Giorno 194

Come ristabilire le relazioni

Sapienziali Salmi 84,1-8
Nuovo Testamento Romani 1,1-17
Antico Testamento 2 Re 23,1-24,7

Introduzione

Hans lavorò per molti anni come minatore, divenendo poi lui stesso proprietario di miniere. Suo figlio più grande, Martin, amava studiare ed era molto intelligente. A diciassette anni si iscrisse all'università, voleva diventare avvocato, un avvocato brillante. Ma un giorno, con grande sgomento del padre, decise di interrompere gli studi. Si fece monaco e successivamente sacerdote.

Martin desiderava vivere una vita giusta. Digiunò per giorni e trascorse intere notti a pregare. Si sentiva tormentato dalla propria iniquità davanti ad un Dio giusto. A circa trent'anni, nel leggere uno dei brani di oggi, Romani 1,17, comprese tutto. In un istante, per Martin, tutto fu chiaro. Scrisse:

"Nel leggere questo versetto, ho iniziato a capire che la giustizia di Dio è quella attraverso la quale il giusto vive per il dono di Dio, in altre parole per fede; e che la frase 'si rivela la giustizia di Dio' si riferisce ad una giustizia passiva, cioè una giustizia attraverso la quale il Dio misericordioso ci giustifica per fede, come è scritto: 'Il giusto per fede vivrà'. Immediatamente, mi sono sentito come se fossi nato di nuovo ed entrato attraverso le porte aperte del paradiso".

Martin Lutero visse questa esperienza 500 anni fa. Un'esperienza che non solo cambiò la sua vita, ma anche il corso della storia dell'umanità. Divenne una delle figure centrali della civiltà occidentale, fondatore della Riforma che influenzò il pensiero sociale, economico e politico di intere società.

Nella sua essenza, giustizia significa vivere una giusta relazione con Dio. Una relazione che porta ad una giusta relazione con gli altri. Un dono, questo, reso possibile dalla vita, morte e risurrezione di Gesù. Ed è qui che troviamo il segreto per vivere tutte le relazioni nella nostra vita: ristabilire la relazione con Dio per ristabilire la relazione con tutte le altre persone attorno a noi.

Sapienziali

Salmi 84,1-8

Salmo 84

1 Al maestro del coro. Su "I torchi". Dei figli di Core. Salmo.

2 Quanto sono amabili le tue dimore,
  Signore degli eserciti!
3 L'anima mia anela
  e desidera gli atri del Signore.
 Il mio cuore e la mia carne
  esultano nel Dio vivente.
4 Anche il passero trova una casa
  e la rondine il nido
 dove porre i suoi piccoli,
  presso i tuoi altari,
 Signore degli eserciti, mio re e mio Dio.
5 Beato chi abita nella tua casa:
  senza fine canta le tue lodi.

6 Beato l'uomo che trova in te il suo rifugio
  e ha le tue vie nel suo cuore.
7 Passando per la valle del pianto
  la cambia in una sorgente;
  anche la prima pioggia l'ammanta di benedizioni.
8 Cresce lungo il cammino il suo vigore,
  finché compare davanti a Dio in Sion.

Commento

Godere delle benedizioni

La presenza di Dio è il luogo dove possiamo ricevere le più grandi benedizioni. Io e Pippa amiamo questo salmo. È uno dei nostri preferiti. L'abbiamo voluto come lettura al nostro matrimonio. Ci piace perché descrive le benedizioni che si ricevono vivendo in una relazione ristabilita con Dio.

1. Desiderare la presenza di Dio

Nel cuore di ogni uomo, vi è una grande fame spirituale. Una fame che possiamo soddisfare solo vivendo una giusta relazione con Dio. Alla presenza di Dio, questo desiderio dell'anima (v.1, MSG) trova soddisfazione e il nostro grido del cuore trova risposta. Il salmista dice: "Quanto sono amabili le tue dimore, Signore degli eserciti! L'anima mia anela e desidera gli atri del Signore. Il mio cuore e la mia carne esultano nel Dio vivente" (vv.2-3).

2. Benedizione della presenza di Dio

Più trascorreremo del tempo pregando, adorando e ascoltando Dio mediante la sua Parola, più scopriremo che non c'è nessun posto migliore al mondo dove stare se non alla presenza di Dio. "Beato chi abita nella tua casa: senza fine canta le tue lodi" (v.5).

La presenza di Dio è un luogo di benedizione, lode e ristoro. È come pioggia che cade su terra assetata (v.7).

3. Forza dalla presenza di Dio

Quando la nostra forza è in Dio (v.6), i luoghi impervi, le situazioni difficili e le valli della vita possono trasformarsi in sorgenti (v.7). In momenti come questi, se attingeremo forza da Dio troveremo la nostra vera identità, e il nostro "vigore" lungo il cammino crescerà (v.8).

Nell'Antico Testamento, il luogo della presenza di Dio era il tabernacolo e il tempio. Ora, mediante Gesù Cristo, il luogo dove Dio abita ed è presente attraverso il suo Spirito è la Chiesa (Efesini 2,22) e i nostri corpi (1 Corinzi 6,19).

Preghiera

Signore, grazie per tutte le benedizioni che riversi su di noi. Grazie perché con la tua presenza ci rafforzi quotidianamente.

Nuovo Testamento

Romani 1,1-17

Indirizzo e saluto

1Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per chiamata, scelto per annunciare il vangelo di Dio - 2 che egli aveva promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sacre Scritture 3 e che riguarda il Figlio suo, nato dal seme di Davide secondo la carne, 4 costituito Figlio di Dio con potenza, secondo lo Spirito di santità, in virtù della risurrezione dei morti, Gesù Cristo nostro Signore; 5 per mezzo di lui abbiamo ricevuto la grazia di essere apostoli, per suscitare l'obbedienza della fede in tutte le genti, a gloria del suo nome, 6 e tra queste siete anche voi, chiamati da Gesù Cristo -,

7 a tutti quelli che sono a Roma, amati da Dio e santi per chiamata,

grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo!

8 Anzitutto rendo grazie al mio Dio per mezzo di Gesù Cristo riguardo a tutti voi, perché della vostra fede si parla nel mondo intero. 9 Mi è testimone Dio, al quale rendo culto nel mio spirito annunciando il vangelo del Figlio suo, come io continuamente faccia memoria di voi, 10 chiedendo sempre nelle mie preghiere che, in qualche modo, un giorno, per volontà di Dio, io abbia l'opportunità di venire da voi.

11 Desidero infatti ardentemente vedervi per comunicarvi qualche dono spirituale, perché ne siate fortificati, 12 o meglio, per essere in mezzo a voi confortato mediante la fede che abbiamo in comune, voi e io. 13 Non voglio che ignoriate, fratelli, che più volte mi sono proposto di venire fino a voi - ma finora ne sono stato impedito - per raccogliere qualche frutto anche tra voi, come tra le altre nazioni.

14 Sono in debito verso i Greci come verso i barbari, verso i sapienti come verso gli ignoranti: 15 sono quindi pronto, per quanto sta in me, ad annunciare il Vangelo anche a voi che siete a Roma.

16 Io infatti non mi vergogno del Vangelo, perché è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede, del Giudeo, prima, come del Greco. 17 In esso infatti si rivela la giustizia di Dio, da fede a fede, come sta scritto: Il giusto per fede vivrà.

Commento

Ricevere il dono

Non c'è nulla che puoi fare per guadagnarti o meritare l'amore di Dio. Lo puoi ricevere solo in dono. È Gesù che ci ha resi giusti. Attraverso la sua vita, morte e risurrezione, possiamo vivere in una giusta relazione con Dio.

Ma com'è possibile che la vita, morte e risurrezione di Gesù abbiano avuto un così grande impatto sulla storia del mondo? In che modo la vita di ogni uomo, donna e bambino ne è stata eternamente influenzata?

In questo documento rivoluzionario ed estremamente influente della teologia cristiana (scritto intorno al 59 d.C.), Paolo, che aveva incontrato Gesù risorto in persona, testimonia e argomenta il fatto della vita, morte e risurrezione di Gesù di Nazaret, riflettendo sulle sue implicazioni.

Sembra che la creazione di una comunità cristiana a Roma sia avvenuta non per una precisa intenzione o una missione di evangelizzazione, ma per la presenza di cristiani nei luoghi di lavoro. Anche quando lavori, qualunque lavoro esso sia, puoi avere un enorme impatto sulla vita delle persone, come un qualsiasi evangelizzatore a tempo pieno.

Paolo desidera ardentemente vedere i suoi amici a Roma (v.11). Pur essendo all'inizio del loro percorso di cristiani, si rivolge a loro con grande umiltà. Riconosce che come loro impareranno da lui, anche lui imparerà da loro (vv.11-12). Dice: "Per essere in mezzo a voi confortato mediante la fede che abbiamo in comune, voi e io" (v.12, MSG). Nei piccoli gruppi ad Alpha è questo che ogni volta sperimentiamo: la bellezza di imparare gli uni dagli altri.

Tutti abbiamo bisogno di ascoltare il Vangelo e non solo coloro che sono al di fuori della vita della Chiesa. Paolo desidera predicare il Vangelo all'intera comunità cristiana di Roma (v.15).

Conosce perfettamente la tentazione di vergognarsi di Gesù. A volte è facile lasciarsi prendere dalle paure e dalle preoccupazioni su ciò che gli altri potrebbero pensare. Paolo dice: "Io infatti non mi vergogno del Vangelo, perché è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede" (v.16a). Conosce bene lo straordinario potere del Vangelo di trasformare la vita sia degli ebrei che dei gentili (v.16b).

Non c'è privilegio più grande di poter parlare agli altri del Vangelo: "In esso infatti si rivela la giustizia di Dio, da fede a fede" (v.17a). Paolo non contrappone il Vangelo all'Antico Testamento. Usa l'Antico Testamento per sostenere la sua argomentazione: "Come sta scritto: Il giusto per fede vivrà" (v.17b, vedi anche Abacuc 2,4).

Paolo dirà molto di più su questa "giustizia di Dio". La buona notizia (cioè il Vangelo) è che Dio ci ha permesso di vivere in questa giusta relazione con lui. Questa giustizia viene da Dio. È il suo dono per te. Non puoi guadagnarlo. Lo puoi ricevere solo "per fede". Non siamo più sotto la schiavitù del senso di colpa e della condanna. Nulla può separarci dall'amore che Dio ha per noi (Romani 8,1-39).

Preghiera

Signore, grazie perché attraverso la vita, morte e risurrezione di Gesù Cristo, rendi possibile per noi una relazione ristabilita con te e con gli altri. Grazie perché per quanto mi sforzi non posso guadagnarla ma solo riceverla in dono per fede.

Antico Testamento

2 Re 23,1-24,7

Riforma di Giosia in Giuda

23Il re mandò a radunare presso di sé tutti gli anziani di Giuda e di Gerusalemme. 2 Il re salì al tempio del Signore; erano con lui tutti gli uomini di Giuda, tutti gli abitanti di Gerusalemme, i sacerdoti, i profeti e tutto il popolo, dal più piccolo al più grande. Lesse alla loro presenza tutte le parole del libro dell'alleanza, trovato nel tempio del Signore. 3 Il re, in piedi presso la colonna, concluse l'alleanza davanti al Signore, per seguire il Signore e osservare i suoi comandi, le istruzioni e le leggi con tutto il cuore e con tutta l'anima, per attuare le parole dell'alleanza scritte in quel libro. Tutto il popolo aderì all'alleanza.

4 Il re comandò al sommo sacerdote Chelkia, ai sacerdoti del secondo ordine e ai custodi della soglia di portare fuori dal tempio del Signore tutti gli oggetti fatti in onore di Baal, di Asera e di tutto l'esercito del cielo; li bruciò fuori di Gerusalemme, nei campi del Cedron, e ne portò la cenere a Betel. 5 Destituì i sacerdoti creati dai re di Giuda per offrire incenso sulle alture delle città di Giuda e dei dintorni di Gerusalemme, e quanti offrivano incenso a Baal, al sole e alla luna, ai segni dello zodiaco e a tutto l'esercito del cielo. 6 Fece portare il palo sacro dal tempio del Signore fuori di Gerusalemme, al torrente Cedron; lo bruciò nel torrente Cedron, lo ridusse in polvere e gettò la polvere sul sepolcro dei figli del popolo. 7 Demolì le case dei prostituti sacri, che erano nel tempio del Signore, e nelle quali le donne tessevano tende per Asera.

8 Fece venire tutti i sacerdoti dalle città di Giuda, rese impure le alture, dove i sacerdoti offrivano incenso, da Gheba a Bersabea; demolì l'altura dei satiri, che era all'ingresso della porta di Giosuè, governatore della città, a sinistra di chi entra per la porta della città. 9 I sacerdoti delle alture non salivano più all'altare del Signore a Gerusalemme; tuttavia potevano mangiare pani azzimi in mezzo ai loro fratelli.

10 Giosia rese impuro il Tofet, che si trovava nella valle di Ben-Innòm, perché nessuno vi facesse passare il proprio figlio o la propria figlia per il fuoco in onore di Moloc. 11 Rimosse i cavalli che i re di Giuda avevano posto in onore del sole all'ingresso del tempio del Signore, presso la stanza del cortigiano Netan-Mèlec, che era accanto alla loggia, e diede alle fiamme i carri del sole.

12 Demolì gli altari sulla terrazza della stanza superiore di Acaz, eretti dai re di Giuda, e gli altari eretti da Manasse nei due cortili del tempio del Signore; il re li frantumò e ne gettò in fretta la polvere nel torrente Cedron. 13 Il re rese impure le alture che erano di fronte a Gerusalemme, a destra del monte della Perdizione, erette da Salomone, re d'Israele, in onore di Astarte, obbrobrio di quelli di Sidone, in onore di Camos, obbrobrio dei Moabiti, e in onore di Milcom, abominio degli Ammoniti. 14 Fece a pezzi le stele e tagliò i pali sacri, riempiendone il posto con ossa umane.

15 Quanto all'altare di Betel e all'altura eretta da Geroboamo, figlio di Nebat, che aveva fatto commettere peccati a Israele, lo demolì insieme con l'altura e bruciò l'altura; triturò, ridusse in polvere e bruciò il palo sacro. 16 Giosia si voltò e vide i sepolcri che erano là sul monte; egli mandò a prendere le ossa dai sepolcri e le bruciò sull'altare, rendendolo impuro, secondo la parola del Signore, che aveva proclamato l'uomo di Dio quando Geroboamo, durante la festa, stava presso l'altare. Quindi si voltò; alzato lo sguardo verso il sepolcro dell'uomo di Dio che aveva proclamato queste cose,

17 Giosia domandò: "Che cos'è quel cippo che io vedo?".

Gli uomini della città gli dissero: "È il sepolcro dell'uomo di Dio che, partito da Giuda, proclamò queste cose che hai fatto riguardo all'altare di Betel".

18 Egli disse: "Lasciatelo riposare; nessuno rimuova le sue ossa". Così preservarono le sue ossa, insieme con le ossa del profeta venuto dalla Samaria.

19 Giosia eliminò anche tutti i templi delle alture, costruiti dai re d'Israele nelle città della Samaria provocando a sdegno il Signore. Fece a loro riguardo quello che aveva fatto a Betel. 20 Immolò sugli altari tutti i sacerdoti delle alture del luogo; su di essi bruciò ossa umane. Quindi ritornò a Gerusalemme.

21 Il re ordinò a tutto il popolo: "Celebrate la Pasqua in onore del Signore, vostro Dio, come è scritto nel libro di questa alleanza". 22 Difatti una Pasqua simile a questa non era mai stata celebrata dal tempo dei giudici che governarono Israele, ossia per tutto il periodo dei re d'Israele e dei re di Giuda. 23 Soltanto nell'anno diciottesimo del re Giosia questa Pasqua fu celebrata in onore del Signore a Gerusalemme.

24 Giosia fece poi scomparire anche i negromanti, gli indovini, i terafìm, gli idoli e tutti gli obbrobri che erano comparsi nella terra di Giuda e a Gerusalemme, per mettere in pratica le parole della legge scritte nel libro trovato dal sacerdote Chelkia nel tempio del Signore. 25 Prima di lui non era esistito un re che come lui si fosse convertito al Signore con tutto il suo cuore e con tutta la sua anima e con tutta la sua forza, secondo tutta la legge di Mosè; dopo di lui non sorse uno come lui.

26 Tuttavia il Signore non si ritirò dall'ardore della sua grande ira, che si era accesa contro Giuda a causa di tutte le prevaricazioni con cui Manasse l'aveva provocato. 27 Perciò il Signore disse: "Anche Giuda allontanerò dalla mia presenza, come ho allontanato Israele; respingerò questa città, Gerusalemme, che avevo scelto, e il tempio di cui avevo detto: "Lì sarà il mio nome"".

28 Le altre gesta di Giosia e tutte le sue azioni non sono forse descritte nel libro delle Cronache dei re di Giuda?

29 Nei suoi giorni, il faraone Necao, re d'Egitto, marciò per raggiungere il re d'Assiria sul fiume Eufrate. Il re Giosia gli andò incontro, ma Necao lo uccise presso Meghiddo appena lo vide. 30 I suoi ufficiali posero su un carro il morto per portarlo da Meghiddo a Gerusalemme e lo seppellirono nel suo sepolcro. Il popolo della terra prese Ioacàz, figlio di Giosia, lo unse e lo proclamò re al posto di suo padre.

Ioacàz, re di Giuda

31 Quando divenne re, Ioacàz aveva ventitré anni; regnò tre mesi a Gerusalemme. Sua madre era di Libna e si chiamava Camutàl, figlia di Geremia. 32 Fece ciò che è male agli occhi del Signore, come avevano fatto i suoi padri. 33 Il faraone Necao lo fece prigioniero a Ribla, nel paese di Camat, perché non regnasse a Gerusalemme; alla terra egli impose un tributo di cento talenti d'argento e di un talento d'oro. 34 Il faraone Necao nominò re Eliakìm, figlio di Giosia, al posto di Giosia, suo padre, cambiandogli il nome in Ioiakìm. Quindi prese Ioacàz. Questi andò in Egitto, ove morì. 35 Ioiakìm consegnò l'argento e l'oro al faraone, in quanto aveva tassato la terra per consegnare il denaro secondo la disposizione del faraone. Con una tassa individuale, proporzionata ai beni, egli riscosse l'argento e l'oro dal popolo della terra per consegnarlo al faraone Necao.

Ioiakìm, re di Giuda

36 Quando divenne re, Ioiakìm aveva venticinque anni; regnò undici anni a Gerusalemme. Sua madre era di Ruma e si chiamava Zebidà, figlia di Pedaià. 37 Fece ciò che è male agli occhi del Signore, come avevano fatto i suoi padri.

24Nei suoi giorni, Nabucodònosor, re di Babilonia, salì contro di lui e Ioiakìm gli fu sottomesso per tre anni, poi di nuovo si ribellò contro di lui. 2 Il Signore mandò contro di lui bande armate di Caldei, di Aramei, di Moabiti e di Ammoniti; le mandò in Giuda per annientarlo, secondo la parola che il Signore aveva pronunciato per mezzo dei suoi servi, i profeti. 3 Ciò avvenne in Giuda solo per ordine del Signore, per allontanarlo dal suo volto a causa dei peccati di Manasse, per tutto quel che aveva fatto, 4 e anche a causa del sangue innocente che aveva versato; infatti aveva riempito di sangue innocente Gerusalemme. Il Signore non volle usare indulgenza.

5 Le altre gesta di Ioiakìm e tutte le sue azioni non sono forse descritte nel libro delle Cronache dei re di Giuda? 6 Ioiakìm si addormentò con i suoi padri e al suo posto divenne re suo figlio Ioiachìn.

7 Il re d'Egitto non uscì più dalla sua terra, perché il re di Babilonia, dal torrente d'Egitto sino al fiume Eufrate, aveva conquistato tutto quello che era appartenuto al re d'Egitto.

Commento

Continuare ad obbedire

Dio ha sempre voluto che il suo popolo vivesse in una giusta relazione con lui. In questo brano, questo rapporto è descritto in termini di alleanza. Dio salva il suo popolo dall'Egitto. Si impegna con loro totalmente, indicando loro come mantenere una giusta relazione con lui. Dona loro i comandamenti per custodire questo giusto rapporto con lui e tra di loro. Leggi donate da Dio perché la vita del suo popolo possa prosperare.

Ma, ancora una volta, osserviamo che il popolo non obbedisce, ed il risultato che ne deriva è disastroso. Tuttavia, non mancano gesti e situazioni di speranza, momenti in cui il popolo ritorna in sé e si impegna a vivere l'alleanza stabilita con Dio.

Uno di questi si ha durante il regno di Giosia. "Il re, in piedi presso la colonna, concluse l'alleanza davanti al Signore, per seguire il Signore e osservare i suoi comandi, le istruzioni e leggi con tutto il cuore e con tutta l'anima, per attuare le parole dell'alleanza scritte in quel libro. Tutto il popolo aderì all'alleanza" (v.3, MSG).

Giosia attua una serie di riforme (vv.1-25) ma che purtroppo non sembrano avere un impatto duraturo sulle persone. Dopo la morte di Giosia, le cose ritornano come prima. La vita di Giosia è tutt'altro che facile e termina tragicamente. Eppure cerca di seguire Dio in tutto quello che fa "con tutto il suo cuore e con tutta la sua anima e con tutta la sua forza" (v.25). Per questo verrà ricordato come un eroe della fede.

Oggi viviamo in un tempo di grazia. Con la nuova alleanza, le leggi non sono più scritte su tavole di pietra ma nel profondo del nostro cuore. Nel momento in cui riponiamo la nostra fede in Gesù, tutte le promesse dell'Antico Testamento si compiono in noi. Dio ci rende giusti. Ci dona lo Spirito Santo che ci rende capaci di camminare in una relazione ristabilita con lui e con le altre persone.

Preghiera

Signore, oggi desidero rivolgermi a te con tutto il mio cuore e la mia anima e le mie forze. Riempimi del tuo Spirito Santo e aiutami ad obbedirti in tutto.

La moglie di Nicky dice

Salmi 84,8

"Cresce lungo il cammino il suo vigore, finché compare davanti a Dio in Sion".

Trovo questo versetto di grande incoraggiamento a fare bene le cose, ad andare avanti e ad impegnarci ancora di più nei prossimi anni.

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Graham Tomlin, Luther and His World, (Lion Books, 2012), p.58.

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