Giustizia e amore
Introduzione
La direttrice del carcere era una giovane donna afroamericana, con un carattere straordinario e grandi capacità comunicative. Era da tutti conosciuta come "Chief Jennifer", direttrice Jennifer.
Quel giorno, il nostro team si recò in carcere per incontrare i responsabili della struttura. Chief Jennifer ci accolse con queste parole: "Benvenuti nel nome del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo".
Ci disse: "Il sistema carcerario negli Stati Uniti ospita mediamente due milioni e mezzo di detenuti. Ai contribuenti americani, ognuno di loro costa circa 24.000 dollari all'anno. Di essi, il 3% rimane in carcere a vita mentre il 97% viene prima o poi rilasciato. Vederli cambiare vita è quindi importante e non solo dal punto di vista economico, ma anche e soprattutto da un punto di vista umano e spirituale, perché possano provare il significato della parola redenzione".
Quel carcere era gestito non solo con giustizia, ma anche con amore. Tutte le cattive tendenze ed i comportamenti sbagliati venivano affrontati con amore. Nessun linguaggio volgare. Nessun muro imbrattato. Nessun comportamento irrispettoso. Abbiamo incontrato un gruppo di carcerati che avevano recentemente partecipato ad un corso Alpha. Abbiamo ascoltato le loro testimonianze. Testimonianze di vite trasformate.
Dio è amore ed è anche giusto. Nel suo libro Justice in Love, Nicholas Wolterstorff sottolinea che la giustizia è un elemento indispensabile di ogni vero cammino d'amore.
Proverbi 21,5-16
5 I progetti di chi è diligente si risolvono in profitto,
ma chi ha troppa fretta va verso l'indigenza.
6 Accumulare tesori a forza di menzogne
è futilità effimera di chi cerca la morte.
7 La violenza dei malvagi li travolge,
perché rifiutano di praticare la giustizia.
8 La via di un uomo colpevole è tortuosa,
ma l'innocente è retto nel suo agire.
9 È meglio abitare su un angolo del tetto
che avere casa in comune con una moglie litigiosa.
10 L'anima del malvagio desidera fare il male,
ai suoi occhi il prossimo non trova pietà.
11 Quando lo spavaldo viene punito, l'inesperto diventa saggio;
egli acquista scienza quando il saggio viene istruito.
12 Il giusto osserva la casa del malvagio
e precipita i malvagi nella sventura.
13 Chi chiude l'orecchio al grido del povero
invocherà a sua volta e non otterrà risposta.
14 Un dono fatto in segreto calma la collera,
un regalo di nascosto placa il furore violento.
15 È una gioia per il giusto quando è fatta giustizia,
mentre è un terrore per i malfattori.
16 L'uomo che si scosta dalla via della saggezza,
riposerà nell'assemblea delle ombre dei morti.
Commento
Giustizia e povertà
Vivere in una nazione senza giustizia e stato di diritto è qualcosa di terribile. In società come queste, il male agisce senza freni e le persone, soprattutto le più povere, sono schiacciate e soffrono. In molte nazioni del mondo, purtroppo, la situazione è proprio così.
Dove invece lo stato di diritto opera, il vantaggio è doppio: "È una gioia per il giusto" (v.15a) e "un terrore per i malfattori" (v.15b). "Le persone giuste celebrano il trionfo della giustizia, ma per coloro che operano per il male è una brutta giornata" (MSG).
La giustizia permette di far crescere una società dove le persone si sentono protette e sicure, dove i poveri sono seguiti ed accompagnati. Uno dei motivi per i quali le nostre preghiere potrebbero non ricevere risposta è perché non ascoltiamo il grido del povero: "Chi chiude l'orecchio al grido del povero invocherà a sua volta e non otterrà risposta" (v.13).
Preghiera
Signore, ti prego per la giustizia nel nostro mondo. Prego per coloro che stanno cercando di portare giustizia in ogni luogo del mondo in cui vi è ingiustizia.
2 Corinzi 1,23-24, 2,1-11
1 23 Io chiamo Dio a testimone sulla mia vita, che solo per risparmiarvi rimproveri non sono più venuto a Corinto. 24 Noi non intendiamo fare da padroni sulla vostra fede; siamo invece i collaboratori della vostra gioia, perché nella fede voi siete saldi.
2Ritenni pertanto opportuno non venire di nuovo fra voi con tristezza. 2 Perché se io rattristo voi, chi mi rallegrerà se non colui che è stato da me rattristato? 3 Ho scritto proprio queste cose per non dovere poi essere rattristato, alla mia venuta, da quelli che dovrebbero rendermi lieto; sono persuaso, riguardo a voi tutti, che la mia gioia è quella di tutti voi. 4 Vi ho scritto in un momento di grande afflizione e col cuore angosciato, tra molte lacrime, non perché vi rattristiate, ma perché conosciate l'amore che nutro particolarmente verso di voi.
Invito al perdono
5 Se qualcuno mi ha rattristato, non ha rattristato me soltanto, ma, in parte almeno, senza esagerare, tutti voi. 6 Per quel tale però è già sufficiente il castigo che gli è venuto dalla maggior parte di voi, 7 cosicché voi dovreste piuttosto usargli benevolenza e confortarlo, perché egli non soccomba sotto un dolore troppo forte. 8 Vi esorto quindi a far prevalere nei suoi riguardi la carità; 9 e anche per questo vi ho scritto, per mettere alla prova il vostro comportamento, se siete obbedienti in tutto. 10 A chi voi perdonate, perdono anch'io; perché ciò che io ho perdonato, se pure ebbi qualcosa da perdonare, l'ho fatto per voi, davanti a Cristo, 11 per non cadere sotto il potere di Satana, di cui non ignoriamo le intenzioni.
Commento
Giustizia e perdono
Molte persone temono il confronto, e anch'io lo trovo difficile. Non si tratta solo della paura di essere rifiutati o di apparire impopolari, ma anche del timore di peggiorare la situazione alimentando il fuoco della rabbia e del risentimento.
Alcune persone, invece, sembrano amare il confronto. Ma desiderare il confronto per non vedere l'ora di dire agli altri ciò che si pensa, per correggere e criticare non è sinonimo di amore.
Paolo ama i Corinzi. Eppure non si sottrae al confronto. Il suo amore lo porta a confrontarsi anche se questo gli causa "grande afflizione", "cuore angosciato" e "molte lacrime" (2,4). Dice loro: "Non perché vi rattristiate, ma perché conosciate l'amore che nutro particolarmente verso di voi" (v.4, MSG).
Affrontare le persone con la verità può essere molto doloroso. Come in un intervento chirurgico, la verità può far male, ma anche curare. In tutti i casi siamo sempre chiamati ad operare con amore. Nel brano di oggi non sappiamo esattamente a chi o a cosa Paolo si stia riferendo. Potrebbe trattarsi dell'uomo che aveva denunciato in 1 Corinzi 5,1-5 e che viveva con la moglie di suo padre.
Paolo aveva insistito perché venisse cacciato dalla chiesa. Tuttavia, ora dice che quest'uomo ha ricevuto una punizione sufficiente. Li esorta a perdonarlo, a confortarlo e a riaffermare il loro amore per lui (2 Corinzi 2,7-8). Giustizia era stata fatta. Ora è il momento della misericordia, della grazia e del perdono.
Paolo perdona velocemente. "A chi voi perdonate, perdono anch'io; perché ciò che io ho perdonato, se pure ebbi qualcosa da perdonare, l'ho fatto per voi, davanti a Cristo" (v.10). Quando Paolo perdona, dimentica completamente. Non ricorda nemmeno il motivo per il quale era stato necessario perdonare.
Un'amica di Clara Barton, fondatrice della Croce Rossa americana, un giorno le ricordò di una cosa crudele da lei subita molti anni prima. Clara sembrò di non ricordare nulla di quell'incidente.
"Non ricordi il torto che ti è stato fatto?", chiese insistentemente l'amica.
"No", rispose Clara. "Ricordo solo di averlo dimenticato".
Nella vita della Chiesa cristiana, il perdono è qualcosa di assolutamente vitale. La mancanza di perdono è uno dei modi che il diavolo usa più spesso per entrare e distruggere: è una porta d'accesso per i suoi piani. Il perdono pone uno sbarramento a questa porta. Paolo dice: "Per non cadere sotto il potere di Satana, di cui non ignoriamo le intenzioni" (v.11).
Preghiera
Signore, ti preghiamo di aiutarci ad individuare le trame del diavolo. Aiutaci a essere pronti a perdonare e ad amarci gli uni gli altri, togliendo a Satana ogni possibilità di entrare e di distruggere.
2 Cronache 31,2-21, 33,1-20
Riorganizzazione del culto
31
2 Ezechia ricostituì le classi dei sacerdoti e dei leviti secondo le loro funzioni, assegnando a ognuno, ai sacerdoti e ai leviti, il proprio servizio riguardo all'olocausto e ai sacrifici di comunione, per celebrare e lodare con inni e per servire alle porte degli accampamenti del Signore. 3 Una parte dei beni del re era per gli olocausti del mattino e della sera, gli olocausti dei sabati, dei noviluni e delle feste, come sta scritto nella legge del Signore. 4 Egli ordinò al popolo, agli abitanti di Gerusalemme, di consegnare ai sacerdoti e ai leviti la loro parte, perché questi potessero attendere alla legge del Signore. 5 Appena si diffuse quest'ordine, gli Israeliti offrirono in abbondanza le primizie del grano, del mosto, dell'olio, del miele e di ogni altro prodotto agricolo e la decima abbondante di ogni cosa. 6 E gli Israeliti e i Giudei, che abitavano nelle città di Giuda, portarono anche loro la decima degli armenti e delle greggi, come anche la decima dei doni consacrati al Signore, loro Dio, facendone grandi mucchi. 7 Nel terzo mese si cominciò a fare i mucchi, che furono completati nel settimo mese. 8 Vennero Ezechia e i capi; visti i mucchi, benedissero il Signore e il popolo d'Israele.
9 Ezechia interrogò i sacerdoti e i leviti riguardo ai mucchi 10 e il sommo sacerdote Azaria della casa di Sadoc gli rispose: "Da quando si è cominciato a portare l'offerta nel tempio del Signore, noi abbiamo mangiato e ci siamo saziati, ma ne è rimasta in abbondanza, perché il Signore ha benedetto il suo popolo; ne è rimasta questa grande quantità".
11 Ezechia allora ordinò che si preparassero stanze nel tempio del Signore. Le prepararono. 12 Vi depositarono scrupolosamente le offerte, le decime e le cose consacrate. A tali cose presiedeva il levita Conania, alle cui dipendenze era il fratello Simei. 13 Iechièl, Azazia, Nacat, Asaèl, Ierimòt, Iozabàd, Elièl, Ismachia, Macat e Benaià erano sorveglianti, sotto la direzione di Conania e di suo fratello Simei, per ordine del re Ezechia e di Azaria, sovrintendente al tempio di Dio.
14 Cori, figlio di Imna, levita custode della porta d'oriente, era preposto alle offerte spontanee fatte a Dio; egli distribuiva quanto si prelevava per l'offerta al Signore e le cose santissime. 15 Da lui dipendevano Eden, Miniamìn, Giosuè, Semaià, Amaria e Secania nelle città sacerdotali, come distributori fedeli tra i loro fratelli, grandi e piccoli, secondo le loro classi,
16 oltre ai maschi registrati dai tre anni in su; questi entravano ogni giorno nel tempio del Signore per il loro servizio, secondo le loro funzioni e secondo le loro classi. 17 La registrazione dei sacerdoti era fatta secondo i loro casati; quella dei leviti, dai vent'anni in su, secondo le loro funzioni e secondo le loro classi. 18 Erano registrati con tutti i bambini, le mogli, i figli e le figlie di tutta la comunità, poiché dovevano consacrarsi con fedeltà a ciò che è sacro.
19 Per i figli di Aronne, ossia per i sacerdoti residenti in campagna, nelle zone attorno alle loro città, in ogni città c'erano uomini designati per nome per distribuire la parte dovuta a ogni maschio fra i sacerdoti e a ogni registrato fra i leviti.
20 Ezechia fece lo stesso in tutto Giuda; egli fece ciò che è buono, retto e leale davanti al Signore, suo Dio. 21 Quanto aveva intrapreso per il servizio del tempio di Dio, per la legge e per i comandamenti, cercando il suo Dio, lo fece con tutto il cuore; per questo ebbe successo.
Invasione degli Assiri
32 Dopo questi fatti e queste prove di fedeltà, venne Sennàcherib, re d'Assiria. Penetrato in Giuda, assediò le città fortificate e ordinò di espugnarle. 2 Ezechia vide l'avanzata di Sennàcherib, che si dirigeva verso Gerusalemme per assediarla. 3 Egli decise con i suoi comandanti e con i suoi prodi di ostruire le acque sorgive, che erano fuori della città. Essi l'aiutarono. 4 Si radunò un popolo numeroso per ostruire tutte le sorgenti e il torrente che scorreva attraverso la regione, dicendo: "Perché dovrebbero venire i re d'Assiria e trovare acqua in abbondanza?". 5 Agì da forte: ricostruì tutta la parte diroccata delle mura, vi innalzò torri e al di fuori un altro muro, fortificò il Millo della Città di Davide e preparò armi in abbondanza e scudi.
6 Designò capi militari sopra il popolo; li radunò presso di sé nella piazza della porta della città e così parlò al loro cuore: 7 "Siate forti e coraggiosi! Non temete e non abbattetevi davanti al re d'Assiria e davanti a tutta la moltitudine che l'accompagna, perché con noi c'è uno più grande di quello che è con lui. 8 Con lui c'è un braccio di carne, con noi c'è il Signore, nostro Dio, per aiutarci e per combattere le nostre battaglie". Il popolo rimase rassicurato dalle parole di Ezechia, re di Giuda.
9 In seguito Sennàcherib, re d'Assiria, mandò i suoi servitori a Gerusalemme, mentre egli con tutte le forze assaliva Lachis, per dire a Ezechia, re di Giuda, e a tutti quelli di Giuda che erano a Gerusalemme:
10 "Così parla Sennàcherib, re d'Assiria: "In chi avete fiducia voi, per restare a Gerusalemme assediata? 11 Ezechia non vi inganna forse per farvi morire di fame e di sete quando asserisce: Il Signore, nostro Dio, ci libererà dalle mani del re d'Assiria? 12 Egli non è forse lo stesso Ezechia che ha eliminato le sue alture e i suoi altari, dicendo a Giuda e a Gerusalemme: Vi prostrerete davanti a un solo altare e su di esso soltanto offrirete incenso?
13 Non sapete che cosa abbiamo fatto io e i miei padri a tutti i popoli del mondo? Forse gli dèi delle nazioni del mondo hanno potuto liberare i loro paesi dalla mia mano? 14 Quale, fra tutti gli dèi di quelle nazioni che i miei padri avevano votato allo sterminio, ha potuto liberare il suo popolo dalla mia mano? Potrà il vostro Dio liberarvi dalla mia mano? 15 Ora, non vi inganni Ezechia e non vi seduca in questa maniera! Non credetegli, perché nessun dio di qualsiasi nazione o regno ha potuto liberare il suo popolo dalla mia mano e dalle mani dei miei padri. Nemmeno i vostri dèi vi libereranno dalla mia mano!"".
16 Parlarono ancora i suoi servitori contro il Signore Dio e contro Ezechia, suo servo. 17 Sennàcherib aveva scritto anche lettere insultando il Signore, Dio d'Israele, e parlando contro di lui in questi termini: "Come gli dèi delle nazioni del mondo non hanno potuto liberare i loro popoli dalla mia mano, così il Dio di Ezechia non libererà dalla mia mano il suo popolo". 18 Gli inviati gridarono a gran voce in giudaico al popolo di Gerusalemme che stava sulle mura, per spaventarlo e atterrirlo al fine di occuparne la città. 19 Essi parlarono del Dio di Gerusalemme come di uno degli dèi degli altri popoli della terra, opera di mani d'uomo.
20 Allora il re Ezechia e il profeta Isaia, figlio di Amoz, pregarono a questo riguardo e gridarono al cielo. 21 Il Signore mandò un angelo, che sterminò tutti i soldati valorosi, ogni condottiero e ogni comandante, nel campo del re d'Assiria. Questi se ne tornò, con la vergogna sul volto, nella sua terra. Entrò nel tempio del suo dio, dove alcuni suoi figli, nati dalle sue viscere, l'uccisero di spada.
22 Così il Signore salvò Ezechia e gli abitanti di Gerusalemme dalla mano di Sennàcherib, re d'Assiria, e dalla mano di tutti gli altri e concesse loro tregua alle frontiere. 23 Allora molti portarono offerte al Signore a Gerusalemme e oggetti preziosi a Ezechia, re di Giuda, che dopo queste cose aumentò di prestigio agli occhi di tutte le nazioni.
Morte del re Ezechia
24 In quei giorni Ezechia si ammalò mortalmente. Egli pregò il Signore, che l'esaudì e operò un prodigio per lui. 25 Ma Ezechia non corrispose ai benefici a lui concessi, perché il suo cuore si era insuperbito; per questo su di lui, su Giuda e su Gerusalemme si riversò l'ira divina. 26 Tuttavia Ezechia si umiliò della superbia del suo cuore e a lui si associarono gli abitanti di Gerusalemme; per questo l'ira del Signore non si abbatté su di loro, durante i giorni di Ezechia.
27 Ezechia ebbe ricchezze e gloria in abbondanza. Egli si costruì depositi per l'argento, l'oro, le pietre preziose, gli aromi, gli scudi e per qualsiasi cosa preziosa, 28 magazzini per i prodotti del grano, del mosto e dell'olio, stalle per ogni genere di bestiame, ovili per le pecore. 29 Si edificò città; ebbe molto bestiame minuto e grosso, perché Dio gli aveva concesso beni molto grandi.
30 Ezechia chiuse l'apertura superiore delle acque del Ghicon, convogliandole in basso verso il lato occidentale della Città di Davide. Ezechia riuscì in ogni sua impresa. 31 Ma quando i capi di Babilonia gli inviarono messaggeri per informarsi sul prodigio avvenuto nel paese, Dio l'abbandonò per metterlo alla prova e conoscerne completamente il cuore.
32 Le altre gesta di Ezechia e le sue opere di pietà sono descritte nella visione del profeta Isaia, figlio di Amoz, nel libro dei re di Giuda e d'Israele. 33 Ezechia si addormentò con i suoi padri e lo seppellirono nella salita dei sepolcri dei figli di Davide. Alla sua morte gli resero omaggio tutto Giuda e gli abitanti di Gerusalemme. Al suo posto divenne re suo figlio Manasse.
Manasse re di Giuda
33 Quando divenne re, Manasse aveva dodici anni; regnò cinquantacinque anni a Gerusalemme. 2 Fece ciò che è male agli occhi del Signore, secondo gli abomini delle nazioni che il Signore aveva scacciato davanti agli Israeliti. 3 Costruì di nuovo le alture che suo padre Ezechia aveva demolito, eresse altari ai Baal, fece pali sacri, si prostrò davanti a tutto l'esercito del cielo e lo servì. 4 Costruì altari nel tempio del Signore, riguardo al quale il Signore aveva detto: "A Gerusalemme porrò il mio nome per sempre". 5 Eresse altari a tutto l'esercito del cielo nei due cortili del tempio del Signore. 6 Fece passare i suoi figli per il fuoco nella valle di Ben-Innòm, si affidò a vaticini, presagi e magie, istituì negromanti e indovini. Compì in molte maniere ciò che è male agli occhi del Signore, provocando il suo sdegno.
7 Collocò l'immagine dell'idolo, che aveva fatto scolpire, nel tempio di Dio, riguardo al quale Dio aveva detto a Davide e a Salomone, suo figlio: "In questo tempio e a Gerusalemme, che ho scelto fra tutte le tribù d'Israele, porrò il mio nome per sempre. 8 Non permetterò più che il piede degli Israeliti erri lontano dal suolo che io ho destinato ai vostri padri, purché si impegnino a osservare tutto quello che ho comandato loro, secondo tutta la legge, gli statuti e i decreti comunicati per mezzo di Mosè". 9 Manasse spinse Giuda e gli abitanti di Gerusalemme a fare peggio delle nazioni che il Signore aveva estirpato davanti agli Israeliti.
10 Il Signore parlò a Manasse e al suo popolo, ma non gli prestarono attenzione. 11 Allora il Signore mandò contro di loro i comandanti dell'esercito del re assiro; essi presero Manasse con uncini, lo legarono con catene di bronzo e lo condussero a Babilonia. 12 Ridotto in tale miseria, egli placò il volto del Signore, suo Dio, e si umiliò molto di fronte al Dio dei suoi padri. 13 Egli lo pregò e Dio si lasciò commuovere, esaudì la sua supplica e lo fece tornare a Gerusalemme nel suo regno; così Manasse riconobbe che il Signore è Dio.
14 In seguito, egli costruì il muro esterno della Città di Davide, a occidente del Ghicon, nella valle fino alla porta dei Pesci, e circondò l'Ofel, e lo sollevò a notevole altezza. In tutte le fortezze di Giuda egli pose comandanti dell'esercito.
15 Rimosse gli dèi degli stranieri e l'idolo dal tempio del Signore, insieme con tutti gli altari che egli aveva costruito sul monte del tempio del Signore e a Gerusalemme, e gettò tutto fuori della città. 16 Restaurò l'altare del Signore e offrì su di esso sacrifici di comunione e di lode e comandò a Giuda di servire il Signore, Dio d'Israele. 17 Tuttavia il popolo continuava a sacrificare sulle alture, anche se lo faceva in onore del Signore, suo Dio.
18 Le altre gesta di Manasse, la preghiera al suo Dio e le parole che i veggenti gli comunicarono a nome del Signore, Dio d'Israele, ecco sono descritte negli atti dei re d'Israele. 19 La sua preghiera e come fu esaudito, tutta la sua colpa e la sua infedeltà, le località ove costruì alture, eresse pali sacri e immagini scolpite prima della sua umiliazione, sono descritte negli atti di Cozài. 20 Manasse si addormentò con i suoi padri, lo seppellirono nel suo palazzo e al suo posto divenne re suo figlio Amon.
Commento
Giustizia e confronto
Dio non ha paura del confronto! In questo brano osserviamo Dio operare nel suo grande amore nei confronti di un leader buono, ma pieno di orgoglio, e di un leader malvagio, disposto a pentirsi.
È un tale sollievo leggere di un re buono. Ezechia restaura il tempio e offre un buon esempio: contribuisce con i suoi beni (31,3). Il popolo risponde generosamente (v.5). Il Signore li benedice con cibo in abbondanza (v.10).
È scritto: "Quanto aveva intrapreso… lo fece con tutto il cuore; per questo ebbe successo" (vv.20-21, MSG). Un "curriculum", quello di Ezechia, di tutto rispetto (32,1, MSG).
Questo però non lo risparmia da una minaccia imminente. Sennacherib avanza e lo attacca. Ezechia risponde incoraggiando il suo popolo. Dice: "Siate forti e coraggiosi! Non temete e non abbattetevi... con noi c'è uno più grande di quello che è con lui. Con lui c'è un braccio di carne, con noi c'è il Signore, nostro Dio, per aiutarci e per combattere le nostre battaglie". "Il popolo rimase rassicurato dalle parole di Ezechia, re di Giuda" (32,7-8, MSG).
Nella nostra vita, a volte, ci troviamo di fronte a problemi apparentemente insormontabili. I cristiani nel Regno Unito, ad esempio, sembrano essere una piccola minoranza rispetto ad un vasto esercito di secolarismo e ostilità contro Dio. Ma la buona notizia è che c'è una potenza più grande con noi, mentre con loro c'è solo il "braccio della carne". Con noi c'è il Signore nostro Dio "per aiutarci e per combattere le nostre battaglie" (v.8).
Ezechia ha di nuovo successo ma il successo può facilmente portare all'orgoglio. Le persone guardano ai leader. I leader sono importanti e noi tutti dovremmo onorarli e portare loro rispetto. Ma tutti i leader dovrebbero essere consapevoli che questo onore è pericoloso. L'orgoglio si insinua facilmente. Per questo per un leader è importante pentirsi del proprio orgoglio e umiliarsi.
Non appena Ezechia ottiene successo, si insinua l'arroganza. Dio lo affronta e Ezechia comprende: "Si umiliò della superbia del suo cuore" (v.26). Dio accoglie il suo gesto e ritorna a benedirlo nuovamente con grandi ricchezze e onori (v.27). "Riuscì in ogni sua impresa" (v.30).
In seguito, misteriosamente, "Dio l'abbandonò per metterlo alla prova e conoscerne completamente il cuore" (v.31). Per Ezechia inizia la notte buia dell'anima.
A volte ci sono momenti in cui non percepiamo la presenza di Dio, in cui Dio è silenzioso e impercettibile. In questi momenti, non dovremmo scoraggiarci ma continuare ad essergli fedeli. Dio mette alla prova il nostro cuore. Ezechia ha un cuore buono: la sua vita è piena di atti di devozione (v.32). Alla sua morte, viene onorato (v.33).
A Ezechia subentra il figlio Manasse, la cui vita sembra essere il contrario di quella del padre. Inizia subito facendo il male agli occhi del Signore (33,2). È veramente difficile pensare a qualcuno che abbia fatto più male di Manasse. "Fece passare i suoi figli per il fuoco ... si affidò a vaticini, presagi e magie, istituì negromanti e indovini. Compì in molte maniere ciò che è male agli occhi del Signore, provocando il suo sdegno" (v.6, MSG).
Ma nessuno è escluso dalla possibilità della redenzione. Non importa quanto siamo caduti in basso; se, come Manasse, ci pentiremo e ci rivolgeremo a Dio, potremo sempre ricevere il perdono.
Dio affronta Manasse. "Ridotto in tale miseria, egli placò il volto del Signore, suo Dio, e si umiliò molto di fronte al Dio dei suoi padri" (v.12, MSG).
Questo è uno dei motivi per cui amo visitare le carceri. Nessuno è escluso dalla possibilità della redenzione. Gesù l'ha resa possibile attraverso la sua morte in croce dove, secondo le parole di John Eddison, "amore e giustizia si intrecciano, verità e misericordia si incontrano".
Preghiera
Signore, grazie perché sulla croce vediamo il tuo amore e la tua giustizia. Grazie perché hai pietà di noi. Aiutaci a mostrare il tuo amore e a portare la tua giustizia al mondo, nel nome di Gesù.
La moglie di Nicky dice
Proverbi 21,9
"È meglio abitare su un angolo del tetto che avere casa in comune con una moglie litigiosa".
...o, anche, con un marito litigioso!
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Riferimenti
Salvo diversa indicazione, le citazioni delle Scritture sono tratte dalla Sacra Bibbia Italiana Cattolica, testo CEI 2008 a cura della Conferenza Episcopale Italiana. Utilizzata con permesso.
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Fondazione di Religione Santi Francesco d’Assisi e Caterina da Siena.
Per ulteriori approfondimenti e/o proseguimento della lettura della Bibbia si rimanda al sito ufficiale BibbiaEdu nonché all’app La Sacra Bibbia.
John Eddison (1916–2011), ‘At the Cross of Jesus’.
The Clara Barton illustration is taken from John C Maxwell, Developing the Leader Within You (Thomas Nelson Publishing, 2012) p.105.
Le citazioni della Scrittura indicate con (MSG, AMP, NIVUK, NKJV, NLT, ecc.) riportano comunque il testo CEI®.
Indicano i testi qui di seguito elencati a cui si rimanda per ulteriori approfondimenti.
NIV - New International Version Anglicised - Copyright © 1979, 1984, 2011 Biblica, già International Bible Society
MSG - The Message - Copyright © 1993, 1994, 1995, 1996, 2000, 2001, 2002.
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