La decisione più importante della mia vita
Introduzione
Nel febbraio del 1974, mi trovai di fronte alla decisione più importante della mia vita. Avevo letto il Nuovo Testamento ed ero convinto che Gesù fosse davvero il Figlio di Dio. Tuttavia, non volevo diventare cristiano. Pensavo che la fede non potesse pienamente coesistere con valori come l'amore e la libertà. Temevo che un passo di fede in più mi avrebbe portato a perdere la libertà e che Dio non volesse che continuassi a fare tutte le cose divertenti che ero solito fare.
Ma in questi ultimi cinquant'anni, ho scoperto che è proprio la fede che porta alla vera libertà e all'amore. Fede, amore e libertà sono aspetti inestricabilmente intrecciati tra loro.
Salmi 119,41-48
Vau
41 Venga a me, Signore, il tuo amore,
la tua salvezza secondo la tua promessa.
42 A chi mi insulta darò una risposta,
perché ho fiducia nella tua parola.
43 Non togliere dalla mia bocca la parola vera,
perché spero nei tuoi giudizi.
44 Osserverò continuamente la tua legge,
in eterno, per sempre.
45 Camminerò in un luogo spazioso,
perché ho ricercato i tuoi precetti.
46 Davanti ai re parlerò dei tuoi insegnamenti
e non dovrò vergognarmi.
47 La mia delizia sarà nei tuoi comandi,
che io amo.
48 Alzerò le mani verso i tuoi comandi che amo,
mediterò i tuoi decreti.
Commento
Fiducia nella parola di Dio
All'inizio di questa sezione del Salmo 119, il salmista grida: "Venga a me, Signore, il tuo amore, la tua salvezza secondo la tua promessa" (v.41a). Desidera che l'amore di Dio plasmi la sua vita (v.41a). Al termine troviamo la sua risposta d'amore: "La mia delizia sarà nei tuoi comandi, che io amo. Alzerò le mani verso i tuoi comandi che amo" (vv.47b-48c, MSG).
Al centro del brano parla della sua fede nella parola di Dio. Dice: "A chi mi insulta darò una risposta, perché ho fiducia nella tua parola" (v.42). Fiducia e fede sono quasi sinonimi.
Anche oggi le persone di fede vengono schernite. Lo sono sempre state. Anche noi potremmo essere scherniti. In tutti i casi, dovremmo continuare a confidare nella Parola di Dio. Questa fiducia ci permette di rispondere con sicurezza anche agli scherni.
Da un lato dovremmo chiedere a Dio di rivelare sempre di più il suo amore infallibile per noi (v.41). Dall'altro dovremmo rispondere con amore (vv.47-48), fiducia, speranza e obbedienza (vv.42-44). Dovremmo cercare le vie di Dio attraverso la Bibbia, scoprire la vera libertà e dire: "Camminerò in un luogo spazioso, perché ho ricercato i tuoi precetti" (v.45, MSG).
Preghiera
Signore, oggi desidero sperimentare il tuo amore infallibile e rispondere con amore a tutti coloro che incontrerò e con cui parlerò. Sono consapevole che se riporrò la mia fiducia in te e nella tua parola, potrò camminare nella libertà.
1 Timoteo 1,1-20
1 Paolo, apostolo di Cristo Gesù per comando di Dio nostro salvatore e di Cristo Gesù nostra speranza,
2 a Timòteo, vero figlio mio nella fede:
grazia, misericordia e pace da Dio Padre e da Cristo Gesù Signore nostro.
I falsi maestri
3 Partendo per la Macedonia, ti raccomandai di rimanere a Èfeso perché tu ordinassi a taluni di non insegnare dottrine diverse 4 e di non aderire a favole e a genealogie interminabili, le quali sono più adatte a vane discussioni che non al disegno di Dio, che si attua nella fede. 5 Lo scopo del comando è però la carità, che nasce da un cuore puro, da una buona coscienza e da una fede sincera. 6 Deviando da questa linea, alcuni si sono perduti in discorsi senza senso, 7 pretendendo di essere dottori della Legge, mentre non capiscono né quello che dicono né ciò di cui sono tanto sicuri.
8 Noi sappiamo che la Legge è buona, purché se ne faccia un uso legittimo, 9 nella convinzione che la Legge non è fatta per il giusto, ma per gli iniqui e i ribelli, per gli empi e i peccatori, per i sacrìleghi e i profanatori, per i parricidi e i matricidi, per gli assassini, 10 i fornicatori, i sodomiti, i mercanti di uomini, i bugiardi, gli spergiuri e per ogni altra cosa contraria alla sana dottrina, 11 secondo il vangelo della gloria del beato Dio, che mi è stato affidato.
Vocazione di Paolo
12 Rendo grazie a colui che mi ha reso forte, Cristo Gesù Signore nostro, perché mi ha giudicato degno di fiducia mettendo al suo servizio me, 13 che prima ero un bestemmiatore, un persecutore e un violento. Ma mi è stata usata misericordia, perché agivo per ignoranza, lontano dalla fede, 14 e così la grazia del Signore nostro ha sovrabbondato insieme alla fede e alla carità che è in Cristo Gesù.
15 Questa parola è degna di fede e di essere accolta da tutti: Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, il primo dei quali sono io. 16 Ma appunto per questo ho ottenuto misericordia, perché Cristo Gesù ha voluto in me, per primo, dimostrare tutta quanta la sua magnanimità, e io fossi di esempio a quelli che avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna. 17 Al Re dei secoli, incorruttibile, invisibile e unico Dio, onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen.
Responsabilità di Timòteo
18 Questo è l'ordine che ti do, figlio mio Timòteo, in accordo con le profezie già fatte su di te, perché, fondato su di esse, tu combatta la buona battaglia, 19 conservando la fede e una buona coscienza. Alcuni, infatti, avendola rinnegata, hanno fatto naufragio nella fede; 20 tra questi Imeneo e Alessandro, che ho consegnato a Satana, perché imparino a non bestemmiare.
Commento
Continuare ad avere fede
L'apostolo Paolo è responsabile di aver condotto Timòteo alla fede in Gesù e, per questo, ne è padre spirituale. Come ogni buon padre, è preoccupato per Timòteo e vuole il meglio per lui. Descrive Timòteo, a cui è indirizzata questa lettera, come il suo "vero figlio mio nella fede" (v.2).
Timòteo è diventato anche leader, pastore e maestro. Paolo lo istruisce nella leadership e su come affrontare i problemi nella chiesa. Insegnamenti, questi, di grande attualità per tutti noi oggi.
"Il disegno di Dio… si attua nella fede" (v.4): "Lo scopo del comando è… la carità, che nasce da un cuore puro, da una buona coscienza e da una fede sincera" (v.5). Amore e fede sono fatti per andare sempre insieme.
Paolo elenca poi i peccati che devono essere evitati ad ogni costo (vv.8-11). Tra questi c'è il commercio di uomini (v.10). La schiavitù è il contrario della libertà e la tratta di persone è un abominio.
Paolo prosegue dando la propria testimonianza. Una testimonianza in cui fede, amore e libertà si intrecciano. Un tempo era "un bestemmiatore, un persecutore e un violento" (v.13) e, come da lui affermato, il primo dei peccatori (v.16).
Trovo affascinante il modo progressivo con cui Paolo descrive se stesso:
- Prima come: "Il più piccolo degli apostoli", non "degno" neppure "di essere chiamato apostolo" (1 Corinzi 15,9).
- Poi come: "L’ultimo fra tutti i santi" (Efesini 3,8).
- Ed infine come: Il primo dei peccatori (1 Timòteo 1,15).
Si definisce il più piccolo tra gli apostoli e non degno di essere chiamato apostolo perché ha perseguitato la Chiesa di Dio.
Più Paolo si avvicina alla luce di Cristo, più è in grado di accorgersi della propria indegnità. Un aspetto, questo, comune a molti cristiani: più si procede nella vita cristiana, più la consapevolezza del peccato cresce e con essa la nostra gratitudine per il perdono ricevuto, l'amore e la misericordia di Dio.
Il vero senso di colpa non è un'emozione malsana, purché sia seguito dal pentimento e dal perdono. Il teologo scozzese P.T. Forsyth (1848-1921) ha detto: "A volte le nostre chiese sono piene di persone simpatiche e gentili ma che non hanno mai conosciuto la disperazione della colpa o la meraviglia senza fiato del perdono".
Gesù Cristo ci rende liberi: "Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, il primo dei quali sono io" (v.15). La salvezza significa libertà ed è il risultato della grazia. Non dovremmo mai smettere di crescere e crogiolarsi nel nostro passato. Dovremmo invece celebrare la nostra libertà e la grazia che l'ha generata: "La grazia del Signore nostro ha sovrabbondato insieme alla fede e alla carità che è in Cristo Gesù" (v.14, MSG).
"L'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato" (Romani 5,5). Ma l'amore cristiano è molto più di un'emozione. Non è vittima delle nostre emozioni, ma servitore della nostra volontà. L'amore è probabilmente 10% emozione, 20% comprensione e 70% volontà.
Paolo diviene esempio per tutti quelli che nei secoli avrebbero creduto in Gesù Cristo e ricevuto la vita eterna (1 Timòteo 1,16). L'atto di fede è credere in Gesù.
Un atto iniziale che deve essere seguito da una vita di fede. Per questo Paolo esorta Timòteo a combattere "la buona battaglia, conservando la fede" (vv.18-19). Mette in guardia da altri che "hanno fatto naufragio nella fede" (v.19). Questo consiglio ci ricorda quanto sia importante per tutti noi "seguire un Paolo" e "formare un Timòteo".
Preghiera
Signore, ti ringraziamo perché, sebbene Paolo fosse il "primo dei peccatori", lo hai liberato per vivere una vita d'amore. Grazie perché oggi puoi operare questo anche in me e in tutti coloro che ripongono la loro fede in Gesù.
Geremia 32,26-34,22
26 Allora mi fu rivolta questa parola del Signore: 27 "Ecco, io sono il Signore, Dio di ogni essere vivente; c'è forse qualcosa di impossibile per me? 28 Pertanto dice il Signore: Ecco, io darò questa città in mano ai Caldei e a Nabucodònosor, re di Babilonia, il quale la prenderà. 29 Vi entreranno i Caldei che combattono contro di essa, bruceranno questa città con il fuoco e la daranno alle fiamme, con le case sulle cui terrazze si offriva incenso a Baal e si facevano libagioni agli altri dèi per provocarmi.
30 I figli d'Israele e i figli di Giuda hanno fatto soltanto quello che è male ai miei occhi fin dalla loro giovinezza; i figli d'Israele hanno soltanto saputo offendermi con il lavoro delle loro mani. Oracolo del Signore. 31 Poiché causa della mia ira e del mio sdegno è stata questa città, da quando la edificarono fino ad oggi; io la farò scomparire dalla mia presenza, 32 a causa di tutto il male che i figli d'Israele e i figli di Giuda commisero per provocarmi, essi, i loro re, i loro capi, i loro sacerdoti e i loro profeti, gli uomini di Giuda e gli abitanti di Gerusalemme. 33 A me rivolsero le spalle, non la faccia; io li istruivo con continua premura, ma essi non mi ascoltarono né appresero la correzione. 34 Essi collocarono i loro idoli abominevoli nel tempio sul quale è invocato il mio nome, per contaminarlo; 35 costruirono le alture di Baal nella valle di Ben-Innòm, per far passare attraverso il fuoco i loro figli e le loro figlie in onore di Moloc, cosa che io non avevo mai comandato loro - anzi non avevo mai pensato di far praticare questo abominio -, e tutto questo per indurre Giuda a peccare".
36 Perciò così dice il Signore, Dio d'Israele, riguardo a questa città che voi dite sarà data in mano al re di Babilonia per mezzo della spada, della fame e della peste: 37 "Ecco, li radunerò da tutti i paesi nei quali li ho dispersi nella mia ira, nel mio furore e nel mio grande sdegno; li farò tornare in questo luogo e li farò abitare tranquilli. 38 Essi saranno il mio popolo e io sarò il loro Dio. 39 Darò loro un solo cuore e un solo modo di comportarsi, perché mi temano tutti i giorni, per il loro bene e per quello dei loro figli dopo di loro. 40 Concluderò con loro un'alleanza eterna e non cesserò più dal beneficarli; metterò nei loro cuori il mio timore, perché non si allontanino da me. 41 Proverò gioia nel beneficarli; li farò risiedere stabilmente in questo paese, e lo farò con tutto il cuore e con tutta l'anima.
42 Poiché così dice il Signore: Come ho mandato su questo popolo tutto questo grande male, così io manderò su di loro tutto il bene che ho loro promesso. 43 E compreranno campi in questa terra, di cui voi dite: È una desolazione, senza uomini e senza bestiame, abbandonata com'è in mano ai Caldei. 44 Essi si compreranno campi con denaro, stenderanno contratti e li sigilleranno e si chiameranno testimoni nella terra di Beniamino e nei dintorni di Gerusalemme, nelle città di Giuda e nelle città della montagna e nelle città della Sefela e nelle città del Negheb, perché cambierò la loro sorte". Oracolo del Signore".
Promessa di restaurazione
33 La parola del Signore fu rivolta una seconda volta a Geremia, mentre egli era ancora chiuso nell'atrio della prigione: 2 "Così dice il Signore, che ha fatto la terra e l'ha formata per renderla stabile, e il cui nome è Signore: 3 Invocami, e io ti risponderò e ti annuncerò cose grandi e impenetrabili, che non conosci. 4 Poiché dice il Signore, Dio d'Israele: Le case di questa città e i palazzi dei re di Giuda saranno demoliti dalle macchine di assedio e dalle armi 5 dei Caldei venuti a fare guerra, e saranno riempite dei cadaveri di quanti ho colpito nella mia ira e nel mio furore, poiché ho nascosto il volto a questa città per tutta la sua malvagità.
6 Ma ecco, io farò rimarginare la loro piaga, li curerò e li risanerò; procurerò loro abbondanza di pace e di sicurezza. 7 Cambierò la sorte di Giuda e la sorte d'Israele e li ristabilirò come al principio. 8 Li purificherò da tutti i crimini di cui si sono resi colpevoli contro di me e perdonerò tutte le iniquità commesse ribellandosi contro di me. 9 E questo sarà per me titolo di gioia, di lode e di gloria tra tutti i popoli della terra, quando udranno tutto il bene che io faccio loro, e si stupiranno e fremeranno per tutto il bene e per tutta la pace che concederò loro.
10 Così dice il Signore: Di questo luogo voi dite: "È desolato, senza uomini e senza bestiame"; ma si udranno ancora nelle città di Giuda e nelle strade di Gerusalemme, ora desolate, senza uomini, senza abitanti e senza bestiame, 11 il canto della gioia e dell'allegria, il canto dello sposo e il canto della sposa, e la voce di coloro che cantano:
"Rendete grazie al Signore degli eserciti,
perché il suo amore è per sempre",
e porteranno sacrifici di ringraziamento nel tempio del Signore.
Sì, io ristabilirò la sorte di questo paese come era al principio, dice il Signore.
12 Così dice il Signore degli eserciti: In questo luogo desolato, senza uomini e senza bestiame, e in tutte le sue città, vi saranno ancora dei pascoli dove i pastori faranno riposare le greggi, 13 e nelle città della montagna e della Sefela, nelle città del Negheb e di Beniamino, nei dintorni di Gerusalemme e nelle città di Giuda passeranno ancora le pecore sotto la mano di chi le conta, dice il Signore.
14 Ecco, verranno giorni - oracolo del Signore - nei quali io realizzerò le promesse di bene che ho fatto alla casa d'Israele e alla casa di Giuda.
15 In quei giorni e in quel tempo
farò germogliare per Davide un germoglio giusto,
che eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra.
16 In quei giorni Giuda sarà salvato
e Gerusalemme vivrà tranquilla,
e sarà chiamata:
Signore-nostra-giustizia.
17 Infatti così dice il Signore: Non mancherà a Davide un discendente che sieda sul trono della casa d'Israele; 18 ai sacerdoti leviti non mancherà mai chi stia davanti a me per offrire olocausti, per bruciare l'incenso in offerta e compiere sacrifici tutti i giorni".
19 Fu rivolta poi a Geremia questa parola del Signore: 20 "Dice il Signore: Se voi potete infrangere la mia alleanza con il giorno e la mia alleanza con la notte, in modo che non vi siano più giorno e notte, 21 allora potrà essere infranta anche la mia alleanza con il mio servo Davide, in modo che non abbia più un figlio che regni sul suo trono, e quella con i leviti sacerdoti che mi servono. 22 Come non si può contare l'esercito del cielo né misurare la sabbia del mare, così io moltiplicherò la discendenza di Davide, mio servo, e i leviti che mi servono".
23 Fu rivolta a Geremia questa parola del Signore: 24 "Non hai osservato ciò che questo popolo va dicendo? Essi dicono: "Il Signore ha rigettato le due famiglie che si era scelte!". Così disprezzano il mio popolo, quasi che non sia più una nazione ai loro occhi. 25 Dice il Signore: Se non sussistesse più la mia alleanza con il giorno e con la notte, se non avessi stabilito io le leggi del cielo e della terra, 26 in tal caso potrei rigettare la discendenza di Giacobbe e del mio servo Davide, così da non prendere più dai loro discendenti coloro che governeranno sulla discendenza di Abramo, di Isacco e di Giacobbe. Invece io cambierò la loro sorte e avrò pietà di loro".
Sorte del re Sedecìa
34 Parola che fu rivolta dal Signore a Geremia, quando Nabucodònosor, re di Babilonia, e tutto il suo esercito e tutti i regni della terra sotto il suo dominio e tutti i popoli combattevano contro Gerusalemme e tutte le sue città: 2 "Così dice il Signore, Dio d'Israele: Va' a parlare a Sedecìa, re di Giuda e digli: Così parla il Signore: Ecco, io consegno questa città in mano al re di Babilonia, che la darà alle fiamme. 3 Non scamperai dalla sua mano, ma sarai preso e consegnato in suo potere. I tuoi occhi fisseranno gli occhi del re di Babilonia, ti parlerà faccia a faccia e poi andrai a Babilonia.
4 Tuttavia ascolta, o Sedecìa, re di Giuda, la parola del Signore! Così dice il Signore a tuo riguardo: Non morirai di spada! 5 Morirai in pace e come si bruciarono aromi per i tuoi padri, gli antichi re di Giuda che furono prima di te, così si bruceranno anche per te e si farà il lamento dicendo: "Ahimè, Signore!". Io l'ho detto". Oracolo del Signore.
6 Il profeta Geremia riferì a Sedecìa, re di Giuda, tutte queste parole a Gerusalemme. 7 Frattanto l'esercito del re di Babilonia muoveva guerra a Gerusalemme e a tutte le città di Giuda che ancora rimanevano, Lachis e Azekà, poiché fra le città di Giuda erano rimaste solo queste fortezze.
Liberazione degli schiavi
8 Questa parola fu rivolta a Geremia dal Signore, dopo che il re Sedecìa aveva concluso un patto con tutto il popolo che si trovava a Gerusalemme, per proclamare la libertà degli schiavi 9 e per rimandare liberi ognuno il suo schiavo ebreo e la sua schiava ebrea, così da non tenere più in schiavitù un fratello giudeo. 10 Tutti i capi e tutto il popolo, che avevano aderito al patto, acconsentirono a rimandare liberi ognuno il proprio schiavo e la propria schiava, così da non costringerli più alla schiavitù: acconsentirono dunque e li rimandarono effettivamente; 11 ma dopo mutarono parere e ripresero gli schiavi e le schiave che avevano rimandato liberi e li ridussero di nuovo in schiavitù.
12 Allora questa parola del Signore fu rivolta a Geremia: 13 "Così dice il Signore, Dio d'Israele: Io ho concluso un patto con i vostri padri quando li ho fatti uscire dalla terra d'Egitto, liberandoli da quella condizione servile. Ho detto loro: 14 "Alla fine di ogni sette anni ognuno lascerà andare il proprio fratello ebreo che si sarà venduto a te; ti servirà sei anni, poi lo lascerai andare via da te libero". Ma i vostri padri non mi ascoltarono e non prestarono orecchio. 15 Voi oggi vi eravate ravveduti e avevate fatto ciò che è retto ai miei occhi, proclamando ciascuno la libertà del suo fratello; avevate concluso un patto davanti a me, nel tempio in cui è invocato il mio nome. 16 Ma poi avete mutato di nuovo parere, avete profanato il mio nome e avete ripreso gli schiavi e le schiave, che avevate rimandati liberi secondo il loro desiderio, e li avete costretti a essere ancora vostri schiavi e vostre schiave.
17 Perciò dice il Signore: Voi non mi avete ascoltato e non avete proclamato ognuno la libertà del suo fratello e del suo prossimo: ora, ecco, io affiderò la vostra liberazione - oracolo del Signore - alla spada, alla peste e alla fame e vi renderò un esempio terrificante per tutti i regni della terra. 18 Gli uomini che hanno trasgredito il mio patto, non attuando le clausole del patto stabilite in mia presenza, io li renderò come il vitello che tagliarono in due passando fra le sue metà. 19 I capi di Giuda, i capi di Gerusalemme, i cortigiani, i sacerdoti e tutto il popolo del paese, che passarono attraverso le due metà del vitello, 20 li darò in mano ai loro nemici e a quanti vogliono la loro vita; i loro cadaveri saranno pasto per gli uccelli del cielo e per le bestie della terra.
21 Darò Sedecìa, re di Giuda, e i suoi capi in mano ai loro nemici, a quanti vogliono la loro vita, e in mano all'esercito del re di Babilonia, che ora si è allontanato da voi. 22 Ecco, io darò un ordine - oracolo del Signore - e li farò tornare verso questa città, la assaliranno, la prenderanno e la daranno alle fiamme, e renderò le città di Giuda desolate, senza abitanti".
Commento
Riporre la nostra fede in Gesù
Billy Graham ha detto: "La cosa che ami di più nella vita, sport, piacere, affari o Dio, quella è il tuo dio!" La tentazione costante del mondo è di dividere i nostri cuori. Ma Dio cerca coloro che hanno un cuore integro. Con tutto il suo cuore e tutta la sua anima, prova gioia nel farci del bene (32,41). Per questo siamo invitati a ricambiare il suo amore servendolo con il nostro cuore e tutta la nostra anima, con integrità di cuore e di azione.
L'amore di Dio dura in eterno (33,11). Egli ci ama. Desidera che camminiamo in stretta relazione con lui. Il suo popolo lo ha deluso. Dice: "A me rivolsero le spalle, non la faccia" (32,33, MSG). Desidera donarci "un solo cuore e un solo modo di comportarsi" (v.39).
Nel suo amore per noi, Dio vuole comunicare con noi: "Invocami, e io ti risponderò e ti annuncerò cose grandi e impenetrabili" (33,3). Vuole donarci salute e guarigione (v.6a), pace e sicurezza (v.6b). Vuole purificarci da tutti i peccati che abbiamo commesso e perdonarci completamente (v.8).
Desidera per noi la libertà dalla prigionia, "il canto della gioia e dell'allegria" (v.11). Tutto questo si tradurrà in gioia, lode, gloria e pace (v.9) e porterà al ringraziamento: "Rendete grazie al Signore degli eserciti, perché il suo amore è per sempre" (v.11).
Dio vuole che il suo popolo sia libero. Geremia, invece, è rinchiuso in prigione (v.1). Dio vuole liberare il suo popolo dalla prigionia dell'esilio in cui sta per andare. In termini neotestamentari, questa liberazione e redenzione dall'esilio si compirà nella pienezza attraverso la fede in Gesù e la libertà che egli porta dalla prigionia del peccato.
Ma Dio è attento anche alla prigionia fisica e considera la schiavitù come un male terribile. Nell'Antico Testamento troviamo alcuni accenni di disapprovazione di Dio per la schiavitù. A Geremia, dice "di proclamare la libertà degli schiavi" (34,8). Inizialmente, il popolo obbedisce e libera gli schiavi, ma poi ci ripensa e li fa ritornare in schiavitù (vv.10-11). Ma Dio non è contento e disapprova fortemente le loro azioni.
Dice: "Voi non mi avete ascoltato e non avete proclamato ognuno la libertà del suo fratello e del suo prossimo: ora, ecco, io affiderò la vostra liberazione… alla spada, alla peste e alla fame" (v.17). Questa "libertà" è la falsa libertà che vediamo spesso nel mondo di oggi. La libertà di peccare porta alla distruzione. Una libertà totalmente diversa da quella che Dio vuole portare nella vostra vita, la quale è vita, fede e amore. Questa è la vera libertà.
Preghiera
Signore, grazie per la libertà che porti nella mia vita. Oggi desidero invocarti e sentire la tua voce, per comprendere cose grandi e imperscrutabili. Aiutami a servirti con sincerità di cuore e di azione, a renderti grazie per tutta la tua bontà e per il tuo amore che dura in eterno.
La moglie di Nicky dice
Il Signore dice: "C'è forse qualcosa di impossibile per me?" (Geremia 32,27) Sentire questo è così incoraggiante, specialmente nelle situazioni più importanti della vita.
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Riferimenti
Salvo diversa indicazione, le citazioni delle Scritture sono tratte dalla Sacra Bibbia Italiana Cattolica, testo CEI 2008 a cura della Conferenza Episcopale Italiana. Utilizzata con permesso.
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Per ulteriori approfondimenti e/o proseguimento della lettura della Bibbia si rimanda al sito ufficiale BibbiaEdu nonché all’app La Sacra Bibbia.
P. T. Forsyth, quoted in David Pawson, A Commentary on Acts (Anchor Recordings Lid, 2014), p.47.
Bill Graham, The Quotable Billy Graham (Droke House, 1966).
Le citazioni della Scrittura indicate con (MSG, AMP, NIVUK, NKJV, NLT, ecc.) riportano comunque il testo CEI®.
Indicano i testi qui di seguito elencati a cui si rimanda per ulteriori approfondimenti.
NIV - New International Version Anglicised - Copyright © 1979, 1984, 2011 Biblica, già International Bible Society
MSG - The Message - Copyright © 1993, 1994, 1995, 1996, 2000, 2001, 2002.
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