Giorno 184

Trasforma il tuo mondo

Sapienziali Salmi 79,1-13
Nuovo Testamento Atti degli Apostoli 21,27-22,21
Antico Testamento 2 Re 4,38-6,23

Introduzione

Ricordo ancora quella volta in cui Dez, un nostro amico scozzese, ci raccontò la sua storia: "Lavoravo come buttafuori. Ero un tipo piuttosto violento. Assumevo molte droghe ed ero dipendente dalla cocaina. La mia vita era un continuo giro di feste, droghe e risse".

"Una notte mi sono drogato così tanto da entrare in overdose. Sembrava che il mio cuore stesse uscendo dal petto. Ero sicuro che presto il mio cuore sarebbe scoppiato. E così ho gridato quella che allora non sapevo fosse una preghiera: 'Voglio vivere'. Il giorno dopo mi sono svegliato e da quel giorno non ho più toccato la cocaina".

Da allora, Dez ha continuato ad incontrare cristiani. Tra questi Fiona, una ragazza che viveva profondamente la sua fede. In più occasioni, ha chiesto a Fiona di uscire, ma ogni volta lei diceva "no". E questo perché Dez non era cristiano.

Così un giorno ha dato a Dez una Bibbia e lui ha iniziato a leggerla: "Ho iniziato a sfogliarla cercando di trovare qualcosa e alla fine ho trovato Gesù. Improvvisamente, ho capito, ho trovato uno scopo".

Ha poi chiamato Fiona e le ha chiesto se poteva andare in chiesa con lei. Lì ha sentito parlare del corso Alpha. "Durante Alpha ho incontrato Gesù e questo ha cambiato la mia vita. Prima ero una persona violenta e drogata. Ora amo le persone e amo Dio. Voglio solo condividere la mia storia".

Dez ha studiato teologia e ora lavora con Alpha Europa.

Ha poi sposato Fiona e ora è un marito felice e un padre amorevole.

Dez riassume così la sua conversione: "Gesù ha trasformato le domande che avevo sull'esistenza di Dio in una convinzione profonda che Dio è attento e ha cura della mia vita. Sono passato dall'essere un tossicodipendente violento e senza amore all'essere un uomo felicemente sposato e pieno d'amore. Ora organizzo corsi Alpha per ogni tipo di persone, dalle gang alle nonne, e vedo le loro vite cambiare".

Sapienziali

Salmi 79,1-13

Salmo 79

1 Salmo. Di Asaf.

  O Dio, nella tua eredità sono entrate le genti:
  hanno profanato il tuo santo tempio,
  hanno ridotto Gerusalemme in macerie.
2 Hanno abbandonato i cadaveri dei tuoi servi
  in pasto agli uccelli del cielo,
  la carne dei tuoi fedeli agli animali selvatici.
3 Hanno versato il loro sangue
  come acqua intorno a Gerusalemme
  e nessuno seppelliva.
4 Siamo divenuti il disprezzo dei nostri vicini,
  lo scherno e la derisione di chi ci sta intorno.

5 Fino a quando sarai adirato, Signore:
  per sempre? Arderà come fuoco la tua gelosia?
6 Riversa il tuo sdegno sulle genti
  che non ti riconoscono
 e sui regni
  che non invocano il tuo nome,
7 perché hanno divorato Giacobbe,
  hanno devastato la sua dimora.

8 Non imputare a noi le colpe dei nostri antenati:
  presto ci venga incontro la tua misericordia,
  perché siamo così poveri!
9 Aiutaci, o Dio, nostra salvezza,
  per la gloria del tuo nome; liberaci
 e perdona i nostri peccati
  a motivo del tuo nome.
10 Perché le genti dovrebbero dire:
  "Dov'è il loro Dio?".

 Si conosca tra le genti, sotto i nostri occhi,
  la vendetta per il sangue versato dei tuoi servi.
11 Giunga fino a te il gemito dei prigionieri;
  con la grandezza del tuo braccio salva i condannati a morte.
12 Fa' ricadere sette volte sui nostri vicini,
  dentro di loro, l'insulto con cui ti hanno insultato, Signore.
13 E noi, tuo popolo e gregge del tuo pascolo,
  ti renderemo grazie per sempre;
 di generazione in generazione
  narreremo la tua lode.

Commento

Pregare per la trasformazione della propria nazione

Cambiare il mondo è possibile. Dio può trasformare le vite delle singole persone. Può anche trasformare città e nazioni intere.

Il popolo di Dio si trova in esilio. Esclama: "O Dio, nella tua eredità sono entrate le genti: hanno profanato il tuo santo tempio, hanno ridotto Gerusalemme in macerie... Siamo divenuti il disprezzo dei nostri vicini, lo scherno e la derisione di chi ci sta intorno" (vv.1.4, MSG). Nel considerare la distruzione del tempio e l'esilio, il salmista riconosce che il nome di Dio è disonorato.

Oggi, in molte parti del mondo occidentale, vediamo chiese chiuse e il nome di Dio disonorato. Il popolo di Dio è ancora una volta oggetto di disprezzo e derisione.

Il salmista prega così: "Fino a quando sarai adirato, Signore?... Non imputare a noi le colpe dei nostri antenati: presto ci venga incontro la tua misericordia, perché siamo così poveri! Aiutaci, o Dio, nostra salvezza, per la gloria del tuo nome; liberaci e perdona i nostri peccati a motivo del tuo nome" (vv.5.8-9, MSG).

È una preghiera di disperazione. Ma è anche una preghiera di fede. Dio ha il potere di trasformare le situazioni. Non dovremmo mai smettere di osare, sognare il momento in cui Dio risponderà alle nostre preghiere per la nostra nazione: "Noi, tuo popolo... ti renderemo grazie per sempre" (v.13).

Preghiera

Signore, guardando la nostra città e la nostra nazione, ti chiediamo aiuto. Fa che questa nazione possa diventare un luogo dove il tuo nome venga da tutti onorato.

Nuovo Testamento

Atti degli Apostoli 21,27-22,21

Arresto di Paolo nel tempio

27 Stavano ormai per finire i sette giorni, quando i Giudei della provincia d'Asia, come lo videro nel tempio, aizzarono tutta la folla e misero le mani su di lui 28 gridando: "Uomini d'Israele, aiuto! Questo è l'uomo che va insegnando a tutti e dovunque contro il popolo, contro la Legge e contro questo luogo; ora ha perfino introdotto dei Greci nel tempio e ha profanato questo luogo santo!". 29 Avevano infatti veduto poco prima Tròfimo di Èfeso in sua compagnia per la città, e pensavano che Paolo lo avesse fatto entrare nel tempio.

30 Allora tutta la città fu in subbuglio e il popolo accorse. Afferrarono Paolo, lo trascinarono fuori dal tempio e subito furono chiuse le porte. 31 Stavano già cercando di ucciderlo, quando fu riferito al comandante della coorte che tutta Gerusalemme era in agitazione. 32 Immediatamente egli prese con sé dei soldati e dei centurioni e si precipitò verso di loro. Costoro, alla vista del comandante e dei soldati, cessarono di percuotere Paolo.

33 Allora il comandante si avvicinò, lo arrestò e ordinò che fosse legato con due catene; intanto si informava chi fosse e che cosa avesse fatto. 34 Tra la folla però chi gridava una cosa, chi un'altra. Non riuscendo ad accertare la realtà dei fatti a causa della confusione, ordinò di condurlo nella fortezza. 35 Quando fu alla gradinata, dovette essere portato a spalla dai soldati a causa della violenza della folla. 36 La moltitudine del popolo infatti veniva dietro, urlando: "A morte!".

Paolo si difende di fronte agli Ebrei di Gerusalemme

37 Sul punto di essere condotto nella fortezza, Paolo disse al comandante: "Posso dirti una parola?".

Quello disse: "Conosci il greco? 38 Allora non sei tu quell'Egiziano che in questi ultimi tempi ha sobillato e condotto nel deserto i quattromila ribelli?".

39 Rispose Paolo: "Io sono un giudeo di Tarso in Cilìcia, cittadino di una città non senza importanza. Ti prego, permettimi di parlare al popolo".

40 Egli acconsentì e Paolo, in piedi sui gradini, fece cenno con la mano al popolo; si fece un grande silenzio ed egli si rivolse loro ad alta voce in lingua ebraica, dicendo:221 "Fratelli e padri, ascoltate ora la mia difesa davanti a voi".

2 Quando sentirono che parlava loro in lingua ebraica, fecero ancora più silenzio.

Ed egli continuò: 3 "Io sono un Giudeo, nato a Tarso in Cilìcia, ma educato in questa città, formato alla scuola di Gamaliele nell'osservanza scrupolosa della Legge dei padri, pieno di zelo per Dio, come oggi siete tutti voi. 4 Io perseguitai a morte questa Via, incatenando e mettendo in carcere uomini e donne, 5 come può darmi testimonianza anche il sommo sacerdote e tutto il collegio degli anziani. Da loro avevo anche ricevuto lettere per i fratelli e mi recai a Damasco per condurre prigionieri a Gerusalemme anche quelli che stanno là, perché fossero puniti.

6 Mentre ero in viaggio e mi stavo avvicinando a Damasco, verso mezzogiorno, all'improvviso una grande luce dal cielo sfolgorò attorno a me; 7 caddi a terra e sentii una voce che mi diceva: "Saulo, Saulo, perché mi perséguiti?".

8 Io risposi: "Chi sei, o Signore?".

Mi disse: "Io sono Gesù il Nazareno, che tu perséguiti". 9 Quelli che erano con me videro la luce, ma non udirono la voce di colui che mi parlava.

10 Io dissi allora: "Che devo fare, Signore?".

E il Signore mi disse: "Àlzati e prosegui verso Damasco; là ti verrà detto tutto quello che è stabilito che tu faccia". 11 E poiché non ci vedevo più, a causa del fulgore di quella luce, guidato per mano dai miei compagni giunsi a Damasco.

12 Un certo Anania, devoto osservante della Legge e stimato da tutti i Giudei là residenti, 13 venne da me, mi si accostò e disse: "Saulo, fratello, torna a vedere!". E in quell'istante lo vidi.

14 Egli soggiunse: "Il Dio dei nostri padri ti ha predestinato a conoscere la sua volontà, a vedere il Giusto e ad ascoltare una parola dalla sua stessa bocca, 15 perché gli sarai testimone davanti a tutti gli uomini delle cose che hai visto e udito. 16 E ora, perché aspetti? Àlzati, fatti battezzare e purificare dai tuoi peccati, invocando il suo nome".

17 Dopo il mio ritorno a Gerusalemme, mentre pregavo nel tempio, fui rapito in estasi 18 e vidi lui che mi diceva: "Affréttati ed esci presto da Gerusalemme, perché non accetteranno la tua testimonianza su di me".

19 E io dissi: "Signore, essi sanno che facevo imprigionare e percuotere nelle sinagoghe quelli che credevano in te; 20 e quando si versava il sangue di Stefano, tuo testimone, anche io ero presente e approvavo, e custodivo i vestiti di quelli che lo uccidevano".

21 Ma egli mi disse: "Va', perché io ti manderò lontano, alle nazioni"".

Commento

Raccontare la trasformazione della propria vita

Avete mai provato a raccontare in che modo Gesù ha trasformato la vostra vita? Forse la vostra storia non è così drammatica come quella di Dez o dell'apostolo Paolo. Ma è di sicuro potente.

Ancora una volta, Paolo si trova nei guai. La folla è stata "aizzata" contro di lui (Atti 21,27). La gente lo accusa (v.29) e cerca di "ucciderlo" (v.31). Lo picchiano (v.32) e lo arrestano (v.33). Viene "legato con due catene" (v.33, AMP) ed esposto alla violenza della folla (v.35). Sebbene la situazione sia ormai disperata, la sua reazione è stupefacente.

Paolo parla loro di Gesù e lo fa raccontando la sua testimonianza, condividendo ciò che Gesù ha fatto nella sua vita. Il suo è un un ottimo esempio di come anche noi possiamo dare la nostra testimonianza ogni volta che se ne presenta l'occasione. Lo Spirito Santo vive in noi e porta sempre un cambiamento nella nostra vita, trasformandoci a somiglianza di Gesù (2 Corinzi 3,18). Ma in che modo possiamo raccontare la nostra storia? Cosa potremmo dire?

  1. Come eravamo prima
    La prima cosa da fare è cercare di identificarci con le persone che abbiamo davanti. Paolo si identifica con i suoi interlocutori. Parla in aramaico (Atti 21,40). Richiama momenti della sua vita comuni alle persone di Gerusalemme e in cui si possono facilmente identificare. Poiché si sta rivolgendo ad ebrei, parla delle sue origini ebraiche: "Io sono un Giudeo... pieno di zelo per Dio, come oggi siete tutti voi" (22,3, MSG).

    Sottolinea il fatto che prima perseguitava i cristiani mettendoli in catene, fustigandoli e facendoli gettare in prigione (vv.4-20), proprio come stavano cercando di fare con lui in quel momento.

    Quando condividiamo la nostra testimonianza, è importante trovare dei punti di contatto con le persone che ci stanno ascoltando. Ad esempio, le persone che offrono la loro testimonianza al corso Alpha iniziano spesso condividendo tratti della loro storia in cui le persone possano riconoscersi, o che possano risuonare nei loro cuori o ricordi. Ad esempio: "Ero ateo... ero alcolista... ero un tossicodipendente... ero ostile alla Chiesa".

  2. Cosa è successo
    Paolo condivide poi un racconto molto dettagliato su ciò che gli è accaduto quando ha incontrato Gesù. Ha sentito la sua voce e gli è apparso sulla via di Damasco. Gesù gli ha fatto delle domande e gli ha dato dei comandi. Lui ha ascoltato e ha fatto come gli aveva ordinato.

    Incoraggiare le persone a descrivere la loro conversione in termini molto concreti è importante, come Paolo in questo passo. Sono i dettagli che rendono la storia reale e potente.

  3. La differenza che Gesù ha fatto nella nostra vita
    Anania dice a Paolo: "Sarai testimone davanti a tutti gli uomini delle cose che hai visto e udito. E ora, perché aspetti? Àlzati, fatti battezzare e purificare dai tuoi peccati, invocando il suo nome" (vv.15-16, MSG). Colui che andava in giro a perseguitare i cristiani ora è chiamato a predicare il Vangelo ai gentili (v.21).

    Anche su questo punto è importante incoraggiare le persone a descrivere in modo concreto la trasformazione che Gesù ha portato nella propria vita. La storia di una vita cambiata ha un grande potere. Raccontare la propria storia è un modo per contribuire a trasformare il mondo che ci circonda.

Preghiera

Signore, grazie per il potere che può trasmettere una testimonianza. Aiutami a non stancarmi mai di descrivere la trasformazione che Gesù ha operato nella mia vita.

Antico Testamento

2 Re 4,38-6,23

La minestra immangiabile

38 Eliseo tornò a Gàlgala. Nella regione c'era carestia. Mentre i figli dei profeti stavano seduti davanti a lui, egli disse al suo servo: "Metti la pentola grande e cuoci una minestra per i figli dei profeti".

39 Uno di essi andò in campagna per cogliere erbe selvatiche e trovò una specie di vite selvatica: da essa colse zucche agresti e se ne riempì il mantello. Ritornò e gettò i frutti a pezzi nella pentola della minestra, non sapendo che cosa fossero. 40 Si versò da mangiare agli uomini, che appena assaggiata la minestra gridarono: "Nella pentola c'è la morte, uomo di Dio!". Non ne potevano mangiare.

41 Allora Eliseo ordinò: "Andate a prendere della farina". Versatala nella pentola, disse: "Danne da mangiare a questa gente". Non c'era più nulla di cattivo nella pentola.

La moltiplicazione dei pani

42 Da Baal-Salisà venne un uomo, che portò pane di primizie all'uomo di Dio: venti pani d'orzo e grano novello che aveva nella bisaccia. Eliseo disse: "Dallo da mangiare alla gente".

43 Ma il suo servitore disse: "Come posso mettere questo davanti a cento persone?".

Egli replicò: "Dallo da mangiare alla gente. Poiché così dice il Signore: "Ne mangeranno e ne faranno avanzare"". 44 Lo pose davanti a quelli, che mangiarono e ne fecero avanzare, secondo la parola del Signore.

Guarigione di Naamàn

5Naamàn, comandante dell'esercito del re di Aram, era un personaggio autorevole presso il suo signore e stimato, perché per suo mezzo il Signore aveva concesso la salvezza agli Aramei. Ma quest'uomo prode era lebbroso.

2 Ora bande aramee avevano condotto via prigioniera dalla terra d'Israele una ragazza, che era finita al servizio della moglie di Naamàn. 3 Lei disse alla padrona: "Oh, se il mio signore potesse presentarsi al profeta che è a Samaria, certo lo libererebbe dalla sua lebbra".

4 Naamàn andò a riferire al suo signore: "La ragazza che proviene dalla terra d'Israele ha detto così e così". 5 Il re di Aram gli disse: "Va' pure, io stesso invierò una lettera al re d'Israele". Partì dunque, prendendo con sé dieci talenti d'argento, seimila sicli d'oro e dieci mute di abiti. 6 Portò la lettera al re d'Israele, nella quale si diceva: "Orbene, insieme con questa lettera ho mandato da te Naamàn, mio ministro, perché tu lo liberi dalla sua lebbra".

7 Letta la lettera, il re d'Israele si stracciò le vesti dicendo: "Sono forse Dio per dare la morte o la vita, perché costui mi ordini di liberare un uomo dalla sua lebbra? Riconoscete e vedete che egli evidentemente cerca pretesti contro di me".

8 Quando Eliseo, uomo di Dio, seppe che il re d'Israele si era stracciate le vesti, mandò a dire al re: "Perché ti sei stracciato le vesti? Quell'uomo venga da me e saprà che c'è un profeta in Israele". 9 Naamàn arrivò con i suoi cavalli e con il suo carro e si fermò alla porta della casa di Eliseo. 10 Eliseo gli mandò un messaggero per dirgli: "Va', bàgnati sette volte nel Giordano: il tuo corpo ti ritornerà sano e sarai purificato".

11 Naamàn si sdegnò e se ne andò dicendo: "Ecco, io pensavo: "Certo, verrà fuori e, stando in piedi, invocherà il nome del Signore, suo Dio, agiterà la sua mano verso la parte malata e toglierà la lebbra". 12 Forse l'Abanà e il Parpar, fiumi di Damasco, non sono migliori di tutte le acque d'Israele? Non potrei bagnarmi in quelli per purificarmi?". Si voltò e se ne partì adirato.

13 Gli si avvicinarono i suoi servi e gli dissero: "Padre mio, se il profeta ti avesse ordinato una gran cosa, non l'avresti forse eseguita? Tanto più ora che ti ha detto: "Bàgnati e sarai purificato"". 14 Egli allora scese e si immerse nel Giordano sette volte, secondo la parola dell'uomo di Dio, e il suo corpo ridivenne come il corpo di un ragazzo; egli era purificato.

15 Tornò con tutto il seguito dall'uomo di Dio; entrò e stette davanti a lui dicendo: "Ecco, ora so che non c'è Dio su tutta la terra se non in Israele. Adesso accetta un dono dal tuo servo".

16 Quello disse: "Per la vita del Signore, alla cui presenza io sto, non lo prenderò". L'altro insisteva perché accettasse, ma egli rifiutò.

17 Allora Naamàn disse: "Se è no, sia permesso almeno al tuo servo di caricare qui tanta terra quanta ne porta una coppia di muli, perché il tuo servo non intende compiere più un olocausto o un sacrificio ad altri dèi, ma solo al Signore. 18 Però il Signore perdoni il tuo servo per questa azione: quando il mio signore entra nel tempio di Rimmon per prostrarsi, si appoggia al mio braccio e anche io mi prostro nel tempio di Rimmon, mentre egli si prostra nel tempio di Rimmon. Il Signore perdoni il tuo servo per questa azione".

19 Egli disse: "Va' in pace".

Partì da lui e fece un bel tratto di strada. 20 Giezi, servo di Eliseo, uomo di Dio, disse fra sé: "Ecco, il mio signore ha rinunciato a prendere dalla mano di questo arameo, Naamàn, ciò che egli aveva portato; per la vita del Signore, gli correrò dietro e prenderò qualche cosa da lui".

21 Giezi inseguì Naamàn. Naamàn, vedendolo correre verso di sé, saltò giù dal carro per andargli incontro e gli domandò: "Tutto bene?".

22 Quello rispose: "Tutto bene. Il mio signore mi ha mandato a dirti: "Ecco, proprio ora, sono giunti da me due giovani dalle montagne di Èfraim, da parte dei figli dei profeti. Da' loro un talento d'argento e due mute di abiti"".

23 Naamàn disse: "È meglio che tu prenda due talenti", e insistette con lui. Chiuse due talenti d'argento in due sacchi insieme con due mute di abiti e li diede a due suoi servi, che li portarono davanti a Giezi. 24 Giunto alla collina, questi prese dalla loro mano il tutto e lo depose in casa, quindi rimandò quegli uomini, che se ne andarono.

25 Poi egli andò a presentarsi al suo signore. Eliseo gli domandò: "Giezi, da dove vieni?".

Rispose: "Il tuo servo non è andato da nessuna parte".

26 Egli disse: "Non ero forse presente in spirito quando quell'uomo si voltò dal suo carro per venirti incontro? Era forse il tempo di accettare denaro e di accettare abiti, oliveti, vigne, bestiame minuto e grosso, schiavi e schiave? 27 Ma la lebbra di Naamàn si attaccherà a te e alla tua discendenza per sempre". Uscì da lui lebbroso, bianco come la neve.

L’ascia perduta e ritrovata

6I figli dei profeti dissero a Eliseo: "Ecco, l'ambiente in cui abitiamo presso di te è troppo stretto per noi. 2 Andiamo fino al Giordano, prendiamo lì una trave ciascuno e costruiamoci lì un locale dove abitare".

Egli rispose: "Andate!".

3 Uno disse: "Dégnati di venire anche tu con i tuoi servi".

Egli rispose: "Verrò". 4 E andò con loro.

Giunti al Giordano, cominciarono a tagliare gli alberi. 5 Ora, mentre uno abbatteva un tronco, il ferro della scure gli cadde nell'acqua. Egli gridò: "Oh, mio signore! Era stato preso in prestito!".

6 L'uomo di Dio domandò: "Dov'è caduto?". Gli mostrò il posto. Eliseo allora tagliò un legno e lo gettò in quel punto e il ferro venne a galla. 7 Disse: "Tiratelo su!". Quello stese la mano e lo prese.

Eliseo cattura alcuni soldati aramei

8 Il re di Aram combatteva contro Israele, e in un consiglio con i suoi ufficiali disse che si sarebbe accampato in un certo luogo.

9 L'uomo di Dio mandò a dire al re d'Israele: "Guàrdati dal passare per quel luogo, perché là stanno scendendo gli Aramei". 10 Il re d'Israele fece spedizioni nel luogo indicatogli dall'uomo di Dio e riguardo al quale egli l'aveva ammonito, e là se ne stette in guardia, non una né due volte soltanto.

11 Molto turbato in cuor suo per questo fatto, il re di Aram convocò i suoi ufficiali e disse loro: "Non mi potete indicare chi dei nostri è a favore del re d'Israele?".

12 Uno degli ufficiali rispose: "No, o re, mio signore, ma Eliseo, profeta d'Israele, riferisce al re d'Israele le parole che tu dici nella tua camera da letto".

13 Quegli disse: "Andate a scoprire dov'è costui; lo manderò a prendere". Gli fu riferito: "Ecco, sta a Dotan". 14 Egli mandò là cavalli, carri e una schiera consistente; vi giunsero di notte e circondarono la città.

15 Il servitore dell'uomo di Dio si alzò presto e uscì. Ecco, una schiera circondava la città con cavalli e carri. Il suo servo gli disse: "Ohimè, mio signore! Come faremo?".

16 Egli rispose: "Non temere, perché quelli che sono con noi sono più numerosi di quelli che sono con loro".

17 Eliseo pregò così: "Signore, apri i suoi occhi perché veda". Il Signore aprì gli occhi del servo, che vide. Ecco, il monte era pieno di cavalli e di carri di fuoco intorno a Eliseo.

18 Poi scesero verso di lui, ed Eliseo pregò il Signore dicendo: "Colpisci questa gente di cecità!". E il Signore li colpì di cecità secondo la parola di Eliseo.

19 Disse loro Eliseo: "Non è questa la strada e non è questa la città. Seguitemi e io vi condurrò dall'uomo che cercate". Egli li condusse a Samaria.

20 Quando entrarono in Samaria, Eliseo disse: "Signore, apri gli occhi di costoro perché vedano!". Il Signore aprì i loro occhi ed essi videro. Erano in mezzo a Samaria!

21 Quando li vide, il re d'Israele disse a Eliseo: "Li devo colpire, padre mio?".

22 Egli rispose: "Non colpire! Sei forse solito colpire uno che hai fatto prigioniero con la tua spada e con il tuo arco? Piuttosto metti davanti a loro pane e acqua; mangino e bevano, poi se ne vadano dal loro signore". 23 Si preparò per loro un grande pranzo. Dopo che ebbero mangiato e bevuto, li congedò ed essi se ne andarono dal loro signore. Le bande aramee non penetrarono più nella terra d'Israele.

Commento

Riconoscere che la trasformazione è un atto di grazia

Attraverso Eliseo, Dio compie molti miracoli. Miracoli legati al cibo (4,38-44), al galleggiamento di un ferro di scure (6,1-7) e all'accecamento di aramei (vv.8-23). E non solo miracoli, ma anche straordinari doni profetici. Al re di Aram viene detto che: "Eliseo, profeta d'Israele, riferisce al re d'Israele le parole che tu dici nella tua camera da letto" (v.12). Troviamo poi il racconto di una straordinaria trasformazione di vita da parte di un comandante siriano.

Naamàn è comandante dell'esercito del re di Aram, "un personaggio autorevole" (5,1, MSG). Ma ha un problema: è "lebbroso" (v.1). Attraverso una giovane serva, viene a conoscenza della possibilità di guarire attraverso la potenza di Dio (vv.2-4).

È abituato a ottenere le cose usando il suo potere e il suo denaro. E così parte "prendendo con sé dieci talenti d'argento, seimila sicli d'oro e dieci mute di abiti" (v.5). Arrivato, incontra il messaggero di Eliseo, che gli dice: "Va', bagnati sette volte nel Giordano: il tuo corpo ti ritornerà sano e sarai purificato" (v.10, MSG). Inizialmente perde le staffe e se ne va (vv.11-12). Si aspettava di essere guarito con grandi riti e in modo meno umiliante. A volte, il nostro orgoglio può impedirci di ricevere tutto ciò che Dio vuole donarci.

Ma poi, incoraggiato dal suo servo, si immerge nel Giordano sette volte e "il suo corpo ridivenne come il corpo di un ragazzo" (v.14). Viene completamente trasformato. Dice: "Ecco, ora so che non c'è Dio su tutta la terra se non in Israele" (v.15).

Naamàn desidera pagare per la sua guarigione. Ma Eliseo rifiuta qualsiasi cosa. Giezi, invece, commette l'errore di cercare di fare soldi con la grazia di Dio (vv.19-27). La guarigione e la trasformazione sono un dono di Dio che riceviamo per grazia.

Preghiera

Padre, grazie per il tuo potere miracoloso di guarire e salvare. Aiutaci ad imitare lo stesso atteggiamento di Eliseo senza cercare meriti, sia materiali che di altro genere. Grazie perché la trasformazione della vita è un dono di grazia, un dono immeritato del tuo amore.

La moglie di Nicky dice

2 Re 6,16

"Non temere" dice il profeta, "perché quelli che sono con noi sono più numerosi di quelli che sono con loro".

Se vi sentite circondati da difficoltà e sotto attacco, ricordate che, quando tutto sembra essere contro di voi, Dio ha un esercito potente che può venire a liberarvi.

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