Giorno 210

Una chiamata irrevocabile

Sapienziali Salmi 89,20-30
Nuovo Testamento Romani 11,11-32
Antico Testamento 1 Cronache 4,9-5,26

Introduzione

Mio padre, come molti altri ebrei, non visse mai in Israele. Il popolo ebraico fu disperso in tutto il mondo e lo stato di Israele venne ricostituito nel 1948. Oggi, in Israele, vivono circa 7 milioni e mezzo di persone, di cui circa 6 milioni ebrei. Molti altri vivono sparsi in tutto il mondo.

Amo il modo in cui Eugene Peterson traduce il passo del Nuovo Testamento di oggi. Parla di "insider" e "outsider". Gli "insider" sono le persone ebraiche, e gli "outsider" quelle non ebraiche.

Tutti i primissimi cristiani erano ebrei "insider". Poi, con il passare del tempo, molti di loro sono diventati cristiani. Oggi la grande maggioranza dei cristiani sono di origine non ebraica, e quindi "outsider". La domanda è: cosa ne sarà in futuro degli ebrei "insider"?

Nella lettera di Paolo ai Romani, troviamo la chiave per rispondere a questa domanda (11,29): "I doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili!" (1 Cronache 4,9-5,26)

Sapienziali

Salmi 89,20-30

20 Un tempo parlasti in visione
  ai tuoi fedeli, dicendo:
 "Ho portato aiuto a un prode,
  ho esaltato un eletto tra il mio popolo.
21 Ho trovato Davide, mio servo,
  con il mio santo olio l'ho consacrato;
22 la mia mano è il suo sostegno,
  il mio braccio è la sua forza.
23 Su di lui non trionferà il nemico
  né l'opprimerà l'uomo perverso.
24 Annienterò davanti a lui i suoi nemici
  e colpirò quelli che lo odiano.
25 La mia fedeltà e il mio amore saranno con lui
  e nel mio nome s'innalzerà la sua fronte.
26 Farò estendere sul mare la sua mano
  e sui fiumi la sua destra.
27 Egli mi invocherà: "Tu sei mio padre,
  mio Dio e roccia della mia salvezza".
28 Io farò di lui il mio primogenito,
  il più alto fra i re della terra.
29 Gli conserverò sempre il mio amore,
  la mia alleanza gli sarà fedele.
30 Stabilirò per sempre la sua discendenza,
  il suo trono come i giorni del cielo.

Commento

L'alleanza di Dio con il suo popolo durerà per sempre

Nell'alleanza con Davide, i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili.

Dio chiama un giovane "eletto tra il \[suo\] popolo" (v.20c). Lo aiuta concedendogli i suoi doni (v.20b). Con "il mio santo olio l'ho consacrato" (v.21b). Gli promette la sua fedeltà ed il suo amore (v.25a). Doni che dureranno per sempre: "Gli conserverò sempre il mio amore, la mia alleanza gli sarà fedele. Stabilirò per sempre la sua discendenza, il suo trono come i giorni del cielo" (vv.29-30).

Questa promessa viene fatta a Davide (2 Samuele 7,12-16) e ripetuta più volte. Molti anni più tardi, la stessa promessa sarà rivolta al popolo di Israele: "Io stabilirò per voi un'alleanza eterna, i favori assicurati a Davide" (Isaia 55,3b).

Paolo dichiara con certezza che questa promessa si è compiuta in Gesù. Scrive: "E noi vi annunciamo che la promessa fatta ai padri si è realizzata, perché Dio l'ha compiuta per noi, loro figli, risuscitando Gesù" (Atti 13,32-33). E prosegue citando Isaia 55,3: "Darò a voi le cose sante di Davide, quelle degne di fede" (Atti 13,34).

Dio promette che il suo amore per ognuno di noi durerà in eterno e che, grazie a Gesù, riceveremo tutte le benedizioni promesse a Davide. Noi siamo amati da Dio. Siamo consacrati da lui. Dio ci fortificherà. La sua chiamata è irrevocabile.

Preghiera

Signore, grazie per il tuo amore fedele. Oggi grido: "Tu sei mio padre, mio Dio e roccia della mia salvezza" (Salmi 89,27).

Nuovo Testamento

Romani 11,11-32

La salvezza dei pagani

11 Ora io dico: forse inciamparono per cadere per sempre? Certamente no. Ma a causa della loro caduta la salvezza è giunta alle genti, per suscitare la loro gelosia. 12 Se la loro caduta è stata ricchezza per il mondo e il loro fallimento ricchezza per le genti, quanto più la loro totalità!

13 A voi, genti, ecco che cosa dico: come apostolo delle genti, io faccio onore al mio ministero, 14 nella speranza di suscitare la gelosia di quelli del mio sangue e di salvarne alcuni. 15 Se infatti il loro essere rifiutati è stata una riconciliazione del mondo, che cosa sarà la loro riammissione se non una vita dai morti? 16 Se le primizie sono sante, lo sarà anche l'impasto; se è santa la radice, lo saranno anche i rami.

17 Se però alcuni rami sono stati tagliati e tu, che sei un olivo selvatico, sei stato innestato fra loro, diventando così partecipe della radice e della linfa dell'olivo, 18 non vantarti contro i rami! Se ti vanti, ricordati che non sei tu che porti la radice, ma è la radice che porta te. 19 Dirai certamente: i rami sono stati tagliati perché io vi fossi innestato! 20 Bene; essi però sono stati tagliati per mancanza di fede, mentre tu rimani innestato grazie alla fede. Tu non insuperbirti, ma abbi timore! 21 Se infatti Dio non ha risparmiato quelli che erano rami naturali, tanto meno risparmierà te!

22 Considera dunque la bontà e la severità di Dio: la severità verso quelli che sono caduti; verso di te invece la bontà di Dio, a condizione però che tu sia fedele a questa bontà. Altrimenti anche tu verrai tagliato via. 23 Anch'essi, se non persevereranno nell'incredulità, saranno innestati; Dio infatti ha il potere di innestarli di nuovo! 24 Se tu infatti, dall'olivo selvatico, che eri secondo la tua natura, sei stato tagliato via e, contro natura, sei stato innestato su un olivo buono, quanto più essi, che sono della medesima natura, potranno venire di nuovo innestati sul proprio olivo!

Anche Israele sarà salvato

25 Non voglio infatti che ignoriate, fratelli, questo mistero, perché non siate presuntuosi: l'ostinazione di una parte d'Israele è in atto fino a quando non saranno entrate tutte quante le genti. 26 Allora tutto Israele sarà salvato, come sta scritto:

 Da Sion uscirà il liberatore,
  egli toglierà l'empietà da Giacobbe.
 27 Sarà questa la mia alleanza con loro
  quando distruggerò i loro peccati.

28 Quanto al Vangelo, essi sono nemici, per vostro vantaggio; ma quanto alla scelta di Dio, essi sono amati, a causa dei padri, 29 infatti i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili! 30 Come voi un tempo siete stati disobbedienti a Dio e ora avete ottenuto misericordia a motivo della loro disobbedienza, 31 così anch'essi ora sono diventati disobbedienti a motivo della misericordia da voi ricevuta, perché anch'essi ottengano misericordia. 32 Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per essere misericordioso verso tutti!

Commento

Le promesse di Dio ad Israele prevarranno

In Romani 11 Paolo risponde alla domanda: "Dio ha rifiutato il suo popolo?" La sua risposta è: "No, no, no": "I doni di Dio e la sua chiamata sono irrevocabili" (v.29). Sono garanzia completa e mai saranno annullati o rescissi (MSG).

Eppure, nella realtà in cui vive, Gesù è accettato solo da pochi. Molti lo rifiutano. Paolo parla del loro inciampare (v.11) e sperimentare "ostinazione" (v.25). Sono come rami d'ulivo "tagliati" (v.17). Tutto questo, ovviamente, è in contrasto con le promesse indissolubili che Dio ha fatto al suo popolo nell'Antico Testamento. Per questo ci chiediamo: com'è possibile che vi sia questo contrasto netto tra promesse fatte e comportamento del popolo di Dio?

  1. L'ostinazione è solo parziale, e non di tutti. C'è una parte, un resto, voluto dalla grazia, che si è dimostrato non ostinato (vv.11-16).

  2. L'ostinazione è fruttuosa. Ha portato ricchezza alle genti: quando uscirono, lasciarono la porta aperta e gli estranei entrarono (v.11, MSG).

  3. L'ostinazione è temporanea. "Forse inciamparono per cadere per sempre?" La risposta è: "Certamente no" (v.11, MSG). "L'ostinazione di una parte di Israele" è solo temporanea (v.25). "È in atto fino a quando non saranno entrate tutte e quante le genti" (v.25, MSG). Ora, se la loro caduta ha innescato l'avvicinamento a Dio di tutte le genti e da tutto il mondo, pensiamo a cosa succederà con il loro ritorno a casa! (v.12, MSG)

Paolo ha molto a cuore il suo popolo. Per questo, quest'ultimo punto è molto importante per lui. Con grande entusiasmo, annuncia la piena inclusione del popolo di Israele (v.12). Continua dicendo che "tutto Israele sarà salvato" (v.26). Non dice "se", ma "quando" questo accadrà. Per descrivere la nazione ebraica, usa l'immagine di un albero di ulivo (vv.17.24). Cristo è venuto. La nazione lo ha respinto. L'albero è stato abbattuto, ma le radici sono state lasciate. Le Genti, che sono olivo selvatico, sono state innestate in quei rami (v.17).

È giunto il momento in cui i rami ebrei saranno innestati di nuovo (vv.23-24, MSG). Allora l'intero albero sarà completo. Le Genti cresceranno dal ceppo. Non sono loro (le Genti) che portano la radice (gli Ebrei) ma è la radice che porta loro (v.18). Nel compimento di questo piano divino di salvezza, le tappe sono tre:

  1. L'incredulità della maggior parte di Israele: "Alcuni rami sono stati tagliati" (v.17, MSG).

  2. L'inclusione di molti estranei attraverso la fede in Gesù: "Tu, che sei un olivo selvatico, sei stato innestato fra loro" (v.17, MSG).

  3. La salvezza di "tutto Israele" (v.26).

Ma cosa significa "Tutto Israele sarà salvato?" Alcuni sostengono che il significato di questa affermazione sia che Israele potrà ancora essere salvato anche senza Cristo. Una posizione che però non trova riscontro con le altre parole di Paolo. In tutta la lettera, infatti, Paolo sostiene che Gesù è la via di salvezza.

Altri sostengono che il significato di questa affermazione è che l'intera nazione di Israele, compreso ogni singolo membro, riporrà la propria fede in Gesù. Tuttavia, sia nell'Antico Testamento sia in altra letteratura ebraica, per "tutto Israele" non si intende necessariamente "ogni ebreo senza alcuna eccezione", ma "Israele nel suo insieme" (ad esempio 1 Samuele 7,5; 28,1; 1 Re 12,1; Daniele 9,11). Una tale interpretazione si adatterebbe bene al contesto in cui si colloca questa lettera di Paolo ai Romani.

Paolo, infatti, sta considerando il rapporto di Dio con la nazione nel suo complesso. Quando dice "la loro totalità" (Romani 11,12) intende la stessa totalità di quando parla di totalità delle Genti. Ne consegue che la conversione su larga scala delle Genti nel mondo sarà seguita dalla conversione su larga scala di Israele.

Conclude poi dicendo che c'è stato un tempo in cui "siete stati disobbedienti a Dio e ora avete ottenuto misericordia a motivo della loro disobbedienza, così anch'essi ora sono diventati disobbedienti a motivo della Misericordia da voi ricevuta, perché anch'essi ottengano misericordia. Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per essere misericordioso verso tutti!" (vv.30-32, MSG)

Preghiera

Signore, grazie perché i tuoi doni e la tua chiamata sono irrevocabili. Ti prego di poter essere presto testimone non solo di una conversione su larga scala di coloro che non credono, ma anche di una conversione su larga scala del popolo di Israele.

Antico Testamento

1 Cronache 4,9-5,26

9 Iabes fu più onorato dei suoi fratelli; sua madre l'aveva chiamato Iabes poiché diceva: "Io l'ho partorito con dolore". 10 Iabes invocò il Dio d'Israele dicendo: "Se tu mi benedicessi e allargassi i miei confini e la tua mano fosse con me e mi tenessi lontano dal male in modo che non debba soffrire!". Dio gli concesse quanto aveva chiesto.

11 Chelub, fratello di Suca, generò Mechir, che fu padre di Eston. 12 Eston generò Bet-Rafa, Paseach e Techinnà, padre di Ir-Nacas. Questi sono gli uomini di Reca.

13 Figli di Kenaz:
Otnièl e Seraià;
figli di Otnièl:
Catat e Meonotài. 14 Meonotài generò Ofra;
Seraià generò Ioab,
padre degli abitanti della valle degli Artigiani, poiché erano artigiani.
15 Figli di Caleb, figlio di Iefunnè:
Ir, Ela e Naam.
Figli di Ela:
Kenaz.

16 Figli di Ieallelèl:
Zif, Zifa, Tirià e Asarèl.

17 Figli di Esdra:
Ieter, Mered, Efer e Ialon. Essa concepì Miriam, Sammài e Isbach, padre di Estemòa. 18 Sua moglie, la Giudea, generò Iered, padre di Ghedor, Cheber, padre di Soco, e Iekutièl, padre di Zanòach. Questi sono i figli di Bitià, figlia del faraone, che Mered aveva presa in moglie.

19 Figli della moglie di Odia, sorella di Nacam,
padre di Keila il Garmita e di Estemòa il Maacatita.

20 Figli di Simone:
Ammon, Rinna, Ben-Canan e Tilon.

Figli di Isì:
Zochet e Ben-Zochet.

21 Figli di Sela, figlio di Giuda:
Er, padre di Leca, Lada, padre di Maresà, e le famiglie dei lavoratori del bisso a Bet-Asbèa, 22 Iokim, la gente di Cozebà, Ioas e Saraf, che dominarono in Moab e poi tornarono a Betlemme. Ma si tratta di fatti antichi. 23 Erano vasai e abitavano a Netaìm e a Ghederà; abitavano là con il re, al suo servizio.

Discendenza della tribù di Simeone

24 Figli di Simeone:
Nemuèl, Iamin, Iarib, Zerach, Saul,

25 di cui fu figlio Sallum, di cui fu figlio Mibsam, di cui fu figlio Misma.

26 Figli di Misma:
Cammuèl, di cui fu figlio Zaccur, di cui fu figlio Simei.

27 Simei ebbe sedici figli e sei figlie, ma i suoi fratelli non ebbero molti figli: tutte le loro famiglie non si moltiplicarono come quelle dei discendenti di Giuda. 28 Si stabilirono a Betsabea, a Moladà, a Casar-Sual, 29 a Bila, a Esem, a Tolad, 30 a Betuèl, a Corma, a Siklag, 31 a Bet-Marcabòt, a Casar-Susìm, a Bet-Birì e a Saaràim. Queste furono le loro città fino al regno di Davide. 32 Loro villaggi erano Etam, Ain, Rimmon, Tochen e Asan: cinque città 33 e tutti i villaggi che erano intorno a queste città fino a Baal. Questa era la loro sede e questi i loro nomi nei registri genealogici.

34 Mesobàb, Iamlec, Iosa, figlio di Amasia, 35 Gioele, Ieu, figlio di Iosibia, figlio di Seraià, figlio di Asièl, 36 Elioenài, Iaakòba, Iesocaià, Asaià, Adièl, Iesimièl, Benaià, 37 Ziza, figlio di Sifì, figlio di Allon, figlio di Iedaià, figlio di Simrì, figlio di Semaià:

38 questi, elencati per nome, erano capi nelle loro famiglie; i loro casati si estesero molto. 39 Andarono verso l'ingresso di Ghedor fino a oriente della valle, in cerca di pascoli per le loro greggi. 40 Trovarono pascoli pingui e buoni; la regione era estesa, tranquilla e quieta, poiché prima vi abitavano i discendenti di Cam.

41 Ma gli uomini di cui sono stati elencati i nomi, al tempo di Ezechia, re di Giuda, assalirono e sbaragliarono le loro tende e i Meuniti, che si trovavano là; li votarono allo sterminio, che è durato fino ad oggi, e ne occuparono il posto poiché era ricco di pascoli per le greggi. 42 Alcuni di loro, fra i discendenti di Simeone, andarono sulle montagne di Seir: cinquecento uomini, guidati da Pelatia, Nearia, Refaià e Uzzièl, figli di Isì. 43 Eliminarono i superstiti degli Amaleciti e si stabilirono là fino ad oggi.

Discendenza della tribù di Ruben

5Figli di Ruben, primogenito d'Israele. Egli era il primogenito, ma, poiché aveva profanato il letto del padre, la primogenitura fu assegnata ai figli di Giuseppe, figlio d'Israele. Ma questa primogenitura non fu registrata. 2 Giuda infatti prevalse sui fratelli e un suo discendente divenne capo; tuttavia la primogenitura appartiene a Giuseppe. 3 Figli di Ruben, primogenito d'Israele:
Enoc, Pallu, Chesron e Carmì.

4 Figli di Gioele:
Semaià, di cui fu figlio Gog,
di cui fu figlio Simei, 5 di cui fu figlio Mica,
di cui fu figlio Reaià, di cui fu figlio Baal,
6 di cui fu figlio Beerà, che fu deportato nella deportazione di Tiglat-Pilèser, re d'Assiria; egli era il capo dei Rubeniti.

7 Suoi fratelli, secondo le loro famiglie, come sono iscritti nelle genealogie, furono:

il primo Ieièl, quindi Zaccaria 8 e Bela, figlio di Azaz, figlio di Sema, figlio di Gioele, che dimorava ad Aroèr e si estendeva fino al Nebo e a Baal-Meon. 9 A oriente raggiungevano il limite del deserto che va dal fiume Eufrate in qua, perché le loro greggi erano numerose nel territorio di Gàlaad.

10 Al tempo di Saul mossero guerra agli Agareni; caduti questi nelle loro mani, essi si stabilirono nelle loro tende su tutta la parte orientale di Gàlaad.

Discendenza della tribù di Gad

11 I figli di Gad, di fronte a loro, dimoravano nella regione di Basan fino a Salca.
12 Gioele, il primo, Safam, secondo, quindi Ianài e Safat in Basan.

13 Loro fratelli, secondo i loro casati, furono
Michele, Mesullàm, Seba, Iorài, Iacan, Zia ed Eber: sette.

14 Costoro erano figli di Abicàil, figlio di Curì, figlio di Iaròach, figlio di Gàlaad, figlio di Michele, figlio di Iesisài, figlio di Iacdo, figlio di Buz.
15 Achì, figlio di Abdièl, figlio di Gunì, era il capo del loro casato.

16 Dimoravano in Gàlaad e in Basan e nelle loro dipendenze e in tutti i pascoli di Saron fino ai loro estremi confini.

17 Tutti costoro furono registrati negli elenchi genealogici di Iotam, re di Giuda, e al tempo di Geroboamo, re d'Israele.

18 I figli di Ruben, i Gaditi e metà della tribù di Manasse, gente valorosa, armata di scudo e di spada, tiratori di arco ed esperti della guerra, potevano uscire in campo in numero di quarantaquattromilasettecentosessanta. 19 Essi attaccarono gli Agareni, Ietur, Nafis e Nodab. 20 Erano stati soccorsi contro costoro, perché durante l'assalto si erano rivolti a Dio, che li aiutò per la loro fiducia in lui e così gli Agareni e tutti i loro alleati furono consegnati nelle loro mani. 21 Essi razziarono il bestiame degli Agareni: cinquantamila cammelli, duecentocinquantamila pecore, duemila asini e centomila persone, 22 poiché numerosi furono i feriti a morte, dato che la guerra era voluta da Dio. I vincitori si stabilirono nei territori dei vinti fino alla deportazione.

La metà orientale della tribù di Manasse

23 I figli di metà della tribù di Manasse abitavano nella regione che si estende da Basan a Baal-Ermon, a Senir e al monte Ermon; essi erano numerosi.

24 Questi sono i capi dei loro casati: Efer, Isì, Elièl, Azrièl, Geremia, Odavia e Iacdièl, uomini valorosi e famosi, capi dei loro casati. 25 Ma furono infedeli al Dio dei loro padri, prostituendosi agli dèi delle popolazioni della terra, che Dio aveva distrutte davanti a loro. 26 Il Dio d'Israele eccitò lo spirito di Pul, re d'Assiria, cioè lo spirito di Tiglat-Pilèser, re d'Assiria, che deportò i Rubeniti, i Gaditi e metà della tribù di Manasse; li condusse a Chelach e presso il Cabor, ad Ara e al fiume di Gozan, ove rimangono ancora oggi.

Commento

Dio è generoso e benedice la storia

La storia è nelle mani di Dio. I doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili. Tutto ciò che si compie nel Nuovo Testamento ha origine nell'Antico Testamento. L'autore di Cronache descrive la storia d'Israele dai suoi primissimi inizi. Dio è sovrano della storia. Dice: "La guerra era voluta da Dio" (5,22).

Ma questo significa allora che noi esseri umani siamo solo delle pedine? Dei pezzi mossi da Dio su una scacchiera e senza alcuna libertà o possibilità di agire? La risposta è no, niente affatto.

Ognuno di noi è parte del piano di Dio. Le nostre azioni possono fare la differenza, nel bene o nel male.

1. Resistere alle azioni disonorevoli

Le nostre azioni possono farci perdere la grazia di Dio: poiché "Ruben, primogenito d'Israele… ha profanato il letto del padre, la primogenitura fu assegnata ai figli di Giuseppe" (v.1, MSG). Per non essere riuscito a dominare i propri desideri, Ruben perde una grande eredità.

Tutti noi siamo chiamati a porre grande attenzione alle tentazioni e a non permettere che i desideri della carne o le nostre passioni ci allontanino dalla grazia di Dio.

2. Essere persone d'onore

Diversamente da Ruben, Iabes è una persona d'onore (4,9, MSG). La sua preghiera è decisiva. "Iabes invocò il Dio d'Israele dicendo: 'Se tu mi benedicessi e allargassi i miei confini e la tua mano fosse con me e mi tenessi lontano dal male in modo che non debba soffrire!'. Dio gli concesse quanto aveva chiesto" (v.10, MSG).

Quella di Iabes non è certo una preghiera disinteressata! Ma Dio la esaudisce ugualmente. Gesù ci ha insegnato a pregare chiedendo tra le altre cose: "Dacci oggi il nostro pane quotidiano" (Matteo 6,11). La nostra prima preoccupazione dovrebbe essere quella di dare gloria a Dio, perché venga il suo regno e sia fatta la sua volontà. Ma non è sbagliato chiedere a Dio anche la sua benedizione, la sua presenza, protezione e guarigione nelle vicende della nostra vita.

Dio risponde alla preghiera del popolo, gli dona vittoria: "Perché durante l'assalto si erano rivolti a Dio, che li aiutò per la loro fiducia in lui" (1 Cronache 5,20).

"La guerra era voluta da Dio" (5,22). La storia è tutta nelle mani di Dio. Tuttavia, le nostre preghiere possono fare la differenza.

Preghiera

Signore, grazie perché la mia chiamata è irrevocabile. Grazie perché la mia battaglia è la tua e perché le mie preghiere fanno la differenza. Signore, grido a te per chiedere aiuto oggi nelle battaglie che dovrò affrontare…

La moglie di Nicky dice

1 Cronache 4, 9-10

(La preghiera di Iabes)

Probabilmente le mie preghiere sono troppo spesso per me e per la mia famiglia. Ma anche la preghiera di Iabes suona un po' egocentrica. Tuttavia Dio la esaudisce.

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