Perché il Natale?
Introduzione
Oggi celebriamo il Natale, la nascita di Gesù. Un giorno di grande gioia e celebrazione in tutto il mondo. Del Natale, C.S. Lewis ha detto: "L'evento centrale nella storia del mondo, la cosa su cui si concentra l'intera storia dell'umanità".
Comprendere il vero significato del Natale non è semplice. A volte, tra celebrazioni e festeggiamenti, può addirittura sfuggire. Il cuore del Natale è Gesù. I dettagli sono importanti, come ad esempio la visita dei pastori o dei magi. Ma la cosa più importante rimane l'identità di colui che pastori e magi sono venuti ad adorare. In Gesù, Dio si è fatto "carne" ed è venuto "ad abitare in mezzo a noi" (Giovanni 1,14). Il Natale è Gesù!
Il brano del Nuovo Testamento di oggi ci aiuta a comprendere la portata di tutto questo. Ci ricorda che "Gesù bambino" è il "Signore dei signori e il Re dei re" (Apocalisse 17,14b). Ci offre una visione della lotta cosmica tra bene e male. Una battaglia in cui una vasta gamma di poteri e autorità si è schierata contro Dio. Una lotta in cui, grazie all'umiltà e al sacrificio dell'"Agnello", queste potenze sono state sconfitte.
Gesù mette da parte le glorie del cielo per nascere in un'umile stalla. Il famoso canto di Natale Hark! The Herald Angels Sing (Ascoltate! Gli angeli messaggeri cantano) riassume tutto questo così:
"Cristo, dagli altissimi cieli adorato;
Cristo, il Signore d'eternità!
Alla fine del tempo, ecco, egli viene
progenie del seno di una vergine.
Vedete in carne la Divinità velata;
Omaggiate la Divinità incarnata.
Contento di dimorare con l'uomo, come un uomo,
Gesù, il nostro Emmanuele.
Ascoltate! Gli angeli messaggeri cantano:
Gloria al Re neonato!"
Nei brani di oggi scopriremo le benedizioni che derivano dal seguire Gesù, nostro "Re neonato".
Salmi 147,12-20
12 Celebra il Signore, Gerusalemme,
loda il tuo Dio, Sion,
13 perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte,
in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli.
14 Egli mette pace nei tuoi confini
e ti sazia con fiore di frumento.
15 Manda sulla terra il suo messaggio:
la sua parola corre veloce.
16 Fa scendere la neve come lana,
come polvere sparge la brina,
17 getta come briciole la grandine:
di fronte al suo gelo chi resiste?
18 Manda la sua parola ed ecco le scioglie,
fa soffiare il suo vento e scorrono le acque.
19 Annuncia a Giacobbe la sua parola,
i suoi decreti e i suoi giudizi a Israele.
20 Così non ha fatto con nessun'altra nazione,
non ha fatto conoscere loro i suoi giudizi.
Alleluia.
Commento
Benedizione, pace e soddisfazione
Con la venuta di Gesù, tutte le promesse di Dio si sono realizzate. Dio ha promesso al suo popolo benedizione, pace e soddisfazione: "Egli mette pace nei tuoi confini e ti sazia con fiore di frumento" (v.14, MSG). Egli "manda sulla terra il suo messaggio: la sua parola corre veloce" (v.15, MSG).
Nell'annunciare la nascita di Gesù ai pastori, l'angelo parla di "una grande gioia, che sarà di tutto il popolo" (Luca 2,10). Le schiere celesti lodano Dio per la "pace agli uomini" (v.14). Gesù nasce a Betlemme (che significa, "casa del pane"). È lui che soddisfa la fame spirituale nel cuore di ogni essere umano.
Preghiera
Signore, grazie per il modo in cui benedici il tuo popolo. Grazie perché "siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo" (Romani 5,1). Grazie perché soddisfi i desideri più profondi del mio cuore.
Apocalisse 17,1-18
La grande prostituta
17 E uno dei sette angeli, che hanno le sette coppe, venne e parlò con me: "Vieni, ti mostrerò la condanna della grande prostituta, che siede presso le grandi acque. 2 Con lei si sono prostituiti i re della terra, e gli abitanti della terra si sono inebriati del vino della sua prostituzione".
3 L'angelo mi trasportò in spirito nel deserto. Là vidi una donna seduta sopra una bestia scarlatta, che era coperta di nomi blasfemi, aveva sette teste e dieci corna. 4 La donna era vestita di porpora e di scarlatto, adorna d'oro, di pietre preziose e di perle; teneva in mano una coppa d'oro, colma degli orrori e delle immondezze della sua prostituzione. 5 Sulla sua fronte stava scritto un nome misterioso:
"Babilonia la grande,
la madre delle prostitute
e degli orrori della terra".
6 E vidi quella donna, ubriaca del sangue dei santi e del sangue dei martiri di Gesù.
Al vederla, fui preso da grande stupore. 7 Ma l'angelo mi disse: "Perché ti meravigli? Io ti spiegherò il mistero della donna e della bestia che la porta, quella che ha sette teste e dieci corna. 8 La bestia che hai visto era, ma non è più; salirà dall'abisso, ma per andare verso la rovina. E gli abitanti della terra il cui nome non è scritto nel libro della vita fino dalla fondazione del mondo, stupiranno al vedere che la bestia era, e non è più; ma riapparirà.
9 Qui è necessaria una mente saggia. Le sette teste sono i sette monti sui quali è seduta la donna. E i re sono sette: 10 i primi cinque sono caduti; uno è ancora in vita, l'altro non è ancora venuto e, quando sarà venuto, dovrà rimanere per poco. 11 La bestia, che era e non è più, è l'ottavo re e anche uno dei sette, ma va verso la rovina.
12 Le dieci corna che hai visto sono dieci re, i quali non hanno ancora ricevuto un regno, ma riceveranno potere regale per un'ora soltanto, insieme con la bestia. 13 Questi hanno un unico intento: consegnare la loro forza e il loro potere alla bestia. 14 Essi combatteranno contro l'Agnello, ma l'Agnello li vincerà, perché è il Signore dei signori e il Re dei re; quelli che stanno con lui sono i chiamati, gli eletti e i fedeli".
15 E l'angelo mi disse: "Le acque che hai visto, presso le quali siede la prostituta, simboleggiano popoli, moltitudini, nazioni e lingue. 16 Le dieci corna che hai visto e la bestia odieranno la prostituta, la spoglieranno e la lasceranno nuda, ne mangeranno le carni e la bruceranno col fuoco. 17 Dio infatti ha messo loro in cuore di realizzare il suo disegno e di accordarsi per affidare il loro regno alla bestia, finché si compiano le parole di Dio. 18 La donna che hai visto simboleggia la città grande, che regna sui re della terra".
Commento
Chiamati, scelti e fedeli
Il Natale non è solo una bella storia, ma un momento decisivo della storia umana. Nella battaglia cosmica tra il bene e il male, tra Dio e il diavolo, Gesù è la figura decisiva. Questa battaglia e la vittoria di Gesù sono al centro del nostro brano del Nuovo Testamento di oggi.
A volte nella Chiesa ci sentiamo scoraggiati, come se la battaglia fosse già persa. Da diversi anni, in Europa occidentale, il cristianesimo appare in declino soprattutto in termini di partecipazione delle persone alla vita della Chiesa. Il secolarismo sembra vincere praticamente ovunque. Il libro dell'Apocalisse ci rivela ciò che dietro le quinte sta succedendo e come le cose andranno a finire.
Il mondo oggi sembra immensamente potente, attraente e seducente. Una superficie questa sotto la quale troviamo spesso tanto male e tanta opposizione all'Agnello.
L'opposizione a Gesù è personificata in "Babilonia la grande, la madre delle prostitute e degli orrori della terra" (v.5) ed è descritta come una "donna seduta sopra una bestia scarlatta".
Nel contesto originale, "Babilonia" rappresentava l'antica Roma. "I sette monti sui quali è seduta la donna" (v.9) rappresentavano i sette colli intorno a Roma.
In superficie, l'Impero romano è qualcosa di molto attraente. È tutto ciò che il mondo può offrire. "Era vestita di porpora e di scarlatto, adorna d'oro, di pietre preziose e di perle" (v.4).
Ma sotto questa superficie attraente, si nasconde violenza e vizio: "Con lei si sono prostituiti i re della terra, e gli abitanti della terra si sono inebriati del vino della sua prostituzione" (v.2).
Gradualmente questa violenza e questo vizio si dimostrano non casuali, ma pensati per attaccare Dio e il suo popolo. I personaggi che troviamo nella prima metà del brano "hanno un unico intento" (v.13): combattere "contro l'Agnello" (v.14).
La notizia meravigliosa è che "l'Agnello lì vincerà" (v.14). E non solo vincerà, ma vincerà con noi: "Combatteranno contro l'Agnello, ma l'Agnello li vincerà, perché è il Signore dei signori e il Re dei re; quelli che stanno con lui sono i chiamati, gli eletti e i fedeli" (v.14). La Chiesa è oggi sottoposta a grandi attacchi e le forze delle tenebre sembrano avere la meglio. Per questo, trovo questo versetto di grande conforto e incoraggiamento.
Madre Teresa ha detto: "Dio non mi chiama per avere successo; mi chiama per essere fedele". Se saremo fedeli a Gesù, alla fine avremo successo perché alla fine Gesù vincerà.
Per questo oggi è un privilegio essere parte di coloro che sono chiamati, scelti e fedeli seguaci di Gesù. Gesù, il bambino, nato quel giorno del primo Natale, è cresciuto, è morto come Agnello di Dio ed è risorto.
Alla fine l'Agnello vincerà ogni male "perché è il Signore dei signori e il Re dei re" (v.14). Questa è una notizia meravigliosa da celebrare soprattutto in questo giorno di Natale. Un noto canto di Natale dice: "Ricorda che Cristo, il nostro Salvatore nacque il giorno di Natale per salvare noi tutti dal potere di Satana".
Preghiera
Signore, grazie perché sei il Signore dei signori e il Re dei re. Grazie perché regni e regni. Grazie perché alla fine l'Agnello vincerà tutte le forze del male. Aiutaci a rimanere vicini a Gesù e ad essere tra i suoi discepoli fedeli.
Neemia 3,1-4,17
3 Eliasìb, sommo sacerdote, con i suoi fratelli sacerdoti si misero a costruire la porta delle Pecore. La consacrarono e vi misero i battenti; la consacrarono fino alla torre dei Cento e fino alla torre di Cananèl. 2 Accanto a lui costruirono gli uomini di Gerico e accanto a lui costruì Zaccur, figlio di Imrì.
3 I figli di Senaà costruirono la porta dei Pesci, la munirono di travi e vi posero i battenti, le serrature e le sbarre. 4 Accanto a loro lavorò al restauro Meremòt, figlio di Uria, figlio di Akkos; accanto a loro lavorò al restauro Mesullàm, figlio di Berechia, figlio di Mesezabèl; accanto a loro lavorò al restauro Sadoc, figlio di Baanà. 5 Accanto a loro lavorarono al restauro quelli di Tekòa, ma i loro notabili non piegarono il collo a lavorare all'opera del loro Signore.
6 Ioiadà, figlio di Pasèach, e Mesullàm, figlio di Besodia, restaurarono la porta Vecchia, la munirono di travi e vi posero i battenti, le serrature e le sbarre. 7 Accanto a loro lavorarono al restauro Melatia di Gàbaon, Iadon di Meronòt e gli uomini di Gàbaon e di Mispa, alle dipendenze della sede del governatore dell'Oltrefiume. 8 Accanto a loro lavorò al restauro Uzzièl, figlio di Caraià, uno degli orefici, e accanto a lui lavorò al restauro Anania, uno dei profumieri. Essi ricostruirono Gerusalemme fino al muro largo. 9 Accanto a loro lavorò al restauro Refaià, figlio di Cur, capo della metà del distretto di Gerusalemme. 10 Accanto a loro lavorò al restauro, di fronte alla sua casa, Iedaià, figlio di Carumàf, e accanto a lui lavorò al restauro Cattus, figlio di Casabnia. 11 Malchia, figlio di Carim, e Cassub, figlio di Pacat-Moab, restaurarono la parte seguente e la torre dei Forni. 12 Accanto a loro lavorò al restauro, insieme con le figlie, Sallum, figlio di Allochès, capo della metà del distretto di Gerusalemme.
13 Canun e gli abitanti di Zanòach restaurarono la porta della Valle; la costruirono, vi posero i battenti, le serrature e le sbarre. Fecero inoltre mille cubiti di muro fino alla porta del Letame.
14 Malchia, figlio di Recab, capo del distretto di Bet-Cherem, restaurò la porta del Letame; la costruì, vi pose i battenti, le serrature e le sbarre.
15 Sallum, figlio di Col-Cozè, preposto del distretto di Mispa, restaurò la porta della Fonte; la ricostruì, la munì di tetto, vi pose i battenti, le serrature e le sbarre. Fece inoltre il muro della piscina di Sìloe, presso il giardino del re, fino alla scalinata per cui si scende dalla Città di Davide. 16 Dopo di lui Neemia, figlio di Azbuk, preposto della metà del distretto di Bet-Sur, lavorò al restauro fin davanti alle tombe di Davide, fino alla piscina artificiale e fino alla casa dei prodi.
17 Dopo di lui lavorarono al restauro i leviti, con Recum, figlio di Banì, e accanto a lui lavorò al restauro, per il suo distretto, Casabia, preposto della metà del distretto di Keila. 18 Dopo di lui lavorarono al restauro i loro fratelli, Binnùi, figlio di Chenadàd, preposto dell'altra metà del distretto di Keila. 19 Accanto a lui Ezer, figlio di Giosuè, preposto di Mispa, restaurò un'altra parte, di fronte alla salita dell'arsenale, sul Cantone. 20 Dopo di lui Baruc, figlio di Zabbài, restaurò con impegno un'altra parte, dal Cantone fino alla porta della casa di Eliasìb, sommo sacerdote. 21 Dopo di lui Meremòt, figlio di Uria, figlio di Akkos, restaurò un'altra parte, dalla porta della casa di Eliasìb fino all'estremità della casa di Eliasìb.
22 Dopo di lui lavorarono al restauro i sacerdoti che abitavano la periferia. 23 Dopo di loro Beniamino e Cassub lavorarono al restauro di fronte alla loro casa. Dopo di loro Azaria, figlio di Maasia, figlio di Anania, lavorò al restauro presso la sua casa. 24 Dopo di lui Binnùi, figlio di Chenadàd, restaurò un'altra parte delle mura, dalla casa di Azaria fino al Cantone e fino all'angolo. 25 Palal, figlio di Uzài, lavorò al restauro di fronte al Cantone e alla torre sporgente dalla parte superiore della reggia, che dà sul cortile della prigione. Dopo di lui Pedaià, figlio di Paros, 26 e gli oblati che abitavano sull'Ofel lavorarono al restauro fin davanti alla porta delle Acque, verso oriente, e alla torre sporgente. 27 Dopo di loro quelli di Tekòa restaurarono un'altra parte, di fronte alla grande torre sporgente e fino al muro dell'Ofel.
28 I sacerdoti lavorarono al restauro sopra la porta dei Cavalli, ciascuno di fronte alla propria casa. 29 Dopo di loro lavorò al restauro Sadoc, figlio di Immer, di fronte alla sua casa, e dopo di lui Semaià, figlio di Secania, custode della porta Orientale. 30 Dopo di lui Anania, figlio di Selemia, e Canun, sesto figlio di Salaf, restaurarono un'altra parte. Dopo di loro Mesullàm, figlio di Berechia, lavorò al restauro di fronte alla propria stanza. 31 Dopo di lui Malchia, uno degli orefici, lavorò al restauro fino alla casa degli oblati e dei mercanti, di fronte alla porta della Rassegna e fino al vano superiore dell'angolo.
32 Gli orefici e i mercanti lavorarono al restauro fra il vano superiore dell'angolo e la porta delle Pecore.
Ostacoli da parte dei nemici
33 Sanballàt, quando sentì che noi riedificavamo le mura, si adirò, si indignò molto, si fece beffe dei Giudei 34 e disse in presenza dei suoi fratelli e dei soldati di Samaria: "Che vogliono fare questi miserabili Giudei? Dobbiamo lasciarli fare? Offriranno sacrifici? Finiranno in un sol giorno? Vogliono far rivivere da mucchi di polvere delle pietre già consumate dal fuoco?".
35 Tobia l'Ammonita, che gli stava accanto, disse: "Edifichino pure! Se una volpe vi salta sopra, farà crollare il loro muro di pietra!".
36 Ascolta, o nostro Dio, come siamo disprezzati! Fa' ricadere sul loro capo l'insulto e abbandonali al saccheggio in un paese di schiavitù! 37 Non coprire la loro colpa e non sia cancellato dalla tua vista il loro peccato, perché hanno offeso i costruttori.
38 Noi dunque ricostruimmo le mura, che furono ben consolidate fino a metà altezza, e al popolo stava a cuore il lavoro.
4 Ma quando Sanballàt, Tobia, gli Arabi, gli Ammoniti e gli Asdoditi sentirono che il restauro delle mura di Gerusalemme progrediva e che le brecce cominciavano a venir chiuse, si adirarono molto 2 e tutti insieme congiurarono di venire ad attaccare Gerusalemme e crearvi confusione.
3 Allora noi pregammo il nostro Dio e contro di loro mettemmo sentinelle di giorno e di notte per difenderci da loro.
4 Quelli di Giuda dicevano: "Le forze dei portatori vengono meno e le macerie sono molte; noi non potremo ricostruire le mura!".
5 I nostri avversari dicevano: "Senza che s'accorgano di nulla, noi piomberemo in mezzo a loro, li uccideremo e faremo cessare i lavori".
6 Poiché i Giudei che dimoravano vicino a loro vennero a riferirci dieci volte: "Da tutti i luoghi dove vi volgete saranno contro di noi",
7 io, in luoghi bassi oltre le mura, nei punti scoperti, disposi il popolo per famiglie, con le loro spade, le loro lance, i loro archi. 8 Dopo aver considerato la cosa, mi alzai e dissi ai notabili, ai magistrati e al resto del popolo: "Non li temete! Ricordatevi del Signore grande e tremendo; combattete per i vostri fratelli, per i vostri figli e le vostre figlie, per le vostre mogli e per le vostre case!".
9 Quando i nostri nemici sentirono che eravamo informati della cosa, Dio fece fallire il loro disegno e noi tutti tornammo alle mura, ognuno al suo lavoro.
10 Da quel giorno la metà dei miei giovani lavorava e l'altra metà stava armata di lance, di scudi, di archi, di corazze; i preposti stavano dietro a tutta la casa di Giuda. 11 Quelli che ricostruivano le mura e quelli che portavano o caricavano i pesi con una mano lavoravano e con l'altra tenevano la loro arma; 12 tutti i costruttori, lavorando, portavano ciascuno la spada cinta ai fianchi. Il suonatore di corno stava accanto a me.
13 Dissi allora ai notabili, ai magistrati e al resto del popolo: "L'opera è grande ed estesa e noi siamo sparsi sulle mura e distanti l'uno dall'altro. 14 Dovunque udrete il suono del corno, raccoglietevi presso di noi; il nostro Dio combatterà per noi".
15 Così continuavamo i lavori, mentre la metà di loro teneva impugnata la lancia, dal sorgere dell'alba allo spuntare delle stelle. 16 Anche in quell'occasione dissi al popolo: "Ognuno con il suo aiutante passi la notte dentro Gerusalemme, così saranno per noi una guardia di notte e mano d'opera di giorno". 17 Io, poi, i miei fratelli, i miei servi e gli uomini di guardia che mi seguivano non ci togliemmo mai le vesti; ognuno teneva l'arma a portata di mano.
Commento
Ricostruire, restaurare e riparare
Il giorno di Natale dovrebbe essere il giorno in cui, in tutto il mondo, il nome di Gesù è onorato. Ma purtroppo non è così. Cosa potremmo fare per migliorare questa situazione affinché il nome di Gesù venga onorato?
Nel brano di oggi, Neemia e il suo popolo sono chiamati a ricostruire le mura di Gerusalemme. Gerusalemme era la città di Dio, dove Dio abitava. Dio chiama Neemia e il popolo a ricostruire, restaurare e riparare. Un'immagine meravigliosa di ciò che noi anche oggi come Chiesa possiamo fare: ricostruire e riparare affinché il nome di Gesù sia nuovamente onorato nella nostra società.
Vi siete mai chiesti: "Qual è il mio scopo?, "Cosa potrei fare?", "Quello che faccio è utile, ha uno scopo, è necessario?"
In questo brano osserviamo che tutti sono necessari. Tutti si mettono al lavoro, spalla a spalla, fianco a fianco, per ricostruire, restaurare e riparare. A ciascuno viene assegnato un compito, una propria parte. La chiave di tutto questo è non fare paragoni, ma semplicemente fare ciò che Dio ci chiede di fare.
Dio nota e apprezza quello che facciamo. Dopo 2.500 anni, il lavoro di Neemia e il popolo di Dio è ricordato. I loro nomi sono elencati.
Sono tutti volontari. Nessuno di loro sembra essere un costruttore professionista. Sono uomini d'affari, imprenditori, governanti, nobili, orafi e profumieri. Eppure, in questo compito di ricostruzione, sono tutti disponibili a fare la propria parte. Sono coinvolte tutte le età (3,12).
I lavori di ricostruzione vengono distribuiti. A Malchia, figlio di un capo di distretto, viene chiesto di riparare la Porta del letame! Un compito che potrebbe sembrare non alla sua altezza, poco significativo. Ma lui non si lamenta. E così per le altre persone. Si mettono semplicemente all'opera. Insieme sono parte di qualcosa di molto significativo. Stanno ricostruendo Gerusalemme. Stanno portando onore al nome di Dio.
L'opposizione e lo scherno vengono dall'esterno (4,1-8) e lo scoraggiamento dall'interno (vv.10.12). Lo stesso vale per Gesù. La sua nascita non viene accolta da tutti. Erode cerca di ucciderlo. L'opposizione a Gesù e alla sua Chiesa continua anche oggi.
Non dovremmo avere paura (v.14). Attraverso la preghiera e l'azione, il successo è possibile. Nei momenti di opposizione, dovremmo rispondere come Neemia (v.9), con maggiore preghiera e maggiore vigilanza. Non abbassarono mai la guardia.
La chiave è che: "Il nostro Dio combatterà per noi" (14,4). Con Dio dalla nostra parte, la nostra nazione può essere cambiata, le chiese possono essere riempite, le relazioni familiari rafforzate, i matrimoni onorati, il tasso di criminalità può diminuire e la società può essere trasformata. Ma soprattutto, il nome di Gesù può essere di nuovo onorato.
È così che dovremmo guardare la Chiesa oggi, lasciandoci coinvolgere in questo compito di ricostruzione. Essere disposti a lavorare sodo e a non lasciarci scoraggiare dalle situazioni di opposizione.
Preghiera
Signore, ti ringraziamo perché l'Agnello vincerà. Perché colui di cui oggi celebriamo la nascita è "Re dei re e Signore dei signori", e alla fine sarà vittorioso.
La moglie di Nicky dice
Nel Salmo 147 si dice: "Egli mette pace" (Salmi 147,14) e in Isaia: "Grande sarà il suo potere e la pace non avrà fine" (Isaia 9,6).
In questo Natale abbiamo bisogno di pace: pace nei nostri cuori, pace nelle nostre famiglie, pace nel mondo, pace ovunque.
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C.S. Lewis, Joyful Christian (MacMillan Publishing Company, 1984) p.53.
Charles Wesley, ‘Hark the Herald Angels Sing’.
Le citazioni della Scrittura indicate con (MSG, AMP, NIVUK, NKJV, NLT, ecc.) riportano comunque il testo CEI®.
Indicano i testi qui di seguito elencati a cui si rimanda per ulteriori approfondimenti.
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MSG - The Message - Copyright © 1993, 1994, 1995, 1996, 2000, 2001, 2002.
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