Ascoltare Dio
Introduzione
Nelle relazioni, ascoltare è importante. Il filosofo e teologo Paul Tillich ha detto: "Il primo dovere dell'amore è ascoltare".
Alcune persone sono molto brave ad ascoltare. Il generale George Marshall, leader e stratega statunitense, ha detto che "per poter gestire bene le persone sono necessarie tre cose:
- Ascoltare la storia dell'altro.
- Ascoltare tutta la storia dell'altro.
- Ascoltare prima di tutto la storia dell'altro”.
Ascoltare Dio è una delle chiavi del nostro rapporto con lui. "Ascoltare" significa sentire con attenzione, prestare attenzione. Anche nella preghiera, ascoltare è importante. La preghiera nasce dall'ascolto, significa dare a Dio tutta la nostra attenzione.
Salmi 81,9-17
9 Ascolta, popolo mio:
contro di te voglio testimoniare.
Israele, se tu mi ascoltassi!
10 Non ci sia in mezzo a te un dio estraneo
e non prostrarti a un dio straniero.
11 Sono io il Signore, tuo Dio,
che ti ha fatto salire dal paese d'Egitto:
apri la tua bocca, la voglio riempire.
12 Ma il mio popolo non ha ascoltato la mia voce,
Israele non mi ha obbedito:
13 l'ho abbandonato alla durezza del suo cuore.
Seguano pure i loro progetti!
14 Se il mio popolo mi ascoltasse!
Se Israele camminasse per le mie vie!
15 Subito piegherei i suoi nemici
e contro i suoi avversari volgerei la mia mano;
16 quelli che odiano il Signore gli sarebbero sottomessi
e la loro sorte sarebbe segnata per sempre.
17 Lo nutrirei con fiore di frumento,
lo sazierei con miele dalla roccia".
Commento
Ascoltare Dio che parla attraverso i salmi
Tutti abbiamo fatto, e a volte facciamo, esperienza di fame fisica. Una fame che possiamo soddisfare solo con del cibo. Ma non esiste solo la fame fisica. Spesso facciamo esperienza anche di fame spirituale. Una fame che può essere soddisfatta solo ascoltando Dio. Dio dice: "Se tu mi ascoltassi..." (v.9b).
Le parole di Dio hanno il potere di soddisfare la nostra fame spirituale. Dio promette: "Apri la tua bocca, la voglio riempire" (v.11). E aggiunge: la "nutrirei con fiore di frumento", "la sazierei con miele dalla roccia" (v.17).
Dio dice: "Ascolta, popolo mio" (v.9a, MSG). Dio vuole il meglio per noi e ci avverte dei pericoli che si possono correre se lo ignoriamo. Continua: "Ma il mio popolo non ha ascoltato la mia voce, Israele non mi ha obbedito: l'ho abbandonato alla durezza del suo cuore. Seguano pure i loro progetti!" (vv.12-13) Quando decidiamo di non ascoltare Dio, ci esponiamo alle conseguenze delle nostre azioni (vedi anche Romani 1,24.26).
Se lo ascolteremo, Dio promette che agirà in nostro favore: "Se il mio popolo mi ascoltasse! Se Israele camminasse per le mie vie! Subito piegherei i suoi nemici" (Salmi 81,14-15a).
Preghiera
Signore, grazie perché ogni giorno possiamo ascoltarti ed essere saziati delle tue benedizioni. Aiutaci a prestare attenzione alle tue parole e a confidare che agirai per il nostro bene.
Atti 26,24-27,12
24 Mentre egli parlava così in sua difesa, Festo a gran voce disse: "Sei pazzo, Paolo; la troppa scienza ti ha dato al cervello!".
25 E Paolo: "Non sono pazzo - disse - eccellentissimo Festo, ma sto dicendo parole vere e sagge. 26 Il re è al corrente di queste cose e davanti a lui parlo con franchezza. Penso infatti che niente di questo gli sia sconosciuto, perché non sono fatti accaduti in segreto. 27 Credi, o re Agrippa, ai profeti? Io so che tu credi".
28 E Agrippa rispose a Paolo: "Ancora un poco e mi convinci a farmi cristiano!".
29 E Paolo replicò: "Per poco o per molto, io vorrei supplicare Dio che, non soltanto tu, ma tutti quelli che oggi mi ascoltano, diventino come sono anche io, eccetto queste catene!".
30 Allora il re si alzò e con lui il governatore, Berenice e quelli che avevano preso parte alla seduta. 31 Andandosene, conversavano tra loro e dicevano: "Quest'uomo non ha fatto nulla che meriti la morte o le catene".
32 E Agrippa disse a Festo: "Quest'uomo poteva essere rimesso in libertà, se non si fosse appellato a Cesare".
Inizio del viaggio verso Roma
27Quando fu deciso che ci imbarcassimo per l'Italia, consegnarono Paolo, insieme ad alcuni altri prigionieri, a un centurione di nome Giulio, della coorte Augusta. 2 Salimmo su una nave della città di Adramitto, che stava per partire verso i porti della provincia d'Asia, e salpammo, avendo con noi Aristarco, un Macèdone di Tessalònica.
3 Il giorno dopo facemmo scalo a Sidone, e Giulio, trattando Paolo con benevolenza, gli permise di recarsi dagli amici e di riceverne le cure. 4 Salpati di là, navigammo al riparo di Cipro a motivo dei venti contrari 5 e, attraversato il mare della Cilìcia e della Panfìlia, giungemmo a Mira di Licia. 6 Qui il centurione trovò una nave di Alessandria diretta in Italia e ci fece salire a bordo. 7 Navigammo lentamente parecchi giorni, giungendo a fatica all'altezza di Cnido. Poi, siccome il vento non ci permetteva di approdare, prendemmo a navigare al riparo di Creta, dalle parti di Salmone; 8 la costeggiammo a fatica e giungemmo in una località chiamata Buoni Porti, vicino alla quale si trova la città di Lasèa.
9 Era trascorso molto tempo e la navigazione era ormai pericolosa, perché era già passata anche la festa dell'Espiazione; Paolo perciò raccomandava 10 loro: "Uomini, vedo che la navigazione sta per diventare pericolosa e molto dannosa, non solo per il carico e per la nave, ma anche per le nostre vite". 11 Il centurione dava però ascolto al pilota e al capitano della nave più che alle parole di Paolo. 12 Dato che quel porto non era adatto a trascorrervi l'inverno, i più presero la decisione di salpare di là, per giungere se possibile a svernare a Fenice, un porto di Creta esposto a libeccio e a maestrale.
Commento
Ascoltare Dio che parla attraverso gli apostoli
L'apostolo Paolo è il messaggero di Dio. Dio parla attraverso di lui. In questo brano, coloro che ascoltano Paolo hanno l'opportunità di ascoltare Dio.
Durante il viaggio di Paolo verso Roma, il centurione non ascolta i consigli di Paolo: "Dava però ascolto al pilota e al capitano della nave più che alle parole di Paolo" (27,11). Il risultato del suo non ascoltare ha conseguenze disastrose.
Nella prima parte del brano, Paolo si trova in catene davanti a Festo e Agrippa. Sta raccontando la buona notizia di Gesù, della sua morte e risurrezione. Festo reagisce dicendo: "Sei pazzo, Paolo; la troppa scienza ti ha dato al cervello!" (26,24). Anche oggi molte persone pensano che i cristiani siano semplicemente dei pazzi.
Ma Paolo risponde: "Non sono pazzo... sto dicendo parole vere e sagge" (v.25). Non dice: "Sì, è tutto un po' folle, lo so, ma io ci credo". Rifiuta di accettare che le sue convinzioni siano prese come irrazionali.
Paolo sostiene che esiste una base razionale per la fede. Ci sono buone ragioni per credere che Gesù Cristo è veramente risorto dai morti. La nostra fede è vera e saggia (v.25). Come Paolo, neppure noi dovremmo temere di dimostrare la nostra fede anche a livello logico e della ragione. Il Vangelo, a volte, richiede di essere presentato anche con argomentazioni intelligenti.
Tuttavia, da sola, la ragione non basta. Prima di diventare cristiano, avevo ascoltato moltissime tesi e argomentazioni riguardanti la fede cristiana. Ma non tutte le mie domande avevano trovato risposta. Per comprendere, ho dovuto fare un passo di fede a partire da ciò che avevo sentito su Gesù. Nel momento in cui ho fatto questo passo, è stato come aprire gli occhi per la prima volta. Da quel momento ho iniziato a capire molto di più di tutto ciò che avevo visto e sentito fino a quel momento.
La ragione può portarci fino a un certo punto. Tuttavia, cercare di convincere le persone riguardo alla fede in Gesù con parole "vere e sagge" è importante.
A Paolo, Agrippa risponde: "Ancora un poco e mi convinci a farmi cristiano!" (v.28) E Paolo: "Per poco o per molto, io vorrei supplicare Dio che non soltanto tu ma tutti quelli che oggi mi ascoltano diventino come sono anche io, eccetto queste catene!" (v.29)
Paolo non si preoccupa del modo in cui le persone diventeranno cristiane, se subito o gradualmente, attraverso un processo più lungo. La cosa più importante per lui è convincere i suoi interlocutori a diventare cristiani, come lui. E non si vergogna di pregare perché queste persone diventino come lui (Galati 4,12).
Paolo non ha fatto nulla per meritare la morte o il carcere (Atti 26,31), eppure le autorità civili trovano una scusa, piuttosto patetica, per non liberarlo (v.32). Un comportamento, questo, ingiusto, irragionevole e probabilmente molto frustrante per Paolo.
Un'ingiustizia però che Dio trasforma in bene. Oggi, dopo 2.000 anni di storia, sono milioni e milioni le persone che ogni giorno ascoltano quelle sue parole dette ad Agrippa e, attraverso di esse, ascoltano Dio.
Preghiera
Signore, aiutaci a diventare come Paolo, ad avere una fede e una passione come la sua. Nell'annunciare la buona notizia di Gesù, fa che le persone, attraverso di noi, abbiano la percezione di ascoltare te.
2 Re 16,1-17,41
Acaz, re di Giuda
16Nell'anno diciassettesimo di Pekach, figlio di Romelia, divenne re Acaz, figlio di Iotam, re di Giuda. 2 Quando Acaz divenne re, aveva vent'anni; regnò sedici anni a Gerusalemme. Non fece ciò che è retto agli occhi del Signore, suo Dio, come Davide, suo padre. 3 Seguì la via dei re d'Israele; fece perfino passare per il fuoco suo figlio, secondo gli abomini delle nazioni che il Signore aveva scacciato davanti agli Israeliti. 4 Sacrificava e bruciava incenso sulle alture, sui colli e sotto ogni albero verde.
5 Allora Resin, re di Aram, e Pekach, figlio di Romelia, re d'Israele, salirono per combattere contro Gerusalemme; strinsero d'assedio Acaz, ma non poterono attaccare battaglia. 6 In quel tempo Resin, re di Aram, recuperò Elat ad Aram ed espulse i Giudei da Elat; poi gli Edomiti entrarono in Elat e vi si sono stabiliti fino ad oggi.
7 Acaz mandò messaggeri a Tiglat-Pilèser, re d'Assiria, per dirgli: "Io sono tuo servo e tuo figlio; sali e salvami dalla mano del re di Aram e dalla mano del re d'Israele, che sono insorti contro di me". 8 Acaz, preso l'argento e l'oro che si trovava nel tempio del Signore e nei tesori della reggia, lo mandò in dono al re d'Assiria. 9 Il re d'Assiria lo ascoltò e salì a Damasco e la prese, ne deportò la popolazione a Kir e fece morire Resin.
10 Il re Acaz andò incontro a Tiglat-Pilèser, re d'Assiria, a Damasco e, visto l'altare che si trovava a Damasco, il re Acaz mandò al sacerdote Uria il disegno dell'altare e il suo modello con tutta la sua lavorazione. 11 Il sacerdote Uria costruì l'altare, conformemente a tutte le indicazioni che il re aveva inviato da Damasco; il sacerdote Uria fece così, prima che tornasse Acaz da Damasco. 12 Arrivato da Damasco, il re si avvicinò all'altare e vi salì, 13 bruciò sull'altare il suo olocausto e la sua offerta, versò la sua libagione e sparse il sangue dei sacrifici di comunione a lui spettanti. 14 Spostò l'altare di bronzo, che era di fronte al Signore, dalla facciata del tempio, dal luogo tra l'altare e il tempio del Signore, e lo pose al fianco dell'altare verso settentrione.
15 Il re Acaz ordinò al sacerdote Uria: "Sull'altare grande brucerai l'olocausto del mattino, l'offerta della sera, l'olocausto del re e la sua offerta, l'olocausto di tutto il popolo della terra, la sua offerta e le sue libagioni; su di esso spargerai tutto il sangue degli olocausti e tutto il sangue dei sacrifici. Dell'altare di bronzo mi occuperò io". 16 Il sacerdote Uria fece quanto aveva ordinato il re Acaz.
17 Il re Acaz tagliò a pezzi le traverse dei carrelli e tolse da esse i bacini. Fece scendere il Mare dai buoi di bronzo che lo sostenevano e lo collocò sul pavimento di pietre. 18 A causa del re d'Assiria egli rimosse dal tempio del Signore il portico del sabato, che era stato costruito nel tempio, e l'ingresso esterno del re.
19 Le altre gesta che compì Acaz non sono forse descritte nel libro delle Cronache dei re di Giuda? 20 Acaz si addormentò con i suoi padri, fu sepolto con i suoi padri nella Città di Davide e al suo posto divenne re suo figlio Ezechia.
Osea, ultimo re d'Israele
17Nell'anno dodicesimo di Acaz, re di Giuda, Osea, figlio di Ela, divenne re su Israele a Samaria. Egli regnò nove anni. 2 Fece ciò che è male agli occhi del Signore, ma non come i re d'Israele che l'avevano preceduto.
3 Contro di lui mosse Salmanàssar, re d'Assiria; Osea divenne suo vassallo e gli pagò un tributo. 4 Ma poi il re d'Assiria scoprì una congiura di Osea; infatti questi aveva inviato messaggeri a So, re d'Egitto, e non spediva più il tributo al re d'Assiria, come ogni anno. Perciò il re d'Assiria lo arrestò e, incatenato, lo gettò in carcere. 5 Il re d'Assiria invase tutta la terra, salì a Samaria e l'assediò per tre anni. 6 Nell'anno nono di Osea, il re d'Assiria occupò Samaria, deportò gli Israeliti in Assiria, e li stabilì a Calach e presso il Cabor, fiume di Gozan, e nelle città della Media.
Riflessioni sulle cause della rovina
7 Ciò avvenne perché gli Israeliti avevano peccato contro il Signore, loro Dio, che li aveva fatti uscire dalla terra d'Egitto, dalle mani del faraone, re d'Egitto. Essi venerarono altri dèi, 8 seguirono le leggi delle nazioni che il Signore aveva scacciato davanti agli Israeliti, e quelle introdotte dai re d'Israele. 9 Gli Israeliti riversarono contro il Signore, loro Dio, parole non giuste e si costruirono alture in ogni loro città, dalla torre di guardia alla città fortificata. 10 Si eressero stele e pali sacri su ogni alto colle e sotto ogni albero verde. 11 Ivi, su ogni altura, bruciarono incenso come le nazioni che il Signore aveva scacciato davanti a loro; fecero azioni cattive, irritando il Signore. 12 Servirono gli idoli, dei quali il Signore aveva detto: "Non farete una cosa simile!". 13 Eppure il Signore, per mezzo di tutti i suoi profeti e dei veggenti, aveva ordinato a Israele e a Giuda: "Convertitevi dalle vostre vie malvagie e osservate i miei comandi e i miei decreti secondo tutta la legge che io ho prescritto ai vostri padri e che ho trasmesso a voi per mezzo dei miei servi, i profeti".
14 Ma essi non ascoltarono, anzi resero dura la loro cervice, come quella dei loro padri, i quali non avevano creduto al Signore, loro Dio. 15 Rigettarono le sue leggi e la sua alleanza, che aveva concluso con i loro padri, e le istruzioni che aveva dato loro; seguirono le vanità e diventarono vani, seguirono le nazioni intorno a loro, pur avendo il Signore proibito di agire come quelle.
16 Abbandonarono tutti i comandi del Signore, loro Dio; si eressero i due vitelli in metallo fuso, si fecero un palo sacro, si prostrarono davanti a tutta la milizia celeste e servirono Baal. 17 Fecero passare i loro figli e le loro figlie per il fuoco, praticarono la divinazione e trassero presagi; si vendettero per compiere ciò che è male agli occhi del Signore, provocandolo a sdegno.
18 Il Signore si adirò molto contro Israele e lo allontanò dal suo volto e non rimase che la sola tribù di Giuda. 19 Neppure quelli di Giuda osservarono i comandi del Signore, loro Dio, ma seguirono le leggi d'Israele. 20 Il Signore rigettò tutta la discendenza d'Israele; li umiliò e li consegnò in mano a predoni, finché non li scacciò dal suo volto.
21 Quando aveva strappato Israele dalla casa di Davide, avevano fatto re Geroboamo, figlio di Nebat; poi Geroboamo aveva spinto Israele a staccarsi dal Signore e gli aveva fatto commettere un grande peccato. 22 Gli Israeliti imitarono tutti i peccati che Geroboamo aveva commesso; non se ne allontanarono, 23 finché il Signore non allontanò Israele dal suo volto, come aveva detto per mezzo di tutti i suoi servi, i profeti. Israele fu deportato dalla sua terra in Assiria, fino ad oggi.
Origine dei Samaritani
24 Il re d'Assiria mandò gente da Babilonia, da Cuta, da Avva, da Camat e da Sefarvàim e la stabilì nelle città della Samaria al posto degli Israeliti. E quelli presero possesso della Samaria e si stabilirono nelle sue città. 25 All'inizio del loro insediamento non veneravano il Signore ed egli inviò contro di loro dei leoni, che ne facevano strage. 26 Allora dissero al re d'Assiria: "Le popolazioni che tu hai trasferito e stabilito nelle città della Samaria non conoscono il culto del dio locale ed egli ha mandato contro di loro dei leoni, i quali seminano morte tra loro, perché esse non conoscono il culto del dio locale".
27 Il re d'Assiria ordinò: "Mandate laggiù uno dei sacerdoti che avete deportato di là: vada, vi si stabilisca e insegni il culto del dio locale". 28 Venne uno dei sacerdoti deportati da Samaria, che si stabilì a Betel e insegnava loro come venerare il Signore.
29 Ogni popolazione si fece i suoi dèi e li mise nei templi delle alture costruite dai Samaritani, ognuna nella città dove dimorava. 30 Gli uomini di Babilonia si fecero Succot-Benòt, gli uomini di Cuta si fecero Nergal, gli uomini di Camat si fecero Asimà. 31 Gli Avviti si fecero Nibcaz e Tartak; i Sefarvei bruciavano nel fuoco i propri figli in onore di Adrammèlec e di Anammèlec, divinità di Sefarvàim. 32 Veneravano anche il Signore; si fecero sacerdoti per le alture, scegliendoli tra di loro: prestavano servizio per loro nei templi delle alture. 33 Veneravano il Signore e servivano i loro dèi, secondo il culto delle nazioni dalle quali li avevano deportati.
34 Fino ad oggi essi agiscono secondo i culti antichi: non venerano il Signore e non agiscono secondo le loro norme e il loro culto, né secondo la legge e il comando che il Signore ha dato ai figli di Giacobbe, a cui impose il nome d'Israele. 35 Il Signore aveva concluso con loro un'alleanza e aveva loro ordinato: "Non venerate altri dèi, non prostratevi davanti a loro, non serviteli e non sacrificate a loro, 36 ma venerate solo il Signore, che vi ha fatto salire dalla terra d'Egitto con grande potenza e con braccio teso: a lui prostratevi e a lui sacrificate. 37 Osservate le norme, i precetti, la legge e il comando che egli ha scritto per voi, mettendoli in pratica tutti i giorni; non venerate altri dèi. 38 Non dimenticate l'alleanza che ho concluso con voi e non venerate altri dèi, 39 ma venerate soltanto il Signore, vostro Dio, ed egli vi libererà dal potere di tutti i vostri nemici".
40 Essi però non ascoltarono, ma continuano ad agire secondo il loro culto antico. 41 Così quelle popolazioni veneravano il Signore e servivano i loro idoli, e così pure i loro figli e i figli dei loro figli: come fecero i loro padri essi fanno ancora oggi.
Commento
Ascoltare Dio che parla attraverso i profeti
Dio permette che il popolo di Israele venga fatto prigioniero e condotto in esilio. Israele si era rifiutato di ascoltare Dio.
La storia di questo periodo potrebbe essere riassunta con due parole: "Non ascoltarono" (17,14.40). Come abbiamo visto ieri, tutti i problemi dei re e del popolo di Dio in questi brani sono il risultato del non aver ascoltato Dio.
Dio parla al suo popolo attraverso i suoi servi, i profeti. "Il Signore, per mezzo di tutti i suoi profeti e dei veggenti, aveva ordinato a Israele e a Giuda: 'Convertitevi'... Ma essi non ascoltarono" (vv.13-14, MSG).
Ne consegue l'esilio: "Ciò avvenne perché gli Israeliti avevano peccato contro il Signore... Gli Israeliti riversarono contro il Signore, loro Dio, parole non giuste e si costruirono alture in ogni loro città" (vv.7-9, MSG).
"Seguirono le nazioni intorno a loro, pur avendo il Signore proibito di agire come quelle" (v.15). L'aver smesso di ascoltare Dio porta il popolo d'Israele a perdere la presenza vicina di Dio: "Li scacciò dal suo volto... allontanò Israele dal suo volto" (vv.20.23).
A volte anche noi come il popolo d'Israele non siamo abbastanza severi nei confronti del peccato: "Veneravano anche il Signore... Veneravano il Signore e servivano i loro dèi" (vv.32.34 MSG). "Essi però non ascoltarono" ma continuarono "ad agire secondo il loro culto antico" (v.40, MSG).
A volte il nostro cuore si divide in due: un po' segue Dio e un po' segue i nostri desideri. Per questo dovremmo sempre vegliare per evitare distrazioni e noncuranza, aspetti che permettono al peccato di insinuarsi. Non dobbiamo lasciare che il nemico ci porti a disobbedire a Dio.
La verità è che il desiderio di Dio è sempre di portare benedizione nelle nostre vite. Dio dona i suoi comandamenti e le sue istruzioni perché le nostre vite possano prosperare (vedere Deuteronomio 6,1-3).
Lo vediamo nel successo di alcuni re d'Israele e di Giuda. L'autore dei libri dei Re ci dice che alcuni re hanno fatto ciò che "era giusto agli occhi del Signore" e altri no. Tutti i re d'Israele, ad esempio, hanno fatto "ciò che è male agli occhi del Signore" (2 Re 17,2) e per questo il loro regno è caduto velocemente in rovina (v.8).
Al contrario, solo la metà dei re di Giuda ha operato in modo cattivo. La rimanente metà ha operato bene. Sotto i re "buoni”, Giuda è fiorita e questo ha reso la sua storia molto più lunga e positiva di quella di Israele. I regni dei re "buoni" sono durati di più di quelli dei re "malvagi". I dodici re malvagi hanno regnato per un totale di 130 anni, mentre i dieci re buoni per un totale di 343 anni. Tuttavia, in questi 343 anni non sono mancate sfide e difficoltà. Seguire Dio, infatti, non significa che non incontreremo sfide e difficoltà. Al contrario, non mancheranno. Ma se ascolteremo Dio, riceveremo benedizione e sapienza utili per affrontare ogni difficoltà.
Preghiera
Signore, aiutaci ad ascoltare attentamente le tue parole. Liberaci dal peccato. Rendici capaci di chiedere aiuto e di non permettere mai al peccato di insinuarsi nella nostra vita. Aiutaci a non fermarci ad imitare solamente le azioni delle persone, ma aiutaci ad ascoltare la tua voce, a seguirti e a godere della tua presenza continua in noi.
La moglie di Nicky dice
2 Re 17,41
"Così quelle popolazioni veneravano il Signore e servivano i loro idoli".
A volte, quando sono in chiesa per pregare e adorare il Signore, mi distraggo un po' e mi perdo tra i miei pensieri. Pensieri come: quanto sono belle le scarpe di quella signora o se devo cucinare pesce o pollo per pranzo! Ho ancora tanta strada da fare.
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Riferimenti
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General George Marshall, quoted in Alfred Montapert, Distilled Wisdom: An Encyclopedia of Wisdom in Condensed Form, (Prentice Hall, 1964), p.241.
Joyce Meyer, The Everyday Life Bible, (Faithwords, 2018) p.593.
Le citazioni della Scrittura indicate con (MSG, AMP, NIVUK, NKJV, NLT, ecc.) riportano comunque il testo CEI®.
Indicano i testi qui di seguito elencati a cui si rimanda per ulteriori approfondimenti.
NIV - New International Version Anglicised - Copyright © 1979, 1984, 2011 Biblica, già International Bible Society
MSG - The Message - Copyright © 1993, 1994, 1995, 1996, 2000, 2001, 2002.
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