Giorno 237

Vincere la battaglia

Sapienziali Proverbi 20,25-21,4
Nuovo Testamento 1 Corinzi 15,50-16,4
Antico Testamento 2 Cronache 21,4-23,21

Introduzione

Aveva ottantacinque anni e nella sua vita aveva scritto decine di libri. Gli chiesi se poteva indicarmi dove si trovasse quel passaggio che stavo cercando. Mi disse che non ne aveva assolutamente idea, ma mi diede il permesso di citarlo comunque. Da allora ho usato quella sua frase più e più volte. In quelle parole, il vescovo Lesslie Newbigin aveva sintetizzato un'intuizione fondamentale per la mia comprensione di Gesù e del Nuovo Testamento.

"La risurrezione non è stata il rovesciamento di una sconfitta, ma la manifestazione di una vittoria".

La croce non è stata una sconfitta. Insieme, croce e risurrezione, sono la più grande vittoria mai avvenuta nella storia del mondo. Una vittoria dalle enormi conseguenze per la nostra vita, società e per il futuro di questo mondo.

A volte il termine "vittoria" viene visto come negativo, come se indicasse necessariamente un atteggiamento di orgoglio, imperialismo o trionfalismo. Aspetti, questi, negativi che dovremmo sempre cercare di evitare nelle nostre vite. Ma sia nell'Antico che nel Nuovo Testamento, la parola "vittoria" è qualcosa di molto positivo.

Essa è manifestazione di un dono reso possibile "per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo!" (1 Corinzi 15,57) Un dono a cui siamo chiamati a rispondere con gratitudine.

Sapienziali

Proverbi 20,25-21,4

25 È una trappola esclamare subito: "Sacro!"
  e riflettere solo dopo aver fatto il voto.

26 Un re saggio disperde i malvagi
  e con la ruota li stritola come paglia.

27 Lampada del Signore è lo spirito dell'uomo:
  essa scruta dentro, fin nell'intimo.

28 Bontà e fedeltà vegliano sul re,
  sulla giustizia è basato il suo trono.

29 Vanto dei giovani è la loro forza,
  ornamento dei vecchi è la canizie.

30 Le ferite sanguinanti leniscono il male,
  le percosse purificano fin nell'intimo.

21Il cuore del re è un corso d'acqua in mano al Signore:
  lo dirige dovunque egli vuole.

2 Agli occhi dell'uomo ogni sua via sembra diritta,
  ma chi scruta i cuori è il Signore.

3 Praticare la giustizia e l'equità
  per il Signore vale più di un sacrificio.

4 Occhi alteri e cuore superbo,
  lucerna dei malvagi è il peccato.

Commento

La battaglia della mente

La battaglia più grande nella vita si combatte nel nostro cuore e nella nostra mente. È qui che si vince o si perde. Dio non si preoccupa solo delle nostre azioni e delle nostre parole, ma anche del nostro intimo. Dio ci osserva e ci scruta "dentro, fin nell'intimo" (20,27, MSG). Egli "scruta i cuori” (21,2) ed esamina le nostre motivazioni (MSG).

"Praticare la giustizia e l'equità per il Signore vale più di un sacrificio" (v.3, MSG). "Lampada del Signore è lo spirito dell'uomo: essa scruta dentro, fin nell'intimo" (20,27). Il salmista prega così: "Scrutami, o Dio... vedi se percorro una via di dolore" (Salmi 139,23-24, RSV). Una preghiera che anch'io amo pregare.

A volte uso questa preghiera quando prego per altre persone. Proverbi 20,27 è un versetto molto utile nel ministero della preghiera. Se qualcuno sente che sta lottando con qualcosa che non riesce a capire, chieda allo Spirito di Dio di scrutare il proprio cuore per rivelare se c'è un peccato che deve essere affrontato.

Dio non suscita mai un senso di colpa vago. Se il senso di colpa è suscitato dallo Spirito Santo, egli rivelerà il peccato specifico che deve essere affrontato. Se nella preghiera qualcosa di sbagliato ci verrà indicato, avremo la possibilità di pentirci e chiedere perdono attraverso Gesù.

In situazioni come questa, sono solito chiedere alla "lampada del Signore" di brillare di nuovo e di rivelare se c'è qualcos'altro che deve essere affrontato. Grazie alla vittoria di Gesù sul peccato, ottenuta sulla croce, quando c'è pentimento e fede in Gesù Cristo, non c'è più alcuna condanna.

La vittoria di un re (o potremmo dire di un leader) passa attraverso l'amore e la fedeltà: "Bontà e fedeltà vegliano sul re, sulla giustizia è basato il suo trono" (v.28, MSG).

Il cuore del leader "è un corso d'acqua in mano al Signore: lo dirige dovunque egli vuole" (21,1). Del cuore del leader, Dio ha il controllo finale. Molte volte nella mia vita mi sono affidato a questa promessa, ad esempio pregando per un colloquio di lavoro, per un incontro con un consiglio, nel parlare con dei giudici o dei membri del governo. Ho scoperto che è proprio così: il cuore del leader è nelle mani del Signore, che lo dirige come meglio crede.

Il cuore è così importante: "Agli occhi dell'uomo ogni sua via sembra diritta, ma chi scruta i cuori è il Signore. Praticare la giustizia e l'equità per il Signore vale più di un sacrificio" (vv.2-3).

La vittoria è un dono di Dio e non dovrebbe mai portare all'orgoglio: "Occhi alteri e cuore superbo, lucerna dei malvagi è il peccato!" (v.4)

Preghiera

Signore, ti prego di far brillare oggi la tua lampada nel mio cuore perché io cerchi il mio cuore. Grazie per il perdono, la libertà e la vittoria ricevuti per dono attraverso nostro Signore Gesù Cristo.

Nuovo Testamento

1 Corinzi 15,50-16,4

50 Vi dico questo, o fratelli: carne e sangue non possono ereditare il regno di Dio, né ciò che si corrompe può ereditare l'incorruttibilità. 51 Ecco, io vi annuncio un mistero: noi tutti non moriremo, ma tutti saremo trasformati, 52 in un istante, in un batter d'occhio, al suono dell'ultima tromba. Essa infatti suonerà e i morti risorgeranno incorruttibili e noi saremo trasformati. 53 È necessario infatti che questo corpo corruttibile si vesta d'incorruttibilità e questo corpo mortale si vesta d'immortalità. 54 Quando poi questo corpo corruttibile si sarà vestito d'incorruttibilità e questo corpo mortale d'immortalità, si compirà la parola della Scrittura: La morte è stata inghiottita nella vittoria.

55 Dov'è, o morte, la tua vittoria?
Dov'è, o morte, il tuo pungiglione?

56 Il pungiglione della morte è il peccato e la forza del peccato è la Legge. 57 Siano rese grazie a Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo!

58 Perciò, fratelli miei carissimi, rimanete saldi e irremovibili, progredendo sempre più nell'opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore.

Una colletta per i fratelli di Gerusalemme

16Riguardo poi alla colletta in favore dei santi, fate anche voi come ho ordinato alle Chiese della Galazia. 2 Ogni primo giorno della settimana ciascuno di voi metta da parte ciò che è riuscito a risparmiare, perché le collette non si facciano quando verrò. 3 Quando arriverò, quelli che avrete scelto li manderò io con una mia lettera per portare il dono della vostra generosità a Gerusalemme. 4 E se converrà che vada anch'io, essi verranno con me.

Commento

La battaglia contro la morte

Molte persone pensano che la morte sia la fine di tutto. Credono che la morte abbia l'ultima parola e che alla fine sia lei a vincere.

Ma non è così. Paolo dice: "La morte è stata inghiottita nella vittoria" (15,54) e: "Dov'è, o morte, il tuo pungiglione?" (v.55)

Attraverso la croce e la risurrezione, Gesù ha sconfitto il peccato, la colpa e la morte. Di conseguenza, anche noi un giorno risusciteremo nell'"incorruttibilità" e nell'"immortalità" (vv.53-54).

A questo incredibile dono di vittoria attraverso nostro Signore Gesù Cristo, possiamo ricambiare in tre modi:

1. Ringraziando

"Dov'è, o morte, il tuo pungiglione? Il pungiglione della morte è il peccato e la forza del peccato è la Legge. Siano rese grazie a Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo!" (vv.55-57)

Il pastore David Watson un giorno raccontò di quando in giardino sentì sua figlia gridare perché inseguita da un'ape. La avvolse con le braccia e lei sentì il corpo di papà irrigidirsi. La lasciò andare e le disse: "Non devi più preoccuparti, tesoro, l'ape ha punto me".

Sulla croce, è come se Gesù ci avesse avvolto tra le sue braccia e avesse preso il pungiglione della morte per noi. Noi moriamo ancora (fino al ritorno di Gesù), ma per tutti coloro che confidano in Cristo, "il pungiglione della morte" è stato rimosso grazie alla croce e alla risurrezione. E, come disse David Watson a sua figlia, "le api non pungono due volte".

2. Donando se stessi

Vi siete mai chiesti se ciò che state facendo per Dio sia utile e stia davvero facendo la differenza? Siete mai tentati di pensare che forse è tutto uno spreco di tempo e di fatica?

Paolo risponde a questi dubbi. Dice: "La vostra fatica non è vana nel Signore" (v.58, MSG). Scrive che la risposta appropriata alla vittoria di Gesù è rimanere "saldi e irremovibili, progredendo sempre più nell'opera del Signore" sapendo che la nostra “fatica non è vana nel Signore" (v.58).

Ci esorta a proseguire "nell'opera del Signore" (v.58), cioè l'opera che il Signore ci ha chiamati a fare. A volte ci guardiamo attorno e ci sentiamo preoccupati o minacciati da ciò che gli altri svolgono in altri ministeri. Persone diverse che hanno chiamate diverse dalle nostre e che non dovremmo giudicare. Stanno semplicemente cercando di servire Dio in modi diversi. Ognuno di noi dovrebbe seguire la chiamata di Dio nella propria vita.

Ciò che dovremmo fare è dedicarci completamente a ciò che Dio ci ha chiamati a fare. Grazie alla risurrezione, possiamo stare saldi e sapere che il nostro lavoro nel Signore non è vano.

3. Offrendo denaro

Una parte del nostro ricambiare all'opera del Signore consiste nel donare il proprio denaro (16,2). In questi brani troviamo una serie di principi sulla generosità cristiana. In primo luogo, essa è principalmente "in favore dei santi" (v.1), cioè per il popolo di Dio, la Chiesa. In secondo luogo, deve essere regolare, "ogni primo giorno di ogni settimana" (v.2). Terzo, tutti (v.2) dovrebbero essere coinvolti. Quarto, deve essere proporzionata in base alle proprie possibilità (vedi Deuteronomio 16,17): "Ciascuno di voi metta da parte ciò che è riuscito a risparmiare, perché le collette non si facciano quando verrò" (1 Corinzi 16,2, MSG).

Preghiera

Padre, non potrò mai ringraziarti abbastanza per il dono della vittoria sul peccato, la Legge e la morte attraverso nostro Signore Gesù Cristo. Desidero dedicare nuovamente a te la mia vita, i miei soldi e tutto ciò che ho per fare la tua volontà.

Antico Testamento

2 Cronache 21,4-23,21

Ioram re di Giuda

4 Ioram prese in possesso il regno di suo padre e, quando si fu rafforzato, uccise di spada tutti i suoi fratelli e, con loro, anche alcuni capi d'Israele. 5 Quando divenne re, Ioram aveva trentadue anni; regnò a Gerusalemme otto anni. 6 Seguì la via dei re d'Israele, come aveva fatto la casa di Acab, perché sua moglie era figlia di Acab. Fece ciò che è male agli occhi del Signore. 7 Ma il Signore non volle distruggere la casa di Davide, a causa dell'alleanza che aveva concluso con Davide e secondo la promessa fattagli di lasciare sempre una lampada per lui e per i suoi figli.

8 Nei suoi giorni Edom si ribellò al dominio di Giuda e si elesse un re. 9 Allora Ioram con i suoi comandanti sconfinò con tutti i carri. Egli si mosse di notte e sconfisse gli Edomiti che l'avevano accerchiato, insieme con i comandanti dei carri. 10 Tuttavia Edom si è sottratto al dominio di Giuda fino ad oggi.

In quel tempo anche Libna si ribellò al suo dominio, perché Ioram aveva abbandonato il Signore, Dio dei suoi padri. 11 Egli inoltre eresse alture sui monti di Giuda, fece prostituire gli abitanti di Gerusalemme e fece traviare Giuda.

12 Gli giunse da parte del profeta Elia uno scritto che diceva:

"Dice il Signore, Dio di Davide, tuo padre: "Poiché non hai seguito la via di Giòsafat, tuo padre, né la via di Asa, re di Giuda, 13 ma hai seguito la via dei re d'Israele, hai fatto prostituire Giuda e gli abitanti di Gerusalemme, come ha fatto la casa di Acab, e inoltre hai ucciso i tuoi fratelli, della famiglia di tuo padre, uomini migliori di te, 14 ecco, il Signore sta per colpire con un grave disastro il tuo popolo, i tuoi figli, le tue mogli e tutti i tuoi beni. 15 Tu soffrirai gravi malattie, una malattia intestinale tale che per essa le tue viscere ti usciranno nel giro di due anni"".

16 Il Signore risvegliò contro Ioram l'ostilità dei Filistei e degli Arabi che abitano al confine con gli Etiopi. 17 Costoro attaccarono Giuda, vi penetrarono, portando via tutti i beni trovati nella reggia e persino i suoi figli e le sue mogli. Non gli rimase nessun figlio, se non Ioacàz, il più piccolo.

18 Dopo tutto questo, il Signore lo colpì con una malattia intestinale inguaribile. 19 Andò avanti per più di un anno; verso la fine del secondo anno, gli uscirono le viscere per la gravità della malattia e così morì fra dolori atroci. E per lui il popolo non fece fuochi d'aromi, come gli aromi bruciati per i suoi padri.

20 Quando divenne re, egli aveva trentadue anni; regnò a Gerusalemme otto anni. Se ne andò senza lasciare rimpianti; lo seppellirono nella Città di Davide, ma non nei sepolcri dei re.

Acazia re di Giuda

22Gli abitanti di Gerusalemme proclamarono re al suo posto Acazia, il minore dei figli, perché tutti quelli più anziani erano stati uccisi dalla banda che era penetrata con gli Arabi nell'accampamento. Così divenne re Acazia, figlio di Ioram, re di Giuda.

2 Quando divenne re, Acazia aveva quarantadue anni; regnò un anno a Gerusalemme. Sua madre si chiamava Atalia ed era figlia di Omri.

3 Anch'egli seguì la via della casa di Acab, perché sua madre lo consigliava ad agire da malvagio. 4 Fece ciò che è male agli occhi del Signore, come la casa di Acab, perché dopo la morte di suo padre, costoro, per sua rovina, erano i suoi consiglieri. 5 Su loro consiglio egli andò alla guerra con Ioram, figlio di Acab, re d'Israele, contro Cazaèl, re di Aram, a Ramot di Gàlaad; ma gli Aramei ferirono Ioram, 6 che tornò a curarsi a Izreèl per le ferite ricevute a Rama, mentre combatteva contro Cazaèl, re di Aram.

Acazia, figlio di Ioram, re di Giuda, scese a visitare Ioram, figlio di Acab, a Izreèl, perché era malato.

7 Fu volontà di Dio che Acazia, per sua rovina, andasse da Ioram. Difatti, quando giunse, uscì con Ioram incontro a Ieu, figlio di Nimsì, che il Signore aveva unto perché distruggesse la casa di Acab. 8 Mentre faceva giustizia della casa di Acab, Ieu trovò i comandanti di Giuda e i nipoti di Acazia, suoi servi, e li uccise. 9 Egli fece ricercare Acazia e lo catturarono mentre era nascosto a Samaria; lo condussero da Ieu, che lo uccise. Ma lo seppellirono, perché dicevano: "È figlio di Giòsafat, che ha ricercato il Signore con tutto il cuore". Nella casa di Acazia nessuno era in grado di regnare.

Atalia e Ioas

10 Atalia, madre di Acazia, visto che era morto suo figlio, si accinse a sterminare tutta la discendenza regale della casa di Giuda. 11 Ma Iosabàt, figlia del re, prese Ioas, figlio di Acazia, sottraendolo ai figli del re destinati alla morte, e lo portò assieme alla sua nutrice nella camera dei letti; così Iosabàt, figlia del re Ioram e moglie del sacerdote Ioiadà - era anche sorella di Acazia -, nascose Ioas ad Atalia, che perciò non lo mise a morte. 12 Rimase nascosto presso di lei nel tempio di Dio per sei anni; intanto Atalia regnava sul paese.

23Nell'anno settimo Ioiadà, sentendosi sicuro, mandò a prendere i comandanti delle centinaia, cioè Azaria, figlio di Ierocàm, Ismaele, figlio di Giovanni, Azaria, figlio di Obed, Maasia, figlio di Adaià, ed Elisafàt, figlio di Zicrì, e concluse un'alleanza con loro. 2 Percorsero Giuda e radunarono i leviti da tutte le città di Giuda e i capi dei casati d'Israele; essi vennero a Gerusalemme. 3 Tutta l'assemblea concluse un'alleanza con il re nel tempio di Dio.

Ioiadà disse loro: "Ecco il figlio del re. Deve regnare come ha promesso il Signore ai figli di Davide. 4 Questo è ciò che dovrete fare: la terza parte di voi che inizia il servizio di sabato, sacerdoti e leviti, farà la guardia alle porte; 5 un altro terzo starà nella reggia e un terzo alla porta di Iesod, mentre tutto il popolo starà nei cortili del tempio del Signore. 6 Nessuno entri nel tempio del Signore, se non i sacerdoti e i leviti di servizio: costoro vi entreranno, perché sono santi; tutto il popolo osserverà l'ordine del Signore. 7 I leviti circonderanno il re, ognuno con l'arma in pugno, e chiunque tenti di entrare nel tempio sia messo a morte. Saranno con il re in tutti i suoi movimenti".

8 I leviti e tutti quelli di Giuda fecero quanto aveva comandato il sacerdote Ioiadà. Ognuno prese i suoi uomini, quelli che entravano in servizio il sabato e quelli che smontavano il sabato, perché il sacerdote Ioiadà non aveva licenziato le classi uscenti. 9 Il sacerdote Ioiadà consegnò ai comandanti di centinaia lance, scudi grandi e piccoli, già appartenenti al re Davide, che erano nel tempio di Dio. 10 Dispose tutto il popolo, ognuno con l'arma in pugno, dall'angolo destro del tempio fino all'angolo sinistro, lungo l'altare e l'edificio, in modo da circondare il re.

11 Fecero uscire il figlio del re e gli consegnarono il diadema e il mandato; lo proclamarono re. Ioiadà e i suoi figli lo unsero e acclamarono: "Viva il re!".

12 Quando sentì le grida del popolo che acclamando correva verso il re, Atalia si presentò al popolo nel tempio del Signore. 13 Guardò, ed ecco che il re stava presso la colonna all'ingresso, i comandanti e i trombettieri circondavano il re, mentre tutto il popolo della terra era in festa e suonava le trombe. I cantori, con gli strumenti musicali, intonavano i canti di lode. Atalia si stracciò le vesti e gridò: "Congiura, congiura!".

14 Il sacerdote Ioiadà fece uscire i comandanti delle centinaia, preposti all'esercito, e disse: "Conducetela fuori in mezzo alle file e chiunque la segue venga ucciso di spada". Il sacerdote infatti aveva detto: "Non uccidetela nel tempio del Signore". 15 Le misero addosso le mani e lei raggiunse la reggia attraverso l'ingresso della porta dei Cavalli e là essi l'uccisero.

16 Ioiadà concluse un'alleanza tra sé, il popolo tutto e il re, affinché fosse il popolo del Signore. 17 Tutto il popolo entrò nel tempio di Baal e lo demolì, ne fece a pezzi gli altari e le immagini e ammazzò Mattàn, sacerdote di Baal, davanti agli altari.

18 Ioiadà affidò la sorveglianza del tempio ai sacerdoti e ai leviti, che Davide aveva diviso in classi per il tempio, perché offrissero olocausti al Signore, come sta scritto nella legge di Mosè, fra gioia e canti, secondo le disposizioni di Davide. 19 Stabilì i portieri alle porte del tempio, perché non vi entrasse nessun impuro per qualsiasi motivo.

20 Prese i comandanti di centinaia, i notabili e quanti avevano autorità fra il popolo, come anche tutto il popolo della terra, e fece scendere il re dal tempio del Signore. Attraverso la porta superiore lo condussero nella reggia e lo fecero sedere sul trono regale. 21 Tutto il popolo della terra era in festa e la città rimase tranquilla: Atalia era stata uccisa con la spada.

Commento

La battaglia contro il male

Ogni giorno i media ci parlano di notizie terribili: calamità, regimi crudeli, omicidi orribili. Questi capitoli descrivono un periodo buio nella storia del popolo di Dio. Ioram "fece ciò che è male agli occhi del Signore" (21,6, MSG). Egli "eresse alture sui monti di Giuda" (v.11). "Se ne andò senza lasciare rimpianti!" (v.20, MSG)

Acazia non fu migliore e sua madre Atalia fu ancora peggiore: "Lo consigliava ad agire da malvagio" (22,3, MSG). Quando lui morì, lei continuò a fare il male e a provocare distruzione (v.10). Cercò di uccidere tutti i principi. Ma Ioas, come Mosè prima di lui e Gesù dopo di lui, venne nascosto e protetto (vv.11-12).

Dio aveva promesso di mantenere una lampada per Davide e la sua discendenza per sempre (21,7). Il male fu sconfitto. Ioas fu incoronato re (23,11) e "tutto il popolo della terra era in festa e la città rimase tranquilla: Atalia era stata uccisa con la spada" (v.21).

Questo racconto di Cronache è un'immagine del trionfo finale del bene sul male. Ioas è prefigurazione di una persona molto più grande di lui che un giorno sarebbe venuta in soccorso. Dio ha protetto Gesù da coloro che volevano ucciderlo da bambino. Egli è il Re consacrato che alla fine ha sconfitto il male e la morte.

Preghiera

Signore, come potrò mai ringraziarti abbastanza. "Siano rese grazie a Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo!" (1 Corinzi 15,57)

La moglie di Nicky dice

1 Corinzi 15,58

"Perciò, fratelli miei carissimi, rimanete saldi e irremovibili, progredendo sempre più nell'opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore".

Questo di San Paolo è un grande incoraggiamento alla chiesa di Corinto. A volte in ciò che svolgiamo incontriamo difficoltà. Ma dovremmo sempre continuare ad impegnarci sapendo che Dio userà ogni cosa per i suoi progetti.

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Lesslie Newbigin, The Open Secret (William B.Eerdmans Publishing Co., 1995) p.36.

Le citazioni della Scrittura indicate con (MSG, AMP, NIVUK, NKJV, NLT, ecc.) riportano comunque il testo CEI®.

Indicano i testi qui di seguito elencati a cui si rimanda per ulteriori approfondimenti.

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MSG - The Message - Copyright © 1993, 1994, 1995, 1996, 2000, 2001, 2002.
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