Giorno 243

Lifting spirituale

Sapienziali Salmi 104,19-30
Nuovo Testamento 2 Corinzi 3,7-18
Antico Testamento 2 Cronache 35,20-36,23

Introduzione

Padre Raniero Cantalamessa è un frate cappuccino, cardinale e predicatore della casa pontificia. Qualche anno fa, ottantunenne, è stato nostro ospite alla Leadership Conference alla Royal Albert Hall di Londra. Nell'incontrare Padre Raniero, molte persone rimangono colpite. Il suo volto e i suoi occhi risplendono la presenza di Dio. Una volta, su un treno in Italia, una signora, assolutamente non credente, si è avvicinata e gli ha detto: "Il suo volto mi spinge a credere".

È stato detto: "Non possiamo controllare la bellezza del nostro viso, ma possiamo controllarne l'espressione". Dagli occhi e dal volto delle persone possiamo capire molte cose. A volte diciamo: "Avresti dovuto vedere l'espressione del suo viso". Un antico proverbio latino dice: "Il volto è l'indice della mente".

Sappiamo anche che "gli occhi sono la finestra dell'anima". Quando desideriamo che qualcuno ci ascolti veramente, diciamo: "Guardami negli occhi".

La Bibbia parla molto spesso di volti e di occhi.

Sapienziali

Salmi 104,19-30

19 Hai fatto la luna per segnare i tempi
  e il sole che sa l'ora del tramonto.
20 Stendi le tenebre e viene la notte:
  in essa si aggirano tutte le bestie della foresta;
21 ruggiscono i giovani leoni in cerca di preda
  e chiedono a Dio il loro cibo.
22 Sorge il sole: si ritirano
  e si accovacciano nelle loro tane.
23 Allora l'uomo esce per il suo lavoro,
  per la sua fatica fino a sera.

24 Quante sono le tue opere, Signore!
  Le hai fatte tutte con saggezza;
  la terra è piena delle tue creature.
25 Ecco il mare spazioso e vasto:
  là rettili e pesci senza numero,
  animali piccoli e grandi;
26 lo solcano le navi
  e il Leviatàn che tu hai plasmato per giocare con lui.

27 Tutti da te aspettano
  che tu dia loro cibo a tempo opportuno.
28 Tu lo provvedi,
  essi lo raccolgono;
apri la tua mano,
  si saziano di beni.
29 Nascondi il tuo volto:
  li assale il terrore;
togli loro il respiro: muoiono,
  e ritornano nella loro polvere.
30 Mandi il tuo spirito,
  sono creati,
  e rinnovi la faccia della terra.

Commento

Il volto di Dio

Nei nostri cuori abbiamo tutti un profondo bisogno spirituale. Una fame che può essere soddisfatta solo da Dio. I salmi sono pieni di desiderio di relazione con Dio e di stare alla sua presenza. Descrivono questo desiderio attraverso il linguaggio delle relazioni umane: "guardare" a Dio e cercare il suo "volto": "Tutti da te aspettano... Nascondi il tuo volto: li assale il terrore... Mandi il tuo spirito, sono creati, e rinnovi la faccia della terra" (vv.27-30).

Il salmista contrappone la soddisfazione che deriva dal guardare il volto di Dio al terrore che si prova quando Dio ci nasconde il suo volto. Il peccato crea una barriera tra noi e Dio. Quando Adamo ed Eva peccarono, non poterono più guardare Dio negli occhi. Si nascosero da lui. Furono allontanati dalla sua presenza. Dio nascose loro il suo volto. Erano terrorizzati.

Quando invece possiamo guardare Dio, accade l'opposto: "Tutti da te aspettano che tu dia loro cibo a tempo opportuno... Apri la tua mano, si saziano di beni" (vv.27-28) Questo vale non solo per il cibo fisico, ma anche per quello spirituale, che Dio ci dona.

Preghiera

Signore, grazie perché quando ti guardo, tu apri la mia mano e mi sazi di cose buone. Perdona i miei peccati, non nascondermi il tuo volto.

Nuovo Testamento

2 Corinzi 3,7-18

Novità del Nuovo Testamento

7 Se il ministero della morte, inciso in lettere su pietre, fu avvolto di gloria al punto che i figli d'Israele non potevano fissare il volto di Mosè a causa dello splendore effimero del suo volto, 8 quanto più sarà glorioso il ministero dello Spirito? 9 Se già il ministero che porta alla condanna fu glorioso, molto di più abbonda di gloria il ministero che porta alla giustizia. 10 Anzi, ciò che fu glorioso sotto quell'aspetto, non lo è più, a causa di questa gloria incomparabile. 11 Se dunque ciò che era effimero fu glorioso, molto più lo sarà ciò che è duraturo.

12 Forti di tale speranza, ci comportiamo con molta franchezza 13 e non facciamo come Mosè che poneva un velo sul suo volto, perché i figli d'Israele non vedessero la fine di ciò che era solo effimero. 14 Ma le loro menti furono indurite; infatti fino ad oggi quel medesimo velo rimane, non rimosso, quando si legge l'Antico Testamento, perché è in Cristo che esso viene eliminato. 15 Fino ad oggi, quando si legge Mosè, un velo è steso sul loro cuore; 16 ma quando vi sarà la conversione al Signore, il velo sarà tolto. 17 Il Signore è lo Spirito e, dove c'è lo Spirito del Signore, c'è libertà. 18 E noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l'azione dello Spirito del Signore.

Commento

I nostri volti

I nostri volti dovrebbero risplendere più del volto di Mosè. Mentre consegnava le tavole, i figli d'Israele non potevano fissarlo "a causa dello splendore effimero del suo volto" (v.7).

Il ministero dell'antica alleanza era di per sé buono. "Inciso in lettere su pietre", è stato consegnato "avvolto di gloria" (v.7). Mentre Mosè scendeva dal monte "non sapeva che la pelle del suo viso era diventata raggiante, poiché aveva conversato con lui" (Esodo 34,29). Il suo volto era così raggiante che dovette porre "un velo sul suo volto, perché i figli d'Israele non vedessero la fine di ciò che era solo effimero" (2 Corinzi 3,13).

Ma sebbene il ministero dell'antica alleanza fosse di per sé buono, si trattava comunque di un "ministero della morte" (v.7). Nessuno infatti, da solo, è in grado di osservare le leggi scritte da Dio. Pecchiamo e "il salario del peccato è la morte" (Romani 6,23).

Paolo continua a parlare del ministero dell'antica alleanza a confronto con quello dello Spirito. Il ministero dell'antica alleanza era di per sé buono (2 Corinzi 3-7). Ma il ministero dello Spirito è più glorioso e duraturo (vv.9-11).

Il ministero dell'antica alleanza prevedeva che Mosè indossasse un velo. Un velo che impedisse alle persone di vedere. Paolo dice che anche oggi le persone non vedono chiaramente e non capiscono: "Le loro menti furono indurite" (v.14) Ma quando il cuore si converte al Signore, il velo viene rimosso (v.16).

Così è stato anche per me: avevo sentito parlare della Bibbia, avevo partecipato a conferenze sulla fede cristiana, ma non riuscivo a capire di cosa si stesse parlando. Non aveva alcun senso per me. I miei occhi spirituali erano ciechi. Ma poi mi sono rivolto al Signore, ed è stato come rimuovere un velo. Ora, potevo vedere e capire.

Paolo continua scrivendo qualcosa di assolutamente sorprendente: "Il Signore è lo Spirito e, dove c'è lo Spirito del Signore, c'è libertà. E noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l'azione dello Spirito del Signore” (vv.17-18).

Tutta la Trinità è coinvolta. La gloria di Dio, il Padre, è riflessa sul volto di Gesù nostro Signore. Gesù e lo Spirito Santo sono tra loro strettamente connessi. Paolo scrive: "Il Signore è lo Spirito e, dove c'è lo Spirito del Signore, c'è libertà" (v.17).

Lo Spirito del Signore dona alla nostra vita libertà radicale: libertà dal legalismo, dal senso di colpa, dalla vergogna, dalla condanna, dall'odio per se stessi e dal rifiuto di sé; libertà dal potere del peccato, dall'egoismo, dalla manipolazione e dal controllo; libertà dalla paura della morte e da ciò che gli altri pensano di noi; libertà dal confronto con gli altri.

Mediante lo Spirito del Signore siamo liberi di conoscere, amare e servire Dio. Siamo liberi di usare la nostra vita e le nostre energie per amare gli altri. Siamo liberi di essere noi stessi. "Forti di tale speranza, ci comportiamo con molta franchezza" (2 Corinzi 3,12). Non abbiamo bisogno di velare il nostro volto.

Guardare il volto di Gesù è qualcosa di potente. Quando lo facciamo, Egli ci cambia a sua immagine e somiglianza. Il cambiamento è graduale, poco a poco, "di gloria in gloria" (v.18). Quando si passa molto tempo con una persona si tende a diventare simili a lei. Le persone guardano le celebrità e riproducono i loro modi di fare e il loro aspetto. Se ci sentiamo affascinati da Gesù, saremo trasformati a sua immagine.

Ogni giorno vediamo migliaia di immagini e di volti ovunque, ma lo Spirito ci rivela il volto più importante di tutti. Se trascorreremo sempre più tempo alla presenza del Signore, diventeremo sempre più simili a lui. Saremo trasformati a sua somiglianza, in una gloria sempre più grande.

Preghiera

Signore, grazie per questo immenso privilegio di potermi avvicinare a te con libertà e audacia. Grazie perché posso guardarti faccia a faccia e riflettere la tua gloria nel mondo. Aiutami oggi a fissare i miei occhi su di te.

Antico Testamento

2 Cronache 35,20-36,23

Morte del re Giosia

35
20 Dopo tutto ciò, dopo che Giosia aveva riorganizzato il tempio, Necao, re d'Egitto, salì a combattere a Càrchemis sull'Eufrate. Giosia uscì incontro a lui. 21 Quegli mandò messaggeri a dirgli: "Che c'è fra me e te, o re di Giuda? Io non vengo oggi contro di te, ma sono in guerra contro un'altra casa e Dio mi ha imposto di affrettarmi. Pertanto non opporti a Dio che è con me, affinché egli non ti distrugga".

22 Ma Giosia non si ritirò. Deciso ad affrontarlo, non ascoltò le parole di Necao, che venivano dalla bocca di Dio, e attaccò battaglia nella valle di Meghiddo.

23 Gli arcieri tirarono sul re Giosia. Il re diede quest'ordine ai suoi servi: "Portatemi via, perché sono ferito gravemente". 24 I suoi servi lo tolsero dal suo carro, lo misero in un altro suo carro e lo riportarono a Gerusalemme, ove morì. Fu sepolto nei sepolcri dei suoi padri. Tutti quelli di Giuda e di Gerusalemme fecero lutto per Giosia.

25 Geremia compose un lamento su Giosia; tutti i cantanti e le cantanti lo ripetono ancora oggi nei lamenti su Giosia: è diventata una tradizione in Israele. Esso è inserito fra i lamenti.

26 Le altre gesta di Giosia, le sue opere di pietà secondo ciò che è scritto nella legge del Signore, 27 le sue gesta, dalle prime alle ultime, sono descritte nel libro dei re d'Israele e di Giuda. 36 Il popolo della terra prese Ioacàz, figlio di Giosia, e lo proclamò re, al posto del padre, a Gerusalemme.

Ioacàz re di Giuda

2 Quando divenne re, Ioacàz aveva ventitré anni; regnò tre mesi a Gerusalemme. 3 Il re d'Egitto lo destituì a Gerusalemme e impose alla terra un tributo di cento talenti d'argento e di un talento d'oro. 4 Il re d'Egitto nominò re su Giuda e Gerusalemme il fratello Eliakìm, cambiandogli il nome in Ioiakìm. Quanto al fratello di lui, Ioacàz, Necao lo prese e lo deportò in Egitto.

Ioiakìm re di Giuda

5 Quando divenne re, Ioiakìm aveva venticinque anni; regnò undici anni a Gerusalemme. Fece ciò che è male agli occhi del Signore, suo Dio. 6 Contro di lui salì Nabucodònosor, re di Babilonia, che lo legò con catene di bronzo per deportarlo a Babilonia. 7 Nabucodònosor portò a Babilonia parte degli oggetti del tempio del Signore, che depose a Babilonia nella sua reggia.

8 Le altre gesta di Ioiakìm, gli abomini da lui commessi e ciò che risulta a suo carico, sono descritti nel libro dei re d'Israele e di Giuda. Al suo posto divenne re suo figlio Ioiachìn.

Ioiachìn re di Giuda

9 Quando divenne re, Ioiachìn aveva diciotto anni; regnò tre mesi e dieci giorni a Gerusalemme. Fece ciò che è male agli occhi del Signore. 10 All'inizio del nuovo anno il re Nabucodònosor mandò a prenderlo per deportarlo a Babilonia con gli oggetti più preziosi del tempio del Signore. Egli nominò re su Giuda e Gerusalemme suo fratello Sedecìa.

Sedecìa re di Giuda

11 Quando divenne re, Sedecìa aveva ventun anni; regnò undici anni a Gerusalemme. 12 Fece ciò che è male agli occhi del Signore, suo Dio. Non si umiliò davanti al profeta Geremia, che gli parlava in nome del Signore. 13 Si ribellò anche al re Nabucodònosor, che gli aveva fatto giurare fedeltà in nome di Dio. Egli indurì la sua cervice e si ostinò in cuor suo a non far ritorno al Signore, Dio d'Israele. 14 Anche tutti i capi di Giuda, i sacerdoti e il popolo moltiplicarono le loro infedeltà, imitando in tutto gli abomini degli altri popoli, e contaminarono il tempio, che il Signore si era consacrato a Gerusalemme.

La caduta di Gerusalemme

15 Il Signore, Dio dei loro padri, mandò premurosamente e incessantemente i suoi messaggeri ad ammonirli, perché aveva compassione del suo popolo e della sua dimora. 16 Ma essi si beffarono dei messaggeri di Dio, disprezzarono le sue parole e schernirono i suoi profeti al punto che l'ira del Signore contro il suo popolo raggiunse il culmine, senza più rimedio. 17 Allora il Signore fece salire contro di loro il re dei Caldei, che uccise di spada i loro uomini migliori nel santuario, senza pietà per i giovani, per le fanciulle, per i vecchi e i decrepiti. Il Signore consegnò ogni cosa nelle sue mani. 18 Portò a Babilonia tutti gli oggetti del tempio di Dio, grandi e piccoli, i tesori del tempio del Signore e i tesori del re e dei suoi ufficiali. 19 Quindi incendiarono il tempio del Signore, demolirono le mura di Gerusalemme e diedero alle fiamme tutti i suoi palazzi e distrussero tutti i suoi oggetti preziosi.

20 Il re deportò a Babilonia gli scampati alla spada, che divennero schiavi suoi e dei suoi figli fino all'avvento del regno persiano, 21 attuandosi così la parola del Signore per bocca di Geremia: "Finché la terra non abbia scontato i suoi sabati, essa riposerà per tutto il tempo della desolazione fino al compiersi di settanta anni".

22 Nell'anno primo di Ciro, re di Persia, perché si adempisse la parola del Signore pronunciata per bocca di Geremia, il Signore suscitò lo spirito di Ciro, re di Persia, che fece proclamare per tutto il suo regno, anche per iscritto:

23 "Così dice Ciro, re di Persia:

"Il Signore, Dio del cielo, mi ha concesso tutti i regni della terra. Egli mi ha incaricato di costruirgli un tempio a Gerusalemme, che è in Giuda. Chiunque di voi appartiene al suo popolo, il Signore, suo Dio, sia con lui e salga!"".

Commento

Gli occhi di Dio

Gli occhi di Dio vedono tutto ciò che fai, ciò che dici, ciò che pensi. Possiamo sfuggire agli occhi degli uomini, ma non a quelli di Dio.

Il brano di oggi continua la narrazione della tragica storia del popolo di Dio. La natura dell'uomo non è mai cambiata. Si narra di lotte, battaglie, scontri e guerre (35,20-21). A Giosìa succedono al trono altri re che non seguono il suo buon esempio. Ioiakìm, Ioiachìn, suo figlio, e Sedecìa, zio di Ioiachìn, fecero tutti "ciò che è male agli occhi del Signore" (36,5.9.11-12).

Il problema di Sedecìa, come degli altri, è che "Egli indurì la sua cervice e si ostinò in cuor suo a non far ritorno al Signore, Dio d'Israele" (v.13). La durezza di cervice è un segno inconfondibile dell'orgoglio, reso evidente dal rifiuto di inchinarsi di fronte a Dio. Allo stesso modo, la durezza del nostro cuore è un segno di rifiuto della grazia dello Spirito Santo.

"Il Signore... mandò premurosamente e incessantemente i suoi messaggeri ad ammonirli, perché aveva compassione del suo popolo e della sua dimora" (2 Cronache 36,15, MSG). Ma, come molte persone oggi, "essi si beffarono dei messaggeri di Dio, disprezzarono le sue parole e schernirono i suoi profeti" (v.16, MSG). Inevitabilmente, il Signore li consegnò nelle mani dei potenti di quel tempo, i re di Babilonia, l'attuale Iraq, e di Persia, l'attuale Iran.

Il libro delle Cronache si conclude con uno spiraglio di speranza. Il passo di oggi narra la completa distruzione di Gerusalemme e del tempio, che avvenne nell'anno 597 a.C. e l'esilio che ne seguì, ma si conclude con una nota di speranza per la ricostruzione del tempio, che iniziò nell'anno 538 a.C.

Questa speranza per la ricostruzione del tempio prefigura una ben più grande speranza per la venuta del nostro Signore Gesù Cristo. La promessa dell'antica alleanza sarebbe stata straordinariamente superata dalla nuova alleanza con Gesù Cristo, per mezzo dello Spirito Santo. Grazie a Gesù, la nostra speranza è oggi ben più grande di allora. Paolo scrive: "Forti di tale speranza, ci comportiamo con molta franchezza" (2 Corinzi 3,12). "E noi... riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria" (2 Corinzi 3,18).

Preghiera

Signore, grazie per la speranza che abbiamo, perché è molto più grande di quanto avessimo mai potuto pensare o immaginare. Grazie perché possiamo guardare il volto di Gesù, riflettere la gloria del Signore ed essere trasformati a sua somiglianza.

La moglie di Nicky dice

2 Corinzi 3,18

"E noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l'azione dello Spirito del Signore".

Senza trasformazione, non c'è crescita.

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