Giorno 207

E coloro che non credono?

Sapienziali Salmi 89,9-13
Nuovo Testamento Romani 9,1-21
Antico Testamento Osea 12,1-14,10

Introduzione

Ricordo ancora la prima volta che ho incontrato Gesù. Era nel febbraio del 1974. Da quell'incontro la mia vita è cambiata. Ho capito che Gesù era morto per me. Ho sperimentato il suo amore. Sapevo che Dio era reale e conoscevo le straordinarie benedizioni che si ricevono dal vivere una relazione con Gesù. Da quel momento però ho iniziato a sperimentare una nuova sensazione, questa volta dolorosa. Quella di cui anche Paolo parla in questo brano: "Ho nel cuore un grande dolore e una sofferenza continua" (Romani 9,2, MSG).

Desideravo che tutte le persone attorno a me iniziassero a sperimentare e conoscessero ciò che io avevo da poco sperimentato. Desideravo che anche la mia famiglia e i miei amici non ancora cristiani conoscessero Gesù.

L'apostolo Paolo ha così a cuore il suo popolo che è disposto a separarsi da Dio e dalle persone che ama, pur di salvarle. Dice: "Vorrei infatti essere io stesso anàtema, separato da Cristo a vantaggio dei miei fratelli, miei consanguinei secondo la carne" (v.3).

Ma allo stesso tempo, confida che Dio ha tutto sotto controllo, che è sovrano. Confida che Egli continuerà a governare e regnare nel suo universo.

La domanda che ci poniamo è: come bilanciare l'angoscia e la passione per coloro che amiamo con la fiducia nella sovranità ultima di Dio?

Sapienziali

Salmi 89,9-13

9 Chi è come te, Signore, Dio degli eserciti?
  Potente Signore, la tua fedeltà ti circonda.
10 Tu domini l'orgoglio del mare,
  tu plachi le sue onde tempestose.
11 Tu hai ferito e calpestato Raab,
  con braccio potente hai disperso i tuoi nemici.
12 Tuoi sono i cieli, tua è la terra,
  tu hai fondato il mondo e quanto contiene;
13 il settentrione e il mezzogiorno tu li hai creati,
  il Tabor e l'Ermon cantano il tuo nome.
14 Tu hai un braccio potente,
  forte è la tua mano, alta la tua destra.

Commento

Ringraziare Dio per la sue leggi e il suo regno

A volte vorremmo conoscere le risposte a tutte le domande. Ma solo Dio ha le risposte, solo lui ha il controllo del suo universo. Questo in cui viviamo è il mondo di Dio. Dio ci ama e possiamo fidarci di lui non solo per il nostro futuro, ma anche per quello di tutti gli altri.

"Tuoi sono i cieli, tua è la terra, tu hai fondato il mondo e quanto contiene" (v.12).

E non solo ha creato il mondo, ma ha continuato e continua ancora oggi ad agire nella storia: "Tu hai un braccio potente forte è la tua mano, alta la tua destra" (v.14).

"Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio, per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno" (Romani 8,28).

Preghiera

Signore, tu sei il re sovrano. Sei il creatore del mondo e l'autore della storia. Grazie perché posso confidare nel fatto che tu hai il controllo finale di tutte le circostanze della mia vita.

Nuovo Testamento

Romani 9,1-21

Il mistero d'Israele

9Dico la verità in Cristo, non mento, e la mia coscienza me ne dà testimonianza nello Spirito Santo: 2 ho nel cuore un grande dolore e una sofferenza continua. 3 Vorrei infatti essere io stesso anàtema, separato da Cristo a vantaggio dei miei fratelli, miei consanguinei secondo la carne. 4 Essi sono Israeliti e hanno l'adozione a figli, la gloria, le alleanze, la legislazione, il culto, le promesse; 5 a loro appartengono i patriarchi e da loro proviene Cristo secondo la carne, egli che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli. Amen.

6 Tuttavia la parola di Dio non è venuta meno. Infatti non tutti i discendenti d'Israele sono Israele, 7 né per il fatto di essere discendenza di Abramo sono tutti suoi figli, ma: In Isacco ti sarà data una discendenza; 8 cioè: non i figli della carne sono figli di Dio, ma i figli della promessa sono considerati come discendenza. 9 Questa infatti è la parola della promessa: Io verrò in questo tempo e Sara avrà un figlio.

10 E non è tutto: anche Rebecca ebbe figli da un solo uomo, Isacco nostro padre; 11 quando essi non erano ancora nati e nulla avevano fatto di bene o di male - perché rimanesse fermo il disegno divino fondato sull'elezione, non in base alle opere, ma alla volontà di colui che chiama -, 12 le fu dichiarato: Il maggiore sarà sottomesso al minore, 13 come sta scritto: Ho amato Giacobbe e ho odiato Esaù.

14 Che diremo dunque? C'è forse ingiustizia da parte di Dio? No, certamente! 15 Egli infatti dice a Mosè:

 Avrò misericordia per chi vorrò averla,
  e farò grazia a chi vorrò farla.

16 Quindi non dipende dalla volontà né dagli sforzi dell'uomo, ma da Dio che ha misericordia. 17 Dice infatti la Scrittura al faraone: Ti ho fatto sorgere per manifestare in te la mia potenza e perché il mio nome sia proclamato in tutta la terra. 18 Dio quindi ha misericordia verso chi vuole e rende ostinato chi vuole.

19 Mi potrai però dire: "Ma allora perché ancora rimprovera? Chi infatti può resistere al suo volere?". 20 O uomo, chi sei tu, per contestare Dio? Oserà forse dire il vaso plasmato a colui che lo plasmò: "Perché mi hai fatto così?". 21 Forse il vasaio non è padrone dell'argilla, per fare con la medesima pasta un vaso per uso nobile e uno per uso volgare?

Commento

Confidare nella sua misericordia e compassione

"Non è giusto" è un'espressione tipica dei bambini, ma è anche l'espressione di molte persone quando si avvicinano alla fede cristiana.

Dopo aver raggiunto il cuore della sua lettera, nel capitolo 8, Paolo passa a considerare il popolo di Israele. Non pensa che un giudeo, per diventare cristiano, debba necessariamente rinunciare al giudaismo. Ritiene invece che diventare cristiani sia il compimento dei veri israeliti e dei veri figli di Abramo. Per lui si tratta di un fatto molto personale. Chiama Israele "miei fratelli" (9,3), intendendo tutti gli ebrei. Sono la sua famiglia. È cresciuto con loro. Dice di soffrire "un grande dolore e una sofferenza continua" (v.2).

Alcuni pensano che la vita di un cristiano dovrebbe essere solo gioia. Ma per Paolo non è così. Assieme alla gioia ci sono anche dolori e sofferenze. È uno strano paradosso. Anche tu forse oggi stai provando gioia per la fede, ma anche dolore per qualche amico o parente che vorresti si avvicinasse a Dio ma che invece lo sta rifiutando.

Paolo tiene così tanto alla loro salvezza che è pronto non solo a morire per loro, ma anche ad essere "separato da Cristo" (v.3).

Anche Mosè fece una preghiera simile a quella di Paolo. Pregò per il popolo che aveva peccato contro Dio. Disse: "Se tu perdonassi il loro peccato... Altrimenti, cancellami dal tuo libro che hai scritto!" (Esodo 32,32) Dio non poteva accettare l'offerta e il sacrificio di Mosè (vv.33-34a) e neppure può accettare quella di Paolo, perché nessuna delle loro vite poteva e può espiare i peccati del suo popolo.

Solo la vita di Gesù, colui che è senza peccato, poteva farlo. Gesù stesso si è offerto come "anàtema", cioè come sacrificio, per noi (Romani 9,3). E non solo si è offerto, ma il suo sacrificio è stato accettato ed è stato efficace. Non c'è nulla che possiamo aggiungere a tutto questo.

Eppure, con grande tristezza, Paolo si rende conto che la maggior parte del suo popolo rifiuta questo straordinario dono di redenzione e di perdono. Dio offre a loro, e a noi, tutto. Eppure, nella loro libertà, scelgono di rifiutarlo.

Ciò che rende ancora più triste la situazione per Paolo è che essi sono il popolo eletto di Dio. Dio, nella sua sovranità, aveva scelto il popolo d'Israele: "Avevano tutto: l'adozione a figli, la gloria, le alleanze, la legislazione, il culto, le promesse; a loro appartengono i patriarchi e da loro proviene Cristo secondo la carne, egli che è sopra ogni cosa" (vv.4b-5, MSG).

È probabile che questa sia stata la questione più scottante tra quelle che lo hanno accompagnato lungo tutto il suo ministero. "La promessa di Dio è venuta meno?" La sua risposta è: "No, non è venuta meno". Qual è allora la spiegazione a tutto questo?

La prima risposta che dà è: "Non avete mai notato che Dio non ha mai fatto promesse a tutti i discendenti di Abramo?" Poi riporta due esempi, uno di Isacco nei confronti di suo fratello (vv.6-9), l'altro di Giacobbe nei confronti di Esaù (vv.10-13). In entrambi i casi la promessa è stata data all'uno e non all'altro.

Ci si potrebbe chiedere allora: ma è giusto? "C'è forse ingiustizia da parte di Dio?" "No, certamente!" (v.14a, MSG) dice Paolo e aggiunge che se qualcuno dice che Dio è ingiusto, non conosce Dio.

La dottrina dell'elezione si basa sulla misericordia di Dio: "Avrò misericordia per chi vorrò averla, farò grazia a chi vorrò farla" (v.15). La misericordia "non dipende dalla volontà né dagli sforzi dell'uomo, ma da Dio che ha misericordia" (v.16, MSG). Per il vostro futuro e per quello dei nostri amici e parenti, possiamo fidarci di Dio. Egli ha il controllo finale. La sua responsabilità è sovrana.

La Bibbia non risponde a tutte le domande. Ma parla sia della grande misericordia di Dio che della sua giustizia. Insegna sia l'elezione che il libero arbitrio. Il libero arbitrio significa che siamo responsabili delle nostre scelte.

Molto spesso la verità nella Bibbia non si trova da una parte o dall'altra, e neppure nel mezzo, ma in entrambe contemporaneamente. Nella Bibbia non troviamo ogni spiegazione e soluzione. Ci sono cose che non comprendiamo e che rispetto alle quali non possiamo che dire: "Meravigliosa per me la tua conoscenza, troppo alta, per me inaccessibile" (Salmi 139,6). Le due verità, elezione e libero arbitrio, coesistono e ad entrambe siamo chiamati ad aggrapparci.

Preghiera

Signore, grazie perché sei amorevole e misericordioso, lento all'ira e ricco d'amore. Grazie perché sei morto per noi sulla croce, affinché tutti coloro che credono in te possano essere liberi. Aiutami a fidarmi di te quando la mia comprensione viene meno.

Antico Testamento

Osea 12,1-14,10

Storia di Giacobbe e colpe d’Israele

12 Èfraim mi raggira con menzogne
  e la casa d'Israele con frode.
 Ma Giuda è ancora con Dio
  e resta fedele al Santo".

2 Èfraim si pasce di vento
  e insegue il vento d'oriente,
  ogni giorno moltiplica menzogne e violenze;
 fanno alleanze con l'Assiria
  e portano olio in Egitto.
3 Il Signore è in causa con Giuda
  e punirà Giacobbe per la sua condotta,
  lo ripagherà secondo le sue azioni.
4 Egli nel grembo materno soppiantò il fratello
  e da adulto lottò con Dio,
5 lottò con l'angelo e vinse,
  pianse e domandò grazia.
 Lo ritrovò a Betel
  e là gli parlò.
6 Signore, Dio degli eserciti,
  Signore è il nome con cui celebrarlo.
7 Tu ritorna al tuo Dio,
  osserva la bontà e la giustizia
  e poni sempre nel tuo Dio la tua speranza.

8 Canaan tiene in mano bilance false,
  ama frodare.
9 Èfraim ha detto: "Sono ricco,
  mi sono fatto una fortuna;
 malgrado tutti i miei guadagni,
  non troveranno in me una colpa che sia peccato".

10 "Eppure io sono il Signore, tuo Dio,
  fin dal paese d'Egitto.
 Ti farò ancora abitare sotto le tende,
  come ai giorni dell'incontro nel deserto.
11 Io parlerò ai profeti,
  moltiplicherò le visioni
  e per mezzo dei profeti parlerò con parabole".

12 Se Gàlaad è una iniquità,
  i suoi abitanti non sono che menzogna;
 in Gàlgala si sacrifica ai tori, perciò i loro altari
  saranno come mucchi di pietre
  nei solchi dei campi.
13 Giacobbe fuggì nella regione di Aram,
  Israele prestò servizio per una donna
  e per una donna fece il guardiano di bestiame.
14 Per mezzo di un profeta il Signore fece uscire Israele dall'Egitto,
  e per mezzo di un profeta lo custodì.
15 Èfraim provocò Dio amaramente,
  il Signore gli farà ricadere addosso il sangue versato
  e lo ripagherà della sua offesa.

La fine di Èfraim

13 Quando Èfraim parlava, incuteva terrore,
  era un principe in Israele.
  Ma si è reso colpevole con Baal ed è decaduto.
2 Tuttavia continuano a peccare
  e con il loro argento
 si sono fatti statue fuse,
  idoli di loro invenzione,
 tutti lavori di artigiani.
  Dicono: "Offrite loro sacrifici"
  e mandano baci ai vitelli.
3 Perciò saranno come nube del mattino,
  come rugiada che all'alba svanisce,
  come pula lanciata lontano dall'aia,
  come fumo che esce dalla finestra.

4 "Eppure io sono il Signore, tuo Dio,
  fin dal paese d'Egitto,
 non devi conoscere altro Dio fuori di me,
  non c'è salvatore fuori di me.
5 Io ti ho protetto nel deserto,
  in quella terra ardente.
6 Io li ho fatti pascolare,
  si sono saziati e il loro cuore si è inorgoglito,
  per questo mi hanno dimenticato.
7 Perciò io sarò per loro come un leone,
  come un leopardo li spierò per la via,
8 li assalirò come un'orsa privata dei figli,
  spezzerò la corazza del loro cuore,
 li divorerò come una leonessa;
  li sbraneranno le bestie selvatiche.

9 Israele, tu sei rovinata
  e solo io ti posso aiutare!
10 Dov'è ora il tuo re, che ti possa salvare?
  Dove sono i capi in tutte le tue città
 e i governanti di cui dicevi:
  "Dammi un re e dei capi"?
11 Ti ho dato un re nella mia ira
  e con sdegno te lo riprendo.
12 L'iniquità di Èfraim è chiusa in luogo sicuro,
  il suo peccato è ben custodito.
13 I dolori di partoriente lo sorprenderanno,
  ma egli è figlio privo di senno,
 non si presenterà a suo tempo
  pronto a uscire dal seno materno.

14 Li strapperò di mano agli inferi,
  li riscatterò dalla morte?
 Dov'è, o morte, la tua peste?
  Dov'è, o inferi, il vostro sterminio?

 La compassione è nascosta ai miei occhi".
  15 Èfraim prosperi pure in mezzo ai fratelli:
 verrà il vento d'oriente,
  si alzerà dal deserto il vento del Signore
 e farà inaridire le sue sorgenti,
  farà prosciugare le sue fonti,
 distruggerà il tesoro
  e ogni oggetto prezioso.
 14Samaria sconterà la sua pena,
  perché si è ribellata al suo Dio.
 Periranno di spada,
  saranno sfracellati i bambini;
  le donne incinte sventrate.

Invito alla conversione e promessa di salvezza

2 Torna dunque, Israele, al Signore, tuo Dio,
  poiché hai inciampato nella tua iniquità.
3 Preparate le parole da dire
  e tornate al Signore;
 ditegli: "Togli ogni iniquità,
  accetta ciò che è bene:
 non offerta di tori immolati,
  ma la lode delle nostre labbra.
4 Assur non ci salverà,
  non cavalcheremo più su cavalli,
 né chiameremo più "dio nostro"   l'opera delle nostre mani,
  perché presso di te l'orfano trova misericordia".

5 "Io li guarirò dalla loro infedeltà,
  li amerò profondamente,
  poiché la mia ira si è allontanata da loro.
6 Sarò come rugiada per Israele;
  fiorirà come un giglio
 e metterà radici
  come un albero del Libano,
7 si spanderanno i suoi germogli
  e avrà la bellezza dell'olivo
  e la fragranza del Libano.
8 Ritorneranno a sedersi alla mia ombra,
  faranno rivivere il grano,
 fioriranno come le vigne,
  saranno famosi come il vino del Libano.
9 Che ho ancora in comune con gli idoli, o Èfraim?
  Io l'esaudisco e veglio su di lui;
 io sono come un cipresso sempre verde,
  il tuo frutto è opera mia".

10 Chi è saggio comprenda queste cose,
  chi ha intelligenza le comprenda;
 poiché rette sono le vie del Signore,
  i giusti camminano in esse,
  mentre i malvagi v'inciampano.

Commento

Abbandonare il peccato e tornare a Dio

L'amore incondizionato di Dio ha il potere di perdonare i nostri peccati, guarire le nostre ferite e riparare i nostri cuori spezzati. Non perché ce lo meritiamo o ce lo siamo guadagnati, ma perché ci ama "profondamente" (14,5). Vuole guarire la nostra infedeltà.

Dio ci chiama ad abbandonare il peccato e a tornare al suo amore: "Tu ritorna al tuo Dio, osserva la bontà e la giustizia e poni sempre nel tuo Dio la tua speranza" (12,6, AMP). È il messaggio essenziale di Osea.

Dio chiama il suo popolo al pentimento (14,2-3). Promette: "Li guarirò dalla loro infedeltà. Li amerò abbondantemente... Sarò come rugiada per Israele... Io sono come un cipresso sempre verde, il tuo frutto è opera mia" (vv.5-9, MSG).

Israele vive un tempo di peccato. Sono diffuse le frodi: "Canaan tiene in mano bilance false, ama frodare" (12,8, MSG). La gente cerca sicurezza nelle proprie finanze. Efraim si vanta: "Sono ricco, mi sono fatto una fortuna; malgrado tutti i miei guadagni, non troveranno in me una colpa che sia peccato" (v.9).

Quando Dio benedice le nostre vite, ci sentiamo soddisfatti di noi stessi (13,6a). Ma spesso questo sentirci soddisfatti ci porta ad inorgoglire il nostro cuore (v.6b) e finiamo per dimenticarci di Dio (v.6c). Questo ciclo è tipico e lo vediamo così spesso nella nostra nazione e nelle nostre vite individuali: "Io ti ho protetto nel deserto, in quella terra ardente. Io li ho fatti pascolare, si sono saziati e il loro cuore si è inorgoglito, per questo mi hanno dimenticato" (vv.5-6, MSG).

Nonostante i loro peccati, Dio ha promesso redenzione: "Li strapperò di mano agli inferi, li riscatterò dalla morte? Dov'è, o morte, la tua peste? Dov'è, o inferi, il vostro sterminio?" (v.14, vedi anche 1 Corinzi 15,55). Grazie a Gesù, la morte ha perso il suo potere sulla nostra vita. Quando torniamo a lui, Dio ci promette che fioriremo "come le vigne" e che la nostra vita sarà resa feconda (Osea 14,8-9).

Preghiera

Signore, ti prego di perdonare i nostri peccati e ti ringrazio perché ci accogli con benevolenza, guarisci la nostra indecisione e ci ami gratuitamente. Aiutaci a fiorire come una vite e ad essere fecondi.

La moglie di Nicky dice

Osea 14,5

"Io li guarirò dalla loro infedeltà, li amerò profondamente".

È sorprendente quanto ci si senta bene ed incoraggiati dall'essere amati gratuitamente. Quando sperimentiamo l’amore di Dio, il nostro cuore guarisce e cambia.

Dio ha guarito molte parti del mio cuore e ha cambiato molti aspetti del mio carattere. Ma c'è ancora molta strada da fare!

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