Aiuto, Signore!
Introduzione
Una delle mie preghiere più frequenti è: "Aiuto!" È anche una delle preghiere più comuni nella Bibbia. È una preghiera che si può recitare ogni giorno, in ogni circostanza. È una preghiera che anche tu puoi fare. Nelle situazioni della vita, chiedi aiuto al Signore. Il suo desiderio è che tu viva una relazione vera e sincera con lui.
Salmi 88,10-19
10 si consumano i miei occhi nel patire.
Tutto il giorno ti chiamo, Signore,
verso di te protendo le mie mani.
11 Compi forse prodigi per i morti?
O si alzano le ombre a darti lode?
12 Si narra forse la tua bontà nel sepolcro,
la tua fedeltà nel regno della morte?
13 Si conoscono forse nelle tenebre i tuoi prodigi,
la tua giustizia nella terra dell'oblio?
14 Ma io, Signore, a te grido aiuto
e al mattino viene incontro a te la mia preghiera.
15 Perché, Signore, mi respingi?
Perché mi nascondi il tuo volto?
16 Sin dall'infanzia sono povero e vicino alla morte,
sfinito sotto il peso dei tuoi terrori.
17 Sopra di me è passata la tua collera,
i tuoi spaventi mi hanno annientato,
18 mi circondano come acqua tutto il giorno,
tutti insieme mi avvolgono.
19 Hai allontanato da me amici e conoscenti,
mi fanno compagnia soltanto le tenebre.
Commento
Aiuto nelle relazioni spezzate
Non è facile essere rifiutati, soprattutto quando il rifiuto proviene da una persona amata o molto vicina. Le ferite nelle relazioni sono dolorose, soprattutto quando ci sentiamo "scaricati" da persone che amiamo, conoscenti o amici intimi. Il salmista dice: "Hai allontanato da me amici e conoscenti, mi fanno compagnia soltanto le tenebre" (v.19, MSG).
E ancora: "Sin dall'infanzia sono povero e vicino alla morte, sfinito sotto il peso dei tuoi terrori" (v.16, MSG). La situazione sembra di totale disperazione: tenebre (v.13), sensazione di rifiuto da parte di Dio (v.15), afflizione (v.16a), terrore e disperazione (v.16b). "Mi circondano come acqua tutto il giorno, tutti insieme mi avvolgono" (v.18, MSG).
Nonostante questo, il salmista non perde la speranza. Dice: "Tutto il giorno ti chiamo, Signore, verso di te protendo le mie mani" (v.10b).
Forse anche tu, proprio oggi, stai vivendo una situazione difficile nei confronti di qualcuno: nel tuo matrimonio, sul posto di lavoro, nella tua comunità cristiana o con un caro amico. Per quanto difficile possa sembrare questa situazione, grida aiuto al Signore, e troverai speranza.
Preghiera
Signore, a te grido aiuto. Al mattino giunge a te la mia preghiera (v.13). Tendo a te le mie mani e ti chiedo aiuto per...
Romani 7,7-25
La legge e il peccato
7 Che diremo dunque? Che la Legge è peccato? No, certamente! Però io non ho conosciuto il peccato se non mediante la Legge. Infatti non avrei conosciuto la concupiscenza, se la Legge non avesse detto: Non desiderare. 8 Ma, presa l'occasione, il peccato scatenò in me, mediante il comandamento, ogni sorta di desideri. Senza la Legge infatti il peccato è morto. 9 E un tempo io vivevo senza la Legge ma, sopraggiunto il precetto, il peccato ha ripreso vita 10 e io sono morto. Il comandamento, che doveva servire per la vita, è divenuto per me motivo di morte. 11 Il peccato infatti, presa l'occasione, mediante il comandamento mi ha sedotto e per mezzo di esso mi ha dato la morte. 12 Così la Legge è santa, e santo, giusto e buono è il comandamento.
13 Ciò che è bene allora è diventato morte per me? No davvero! Ma il peccato, per rivelarsi peccato, mi ha dato la morte servendosi di ciò che è bene, perché il peccato risultasse oltre misura peccaminoso per mezzo del comandamento.
14 Sappiamo infatti che la Legge è spirituale, mentre io sono carnale, venduto come schiavo del peccato. 15 Non riesco a capire ciò che faccio: infatti io faccio non quello che voglio, ma quello che detesto. 16 Ora, se faccio quello che non voglio, riconosco che la Legge è buona; 17 quindi non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me. 18 Io so infatti che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene: in me c'è il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; 19 infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio. 20 Ora, se faccio quello che non voglio, non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me.
21 Dunque io trovo in me questa legge: quando voglio fare il bene, il male è accanto a me. 22 Infatti nel mio intimo acconsento alla legge di Dio, 23 ma nelle mie membra vedo un'altra legge, che combatte contro la legge della mia ragione e mi rende schiavo della legge del peccato, che è nelle mie membra. 24 Me infelice! Chi mi libererà da questo corpo di morte? 25 Siano rese grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore!
Io dunque, con la mia ragione, servo la legge di Dio, con la mia carne invece la legge del peccato.
Commento
Aiuto nella lotta contro il peccato
Ti capita mai di rimanere intrappolato, o intrappolata, in cattive abitudini o in peccati da cui vorresti liberarti, ma non riesci a farlo? Ti capita mai di decidere di non fare qualcosa, ma poi di farla lo stesso?
Paolo scrive: "Non riesco a capire ciò che faccio: infatti io faccio non quello che voglio, ma quello che detesto" (v.15, MSG).
Continua: "Dunque io trovo in me questa legge: quando voglio fare il bene, il male è accanto a me. Infatti nel mio intimo acconsento alla legge di Dio, ma nelle mie membra vedo un'altra legge, che combatte contro la legge della mia ragione e mi rende schiavo della legge del peccato, che è nelle mie membra" (vv.21-23, MSG).
E ancora: "Io so infatti che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene: in me c'è il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo" (v.18, MSG). Grida: "Me infelice! Chi mi libererà da questo corpo di morte?" (v.24)
Nel brano di ieri, Paolo ha detto che siamo liberi dalla legge (v.6). Nel brano di oggi, anticipa alcune obiezioni che sarebbero state probabilmente sollevate contro di lui. Una di queste è: sta forse dicendo che la Legge è peccato? (v.7)
Paolo dimostra che non è la Legge ad essere il peccato. Al contrario, dice: "Così la Legge è santa, e santo, giusto e buono è il comandamento" (v.12, MSG). Il problema è in noi e nella nostra impossibilità ad osservare la Legge. La Legge rivela cos'è il peccato e il fatto che non possiamo rispettarla completamente. Essa, addirittura, rende più grave il nostro peccato.
La domanda successiva è conseguenza delle precedenti: Se la Legge è così buona, perché allora ci ha condotto alla morte? (v.13) Anche qui Paolo risponde con un "No". Non è stata la Legge a condurci alla morte, ma il nostro peccato. Quando qualcuno riceve la condanna per un crimine, non è la legge che ha portato a quella condanna, ma il crimine stesso. Tutto ciò che legge fa è di fissare un riferimento, uno standard.
Su questo brano si è scritto molto in passato. Il punto è se Paolo, nello scrivere questo, si stia riferendo al suo stato di cristiano o di pre-cristiano. Il brano è chiaramente autobiografico. Ma lo scritto parla in generale e riguarda la condizione di tutti gli esseri umani che vivono sotto la Legge.
Potremmo vedere questo brano come la descrizione del cristiano che non vive ancora nella pienezza della potenza dello Spirito, ma che lo vorrebbe. Oppure come il grido dell'essere umano che nel corso dei secoli desidera vivere secondo lo Spirito.
Paolo ci ricorda che la Legge di Dio è santa, buona e giusta (v.12). È inoltre "spirituale" (v.14). Eppure, nonostante la Legge, ci troviamo a fallire: "Sappiamo infatti che la Legge è spirituale, mentre io sono carnale, venduto come schiavo del peccato. Non riesco a capire ciò che faccio: infatti io faccio non quello che voglio, ma quello che detesto" (vv.14-15).
Per un cristiano, la differenza tra il "prima", di diventare cristiani, e il "dopo" non è nel commettere o no il peccato: prima peccavo e ora non pecco più. No. La differenza è che prima il peccato era un modo di essere e che non mi preoccupava affatto. Ora, il peccato è qualcosa che riconosco come male e che non vorrei più commettere. Quando pecco, provo dolore e rammarico. E non tanto perché ho deluso me stesso. Certo, anche per questo. Ma soprattutto perché avrei voluto compiacere a Gesù e invece ho la sensazione di averlo deluso.
Se anche tu senti questo, sicuramente conosci bene questa battaglia quotidiana contro il peccato. Rendersi conto di questo è un segno importante che siamo veramente cristiani.
Paolo grida aiuto e si chiede: "Chi mi libererà da questo corpo di morte?" Ma lui conosce già la risposta. Dice: "Siano rese grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore!" (vv.24-25)
La chiave di lettura di questo brano è probabilmente nelle due parole: "Io dunque" (v.25b). È vero, da soli siamo schiavi della Legge del peccato, ma la storia non finisce qui. Paolo parla infatti della grande liberazione che lo Spirito Santo porta nella nostra vita.
Se guardo me stesso come cristiano, in termini di appartenenza a Cristo, mi accorgo che non sono libero dal peccato. Lo stesso è se mi guardo come cristiano nel mondo. Anche qui mi accorgo che non sono libero dal peccato. Ma se guardo a me stesso come cristiano potenziato dallo Spirito, mi rendo conto che sono libero di vincere il peccato. John Newton ha detto:
"Non sono ciò che dovrei essere.
Non sono quello che vorrei essere.
Non sono quello che un giorno sarò.
Ma, per grazia di Dio, non sono quello che ero una volta".
Preghiera
Signore, a te grido aiuto. Riempimi con il tuo Spirito Santo oggi. Ho davvero bisogno dell'aiuto dello Spirito Santo per condurre il tipo di vita che so che vuoi che io conduca.
Osea 6,1-7,16
Incapacità di ritornare al Signore
6“Venite, ritorniamo al Signore:
egli ci ha straziato
ed egli ci guarirà.
Egli ci ha percosso
ed egli ci fascerà.
2 Dopo due giorni ci ridarà la vita
e il terzo ci farà rialzare,
e noi vivremo alla sua presenza.
3 Affrettiamoci a conoscere il Signore,
la sua venuta
è sicura come l'aurora.
Verrà a noi
come la pioggia d'autunno,
come la pioggia di primavera che feconda la terra".
4 Che dovrò fare per te, Èfraim,
che dovrò fare per te, Giuda?
Il vostro amore è come una nube del mattino,
come la rugiada che all'alba svanisce.
5 Per questo li ho abbattuti per mezzo dei profeti,
li ho uccisi con le parole della mia bocca
e il mio giudizio sorge come la luce:
6 poiché voglio l'amore e non il sacrificio,
la conoscenza di Dio più degli olocausti.
7 Ma essi come Adamo hanno violato l'alleanza;
ecco, così mi hanno tradito.
8 Gàlaad è una città di malfattori,
macchiata di sangue.
9 Come banditi in agguato
una ciurma di sacerdoti assale
e uccide sulla strada di Sichem,
commette scelleratezze.
10 Orribili cose ho visto a Betel;
là si è prostituito Èfraim,
si è reso immondo Israele.
11 Anche a te, Giuda,
io riserbo una mietitura,
quando ristabilirò la sorte del mio popolo.
7 1“Mentre sto per guarire Israele,
si scopre l'iniquità di Èfraim
e la malvagità di Samaria,
perché si pratica la menzogna:
il ladro entra nelle case
e fuori saccheggia il brigante.
2 Non pensano, dunque,
che io ricordo tutte le loro malvagità?
Ora sono circondati dalle loro azioni:
esse stanno davanti a me.
3 Con la loro malvagità rallegrano il re,
rallegrano i capi con le loro falsità.
4 Sono tutti adùlteri,
ardono come un forno
in cui il fornaio non attizza più il fuoco,
in attesa che la pasta preparata lieviti.
5 Nel giorno della festa del nostro re
sommergono i capi in fiumi di vino,
fino a far sì che egli si comprometta con i ribelli.
6 Perché il loro intimo è come un forno,
pieno di trame è il loro cuore,
tutta la notte sonnecchia il loro furore
e al mattino divampa come fiamma.
7 Tutti ardono come un forno
e divorano i loro governanti.
Così sono caduti tutti i loro sovrani
e nessuno si preoccupa di ricorrere a me.
8 Èfraim si mescola con le genti,
Èfraim è come una focaccia non rivoltata.
9 Gli stranieri divorano la sua forza
ed egli non se ne accorge;
la canizie gli ricopre la testa
ed egli non se ne accorge.
10 L'arroganza d'Israele
testimonia contro di loro;
non ritornano al Signore, loro Dio,
e, malgrado tutto, non lo ricercano.
11 Èfraim è come un'ingenua colomba,
priva d'intelligenza;
ora i suoi abitanti domandano aiuto all'Egitto,
ora invece corrono verso l'Assiria.
12 Dovunque si rivolgeranno
stenderò la mia rete contro di loro
e li abbatterò come gli uccelli dell'aria,
li punirò non appena li udrò riunirsi.
13 Disgrazia per loro,
perché si sono allontanati da me!
Distruzione per loro,
perché hanno agito male contro di me!
Li volevo salvare,
ma essi hanno proferito menzogne contro di me.
14 Non gridano a me con il loro cuore
quando gridano sui loro giacigli.
Si fanno incisioni per il grano e il vino nuovo
e intanto si ribellano contro di me.
15 Eppure io ho addestrato il loro braccio,
ma essi hanno tramato il male contro di me.
16 Si sono rivolti,
ma non a colui che è in alto,
sono stati come un arco fallace.
I loro capi cadranno di spada
per l'insolenza della loro lingua
e nella terra d'Egitto rideranno di loro.
Commento
Aiuto per la guarigione
Dio vuole portare guarigione nella nostra vita. Il popolo sa che se tornasse veramente a Dio, Dio lo guarirebbe (6,1).
Se desideriamo la guarigione di Dio, dobbiamo gridare a lui con il nostro cuore. In questo brano, Dio si lamenta del suo popolo. Dice: "Non gridano a me con il loro cuore" (7,14a). "Si fanno incisioni per il grano e il vino nuovo e intanto si ribellano contro di me" (v.14, MSG).
I primi tre versetti del capitolo 6 ci parlano del doloroso processo con cui il Signore ci riporta a sé quando ci allontaniamo da lui. Nonostante questo, il popolo non riconosce il suo peccato e non si pente in profondità. Osea traduce in parole la superficiale confessione del popolo: "Il vostro amore è come una nube del mattino, come la rugiada che all'alba svanisce" (6,4, MSG).
Queste parole evidenziano il fatto che a Dio non interessano le azioni esteriori, ma il cuore: "Poiché voglio l'amore e non il sacrificio, la conoscenza di Dio più degli olocausti" (v.6, MSG). A Dio interessa che viviamo in relazione con lui, una relazione che viene dal cuore.
Dio si lamenta. Dice: "Nessuno si preoccupa di ricorrere a me" (7,7). L'umanità vuole essere indipendente e si dimostra arrogante: "Non ritornano al Signore, loro Dio, e, malgrado tutto, non lo ricercano" (v.10). Egli dice: "Li volevo salvare... e intanto si ribellano contro di me" (vv.13-14). Dio ci dona la guarigione e il perdono per tutti i nostri errori, ma per ricevere questo dobbiamo gridare a lui dal nostro cuore (v.14).
Joyce Meyer ha detto: La "guarigione emotiva non arriva facilmente e può essere piuttosto dolorosa. A volte abbiamo ferite ancora infette e, prima di poter guarire completamente, dobbiamo aprire queste ferite e rimuovere l'infezione. Solo Dio sa come farlo correttamente. Per lasciare che Dio guarisca le nostre ferite, è importante trascorrere del tempo con lui nella sua parola e attendere la sua presenza. Vi garantisco che lì troverete la guarigione!"
Preghiera
Signore, oggi voglio fare esperienza di te e continuare a conoscerti meglio (6,3). A te grido dal profondo del mio cuore per la guarigione e il mio risveglio: aiuto Signore!
La moglie di Nicky dice
Osea 6,6
"Poiché voglio l'amore e non il sacrificio".
Il dizionario dice che la misericordia è "il sentimento di compassione per l'infelicità altrui, che spinge ad agire per alleviarla". Shakespeare ha detto che la misericordia "è due volte benedetta: benedice colui che la dona e colui che la riceve". Il nostro mondo ha un disperato bisogno di misericordia.
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Per ulteriori approfondimenti e/o proseguimento della lettura della Bibbia si rimanda al sito ufficiale BibbiaEdu nonché all’app La Sacra Bibbia.
Joyce Meyer, The Everyday Life Bible (Faithwords, 2014), p.1370.
Joseph Foulkes Winks (Ed.), The Christian Pioneer (Simpkin Marshall & Co., 1856) p. 84. Also in The Christian Spectator, vol. 3 (1821), p. 186
Le citazioni della Scrittura indicate con (MSG, AMP, NIVUK, NKJV, NLT, ecc.) riportano comunque il testo CEI®.
Indicano i testi qui di seguito elencati a cui si rimanda per ulteriori approfondimenti.
NIV - New International Version Anglicised - Copyright © 1979, 1984, 2011 Biblica, già International Bible Society
MSG - The Message - Copyright © 1993, 1994, 1995, 1996, 2000, 2001, 2002.
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