Giorno 233

Come ascoltare lo Spirito Santo

Sapienziali Proverbi 20,15-24
Nuovo Testamento 1 Corinzi 14,1-19
Antico Testamento 2 Cronache 10,1-12,16

Introduzione

Will Wisbey lavorava come agente immobiliare. Era giovane, brillante e di successo, ma riguardo alla fede era molto scettico. Una domenica, un amico lo invitò nella chiesa di HTB (Holy Trinity Brompton). Durante la funzione, qualcuno ricevette una "parola di conoscenza" e disse: "C'è un uomo qui che sta aspettando la consegna di un'auto sportiva prevista nei prossimi due giorni. Ha lavorato duramente per raggiungere il successo. Il lavoro è la sua vita. Ha un'auto, una casa, un tenore di vita elevato, ma non è felice. E Dio vuole che sappia che c'è qualcosa di più importante nella sua vita".

Successivamente Will scrisse: "Non potevo crederci. La mia nuova auto era la più bella che avessi mai comprato. Sarebbe arrivata veramente due giorni dopo e non l'avevo detto a nessuno. Guadagnavo 100.000 sterline all'anno. Il mio lavoro era la mia vita. Quella notte, per la prima volta nella mia vita, ho pregato davvero".

Will ha incontrato Gesù Cristo ed è stato riempito di Spirito Santo. Oggi dice: "Ora so che Gesù esiste. Mi ama ed è con me".

Molti di noi vivono una vita piena di impegni, corse e a volte tanto caos. In mezzo a tutto questo rumore, alle chiacchiere e alle distrazioni di ogni giorno, come riuscire a sentire la voce dello Spirito Santo?

Sapienziali

Proverbi 20,15-24

15 C'è possesso di oro e moltitudine di perle,
  ma la cosa più preziosa sono le labbra sapienti.

16 Prendigli il vestito perché si è fatto garante per un estraneo
  e tienilo in pegno per uno sconosciuto.

17 È piacevole il pane procurato con frode,
  ma poi la bocca sarà piena di granelli di sabbia.

18 Pondera bene la tua strategia, consìgliati,
  e fa' la guerra con molta riflessione.

19 Chi va in giro sparlando svela il segreto;
  non associarti a chi ha sempre aperte le labbra.

20 Chi maledice il padre e la madre
  vedrà spegnersi la sua lampada nel cuore delle tenebre.

21 Un'eredità accumulata in fretta all'inizio
  non sarà benedetta alla fine.

22 Non dire: "Renderò male per male";
  confida nel Signore ed egli ti libererà.

23 Il Signore ha in orrore il doppio peso,
  la bilancia falsa non è cosa buona.

24 Il Signore rende sicuri i passi dell'uomo:
  come può l'essere umano conoscere la sua strada?

Commento

Ascoltare la sapienza e la conoscenza

Uno dei modi per ascoltare la voce dello Spirito Santo è attraverso il consiglio sapiente degli altri. Le persone sagge e con esperienza sono preziose: "C'è possesso di oro e moltitudine di perle, ma la cosa più preziosa sono le labbra sapienti" (v.15).

Nel prendere le decisioni più importanti, è bene cercare aiuto: "Pondera bene la tua strategia, consìgliati" (v.18). Ed è bene ricordarsi che la responsabilità ultima delle nostre azioni spetta comunque a noi.

Il libro dei Proverbi è ricco di saggi consigli. Dice di guardarsi dalle persone pettegole che tradiscono la fiducia e di evitare le persone che parlano troppo. "Chi va in giro sparlando svela il segreto; non associarti a chi ha sempre aperte le labbra" (v.19, MSG). Il pettegolezzo è tentatore e pericoloso. Sul suo cuscino è scritto: "Se non hai niente di buono da dire su qualcuno, vieni a sederti vicino a me".

Un altro saggio consiglio è non vendicarsi: "Non dire: 'Renderò male per male'; confida nel Signore ed egli ti libererà" (v.22, MSG).

Ascoltare lo Spirito Santo significa ascoltare la Parola del Signore. "Il Signore rende sicuri i passi dell'uomo: come può l'essere umano conoscere la sua strada?" (v.24) Dovremmo sempre ascoltare la voce dello Spirito che ci parla attraverso le Scritture.

Preghiera

Signore, grazie perché il tuo Spirito Santo mi parla attraverso le Scritture. Aiutami ad ascoltare e ad obbedire alla tua voce.

Nuovo Testamento

1 Corinzi 14,1-19

Parlare con il dono delle lingue

14Aspirate alla carità. Desiderate intensamente i doni dello Spirito, soprattutto la profezia. 2 Chi infatti parla con il dono delle lingue non parla agli uomini ma a Dio poiché, mentre dice per ispirazione cose misteriose, nessuno comprende. 3 Chi profetizza, invece, parla agli uomini per loro edificazione, esortazione e conforto. 4 Chi parla con il dono delle lingue edifica se stesso, chi profetizza edifica l'assemblea. 5 Vorrei vedervi tutti parlare con il dono delle lingue, ma preferisco che abbiate il dono della profezia. In realtà colui che profetizza è più grande di colui che parla con il dono delle lingue, a meno che le interpreti, perché l'assemblea ne riceva edificazione.

6 E ora, fratelli, supponiamo che io venga da voi parlando con il dono delle lingue. In che cosa potrei esservi utile, se non vi comunicassi una rivelazione o una conoscenza o una profezia o un insegnamento? 7 Ad esempio: se gli oggetti inanimati che emettono un suono, come il flauto o la cetra, non producono i suoni distintamente, in che modo si potrà distinguere ciò che si suona col flauto da ciò che si suona con la cetra? 8 E se la tromba emette un suono confuso, chi si preparerà alla battaglia? 9 Così anche voi, se non pronunciate parole chiare con la lingua, come si potrà comprendere ciò che andate dicendo? Parlereste al vento! 10 Chissà quante varietà di lingue vi sono nel mondo e nulla è senza un proprio linguaggio. 11 Ma se non ne conosco il senso, per colui che mi parla sono uno straniero, e chi mi parla è uno straniero per me. 12 Così anche voi, poiché desiderate i doni dello Spirito, cercate di averne in abbondanza, per l'edificazione della comunità.

13 Perciò chi parla con il dono delle lingue, preghi di saperle interpretare. 14 Quando infatti prego con il dono delle lingue, il mio spirito prega, ma la mia intelligenza rimane senza frutto. 15 Che fare dunque? Pregherò con lo spirito, ma pregherò anche con l'intelligenza; canterò con lo spirito, ma canterò anche con l'intelligenza. 16 Altrimenti, se tu dai lode a Dio soltanto con lo spirito, in che modo colui che sta fra i non iniziati potrebbe dire l'Amen al tuo ringraziamento, dal momento che non capisce quello che dici? 17 Tu, certo, fai un bel ringraziamento, ma l'altro non viene edificato.

18 Grazie a Dio, io parlo con il dono delle lingue più di tutti voi; 19 ma in assemblea preferisco dire cinque parole con la mia intelligenza per istruire anche gli altri, piuttosto che diecimila parole con il dono delle lingue.

Commento

Ascoltare attraverso i doni dello Spirito Santo

L'amore è ciò a cui dovremmo aspirare di più. Allo stesso tempo, ci sono anche i doni dello Spirito Santo ai quali dovremmo dare molta importanza. Paolo sottolinea entrambe le cose: "Aspirate alla carità. Desiderate intensamente i doni dello Spirito, soprattutto la profezia" (v.1). Alcuni dicono che non si dovrebbero desiderare i doni ma il Datore dei doni. In realtà, è proprio il Datore dei doni che ci dice di desiderare i doni.

La profezia è uno dei doni dello Spirito Santo attraverso il quale lo Spirito parla alla Chiesa. Paolo sottolinea l'importanza di questo dono per la Chiesa. Un dono ancora più importante del parlare con il dono delle lingue: "Vorrei vedervi tutti parlare con il dono delle lingue, ma preferisco che abbiate il dono della profezia" (v.5a).

Riguardo al dono delle lingue, Paolo ne parla chiarendo alcuni punti utili soprattutto nelle situazioni in cui questo dono potrebbe essere usato in modo improprio. Dice che chi prega "con il dono delle lingue edifica se stesso" (v.4). È un dono positivo per tutti (v.5). È un modo per far pregare il proprio spirito (v.14) e consiste principalmente nel ringraziare e lodare (vv.16-17). Lui stesso ne fa uso: "Grazie a Dio, io parlo con il dono delle lingue più di tutti voi" (v.18).

Distingue tra uso di questo dono nel privato (che generalmente incoraggia) e uso in pubblico, in assemblea. In quest'ultimo caso, raccomanda la presenza di un'interprete (vv.5.18-19). Se usato insieme al dono dell'interpretazione, diviene importante alla pari del dono della profezia (v.5b).

Il dono delle lingue insieme a quello dell'interpretazione permette all'assemblea di essere edificata (v.5). Tutti coloro che hanno il carisma delle lingue dovrebbero pregare anche per questo dono, in modo che la Chiesa possa essere edificata.

La profezia è la capacità di ascoltare ciò che Dio dice e di trasmetterlo agli altri. È un dono spirituale di grande importanza nella Chiesa e dovrebbe essere desiderato ardentemente (v.1). Non si tratta necessariamente di predire il futuro. Si tratta piuttosto di dire ciò che Dio sta dicendo nella situazione presente.

I primi cristiani consideravano l'Antico Testamento una profezia (2 Pietro 1,20). L'Antico Testamento è la testimonianza profetica di Gesù. Il Nuovo Testamento è la testimonianza apostolica di Gesù. Oggi non esiste nessun documento o libro superiore o equivalente, in termini di autorità, alle Scritture.

Le parole dei profeti di oggi non hanno la stessa autorità di quelle dei profeti e degli apostoli che troviamo nelle Scritture. Le Scritture sono il riferimento per tutti i cristiani, in tutti i luoghi e in tutti i tempi. Una parola profetica è una parola particolare, ispirata da Dio, data a una o più persone particolari, in un momento particolare, per uno scopo particolare. È un racconto umano, e talvolta non del tutto esatto, di qualcosa che lo Spirito Santo ha suggerito alla mente di qualcuno.

Come abbiamo visto oggi, Paolo attribuisce un valore molto alto al dono della profezia (1 Corinzi 14,1) perché è dono che edifica la Chiesa (v.4) e che può avere un impatto anche su coloro che non sono credenti: "Se invece tutti profetizzano e sopraggiunge qualche non credente... i segreti del suo cuore saranno manifestati e così, prostrandosi a terra, adorerà Dio, proclamando: Dio è veramente fra voi!" (vv.24-25) Ed è proprio questo che è successo a Will Wisbey.

Ma la profezia deve essere messa alla prova: "I profeti parlino in due o tre e gli altri giudichino" (v.29). Ci si dovrebbe chiedere:

1. È in linea con la Bibbia?

Dio non si contraddice.

2. Com'è il profeta?

È una persona d'amore? (v.1).

3. Quale effetto ha la profezia?

Paolo scrive: "Chi profetizza, invece, parla agli uomini per loro edificazione, esortazione e conforto" (v.3). Le vere parole profetiche sono sempre positive, nel senso che edificano, incoraggiano e consolano le persone.

In sintesi, le parole profetiche confermano ciò che lo Spirito Santo ha già posto nei nostri cuori. Se non siete sicuri di una parola profetica, non agite frettolosamente, ma fate come Maria, la madre di Gesù, che ha aspettato e meditato ogni cosa nel suo cuore (Luca 2,19).

Preghiera

Signore, aiutaci come Chiesa a creare un'atmosfera di attesa in ascolto dello Spirito Santo che ci parla, seguendo la via dell'amore, e a desiderare ardentemente i doni spirituali.

Antico Testamento

2 Cronache 10,1-12,16

I re di Giuda

10Roboamo andò a Sichem, perché tutti gli Israeliti erano convenuti a Sichem per proclamarlo re. 2 Quando lo seppe, Geroboamo, figlio di Nebat, che era in Egitto, dove era fuggito per paura del re Salomone, tornò dall'Egitto. 3 Lo mandarono a chiamare e Geroboamo venne con tutto Israele e parlarono a Roboamo dicendo: 4 "Tuo padre ha reso duro il nostro giogo; ora tu alleggerisci la dura servitù di tuo padre e il giogo pesante che egli ci ha imposto, e noi ti serviremo".

5 Rispose loro: "Tornate da me fra tre giorni". Il popolo se ne andò.

6 Il re Roboamo si consigliò con gli anziani che erano stati al servizio di Salomone, suo padre, durante la sua vita, domandando: "Che cosa mi consigliate di rispondere a questo popolo?".

7 Gli dissero: "Se oggi ti mostrerai benevolo verso questo popolo, se l'accontenterai e se dirai loro parole buone, essi ti saranno servi per sempre".

8 Ma egli trascurò il consiglio che gli anziani gli avevano dato e si consultò con i giovani che erano cresciuti con lui ed erano al suo servizio. 9 Domandò loro: "Voi che cosa mi consigliate di rispondere a questo popolo, che mi ha chiesto di alleggerire il giogo imposto loro da mio padre?".

10 I giovani che erano cresciuti con lui gli dissero: "Per rispondere al popolo che si è rivolto a te dicendo: "Tuo padre ha reso pesante il nostro giogo, tu alleggeriscilo!", di' loro così: "Il mio mignolo è più grosso dei fianchi di mio padre. 11 Ora, mio padre vi caricò di un giogo pesante, io renderò ancora più grave il vostro giogo; mio padre vi castigò con fruste, io con flagelli"".

12 Geroboamo e tutto il popolo si presentarono a Roboamo il terzo giorno, come il re aveva ordinato dicendo: "Tornate da me il terzo giorno". 13 Il re rispose loro duramente. Il re Roboamo respinse il consiglio degli anziani; 14 egli disse loro, secondo il consiglio dei giovani: "Mio padre ha reso pesante il vostro giogo, io lo renderò ancora più grave; mio padre vi castigò con fruste, io con flagelli". 15 Il re non ascoltò il popolo, poiché era disposizione divina che il Signore attuasse la parola che aveva rivolta a Geroboamo, figlio di Nebat, per mezzo di Achia di Silo.

16 Tutto Israele, visto che il re non li ascoltava, diede al re questa risposta:

"Che parte abbiamo con Davide?
 Noi non abbiamo eredità con il figlio di Iesse!
Ognuno alle proprie tende, Israele!
 Ora pensa alla tua casa, Davide".

Tutto Israele se ne andò alle sue tende. 17 Sugli Israeliti che abitavano nelle città di Giuda regnò Roboamo.

18 Il re Roboamo mandò Adoràm, che era sovrintendente al lavoro coatto, ma gli Israeliti lo lapidarono ed egli morì. Allora il re Roboamo salì in fretta sul carro per fuggire a Gerusalemme. 19 Israele si ribellò alla casa di Davide fino ad oggi.

Roboamo re

11Roboamo, giunto a Gerusalemme, convocò la casa di Giuda e di Beniamino, centoottantamila guerrieri scelti, per combattere contro Israele e per restituire il regno a Roboamo.

2 La parola del Signore fu rivolta a Semaià, uomo di Dio: 3 "Riferisci a Roboamo, figlio di Salomone, re di Giuda, e a tutti gli Israeliti che sono in Giuda e in Beniamino: 4 "Così dice il Signore: Non salite a combattere contro i vostri fratelli; ognuno torni a casa, perché questo fatto è dipeso da me"". Ascoltarono le parole del Signore e tornarono indietro, senza marciare contro Geroboamo.

5 Roboamo abitò a Gerusalemme. Egli trasformò in fortezze alcune città di Giuda. 6 Ricostruì Betlemme, Etam, Tekòa, 7 Bet-Sur, Soco, Adullàm, 8 Gat, Maresà, Zif, 9 Adoràim, Lachis, Azekà, 10 Sorea, Àialon ed Ebron; queste fortezze erano in Giuda e in Beniamino. 11 Egli munì queste fortezze, vi mise sovrintendenti e vi stabilì depositi di cibarie, di olio e di vino. 12 In ogni città depositò scudi e lance, rendendole fortissime. Appartennero dunque a lui Giuda e Beniamino.

13 I sacerdoti e i leviti, che erano in tutto Israele, si radunarono da tutto il loro territorio presso di lui. 14 Infatti i leviti lasciarono i pascoli e le proprietà, e andarono in Giuda e a Gerusalemme, perché Geroboamo e i suoi figli li avevano esclusi dall'esercitare il sacerdozio del Signore. 15 Geroboamo aveva stabilito suoi sacerdoti per le alture, per i satiri e per i vitelli che aveva eretto. 16 Al seguito dei leviti, da tutte le tribù d'Israele quanti avevano determinato in cuor loro di ricercare il Signore, Dio d'Israele, andarono a Gerusalemme per sacrificare al Signore, Dio dei loro padri. 17 Così rafforzarono il regno di Giuda e sostennero Roboamo, figlio di Salomone, per tre anni, perché per tre anni egli seguì la via di Davide e di Salomone.

18 Roboamo si prese in moglie Macalàt, figlia di Ierimòt, figlio di Davide, e di Abiàil, figlia di Eliàb, figlio di Iesse. 19 Essa gli partorì i figli Ieus, Semaria e Zaam. 20 Dopo di lei prese Maacà, figlia di Assalonne, che gli partorì Abia, Attài, Ziza e Selomìt. 21 Roboamo amò Maacà, figlia di Assalonne, più di tutte le altre mogli e concubine; egli prese diciotto mogli e sessanta concubine e generò ventotto figli e sessanta figlie.

22 Roboamo costituì Abia, figlio di Maacà, capo, ossia principe tra i suoi fratelli, perché pensava di farlo re. 23 Con accortezza egli sparse in tutte le contrade di Giuda e di Beniamino, in tutte le città fortificate, alcuni suoi figli. Diede loro viveri in abbondanza e li provvide di molte mogli.

Incursione del faraone

12Quando il regno fu consolidato ed egli si sentì forte, Roboamo abbandonò la legge del Signore e tutto Israele lo seguì. 2 Nell'anno quinto del re Roboamo, il re d'Egitto, Sisak, salì contro Gerusalemme, perché i suoi abitanti si erano ribellati al Signore. 3 Egli aveva milleduecento carri, sessantamila cavalli. Coloro che erano venuti con lui dall'Egitto non si contavano: Libi, Succhei ed Etiopi. 4 Egli prese le fortezze di Giuda e giunse fino a Gerusalemme.

5 Il profeta Semaià si presentò a Roboamo e ai comandanti di Giuda, che si erano raccolti a Gerusalemme per paura di Sisak, e disse loro: "Dice il Signore: "Voi avete abbandonato me, e io ho abbandonato voi nelle mani di Sisak"".

6 Allora i capi d'Israele e il re si umiliarono e dissero: "Giusto è il Signore!".

7 Quando il Signore vide che si erano umiliati, la parola del Signore fu rivolta a Semaià: "Si sono umiliati e io non li distruggerò. Anzi concederò loro la liberazione fra poco; la mia ira non si riverserà su Gerusalemme per mezzo di Sisak. 8 Tuttavia essi diventeranno suoi servi; così sapranno che cosa sia servire me e servire i regni del mondo".

9 Sisak, re d'Egitto, salì a Gerusalemme e prese i tesori del tempio del Signore e i tesori della reggia, portò via tutto, prese anche gli scudi d'oro fatti da Salomone. 10 Il re Roboamo li sostituì con scudi di bronzo, che affidò ai comandanti delle guardie addette alle porte della reggia. 11 Ogni volta che il re andava nel tempio del Signore, le guardie li prendevano, poi li riportavano nella sala delle guardie.

12 Poiché Roboamo si era umiliato, l'ira del Signore si ritirò da lui e non lo distrusse del tutto. Anzi in Giuda ci furono avvenimenti felici.

13 Il re Roboamo si consolidò a Gerusalemme e regnò. Quando divenne re, Roboamo aveva quarantun anni e regnò diciassette anni a Gerusalemme, città scelta dal Signore fra tutte le tribù d'Israele per collocarvi il suo nome. Sua madre, ammonita, si chiamava Naamà. 14 Egli fece il male, perché non aveva applicato il cuore alla ricerca del Signore.

15 Le gesta di Roboamo, dalle prime alle ultime, non sono forse descritte negli atti del profeta Semaià e del veggente Iddo, secondo le genealogie? Ci furono guerre continue fra Roboamo e Geroboamo. 16 Roboamo si addormentò con i suoi padri e fu sepolto nella Città di Davide. Al suo posto divenne re suo figlio Abia.

Commento

Ascoltare i buoni consigli e le parole profetiche

Roboamo commette un grave errore. Lo Spirito Santo aveva parlato attraverso gli anziani. Gli avevano detto: "Se oggi ti mostrerai benevolo verso questo popolo, se t'accontenterai e se dirai loro parole buone, essi ti saranno servi per sempre" (10,7, MSG).

Ma Roboamo rifiuta il consiglio degli anziani (v.8) ascoltando invece i pessimi consigli dei giovani con cui era cresciuto (vv.10-11). Al popolo dice: "Mio padre vi castigò con fruste, io con flagelli!" (v.11b, MSG)

Egli "non ascoltò il popolo" (v.15). Nel vedere che "il re non li ascoltava" (v.16), il popolo si ribellò.

Tuttavia, Dio non smette di rivolgersi a Roboamo: "La parola del Signore fu rivolta a Semaià, uomo di Dio: 'Riferisci a Roboamo: 'Così dice il Signore…!'" (11,2-4a).

Questa volta il re e il popolo si dimostrano uniti nell'ascoltare il Signore: "Ascoltarono le parole del Signore e tornarono indietro, senza marciare contro Geroboamo" (v.4b).

In seguito, Dio parlerà di nuovo attraverso il profeta Semaià. Dirà: "Voi avete abbandonato me, e io ho abbandonato voi" (12,5, MSG). Di nuovo, essi ascolteranno: "Si umiliarono e dissero: 'Giusto è il Signore!'" (v.6) "Quando il Signore vide che si erano umiliati, la parola del Signore fu rivolta a Semaià: 'Si sono umiliati e io non li distruggerò. Anzi concederò loro la liberazione fra poco'" (v.7).

Preghiera

Signore, concedimi la sapienza nell'ascoltare la tua voce. Aiutami ad imparare ad ascoltare lo Spirito Santo.

La moglie di Nicky dice

1 Corinzi 14,4

"Chi parla con il dono delle lingue edifica se stesso".

Quando alcuni anni fa venne chiesto ad una mia amica se desiderasse ricevere il dono delle lingue, disse: "Sì, se serve". Anch'io come lei sento di avere bisogno di ogni aiuto necessario. Sono così grata a Dio per questo dono, perché a volte sento di non avere le parole per esprimere ciò che sento nel mio cuore.

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