Giorno 42

Libertà

Sapienziali Salmi 20,1-10
Nuovo Testamento Matteo 26,69-27,10
Antico Testamento Esodo 9,1-10,29

Introduzione

Il film "12 anni schiavo" di Steve McQueen racconta la storia di Solomon Northup. Solomon nacque libero nello stato di New York nel 1807, ma all’età di 34 anni, a Washington DC, venne rapito e venduto come schiavo. Per dodici anni rimase schiavo in una piantagione di cotone in Louisiana. Il film racconta gli orrori della schiavitù vissuta nelle piantagioni di cotone e di canna da zucchero.

Nel 1853, Solomon venne riscattato dalla schiavitù e tornò dalla sua famiglia. Scrisse: "Mi abbracciarono e, con le lacrime agli occhi, mi strinsero a lungo. La gioia di quel momento non può essere descritta. Ero ritornato alla felicità ed alla libertà".

La schiavitù è un male orribile, in ogni sua forma. La libertà è invece una meravigliosa benedizione.

Nell'Antico Testamento, Mosè è colui che libera il popolo di Dio. Prefigura Gesù, il sommo liberatore. Come Mosè rende libero il popolo di Dio dalla schiavitù, così Gesù rende liberi tutti noi dalla schiavitù del peccato.

“Libertà” è probabilmente il termine migliore che possiamo usare oggi per definire ciò che la Bibbia chiama salvezza. La Bibbia intera potrebbe essere riassunta come una "storia di salvezza". La storia di un Dio che desidera liberare il suo popolo. Dio vuole rendere me e te persone libere.

Sapienziali

Salmi 20,1-10

Salmo 20

1 Al maestro del coro. Salmo. Di Davide.
2 Ti risponda il Signore nel giorno dell'angoscia,
  ti protegga il nome del Dio di Giacobbe.
3 Ti mandi l'aiuto dal suo santuario
  e dall'alto di Sion ti sostenga.
4 Si ricordi di tutte le tue offerte
  e gradisca i tuoi olocausti.
5 Ti conceda ciò che il tuo cuore desidera,
  adempia ogni tuo progetto.
6 Esulteremo per la tua vittoria,
  nel nome del nostro Dio alzeremo i nostri vessilli:

adempia il Signore tutte le tue richieste.

7 Ora so che il Signore
  dà vittoria al suo consacrato;
gli risponde dal suo cielo santo
  con la forza vittoriosa della sua destra.
8 Chi fa affidamento sui carri, chi sui cavalli:
  noi invochiamo il nome del Signore, nostro Dio.
9 Quelli si piegano e cadono,
  ma noi restiamo in piedi e siamo saldi.
10 Da' al re la vittoria, Signore;
  rispondici, quando t'invochiamo.

Commento

Vivere la libertà che viene dalla fede

Nella vita tutti affrontiamo momenti di prova, di preoccupazione o addirittura di angoscia. Forse stai attraversando un momento così proprio adesso. Anche Davide si trova in questa situazione, molto probabilmente a causa della battaglia che deve affrontare. Per trovare conforto, si rivolge a Dio. Dice: "Ti risponda il Signore nel giorno dell'angoscia" (v.2) e più sotto: "Rispondici, quando ti invochiamo" (v.10). Quando lo invochiamo, Dio ascolta e risponde alle nostre preghiere.

Nel "giorno dell'angoscia", invocare Dio nella preghiera è la cosa migliore che possiamo fare. Chiedigli di salvarti e di liberarti nel pieno della lotta (vv.6-8). Potrebbe sembrare sciocco ottimismo, ma in realtà è un autentico atto di fede.

Davide conosce la "forza vittoriosa salvifica" di Dio, il suo potere di salvezza (v.7c). Dice: "Ora so che il Signore dà vittoria al suo consacrato" (v.7a). Parla di sei cose che ognuno di noi può chiedere per se stesso, per la propria famiglia, per i propri amici e la comunità:

1. Protezione

"Ti protegga il nome del Dio di Giacobbe" (v.2b)

2. Aiuto

"Ti mandi l'aiuto dal suo santuario" (v.3a)

3. Sostegno

"...dall'alto di Sion ti sostenga" (v.3b)

4. Gradimento

"Ricordi... e gradisca" (v.4)

5. Successo

"Ti conceda ciò che il tuo cuore desidera, adempia ogni tuo progetto" (v.5)

6. Vittoria

"...per la tua vittoria alzeremo i nostri vessilli… adempia il Signore tutte le tue richieste" (v.6, MSG)

Successo, vittoria e libertà non si ottengono schierando "carri" e "cavalli" (v.8a). Si ottengono per fede, perché "noi invochiamo il nome del Signore, nostro Dio" (v.8b).

Preghiera

Signore, grazie per averci liberati. Ho riposto la mia fiducia nel tuo nome. Oggi porto davanti a te i miei piani e ti presento i desideri del mio cuore.

Nuovo Testamento

Matteo 26,69-27,10

Pietro rinnega Gesù

69 Pietro intanto se ne stava seduto fuori, nel cortile. Una giovane serva gli si avvicinò e disse: "Anche tu eri con Gesù, il Galileo!".

70 Ma egli negò davanti a tutti dicendo: "Non capisco che cosa dici".

71 Mentre usciva verso l'atrio, lo vide un'altra serva e disse ai presenti: "Costui era con Gesù, il Nazareno".

72 Ma egli negò di nuovo, giurando: "Non conosco quell'uomo!".

73 Dopo un poco, i presenti si avvicinarono e dissero a Pietro: "È vero, anche tu sei uno di loro: infatti il tuo accento ti tradisce!".

74 Allora egli cominciò a imprecare e a giurare: "Non conosco quell'uomo!".

E subito un gallo cantò. 75 E Pietro si ricordò della parola di Gesù, che aveva detto: "Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte". E, uscito fuori, pianse amaramente.

Il suicidio di Giuda

27Venuto il mattino, tutti i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. 2 Poi lo misero in catene, lo condussero via e lo consegnarono al governatore Pilato.

3 Allora Giuda - colui che lo tradì -, vedendo che Gesù era stato condannato, preso dal rimorso, riportò le trenta monete d'argento ai capi dei sacerdoti e agli anziani, 4 dicendo: "Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente". Ma quelli dissero: "A noi che importa? Pensaci tu!".

5 Egli allora, gettate le monete d'argento nel tempio, si allontanò e andò a impiccarsi.

6 I capi dei sacerdoti, raccolte le monete, dissero: "Non è lecito metterle nel tesoro, perché sono prezzo di sangue". 7 Tenuto consiglio, comprarono con esse il "Campo del vasaio" per la sepoltura degli stranieri. 8 Perciò quel campo fu chiamato "Campo di sangue" fino al giorno d'oggi. 9 Allora si compì quanto era stato detto per mezzo del profeta Geremia: E presero trenta monete d'argento, il prezzo di colui che a tal prezzo fu valutato dai figli d'Israele, 10 e le diedero per il campo del vasaio, come mi aveva ordinato il Signore.

Commento

Meravigliarsi di come siamo stati liberati

Gesù è il sommo salvatore. La storia della salvezza raggiunge il suo culmine nella vita, morte e resurrezione di Gesù Cristo. Questo brano mette in evidenza il prezzo pagato da Gesù per la nostra salvezza. Gesù viene rinnegato da uno dei suoi amici più intimi (26,69-75), tradito da uno dei suoi discepoli (27,1-10), messo in catene e consegnato al governatore romano (v.2), condannato a morte (v.3a). Gesù lascia che tutto questo avvenga per adempiere la volontà di Dio (v.9).

Gesù si è lasciato imprigionare perché noi potessimo essere liberati. Poi lo misero in catene (v.2) per liberarci dalle catene che ci legano. È venuto per liberarci dal nostro peccato, dalla nostra colpa, dalla vergogna, dalle nostre schiavitù e da tutte le nostre paure.

Quante volte nella nostra vita di cristiani finiamo per ingarbugliare le cose? Quante volte lasciamo Dio fuori dai nostri problemi? Quante volte come Pietro ci ritroviamo a piangere "amaramente" (26,75)? Non so a te, ma a me capita spesso.

Nei brani di oggi, Gesù viene abbandonato da due dei suoi amici più intimi. Anche noi a volte lo facciamo, abbandoniamo Gesù. Gli esempi di Pietro e Giuda, oggi, ci aiutano a capire cosa fare in situazioni come queste, di delusione e fallimento.

Le storie di Pietro e Giuda hanno molto in comune. Entrambi sono discepoli di Gesù. Ad entrambi viene detto che lo avrebbero tradito (vv.24-25,34). Entrambi, con le loro azioni, portano a compimento le profezie dell'Antico Testamento (26,31; 27,9). Entrambi si rammaricano profondamente per le loro azioni (27,5; 26,75).

Ma tra i due troviamo anche profonde differenze. Pietro reagisce al suo errore nel modo giusto. Giuda no. Come scrive San Paolo: "La tristezza secondo Dio produce un pentimento irrevocabile che porta alla salvezza, mentre la tristezza del mondo produce la morte" (2 Corinzi 7,10).

La vicenda di Giuda rappresenta la "tristezza del mondo". Giuda confessa il suo terribile peccato ai capi dei sacerdoti, i quali appesantiscono ulteriormente la sua colpa (Matteo 27,4). Sconvolto dal rimorso, l’apostolo non riesce a gettarsi nelle braccia misericordiose di Dio e a chiedere perdono.

Al contrario, Pietro rappresenta l'esempio della "tristezza secondo Dio".

Rinnega Gesù per ben tre volte, probabilmente perché spaventato. Forse teme di poter essere crocifisso insieme a Gesù. O forse è colto dal dubbio su Gesù, su ciò che Gesù ha sempre detto di essere. Ma sente il canto del gallo, ricorda le parole di Gesù e ogni dubbio svanisce: "E, uscito fuori, pianse amaramente" (26,75).

Non c'è sensazione più terribile della consapevolezza di aver deluso Gesù. Ma, come sappiamo, la storia di Pietro non finisce qui (vedi Giovanni 21). La "tristezza secondo Dio" porta Pietro ad un vero "pentimento" e a ristabilire la sua relazione con Gesù. Pietro viene liberato dalla colpa e dalla vergogna del tradimento e destinato a divenire leader santo, forte e benedetto della chiesa di Gesù.

I peccati e gli errori del passato hanno il potere di bloccarci, di opprimerci e di tenerci schiavi con i loro sensi di colpa e di vergogna. Ma Gesù ci libera e coloro che Gesù libera sono liberi davvero (Giovanni 8,36). Per quanto tu abbia peccato o sbagliato, non è mai troppo tardi. Se farai come Pietro, Gesù ti offrirà un futuro di salvezza al servizio di Dio.

Preghiera

Signore, grazie perché ti sei lasciato imprigionare per noi affinché potessimo essere liberati dai nostri peccati. Quando cado, ti prego di aiutarmi a rialzarmi e di donarmi la "tristezza secondo Dio” che “produce un pentimento irrevocabile che porta alla salvezza".

Antico Testamento

Esodo 9,1-10,29

La piaga sul bestiame

9Allora il Signore disse a Mosè: "Va' a riferire al faraone: "Così dice il Signore, il Dio degli Ebrei: Lascia partire il mio popolo, perché mi possa servire! 2 Se tu rifiuti di lasciarlo partire e lo trattieni ancora, 3 ecco, la mano del Signore verrà sopra il tuo bestiame che è nella campagna, sopra i cavalli, gli asini, i cammelli, sopra gli armenti e le greggi, con una peste gravissima! 4 Ma il Signore farà distinzione tra il bestiame d'Israele e quello degli Egiziani, così che niente muoia di quanto appartiene agli Israeliti"".

5 Il Signore fissò la data, dicendo: "Domani il Signore compirà questa cosa nel paese!". 6 Appunto il giorno dopo, il Signore compì tale cosa: morì tutto il bestiame degli Egiziani, ma del bestiame degli Israeliti non morì neppure un capo. 7 Il faraone mandò a vedere, ed ecco, neppure un capo del bestiame d'Israele era morto. Ma il cuore del faraone rimase ostinato e non lasciò partire il popolo.

La piaga delle pustole

8 Il Signore si rivolse a Mosè e ad Aronne: "Procuratevi una manciata di fuliggine di fornace: Mosè la sparga verso il cielo sotto gli occhi del faraone. 9 Essa diventerà un pulviscolo che, diffondendosi su tutta la terra d'Egitto, produrrà, sugli uomini e sulle bestie, ulcere degeneranti in pustole, in tutta la terra d'Egitto".

10 Presero dunque fuliggine di fornace e si posero alla presenza del faraone. Mosè la sparse verso il cielo ed essa produsse ulcere pustolose, con eruzioni su uomini e bestie. 11 I maghi non poterono stare alla presenza di Mosè a causa delle ulcere che li avevano colpiti come tutti gli Egiziani. 12 Ma il Signore rese ostinato il cuore del faraone, il quale non diede loro ascolto, come il Signore aveva detto a Mosè.

La piaga della grandine

13 Il Signore disse a Mosè: "Àlzati di buon mattino, presèntati al faraone e annunciagli: "Così dice il Signore, il Dio degli Ebrei: Lascia partire il mio popolo, perché mi possa servire! 14 Perché questa volta io mando tutti i miei flagelli contro il tuo cuore, contro i tuoi ministri e contro il tuo popolo, perché tu sappia che nessuno è come me su tutta la terra. 15 Se fin da principio io avessi steso la mano per colpire te e il tuo popolo con la peste, tu ormai saresti stato cancellato dalla terra; 16 invece per questo ti ho lasciato sussistere, per dimostrarti la mia potenza e per divulgare il mio nome in tutta la terra. 17 Ancora ti opponi al mio popolo e non lo lasci partire! 18 Ecco, io farò cadere domani, a questa stessa ora, una grandine violentissima, come non ci fu mai in Egitto dal giorno della sua fondazione fino ad oggi. 19 Manda dunque fin d'ora a mettere al riparo il tuo bestiame e quanto hai in campagna. Su tutti gli uomini e su tutti gli animali che si troveranno in campagna e che non saranno stati ricondotti in casa, si abbatterà la grandine e moriranno"".

20 Chi tra i ministri del faraone temeva il Signore fece ricoverare nella casa i suoi schiavi e il suo bestiame; 21 chi invece non diede retta alla parola del Signore lasciò schiavi e bestiame in campagna.

22 Il Signore disse a Mosè: "Stendi la mano verso il cielo: vi sia grandine in tutta la terra d'Egitto, sugli uomini, sulle bestie e su tutta la vegetazione dei campi nella terra d'Egitto!". 23 Mosè stese il bastone verso il cielo e il Signore mandò tuoni e grandine; sul suolo si abbatté fuoco e il Signore fece cadere grandine su tutta la terra d'Egitto. 24 Ci furono grandine e fuoco in mezzo alla grandine: non vi era mai stata in tutta la terra d'Egitto una grandinata così violenta, dal tempo in cui era diventata nazione! 25 La grandine colpì, in tutta la terra d'Egitto, quanto era nella campagna, dagli uomini alle bestie; la grandine flagellò anche tutta la vegetazione dei campi e schiantò tutti gli alberi della campagna. 26 Soltanto nella regione di Gosen, dove stavano gli Israeliti, non vi fu grandine.

27 Allora il faraone mandò a chiamare Mosè e Aronne e disse loro: "Questa volta ho peccato: il Signore è il giusto; io e il mio popolo siamo colpevoli. 28 Pregate il Signore: ci sono stati troppi tuoni violenti e grandine! Vi lascerò partire e non dovrete più restare qui".

29 Mosè gli rispose: "Non appena sarò uscito dalla città, stenderò le mani verso il Signore: i tuoni cesseranno e non grandinerà più, perché tu sappia che la terra appartiene al Signore. 30 Ma quanto a te e ai tuoi ministri, io so che ancora non temerete il Signore Dio".

31 Ora il lino e l'orzo erano stati colpiti, perché l'orzo era in spiga e il lino in fiore; 32 ma il grano e la spelta non erano stati colpiti, perché tardivi.

33 Mosè si allontanò dal faraone e dalla città; stese le mani verso il Signore: i tuoni e la grandine cessarono e la pioggia non si rovesciò più sulla terra. 34 Quando il faraone vide che la pioggia, la grandine e i tuoni erano cessati, continuò a peccare e si ostinò, insieme con i suoi ministri. 35 Il cuore del faraone si ostinò e non lasciò partire gli Israeliti, come aveva detto il Signore per mezzo di Mosè.

La piaga delle locuste

10Allora il Signore disse a Mosè: "Va' dal faraone, perché io ho indurito il cuore suo e dei suoi ministri, per compiere questi miei segni in mezzo a loro, 2 e perché tu possa raccontare e fissare nella memoria di tuo figlio e del figlio di tuo figlio come mi sono preso gioco degli Egiziani e i segni che ho compiuti in mezzo a loro: così saprete che io sono il Signore!".

3 Mosè e Aronne si recarono dal faraone e gli dissero: "Così dice il Signore, il Dio degli Ebrei: "Fino a quando rifiuterai di piegarti davanti a me? Lascia partire il mio popolo, perché mi possa servire. 4 Se tu rifiuti di lasciar partire il mio popolo, ecco, da domani io manderò le cavallette sul tuo territorio. 5 Esse copriranno la superficie della terra, così che non si possa più vedere il suolo: divoreranno il poco che è stato lasciato per voi dalla grandine e divoreranno ogni albero che rispunta per voi nella campagna. 6 Riempiranno le tue case, le case di tutti i tuoi ministri e le case di tutti gli Egiziani, cosa che non videro i tuoi padri, né i padri dei tuoi padri, da quando furono su questo suolo fino ad oggi!"". Poi voltò le spalle e uscì dalla presenza del faraone.

7 I ministri del faraone gli dissero: "Fino a quando costui resterà tra noi come una trappola? Lascia partire questa gente, perché serva il Signore, suo Dio! Non ti accorgi ancora che l'Egitto va in rovina?".

8 Mosè e Aronne furono richiamati presso il faraone, che disse loro: "Andate, servite il Signore, vostro Dio! Ma chi sono quelli che devono partire?".

9 Mosè disse: "Partiremo noi insieme con i nostri giovani e i nostri vecchi, con i figli e le figlie, con le nostre greggi e i nostri armenti, perché per noi è una festa del Signore".

10 Rispose: "Così sia il Signore con voi, com'è vero che io intendo lasciar partire voi e i vostri bambini! Badate però che voi avete cattive intenzioni. 11 Così non va! Partite voi uomini e rendete culto al Signore, se davvero voi cercate questo!". E li cacciarono dalla presenza del faraone.

12 Allora il Signore disse a Mosè: "Stendi la mano sulla terra d'Egitto per far venire le cavallette: assalgano la terra d'Egitto e divorino tutta l'erba della terra, tutto quello che la grandine ha risparmiato!".

13 Mosè stese il suo bastone contro la terra d'Egitto e il Signore diresse su quella terra un vento d'oriente per tutto quel giorno e tutta la notte. Quando fu mattina, il vento d'oriente aveva portato le cavallette. 14 Le cavallette salirono sopra tutta la terra d'Egitto e si posarono su tutto quanto il territorio d'Egitto. Fu cosa gravissima: tante non ve n'erano mai state prima, né vi furono in seguito. 15 Esse coprirono tutta la superficie della terra, così che la terra ne fu oscurata; divorarono ogni erba della terra e ogni frutto d'albero che la grandine aveva risparmiato: nulla di verde rimase sugli alberi e fra le erbe dei campi in tutta la terra d'Egitto.

16 Il faraone allora convocò in fretta Mosè e Aronne e disse: "Ho peccato contro il Signore, vostro Dio, e contro di voi. 17 Ma ora perdonate il mio peccato anche questa volta e pregate il Signore, vostro Dio, perché almeno allontani da me questa morte!".

18 Egli si allontanò dal faraone e pregò il Signore. 19 Il Signore cambiò la direzione del vento e lo fece soffiare dal mare con grande forza: esso portò via le cavallette e le abbatté nel Mar Rosso; non rimase neppure una cavalletta in tutta la terra d'Egitto. 20 Ma il Signore rese ostinato il cuore del faraone, il quale non lasciò partire gli Israeliti.

La piaga delle tenebre

21 Allora il Signore disse a Mosè: "Stendi la mano verso il cielo: vengano sulla terra d'Egitto tenebre, tali da potersi palpare!". 22 Mosè stese la mano verso il cielo: vennero dense tenebre su tutta la terra d'Egitto, per tre giorni. 23 Non si vedevano più l'un l'altro e per tre giorni nessuno si poté muovere dal suo posto. Ma per tutti gli Israeliti c'era luce là dove abitavano.

24 Allora il faraone convocò Mosè e disse: "Partite, servite il Signore! Solo rimangano le vostre greggi e i vostri armenti. Anche i vostri bambini potranno partire con voi".

25 Rispose Mosè: "Tu stesso metterai a nostra disposizione sacrifici e olocausti, e noi li offriremo al Signore, nostro Dio. 26 Anche il nostro bestiame partirà con noi: neppure un'unghia ne resterà qui. Perché da esso noi dobbiamo prelevare le vittime per servire il Signore, nostro Dio, e noi non sapremo quel che dovremo sacrificare al Signore finché non saremo arrivati in quel luogo".

27 Ma il Signore rese ostinato il cuore del faraone, il quale non volle lasciarli partire. 28 Gli rispose dunque il faraone: "Vattene da me! Guàrdati dal ricomparire davanti a me, perché il giorno in cui rivedrai il mio volto, morirai".

29 Mosè disse: "Hai parlato bene: non vedrò più il tuo volto!".

Commento

Usare la propria libertà per adorare Dio

Nel servire il Signore, troviamo la libertà perfetta. Noi tutti siamo stati creati per adorare e servire Dio. Questo è il vero senso della mia e della tua vita.

Prima di diventare Papa, l’allora Cardinale Ratzinger ha scritto: "L'unica ragione dell'Esodo è adorare e servire Dio... La terra viene donata al popolo di Dio affinché diventi luogo per adorarlo e servirlo... Nel colloquio di Mosè con il faraone, risulta evidente che la libertà di poter adorare e servire Dio è il vero scopo dell'Esodo, la sua essenza più profonda".

Ancora una volta, nella storia del popolo d'Israele, Dio rivela il suo piano di salvezza. Per mezzo di Mosè, interviene per liberare il suo popolo dalla schiavitù. A Mosè, ripete più volte: "Va' a riferire al faraone: 'Così dice il Signore, il Dio degli Ebrei: Lascia partire il mio popolo, perché mi possa servire!'" (9,1)

Dio concede al faraone molte opportunità. Più e più volte, attraverso Mosè, gli dice: "Lascia partire il mio popolo, perché mi possa servire!" (9,13; 10,3-7), "Liberalo perché possa adorarmi e servirmi" (MSG).

Il mondo tende a comprendere facilmente il valore delle "opere buone". Ciò che invece fatica a comprendere è l'importanza della preghiera. Il faraone accusa gli Israeliti di essere pigri e di usare la preghiera come pretesto per non lavorare (5,17-18). Ma la preghiera ("avad" in ebraico) è l’obiettivo e l’opera più importante che possiamo fare nella nostra vita. Il termine ebraico "avad", infatti, può essere tradotto sia come opera che come preghiera.

Dio ti ama. La volontà di Dio è che nessuno perisca in eterno, e che tutti abbiano la possibilità di pentirsi (2 Pietro 3,9). L'unico modo che abbiamo di perire in eterno, come il faraone, è di indurire il nostro cuore e di ignorare tutti gli avvertimenti ed i segni che Dio mette sul nostro cammino. Alla radice del peccato del faraone c’è la superbia. Più si ostina, più diventa difficile per lui cambiare idea senza perdere la faccia ed il prestigio davanti agli altri.

Per questo, dovremmo sempre cercare di essere pronti ad ammettere i nostri errori, anziché ostinarci e rimanere sui nostri passi. Invertire la rotta è sempre possibile ed in ogni momento.

Dio vuole che il suo popolo sia liberato e che nella libertà possa adorarlo e servirlo per tutta la vita. Dio vuole che tu sia liberato, o liberata, dalla colpa, dalla vergogna, dal peccato, dalla schiavitù e dalla paura. Dio vuole liberarti affinché tu possa amarlo, servirlo e adorarlo.

Preghiera

Signore, grazie per aver detto: "Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero" (Giovanni 8,36). Che io possa usare la mia libertà per adorarti e servirti.

La moglie di Nicky dice

Esodo 9,20

"Chi tra i ministri del faraone temeva il Signore fece ricoverare nella casa i suoi schiavi e il suo bestiame".

Purtroppo, nonostante i numerosi segni ricevuti, ci sono persone che continuano a non credere. Ma anche nei luoghi più improbabili, c'è chi risponde a Dio. Un’intera nazione non può essere cancellata.

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Riferimenti

Salvo diversa indicazione, le citazioni delle Scritture sono tratte dalla Sacra Bibbia Italiana Cattolica, testo CEI 2008 a cura della Conferenza Episcopale Italiana. Utilizzata con permesso.

Copyright © 2008 — 2019 Diritti d'autore riservati su testo e commento Fondazione di Religione Santi Francesco d’Assisi e Caterina da Siena.

Le citazioni della Scrittura indicate con (MSG, AMP, NIVUK, NKJV, NLT, ecc.) riportano comunque il testo CEI®. Indicano i testi qui di seguito elencati a cui si rimanda per ulteriori approfondimenti.

NIV - New International Version Anglicised - Copyright © 1979, 1984, 2011 Biblica, già International Bible Society
MSG - The Message - Copyright © 1993, 1994, 1995, 1996, 2000, 2001, 2002.
AMP - Amplified® Bible, Copyright © 1954, 1958, 1962, 1964, 1965, 1987 - Casa Editrice The Lockman Foundation NKJV - New King James Version®. Copyright © 1982 - Casa Editrice Thomas Nelson NLT - New Living Translation - Copyright © 1996, 2004, 2015, 2017 - Casa Editrice Tyndale House Fondation

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