Giorno 294

Momenti bui

Sapienziali Salmi 119,65-72
Nuovo Testamento 1 Timòteo 5,1-6,2
Antico Testamento Geremia 43,1-45,5

Introduzione

Smith Wigglesworth nacque in una famiglia molto povera dello Yorkshire l'8 giugno 1859. Da bambino lavorava nei campi raccogliendo rape assieme alla madre. Rimase analfabeta fino a quando, all'età di ventitré anni, sua moglie Polly gli insegnò a leggere. Spesso diceva che la Bibbia era l'unico libro che avesse mai letto.

Di mestiere faceva l'idraulico, un lavoro che dovette abbandonare presto per dedicarsi ad un ministero di predicazione e guarigione. I racconti su di lui sono straordinari. Grazie al suo ministero, molte persone furono guarite e alcune addirittura risuscitate da morte. Ma a queste cose Smith non dava molta importanza. Diceva che avrebbe preferito vedere una persona salvata grazie alla sua predicazione piuttosto che 10.000 guarite.

Per Smith Wigglesworth, la vita non fu facile. Attraversò momenti molto bui. Ha scritto: "La grande fede è il prodotto di grandi lotte. Le grandi testimonianze sono il risultato di grandi prove. I grandi trionfi possono nascere solo da grandi prove".

La Bibbia è un testo molto concreto. Viviamo tutti in un mondo difficile e decaduto. Tutti attraversiamo momenti bui e per alcuni le circostanze di vita sono a volte molto difficili.

Sapienziali

Salmi 119,65-72

Tet

65 Hai fatto del bene al tuo servo,
   secondo la tua parola, Signore.
66 Insegnami il gusto del bene e la conoscenza,
   perché ho fiducia nei tuoi comandi.
67 Prima di essere umiliato andavo errando,
   ma ora osservo la tua promessa.
68 Tu sei buono e fai il bene:
   insegnami i tuoi decreti.
69 Gli orgogliosi mi hanno coperto di menzogne,
   ma io con tutto il cuore custodisco i tuoi precetti.
70 Insensibile come il grasso è il loro cuore:
   nella tua legge io trovo la mia delizia.
71 Bene per me se sono stato umiliato,
   perché impari i tuoi decreti.
72 Bene per me è la legge della tua bocca,
   più di mille pezzi d'oro e d'argento.

Commento

Vedere i tempi difficili come scuola di formazione di Dio

La sofferenza non è mai buona di per sé, ma Dio è in grado di usarla per il bene (Romani 8,28). A volte Dio usa la nostra sofferenza per formarci, proprio come il giardiniere pota la vite (Giovanni 15,2), i genitori educano i figli (Ebrei 12,9) e l'artigiano purifica l'argento e l'oro nel fuoco (1 Pietro 1,6-7).

Il salmista scrive: "Insegnami il gusto del bene e la conoscenza... Prima di essere umiliato andavo errando, ma ora osservo la tua promessa... insegnami i tuoi decreti" (Salmi 119,66-68, MSG). Nei momenti bui, non dovremmo mai smettere di dubitare della bontà di Dio. Dovremmo invece vedere tutto questo come scuola di formazione di Dio.

Le critiche ingiuste, ad esempio, sono difficili da accettare. Il salmista scrive: "Gli orgogliosi mi hanno coperto di menzogne, ma io con tutto il cuore custodisco i tuoi precetti" (v.69, MSG). Gli attacchi a volte provengono da coloro il cui cuore è "insensibile come il grasso". Eppure, anche in mezzo a questo, possiamo trovare "delizia" nelle parole di Dio (v.70).

Il salmista si rende conto che Dio si è effettivamente servito dei suoi problemi, delle sue afflizioni e delle sue sofferenze: "Bene per me se sono stato umiliato, perché impari i tuoi decreti. Bene per me è la legge della tua bocca, più di mille pezzi d'oro e d'argento" (vv.71-72, MSG).

Preghiera

Signore, ti prego di insegnarmi "il gusto del bene e la conoscenza" (v.66). Grazie perché, se guardo indietro nella mia vita, mi accorgo di come hai usato anche i miei momenti più bui. Grazie perché le parole della tua bocca sono più preziose di mille pezzi d'oro e d'argento.

Nuovo Testamento

1 Timòteo 5,1-6,2

Istruzioni alle vedove

5 Non rimproverare duramente un anziano, ma esortalo come fosse tuo padre, i più giovani come fratelli, 2 le donne anziane come madri e le più giovani come sorelle, in tutta purezza.

3 Onora le vedove, quelle che sono veramente vedove; 4 ma se una vedova ha figli o nipoti, essi imparino prima ad adempiere i loro doveri verso quelli della propria famiglia e a contraccambiare i loro genitori: questa infatti è cosa gradita a Dio. 5 Colei che è veramente vedova ed è rimasta sola, ha messo la speranza in Dio e si consacra all'orazione e alla preghiera giorno e notte; 6 al contrario, quella che si abbandona ai piaceri, anche se vive, è già morta. 7 Raccomanda queste cose, perché siano irreprensibili. 8 Se poi qualcuno non si prende cura dei suoi cari, soprattutto di quelli della sua famiglia, costui ha rinnegato la fede ed è peggiore di un infedele.

9 Una vedova sia iscritta nel catalogo delle vedove quando abbia non meno di sessant'anni, sia moglie di un solo uomo, 10 sia conosciuta per le sue opere buone: abbia cioè allevato figli, praticato l'ospitalità, lavato i piedi ai santi, sia venuta in soccorso agli afflitti, abbia esercitato ogni opera di bene.

11 Le vedove più giovani non accettarle, perché, quando vogliono sposarsi di nuovo, abbandonano Cristo 12 e si attirano così un giudizio di condanna, perché infedeli al loro primo impegno. 13 Inoltre, non avendo nulla da fare, si abituano a girare qua e là per le case e sono non soltanto oziose, ma pettegole e curiose, parlando di ciò che non conviene. 14 Desidero quindi che le più giovani si risposino, abbiano figli, governino la loro casa, per non dare ai vostri avversari alcun motivo di biasimo. 15 Alcune infatti si sono già perse dietro a Satana.

16 Se qualche donna credente ha con sé delle vedove, provveda lei a loro, e il peso non ricada sulla Chiesa, perché questa possa venire incontro a quelle che sono veramente vedove.

Esortazioni ai presbìteri

17 I presbìteri che esercitano bene la presidenza siano considerati meritevoli di un duplice riconoscimento, soprattutto quelli che si affaticano nella predicazione e nell'insegnamento. 18 Dice infatti la Scrittura: Non metterai la museruola al bue che trebbia, e: Chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. 19 Non accettare accuse contro un presbìtero se non vi sono due o tre testimoni. 20 Quelli poi che risultano colpevoli, rimproverali alla presenza di tutti, perché anche gli altri abbiano timore. 21 Ti scongiuro davanti a Dio, a Cristo Gesù e agli angeli eletti, di osservare queste norme con imparzialità e di non fare mai nulla per favorire qualcuno.

22 Non aver fretta di imporre le mani ad alcuno, per non farti complice dei peccati altrui. Consèrvati puro!

23 Non bere soltanto acqua, ma bevi un po' di vino, a causa dello stomaco e dei tuoi frequenti disturbi.

24 I peccati di alcuni si manifestano prima del giudizio, e di altri dopo; 25 così anche le opere buone vengono alla luce, e quelle che non lo sono non possono rimanere nascoste.

6 Quelli che si trovano sotto il giogo della schiavitù, stimino i loro padroni degni di ogni rispetto, perché non vengano bestemmiati il nome di Dio e la dottrina. 2 Quelli invece che hanno padroni credenti, non manchino loro di riguardo, perché sono fratelli, ma li servano ancora meglio, proprio perché quelli che ricevono i loro servizi sono credenti e amati da Dio. Questo devi insegnare e raccomandare.

Commento

Prendersi cura di chi sta attraversando momenti bui

La Bibbia è un libro molto pratico. Paolo dà a Timòteo indicazioni accurate e pratiche su come prendersi cura di coloro che nella congregazione stanno attraversando momenti difficili.

  1. Prendersi cura degli anziani e dei giovani

    Paolo dice che dovremmo trattare coloro che sono più anziani di noi con il rispetto che daremmo ai nostri genitori, e trattare quelli più giovani come nostri fratelli e sorelle (vv.1-2). Una volta qualcuno ha detto che molti uomini dovrebbero mettere questo versetto come screensaver sul proprio computer: "Le donne anziane come madri e le più giovani come sorelle, in tutta purezza" (v.2).

  2. Prendersi cura dei bisognosi

    La Chiesa deve provvedere alle vedove che non hanno una famiglia che le mantenga: "Onora le vedove, quelle che sono veramente vedove" (v.3). Quelle che hanno una famiglia dovrebbero essere sostenute dalla famiglia, se possibile (v.4).

  3. Prendersi cura della famiglia allargata

    Paolo fa un'osservazione di grande rilevanza ancora oggi. Non solo abbiamo il dovere di provvedere al nostro coniuge e ai nostri figli, ma anche di provvedere alla nostra "famiglia allargata", ai nostri genitori e ai nostri nonni (vv.7-8).

  4. Prendersi cura dei leader

    La Chiesa dovrebbe provvedere anche a coloro che "esercitano bene la presidenza… soprattutto quelli che si affaticano nella predicazione e nell'insegnamento" (v.17). "Chi lavora ha diritto alla sua ricompensa" (v.18, NLT). Dovremmo inoltre fare attenzione a non accogliere reclami contro di loro: "Non accettare accuse contro un presbìtero se non vi sono due o tre testimoni" (v.19, MSG). Tuttavia, per coloro che occupano una posizione di leadership, le conseguenze del peccato sono maggiori (v.20). Per questo Paolo avverte di "osservare queste norme" (v.21, MSG).

  5. Prendersi cura di se stessi

    Timòteo soffre di problemi di stomaco e "frequenti disturbi" (v.23). Paolo se ne prende cura e gli dà alcuni consigli pratici (che possono suonare strani al giorno d'oggi). "Non bere soltanto acqua, ma bevi un po' di vino, a causa dello stomaco e dei tuoi frequenti disturbi" (v.23).

  6. Prendersi cura del proprio posto di lavoro

    Questa lettera fu scritta in un'epoca in cui i cristiani non erano in grado di opporsi alla schiavitù. Erano una piccola minoranza in un impero in cui un'alta percentuale della popolazione era costituita da schiavi. Paolo non sta approvando la schiavitù. Sta offrendo alcuni consigli pratici su come vivere in circostanze tutt'altro che ideali. In qualsiasi circostanza ci troviamo, per quanto dura possa essere la vita, la nostra preoccupazione deve essere sempre per il "nome di Dio" (6,1).

Preghiera

Signore, ti prego di aiutarci come Chiesa a prenderci cura di coloro che stanno attraversando momenti difficili. Rendici una comunità che si prende cura dei bisognosi, dei malati e degli oppressi, seguendo le orme di Gesù.

Antico Testamento

Geremia 43,1-45,5

43 Quando Geremia finì di riferire a tutto il popolo tutte le parole del Signore, loro Dio - tutte quelle parole per cui il Signore lo aveva inviato a loro -, 2 Azaria, figlio di Osaià, e Giovanni, figlio di Karèach, e tutti quegli uomini superbi e ribelli dissero a Geremia: "Una menzogna stai dicendo! Non ti ha inviato il Signore, nostro Dio, a dirci: "Non andate in Egitto per dimorarvi"; 3 ma Baruc, figlio di Neria, ti istiga contro di noi per consegnarci nelle mani dei Caldei, perché ci uccidano e ci deportino a Babilonia".

4 Pertanto Giovanni, figlio di Karèach, e tutti i capi delle bande armate e tutto il popolo non obbedirono all'invito del Signore di rimanere nel paese di Giuda. 5 Così Giovanni, figlio di Karèach, e tutti i capi delle bande armate raccolsero tutti i superstiti di Giuda, che erano ritornati per abitare nella terra di Giuda da tutte le regioni in mezzo alle quali erano stati dispersi, 6 uomini, donne, bambini, le figlie del re e tutte le persone che Nabuzaradàn, capo delle guardie, aveva lasciato con Godolia, figlio di Achikàm, figlio di Safan, insieme con il profeta Geremia e con Baruc, figlio di Neria, 7 e andarono nella terra d'Egitto, non avendo dato ascolto alla voce del Signore, e giunsero fino a Tafni.

8 Allora la parola del Signore fu rivolta a Geremia a Tafni: 9 "Prendi in mano grandi pietre e sotterrale nel fango nel terreno argilloso all'ingresso della casa del faraone a Tafni, sotto gli occhi dei Giudei. 10 Quindi dirai loro: Dice il Signore degli eserciti, Dio d'Israele: Ecco, io manderò a prendere Nabucodònosor, re di Babilonia, mio servo; egli porrà il trono su queste pietre che hai sotterrato e stenderà il baldacchino sopra di esse. 11 Verrà infatti e colpirà la terra d'Egitto, mandando a morte chi è destinato alla morte, alla schiavitù chi è destinato alla schiavitù e uccidendo di spada chi è destinato alla spada. 12 Darà alle fiamme i templi degli dèi d'Egitto, li brucerà e porterà gli dèi in esilio, spidocchierà la terra d'Egitto come un pastore pulisce dai pidocchi il mantello, poi se ne andrà indisturbato. 13 Frantumerà gli obelischi del tempio del Sole nella terra d'Egitto e darà alle fiamme i templi degli dèi d'Egitto".

Disputa di Geremia con i Giudei in Egitto

44 Questa parola fu rivolta a Geremia per tutti i Giudei che abitavano nel paese d'Egitto, a Migdol, a Tafni, a Menfi e nella regione di Patros. 2 "Così dice il Signore degli eserciti, Dio d'Israele: Voi avete visto tutte le sventure che ho mandato su Gerusalemme e su tutte le città di Giuda; eccole oggi una desolazione, senza abitanti, 3 a causa delle iniquità che commisero per provocarmi, andando a offrire incenso e a venerare altri dèi, che né loro conoscevano né voi né i vostri padri conoscevate. 4 Vi ho inviato con assidua premura tutti i miei servi, i profeti, per dirvi: "Non fate questa cosa abominevole che io ho in odio!". 5 Ma essi non mi ascoltarono, non prestarono orecchio e non abbandonarono la loro iniquità cessando dall'offrire incenso ad altri dèi. 6 Perciò la mia ira e il mio furore si riversarono e divamparono come fuoco nelle città di Giuda e nelle strade di Gerusalemme, ed esse divennero un deserto e una desolazione, come sono ancora oggi.

7 Dice dunque il Signore, Dio degli eserciti, Dio d'Israele: Perché voi fate un male così grave contro voi stessi, tanto da farvi sterminare di mezzo a Giuda, uomini e donne, bambini e lattanti, in modo che non rimanga di voi neppure un resto? 8 Perché mi provocate con l'opera delle vostre mani, offrendo incenso a divinità straniere nella terra d'Egitto, dove siete venuti a dimorare, in modo da farvi sterminare e da divenire oggetto di esecrazione e di obbrobrio tra tutte le nazioni della terra? 9 Avete forse dimenticato le iniquità dei vostri padri, le iniquità dei re di Giuda, le iniquità dei vostri capi, le vostre iniquità e quelle delle vostre donne, compiute nella terra di Giuda e per le strade di Gerusalemme? 10 Fino ad oggi essi non ne hanno sentito rimorso, non hanno provato timore e non hanno camminato secondo la legge e i decreti che io ho posto davanti a voi e ai vostri padri.

11 Perciò dice il Signore degli eserciti, Dio d'Israele: Ecco, io rivolgo la faccia contro di voi a vostra sventura e per distruggere tutto Giuda. 12 Prenderò il resto di Giuda, che ha deciso di andare a dimorare nella terra d'Egitto; essi periranno tutti nella terra d'Egitto, cadranno di spada e periranno di fame, piccoli e grandi, moriranno di spada e di fame e saranno oggetto di maledizione e di orrore, di esecrazione e di obbrobrio. 13 Punirò coloro che dimorano nella terra d'Egitto, come ho punito Gerusalemme con la spada, la fame e la peste. 14 Nessuno scamperà né sfuggirà fra il resto di Giuda che è venuto a dimorare qui nella terra d'Egitto con la speranza di tornare nella terra di Giuda, dove essi desiderano ritornare ad abitare; essi non vi ritorneranno mai, eccettuati pochi fuggiaschi".

15 Allora tutti gli uomini che sapevano che le loro donne avevano bruciato incenso a divinità straniere, e tutte le donne che erano presenti, una grande folla, e tutto il popolo che dimorava nel paese d'Egitto e a Patros, risposero a Geremia: 16 "Quanto all'ordine che ci hai comunicato in nome del Signore, noi non ti vogliamo dare ascolto; 17 anzi decisamente eseguiremo tutto ciò che abbiamo promesso, cioè bruceremo incenso alla regina del cielo e le offriremo libagioni come abbiamo già fatto noi, i nostri padri, i nostri re e i nostri capi nelle città di Giuda e per le strade di Gerusalemme. Allora avevamo pane in abbondanza, eravamo felici e non vedemmo alcuna sventura; 18 ma, da quando abbiamo cessato di bruciare incenso alla regina del cielo e di offrirle libagioni, abbiamo sofferto carestia di tutto e siamo stati sterminati dalla spada e dalla fame".

19 E le donne aggiunsero: "Quando noi donne bruciamo incenso alla regina del cielo e le offriamo libagioni, forse che prepariamo per lei focacce con la sua immagine e le offriamo libagioni senza il consenso dei nostri mariti?".

20 Geremia disse a tutto il popolo, agli uomini e alle donne e a tutta la gente che gli avevano risposto in quel modo: 21 "Forse che il Signore non si ricorda e non ha più in mente l'incenso che voi bruciavate nelle città di Giuda e per le strade di Gerusalemme, voi e i vostri padri, i vostri re e i vostri capi e il popolo del paese? 22 Il Signore non ha più potuto sopportare la malvagità delle vostre azioni né le cose abominevoli che avete commesso. Per questo la vostra terra è divenuta un deserto, oggetto di orrore e di esecrazione, senza abitanti, come oggi si vede. 23 Per il fatto che voi avete bruciato incenso e avete peccato contro il Signore, non avete ascoltato la voce del Signore e non avete camminato secondo la sua legge, i suoi decreti e i suoi statuti, per questo vi è capitata questa sventura, come oggi si vede".

24 Geremia disse a tutto il popolo e a tutte le donne: "Ascoltate la parola del Signore, voi tutti di Giuda che siete nella terra d'Egitto. 25 Dice il Signore degli eserciti, Dio d'Israele: Voi donne lo avete affermato con la bocca e compiuto con le vostre mani, affermando: "Noi adempiremo tutti i voti che abbiamo fatto di offrire incenso alla regina del cielo e di offrirle libagioni"!

Adempite pure i vostri voti e fate pure le vostre libagioni. 26 Tuttavia ascoltate la parola del Signore, voi tutti di Giuda che abitate nella terra d'Egitto. Ecco, io giuro per il mio nome grande, dice il Signore. Mai più il mio nome sarà pronunciato in tutta la terra d'Egitto dalla bocca di un uomo di Giuda che possa dire: "Per la vita del Signore Dio!". 27 Ecco, veglierò su di loro per la loro disgrazia e non per il loro bene. Tutti gli uomini di Giuda che si trovano nella terra d'Egitto periranno di spada e di fame, fino al loro sterminio. 28 Gli scampati dalla spada torneranno dalla terra d'Egitto nella terra di Giuda molto scarsi di numero. Tutto il resto di Giuda, che è andato a dimorare nella terra d'Egitto, saprà quale parola si avvererà, se la mia o la loro.

29 Sarà per voi il segno - oracolo del Signore - che io vi punirò in questo luogo, perché sappiate che le mie parole si avverano sul serio contro di voi, per vostra disgrazia. 30 Così dice il Signore: Ecco, io metterò il faraone Cofra, re d'Egitto, in mano ai suoi nemici e a coloro che vogliono la sua vita, come ho messo Sedecìa, re di Giuda, in mano a Nabucodònosor, re di Babilonia, suo nemico, che attentava alla sua vita".

Promessa per Baruc

45 Questa è la parola che il profeta Geremia comunicò a Baruc, figlio di Neria, quando egli scriveva queste parole in un libro sotto la dettatura di Geremia nel quarto anno di Ioiakìm, figlio di Giosia, re di Giuda: 2 "Dice il Signore, Dio d'Israele, su di te, Baruc: 3 Tu hai detto: "Guai a me, poiché il Signore aggiunge tristezza al mio dolore. Io sono stanco dei miei gemiti e non trovo pace". 4 Dice il Signore: Ecco io abbatto ciò che ho edificato e sradico ciò che ho piantato; così per tutta la terra. 5 E tu vai cercando grandi cose per te? Non cercarle, poiché io manderò la sventura su ogni uomo. Oracolo del Signore. A te farò dono della tua vita come bottino, in tutti i luoghi dove tu andrai".

Commento

Rimanere fedeli a Dio nei momenti più bui

Madre Teresa ha detto: "Non sono chiamata ad avere successo, ma ad essere fedele".

A questo punto del suo ministero, Geremia ha probabilmente circa sessant'anni. Per quarantasette anni è stato profeta. Durante questo periodo, ha visto Gerusalemme andare in rovina. Ha diffuso fedelmente la parola di Dio, ma il suo messaggio è stato costantemente ignorato e respinto da coloro ai quali era stato inviato. Ha anche sofferto molto a causa della loro opposizione e disobbedienza. Tutto questo è sicuramente molto deludente e scoraggiante per lui.

Nonostante le sue profezie precedenti si siano avverate, il popolo si rifiuta di ascoltarlo. Geremia riferisce "tutte quelle parole per cui il Signore lo aveva inviato a loro" (43,1). Dice la verità, ma loro rispondono con la calunnia. Gli dicono: "Una menzogna stai dicendo!" (v.2)

Disobbedendo "all'invito del Signore" (v.4), entrano nella terra d'Egitto (v.7). Sebbene il Signore li avesse avvertiti "con assidua premura" (44,4), non ascoltano e non prestano "orecchio" (v.5). A Geremia dicono: "Noi non ti vogliamo dare ascolto" (v.16). Il messaggio di Geremia viene apertamente contraddetto da coloro che lo ascoltano.

Il ministero di Geremia potrebbe sembrare un fallimento. Ancora una volta si sente scoraggiato e deluso. Tuttavia, rimane fedele al compito che Dio gli ha affidato e consegna fedelmente le parole di Dio al popolo.

Nel capitolo 45, troviamo una situazione simile di scoraggiamento e delusione. Questa volta il protagonista è Baruc, collaboratore di Geremia. Nonostante il suo rango di nascita superiore, svolge un ruolo di secondo piano rispetto a Geremia. Il suo compito è di registrare le profezie di Geremia. Ma tutti i suoi sforzi non portano frutto e lui si dispera. Dice: "Guai a me, poiché il Signore aggiunge tristezza al mio dolore. Io sono stanco dei miei gemiti e non trovo pace" (45,3).

Ma il Signore risponde: "E tu vai cercando grandi cose per te? Non cercarle, poiché io manderò la sventura su ogni uomo" (v.5).

L'egocentrismo ed il cercare grandi cose per noi stessi è una tentazione frequente. Che si tratti di denaro, successo, posizione, fama, reputazione o rispettabilità, non dovremmo mai cercare nessuna di queste cose. In fin dei conti, non importa se la nostra vita può sembrare un fallimento e finisce in delusione. Ciò che conta è la fedeltà al Signore. Dio ricompenserà ogni persona in base alla sua fedeltà, non in base al suo successo apparente (vedi Matteo 25,14-30).

Con la nostra fedeltà, permettiamo a Dio di operare e di realizzare i suoi piani attraverso la nostra vita. Geremia e Baruc si sentono dei falliti, eppure poche persone nella storia hanno avuto un impatto più grande del loro. Le parole che hanno condiviso sono una parte fondamentale della rivelazione di Dio al mondo e contengono alcune delle più importanti profezie su Gesù dell'Antico Testamento. Quanti autori possono vantare un pubblico di miliardi di lettori da oltre 2.500 anni dopo la loro morte?

Preghiera

Signore, aiutami ad essere fedele nel seguirti a prescindere dai momenti difficili: afflizioni, momenti bui e difficoltà. Che io non cerchi mai grandi cose per me, ma di vedere il tuo nome glorificato.

La moglie di Nicky dice

1 Timòteo 5,1-2

"Non rimproverare duramente un anziano, ma esortalo come fosse tuo padre. Trattate... le donne anziane come madri".

Vorrei tanto che nella nostra società ci fosse più rispetto per gli anziani. Con la tecnologia che cambia, per loro non è così facile. I movimenti poi sono più lenti e dolorosi, e anche le cose semplici della vita diventano una lotta. La comunità cristiana è così importante e sta facendo un lavoro straordinario, ma c'è ancora molto da fare.

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