Come gioire in Dio
Introduzione
Dio ci ha creati perché ci ama e per essere da noi adorato. Ci si potrebbe chiedere: ma perché Dio vuole essere adorato? Non è questo, come alcuni pensano, pura vanità?
Molti anni fa, in un libro di C.S. Lewis dal titolo Reflections on the Psalms (Riflessioni sui salmi), ho trovato una risposta molto interessante. Una risposta che mi ha aiutato a comprendere il significato e il valore dell'adorazione.
Lewis dice: "Il vero significato della lode mi era finora sfuggito. Non avevo ancora compreso che nella vita tutto il piacere si riflette spontaneamente nella lode. Il mondo suona la lode. Chi esce per una passeggiata in campagna loda la creazione. I giocatori lodano il loro gioco preferito. Lode del tempo, dei vini, del cibo, del teatro, dei cavalli, delle scuole, dei paesi, dei personaggi storici, dei bambini, dei fiori, delle montagne, dei francobolli e dei libri rari.
Penso che ogni essere umano trovi gioia nel lodare ciò che piace perché la lode non solo esprime la gioia, ma la completa; ne è il compimento. Gli innamorati non si scambiano parole di apprezzamento per il gusto di farsi i complimenti, ma per rendere la loro gioia completa. Perché la gioia non è completa fino a quando non la si esprime".
In altre parole, l'adorazione è la consumazione della gioia. La nostra gioia non è completa fino a quando non la manifestiamo attraverso la lode e l'adorazione. Dio ci ha creati per adorare perché ci ama. Secondo il Westminster Shorter Catechism, il fine principale del "genere umano è glorificare Dio e gioire in lui per sempre".
Salmi 98,1-9
Salmo 98
1 Salmo.
Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.
2 Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
3 Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d'Israele.
Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
4 Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!
5 Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
6 con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore.
7 Risuoni il mare e quanto racchiude,
il mondo e i suoi abitanti.
8 I fiumi battano le mani,
esultino insieme le montagne
9 davanti al Signore
che viene a giudicare la terra:
giudicherà il mondo con giustizia
e i popoli con rettitudine.
Commento
Il canto e la musica
Il salmista invita le persone ad adorare Dio con il canto e la musica: "Cantate al Signore un canto nuovo... Acclami il Signore tutta la terra, gridate, esultate, cantate inni" (vv.1.4).
Questo salmo è ricco di suoni e rumore. Al popolo è chiesto di celebrare la bontà di Dio in modi diversi. Tra questi il cantare, il gridare di gioia, il suonare gli strumenti e persino applaudire nella celebrazione di Dio:
"Acclami il Signore tutta la terra. Gridate, esultate, cantate inni! Cantate inni al Signore con la cetra, con la cetra e al suono di strumenti a corde; con le trombe e al suono del corno. Acclamate davanti al re, il Signore. Risuoni il mare e quanto racchiude, il mondo e i suoi abitanti" (vv.4-7,MSG).
Tutto questo è risposta a ciò che Dio ha fatto per noi. Siamo chiamati ad adorare il Signore che è il Salvatore (vv.1-3), il Re (vv.4-6) e il Giudice (vv.7-9).
Dalla prospettiva di Gesù, tutte queste cose sono come un salmo profetico. Gesù è colui che sta alla "destra" di Dio, che ha vinto (v.1). Colui che ha fatto conoscere la salvezza di Dio e ha rivelato la sua giustizia alle nazioni (v.2) (vedi anche Romani 3,21).
In queste righe, troviamo una gioiosa anticipazione del giorno in cui tutte le cose saranno ripristinate, quando il Salvatore verrà a giudicare la terra (Salmi 98,9). Allora tutta la creazione sarà liberata (vv.7-8). San Paolo dice: "L'ardente aspettativa della creazione, infatti, è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio... La stessa creazione sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà dei figli di Dio" (Romani 8,19-21).
Questo salmo è un crescendo di lode. Dalla comunità del popolo di Dio in adorazione (Salmi 98,1-3) a tutto il popolo (vv.4-6) e infine a tutta la creazione (vv.7-9).
Preghiera
Signore, oggi desidero adorarti. Grazie per averci salvati. Grazie per il tuo amore e la tua fedeltà. Grazie perché possiamo adorarti con gioia, canti, musica e applausi. Grazie perché possiamo essere fiduciosi nell'equità del tuo giudizio: giudicherai il mondo con rettitudine e le persone con equità.
1 Corinzi 11,2-34
Contegno dell'uomo e della donna
2 Vi lodo perché in ogni cosa vi ricordate di me e conservate le tradizioni così come ve le ho trasmesse. 3 Voglio però che sappiate che di ogni uomo il capo è Cristo, e capo della donna è l'uomo, e capo di Cristo è Dio. 4 Ogni uomo che prega o profetizza con il capo coperto, manca di riguardo al proprio capo. 5 Ma ogni donna che prega o profetizza a capo scoperto, manca di riguardo al proprio capo, perché è come se fosse rasata. 6 Se dunque una donna non vuole coprirsi, si tagli anche i capelli! Ma se è vergogna per una donna tagliarsi i capelli o radersi, allora si copra.
7 L'uomo non deve coprirsi il capo, perché egli è immagine e gloria di Dio; la donna invece è gloria dell'uomo. 8 E infatti non è l'uomo che deriva dalla donna, ma la donna dall'uomo; 9 né l'uomo fu creato per la donna, ma la donna per l'uomo. 10 Per questo la donna deve avere sul capo un segno di autorità a motivo degli angeli. 11 Tuttavia, nel Signore, né la donna è senza l'uomo, né l'uomo è senza la donna. 12 Come infatti la donna deriva dall'uomo, così l'uomo ha vita dalla donna; tutto poi proviene da Dio.
13 Giudicate voi stessi: è conveniente che una donna preghi Dio col capo scoperto? 14 Non è forse la natura stessa a insegnarci che è indecoroso per l'uomo lasciarsi crescere i capelli, 15 mentre è una gloria per la donna lasciarseli crescere? La lunga capigliatura le è stata data a modo di velo. 16 Se poi qualcuno ha il gusto della contestazione, noi non abbiamo questa consuetudine e neanche le Chiese di Dio.
Come celebrare la cena del Signore
17 Mentre vi do queste istruzioni, non posso lodarvi, perché vi riunite insieme non per il meglio, ma per il peggio. 18 Innanzi tutto sento dire che, quando vi radunate in assemblea, vi sono divisioni tra voi, e in parte lo credo. 19 È necessario infatti che sorgano fazioni tra voi, perché in mezzo a voi si manifestino quelli che hanno superato la prova. 20 Quando dunque vi radunate insieme, il vostro non è più un mangiare la cena del Signore. 21 Ciascuno infatti, quando siete a tavola, comincia a prendere il proprio pasto e così uno ha fame, l'altro è ubriaco. 22 Non avete forse le vostre case per mangiare e per bere? O volete gettare il disprezzo sulla Chiesa di Dio e umiliare chi non ha niente? Che devo dirvi? Lodarvi? In questo non vi lodo!
23 Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane 24 e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: "Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me". 25 Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: "Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me". 26 Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga.
27 Perciò chiunque mangia il pane o beve al calice del Signore in modo indegno, sarà colpevole verso il corpo e il sangue del Signore. 28 Ciascuno, dunque, esamini se stesso e poi mangi del pane e beva dal calice; 29 perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna. 30 È per questo che tra voi ci sono molti ammalati e infermi, e un buon numero sono morti. 31 Se però ci esaminassimo attentamente da noi stessi, non saremmo giudicati; 32 quando poi siamo giudicati dal Signore, siamo da lui ammoniti per non essere condannati insieme con il mondo.
33 Perciò, fratelli miei, quando vi radunate per la cena, aspettatevi gli uni gli altri. 34 E se qualcuno ha fame, mangi a casa, perché non vi raduniate a vostra condanna.
Quanto alle altre cose, le sistemerò alla mia venuta.
Commento
Meraviglia e gratitudine
Paolo affronta il tema dell'atteggiamento da tenere nei momenti di adorazione, ed in particolare riguardo al posto e al ruolo delle donne. Il significato di questo passaggio è stato molto discusso in passato. La preoccupazione di Paolo è che nulla possa offendere il Vangelo. Spesso, i comportamenti delle persone sono legati alla cultura del luogo. Ad esempio, ci sono chiese che anche oggi chiedono alle donne di coprire i propri capelli.
Ciò che emerge dal brano è che durante le celebrazioni sia gli uomini che le donne erano solite pregare e profetizzare (vv.4-5). Vi era inoltre parità dei sessi e dipendenza reciproca (vv.11-12): "Nel Signore, né la donna è senza l'uomo, né l'uomo è senza la donna. Come infatti la donna deriva dall'uomo, così l'uomo ha vita dalla donna" (vv.11-12, MSG).
Paolo parla poi della "Cena del Signore" (v.20) o, come in seguito chiamata, "Eucaristia" (dal greco Eucharestéin, che significa "ringraziamento").
Probabilmente, quella di Paolo è la prima testimonianza di Eucaristia come modalità di preghiera e adorazione nelle celebrazioni. Negli ultimi 2.000 anni, l'Eucaristia è stata al centro dell'adorazione cristiana, celebrata quasi universalmente dalla Chiesa in tutto il mondo. Anche qui, riguardo a ciò che Paolo intende in questo passaggio, vi sono state numerose discussioni. Al di là degli aspetti più dibattuti, emergono alcuni punti molto chiari:
Si ripete. Nel riunirsi "insieme" vi è qualcosa che succede, qualcosa che si attende (vv.17.20). Si compie l'ultima cena del Signore.
È importante. Gesù ci dice "fate questo in memoria di me" (v.24). Fare questo in modo appropriato è importante e farlo in modo non appropriato è grave (v.27 e successivi). "Ciascuno, dunque, esamini se stesso e poi mangi del pane e beva dal calice" (v.28, MSG).
È una proclamazione. È uno dei modi in cui proclamiamo il Vangelo. "Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga" (v.26).
Riguarda il fare memoria di Gesù (vv.24-25) e il riconoscere "il corpo del Signore" (v.29). Nel ricevere il pane ed il vino, ci aspettiamo di incontrare Gesù.
È comunione con il corpo e con il sangue di Cristo (10,16). Paolo usa il termine greco Koinonia, che significa anche "condivisione" o "partecipazione". Significa ricevere e condividere i benefici del sacrificio di Gesù morto in croce per noi.
È espressione di gratitudine. Beviamo dal "calice della benedizione" (10,16).
È espressione di unità. "Poichè vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo: tutti infatti partecipiamo all'unico pane" (10,17). Una delle più grandi tragedie nella storia della Chiesa è come questa espressione di unità sia divenuta causa di divisione.
È anticipazione del ritorno del Signore. "Voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga" (11,26).
Il pane e il vino sono il corpo e il sangue di Gesù (vv.24-25). Rappresentano uno dei modi in cui possiamo fare esperienza della sua presenza oggi. Il suo significato è stato oggetto di grandi discussioni e controversie in passato. Un significato però che possiamo semplicemente accogliere come mistero e dono, accontentandoci di riceverlo così come le Scritture ce lo propongono.
Preghiera
Signore, aiutami ad adorarti in un modo giusto, appropriato e a te gradito. Aiutami a focalizzare la mia vita su Gesù, e a fare dell'adorazione e del giore in te il mio vero scopo.
2 Cronache 7,11-9,31
Apparizione del Signore
11 Salomone terminò il tempio del Signore e la reggia; attuò quanto aveva deciso di fare nel tempio del Signore e nella propria reggia. 12 Il Signore apparve di notte a Salomone e gli disse:
"Ho ascoltato la tua preghiera; mi sono scelto questo luogo come casa ove sacrificare.
13 Se chiuderò il cielo e non ci sarà più pioggia, se comanderò alle cavallette di divorare la campagna e se invierò la peste in mezzo al mio popolo, 14 se il mio popolo, sul quale è stato invocato il mio nome, si umilierà, pregherà e ricercherà il mio volto, e si convertirà dalle sue vie malvagie, ascolterò dal cielo e perdonerò il suo peccato e risanerò la sua terra. 15 Ora i miei occhi saranno aperti e i miei orecchi attenti alla preghiera fatta in questo luogo. 16 Ora io mi sono scelto e ho consacrato questa casa perché il mio nome vi resti sempre; i miei occhi e il mio cuore saranno là tutti i giorni.
17 Quanto a te, se camminerai davanti a me come ha camminato Davide, tuo padre, facendo quanto ti ho comandato, e osserverai le mie leggi e le mie norme, 18 io stabilirò il trono del tuo regno come ho promesso a Davide, tuo padre, dicendo: "Non ti sarà tolto un discendente che regni in Israele".
19 Ma se voi devierete e abbandonerete le leggi e le norme che io vi ho proposto, se andrete a servire altri dèi e a prostrarvi davanti a loro, 20 vi sterminerò dalla terra che vi ho dato, ripudierò questo tempio che ho consacrato al mio nome, lo renderò la favola e lo zimbello di tutti i popoli. 21 Questo tempio sarà una rovina; chiunque vi passerà accanto resterà sbigottito e si domanderà: "Perché il Signore ha agito così con questa terra e con questo tempio?". 22 Si risponderà: "Perché hanno abbandonato il Signore, Dio dei loro padri, che li aveva fatti uscire dalla terra d'Egitto, e si sono legati a dèi stranieri, prostrandosi davanti a loro e servendoli. Per questo egli ha fatto venire su di loro tutta questa sciagura"".
Sommario sull’attività del re
8Passati i vent'anni durante i quali aveva costruito il tempio del Signore e la reggia, 2 Salomone ricostruì le città che Curam gli aveva dato e vi stabilì gli Israeliti. 3 Salomone andò a Camat di Soba e la occupò. 4 Egli ricostruì Tadmor nel deserto e tutte le città dei magazzini, che aveva costruito in Camat. 5 Riedificò Bet-Oron superiore e Bet-Oron inferiore, fortezze con mura, battenti e catenacci. 6 Lo stesso fece con Baalàt, con tutte le città dei magazzini che gli appartenevano e con tutte le città per i carri e per i cavalli e costruì a Gerusalemme, nel Libano e in tutto il territorio del suo dominio tutto ciò che gli piacque.
7 Quanti rimanevano degli Ittiti, degli Amorrei, dei Perizziti, degli Evei e dei Gebusei, che non erano Israeliti, 8 e cioè i loro discendenti rimasti dopo di loro nella terra, coloro che gli Israeliti non avevano distrutto, Salomone li arruolò per il lavoro coatto, come accade ancora oggi. 9 Ma degli Israeliti Salomone non fece schiavo nessuno per i suoi lavori, perché essi erano guerrieri, comandanti dei suoi scudieri, comandanti dei suoi carri e dei suoi cavalieri. 10 I comandanti dei prefetti del re Salomone erano duecentocinquanta e dirigevano il popolo.
11 Salomone trasferì la figlia del faraone dalla Città di Davide alla casa che le aveva fatto costruire, perché pensava: "Non deve abitare una mia donna nella casa di Davide, re d'Israele, perché è santo ogni luogo in cui ha sostato l'arca del Signore".
12 In quel tempo Salomone offrì olocausti al Signore sull'altare del Signore, 'he aveva fatto costruire di fronte al vestibolo. 13 Secondo il rituale quotidiano offriva olocausti conformemente al comando di Mosè, nei sabati, nei noviluni e nelle tre feste dell'anno, cioè nella festa degli Azzimi, nella festa delle Settimane e nella festa delle Capanne. 14 Secondo le disposizioni di Davide, suo padre, stabilì le classi dei sacerdoti per il loro servizio. Anche per i leviti dispose che nel loro ufficio lodassero Dio e assistessero i sacerdoti ogni giorno; ai portieri nelle loro classi assegnò le singole porte, perché così aveva comandato Davide, uomo di Dio. 15 Non si allontanarono in nulla dalle disposizioni del re Davide riguardo ai sacerdoti e ai leviti; lo stesso avvenne riguardo ai tesori.
16 Così fu realizzata tutta l'opera di Salomone, da quando si gettarono le fondamenta del tempio del Signore fino al compimento definitivo del tempio del Signore.
17 Allora Salomone andò a Esion-Ghèber e a Elat, sulla riva del mare, nel territorio di Edom. 18 Curam per mezzo dei suoi marinai gli mandò alcune navi e uomini esperti del mare. Costoro, insieme con i marinai di Salomone, andarono a Ofir e di là presero quattrocentocinquanta talenti d'oro e li portarono al re Salomone.
Visita della regina di Saba
9La regina di Saba, sentita la fama di Salomone, venne a Gerusalemme per metterlo alla prova con enigmi. Arrivò con un corteo molto numeroso, con cammelli carichi di aromi, d'oro in quantità e di pietre preziose. Si presentò a Salomone e gli parlò di tutto quello che aveva nel suo cuore. 2 Salomone le chiarì tutto quanto ella gli diceva; non ci fu parola tanto nascosta a Salomone che egli non potesse spiegarle. 3 La regina di Saba, quando vide la sapienza di Salomone, la reggia che egli aveva costruito, 4 i cibi della sua tavola, il modo ordinato di sedere dei suoi servi, il servizio dei suoi domestici e le loro vesti, i suoi coppieri e le loro vesti, gli olocausti che egli offriva nel tempio del Signore, rimase senza respiro.
5 Quindi disse al re: "Era vero, dunque, quanto avevo sentito nel mio paese sul tuo conto e sulla tua sapienza! 6 Io non credevo a quanto si diceva, finché non sono giunta qui e i miei occhi non hanno visto; ebbene non mi era stata riferita neppure una metà della grandezza della tua sapienza! Tu superi la fama che ne ho udita. 7 Beati i tuoi uomini e beati questi tuoi servi, che stanno sempre alla tua presenza e ascoltano la tua sapienza! 8 Sia benedetto il Signore, tuo Dio, che si è compiaciuto di te così da collocarti sul suo trono come re per il Signore tuo Dio. Poiché il tuo Dio ama Israele e intende renderlo stabile per sempre, ti ha posto su di loro come re per esercitare il diritto e la giustizia".
9 Ella diede al re centoventi talenti d'oro, aromi in gran quantità e pietre preziose. Non ci furono mai tanti aromi come quelli che la regina di Saba diede al re Salomone.
10 Inoltre gli uomini di Curam e quelli di Salomone, che portavano oro da Ofir, recarono legno di sandalo e pietre preziose. 11 Con il legname di sandalo il re fece le scale per il tempio del Signore e per la reggia, cetre e arpe per i cantori; strumenti simili non erano mai stati visti nella terra di Giuda.
12 Il re Salomone diede alla regina di Saba quanto lei desiderava e aveva domandato, oltre l'equivalente di quanto aveva portato al re. Quindi ella si mise in viaggio e tornò nel suo paese con i suoi servi.
Ricchezza e sapienza del re
13 Il peso dell'oro che giungeva a Salomone ogni anno era di seicentosessantasei talenti d'oro, 14 senza contare quanto ne proveniva dai mercanti e dai commercianti; tutti i re dell'Arabia e i governatori della regione portavano a Salomone oro e argento.
15 Il re Salomone fece duecento scudi grandi d'oro battuto, per ognuno dei quali adoperò seicento sicli d'oro battuto, 16 e trecento scudi piccoli d'oro battuto, per ognuno dei quali adoperò trecento sicli d'oro. Il re li collocò nel palazzo della Foresta del Libano.
17 Inoltre, il re fece un grande trono d'avorio, che rivestì d'oro puro. 18 Il trono aveva sei gradini e uno sgabello d'oro. Vi erano braccioli da una parte e dall'altra del sedile e due leoni che stavano a fianco dei braccioli. 19 Dodici leoni si ergevano di qua e di là, sui sei gradini; una cosa simile non si era mai fatta in nessun regno. 20 Tutti i vasi per le bevande del re Salomone erano d'oro, tutti gli arredi del palazzo della Foresta del Libano erano d'oro fino; nessuno era in argento, perché ai giorni di Salomone non valeva nulla. 21 Difatti le navi del re andavano a Tarsis, guidate dai marinai di Curam; ogni tre anni le navi di Tarsis arrivavano portando oro, argento, zanne d'elefante, scimmie e pavoni.
22 Il re Salomone fu più grande, per ricchezza e sapienza, di tutti i re della terra. 23 Tutti i re della terra cercavano il volto di Salomone, per ascoltare la sapienza che Dio aveva messo nel suo cuore. 24 Ognuno gli portava, ogni anno, il proprio tributo, oggetti d'argento e oggetti d'oro, vesti, armi, aromi, cavalli e muli.
25 Salomone aveva quattromila stalle per i suoi cavalli e i suoi carri e dodicimila cavalli da sella, distribuiti nelle città per i carri e presso il re a Gerusalemme. 26 Egli dominava su tutti i re, dal Fiume alla regione dei Filistei e al confine con l'Egitto. 27 Il re fece sì che a Gerusalemme l'argento abbondasse come le pietre e rese il legname di cedro tanto comune quanto i sicomòri che crescono nella Sefela. 28 Da Musri e da tutti i paesi si importavano cavalli per Salomone.
Morte di Salomone
29 Le altre gesta di Salomone, dalle prime alle ultime, non sono forse descritte negli atti del profeta Natan, nella profezia di Achia di Silo e nelle visioni del veggente Iedo riguardo a Geroboamo, figlio di Nebat? 30 Salomone regnò a Gerusalemme su tutto Israele quarant'anni. 31 Salomone si addormentò con i suoi padri e lo seppellirono nella Città di Davide, suo padre; al suo posto divenne re suo figlio Roboamo.
Commento
Integrità e passione
Salomone realizza "quanto aveva deciso di fare nel tempio del Signore e nella propria reggia" (7,11). Attraverso ciò che porta a termine, glorifica Dio.
L'autore pone l'attenzione sui regni di Davide e Salomone e sulla costruzione del luogo di culto di Dio, il tempio di Gerusalemme. Al suo cospetto, i loro regni impallidiscono. Costruiscono il luogo di culto di Dio e Dio li benedice generosamente.
Come riportato nei capitoli 8 e 9, la fama di Salomone si diffonde ampiamente. La regina di Saba (probabilmente l'odierno Yemen) viene a visitare Salomone e rimane così stupita da ciò che vede (9,1-7) che loda il Signore (v.8). Anche qui emerge la centralità del ruolo della donna nella figura di una regina che governa una nazione.
Lo splendore di Salomone è grande. Al termine della costruzione del tempio, il Signore gli appare e gli dice: "Se il mio popolo, sul quale è stato invocato il mio nome, si umilierà, pregherà e ricercherà il mio volto, e si convertirà dalle sue vie malvagie, ascolterò dal cielo e perdonerò il suo peccato e risanerò la sua terra" (7,14).
Questo versetto è famoso e viene spesso usato come modello per l'adorazione e la preghiera. Riporta le condizioni per una adorazione integra. Sono anche le condizioni necessarie per una rivitalizzazione della Chiesa. Il brano parla di peste, un'esperienza per certi simile a quella della pandemia da Covid vissuta recentemente (v.13). In questo versetto, troviamo quattro cose da fare in queste situazioni:
- Umiliarsi
- Pregare
- Cercare il volto di Dio
- Lasciare le vie malvagie
Dio, a sua volta, promette di fare tre cose:
- Ascoltare dall'alto
- Perdonare il nostro peccato
- Guarire la terra
Preghiera
Signore, oggi voglio umiliarmi, pregare, cercare il tuo volto e pentirmi dei miei peccati. Ti prego di ascoltare dal cielo, perdonare il nostro peccato e guarire la nostra terra. Fa che possiamo glorificarti e gioire in te per sempre.
La moglie di Nicky dice
2 Cronache 8,11
"Non deve abitare una mia donna nella casa di Davide, re d'Israele, perché è santo ogni luogo in cui ha sostato l'arca del Signore".
Penso che la figlia del faraone non potesse abitare in quel luogo semplicemente perché non adorava Dio.
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Riferimenti
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C. S. Lewis, C. S. Lewis Selected Books: The Pilgrim's Regress / Prayer: Letter to Malcolm / Reflections on the Psalms / Till We Have Faces / The Abolition of Man (HarperCollins, 2011), p.360
Le citazioni della Scrittura indicate con (MSG, AMP, NIVUK, NKJV, NLT, ecc.) riportano comunque il testo CEI®.
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