Giorno 245

Lo scopo della nostra vita

Sapienziali Proverbi 21,17-26
Nuovo Testamento 2 Corinzi 5,1-10
Antico Testamento Michea 5,1-14; 7,1-20

Introduzione

"Che spreco!" disse quella donna ad un mio caro amico. Si stava riferendo al vescovo Sandy Millar, il quale aveva esercitato la professione di avvocato per dieci anni e con grande successo, ma poi aveva deciso di lasciare tutto e diventare ministro consacrato nella Chiesa.

"Uno spreco?" esclamò il mio amico sorpreso. "Sì", disse la donna, "un grande spreco! Avrebbe potuto guadagnare una fortuna ed essere al vertice della professione legale. Pensa a quello che avrebbe potuto realizzare!"

Il mio amico disse: "In realtà ha realizzato tantissimo!" Stava pensando all'impatto che il ministero di Sandy aveva avuto in tutto il mondo. Vite cambiate, matrimoni guariti, chiese rinnovate, persone trasformate dalla fede, dall'amore e dalla speranza attraverso Gesù Cristo.

Molte persone nella storia hanno rinunciato a una carriera di successo, a uno stipendio elevato e a tante aspettative professionali per servire Dio in un "ministero a tempo pieno" con poco o nessuno stipendio. Tutte queste persone avevano capito che questa nuova chiamata superava di gran lunga tutto ciò che il mondo poteva offrire loro.

Naturalmente, ogni lavoro è importante e tutti siamo chiamati a servire Dio nel nostro luogo di lavoro e ambiente di vita. La cosa più importante è svolgere il nostro compito con l'obiettivo di servire e piacere a Dio e per amore del suo regno. La chiave, quindi, non è il lavoro o la carriera, ma l'obiettivo per il quale si lavora.

Oggi, molte persone sprecano la loro vita. Vivono senza scopo, significato o obiettivo. Altre un obiettivo lo hanno, ma è un obiettivo sbagliato. Finiscono per inseguire cose che alla fine si dimostrano di scarso significato. Molti raggiungono l'apice della scala del successo ma solo per scoprire poi di aver appoggiato la propria scala su una parete sbagliata. Nella vita, lo scopo è molto più importante di ciò che si possiede. Avere qualcosa in più con cui vivere non è paragonabile all'avere qualcosa in più per cui vivere.

È stato detto che i due giorni più belli della vita sono quando si nasce e quando si scopre perché si è nati. Dio ci ha creati con uno scopo, uno scopo specifico, qualcosa che solo noi possiamo fare (2 Corinzi 5,5).

Sapienziali

Proverbi 21,17-26

17 Diventerà indigente chi ama i piaceri,
   chi ama vino e profumi non si arricchirà.

18 Il malvagio serve da riscatto per il giusto
   e il perfido per gli uomini retti.

19 Meglio abitare in un deserto
   che con una moglie litigiosa e irritabile.

20 Tesori preziosi e profumi sono nella dimora del saggio,
   ma l'uomo stolto dilapida tutto.

21 Chi ricerca la giustizia
   e l'amore troverà vita e gloria.

22 Il saggio assale una città di guerrieri
   e abbatte la fortezza in cui essa confidava.

23 Chi custodisce la bocca
   e la lingua preserva se stesso dalle afflizioni.

24 Il superbo arrogante si chiama spavaldo,
   egli agisce nell'eccesso dell'insolenza.

25 Il desiderio del pigro lo porta alla morte,
   perché le sue mani rifiutano di lavorare.

26 L'empio indulge tutto il giorno alla cupidigia,
   mentre il giusto dona senza risparmiare.

Commento

Cercare giustizia e amore

Molte persone oggi conducono una vita edonistica. L'"edonismo" è la ricerca del piacere come obiettivo finale. Gli edonisti diventano dipendenti dalle cose che danno loro piacere.

Nel brano di oggi è scritto: "Diventerà indigente chi ama i piaceri, chi ama vino e profumi non si arricchirà" (21,17). In altre parole, i brividi e le emozioni sono il tuo scopo di vita? Se sì, la tua sete di piacere non sarà mai soddisfatta e il tuo senso di vuoto non sarà mai colmato.

Non c'è nulla di male nel piacere, come pure non c'è nulla di male nel risparmiare: "Tesori preziosi e profumi sono nella dimora del saggio, ma l'uomo stolto dilapida tutto" (17,20). La verità è che le relazioni sono molto più importanti delle ricchezze: "Meglio abitare in un deserto che con una moglie litigiosa e irritabile" (20,19).

Lo scopo della nostra vita non dovrebbe mai ruotare attorno a cose materiali. Al contrario: "Chi ricerca la giustizia e l'amore troverà vita e gloria" (20,21). È su questo che dovremmo puntare come scopo della nostra vita: ricercare una giusta relazione con Dio e una giusta relazione con gli altri.

Uno scopo di vita centrato sull'amore: "L'empio indulge tutto il giorno alla cupidigia, mentre il giusto dona senza risparmiare" (v.26).

La cosa più sorprendente è che coloro che ricercano giustizia e amore sono i soli a giungere a ciò che l'edonista cerca: vita, prosperità e onore (v.21).

Tuttavia, non dovremmo dimenticare che queste cose sono comunque "sottoprodotti" e non lo scopo principale. Il nostro scopo principale dovrebbe essere sempre il regno di Dio e la sua giustizia. Gesù ha promesso che "tutte queste cose \[ci\] saranno date in aggiunta" (Matteo 6,33).

Preghiera

Signore, aiutami a non sprecare la mia vita nella ricerca del piacere, ma a cercare il tuo regno, perseguendo la giustizia e l'amore in tutto ciò che faccio.

Nuovo Testamento

2 Corinzi 5,1-10

Una casa non fatta da mani d'uomo

5 Sappiamo infatti che, quando sarà distrutta la nostra dimora terrena, che è come una tenda, riceveremo da Dio un'abitazione, una dimora non costruita da mani d'uomo, eterna, nei cieli. 2 Perciò, in questa condizione, noi gemiamo e desideriamo rivestirci della nostra abitazione celeste 3 purché siamo trovati vestiti, non nudi. 4 In realtà quanti siamo in questa tenda sospiriamo come sotto un peso, perché non vogliamo essere spogliati ma rivestiti, affinché ciò che è mortale venga assorbito dalla vita. 5 E chi ci ha fatti proprio per questo è Dio, che ci ha dato la caparra dello Spirito.

6 Dunque, sempre pieni di fiducia e sapendo che siamo in esilio lontano dal Signore finché abitiamo nel corpo - 7 camminiamo infatti nella fede e non nella visione -, 8 siamo pieni di fiducia e preferiamo andare in esilio dal corpo e abitare presso il Signore. 9 Perciò, sia abitando nel corpo sia andando in esilio, ci sforziamo di essere a lui graditi. 10 Tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, per ricevere ciascuno la ricompensa delle opere compiute quando era nel corpo, sia in bene che in male.

Commento

Cercare di essere graditi a Dio

Il principale scopo della vita di Paolo è di compiacere Dio: "Perciò, sia abitando nel corpo sia andando in esilio, ci sforziamo di essere a lui graditi" (v.9, MSG).

Ognuno di noi dovrebbe sempre confrontarsi con i propri limiti fisici. Il nostro fisico, ad esempio, non sarà sempre nella condizione di fare quello che ora siamo soliti fare. Un giorno la nostra "dimora terrena, che è come una tenda" sarà distrutta e sostituita da "una dimora non costruita da mani d'uomo, eterna, nei cieli" (v.1, MSG).

Quando affidiamo la nostra vita a Gesù Cristo, lui ci promette tutte le benedizioni del regno di Dio. Ovviamente ora viviamo nella debolezza e nel peccato, sperimentiamo aridità e frustrazione e ci muoviamo in un mondo dalle relazioni frantumate. Ma un giorno potremo godere di tutte le benedizioni del regno di Dio e parte di queste possiamo già sperimentarle qui ed ora nel tempo presente.

Tra ciò che vivremo nel futuro e ciò che possiamo sperimentare già oggi nel tempo presente c'è un equilibrio. Oggi noi "siamo in esilio lontano dal Signore finché abitiamo nel corpo", "camminiamo infatti nella fede e non nella visione" (vv.6-7). Nel futuro invece abiteremo "presso il Signore" (v.8). Ciò che è mortale sarà "assorbito dalla vita" (v.4). Finché abiteremo nel corpo, non saremo in grado di sperimentare la gioia piena del regno di Dio.

Tuttavia già nel tempo presente possiamo pregustare un po' di quel futuro. Dio "ci ha fatti proprio per questo" e in vista di ciò che ci attende "ci ha dato la caparra dello Spirito" (v.5). Dio mette nel nostro cuore questo anticipo di gioia futura perché desidera che i nostri cuori non si accontentino ma puntino a qualcosa di più grande in vista del futuro. Questa caparra non è una semplice promessa, ma, nel presente, una parte del non ancora della benedizione di Dio che ci aspetta un domani. Ed è esattamente ciò che lo Spirito Santo ci dona oggi.

"Dunque, sempre pieni di fiducia e sapendo che siamo in esilio lontano dal Signore finché abitiamo nel corpo" guardiamo alla vita futura che ci attende (v.6, MSG).

In questa attesa, "ci sforziamo di essere a lui graditi" (v.9). Presto o tardi, infatti, tutti dovremo "comparire davanti al tribunale di Cristo, per ricevere ciascuno la ricompensa delle opere compiute quando era nel corpo, sia in bene che in male" (v.10, MSG).

Preghiera

Signore, aiutaci a fare di questo obiettivo il fulcro della nostra vita. Fa che possiamo essere a te graditi in tutto ciò che facciamo, diciamo e pensiamo.

Antico Testamento

Michea 5,1-14; 7,1-20

Annuncio della nascita del dominatore a Betlemme

5 E tu, Betlemme di Èfrata,
   così piccola per essere fra i villaggi di Giuda,
da te uscirà per me
   colui che deve essere il dominatore in Israele;
le sue origini sono dall'antichità,
   dai giorni più remoti.

2 Perciò Dio li metterà in potere altrui
   fino a quando partorirà colei che deve partorire;
e il resto dei tuoi fratelli
   ritornerà ai figli d'Israele.

3 Egli si leverà e pascerà
   con la forza del Signore,
   con la maestà del nome del Signore, suo Dio.
Abiteranno sicuri, perché egli allora sarà grande
   fino agli estremi confini della terra.

4 Egli stesso sarà la pace!
   Se Assur entrerà nella nostra terra
   e metterà il piede nei nostri palazzi,
noi schiereremo contro di lui sette pastori
   e otto capi di uomini,
5 che governeranno la terra di Assur con la spada,
   la terra di Nimrod con il suo stesso pugnale.
Egli ci libererà da Assur,
   se entrerà nella nostra terra
   e metterà piede entro i nostri confini.

6 Il resto di Giacobbe
  sarà, in mezzo a molti popoli,
come rugiada mandata dal Signore
  e come pioggia che cade sull'erba,
che non attende nulla dall'uomo
  e nulla spera dai figli dell'uomo.
7 Allora il resto di Giacobbe
  sarà in mezzo a numerose nazioni
come un leone tra le belve della foresta,
  come un leoncello tra greggi di pecore,
il quale, se entra, calpesta e sbrana
  e non c'è scampo.
8 La tua mano si alzerà contro tutti i tuoi nemici,
  e tutti i tuoi avversari saranno sterminati.

9 "In quel giorno - oracolo del Signore -

distruggerò i tuoi cavalli in mezzo a te
   e manderò in rovina i tuoi carri;
10 distruggerò le città della tua terra
   e demolirò tutte le tue fortezze.
11 Ti strapperò di mano i sortilegi
   e non avrai più indovini.
12 Distruggerò in mezzo
   a te i tuoi idoli e le tue stele,
né più ti prostrerai
   davanti a un'opera delle tue mani.
13 Estirperò da te i tuoi pali sacri,
   distruggerò le tue città.
14 Con ira e furore, farò vendetta delle nazioni
   che non hanno voluto obbedire".

Arringa contro il popolo

6 Ascoltate dunque ciò che dice il Signore:

"Su, illustra la tua causa ai monti
   e i colli ascoltino la tua voce!".

2 Ascoltate, o monti, il processo del Signore,
   o perenni fondamenta della terra,
perché il Signore è in causa con il suo popolo,
   accusa Israele.

3 "Popolo mio, che cosa ti ho fatto?
   In che cosa ti ho stancato? Rispondimi.
4 Forse perché ti ho fatto uscire dalla terra d'Egitto,
   ti ho riscattato dalla condizione servile
e ho mandato davanti a te
   Mosè, Aronne e Maria?
5 Popolo mio, ricorda
   le trame di Balak, re di Moab,
   e quello che gli rispose Balaam, figlio di Beor.
Ricòrdati di quello che è avvenuto da Sittìm a Gàlgala,
   per riconoscere le vittorie del Signore".

6 "Con che cosa mi presenterò al Signore,
   mi prostrerò al Dio altissimo?
Mi presenterò a lui con olocausti,
   con vitelli di un anno?
7 Gradirà il Signore migliaia di montoni
   e torrenti di olio a miriadi?
Gli offrirò forse il mio primogenito per la mia colpa,
   il frutto delle mie viscere per il mio peccato?".
8 Uomo, ti è stato insegnato ciò che è buono
   e ciò che richiede il Signore da te:
praticare la giustizia, amare la bontà,
   camminare umilmente con il tuo Dio.

Contro l'avarizia e la disonestà

9 La voce del Signore grida alla città
   "Ascoltate, tribù e assemblea 10 della città.
Ci sono ancora nella casa dell'empio i tesori ingiustamente acquistati
   e una detestabile efa ridotta?
11 Potrò io giustificare le bilance truccate
   e il sacchetto di pesi falsi?
12 I ricchi della città sono pieni di violenza
   e i suoi abitanti proferiscono menzogna;
   le loro parole sono un inganno!
13 Allora anch'io ho cominciato a colpirti,
   a devastarti per i tuoi peccati.
14 Mangerai, ma non ti sazierai,
   e la tua fame rimarrà in te;
metterai da parte, ma nulla salverai;
   e se qualcosa salverai, io lo consegnerò alla spada.
15 Seminerai, ma non mieterai;
   frangerai le olive, ma non ti ungerai d'olio;
   produrrai mosto, ma non berrai il vino.
16 Tu osservi gli statuti di Omri
   e tutte le pratiche della casa di Acab,
   e segui i loro progetti,
perciò io farò di te una desolazione,
   i tuoi abitanti oggetto di scherno
   e subirai l'obbrobrio del mio popolo".

Corruzione generale

7 Ahimè! Sono diventato
come uno spigolatore d'estate,
   come un racimolatore dopo la vendemmia!
Non un grappolo da mangiare,
   non un fico per la mia voglia.
2 L'uomo pio è scomparso dalla terra,
   non c'è più un giusto fra gli uomini:
tutti stanno in agguato
   per spargere sangue;
   ognuno con la rete dà la caccia al fratello.
3 Le loro mani sono pronte per il male:
   il principe avanza pretese,
il giudice si lascia comprare,
   il grande manifesta la cupidigia,
   e così distorcono tutto.
4 Il migliore di loro è come un rovo,
   il più retto una siepe di spine.
Nel giorno predetto dalle tue sentinelle,
   il tuo castigo è giunto,
   adesso è il loro smarrimento.
5 Non credete all'amico,
   non fidatevi del compagno.
Custodisci le porte della tua bocca
   davanti a colei che riposa sul tuo petto.
6 Il figlio insulta suo padre,
   la figlia si rivolta contro la madre,
la nuora contro la suocera
   e i nemici dell'uomo sono quelli di casa sua.

7 Ma io volgo lo sguardo al Signore,
   spero nel Dio della mia salvezza,
   il mio Dio mi esaudirà.

Fiducia in Dio che salva

8 Non gioire di me, o mia nemica!
   Se sono caduta, mi rialzerò;
se siedo nelle tenebre,
   il Signore sarà la mia luce.
9 Sopporterò lo sdegno del Signore
   perché ho peccato contro di lui,
finché egli tratti la mia causa
   e ristabilisca il mio diritto,
finché mi faccia uscire alla luce
   e io veda la sua giustizia.
10 La mia nemica lo vedrà
   e sarà coperta di vergogna,
lei che mi diceva:
   "Dov'è il Signore, tuo Dio?".
I miei occhi gioiranno nel vederla:
   sarà calpestata
   come fango della strada.

11 È il giorno in cui le tue mura saranno riedificate;
   in quel giorno più ampi saranno i tuoi confini.
12 In quel giorno si verrà a te
   dall'Assiria fino alle città dell'Egitto,
dall'Egitto fino al Fiume,
   da mare a mare,
   da monte a monte.
13 La terra diventerà un deserto a causa dei suoi abitanti,
   per il frutto delle loro azioni.

14 Pasci il tuo popolo con la tua verga,
   il gregge della tua eredità,
che sta solitario nella foresta
   tra fertili campagne;
pascolino in Basan e in Gàlaad
   come nei tempi antichi.

15 Come quando sei uscito dalla terra d'Egitto,
   mostraci cose prodigiose.

16 Vedranno le genti e resteranno deluse
   di tutta la loro potenza.
Si porranno la mano sulla bocca,
   i loro orecchi ne resteranno assorditi.
17 Leccheranno la polvere come il serpente,
   come i rettili della terra; usciranno
tremanti dai loro nascondigli,
   trepideranno e di te avranno timore.
18 Quale dio è come te,
   che toglie l'iniquità e perdona il peccato
   al resto della sua eredità?
Egli non serba per sempre la sua ira,
   ma si compiace di manifestare il suo amore.
19 Egli tornerà ad avere pietà di noi,
   calpesterà le nostre colpe.
   Tu getterai in fondo al mare tutti i nostri peccati.
20 Conserverai a Giacobbe la tua fedeltà,
   ad Abramo il tuo amore,
come hai giurato ai nostri padri
   fin dai tempi antichi.

Commento

Affrontare la sfida di Michea

Rovinare la propria anima è il più grande pericolo della nostra vita. Attraverso il profeta Michea, Dio mette in guardia contro i comportamenti falsi e disonesti. Dice:

"Ascoltate, tribù e assemblea della città...
   Potrò io giustificare
le bilance truccate
e il sacchetto di pesi falsi?
   I ricchi della città sono pieni di violenza
e i suoi abitanti proferiscono menzogne
   le loro parole sono un inganno!
Allora anch'io ho cominciato a colpirti,
   a devastarti per i tuoi peccati" (6,9-13).

A volte Michea guarda avanti (7,7-20). Ad esempio, inconsapevolmente, profetizza su Gesù (Matteo 2,5-12). Egli vede un sovrano che viene da Betlemme: "Le sue origini sono dall'antichità, dai giorni più remoti... Egli stesso sarà la pace" (Michea 5,1.4a). "Sarà grande fino agli estremi confini della terra" (v.3b, MSG).

Altre volte guarda indietro, a tutto ciò che Dio ha fatto per il suo popolo (6,3 e successivi). Li ha redenti, li ha guidati (v.4) e esortati a "ricordare" (v.5).

"Egli non serba per sempre la sua ira, ma si compiace di manifestare il suo amore. Egli tornerà ad avere pietà di noi, calpesterà le nostre colpe. Tu getterai in fondo al mare tutti i nostri peccati" (7,18-19, MSG).

Attraverso Gesù il nostro passato è totalmente perdonato. Ora possiamo smettere di continuare a guardarci indietro con rammarico. Dio "ha gettato in fondo al mare tutti i nostri peccati" (v.19), e là nessuno può più ritrovarli.

Quale sarà la nostra risposta a tutta questa grazia straordinaria? Michea ci propone una via. Ci dice: "Praticare la giustizia, amare la bontà, camminare umilmente con il tuo Dio" (6,8c). Una triplice sfida che ci dona scopo e obiettivo per la nostra vita.

  1. Praticare la giustizia
    La giustizia è in cima all'agenda di Dio. L'ingiustizia è invece causa di tanta sofferenza nel mondo di oggi. Praticare la giustizia dovrebbe essere la priorità numero uno nella nostra vita e nella nostra comunità. Dovremmo fare sempre di più perché i poveri, gli emarginati e coloro che non hanno voce possano avere giustizia.

  2. Amare la bontà
    Dio ci ha mostrato tanta bontà. Noi dovremmo rispondere nel medesimo modo, mostrando bontà. Invece di pretendere che gli altri si comportino in modo impeccabile, dovremmo semplicemente amarli, accettarli per quello che sono. Dovremmo portare il messaggio del Vangelo dell'amore e della bontà di Dio a quante più persone possibile, compresi i carcerati, i senzatetto, gli anziani e i poveri.

  3. Camminare umilmente con il tuo Dio
    Non dovremmo mai considerarci migliori degli altri, superiori o più importanti. Una persona orgogliosa sopravvaluta la propria importanza e non riesce a ridere di se stessa. Non dovremmo mai prenderci troppo sul serio, ma prendere Dio sul serio (MSG). Se non cammineremo in relazione stretta con il Signore, non potremo fare nulla.

    Queste tre esortazioni vanno di pari passo. La vera fede si vede da come viviamo. Questo è il motivo per il quale Paolo scrive che le cose fatte quando siamo nel corpo (2 Corinzi 5,10) contano davvero. Saremo giudicati da esse. Esse sono la prova della nostra fede.

Preghiera

Signore, aiutami ad agire con giustizia, amare la misericordia e camminare umilmente con te.

La moglie di Nicky dice

2 Corinzi 5,10

"Tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, per ricevere ciascuno la ricompensa delle opere compiute quando era nel corpo, sia in bene che in male".

Amo collegare questo brano a quello in Michea dove Dio si compiace di mostrare la sua misericordia: "Quale dio è come te, che toglie l'iniquità e perdona il peccato... calpesterà le nostre colpe. Tu getterai in fondo al mare tutti i nostri peccati" (Michea 7,18-19).

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