I benefici del rimprovero
Introduzione
Non so voi, mai io non amo i rimproveri. Con il tempo però ho imparato a riconoscerne l'importanza. Le Scritture ci dicono che il giusto rimprovero è uno dei modi attraverso i quali Dio si prende cura di noi, e noi possiamo prenderci cura gli uni degli altri.
Salmi 141,1-10
Salmo 141
Salmo. Di Davide.
1 Signore, a te grido, accorri in mio aiuto;
porgi l'orecchio alla mia voce quando t'invoco.
2 La mia preghiera stia davanti a te come incenso,
le mie mani alzate come sacrificio della sera.
3 Poni, Signore, una guardia alla mia bocca,
sorveglia la porta delle mie labbra.
4 Non piegare il mio cuore al male,
a compiere azioni criminose
con i malfattori:
che io non gusti i loro cibi deliziosi.
5 Mi percuota il giusto e il fedele
mi corregga, l'olio del malvagio
non profumi la mia testa,
tra le loro malvagità continui la mia preghiera.
6 Siano scaraventati sulle rocce i loro capi
e sentano quanto sono dolci le mie parole:
7 "Come si lavora e si dissoda la terra,
le loro ossa siano disperse alla bocca degli inferi".
8 A te, Signore Dio, sono rivolti i miei occhi;
in te mi rifugio, non lasciarmi indifeso.
9 Proteggimi dal laccio che mi tendono,
dalle trappole dei malfattori.
10 I malvagi cadano insieme nelle loro reti,
mentre io, incolume, passerò oltre.
Commento
Il rimprovero gentile
Nella mia vita, ho ricevuti dei rimproveri. Persone gentili che mi hanno fatto notare cose che andavano corrette. Non è stato facile, ma sono grato per questo. Davide considera il rimprovero del giusto come un atto di gentilezza, come un "olio" che profuma la testa (v.5). Il suo desiderio è che non solo il suo capo, ma ogni parte del suo corpo e della sua vita possano essere mezzo per onorare Dio:
Alzare le mani
"Le mie mani alzate come sacrificio della sera" (v.2). Il gesto di alzare le mani simboleggia l'apertura di tutto il corpo a Dio.
Sorvegliare le labbra
"Poni, Signore, una guardia alla mia bocca, sorveglia la porta delle mie labbra" (v.3). Una preghiera bellissima e che sono solito fare prima di ogni discorso o di partecipare ad una riunione: che Dio mi protegga dal dire qualcosa di non utile e che le mie parole siano di incoraggiamento e di benedizione.
Attenzione al cuore
"Non piegare il mio cuore al male" (v.4a). I pensieri diventano azioni. Le azioni diventano abitudini. Le abitudini formano il carattere. Il nostro carattere diventa vita. Tutto inizia nel cuore.
Tenere fisso lo sguardo
"A te, Signore Dio, sono rivolti i miei occhi" (v.8a). Siamo invitati a tenere il nostro sguardo fisso su Gesù (Ebrei 12,2).
Preghiera
Signore, desidero alzare le mie mani e la mia voce in adorazione e tenere il mio sguardo fisso su di te. Ti prego di porre una guardia sulla mia bocca e di preservare il mio cuore dal male.
Apocalisse 3,7-22
Alla Chiesa di Filadelfia
7 All'angelo della Chiesa che è a Filadèlfia scrivi:
"Così parla il Santo, il Veritiero, Colui che ha la chiave di Davide: quando egli apre nessuno chiude e quando chiude nessuno apre. 8 Conosco le tue opere. Ecco, ho aperto davanti a te una porta che nessuno può chiudere. Per quanto tu abbia poca forza, hai però custodito la mia parola e non hai rinnegato il mio nome. 9 Ebbene, ti faccio dono di alcuni della sinagoga di Satana, che dicono di essere Giudei, ma mentiscono, perché non lo sono: li farò venire perché si prostrino ai tuoi piedi e sappiano che io ti ho amato. 10 Poiché hai custodito il mio invito alla perseveranza, anch'io ti custodirò nell'ora della tentazione che sta per venire sul mondo intero, per mettere alla prova gli abitanti della terra.
11 Vengo presto. Tieni saldo quello che hai, perché nessuno ti tolga la corona. 12 Il vincitore lo porrò come una colonna nel tempio del mio Dio e non ne uscirà mai più. Inciderò su di lui il nome del mio Dio e il nome della città del mio Dio, della nuova Gerusalemme che discende dal cielo, dal mio Dio, insieme al mio nome nuovo. 13 Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese".
Alla Chiesa di Laodicèa
14 All'angelo della Chiesa che è a Laodicèa scrivi:
"Così parla l'Amen, il Testimone degno di fede e veritiero, il Principio della creazione di Dio. 15 Conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! 16 Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca. 17 Tu dici: Sono ricco, mi sono arricchito, non ho bisogno di nulla. Ma non sai di essere un infelice, un miserabile, un povero, cieco e nudo. 18 Ti consiglio di comperare da me oro purificato dal fuoco per diventare ricco, e abiti bianchi per vestirti e perché non appaia la tua vergognosa nudità, e collirio per ungerti gli occhi e recuperare la vista.
19 Io, tutti quelli che amo, li rimprovero e li educo. Sii dunque zelante e convèrtiti. 20 Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me.
21 Il vincitore lo farò sedere con me, sul mio trono, come anche io ho vinto e siedo con il Padre mio sul suo trono. 22 Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese"".
Commento
Il rimprovero amorevole
Gesù ci ama. Quando ci permette di passare attraverso il fuoco del rimprovero, della prova o della disciplina, lo fa per amore. Alla chiesa di Filadèlfia dice: "Io ti ho amato... Ti custodirò nell'ora della tentazione" (vv.9-10, MSG). E alla chiesa di Laodicèa: "Quelli che amo, li rimprovero e li educo" (v.19). A tutto questo, come dovremmo rispondere?
Sfruttare ogni opportunità
Gesù è santo e veritiero e "ha la chiave... Quando egli apre nessuno chiude e quando chiude nessuno apre" (v.7). Quando di una cosa non siamo sicuri, ad esempio di un lavoro o di una relazione, chiediamo a Dio di chiudere la porta se non è giusta, o di aprirla se lo è.
Nella mia vita, ho visto Dio chiudere la porta in almeno due occasioni. Erano cose che desideravo fare e che allora credevo fossero sua volontà. Ho pregato e lottato, ma senza successo. Sono rimaste chiuse. Mi sono sentito così amareggiato e deluso. Ma poi, a distanza di anni, ho capito e oggi sono grato che quelle porte siano rimaste chiuse. Ci sono state altre porte che sono rimaste chiuse e delle quali invece ancora oggi non riesco a comprenderne il significato e forse non riuscirò a comprenderlo mai, almeno da questa parte del cielo.
Lo Spirito dice: "Vedi, ho aperto davanti a te una porta che nessuno può chiudere" (v.8). A volte Dio ci mette davanti una porta che conduce ad una via di opportunità. Una porta che nessuno potrà chiudere. Potremmo subire attacchi ma se è Gesù ad aprire la porta possiamo essere sicuri che sarà lui a guidare.
Questo non significa che dovremmo rimanere ad aspettare passivamente che le porte si aprano. Spesso siamo noi che dobbiamo fare i primi passi nella fede. È come una porta automatica: se vuoi che la porta si apra, devi fare un passo avanti.
La chiesa di Filadèlfia ha poche forze, eppure mantiene la parola di Gesù e non rinnega il suo nome (v.8). Sopporta con pazienza e Gesù promette di custodirli "nell'ora della tentazione" (v.10).
Umanamente parlando, questa chiesa non sembra brillare in modo particolare. Eppure per essa, Gesù non ha parole di critica. La prospettiva di Gesù può essere diversa dalla nostra e la fedeltà a lui conta molto più dei segni esteriori di grandezza o forza.
Il suo messaggio è semplice: "Tieni saldo quello che hai" (v.1). Promette che coloro che vincono verranno posti come colonne nel tempio di Dio. Il suo nome sarà inciso su di loro (v.12). Il nostro futuro sarà assolutamente sicuro.
Aprire il cuore a Gesù
Alla chiesa di Laodicèa, Gesù riserva le parole più dure (vv.15-17). La chiesa di Laodicèa è simile a molte altre chiese dell'Occidente: ha "successo" e si trova in un luogo famoso per le sue banche e le sue industrie. Spiritualmente però le persone sono infelici, miserabili, "poveri, ciechi e nudi" (v.17). Parole queste che trovo profondamente attuali anche per noi.
Eppure, anche per loro c'è speranza. Il Signore non smette di amarci (v.19). Ci esorta a cercare il vero tesoro, "purificato dal fuoco", per diventare spiritualmente ricchi (v.18a). L'unico modo per coprire la nostra vergognosa nudità è con le sue vesti di giustizia (v.18b). Per "recuperare la vista", abbiamo bisogno di ungere i nostri occhi con il suo collirio (v.18c).
Il passaggio attraverso il fuoco purificatore è una forma di disciplina (v.19). Ha uno scopo. Gesù vuole che siamo zelanti e ci convertiamo (v.19).
È qui, in questo contesto, che troviamo questo meraviglioso e famoso versetto: "Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me" (v.20). Mangiare insieme è segno dell'intima amicizia che Gesù offre a tutti coloro che aprono a lui la porta della loro vita.
La maniglia è una sola e si trova all'interno. Per entrare nel nostro cuore Gesù ha bisogno che noi apriamo la porta. Gesù non entrerà con la forza e senza il nostro permesso. Ci dà la libertà di scegliere. Sta a noi decidere se aprire la porta o tenerla chiusa. Se lo faremo lui verrà da noi, cenerà con noi e noi con lui.
Preghiera
Signore, perdonaci per quelle volte in cui siamo stati tiepidi, tiepidi a metà, compiacenti e spiritualmente poveri. Oggi desidero una maggiore intimità con te. Vieni a riempirmi oggi con il tuo Spirito Santo.
Ester 2,19-5,14
Mardocheo accusa i due eunuchi
19 Ora, la seconda volta che si radunavano le fanciulle, Mardocheo era seduto alla porta del re. 20 Ester, secondo l'ordine che Mardocheo le aveva dato, non aveva rivelato nulla né della sua stirpe né del suo popolo, poiché lei faceva quello che Mardocheo le diceva, come quando era sotto la sua tutela.
21 In quei giorni, quando Mardocheo sedeva alla porta del re, Bigtan e Teres, due degli eunuchi del re che custodivano la soglia, irritati contro il re Assuero, cercarono il modo di mettere le mani sulla persona del re. 22 La cosa fu risaputa da Mardocheo, che avvertì la regina Ester, ed Ester ne parlò al re in nome di Mardocheo. 23 Svolte le indagini e scoperto il fatto, i due eunuchi furono impiccati a un palo. E la cosa fu registrata nel libro delle cronache, alla presenza del re.
Conflitto tra Aman e Mardocheo
3 Dopo questi fatti, il re Assuero rese grande Aman, figlio di Ammedàta, l'Agaghita, lo innalzò e pose il suo seggio al di sopra di tutti i prìncipi che erano con lui. 2 Tutti i ministri del re, che stavano alla porta del re, si inginocchiavano e si prostravano davanti ad Aman, perché così aveva ordinato il re a suo riguardo. Ma Mardocheo non s'inginocchiava né si prostrava.
3 I ministri del re, che stavano alla porta del re, dissero a Mardocheo: "Perché trasgredisci l'ordine del re?". 4 Ma, sebbene glielo dicessero tutti i giorni, egli non dava loro ascolto. Allora quelli riferirono il fatto ad Aman, per vedere se Mardocheo avrebbe insistito nel suo atteggiamento; aveva detto loro, infatti, che era un Giudeo.
5 Aman vide che Mardocheo non s'inginocchiava né si prostrava davanti a lui e fu pieno d'ira; 6 ma gli sembrò poca cosa mettere le mani addosso a Mardocheo soltanto, poiché gli avevano detto a quale popolo Mardocheo apparteneva. Egli si propose di distruggere tutti i Giudei che si trovavano nel regno d'Assuero, cioè il popolo di Mardocheo.
7 Il primo mese, cioè il mese di Nisan, il dodicesimo anno del re Assuero, si gettò il pur, cioè la sorte, alla presenza di Aman, per la scelta del giorno e del mese. La sorte cadde sul tredici del dodicesimo mese, chiamato Adar.
8 Allora Aman disse al re Assuero: "Vi è un popolo disperso e segregato tra i popoli di tutte le province del tuo regno, le cui leggi sono diverse da quelle di ogni altro popolo e non osserva le leggi del re; non conviene quindi che il re lo lasci tranquillo. 9 Se così piace al re, si ordini che esso sia distrutto; io verserò diecimila talenti d'argento agli amministratori del re, perché siano versati nel tesoro reale".
10 Allora il re si tolse l'anello di mano e lo diede ad Aman, figlio di Ammedàta, l'Agaghita, nemico dei Giudei. 11 Il re disse ad Aman: "Il denaro sia per te: al popolo fa' pure quello che ti sembra opportuno".
12 Il tredici del primo mese furono chiamati i segretari del re, e in conformità agli ordini di Aman, fu scritto ai satrapi del re, ai governatori di ogni provincia e ai capi di ogni popolo, a ogni provincia secondo il suo modo di scrivere e a ogni popolo secondo la sua lingua. Lo scritto fu redatto in nome del re Assuero e sigillato con l'anello reale. 13 Questi documenti scritti furono spediti per mezzo di corrieri in tutte le province del re, perché si distruggessero, si uccidessero, si sterminassero tutti i Giudei, giovani e vecchi, bambini e donne, in un medesimo giorno, il tredici del dodicesimo mese, cioè il mese di Adar, e si saccheggiassero i loro beni. 14 Una copia dell'editto, che doveva essere promulgato in ogni provincia, fu resa nota a tutti i popoli, perché si tenessero pronti per quel giorno.
15 I corrieri partirono in tutta fretta per eseguire l'ordine del re e il decreto fu promulgato nella cittadella di Susa. Mentre il re e Aman stavano a gozzovigliare, la città di Susa era costernata.
Impegno di Mardocheo e di Ester per salvare gli Ebrei
4 Quando Mardocheo seppe quello che era accaduto, si stracciò le vesti, si coprì di sacco e di cenere e uscì in mezzo alla città, emettendo alte e amare grida; 2 giunse fin davanti alla porta del re, poiché a nessuno che fosse coperto di sacco era permesso entrare per la porta del re. 3 In ogni provincia, dovunque venissero promulgati l'ordine e l'editto del re, ci fu grande desolazione fra i Giudei: digiuno, pianto, lutto e a molti facevano da letto il sacco e la cenere.
4 Le ancelle di Ester e i suoi eunuchi vennero a riferire la cosa e la regina ne fu molto angustiata; mandò vesti a Mardocheo, perché se le mettesse e si togliesse di dosso il sacco, ma egli non le accettò. 5 Allora Ester chiamò Atac, uno degli eunuchi che il re aveva messo al suo servizio, e lo incaricò di andare da Mardocheo per domandare che cosa era avvenuto e perché si comportasse così.
6 Atac si recò da Mardocheo sulla piazza della città, davanti alla porta del re. 7 Mardocheo gli narrò quello che gli era accaduto e gli indicò la somma di denaro che Aman aveva promesso di versare al tesoro reale per far distruggere i Giudei; 8 gli diede anche una copia dell'editto promulgato a Susa per il loro sterminio, perché lo mostrasse a Ester, la informasse di tutto e le ordinasse di presentarsi al re, per chiedergli grazia e per intercedere in favore del suo popolo.
9 Atac ritornò da Ester e le riferì le parole di Mardocheo. 10 Ester ordinò ad Atac di dire a Mardocheo: 11 "Tutti i ministri del re e il popolo delle sue province sanno che se qualcuno, uomo o donna, entra dal re nell'atrio interno, senza essere stato chiamato, in forza di una legge uguale per tutti, deve essere messo a morte, a meno che il re non stenda verso di lui il suo scettro d'oro, nel qual caso avrà salva la vita. Quanto a me, sono già trenta giorni che non sono stata chiamata per andare dal re".
12 Le parole di Ester furono riferite a Mardocheo 13 e Mardocheo fece dare questa risposta a Ester: "Non pensare di salvarti tu sola, fra tutti i Giudei, per il fatto che ti trovi nella reggia. 14 Perché se tu in questo momento taci, aiuto e liberazione sorgeranno per i Giudei da un altro luogo; ma tu perirai insieme con la casa di tuo padre. Chi sa che tu non sia stata elevata a regina proprio per una circostanza come questa?".
15 Allora Ester fece rispondere a Mardocheo: 16 "Va', raduna tutti i Giudei che si trovano a Susa: digiunate per me, non mangiate e non bevete per tre giorni, notte e giorno. Anche io, con le mie ancelle, digiunerò nello stesso modo; dopo entrerò dal re, sebbene ciò sia contro la legge e, se dovrò perire, perirò!".
17 Mardocheo se ne andò e fece quanto Ester gli aveva ordinato.
Ester si presenta ad Artaserse
5 Il terzo giorno Ester indossò le sue vesti da regina e si presentò nel cortile interno della reggia, di fronte all'appartamento del re. Il re sedeva sul suo trono regale nella reggia, di fronte all'ingresso del palazzo. 2 Appena il re vide la regina Ester che stava nel cortile, ella trovò grazia ai suoi occhi. Il re stese verso Ester lo scettro d'oro che teneva in mano: Ester si avvicinò e toccò la punta dello scettro.
3 Allora il re le disse: "Che cosa ti accade, regina Ester? Qual è la tua richiesta? Fosse pure la metà del regno, l'avrai!".
4 Ester rispose: "Se così piace al re, venga oggi il re con Aman al banchetto che gli ho preparato".
5 Il re disse: "Convocate subito Aman, per fare ciò che Ester ha detto".
Il re andò dunque con Aman al banchetto che Ester aveva preparato. 6 Il re disse a Ester, mentre si beveva il vino: "Qual è la tua richiesta? Ti sarà concessa. Che desideri? Fosse anche la metà del regno, sarà fatto!".
7 Ester rispose: "Ecco la mia richiesta e il mio desiderio: 8 se ho trovato grazia agli occhi del re e se il re si degna di concedermi quello che chiedo e di soddisfare il mio desiderio, venga il re con Aman anche domani al banchetto che io preparerò loro e io risponderò alla domanda del re".
L'ira di Aman contro Mardocheo
9 Aman quel giorno uscì lieto e con il cuore contento, ma quando alla porta del re vide Mardocheo che non si alzava né si muoveva per lui, fu preso d'ira contro di lui. 10 Tuttavia Aman si trattenne, andò a casa
e mandò a chiamare i suoi amici e Zeres, sua moglie. 11 Aman parlò loro della magnificenza delle sue ricchezze, del gran numero dei suoi figli, di quanto il re aveva fatto per renderlo grande e come l'aveva innalzato sopra i capi e i ministri del re. 12 Disse ancora: "Inoltre la regina Ester, al banchetto che ha preparato, ha invitato soltanto me a fianco del re; anche per domani sono invitato da lei con il re. 13 Ma tutto questo non mi basta, finché vedrò Mardocheo, il Giudeo, restar seduto alla porta del re".
14 Allora sua moglie Zeres e tutti i suoi amici gli dissero: "Si prepari un palo alto cinquanta cubiti e tu domani mattina di' al re che vi sia impiccato Mardocheo; poi va' pure contento al banchetto con il re". La cosa piacque ad Aman, che fece preparare il palo.
Commento
Il rimprovero saggio
Mio padre era ebreo e durante l'olocausto molti dei suoi familiari ebrei sono morti a causa dell'odio.
L'odio nei confronti del popolo ebraico non è però un fenomeno recente. Era presente già ai tempi di Ester, nel quinto secolo prima di Cristo. Ester è costretta a tenere segrete le sue origini (2,20). Aman vuole sterminare "la stirpe dei Giudei" e saccheggiare i loro beni (3,13).
Mardocheo risponde strappandosi le vesti. Indossa sacco e cenere, piange forte e amaramente (4,1) ed invoca l'aiuto di Dio.
Si rende conto che Ester, sua figlia adottiva, è in grado di poter fare la differenza. Ma a causa di una serie di problemi Ester esita e non interviene (vv.9-11).
Mardocheo allora la sollecita con un rimprovero saggio, come un genitore con una figlia. Dice: "Ester, non dire a te stessa che tu sola potrai salvarti nel regno, fra tutti i Giudei. Perché se tu ti rifiuti in questa circostanza… tu e la casa di tuo padre perirete. Chi sa che tu non sia diventata regina proprio per questa circostanza?" (vv.13-14, MSG)
Ester si rende conto che Dio l'ha messa in quella posizione per uno scopo. Tutti abbiamo uno scopo. Molte persone vivono la vita senza un senso o uno scopo finale. Seguono propri programmi senza rendersi conto che gli scopi di Dio sono molto più grandi. Oggi siamo qui e viviamo per realizzare uno scopo, lo scopo di Dio per questo tempo e per questa generazione. In qualsiasi posizione ci troviamo, siamo qui per uno scopo.
Ester ascolta le parole sagge di Mardocheo. Chiede al popolo di digiunare per lei e dice: "Contravvenendo alla legge, entrerò dal re, anche se dovessi morire" (v.16). Ester corre il rischio. C'è sempre un rischio. Abbiamo una sola vita. Dobbiamo andare a prenderla. E se moriremo, moriremo. Ma è meglio correre il rischio che non averci mai provato. Dovremmo essere come Ester: totalmente dipendenti da Dio e disposti a rischiare la nostra vita per salvare quella degli altri.
Preghiera
Signore, aiutami ad ascoltare i rimproveri saggi e gentili. Nel passare attraverso il fuoco, purifica il mio cuore affinché possa amarti più pienamente, cogliere ogni opportunità della vita e servirti con tutto il cuore.
La moglie di Nicky dice
Ester 2,19-5,14
Ester non è solo di bell'aspetto. È una persona al posto giusto, disposta a prendere una posizione audace contro l'ingiustizia. Non lo fa da sola e non si precipita. Prega, pianifica e fa in modo che accada tutto al momento giusto. Usa una combinazione intelligente di coraggio, fede e abilità.
Quali opportunità hai anche tu oggi di prendere posizione contro le ingiustizie?
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\*L'artista preraffaellita Holman Hunt (1827-1910) ispirato da questo verso, dipinse "Luce del mondo". Dipinse tre versioni in tutto: la più famosa è ancora appesa nella Cattedrale di St Paul. Gesù, la Luce del mondo, sta davanti a una porta ricoperta di edera e di erbacce. La porta rappresenta chiaramente la porta della vita di qualcuno. Questa persona non ha mai invitato Gesù a entrare nella sua vita. Gesù sta alla porta e bussa. Sta aspettando una risposta. Vuole entrare ed essere parte della vita di quella persona. A quanto pare, qualcuno ha detto a Holman Hunt di aver commesso un errore. Gli dissero: "Hai dimenticato di dipingere una maniglia sulla porta". "Oh no", rispose Hunt, "questo è intenzionale". C'è solo una maniglia ed è all'interno."
Le citazioni della Scrittura indicate con (MSG, AMP, NIVUK, NKJV, NLT, ecc.) riportano comunque il testo CEI®.
Indicano i testi qui di seguito elencati a cui si rimanda per ulteriori approfondimenti.
NIV - New International Version Anglicised - Copyright © 1979, 1984, 2011 Biblica, già International Bible Society
MSG - The Message - Copyright © 1993, 1994, 1995, 1996, 2000, 2001, 2002.
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