Giorno 252

Vincere la battaglia spirituale

Sapienziali Salmi 106,16-31
Nuovo Testamento 2 Corinzi 10,1-18
Antico Testamento Isaia 17,1-19,25

Introduzione

Non dimenticherò mai quell'immagine, così tragica e ingiusta. Il corpo del piccolo Alan Kurdi se ne stava lì fermo su quella spiaggia in Turchia. Quella sera piansi. Aveva tre anni. Era morto in mare, affogato, insieme al fratello e alla mamma. Stavano cercando di fuggire dalla guerra in Siria.

La guerra è una delle principali cause delle ondate migratorie, come quella in Europa oggi. Negli ultimi anni in Siria, a causa della guerra, sono morte più di 500.000 persone. In Iraq, l'Isis ha ucciso migliaia di innocenti, molti dei quali Cristiani, e causato la fuga di decine di migliaia di persone, anche loro in maggioranza Cristiani. In tutto il mondo gli atti terroristici continuano ininterrottamente.

Queste atrocità sono l'estrema ed orribile conseguenza di un clima di violenza sempre più diffuso nella nostra società. "Combatterà ognuno contro il proprio fratello, ognuno contro il proprio prossimo, città contro città e regno contro regno" (Isaia 19,2, MSG). In molte parti del mondo troviamo anarchia, caos e omicidio!

Ogni giorno i media ci mostrano gli orrori della guerra. Viviamo in un mondo che continua a sviluppare armi sempre più micidiali. Strumenti fatti allo scopo di uccidere, mutilare, distruggere. Ma questo clima di guerra non ha solo effetti materiali. Gli effetti delle guerre hanno anche profonde conseguenze morali e spirituali.

In Efesini, l'apostolo Paolo parla di insidie e battaglie spirituali (Efesini 6,10-20). Anche se invisibili, sono battaglie molto concrete. Il famoso predicatore gallese Martyn Lloyd-Jones ha detto: "Non c'è peggiore equivoco riguardo al messaggio Cristiano che quello di descriverlo semplicisticamente come una proposta di vita senza conflitti né grossi problemi... presto o tardi ogni Cristiano scopre che la sua esistenza si gioca su un campo di battaglia, e non su un campo di gioco".

In questa battaglia, Paolo dice: "Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene" (Romani 12,21). Dio può darti le armi con le quali vincere questa battaglia. Aggiunge: "Noi... non combattiamo secondo criteri umani. Infatti le armi della nostra battaglia non sono carnali, ma hanno da Dio la potenza di abbattere le fortezze" (2 Corinzi 10,3b-4).

Ma quali sono queste armi? E come dovremmo usarle?

Sapienziali

Salmi 106,16-31

16 Divennero gelosi di Mosè nell'accampamento
   e di Aronne, il consacrato del Signore.
17 Allora si spalancò la terra e inghiottì Datan
   e ricoprì la gente di Abiràm.
18 Un fuoco divorò quella gente
   e una fiamma consumò quei malvagi.
19 Si fabbricarono un vitello sull'Oreb,
   si prostrarono a una statua di metallo;
20 scambiarono la loro gloria
   con la figura di un toro che mangia erba.
21 Dimenticarono Dio che li aveva salvati,
   che aveva operato in Egitto cose grandi,
22 meraviglie nella terra di Cam,
   cose terribili presso il Mar Rosso.
23 Ed egli li avrebbe sterminati,
   se Mosè, il suo eletto,
non si fosse posto sulla breccia davanti a lui
   per impedire alla sua collera di distruggerli.

24 Rifiutarono una terra di delizie,
   non credettero alla sua parola.
25 Mormorarono nelle loro tende,
   non ascoltarono la voce del Signore.
26 Allora egli alzò la mano contro di loro,
   giurando di abbatterli nel deserto,
27 di disperdere la loro discendenza tra le nazioni
   e disseminarli nelle loro terre.

28 Adorarono Baal-Peor
   e mangiarono i sacrifici dei morti.
29 Lo provocarono con tali azioni,
   e tra loro scoppiò la peste.
30 Ma Fineès si alzò per fare giustizia:
   allora la peste cessò.
31 Ciò fu considerato per lui un atto di giustizia
   di generazione in generazione, per sempre.

Commento

L'arma della preghiera

Il salmista parla di Mosè e della sua leadership. Alcuni si dimostrano gelosi del potere e dell'autorità che Dio ha dato a Mosè e ad Aronne: "Divennero gelosi di Mosè nell'accampamento e di Aronne, il consacrato del Signore" (v.16).

La reazione di Mosè non è di difendersi. Al contrario: prega per loro. Per impedire che l'ira di Dio li distrugga, si pone "sulla breccia" davanti a lui (v.23). Nel racconto dell'Esodo (32,11-14) vediamo come grazie alla preghiera sia possibile cambiare il corso della storia.

Nel capitolo 25 del libro dei Numeri si narra di un altro uomo, Fineès, che interviene a favore del popolo. Il suo intervento nasce dalla sua fede. Scopriamo che, come nel caso di Abramo, "ciò fu considerato per lui un atto di giustizia" (Salmi 106,31).

In ogni situazione abbiamo sempre la possibilità di ricorrere alla potente arma della preghiera. Per questo non dovremmo smettere di pregare per la nostra famiglia, per i nostri amici e per tutti quelli per i quali lo Spirito Santo ci suggerisce di pregare.

"Poniti sulla breccia" e prega per gli altri. Nella nostra chiesa di Holy Trinity Brompton (HTB), Jeremy Jennings è solito dire: "Grazie per la vostra preghiera. Ognuno di voi ha fatto la differenza".

Preghiera

Signore, grazie per il potere della preghiera di intercessione. Oggi desidero stare sulla breccia e intercedere per...

Nuovo Testamento

2 Corinzi 10,1-18

L'accusa di debolezza

10 Ora io stesso, Paolo, vi esorto per la dolcezza e la mansuetudine di Cristo, io che, di presenza, sarei con voi debole ma che, da lontano, sono audace verso di voi: 2 vi supplico di non costringermi, quando sarò tra voi, ad agire con quell'energia che ritengo di dover adoperare contro alcuni, i quali pensano che noi ci comportiamo secondo criteri umani. 3 In realtà, noi viviamo nella carne, ma non combattiamo secondo criteri umani. Infatti le armi della nostra battaglia non sono carnali, 4 ma hanno da Dio la potenza di abbattere le fortezze, 5 distruggendo i ragionamenti e ogni arroganza che si leva contro la conoscenza di Dio, e sottomettendo ogni intelligenza all'obbedienza di Cristo. 6 Perciò siamo pronti a punire qualsiasi disobbedienza, non appena la vostra obbedienza sarà perfetta.

7 Guardate bene le cose in faccia: se qualcuno ha in se stesso la persuasione di appartenere a Cristo, si ricordi che, se lui è di Cristo, lo siamo anche noi. 8 In realtà, anche se mi vantassi di più a causa della nostra autorità, che il Signore ci ha dato per vostra edificazione e non per vostra rovina, non avrò da vergognarmene. 9 Non sembri che io voglia spaventarvi con le lettere! 10 Perché "le lettere - si dice - sono dure e forti, ma la sua presenza fisica è debole e la parola dimessa". 11 Questo tale rifletta però che quali noi siamo a parole, per lettera, assenti, tali saremo anche con i fatti, di presenza.

12 Certo, noi non abbiamo l'audacia di uguagliarci o paragonarci ad alcuni di quelli che si raccomandano da sé, ma, mentre si misurano su se stessi e si paragonano con se stessi, mancano di intelligenza. 13 Noi invece non ci vanteremo oltre misura, ma secondo la misura della norma che Dio ci ha assegnato, quella di arrivare anche fino a voi. 14 Non ci arroghiamo un'autorità indebita, come se non fossimo arrivati fino a voi, perché anche a voi siamo giunti col vangelo di Cristo. 15 Né ci vantiamo indebitamente di fatiche altrui, ma abbiamo la speranza, col crescere della vostra fede, di crescere ancor più nella vostra considerazione, secondo la nostra misura, 16 per evangelizzare le regioni più lontane della vostra, senza vantarci, alla maniera degli altri, delle cose già fatte da altri. 17 Perciò chi si vanta, si vanti nel Signore; 18 infatti non colui che si raccomanda da sé viene approvato, ma colui che il Signore raccomanda.

Commento

L'arma del Vangelo

La nostra mente è un campo di battaglia. I nostri pensieri sono la radice delle nostre parole e delle nostre azioni. Nella nostra mente, il diavolo cerca di creare delle roccaforti. Paolo sa che il centro della battaglia spirituale è la battaglia della mente. In un certo senso, nella propria mente, ognuno di noi è coinvolto in una battaglia spirituale individuale. Si tratta di una battaglia quotidiana per resistere alla tentazione dei pensieri sbagliati, per fare prigioniero ognuno di questi pensieri e per obbedire a Cristo (v.5).

Sebbene Paolo alluda qui alla battaglia individuale della mente, sta pensando a qualcosa di diverso. È in corso una battaglia culturale: una battaglia di idee, filosofie e visioni del mondo. Per affrontare queste idee, filosofie e visioni del mondo in competizione tra loro e per piegarle all'obbedienza a Cristo, Paolo combatte.

Scrive: "Vi supplico di non costringermi, quando sarò tra voi, ad agire con quell'energia che ritengo di dover adoperare contro alcuni, i quali pensano che noi ci comportiamo secondo criteri umani. In realtà, noi viviamo nella carne, ma non combattiamo secondo criteri umani.

Infatti le armi della nostra battaglia non sono carnali, ma hanno da Dio la potenza di abbattere le fortezze, distruggendo i ragionamenti e ogni arroganza che si leva contro la conoscenza di Dio, e sottomettendo ogni intelligenza all'obbedienza di Cristo. Perciò siamo pronti a punire qualsiasi disobbedienza, non appena la vostra obbedienza sarà perfetta" (vv.2-6, MSG).

Le "armi" di Paolo hanno "da Dio la potenza di abbattere le fortezze" (v.4). Il suo potere deriva dall'appartenenza a Cristo (v.7) e gli è stata data autorità dal Signore stesso (v.8).

Trovo incoraggiante che di Paolo alcuni abbiano detto: "Le lettere sono dure e forti, ma la sua presenza fisica è debole e la parola dimessa" (v.10). A queste osservazioni, Paolo risponde che nel fare paragoni si rischia di perdere il punto centrale (v.11, MSG). Il paragonarsi è corrosivo. O ci gonfia di orgoglio o ci fa cadere nella disperazione.

Non dovremmo mai paragonare noi stessi agli altri cristiani, i nostri doni con i loro, il nostro "successo" con il loro "successo". Siamo tutti dalla stessa parte. Nel combattere la battaglia spirituale, dovremmo cercare di aiutarci, amarci e incoraggiarci a vicenda.

Ma fortunatamente, per predicare il Vangelo, non è necessario apparire imponenti, né essere oratori eccezionali. La forza di Paolo deriva dal "Vangelo di Cristo" (v.14). Il suo desiderio è predicare il Vangelo (v.16) a persone che non lo hanno mai sentito.

In definitiva è il "Vangelo di Cristo" (v. 14, MSG) che cambia la nostra cultura. È il messaggio più potente del mondo. Cambia la vita. Cambia la cultura. Cambia il mondo.

Ogni volta che parliamo di Gesù ad un amico, che lo invitiamo in chiesa o lo portiamo con noi ad Alpha, combattiamo una battaglia spirituale con la potente arma del Vangelo (vedi Romani 1,16).

Preghiera

Signore, ti prego di aiutarmi ad obbedirti senza riserve e di donarmi il coraggio di usare l'arma potente del Vangelo per distruggere le fortezze.

Antico Testamento

Isaia 17,1-19,25

Parole di condanna per il regno di Damasco

17 Oracolo su Damasco.

Ecco, Damasco cesserà di essere una città,
   diverrà un cumulo di rovine.
2 Le città di Aroèr saranno abbandonate;
   saranno pascolo delle greggi,
   che vi riposeranno senza esserne scacciate.
3 A Èfraim sarà tolta la cittadella,
   a Damasco la sovranità.
Al resto degli Aramei toccherà la stessa sorte
   della gloria degli Israeliti.
Oracolo del Signore degli eserciti.

4 In quel giorno verrà ridotta la gloria di Giacobbe
   e la pinguedine delle sue membra dimagrirà.
5 Avverrà come quando il mietitore prende una manciata di steli,
   e con l'altro braccio falcia le spighe,
come quando si raccolgono le spighe
   nella valle dei Refaìm.
6 Vi resteranno solo racimoli,
   come alla bacchiatura degli ulivi:
due o tre bacche sulla cima dell'albero,
   quattro o cinque sui rami da frutto.
Oracolo del Signore, Dio d'Israele.

7 In quel giorno si volgerà l'uomo al suo creatore
   e i suoi occhi guarderanno al Santo d'Israele.
8 Non si volgerà agli altari,
   lavoro delle sue mani;
non guarderà ciò che fecero le sue dita,
   i pali sacri e gli altari per l'incenso.

9 In quel giorno avverrà alle tue fortezze come alle città abbandonate,che l'Eveo e l'Amorreo evacuarono di fronte agli Israeliti e sarà una desolazione.

10 Perché hai dimenticato Dio, tuo salvatore,
e non ti sei ricordato della Roccia, tua fortezza,
tu pianti giardini ameni
e innesti tralci stranieri.
11 Nel giorno in cui li pianti, li vedi crescere
   e al mattino vedi fiorire i tuoi semi,
ma svanirà il raccolto nel giorno della sventura
   e del dolore insanabile.

12 Ah, il tumulto di popoli immensi,
   tumultuanti come il tumulto dei mari,
fragore di nazioni
   come lo scroscio di acque che scorrono veementi!
13 Le nazioni fanno fragore come il fragore di molte acque,
   ma egli le minaccia, esse fuggono lontano;
come pula sono disperse sui monti dal vento
   e come vortice di polvere dinanzi al turbine.
14 Alla sera, ecco, era tutto uno spavento,
   prima del mattino, già non è più.
Questo è il destino di chi ci depredava
   e la sorte di chi ci saccheggiava.

Oracolo contro l'Etiopia

18 Ah! Terra dagli insetti ronzanti,
   che ti trovi oltre i fiumi dell'Etiopia,
2 che mandi ambasciatori per mare,
   in barche di papiro sulle acque:

"Andate, messaggeri veloci,
verso un popolo alto e abbronzato,
   verso un popolo temuto ora e sempre,
un popolo potente e vittorioso,
   la cui terra è solcata da fiumi".

3 O voi tutti abitanti del mondo,
   che dimorate sulla terra,
appena si alzerà un segnale sui monti,
   guardatelo!
Appena squillerà la tromba,
   ascoltatela!
4 Poiché questo mi ha detto il Signore: "Io osserverò tranquillo dalla mia dimora, come il calore sereno alla luce del sole, come una nube di rugiada al calore della mietitura".
5 Poiché prima della raccolta, quando la fioritura è finita
   e il fiore è diventato un grappolo maturo,
egli taglierà i tralci con roncole,
   strapperà e getterà via i pampini.
6 Saranno abbandonati tutti insieme
   agli avvoltoi dei monti e alle bestie della terra;
su di essi gli avvoltoi passeranno l'estate,
   su di essi tutte le bestie della terra passeranno l'inverno.

7 In quel tempo saranno portate offerte al Signore degli eserciti

da un popolo alto e abbronzato,
   da un popolo temuto ora e sempre,
da un popolo potente e vittorioso,
   la cui terra è solcata da fiumi;

saranno portate nel luogo dove è invocato il nome del Signore degli eserciti, sul monte Sion.

Condanna dell'Egitto

19 Oracolo sull'Egitto.

Ecco, il Signore cavalca una nube leggera
   ed entra in Egitto.
Crollano gli idoli dell'Egitto davanti a lui
   e agli Egiziani viene meno il cuore nel petto.

2 "Aizzerò gli Egiziani contro gli Egiziani:
   combatterà ognuno contro il proprio fratello,
   ognuno contro il proprio prossimo,
   città contro città
   e regno contro regno.
3 Lo spirito che anima l'Egitto sarà stravolto
   e io distruggerò il suo progetto;
per questo ricorreranno agli idoli e ai maghi,
   ai negromanti e agli indovini.
4 Ma io consegnerò gli Egiziani
   in mano a un duro padrone,
un re crudele li dominerà".
   Oracolo del Signore, il Signore degli eserciti.

5 Si prosciugheranno le acque del mare,
   il fiume si inaridirà e seccherà.
6 I suoi canali diventeranno putridi,
   diminuiranno e seccheranno i torrenti dell'Egitto,
canne e giunchi sfioriranno.
   7 I giunchi sulle rive e alla foce del Nilo
   e tutte le piante del Nilo seccheranno,
saranno dispersi dal vento,
   non saranno più.
8 I pescatori si lamenteranno,
   gemeranno quanti gettano l'amo nel Nilo,
quanti stendono le reti sull'acqua
   saranno desolati.
9 Saranno delusi i lavoratori del lino,
   le cardatrici e i tessitori impallidiranno;
10 i tessitori saranno avviliti,
   tutti i salariati saranno costernati.

11 Quanto sono stolti i prìncipi di Tanis!
   I più saggi consiglieri del faraone formano un consiglio insensato.
Come osate dire al faraone:
   "Sono figlio di saggi,
   figlio di re antichi"?

12 Dove sono, dunque, i tuoi saggi?
   Ti rivelino e manifestino
quanto ha deciso il Signore degli eserciti
   a proposito dell'Egitto.
13 Stolti sono i prìncipi di Tanis;
   si ingannano i prìncipi di Menfi.
Hanno fatto traviare l'Egitto
   i capi delle sue tribù.
14 Il Signore ha mandato in mezzo a loro
   uno spirito di smarrimento;
essi fanno smarrire l'Egitto in ogni impresa,
   come barcolla un ubriaco nel vomito.
15 Non gioverà all'Egitto qualunque opera
   faccia il capo o la coda, la palma o il giunco.

16 In quel giorno gli Egiziani diventeranno come femmine, tremeranno e temeranno al vedere la mano che il Signore degli eserciti agiterà contro di loro. 17 La terra di Giuda sarà il terrore degli Egiziani; quando se ne parlerà, ne avranno spavento, a causa della decisione che il Signore degli eserciti ha preso contro di loro.

18 In quel giorno ci saranno cinque città nell'Egitto che parleranno la lingua di Canaan e giureranno per il Signore degli eserciti; una di esse si chiamerà Città del Sole.

19 In quel giorno ci sarà un altare dedicato al Signore in mezzo alla terra d'Egitto e una stele in onore del Signore presso la sua frontiera: 20 sarà un segno e una testimonianza per il Signore degli eserciti nella terra d'Egitto. Quando, di fronte agli avversari, invocheranno il Signore, allora egli manderà loro un salvatore che li difenderà e li libererà. 21 Il Signore si farà conoscere agli Egiziani e gli Egiziani riconosceranno in quel giorno il Signore, lo serviranno con sacrifici e offerte, faranno voti al Signore e li adempiranno. 22 Il Signore percuoterà ancora gli Egiziani, ma, una volta colpiti, li risanerà. Essi faranno ritorno al Signore ed egli si placherà e li risanerà.

23 In quel giorno ci sarà una strada dall'Egitto verso l'Assiria; l'Assiro andrà in Egitto e l'Egiziano in Assiria, e gli Egiziani renderanno culto insieme con gli Assiri. 24 In quel giorno Israele sarà il terzo con l'Egitto e l'Assiria, una benedizione in mezzo alla terra. 25 Li benedirà il Signore degli eserciti dicendo: "Benedetto sia l'Egiziano mio popolo, l'Assiro opera delle mie mani e Israele mia eredità".

Commento

L'arma dell'unità

Ogni anno, alla nostra Leadership Conference presso la Royal Albert Hall di Londra, abbiamo il privilegio di accogliere migliaia di leader cristiani provenienti da tutto il mondo. In questo evento c'è qualcosa di molto potente: leader cristiani di molti paesi che si riuniscono in adorazione e in unità di intenti. Il profeta Isaia parla proprio di questo tipo di unità.

Continua la sua opera di profezia contro chi ha "dimenticato Dio", il "salvatore" (17,10). Dichiara il giudizio di Dio contro Damasco, Cush e l'Egitto.

Il brano di oggi si conclude con una nota di speranza: "In quel giorno ci sarà un altare dedicato al Signore in mezzo alla terra d'Egitto... sarà un segno e una testimonianza per il Signore degli eserciti nella terra d'Egitto. Quando, di fronte agli avversari, invocheranno il Signore, allora egli manderà loro un salvatore che li difenderà e li libererà. Il Signore si farà conoscere agli Egiziani e gli Egiziani riconosceranno in quel giorno il Signore... Essi faranno ritorno al Signore ed egli si placherà e li risanerà" (19,19-22).

Continua dicendo che gli Egiziani e gli Assiri (gli odierni Iracheni) adoreranno insieme: "Gli Egiziani renderanno culto insieme con gli Assiri" (v.23, MSG).

La conversione dei Gentili sembra essere stata prevista da Isaia. Egli vede un tempo in cui altri, oltre al popolo d'Israele, "faranno ritorno al Signore" (v.22). Egli ascolterà le loro preghiere e li guarirà. Persone di diverse nazioni adoreranno insieme il Signore (v.23). Questa unità porterà una grande benedizione.

Prevede un tempo in cui il popolo del Signore dall'Egitto, dall'Iraq e da Israele si riunirà insieme per adorare. Oggi questa profezia sta iniziando a realizzarsi attraverso iniziative in cui i cristiani di queste e altre nazioni si riuniscono insieme per adorare il Signore.

Non dovremmo mai smettere di pregare per questa unità e attendere con gioia il giorno in cui questa profezia si realizzerà completamente, quando una moltitudine "di ogni nazione, tribù, popolo e lingua" adorerà insieme davanti al trono di Dio (Apocalisse 7,9).

Preghiera

Signore, grazie per la potenza delle armi che ci hai donato per la battaglia spirituale. Nell'unirci in preghiera e nella proclamazione del Vangelo, fa che possiamo vedere la tua vittoria nelle nostre vite e nella nostra società, nel nome di Gesù.

La moglie di Nicky dice

2 Corinzi 10,1

"Ora io stesso, Paolo, vi esorto per la dolcezza e la mansuetudine di Cristo, io che, di presenza, sarei con voi debole ma che, da lontano, sono audace verso di voi".

È molto incoraggiante sapere che Paolo si senta debole nell'affrontare la chiesa di Corinto. Lo capisco benissimo. Affrontare faccia a faccia una situazione difficile non è facile ma è spesso la cosa migliore da fare. A volte anche una lettera ben scritta e costruttiva può essere molto utile. L'unica cosa che non è bene fare sono le discussioni via email o in chat. Queste possono essere molto pericolose!

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Per ulteriori approfondimenti e/o proseguimento della lettura della Bibbia si rimanda al sito ufficiale BibbiaEdu nonché all’app La Sacra Bibbia.

Dr Martyn Lloyd-Jones, The Christian Warfare: An Exposition of Ephesians 6:10–13 (Baker Books, 1998) p.20.

Le citazioni della Scrittura indicate con (MSG, AMP, NIVUK, NKJV, NLT, ecc.) riportano comunque il testo CEI®.

Indicano i testi qui di seguito elencati a cui si rimanda per ulteriori approfondimenti. NIV - New International Version Anglicised - Copyright © 1979, 1984, 2011 Biblica, già International Bible Society
MSG - The Message - Copyright © 1993, 1994, 1995, 1996, 2000, 2001, 2002.
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