Giorno 357

Purezza e potere

Sapienziali Proverbi 31,1-9
Nuovo Testamento Apocalisse 14,1-13
Antico Testamento Esdra 8,15-9,15

Introduzione

Il Natale è uno dei momenti dell'anno più importanti per la Chiesa. Nella nostra chiesa di HTB (Holy Trinity Brompton) siamo soliti celebrare questo giorno con una grande orchestra di circa cinquanta musicisti e un coro di novanta coristi: tutti membri della congregazione che offrono il loro tempo e i loro carismi. Io non sono affatto un musicista. Anzi, in termini di toni musicali, sono piuttosto sordo. Tuttavia, rimango sempre sbalordito dalla bellezza della musica e dei canti meravigliosi. È per me un'anticipazione di paradiso.

L'apostolo Giovanni scrive: "E udii una voce che veniva dal cielo, come un fragore di grandi acque e come un rimbombo di forte tuono. La voce che udii era come quella di suonatori di cetra che si accompagnano nel canto con le loro cetre. Essi cantano come un canto nuovo davanti al trono" (Apocalisse 14,2-3). L'orchestra e il coro celesti cantano un canto nuovo davanti ad un pubblico celeste.

Giovanni descrive la Chiesa celeste, la sua purezza e la sua potenza. Le due cose sono collegate. In un tweet, il pastore Rick Warren ha detto: "Nel ministero, la purezza nella vita privata è la fonte del potere nella vita pubblica".

Sapienziali

Proverbi 31,1-9

31 Parole di Lemuèl, re di Massa, che apprese da sua madre.

  2 Che mai, figlio mio! Che mai, figlio del mio grembo!
   Che mai, figlio dei miei voti!
  3 Non concedere alle donne il tuo vigore,
   né i tuoi fianchi a quelle che corrompono i re.

  4 Non conviene ai re, Lemuèl,
   non conviene ai re bere il vino,
   né ai prìncipi desiderare bevande inebrianti,
  5 per paura che, bevendo, dimentichino ciò che hanno decretato
   e tradiscano il diritto di tutti gli infelici.
  6 Date bevande inebrianti a chi si sente venir meno
   e il vino a chi ha l'amarezza nel cuore:
  7 beva e dimentichi la sua povertà
   e non si ricordi più delle sue pene.

  8 Apri la bocca in favore del muto,
   in difesa di tutti gli sventurati.
  9 Apri la bocca e giudica con equità,
   rendi giustizia all'infelice e al povero.

Commento

La purezza e coloro che non hanno potere

I leader non possono permettersi di rendersi ridicoli (v.4, MSG). Re Lemuèl aveva ricevuto dalla madre ottimi insegnamenti. Era stato messo in guardia dai pericoli dell'impurità (v.3) e dell'ebbrezza (vv.4-7).

Queste cose possono rovinare (v.3) le nostre vite. Possono far dimenticare ciò che dobbiamo fare (v.5a) e portarci a tradire "il diritto di tutti gli infelici" (v.5b).

Invece di usare il nostro potere per alimentare la nostra autogratificazione, dovremmo usarlo per il bene: "Apri la bocca in favore del muto, in difesa di tutti gli sventurati. Apri la bocca e giudica con equità, rendi giustizia all'infelice e al povero" (vv.8-9).

Ma chi sono i muti e gli sventurati della nostra società, quelli che non hanno voce e non possono parlare? Chi sono le persone in difesa delle quali io e te dovremmo parlare? Tra le tante categorie possibili, troviamo sicuramente le seguenti:

  1. I poveri

    Circa il 10% della popolazione mondiale soffre la fame. Ogni pochi secondi, un bambino perde la vita a causa della povertà. Oggi, e ogni giorno finché non agiremo, migliaia di bambini moriranno per malattie evitabili o perché vivono in povertà. Ogni anno, milioni di bambini sotto i cinque anni muoiono e metà di questi per condizioni che potrebbero essere prevenute o risolte attraverso interventi semplici ed economici. Sono gli infelici e i poveri (v.9, MSG).

  2. Gli schiavi

    Lo sapevi che oggi a livello globale ci sono probabilmente più schiavi che nei periodi più cupi della tratta transatlantica degli schiavi. Il traffico di esseri umani rende schiave milioni di persone in tutto il mondo, molte delle quali giovanissime, sotto i diciotto anni? La schiavitù è una terribile ingiustizia. L'autore di Proverbi ci esorta a fare qualcosa: "Apri la bocca… rendi giustizia" (v.9a, MSG).

  3. I non nati

    Chi è nel grembo materno non ha voce. La giornalista Nigella Lawson, che si definisce "a favore dell'aborto", ha scritto: "Sospetto che [l'aborto] stia diventando sempre di più un'alternativa senza valore e post-fatto alla contraccezione". Eppure oggi in pochi hanno il coraggio di parlare per i non nati, i quali non hanno voce. L'autore di Proverbi ci dice: "Apri la bocca in favore del muto" (v.8a, MSG).

  4. I carcerati

    Molte persone nel mondo sono in carcere ingiustamente e anche quelle che lo sono giustamente sono spesso trattate in modo disumano. E la stragrande maggioranza di esse non ha voce. Per il mondo, sono come muti (v.8a).

Preghiera

Signore, aiutami a parlare per chi non ha voce, a giudicare con equità e a difendere i diritti dei poveri e dei bisognosi.

Nuovo Testamento

Apocalisse 14,1-13

I redenti della terra

14 E vidi: ecco l'Agnello in piedi sul monte Sion, e insieme a lui centoquarantaquattromila persone, che recavano scritto sulla fronte il suo nome e il nome del Padre suo. 2 E udii una voce che veniva dal cielo, come un fragore di grandi acque e come un rimbombo di forte tuono. La voce che udii era come quella di suonatori di cetra che si accompagnano nel canto con le loro cetre. 3 Essi cantano come un canto nuovo davanti al trono e davanti ai quattro esseri viventi e agli anziani. E nessuno poteva comprendere quel canto se non i centoquarantaquattromila, i redenti della terra. 4 Sono coloro che non si sono contaminati con donne; sono vergini, infatti, e seguono l'Agnello dovunque vada. Questi sono stati redenti tra gli uomini come primizie per Dio e per l'Agnello. 5 Non fu trovata menzogna sulla loro bocca: sono senza macchia.

Tre annunci

6 E vidi un altro angelo che, volando nell'alto del cielo, recava un vangelo eterno da annunciare agli abitanti della terra e ad ogni nazione, tribù, lingua e popolo. 7 Egli diceva a gran voce: "Temete Dio e dategli gloria, perché è giunta l'ora del suo giudizio. Adorate colui che ha fatto il cielo e la terra, il mare e le sorgenti delle acque".

8 E un altro angelo, il secondo, lo seguì dicendo: "È caduta, è caduta Babilonia la grande, quella che ha fatto bere a tutte le nazioni il vino della sua sfrenata prostituzione".

9 E un altro angelo, il terzo, li seguì dicendo a gran voce: "Chiunque adora la bestia e la sua statua, e ne riceve il marchio sulla fronte o sulla mano, 10 anch'egli berrà il vino dell'ira di Dio, che è versato puro nella coppa della sua ira, e sarà torturato con fuoco e zolfo al cospetto degli angeli santi e dell'Agnello. 11 Il fumo del loro tormento salirà per i secoli dei secoli, e non avranno riposo né giorno né notte quanti adorano la bestia e la sua statua e chiunque riceve il marchio del suo nome". 12 Qui sta la perseveranza dei santi, che custodiscono i comandamenti di Dio e la fede in Gesù.

13 E udii una voce dal cielo che diceva: "Scrivi: d'ora in poi, beati i morti che muoiono nel Signore.

Sì - dice lo Spirito -, essi riposeranno dalle loro fatiche, perché le loro opere li seguono".

Commento

Purezza e annuncio

Da togliere il fiato (v.1, MSG). Gesù, l'Agnello di Dio, si trova sul Monte Sion e insieme a lui 144.000 persone "che recavano scritto sulla fronte il suo nome e il nome del Padre suo" (v.1, MSG). Essi rappresentano la Chiesa nella pienezza che insieme adora il Signore. È una descrizione di completa purezza.

Cantano come un canto nuovo (v.3). Si sono mantenuti puri e senza macchia, "non si sono contaminati" (v.4a, MSG). "Seguono l'Agnello dovunque vada" (v.4b). "Sono stati redenti tra gli uomini come primizie per Dio e per l'Agnello" (v.4c). Come scrive san Paolo, sono "stati comprati a caro prezzo" (1 Corinzi 6,20). Sono persone integre: "Non fu trovata menzogna sulla loro bocca: sono senza macchia" (Apocalisse 14,5).

Non è un caso che la visione della Chiesa pura sia seguita dalla visione dell'annuncio del vangelo eterno: un angelo che reca "un vangelo eterno da annunciare agli abitanti della terra e ad ogni nazione, tribù, lingua e popolo" (v.6). Questa è la chiamata della Chiesa: proclamare la buona notizia di Gesù. Ed è questo ciò che rappresenta il primo angelo.

Il secondo e il terzo angelo mostrano invece ciò da cui l'umanità ha bisogno di essere salvata. Tutti abbiamo bisogno di essere salvati dall'influenza corruttrice di "Babilonia la Grande", "che ha fatto bere a tutte le nazioni il vino della sua sfrenata prostituzione" (v.8). Abbiamo anche bisogno di essere salvati dalla "bestia", che vuole tormentare le persone e mettere il "marchio del suo nome" (v.11) su di esse.

La buona notizia è che nessuno di noi ha bisogno di avere questo "marchio del suo nome". Ciò che noi popolo di Dio dobbiamo fare invece è proclamare la buona notizia che ogni persona può avere il nome di Gesù e il nome del Padre scritti "sulla fronte" (v.1). Siamo chiamati alla "perseveranza", a custodire "i comandamenti di Dio" e alla "fede in Gesù" (v.12).

È questo il messaggio che dobbiamo diffondere. Tante persone oggi non hanno pace. È scritto: "Non avranno riposo né giorno né notte quanti adorano la bestia e la sua statua e chiunque riceve il marchio del suo nome" (v.11). Al contrario, non c'è benedizione più grande del seguire l'Agnello: "E udii una voce dal cielo che diceva: 'Scrivi: d'ora in poi, beati i morti che muoiono nel Signore. Sì - dice lo Spirito -, essi riposeranno dalle loro fatiche, perché le loro opere li seguono'" (v.13).

Preghiera

Signore Gesù, aiutaci ad essere tuoi seguaci puri e senza macchia, persone integre, che sanno di essere state redente e comprate a caro prezzo. Aiutaci a proclamare il vangelo eterno ad ogni nazione, tribù, lingua e popolo.

Antico Testamento

Esdra 8,15-9,15

Il ritorno a Gerusalemme

15 Io li ho radunati presso il fiume che scorre verso Aavà. Là siamo stati accampati per tre giorni. Ho fatto una rassegna tra il popolo e i sacerdoti e non vi ho trovato nessun levita. 16 Allora ho mandato a chiamare i capi Elièzer, Arièl, Semaià, Elnatàn, Iarib, Elnatàn, Natan, Zaccaria, Mesullàm e gli istruttori Ioiarìb ed Elnatàn, 17 e li ho mandati da Iddo, capo nella località di Casifià, e ho messo loro in bocca le parole da dire a Iddo e ai suoi fratelli oblati nella località di Casifià, perché ci mandassero dei ministri per il tempio del nostro Dio. 18 Poiché la mano benefica del nostro Dio era su di noi, ci hanno mandato un uomo assennato, dei figli di Maclì, figlio di Levi, figlio d'Israele, cioè Serebia, con i suoi figli e fratelli: diciotto persone; 19 inoltre Casabia e con lui Isaia, dei figli di Merarì, i suoi fratelli e i loro figli: venti persone, 20 e infine degli oblati, che Davide e i capi avevano assegnato al servizio dei leviti: duecentoventi oblati. Tutti furono registrati per nome.

21 Là, presso il fiume Aavà, ho indetto un digiuno, per umiliarci davanti al nostro Dio e implorare da lui un felice viaggio per noi, i nostri bambini e tutti i nostri averi. 22 Avevo infatti vergogna di domandare al re soldati e cavalieri per difenderci lungo il cammino da un eventuale nemico, poiché avevamo detto al re: "La mano del nostro Dio è su quanti lo cercano, per il loro bene; ma la sua potenza e la sua ira su quanti lo abbandonano". 23 Così abbiamo digiunato e implorato Dio per questo ed egli ci ha esaudito.

24 Quindi ho scelto dodici tra i capi dei sacerdoti: Serebia e Casabia e con loro dieci loro fratelli; 25 ho pesato per loro l'argento, l'oro e i vasi, l'offerta per il tempio del nostro Dio fatta dal re, dai suoi consiglieri, dai suoi capi e da tutti gli Israeliti che si trovavano da quelle parti. 26 Ho pesato dunque nelle loro mani seicentocinquanta talenti d'argento, vasi d'argento per cento talenti, cento talenti d'oro, 27 e inoltre venti coppe d'oro per mille dàrici e due vasi di bronzo pregiato e lucente, preziosi come l'oro. 28 Ho detto loro: "Voi siete consacrati al Signore e i vasi sono cosa sacra; l'argento e l'oro sono offerta spontanea al Signore, Dio dei nostri padri. 29 Abbiatene cura e custoditeli, finché non li peserete davanti ai preposti dei sacerdoti e dei leviti e ai preposti di casato d'Israele a Gerusalemme, nelle stanze del tempio del Signore". 30 Allora i sacerdoti e i leviti presero in consegna il carico dell'argento e dell'oro e dei vasi, per portarli a Gerusalemme nel tempio del nostro Dio.

31 Il dodici del primo mese siamo partiti dal fiume Aavà per andare a Gerusalemme e la mano del nostro Dio era su di noi: egli ci ha liberato dagli assalti dei nemici e dei briganti lungo il cammino. 32 Siamo arrivati a Gerusalemme e ci siamo rimasti tre giorni.

33 Il quarto giorno è stato pesato l'argento, l'oro e i vasi nel tempio del nostro Dio nelle mani del sacerdote Meremòt, figlio di Uria, e con lui vi era Eleàzaro, figlio di Fineès, e con loro i leviti Iozabàd, figlio di Giosuè, e Noadia, figlio di Binnùi; 34 il numero e il peso corrispondeva in tutto e il peso totale fu registrato in quel momento.

35 Quelli che venivano dall'esilio, i deportati, offrirono olocausti al Dio d'Israele: dodici tori per tutto Israele, novantasei arieti, settantasette agnelli, dodici capri per il peccato, tutto come olocausto al Signore. 36 Quindi consegnarono i decreti del re ai satrapi del re e ai governatori dell'Oltrefiume, i quali iniziarono a proteggere il popolo e il tempio di Dio.

Matrimoni con straniere

9 Terminate queste cose, sono venuti da me i preposti per dirmi: "Il popolo d'Israele, i sacerdoti e i leviti non si sono separati dalle popolazioni locali, per quanto riguarda i loro abomini, cioè da Cananei, Ittiti, Perizziti, Gebusei, Ammoniti, Moabiti, Egiziani, Amorrei, 2 ma hanno preso in moglie le loro figlie per sé e per i loro figli: così hanno mescolato la stirpe santa con le popolazioni locali, e la mano dei preposti e dei governatori è stata la prima in questa prevaricazione".

3 All'udire questa parola, stracciai il mio vestito e il mio mantello, mi strappai i capelli del capo e la barba e mi sedetti costernato. 4 Quanti tremavano per i giudizi del Dio d'Israele su questa prevaricazione dei rimpatriati, si radunarono presso di me. Ma io sedevo costernato, fino all'offerta della sera.

5 All'offerta della sera mi alzai dal mio stato di prostrazione e, con il vestito e il mantello laceri, caddi in ginocchio e stesi le mani al Signore, mio Dio, e 6 dissi:

"Mio Dio, sono confuso, ho vergogna di alzare la faccia verso di te, mio Dio, poiché le nostre iniquità si sono moltiplicate fin sopra la nostra testa; la nostra colpa è grande fino al cielo. 7 Dai giorni dei nostri padri fino ad oggi noi siamo stati molto colpevoli, e per le nostre colpe noi, i nostri re, i nostri sacerdoti siamo stati messi in potere di re stranieri, in preda alla spada, alla prigionia, alla rapina, al disonore, come avviene oggi.

8 Ma ora, per un po' di tempo, il Signore, nostro Dio, ci ha fatto una grazia: di lasciarci un resto e darci un asilo nel suo luogo santo, e così il nostro Dio ha fatto brillare i nostri occhi e ci ha dato un po' di sollievo nella nostra schiavitù. 9 Infatti noi siamo schiavi; ma nella nostra schiavitù il nostro Dio non ci ha abbandonati: ci ha resi graditi ai re di Persia, per conservarci la vita ed erigere il tempio del nostro Dio e restaurare le sue rovine, e darci un riparo in Giuda e a Gerusalemme.

10 Ma ora, o nostro Dio, che cosa possiamo dire dopo questo? Infatti abbiamo abbandonato i tuoi comandamenti, 11 che tu avevi dato per mezzo dei tuoi servi, i profeti, dicendo: "La terra che voi andate a prendere in eredità è una terra contaminata, a causa delle contaminazioni dei popoli indigeni, e delle loro nefandezze, che l'hanno colmata da un capo all'altro con le loro impurità. 12 E allora non dovete dare le vostre figlie ai loro figli, né prendere le loro figlie per i vostri figli; non dovrete mai contribuire alla loro prosperità e al loro benessere, così diventerete forti voi e potrete mangiare i beni della terra e lasciare un'eredità ai vostri figli per sempre".

13 Dopo ciò che è venuto su di noi a causa delle nostre cattive azioni e per le nostre grandi mancanze, benché tu, nostro Dio, sia stato indulgente nonostante la nostra colpa e ci abbia dato superstiti come questi, 14 potremmo forse noi tornare a violare i tuoi comandamenti e a imparentarci con questi popoli abominevoli? Non ti adireresti contro di noi fino a sterminarci, senza lasciare né resto né superstite? 15 Signore, Dio d'Israele, tu sei giusto, poiché ci è stato lasciato un resto, come oggi: eccoci davanti a te con le nostre mancanze, anche se per questo non potremmo reggere davanti a te!".

Commento

Purezza e preghiera

Ti capita mai di affrontare delle sfide nella vita? Probabilmente sì. Esdra sta affrontando l'enorme sfida di guidare il viaggio di ritorno a Gerusalemme e la ricostruzione del tempio.

Deve guidare una compagnia di 5.000 persone, tra cui donne e bambini. Il viaggio è pericoloso e di quattro mesi. Dovrà attraversare regioni disabitate e portare con sé grandi quantità di denaro e oggetti preziosi (8,15-27).

La prima cosa che fa è di convocare i "capi" e gli "istruttori" (v.16). La realizzazione di qualsiasi visione che viene da Dio richiede sempre una buona leadership e tre cose:

  1. Preghiera: ognuno prega

    Esdra è un uomo di preghiera. Prima di mettersi in viaggio, proclama un digiuno. Tutti si umiliano e chiedono a Dio un viaggio sicuro (v.21). Dio ascolta la loro preghiera: "Così abbiamo digiunato e implorato Dio per questo ed egli ci ha esaudito" (v.23).

  2. Offerta: ognuno dona

    "Ho pesato per loro l'argento, l'oro e i vasi, l'offerta per il tempio del nostro Dio fatta dal re, dai suoi consiglieri, dai suoi capi e da tutti gli Israeliti che si trovavano da quelle parti" (v.25).

  3. Servizio: ognuno serve

    "Quelli che venivano dall'esilio, i deportati, offrirono olocausti... Quindi consegnarono i decreti del re ai satrapi del re e ai governatori dell'Oltrefiume, i quali iniziarono a proteggere il popolo e il tempio di Dio" (vv.35-36).

Dio benedice il suo popolo nella ricostruzione della sua casa. Ma nonostante la fedeltà di Dio nei loro confronti, il popolo non rimane a lui fedele. Non si mantiene puro. Non si tratta tanto del fatto che si sposano con persone straniere, quanto del fatto che si contaminano (9,11) con gli abomini (v.1) delle nazioni circostanti. I capi e i funzionari aprono il proprio cuore all'infedeltà (v.2).

Al contrario, Esdra ci offre un grande esempio di come il peccato non debba essere preso alla leggera. È assolutamente sconvolto: "All'udire questa parola, stracciai il mio vestito e il mio mantello… mi sedetti costernato" (v.3, MSG).

Cade in ginocchio e, con le mani aperte verso il Signore, recita una bellissima preghiera. Una preghiera che possiamo fare nostra anche oggi per la nostra Chiesa: "Mio Dio, sono confuso, ho vergogna di alzare la faccia verso di te, mio Dio, poiché le nostre iniquità si sono moltiplicate fin sopra la nostra testa; la nostra colpa è grande fino al cielo… Siamo stati molto colpevoli, e per le nostre colpe noi, i nostri re, i nostri sacerdoti siamo stati messi in potere di re stranieri, in preda… al disonore" (vv.6-7).

Ma come per il popolo al tempo di Esdra, "il nostro Dio non ci ha abbandonati" (v.9), non ha abbandonato la Chiesa.

Preghiera

Signore, ti prego di aiutarci ad essere puri, purificati dal sangue di Gesù, a parlare per chi non ha voce, a proclamare il Vangelo eterno alle nazioni e a ricostruire la Chiesa nelle nostre città e nazioni.

La moglie di Nicky dice

Esdra 9,1-2

In Esdra 9, osserviamo che vi è una reazione piuttosto decisa nei confronti del matrimonio con persone di altri paesi! Non si tratta però di una questione di provenienza; Ruth infatti era moabita e il re Davide stesso era moabita per un ottavo. È una questione di fedeltà e "abomini" (v.1). Come Salomone fu corrotto dalle sue mogli, Esdra vede che l'influenza di queste donne avrebbe distrutto completamente la fede del popolo di Dio.

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Riferimenti

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Per ulteriori approfondimenti e/o proseguimento della lettura della Bibbia si rimanda al sito ufficiale BibbiaEdu nonché all’app La Sacra Bibbia.

Nigella Lawson, The Times, 28 May 1997.

Le citazioni della Scrittura indicate con (MSG, AMP, NIVUK, NKJV, NLT, ecc.) riportano comunque il testo CEI®.

Indicano i testi qui di seguito elencati a cui si rimanda per ulteriori approfondimenti. NIV - New International Version Anglicised - Copyright © 1979, 1984, 2011 Biblica, già International Bible Society
MSG - The Message - Copyright © 1993, 1994, 1995, 1996, 2000, 2001, 2002.
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