncidere più i loro figli e di non seguire più le usanze tradizionali. 22 Che facciamo? Senza dubbio verranno a sapere che sei arrivato. 23 Fa' dunque quanto ti diciamo. Vi sono fra noi quattro uomini che hanno fatto un voto. 24 Prendili con te, compi la purificazione insieme a loro e paga tu per loro perché si facciano radere il capo. Così tutti verranno a sapere che non c'è nulla di vero in quello che hanno sentito dire, ma che invece anche tu ti comporti bene, osservando la Legge. 25 Quanto ai pagani che sono venuti alla fede, noi abbiamo deciso e abbiamo loro scritto che si tengano lontani dalle carni offerte agli idoli, dal sangue, da ogni animale soffocato e dalle unioni illegittime".
26 Allora Paolo prese con sé quegli uomini e, il giorno seguente, fatta insieme a loro la purificazione, entrò nel tempio per comunicare il compimento dei giorni della purificazione, quando sarebbe stata presentata l'offerta per ciascuno di loro.
Commento
Amore, servizio e sensibilità
Amo l'evento Global Alpha Week, una settimana in cui leader da oltre 100 Paesi del mondo in cui è offerto il corso Alpha si riuniscono per formarsi, pregare insieme e incoraggiarsi gli uni con gli altri. Quando ogni leader condivide "quello che Dio \[ha\] fatto "per mezzo del suo ministero" (21,19) mi viene in mente questo passo.
Qui leggiamo di Paolo, il quale, "dopo aver rivolto loro il saluto, si mise a raccontare nei particolari quello che Dio aveva fatto tra i pagani per mezzo del suo ministero. Come ebbero ascoltato, davano gloria a Dio; poi dissero a Paolo: 'Tu vedi, fratello, quante migliaia di Giudei sono venuti alla fede e sono tutti osservanti della Legge'" (vv.19-20, MSG).
Ieri abbiamo visto Paolo dire agli anziani di Efeso: Siate "pastori della Chiesa di Dio" e "vegliate... su tutto il gregge" (20,28). Oggi vediamo tutto questo in azione.
3. Amore
Amore e leadership vanno di pari passo. Se amate le persone, vi avvicinerete a loro tanto da sentire, come dice Papa Francesco, l'odore delle pecore. Paolo è un esempio di buon pastore. Ovunque vada, incontra i discepoli (21,4.7). Prega con loro (v.5), li ama così tanto che al momento di partire deve "separarsi" da loro (v.1).
Nel suo amore per loro, li mette in guardia dai lupi selvaggi (20,29), li incoraggia e rafforza la loro fede. È scritto: "Si mise a raccontare nei particolari quello che Dio aveva fatto tra i pagani per mezzo del suo ministero" (21,19).
4. Servizio
Il profeta Àgabo avverte Paolo di ciò che lo attende a Gerusalemme, supplicandolo di non andare. Ma Paolo risponde: "Perché fate così, continuando a piangere e a spezzarmi il cuore? Io sono pronto non soltanto a essere legato, ma anche a morire a Gerusalemme per il nome del Signore Gesù" (v.13).
Gesù fissa il modello della leadership del servitore (vedi ad esempio Marco 10,45). Paolo è disposto a seguire Gesù, che ha detto: "Il buon pastore dà la propria vita per le pecore" (Giovanni 10,11). Oswald Sanders ha detto: "La vera leadership non si ottiene sottomettendo le persone al proprio servizio, ma donando se stessi in modo disinteressato al loro servizio".
5. Sensibilità
Spesso pensiamo a Paolo come all'apostolo audace, sempre pronto ad aprire nuove strade. Ma Paolo dimostra di essere anche molto sensibile, ad esempio nei confronti della cultura di Gerusalemme. A Gerusalemme, per evitare che le persone non distogliessero la loro attenzione su ciò che Dio stava compiendo, purifica se stesso e i compagni secondo le leggi cerimoniali (Atti 21,24-26).
Preghiera
Signore, aiutaci ad avere lo stesso amore e la stessa cura per il tuo popolo. Aiutaci a proteggere le persone da coloro che agiscono come lupi. Donaci il coraggio di essere disposti a fare sacrifici per loro.
2 Re 3,1-4,37
Ioram, re d'Israele
3Ioram, figlio di Acab, divenne re su Israele a Samaria l'anno diciottesimo di Giòsafat, re di Giuda. Ioram regnò dodici anni. 2 Fece ciò che è male agli occhi del Signore, ma non come suo padre e sua madre. Egli allontanò la stele di Baal, che aveva fatto suo padre. 3 Ma restò legato, senza allontanarsene, ai peccati che Geroboamo, figlio di Nebat, aveva fatto commettere a Israele.
4 Il re di Moab, Mesa, era un allevatore di pecore. Egli inviava come tributo al re d'Israele centomila agnelli e la lana di centomila arieti. 5 Ma alla morte di Acab il re di Moab si ribellò al re d'Israele. 6 Un giorno il re Ioram uscì da Samaria e passò in rassegna tutto Israele. 7 Dopo essere partito mandò a dire a Giòsafat, re di Giuda: "Il re di Moab si è ribellato contro di me; verresti con me alla guerra contro Moab?".
Egli rispose: "Verrò; conta su di me come su di te, sul mio popolo come sul tuo, sui miei cavalli come sui tuoi".
8 "Per quale strada saliremo?", domandò Giòsafat.
L'altro rispose: "Per la strada del deserto di Edom".
9 Allora si avviarono in marcia il re d'Israele, il re di Giuda e il re di Edom. Girarono per sette giorni. Non c'era acqua per l'esercito né per le bestie che lo seguivano.
10 Il re d'Israele disse: "Ohimè! Il Signore ha chiamato questi tre re per consegnarli nelle mani di Moab".
11 Giòsafat disse: "Non c'è qui un profeta del Signore, per mezzo del quale possiamo consultare il Signore?".
Rispose uno dei servi del re d'Israele: "C'è qui Eliseo, figlio di Safat, che versava l'acqua sulle mani di Elia".
12 Giòsafat disse: "La parola del Signore è in lui". Scesero da lui il re d'Israele, Giòsafat e il re di Edom.
13 Eliseo disse al re d'Israele: "Che cosa c'è tra me e te? Va' dai profeti di tuo padre e dai profeti di tua madre!".
Il re d'Israele gli disse: "No, perché il Signore ha chiamato questi tre re per consegnarli nelle mani di Moab".
14 Eliseo disse: "Per la vita del Signore degli eserciti, alla cui presenza io sto, se non fosse per il rispetto che provo verso Giòsafat, re di Giuda, a te non avrei neppure badato, né ti avrei guardato. 15 Ora andate a prendermi un suonatore di cetra".
Mentre il suonatore suonava il suo strumento, la mano del Signore fu sopra Eliseo. 16 Egli annunciò: "Così dice il Signore: "Scavate molte fosse in questo alveo". 17 Infatti così dice il Signore: "Voi non vedrete vento, non vedrete pioggia, eppure quest'alveo si riempirà d'acqua; berrete voi, il vostro bestiame minuto e i vostri giumenti". 18 Ciò è poca cosa agli occhi del Signore: egli consegnerà anche Moab nelle vostre mani. 19 Voi colpirete tutte le città fortificate e tutte le città principali, abbatterete ogni albero buono e ostruirete tutte le sorgenti d'acqua, rovinerete tutti i campi riempiendoli di pietre".
20 Al mattino, nell'ora dell'offerta del sacrificio, ecco venire acqua dalla direzione di Edom; la terra si riempì d'acqua.
21 Tutti i Moabiti, udito che erano saliti i re per fare loro guerra, radunarono chiunque sapesse portare un'arma e si schierarono sulla frontiera. 22 I Moabiti si alzarono presto al mattino, quando il sole splendeva sulle acque, e videro da lontano le acque rosse come sangue. 23 Esclamarono: "Quello è sangue! I re si sono scontrati e l'uno ha ucciso l'altro. Ebbene, Moab, alla preda!".
24 Andarono dunque nell'accampamento d'Israele. Ma gli Israeliti insorsero e sconfissero i Moabiti, che fuggirono davanti a loro. Li inseguirono e sconfissero i Moabiti. 25 Demolirono le città, in ogni campo buono ognuno gettò la sua pietra fino a riempirlo, ostruirono tutte le sorgenti d'acqua e abbatterono ogni albero buono, fino a lasciare a Kir-Carèset solo le sue pietre: i frombolieri l'aggirarono e l'assalirono.
26 Il re di Moab, visto che la guerra era superiore alle sue forze, prese con sé settecento uomini che maneggiavano la spada per aprirsi un passaggio verso il re di Edom, ma non ci riuscì. 27 Allora prese il figlio primogenito, che doveva regnare dopo di lui, e l'offrì in olocausto sulle mura. Si scatenò una grande ira contro gli Israeliti, che si allontanarono da lui e tornarono nella loro terra.
Eliseo compie vari miracoli
4Una donna, una delle mogli dei figli dei profeti, gridò a Eliseo: "Mio marito, tuo servo, è morto; tu sai che il tuo servo temeva il Signore. Ora è venuto il creditore per prendersi come schiavi i miei due bambini".
2 Eliseo le disse: "Che cosa posso fare io per te? Dimmi che cosa hai in casa".
Quella rispose: "In casa la tua serva non ha altro che un orcio d'olio".
3 Le disse: "Va' fuori a chiedere vasi da tutti i tuoi vicini: vasi vuoti, e non pochi! 4 Poi entra in casa e chiudi la porta dietro a te e ai tuoi figli. Versa olio in tutti quei vasi e i pieni mettili da parte".
5 Si allontanò da lui e chiuse la porta dietro a sé e ai suoi figli; questi le porgevano e lei versava. 6 Quando i vasi furono pieni, disse a suo figlio: "Porgimi ancora un vaso".
Le rispose: "Non ce ne sono più". L'olio cessò.
7 Ella andò a riferire la cosa all'uomo di Dio, che le disse: "Va', vendi l'olio e paga il tuo debito; tu e i tuoi figli vivete con quanto ne resterà".
Eliseo e una donna di Sunem
8 Un giorno Eliseo passava per Sunem, ove c'era un'illustre donna, che lo trattenne a mangiare. In seguito, tutte le volte che passava, si fermava a mangiare da lei. 9 Ella disse al marito: "Io so che è un uomo di Dio, un santo, colui che passa sempre da noi. 10 Facciamo una piccola stanza superiore, in muratura, mettiamoci un letto, un tavolo, una sedia e un candeliere; così, venendo da noi, vi si potrà ritirare".
11 Un giorno che passò di lì, si ritirò nella stanza superiore e si coricò. 12 Egli disse a Giezi, suo servo: "Chiama questa Sunammita". La chiamò e lei si presentò a lui. 13 Eliseo disse al suo servo: "Dille tu: "Ecco, hai avuto per noi tutta questa premura; che cosa possiamo fare per te? C'è forse bisogno di parlare in tuo favore al re o al comandante dell'esercito?"".
Ella rispose: "Io vivo tranquilla con il mio popolo".
14 Eliseo replicò: "Che cosa si può fare per lei?".
Giezi disse: "Purtroppo lei non ha un figlio e suo marito è vecchio".
15 Eliseo disse: "Chiamala!". La chiamò; ella si fermò sulla porta. 16 Allora disse: "L'anno prossimo, in questa stessa stagione, tu stringerai un figlio fra le tue braccia".
Ella rispose: "No, mio signore, uomo di Dio, non mentire con la tua serva".
17 Ora la donna concepì e partorì un figlio, nel tempo stabilito, in quel periodo dell'anno, come le aveva detto Eliseo.
18 Il bambino crebbe e un giorno uscì per andare dal padre presso i mietitori. 19 Egli disse a suo padre: "La mia testa, la mia testa!".
Il padre ordinò a un servo: "Portalo da sua madre". 20 Questi lo prese e lo portò da sua madre. Il bambino sedette sulle ginocchia di lei fino a mezzogiorno, poi morì. 21 Ella salì a coricarlo sul letto dell'uomo di Dio; chiuse la porta e uscì.
22 Chiamò il marito e gli disse: "Mandami per favore uno dei servi e un'asina; voglio correre dall'uomo di Dio e tornerò subito".
23 Quello domandò: "Perché vuoi andare da lui oggi? Non è il novilunio né sabato".
Ma lei rispose: "Addio".
24 Sellò l'asina e disse al proprio servo: "Conducimi, cammina, non trattenermi nel cavalcare, a meno che non te lo ordini io". 25 Si incamminò; giunse dall'uomo di Dio sul monte Carmelo.
Quando l'uomo di Dio la vide da lontano, disse a Giezi, suo servo: "Ecco la Sunammita! 26 Su, corrile incontro e domandale: "Stai bene? Tuo marito sta bene? E tuo figlio sta bene?"".
Quella rispose: "Bene!".
27 Giunta presso l'uomo di Dio sul monte, gli afferrò i piedi. Giezi si avvicinò per tirarla indietro, ma l'uomo di Dio disse: "Lasciala stare, perché il suo animo è amareggiato e il Signore me ne ha nascosto il motivo; non me l'ha rivelato".
28 Ella disse: "Avevo forse domandato io un figlio al mio signore? Non ti dissi forse: "Non mi ingannare"?".
29 Eliseo disse a Giezi: "Cingi i tuoi fianchi, prendi in mano il mio bastone e parti. Se incontrerai qualcuno, non salutarlo; se qualcuno ti saluta, non rispondergli. Metterai il mio bastone sulla faccia del ragazzo".
30 La madre del ragazzo disse: "Per la vita del Signore e per la tua stessa vita, non ti lascerò". Allora egli si alzò e la seguì.
31 Giezi li aveva preceduti; aveva posto il bastone sulla faccia del ragazzo, ma non c'era stata voce né reazione. Egli tornò incontro a Eliseo e gli riferì: "Il ragazzo non si è svegliato".
32 Eliseo entrò in casa. Il ragazzo era morto, coricato sul letto. 33 Egli entrò, chiuse la porta dietro a loro due e pregò il Signore. 34 Quindi salì e si coricò sul bambino; pose la bocca sulla bocca di lui, gli occhi sugli occhi di lui, le mani sulle mani di lui, si curvò su di lui e il corpo del bambino riprese calore. 35 Quindi desistette e si mise a camminare qua e là per la casa; poi salì e si curvò su di lui. Il ragazzo starnutì sette volte, poi aprì gli occhi.
36 Eliseo chiamò Giezi e gli disse: "Chiama questa Sunammita!". La chiamò e, quando lei gli giunse vicino, le disse: "Prendi tuo figlio!". 37 Quella entrò, cadde ai piedi di lui, si prostrò a terra, prese il figlio e uscì.
Commento
Compassione e preghiera
In questo passo scopriamo perché la figura del pastore è così popolare nella Bibbia: c'erano molte pecore in giro. È scritto: "Il re di Moab, Mesa, era un allevatore di pecore. Egli inviava come tributo al re d'Israele centomila agnelli e la lana di centomila arieti" (3,4).
Gli eventi di cui leggiamo si svolgono nel IX secolo AC. Ioram regna dall'852 all'841 AC. Oltre alle guerre, Israele si trova ad affrontare problemi ed ingiustizie interne. Tra i tanti problemi, il caso di una vedova e dei suoi due bambini, i quali stanno per essere presi come schiavi (4,1).
Qui, Eliseo interviene in soccorso. Come un buon pastore, ama e si prende cura delle persone. Dice: "Che cosa posso fare io per te?" (v.2) Eliseo mette in salvo la vedova dalla terribile maledizione di un debito eccessivo e dalla schiavitù che stava per derivarne.
6. Compassione
Eliseo si dimostra poi compassionevole nei confronti della donna sunammita che non riusciva a concepire. Scopre che Dio onora chi offre ospitalità. Le rivolge la parola del Signore e lei concepisce (vv.15-17). Eliseo viene riconosciuto come "uomo di Dio, un santo" (v.9).
7. Preghiera
Alla morte poi del figlio della donna sunammita, Eliseo prega il Signore (v.33). Pone la sua bocca sulla bocca del ragazzo, gli occhi sugli occhi e le mani sulle mani, e lui si rianima e starnutisce sette volte (vv.34-35).
Preghiera
Signore, donaci la stessa compassione per il tuo popolo, specialmente per gli emarginati, i poveri e i sofferenti. Aiutaci a portare il tuo amore e la tua guarigione per essere più simili a Gesù, "il buon pastore" (Giovanni 10,11), che ama le sue pecore ed offre la sua vita per loro.
La moglie di Nicky dice
2 Re 4,32-35
Dio risponde ad un grido accorato e disperato.
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Riferimenti
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Jonathan Lamb, Integrity (IVP, 2006).
Le citazioni della Scrittura indicate con (MSG, AMP, NIVUK, NKJV, NLT, ecc.) riportano comunque il testo CEI®.
Indicano i testi qui di seguito elencati a cui si rimanda per ulteriori approfondimenti.
NIV - New International Version Anglicised - Copyright © 1979, 1984, 2011 Biblica, già International Bible Society
MSG - The Message - Copyright © 1993, 1994, 1995, 1996, 2000, 2001, 2002.
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