Come vivere in un ambiente ostile
Introduzione
I conflitti in Iraq e Siria hanno costretto centinaia di migliaia di cristiani a fuggire dalla loro terra. Ogni giorno, in queste zone, i cristiani sono sottoposti a torture e minacciati di morte. L'Isis ha dichiarato il cristianesimo come suo nemico numero uno.
I cristiani perseguitati a causa della loro fede nel mondo sono oggi milioni. Molti governi cercano di tenere la Chiesa sotto controllo. Anche nei paesi tradizionalmente cristiani, il cristianesimo vive in un clima di grande ostilità. Ma questa ostilità nei confronti del popolo di Dio non è qualcosa di nuovo. Ovunque nella nostra società, i cristiani sono tentati dal successo, dal compromesso, dal potere.
Forse anche tu in questo periodo, a causa della fede, stai affrontando ostilità al lavoro o in famiglia. I brani di oggi ci aiutano non solo a considerare le difficoltà del vivere in un ambiente ostile, ma anche a capire come sopravvivere o addirittura prosperare in mezzo alle ostilità.
Salmi 19,1-7
Salmo 19
1 Al maestro del coro. Salmo. Di Davide.
2 I cieli narrano la gloria di Dio,
l'opera delle sue mani annuncia il firmamento.
3 Il giorno al giorno ne affida il racconto
e la notte alla notte ne trasmette notizia.
4 Senza linguaggio, senza parole,
senza che si oda la loro voce,
5 per tutta la terra si diffonde il loro annuncio
e ai confini del mondo il loro messaggio.
Là pose una tenda per il sole
6 che esce come sposo dalla stanza nuziale:
esulta come un prode che percorre la via.
7 Sorge da un estremo del cielo
e la sua orbita raggiunge l'altro estremo:
nulla si sottrae al suo calore.
Commento
Studiare la rivelazione di Dio
Dio rivela se stesso al mondo intero attraverso la sua creazione. Nel guardare il cielo e le stelle, Davide esclama: "I cieli narrano la gloria di Dio, l'opera delle sue mani annuncia il firmamento. Il giorno al giorno ne affida il racconto e la notte alla notte ne trasmette notizia" (vv.23). È come se dicesse: se guardi il cielo non puoi non renderti conto che esiste un Dio.
Francis Collins è direttore del National Institutes for Health negli Stati Uniti d'America e ha guidato la ricerca scientifica contro il COVID-19. Nel 2020 ha ricevuto il Premio Templeton. Nel suo precedente ruolo di direttore del Progetto Genoma Umano, ha guidato un team di oltre 2.000 scienziati nella decodifica del genoma umano, una sorta di vocabolario di tre miliardi di lettere, il nostro manuale di istruzioni sul DNA. Riguardo alla creazione, Collins dice: "Non riesco a capire come la natura possa essersi creata da sé. Solo una forza al di fuori del tempo e dello spazio può avere fatto tutto questo".
La rivelazione di Dio nella creazione è qualcosa di visibile a tutti. Nessuno può esserne escluso. "Senza linguaggio, senza parole, senza che si oda la loro voce, per tutta la terra si diffonde il loro annuncio e ai confini del mondo il loro messaggio" (vv.4-5).
Nell’osservare il mondo, troviamo l'impronta di Dio: "La sua eterna potenza e divinità" (Romani 1,20). Eppure, sebbene Dio si sia rivelato al mondo intero, buona parte delle persone rimane a lui ostile.
Non dovremmo mai smettere di contemplare la creazione di Dio, di osservarla, di studiarla e di godere della sua bellezza.
Preghiera
Signore, grazie perché ogni giorno e ogni notte parli a noi attraverso la creazione, e non c’è luogo al mondo dove la tua voce non possa essere udita.
Matteo 26,1-30
Il complotto contro Gesù
26Terminati tutti questi discorsi, Gesù disse ai suoi discepoli: 2 "Voi sapete che fra due giorni è la Pasqua e il Figlio dell'uomo sarà consegnato per essere crocifisso".
3 Allora i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo si riunirono nel palazzo del sommo sacerdote, che si chiamava Caifa, 4 e tennero consiglio per catturare Gesù con un inganno e farlo morire. 5 Dicevano però: "Non durante la festa, perché non avvenga una rivolta fra il popolo".
Unzione di Gesù a Betania
6 Mentre Gesù si trovava a Betània, in casa di Simone il lebbroso, 7 gli si avvicinò una donna che aveva un vaso di alabastro, pieno di profumo molto prezioso, e glielo versò sul capo mentre egli stava a tavola.
8 I discepoli, vedendo ciò, si sdegnarono e dissero: "Perché questo spreco? 9 Si poteva venderlo per molto denaro e darlo ai poveri!".
10 Ma Gesù se ne accorse e disse loro: "Perché infastidite questa donna? Ella ha compiuto un'azione buona verso di me. 11 I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me. 12 Versando questo profumo sul mio corpo, lei lo ha fatto in vista della mia sepoltura. 13 In verità io vi dico: dovunque sarà annunciato questo Vangelo, nel mondo intero, in ricordo di lei si dirà anche ciò che ella ha fatto".
Gesù venduto da Giuda
14 Allora uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti 15 e disse: "Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?". E quelli gli fissarono trenta monete d'argento. 16 Da quel momento cercava l'occasione propizia per consegnarlo.
L'ultima cena
17 Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: "Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?".
18 Ed egli rispose: "Andate in città da un tale e ditegli: "Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli"". 19 I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.
20 Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. 21 Mentre mangiavano, disse: "In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà".
22 Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: "Sono forse io, Signore?".
23 Ed egli rispose: "Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. 24 Il Figlio dell'uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell'uomo dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito! Meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!".
25 Giuda, il traditore, disse: "Rabbì, sono forse io?".
Gli rispose: "Tu l'hai detto".
26 Ora, mentre mangiavano, Gesù prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e, mentre lo dava ai discepoli, disse: "Prendete, mangiate: questo è il mio corpo".
27 Poi prese il calice, rese grazie e lo diede loro, dicendo: "Bevetene tutti, 28 perché questo è il mio sangue dell'alleanza, che è versato per molti per il perdono dei peccati. 29 Io vi dico che d'ora in poi non berrò di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi, nel regno del Padre mio".
30 Dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.
Commento
Comprendere la soluzione di Dio
Ti sei mai trovato, o trovata, a subire situazioni di contrasto o di ostilità nei tuoi confronti da parte di persone a te vicine? A ricevere false accuse o a subire un inganno o un tradimento? Gesù sì, anche lui ha subito tutte queste cose.
Dio si è rivelato nella creazione, ma in modo ancora più sublime si è rivelato nella persona di suo figlio Gesù Cristo.
Dio stesso è entrato a far parte di questo mondo e l'ha fatto per sistemare le cose. In questo brano scopriamo la sua idea, la sua soluzione: scendere nel mondo e farne parte attraverso suo figlio Gesù. Ma, come sappiamo, il mondo non ha accolto Gesù e si è dimostrato ostile nei suoi confronti.
- L’inganno
L'ostilità del mondo di oggi verso Gesù e i cristiani non dovrebbe sorprenderci. Gesù sa che presto verrà "consegnato per essere crocifisso" (v.2). I sommi sacerdoti e gli anziani "tennero consiglio per catturare Gesù con un inganno e farlo morire" (v.4).
Ai dodici, Gesù dice: "Uno di voi mi tradirà" (v.21).
- Le accuse
Una donna si avvicina a Gesù "con un vaso di alabastro di olio profumato molto prezioso, e glielo versò sul capo" (v.7). Un gesto d’amore ma che i discepoli vedono come uno "spreco" (v.8).
Non riescono a vedere ciò che sta accadendo davanti ai loro occhi, qualcosa di profondamente commovente. Gesù sta per essere donato a tutti noi. La sua morte è imminente ed il suo dono ha un valore inestimabile. Per questo un vaso di profumo prezioso è segno di profonda riconoscenza nei suoi confronti. Ma i discepoli non riescono a vedere tutto questo, si lamentano e si fermano allo spreco.
Quando ti occupi di carità nei confronti di chi è nel bisogno, le persone tendono ad approvare facilmente ciò che fai. Quando invece dedichi del tempo a Gesù per pregarlo e lodarlo, le persone non sempre capiscono. Spesso, lo considerano uno spreco e pensano che sarebbe meglio dedicare questo tempo a qualcosa di più utile (v.9). Ma Gesù vede le cose in modo molto diverso: "Essa ha compiuto un'azione buona verso di me" (v.10). Quella donna ha comunicato a Gesù il suo straordinario amore per lui.
- Il tradimento
Cosa non fa la gente per il denaro! Giuda attende il momento giusto per consegnare Gesù alle autorità, e lo fa per "trenta monete d'argento" (v.15). Quale sofferenza deve essere stata per Gesù! Giuda era uno dei suoi amici più intimi, uno della cerchia dei dodici che lui stesso aveva scelto. Gesù lo sapeva: "Uno di voi mi tradirà" (v.21).
Tuttavia, nel suo straordinario amore, Gesù muore per tutti loro. Durante la cena, spiega il significato della sua morte. Attraverso il pane spezzato e il calice di vino dice che il suo sangue è "versato per molti per il perdono dei peccati" (v.28). La risposta di Gesù ad un mondo così ostile è farsi crocifiggere. Un gesto necessario per il nostro perdono e la nostra redenzione.
Ogni volta che riceviamo la comunione, facciamo memoria di quanto il mondo sia stato ostile nei confronti di Gesù e di quanto il suo amore verso quello stesso mondo sia stato così grande.
Preghiera
Signore Gesù, grazie perché sei morto per me e perché mi hai mostrato come amare anche in un mondo ostile.
Esodo 1,1-3,22
Gli israeliti oppressi
1Questi sono i nomi dei figli d'Israele entrati in Egitto; essi vi giunsero insieme a Giacobbe, ognuno con la sua famiglia: 2 Ruben, Simeone, Levi e Giuda, 3 Ìssacar, Zàbulon e Beniamino, 4 Dan e Nèftali, Gad e Aser. 5 Tutte le persone discendenti da Giacobbe erano settanta. Giuseppe si trovava già in Egitto.
6 Giuseppe poi morì e così tutti i suoi fratelli e tutta quella generazione. 7 I figli d'Israele prolificarono e crebbero, divennero numerosi e molto forti, e il paese ne fu pieno.
8 Allora sorse sull'Egitto un nuovo re, che non aveva conosciuto Giuseppe. 9 Egli disse al suo popolo: "Ecco che il popolo dei figli d'Israele è più numeroso e più forte di noi. 10 Cerchiamo di essere avveduti nei suoi riguardi per impedire che cresca, altrimenti, in caso di guerra, si unirà ai nostri avversari, combatterà contro di noi e poi partirà dal paese".
11 Perciò vennero imposti loro dei sovrintendenti ai lavori forzati, per opprimerli con le loro angherie, e così costruirono per il faraone le città-deposito, cioè Pitom e Ramses. 12 Ma quanto più opprimevano il popolo, tanto più si moltiplicava e cresceva, ed essi furono presi da spavento di fronte agli Israeliti. 13 Per questo gli Egiziani fecero lavorare i figli d'Israele trattandoli con durezza. 14 Resero loro amara la vita mediante una dura schiavitù, costringendoli a preparare l'argilla e a fabbricare mattoni, e ad ogni sorta di lavoro nei campi; a tutti questi lavori li obbligarono con durezza.
15 Il re d'Egitto disse alle levatrici degli Ebrei, delle quali una si chiamava Sifra e l'altra Pua: 16 "Quando assistete le donne ebree durante il parto, osservate bene tra le due pietre: se è un maschio, fatelo morire; se è una femmina, potrà vivere". 17 Ma le levatrici temettero Dio: non fecero come aveva loro ordinato il re d'Egitto e lasciarono vivere i bambini. 18 Il re d'Egitto chiamò le levatrici e disse loro: "Perché avete fatto questo e avete lasciato vivere i bambini?".
19 Le levatrici risposero al faraone: "Le donne ebree non sono come le egiziane: sono piene di vitalità. Prima che giunga da loro la levatrice, hanno già partorito!".
20 Dio beneficò le levatrici. Il popolo aumentò e divenne molto forte. 21 E poiché le levatrici avevano temuto Dio, egli diede loro una discendenza.
22 Allora il faraone diede quest'ordine a tutto il suo popolo: "Gettate nel Nilo ogni figlio maschio che nascerà, ma lasciate vivere ogni femmina".
La nascita di Mosé
2Un uomo della famiglia di Levi andò a prendere in moglie una discendente di Levi. 2 La donna concepì e partorì un figlio; vide che era bello e lo tenne nascosto per tre mesi. 3 Ma non potendo tenerlo nascosto più oltre, prese per lui un cestello di papiro, lo spalmò di bitume e di pece, vi adagiò il bambino e lo depose fra i giunchi sulla riva del Nilo. 4 La sorella del bambino si pose a osservare da lontano che cosa gli sarebbe accaduto.
5 Ora la figlia del faraone scese al Nilo per fare il bagno, mentre le sue ancelle passeggiavano lungo la sponda del Nilo. Ella vide il cestello fra i giunchi e mandò la sua schiava a prenderlo. 6 L'aprì e vide il bambino: ecco, il piccolo piangeva. Ne ebbe compassione e disse: "È un bambino degli Ebrei".
7 La sorella del bambino disse allora alla figlia del faraone: "Devo andare a chiamarti una nutrice tra le donne ebree, perché allatti per te il bambino?".
8 "Va'", rispose la figlia del faraone. La fanciulla andò a chiamare la madre del bambino. 9 La figlia del faraone le disse: "Porta con te questo bambino e allattalo per me; io ti darò un salario". La donna prese il bambino e lo allattò. 10 Quando il bambino fu cresciuto, lo condusse alla figlia del faraone. Egli fu per lei come un figlio e lo chiamò Mosè, dicendo: "Io l'ho tratto dalle acque!".
Mosé fugge a Madian
11 Un giorno Mosè, cresciuto in età, si recò dai suoi fratelli e notò i loro lavori forzati. Vide un Egiziano che colpiva un Ebreo, uno dei suoi fratelli. 12 Voltatosi attorno e visto che non c'era nessuno, colpì a morte l'Egiziano e lo sotterrò nella sabbia. 13 Il giorno dopo uscì di nuovo e vide due Ebrei che litigavano; disse a quello che aveva torto: "Perché percuoti il tuo fratello?".
14 Quegli rispose: "Chi ti ha costituito capo e giudice su di noi? Pensi forse di potermi uccidere, come hai ucciso l'Egiziano?". Allora Mosè ebbe paura e pensò: "Certamente la cosa si è risaputa".
15 Il faraone sentì parlare di questo fatto e fece cercare Mosè per metterlo a morte. Allora Mosè fuggì lontano dal faraone e si fermò nel territorio di Madian e sedette presso un pozzo. 16 Il sacerdote di Madian aveva sette figlie. Esse vennero ad attingere acqua e riempirono gli abbeveratoi per far bere il gregge del padre. 17 Ma arrivarono alcuni pastori e le scacciarono. Allora Mosè si levò a difendere le ragazze e fece bere il loro bestiame.
18 Tornarono dal loro padre Reuèl e questi disse loro: "Come mai oggi avete fatto ritorno così in fretta?".
19 Risposero: "Un uomo, un Egiziano, ci ha liberato dalle mani dei pastori; lui stesso ha attinto per noi e ha fatto bere il gregge".
20 Quegli disse alle figlie: "Dov'è? Perché avete lasciato là quell'uomo? Chiamatelo a mangiare il nostro cibo!".
21 Così Mosè accettò di abitare con quell'uomo, che gli diede in moglie la propria figlia Sipporà. 22 Ella gli partorì un figlio ed egli lo chiamò Ghersom, perché diceva: "Vivo come forestiero in terra straniera!".
23 Dopo molto tempo il re d'Egitto morì. Gli Israeliti gemettero per la loro schiavitù, alzarono grida di lamento e il loro grido dalla schiavitù salì a Dio. 24 Dio ascoltò il loro lamento, Dio si ricordò della sua alleanza con Abramo, Isacco e Giacobbe. 25 Dio guardò la condizione degli Israeliti, Dio se ne diede pensiero.
Mosé e il roveto ardente
3Mentre Mosè stava pascolando il gregge di Ietro, suo suocero, sacerdote di Madian, condusse il bestiame oltre il deserto e arrivò al monte di Dio, l'Oreb. 2 L'angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco dal mezzo di un roveto. Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva per il fuoco, ma quel roveto non si consumava. 3 Mosè pensò: "Voglio avvicinarmi a osservare questo grande spettacolo: perché il roveto non brucia?".
4 Il Signore vide che si era avvicinato per guardare; Dio gridò a lui dal roveto: "Mosè, Mosè!".
Rispose: "Eccomi!".
5 Riprese: "Non avvicinarti oltre! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è suolo santo!". 6 E disse: "Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe". Mosè allora si coprì il volto, perché aveva paura di guardare verso Dio.
7 Il Signore disse: "Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sovrintendenti: conosco le sue sofferenze. 8 Sono sceso per liberarlo dal potere dell'Egitto e per farlo salire da questa terra verso una terra bella e spaziosa, verso una terra dove scorrono latte e miele, verso il luogo dove si trovano il Cananeo, l'Ittita, l'Amorreo, il Perizzita, l'Eveo, il Gebuseo. 9 Ecco, il grido degli Israeliti è arrivato fino a me e io stesso ho visto come gli Egiziani li opprimono. 10 Perciò va'! Io ti mando dal faraone. Fa' uscire dall'Egitto il mio popolo, gli Israeliti!".
11 Mosè disse a Dio: "Chi sono io per andare dal faraone e far uscire gli Israeliti dall'Egitto?".
12 Rispose: "Io sarò con te. Questo sarà per te il segno che io ti ho mandato: quando tu avrai fatto uscire il popolo dall'Egitto, servirete Dio su questo monte".
13 Mosè disse a Dio: "Ecco, io vado dagli Israeliti e dico loro: "Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi". Mi diranno: "Qual è il suo nome?". E io che cosa risponderò loro?".
14 Dio disse a Mosè: "Io sono colui che sono!". E aggiunse: "Così dirai agli Israeliti: "Io-Sono mi ha mandato a voi"".
15 Dio disse ancora a Mosè: "Dirai agli Israeliti: "Il Signore, Dio dei vostri padri, Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe, mi ha mandato a voi".
Questo è il mio nome per sempre;
questo è il titolo con cui sarò ricordato
di generazione in generazione.
16 Va'! Riunisci gli anziani d'Israele e di' loro: "Il Signore, Dio dei vostri padri, Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, mi è apparso per dirmi: Sono venuto a visitarvi e vedere ciò che viene fatto a voi in Egitto. 17 E ho detto: Vi farò salire dalla umiliazione dell'Egitto verso la terra del Cananeo, dell'Ittita, dell'Amorreo, del Perizzita, dell'Eveo e del Gebuseo, verso una terra dove scorrono latte e miele".
18 Essi ascolteranno la tua voce, e tu e gli anziani d'Israele andrete dal re d'Egitto e gli direte: "Il Signore, Dio degli Ebrei, si è presentato a noi. Ci sia permesso di andare nel deserto, a tre giorni di cammino, per fare un sacrificio al Signore, nostro Dio". 19 Io so che il re d'Egitto non vi permetterà di partire, se non con l'intervento di una mano forte. 20 Stenderò dunque la mano e colpirò l'Egitto con tutti i prodigi che opererò in mezzo ad esso, dopo di che egli vi lascerà andare.
21 Farò sì che questo popolo trovi grazia agli occhi degli Egiziani: quando partirete, non ve ne andrete a mani vuote. 22 Ogni donna domanderà alla sua vicina e all'inquilina della sua casa oggetti d'argento e oggetti d'oro e vesti; li farete portare ai vostri figli e alle vostre figlie e spoglierete l'Egitto".
Commento
Sapere chi è Dio
Alla domanda di Mosè "Chi sono io per andare?", Dio risponde dicendogli chi Lui è. Sapere chi è Dio è in fondo la risposta a tutte le nostre domande e problemi. La risposta non è tanto in chi siamo noi, ma in chi è Dio.
Se ad un ebreo del I secolo avessimo chiesto chi fosse per lui la persona più grande mai esistita, sicuramente avrebbe detto Mosè. A quel tempo Mosè era la figura suprema. Li aveva liberati dalla schiavitù, condotti in una terra di libertà e aveva dato loro la legge. Il libro dell'Esodo racconta la costituzione di una nuova nazione e ci presenta l'uomo che ne è stato il principale artefice.
"Allora sorse sull'Egitto un nuovo re, che non aveva conosciuto Giuseppe" (1,8). Il nuovo re dimentica tutto ciò che Giuseppe aveva fatto per l'Egitto ed il bene che il popolo di Dio aveva compiuto in passato. Inizia così a perseguitare il popolo ebraico e ad opprimerlo spietatamente con i lavori forzati (vv.11-14). Il popolo di Dio allora grida aiuto e "Dio ascoltò il loro lamento" (2,24).
Molte volte nel corso della storia, le persone hanno cercato di sbarazzarsi del popolo di Dio, ma senza mai riuscirci. "Ma quanto più opprimevano il popolo, tanto più si moltiplicava e cresceva" (1,12). Anche oggi, dove la Chiesa è più perseguitata e oppressa, il popolo di Dio cresce, si moltiplica e si diffonde di più.
Mosè è il nipote adottivo del faraone, un principe potente che può avere tutto e in abbondanza: denaro, sesso e potere. Eppure, sceglie di affrontare l'ostilità. Obbedisce alla chiamata di Dio e sceglie di identificarsi con il suo popolo. Una persona con un’infanzia come quella di Mosè non avrebbe mai scelto di unirsi ad una nazione schiava, guardata con disprezzo.
Nel Nuovo Testamento, leggiamo che Mosè preferisce "essere maltrattato con il popolo di Dio piuttosto che godere momentaneamente del peccato. Egli stimava ricchezza maggiore dei tesori d'Egitto l'essere disprezzato per Cristo; aveva infatti lo sguardo fisso sulla ricompensa" (Ebrei 11,25-26).
Non è una scelta facile, ma Mosè obbedisce alla chiamata di Dio e decide di affrontare una situazione del tutto ostile.
Al centro dell’obbedienza di Mosè c’è il riconoscere chi è Dio. Dio si rivela a Mosè in vari modi e promette: "Io sarò con te" (Esodo 3,12). Particolarmente importante è qui il nome con cui Dio si rivela. I nomi dichiaravano il carattere e la natura di una persona. Dio dice: “Io sono colui che sono!” (v.14) L'unico modo con cui Dio può essere descritto è in riferimento a se stesso.
Questo nome dichiara la grandezza unica e la natura eterna del nostro Dio. In tutto il resto dell’Antico Testamento, Dio sarà conosciuto con questo nome, Yahweh in ebraico, che significa “Signore". L'obbedienza di Mosè a Dio è radicata e trae forza dalla consapevolezza di chi è Dio.
È tutto lì. Dio dice a Mosè di non preoccuparsi dell'ostilità che dovrà affrontare. Tutto ciò che conta è che "Io sono colui che sono" sia con lui. Ed è questo che può bastare anche per noi, in tutte le nostre paure, ansie e sfide.
Gesù dice: "Prima che Abramo fosse, Io Sono!" (Giovanni 8,58) Il grande, eterno e onnipotente “Io Sono” è con noi, in Gesù si è fatto vicino a noi e ha promesso di rimanere con noi tutti i giorni (Matteo 28,20). Nelle sfide di ogni giorno, sapere questo è molto confortante ed incoraggiante, e può fare un'enorme differenza nella nostra vita.
Preghiera
Signore Gesù, ti ringrazio perché in questo mondo ostile tu sei con me e mi dai forza nelle paure, preoccupazioni e sfide di ogni giorno.
La moglie di Nicky dice
Mosè deve molto all’aiuto di cinque donne coraggiose.
A Shiphrah e Puah, le levatrici, che sfidano il faraone e salvano la vita di centinaia di bambini.
A Miriam, la sorella di Mosè, che abilmente riesce a convincere la figlia del faraone a chiamare una nutrice (la madre di Mosè) per allattare il bambino.
Alla madre di Mosè, che trasmette una fede forte ai suoi tre figli (Mosè, Aronne e Miriam).
Ed in modo ancora più sorprendente alla figlia del faraone, che con grande compassione si prende cura di Mosè, salvandolo e accogliendolo come suo.
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Riferimenti
Copyright © 2008 — 2019 Diritti d'autore riservati su testo e commento Fondazione di Religione Santi Francesco d’Assisi e Caterina da Siena.
Le citazioni della Scrittura indicate con (MSG, AMP, NIVUK, NKJV, NLT, ecc.) riportano comunque il testo CEI®. Indicano i testi qui di seguito elencati a cui si rimanda per ulteriori approfondimenti.
Francis Collins, The Language of God, (Simon & Schuster UK, 2007), p.67.
NIV - New International Version Anglicised - Copyright © 1979, 1984, 2011 Biblica, già International Bible Society
MSG - The Message - Copyright © 1993, 1994, 1995, 1996, 2000, 2001, 2002.
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