Sfidare le contraddizioni
Introduzione
Spesso mi capita di sentire alcune persone dire: "La Bibbia è piena di contraddizioni". In parte questo è vero. Nella Bibbia ci sono diversi aspetti che possono apparire contraddittori.
Quando nella lettura della Bibbia incontriamo delle contraddizioni, ciò che dovremmo fare è:
- cercare di inquadrare il significato di queste contraddizioni all'interno del messaggio della Bibbia nel suo complesso
- evitare mezzi artificiali di spiegazione
- essere pazienti, cioè disposti ad aspettare e accettare temporaneamente alcune questioni che al momento non comprendiamo.
Proverbi 26,3-12
3 La frusta per il cavallo, la cavezza per l'asino
e il bastone per la schiena degli stolti.
4 Non rispondere allo stolto secondo la sua stoltezza,
per non divenire anche tu simile a lui.
5 Rispondi allo stolto secondo la sua stoltezza,
perché egli non si creda saggio.
6 Si taglia i piedi e beve amarezze
chi invia messaggi per mezzo di uno stolto.
7 Come pendono le gambe da uno zoppo,
così una massima sulla bocca dello stolto.
8 Come chi lega una pietra alla fionda,
così chi attribuisce onori a uno stolto.
9 Come ramo spinoso in mano a un ubriaco,
così una massima sulla bocca dello stolto.
10 È come un arciere che colpisce a caso
chi paga lo stolto o stipendia il primo che passa.
11 Come il cane torna al suo vomito,
così lo stolto ripete le sue stoltezze.
12 Hai visto un uomo che è saggio ai suoi occhi?
C'è più da sperare da uno stolto che da lui.
Commento
Rispondere o non rispondere?
Le parole "sciocco", "stolto", "follia" ricorrono novantasei volte nel libro dei Proverbi. Lo stolto è l'opposto della persona saggia, tanto lodata dall'autore dei Proverbi.
Dice:
"Non rispondere allo stolto secondo la sua stoltezza, per non divenire anche tu simile a lui" (v.4).
"Rispondi allo stolto secondo la sua stoltezza, perché egli non si creda saggio" (v.5).
Questi due versetti appaiono del tutto in contraddizione. Il fatto però che siano riportati uno di seguito all'altro, e non in sezioni diverse della Bibbia, suggerisce che agli occhi dell'autore non c'è contraddizione.
Spesso le critiche che riceviamo sono giuste ed estremamente utili per imparare. Ma a volte le critiche provengono dall'ignoranza (dallo "stolto"). In questi casi come dovremmo reagire? Da un lato, non dovremmo rispondere perché, in un certo senso, è come scendere al livello della persona che critica (cioè dello stolto, v.4).
Dall'altro sarebbe bene rispondere perché altrimenti questa persona potrebbe pensare di avere ragione e di essere saggia (v.5).
È possibile anche che l'autore stia usando questo dilemma semplicemente come provocazione ironica: quando si tratta di parlare con gli stolti, che si risponda o si taccia, non si può vincere.
A volte, è facile pensare che gli stolti siano gli altri e non noi. Se pensiamo questo, allora siamo "saggi ai nostri occhi": "Hai visto un uomo che è saggio ai suoi occhi? C'è più da sperare da uno stolto che da lui" (v.12) Questa osservazione è come il pungiglione di un insetto. Dopo averci fatto sorridere mostrando quanto possano essere sciocchi gli stolti, ci viene ricordato che quando pensiamo di essere saggi è allora che siamo peggio di uno stolto!
Preghiera
Signore, ti prego di preservarmi dall'essere saggio ai miei occhi. Donami saggezza in tutte le mie decisioni e nel modo in cui rispondo alle persone che mi criticano.
Tito 2,1-15
Vita coerente con la fede
2 Tu però insegna quello che è conforme alla sana dottrina. 2 Gli uomini anziani siano sobri, dignitosi, saggi, saldi nella fede, nella carità e nella pazienza.
3 Anche le donne anziane abbiano un comportamento santo: non siano maldicenti né schiave del vino; sappiano piuttosto insegnare il bene, 4 per formare le giovani all'amore del marito e dei figli, 5 a essere prudenti, caste, dedite alla famiglia, buone, sottomesse ai propri mariti, perché la parola di Dio non venga screditata.
6 Esorta ancora i più giovani a essere prudenti, 7 offrendo te stesso come esempio di opere buone: integrità nella dottrina, dignità, 8 linguaggio sano e irreprensibile, perché il nostro avversario resti svergognato, non avendo nulla di male da dire contro di noi.
9 Esorta gli schiavi a essere sottomessi ai loro padroni in tutto; li accontentino e non li contraddicano, 10 non rubino, ma dimostrino fedeltà assoluta, per fare onore in tutto alla dottrina di Dio, nostro salvatore.
11 È apparsa infatti la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini 12 e ci insegna a rinnegare l'empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, 13 nell'attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo. 14 Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone.
15 Questo devi insegnare, raccomandare e rimproverare con tutta autorità. Nessuno ti disprezzi!
Commento
Noioso o attraente?
Se vogliamo che il cristianesimo appaia credibile e attraente, è fondamentale che i cristiani vivano vite autentiche e attraenti.
A tale riguardo, Paolo scrive a Tito alcune istruzioni per i cristiani. Dice: "Dimostrino fedeltà assoluta, per fare onore in tutto alla dottrina di Dio" (v.10). Riguardo alle donne: siano "prudenti, caste, dedite alla famiglia, buone, sottomesse ai propri mariti, perché la parola di Dio non venga screditata" (v.5).
Ci sono istruzioni anche sull'integrità: "Integrità nella dottrina, dignità, linguaggio sano e irreprensibile, perché il nostro avversario resti svergognato, non avendo nulla di male da dire contro di noi" (v.8).
Nel leggere queste istruzioni, appare chiaro il contrasto tra queste e ciò che la nostra cultura del XXI secolo considera come interessante e attraente. Paolo parla di "sana dottrina" (v.1), di sobrietà (v.2), di "pazienza" (v.2), di essere "saldi nella fede" (v.2), santi (v.3), non dediti al troppo vino (v.3), prudenti, casti (v.5, MSG), dediti alla famiglia (v.5. MSG), di integrità e serietà, di linguaggio sano e irreprensibile (vv.7-8), di comportamento capace di "rinnegare l'empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà" (v.12).
Agli orecchi di un ascoltare moderno, tutto questo potrebbe suonare molto poco attraente. Eppure, quando vediamo qualcuno che vive veramente in questo modo, come Madre Teresa e Papa Francesco, per citarne solo due, ci sentiamo attratti. La nostra cultura non ama l'idea di santità, ma quando le persone vedono una vita santa ne sono affascinate. La vera "santità" si ha quando si lascia ogni persona che si incontra più viva di quando la si è incontrata.
Simone Weil ha detto: "Il male immaginario è romantico e vario; il male reale è cupo, monotono, arido, noioso. Il bene immaginario è noioso; il bene reale è sempre nuovo, meraviglioso e inebriante".
Nella vita delle persone integre e sapienti, di "fede sana" e "amore" (v.2, MSG), che sono buone, virtuose e caste (vv.3.5, MSG), delle persone di buon carattere, che risplendono nelle loro opere, nelle vite piene di Dio e che onorano Dio, c'è sempre qualcosa di nuovo, meraviglioso e inebriante.
Gesù "ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone" (v.14, MSG).
Preghiera
Signore, ti prego di aiutarmi a rendere la mia vita così bella e ricca d'amore da rendere attraente il tuo messaggio al mondo.
Abacuc 1,1-3,19
1 Oracolo ricevuto in visione dal profeta Abacuc.
Primo lamento: perché l’empio domina su chi è giusto?
2 Fino a quando, Signore, implorerò aiuto
e non ascolti,
a te alzerò il grido: "Violenza!"
e non salvi?
3 Perché mi fai vedere l'iniquità
e resti spettatore dell'oppressione?
Ho davanti a me rapina e violenza
e ci sono liti e si muovono contese.
4 Non ha più forza la legge
né mai si afferma il diritto.
Il malvagio infatti raggira il giusto
e il diritto ne esce stravolto.
Dio interverrà mediante i Caldei
5 "Guardate fra le nazioni e osservate,
resterete stupiti e sbalorditi:
c'è chi compirà ai vostri giorni una cosa
che a raccontarla
non sarebbe creduta.
6 Ecco, io faccio sorgere i Caldei,
popolo feroce e impetuoso,
che percorre ampie regioni
per occupare dimore non sue.
7 È feroce e terribile,
da lui sgorgano
il suo diritto e la sua grandezza.
8 Più veloci dei leopardi sono i suoi cavalli,
più agili dei lupi di sera.
Balzano i suoi cavalieri,
sono venuti da lontano,
volano come aquila che piomba per divorare.
9 Tutti, il volto teso in avanti,
avanzano per conquistare.
E con violenza ammassano i prigionieri come la sabbia.
10 Si fa beffe dei re,
e dei capi se ne ride;
si fa gioco di ogni fortezza:
l'assedia e la conquista.
11 Poi muta corso come il vento e passa oltre:
si fa un dio della propria forza!".
Secondo lamento: Dio governa gli uomini in modo iniquo?
12 Non sei tu fin da principio, Signore,
il mio Dio, il mio Santo? Noi non moriremo!
Signore, tu lo hai scelto per far giustizia,
l'hai reso forte, o Roccia, per punire.
13 Tu dagli occhi così puri
che non puoi vedere il male
e non puoi guardare l'oppressione,
perché, vedendo i perfidi, taci,
mentre il malvagio ingoia chi è più giusto di lui?
14 Tu tratti gli uomini come pesci del mare,
come animali che strisciano e non hanno padrone.
15 Egli li prende tutti all'amo,
li pesca a strascico,
li raccoglie nella rete,
e contento ne gode.
16 Perciò offre sacrifici alle sue sciàbiche
e brucia incenso alle sue reti,
perché, grazie a loro, la sua parte è abbondante
e il suo cibo succulento.
17 Continuerà dunque a sguainare la spada
e a massacrare le nazioni senza pietà?
2 Mi metterò di sentinella,
in piedi sulla fortezza,
a spiare, per vedere che cosa mi dirà,
che cosa risponderà ai miei lamenti.
Risposta definitiva del Signore: Il giusto vivrà per la sua fede
2 Il Signore rispose e mi disse:
"Scrivi la visione
e incidila bene sulle tavolette,
perché la si legga speditamente.
3 È una visione che attesta un termine,
parla di una scadenza
e non mentisce;
se indugia, attendila,
perché certo verrà
e non tarderà.
4 Ecco, soccombe colui
che non ha l'animo retto,
mentre il giusto vivrà per la sua fede".
5 La ricchezza rende perfidi;
il superbo non sussisterà,
spalanca come gli inferi le sue fauci
e, come la morte, non si sazia,
attira a sé tutte le nazioni,
raduna per sé tutti i popoli.
6 Forse che tutti non lo canzoneranno, non faranno motteggi per lui? Diranno:
"Guai a chi accumula ciò che non è suo,
e fino a quando? -
e si carica di beni avuti in pegno!".
7 Forse che non sorgeranno a un tratto i tuoi creditori,
non si sveglieranno e ti faranno tremare
e tu diverrai loro preda?
8 Poiché tu hai saccheggiato molte genti,
gli altri popoli saccheggeranno te,
perché hai versato sangue umano
e hai fatto violenza a regioni, alle città e ai loro abitanti.
9 Guai a chi è avido di guadagni illeciti, un male per la sua casa,
per mettere il nido in luogo alto
e sfuggire alla stretta della sventura.
10 Hai decretato il disonore alla tua casa: quando hai soppresso popoli numerosi
hai fatto del male contro te stesso.
11 La pietra infatti griderà dalla parete
e la trave risponderà dal tavolato.
12 Guai a chi costruisce una città sul sangue,
ne pone le fondamenta sull'iniquità.
13 Non è forse volere del Signore degli eserciti
che i popoli si affannino per il fuoco
e le nazioni si affatichino invano?
14 Poiché la terra si riempirà della conoscenza della gloria del Signore,
come le acque ricoprono il mare.
15 Guai a chi fa bere i suoi vicini
mischiando vino forte per ubriacarli
e scoprire le loro nudità.
16 Ti sei saziato d'ignominia, non di gloria.
Bevi anche tu, e denùdati mostrando il prepuzio.
Si riverserà su di te il calice della destra del Signore
e la vergogna sopra il tuo onore,
17 poiché lo scempio fatto al Libano ricadrà su di te
e il massacro degli animali ti colmerà di spavento,
perché hai versato sangue umano
e hai fatto violenza a regioni, alle città e ai loro abitanti.
18 A che giova un idolo scolpito da un artista?
O una statua fusa o un oracolo falso?
L'artista confida nella propria opera,
sebbene scolpisca idoli muti.
19 Guai a chi dice al legno:
"Svégliati", e alla pietra muta: "Àlzati".
Può essa dare un oracolo?
Ecco, è ricoperta d'oro e d'argento,
ma dentro non c'è soffio vitale.
20 Ma il Signore sta nel suo tempio santo.
Taccia, davanti a lui, tutta la terra!
Preghiera di Abacuc
3 Preghiera del profeta Abacuc, in tono di lamentazione.
2 Signore, ho ascoltato il tuo annuncio,
Signore, ho avuto timore e rispetto della tua opera.
Nel corso degli anni falla rivivere,
falla conoscere nel corso degli anni.
Nello sdegno ricòrdati di avere clemenza.
3 Dio viene da Teman,
il Santo dal monte Paran.
La sua maestà ricopre i cieli,
delle sue lodi è piena la terra.
4 Il suo splendore è come la luce,
bagliori di folgore escono dalle sue mani:
là si cela la sua potenza.
5 Davanti a lui avanza la peste,
la febbre ardente segue i suoi passi.
6 Si arresta e scuote la terra,
guarda e fa tremare le nazioni;
le montagne eterne vanno in frantumi,
e i colli antichi si abbassano,
i suoi sentieri nei secoli.
7 Ho visto le tende di Cusan in preda a spavento,
sono agitati i padiglioni di Madian.
8 Forse contro i fiumi, Signore,
contro i fiumi si accende la tua ira
o contro il mare è il tuo furore,
quando tu monti sopra i tuoi cavalli,
sopra i carri della tua vittoria?
9 Del tutto snudato è il tuo arco,
saette sono le parole dei tuoi giuramenti.
Spacchi la terra: ecco torrenti;
10 i monti ti vedono e tremano,
un uragano di acque si riversa,
l'abisso fa sentire la sua voce
e in alto alza le sue mani.
11 Il sole, la luna rimasta nella sua dimora,
al bagliore delle tue frecce fuggono,
allo splendore folgorante della tua lancia.
12 Sdegnato attraversi la terra,
adirato calpesti le nazioni.
13 Sei uscito per salvare il tuo popolo,
per salvare il tuo consacrato.
Hai demolito la cima della casa del malvagio,
l'hai scalzata fino alle fondamenta.
14 Con le sue stesse frecce hai trafitto
il capo dei suoi guerrieri
che irrompevano per disperdermi
con la gioia di chi divora il povero di nascosto.
15 Calpesti il mare con i tuoi cavalli,
mentre le grandi acque spumeggiano.
16 Ho udito. Il mio intimo freme,
a questa voce trema il mio labbro,
la carie entra nelle mie ossa
e tremo a ogni passo,
perché attendo il giorno d'angoscia
che verrà contro il popolo che ci opprime.
17 Il fico infatti non germoglierà,
nessun prodotto daranno le viti,
cesserà il raccolto dell'olivo,
campi non daranno più cibo,
le greggi spariranno dagli ovili
e le stalle rimarranno senza buoi.
18 Ma io gioirò nel Signore,
esulterò in Dio, mio salvatore.
19 Il Signore Dio è la mia forza,
egli rende i miei piedi come quelli delle cerve
e sulle mie alture mi fa camminare.
Al maestro del coro. Per strumenti a corda.
Commento
Fede e dubbio?
I dubbi, le domande e le paure sono compatibili con la fede? Ti capita mai di incontrare difficoltà nelle relazioni, nel matrimonio (o nella mancanza di matrimonio), nella tua famiglia, al lavoro, di salute, nelle finanze o in una combinazione di tutti questi aspetti? Tutto questo ti fa mai dubitare dell'esistenza di Dio? Ti rende più difficile credere?
Molte persone pensano che avere fede significhi non avere dubbi. Pensano che fede e dubbio non possano coesistere. In realtà, fede e dubbio sono lati della stessa medaglia. Ad esempio: 2 + 2 fa 4. Su questo non c'è alcun dubbio e neppure bisogno di fede. Credere che qualcuno ci ami invece è qualcosa aperto al dubbio. Riporre la propria fede in Dio è simile ad amare una persona. C'è sempre un elemento di dubbio. Senza dubbio, la fede non sarebbe fede.
Allo stesso modo, non è sbagliato mettere in discussione Dio nel contesto della fede. Il libro di Abacuc inizia con un uomo che crede, ma che anche si interroga. Si conclude con un'imponente espressione di fede, che non ha eguali in nessun altro punto dell'Antico Testamento.
Abacuc guarda il mondo ed è perplesso e timoroso. Vede "violenza" (1,2), "iniquità" (v.3a), "rapina" (v.3c), "liti" e "contese" (v.3d). Eppure il Signore non sembra fare nulla a riguardo (vv.2-4). Il profeta vede dolore e sofferenza e si chiede: "Fino a quando, Signore…?", "Perché...?" (vv.2-3).
Porta il problema a Dio e gli pone domande sinceramente sentite. Dio risponde che sta per fare qualcosa di straordinario, ma non quello che Abacuc si aspetta (v.5). Sta facendo sorgere i Babilonesi (v.6), cosa che avrebbe portato Israele ad essere travolto e all'esilio.
Abacuc è perplesso. Dio ha sicuramente il controllo della storia ed è onnipotente (v.12). Gli dice: "Signore… Tu dagli occhi così puri che non puoi vedere il male e non puoi guardare l'oppressione, perché, vedendo i perfidi, taci, mentre il malvagio ingoia chi è più giusto di lui?" (vv.12-13, MSG) Abacuc non sembra ricevere una risposta diretta. Tuttavia, porta le sue lamentele e i suoi problemi a Dio e attende (2,1).
Dio gli risponde chiedendogli prima di tutto di scrivere la visione (v.2). Quando sentiamo che Dio ci parla e ci dà una visione, è bene scriverla per ricordarla e tenerla stretta. Poi, gli dice di aspettare la risposta: "Attendila, perché certo verrà e non tarderà" (v.3).
Dio vuole che gli portiamo i nostri dubbi, problemi e domande. Non sempre otteniamo risposte immediate a tutte le domande. In attesa delle risposte, siamo chiamati a confidare in Dio, anche quando non comprendiamo appieno ciò che sta facendo.
La fede consiste nel credere a ciò che Dio ha detto nonostante le difficoltà che si incontrano: "Il giusto vivrà per la sua fede" (v.4).
Abacuc prevede che il giudizio si sarebbe abbattuto sugli empi babilonesi. Prevede anche che, un giorno, gli iniqui sarebbero stati distrutti e la terra sarebbe stata riempita "della conoscenza della gloria del Signore, come le acque ricoprono il mare" (v.14). Prevede il trionfo finale del bene sul male.
Fino a quel momento, decide di rimanere vicino a Dio, qualunque cosa accada.
Come Abacuc, dovremmo impegnarci a lodare e non a lamentarci. A coltivare una visione a lungo termine e ad essere pazienti. A gioire in qualsiasi circostanza. Ad impegnarci nella fede, anche quando i frutti ancora non si vedono (3,17-19).
Dio non è interessato tanto al raccolto, ma al nostro cuore. Possiamo non avere nulla, ma possiamo sempre rallegrarci del nostro rapporto con il Signore. Abacuc dice: "Ma io gioirò nel Signore, esulterò in Dio, mio salvatore" (v.18). Dio lo ha reso sicuro e leggero: "Il Signore Dio è la mia forza, egli rende i miei piedi come quelli delle cerve e sulle mie alture mi fa camminare" (v.19).
Joyce Meyer ha detto: "Dobbiamo permettere alle nostre difficoltà di aiutarci a sviluppare i 'piedi come quelli delle cerve'. Con i piedi come quelli delle cerve... cammineremo e progrediremo attraverso i nostri problemi, le nostre sofferenze, le nostre responsabilità o qualsiasi cosa stia cercando di trattenerci".
Preghiera
Signore, nell'esprimerti onestamente i miei dubbi e le mie domande, aiutami a confidare completamente in te e a gioire in te anche quando non mi sembra di ricevere risposta.
La moglie di Nicky dice
Abacuc 3,17-18
"Il fico infatti non germoglierà, nessun prodotto daranno le viti, cesserà il raccolto dell'olivo, i campi non daranno più cibo, le greggi spariranno dagli ovili e le stalle rimarranno senza buoi. Ma io gioirò nel Signore, esulterò in Dio, mio salvatore".
A volte ci troviamo a pensare che la nostra vita sia un po' squallida come in questa descrizione del profeta Abacuc. Ma poi dice: "Ma io gioirò nel Signore, esulterò in Dio, mio salvatore".
Sta facendo una scelta e concentra il suo sguardo non sulle circostanze, ma su Dio che può salvarlo.
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Joyce Meyer, The Everyday Life Bible (Faithwords, 2018), p.1434.
Simone Weil, Gravity and Grace (Routledge, 2002), p.70.
Le citazioni della Scrittura indicate con (MSG, AMP, NIVUK, NKJV, NLT, ecc.) riportano comunque il testo CEI®.
Indicano i testi qui di seguito elencati a cui si rimanda per ulteriori approfondimenti.
NIV - New International Version Anglicised - Copyright © 1979, 1984, 2011 Biblica, già International Bible Society
MSG - The Message - Copyright © 1993, 1994, 1995, 1996, 2000, 2001, 2002.
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