Gli alti e bassi della vita
Introduzione
Nella mia vita di cristiano, ci sono stati momenti in cui mi sono sentito veramente in alto dal punto di vista spirituale. Ad esempio quando ho sperimentato la potenza dello Spirito Santo e dell'amore di Dio, oppure quando ho avuto la gioia di vedere persone che hanno incontrato Gesù per la prima volta, o ancora quando ho ricevuto straordinarie risposte alle mie preghiere e ho visto la crescita del regno di Dio. Ma ci sono stati anche momenti in cui mi sono sentito spiritualmente giù, come quando ho dovuto affrontare il deserto intorno a me, lutti, delusioni, fallimenti, tentazioni, opposizione, problemi di salute e di stanchezza. Nei brani di oggi vedremo come queste esperienze, apparentemente opposte, siano invece strettamente connesse tra loro.
Salmi 22,1-12
Salmo 22
1 Al maestro del coro. Su "Cerva dell'aurora". Salmo. Di Davide.
2 Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
Lontane dalla mia salvezza
le parole del mio grido!
3 Mio Dio, grido di giorno e non rispondi;
di notte, e non c'è tregua per me.
4 Eppure tu sei il Santo,
tu siedi in trono fra le lodi d'Israele.
5 In te confidarono i nostri padri,
confidarono e tu li liberasti;
6 a te gridarono e furono salvati,
in te confidarono e non rimasero delusi.
7 Ma io sono un verme e non un uomo,
rifiuto degli uomini, disprezzato dalla gente.
8 Si fanno beffe di me quelli che mi vedono,
storcono le labbra, scuotono il capo:
9 "Si rivolga al Signore;
lui lo liberi,
lo porti in salvo,
se davvero lo ama!".
10 Sei proprio tu che mi hai tratto dal grembo,
mi hai affidato al seno di mia madre.
11 Al mio nascere, a te fui consegnato;
dal grembo di mia madre sei tu il mio Dio.
12 Non stare lontano da me,
perché l'angoscia è vicina
e non c'è chi mi aiuti.
Commento
Credere che alla fine la sofferenza si trasformerà in vittoria
Questo salmo fa da sfondo al grido di Gesù sulla croce: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?" (v.2a) Non è un caso che Gesù citi proprio questo salmo (Matteo 27,46).
Il salmo 22 presenta una serie di profezie riguardanti la croce e la risurrezione, e che trovano compimento in Gesù. Le profezie parlano di un uomo che è "rifiuto degli uomini, disprezzato dalla gente" (v.7). Le persone attorno lo scherniscono: "Si fanno beffe di me quelli che mi vedono, storcono le labbra, scuotono il capo" (v.8) e dicono: "Si rivolga al Signore; lui lo liberi" (v.9a).
Questo passo è una descrizione accurata della sofferenza di Gesù (vedi Matteo 27,31-46), ma che tuttavia finisce con una vittoria.
Il salmo ci insegna l'importanza di continuare a fidarci di Dio anche nei momenti più bui (Salmi 22,5.6.10). Gesù, nel momento più buio della sua vita, crocifisso e abbandonato, si affida a Dio per essere liberato. La croce è simbolo di una sconfitta; una sconfitta che Gesù trasforma nella più grande vittoria di tutti i tempi.
A volte viviamo momenti in cui ci sentiamo spiritualmente giù. In queste situazioni dovremmo sempre ricordare che ad avere l’ultima parola non sarà la sofferenza ma Gesù. La risurrezione di Gesù e la vittoria di Dio sono l’ultima parola. La storia finisce bene. Continuiamo allora a confidare in lui.
Preghiera
Signore, grazie per le volte in cui abbiamo gridato a te e siamo stati salvati, abbiamo confidato in te e non siamo rimasti delusi. Aiutaci, nei momenti di sofferenza, a continuare a fidarci di te.
Marco 1,1-28
Predicazione di Giovanni Battista
1Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. 2 Come sta scritto nel profeta Isaia:
Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero:
egli preparerà la tua via.
3 Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri,
4 vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. 5 Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. 6 Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. 7 E proclamava: "Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. 8 Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo".
Battesimo e tentazione di Gesù
9 Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. 10 E subito, uscendo dall'acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. 11 E venne una voce dal cielo: "Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento".
12 E subito lo Spirito lo sospinse nel deserto 13 e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.
Gesù annuncia la buona notizia
14 Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, 15 e diceva: "Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo".
Gesù chiama i primi quattro discepoli
16 Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. 17 Gesù disse loro: "Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini". 18 E subito lasciarono le reti e lo seguirono.
19 Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch'essi nella barca riparavano le reti. 20 E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.
Gesù scaccia uno spirito impuro
21 Giunsero a Cafàrnao e subito Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, insegnava. 22 Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. 23 Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, 24 dicendo: "Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!".
25 E Gesù gli ordinò severamente: "Taci! Esci da lui!". 26 E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.
27 Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: "Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!". 28 La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.
Commento
Crescere in autorità attraverso battaglie e benedizioni
Di recente, io e Pippa abbiamo guardato un video di Billy Graham in uno dei suoi incontri a Los Angeles del 1963. Un video in bianco e nero in cui Graham commenta la Bibbia (The Authorised Version of the Bible). È stato incredibile vedere che ancor’oggi, dopo oltre mezzo secolo, il suo messaggio è pieno di forza. Ciò che colpisce è l'autorità con cui Graham parla. Un tipo di autorità che è riflesso dell’autorità suprema di Gesù.
In questo brano, vediamo che Dio ha preparato Gesù attraverso gli alti e bassi spirituali della vita, attraverso battaglie e benedizioni.
Marco è il Vangelo più breve. È la sintesi di tre settimane di vita di Gesù e di venti minuti di sue parole. È inoltre il Vangelo più dinamico; passa da un episodio all'altro in modo emozionante, da lasciarti senza fiato. È l'annuncio urgente della buona notizia di Gesù Cristo.
La parola preferita di Marco è "immediatamente". Gesù vive un’esperienza vera di vita sotto pressione. Sperimenta sia alti che bassi spirituali. Il suo battesimo è l'apice delle esperienze spirituali. Ha una visione: "Vide squarciarsi i cieli" (v.10b). Fa esperienza di Spirito Santo: "Vide… lo Spirito discendere verso di lui come una colomba" (v.10b). Sente la voce di Dio: "E venne una voce dal cielo" (v.11a). Riceve conferma di essere figlio: "Tu sei il Figlio mio" (v.11b). Conosce nel profondo l'amore di Dio per lui: "L'amato" (v.11c) e ciò che Dio prova per lui: "In te ho posto il mio compiacimento" (v.11d).
Ma da lì a poco incontra anche il crollo spirituale. Nel deserto è tentato da Satana per quaranta giorni (v.12).
Non dovremmo mai sorprenderci delle crisi spirituali che seguono le forti esperienze spirituali. A tale riguardo, cerchiamo sempre di mettere in guardia le persone. Ad esempio in occasione del weekend Alpha. Al weekend, le persone sono riempite di Spirito Santo e ricevono una profonda consapevolezza dell'amore di Dio per loro. Eppure, al ritorno dal weekend, subito dopo o dopo qualche giorno, subiscono attacchi sotto forma di dubbi e tentazioni.
Se guardo alla mia vita, posso dire che questi tempi di prova, sebbene molto dolorosi, sono stati per me importanti perché mi hanno preparato alle sfide successive.
Tutto questo è parte della strategia di Dio: è "lo Spirito" a sospingere Gesù nel deserto (v.12) per essere “tentato da Satana" (v.13). È come se l’esperienza del "deserto" e delle forti tentazioni ci aiutassero a capire che è tutto vero. L'esperienza dello Spirito Santo è reale ma allo stesso tempo la battaglia e la prova spirituale possono essere intense.
Gesù esce da questo tempo di prova rivestito di un'autorità straordinaria:
- Autorità nell'evangelizzazione
Gesù predica il vangelo e chiama le persone a seguirlo. La nostra priorità è coltivare una relazione con lui.
- Autorità nella guida
Ad alcune persone Gesù chiede di lasciare il proprio lavoro e di dedicarsi totalmente alla realizzazione del suo regno. Si avvicina e chiede (v.17,20). I primi discepoli lo seguono e la loro vita viene completamente trasformata. Prima era centrata sul pesce ora sulle persone.
- Autorità nell'insegnamento
Le persone si meravigliano dell'insegnamento di Gesù perché "insegnava loro come uno che ha autorità" (v.22). Sono così sbalordite che si chiedono: "Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità" (v.27).
- Autorità nella guarigione
Gesù guarisce l'uomo posseduto da uno spirito maligno. Ha autorità di dire allo spirito maligno: "Taci! Esci da lui!" (v.25). La gente si stupisce non solo del suo insegnamento, ma anche del modo in cui "comanda… agli spiriti impuri e gli obbediscono!" (v.27)
Qualunque sfida tu stia vivendo, non temere. Fidati che Dio ti sta preparando e che ti darà l’autorità di cui avrai bisogno per qualunque cosa ti chiamerà a fare.
Chiedigli di riempirti di nuovo di Spirito Santo. Sappi che Dio si compiace di te. Ascolta la sua voce che ti dice: "Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento" (v.11).
Preghiera
Signore, riempimi di nuovo con il tuo Spirito Santo. Aiutami a crescere nella consapevolezza delle mie parole e azioni.
Esodo 17,1-18,27
Acqua dalla roccia
17Tutta la comunità degli Israeliti levò le tende dal deserto di Sin, camminando di tappa in tappa, secondo l'ordine del Signore, e si accampò a Refidìm. Ma non c'era acqua da bere per il popolo. 2 Il popolo protestò contro Mosè: "Dateci acqua da bere!".
Mosè disse loro: "Perché protestate con me? Perché mettete alla prova il Signore?".
3 In quel luogo il popolo soffriva la sete per mancanza di acqua; il popolo mormorò contro Mosè e disse: "Perché ci hai fatto salire dall'Egitto per far morire di sete noi, i nostri figli e il nostro bestiame?".
4 Allora Mosè gridò al Signore, dicendo: "Che cosa farò io per questo popolo? Ancora un poco e mi lapideranno!".
5 Il Signore disse a Mosè: "Passa davanti al popolo e prendi con te alcuni anziani d'Israele. Prendi in mano il bastone con cui hai percosso il Nilo, e va'! 6 Ecco, io starò davanti a te là sulla roccia, sull'Oreb; tu batterai sulla roccia: ne uscirà acqua e il popolo berrà". Mosè fece così, sotto gli occhi degli anziani d'Israele. 7E chiamò quel luogo Massa e Merìba, a causa della protesta degli Israeliti e perché misero alla prova il Signore, dicendo: "Il Signore è in mezzo a noi sì o no?".
Guerra contro Amalèk
8Amalèk venne a combattere contro Israele a Refidìm. 9 Mosè disse a Giosuè: "Scegli per noi alcuni uomini ed esci in battaglia contro Amalèk. Domani io starò ritto sulla cima del colle, con in mano il bastone di Dio".
10 Giosuè eseguì quanto gli aveva ordinato Mosè per combattere contro Amalèk, mentre Mosè, Aronne e Cur salirono sulla cima del colle. 11 Quando Mosè alzava le mani, Israele prevaleva; ma quando le lasciava cadere, prevaleva Amalèk. 12 Poiché Mosè sentiva pesare le mani, presero una pietra, la collocarono sotto di lui ed egli vi si sedette, mentre Aronne e Cur, uno da una parte e l'altro dall'altra, sostenevano le sue mani. Così le sue mani rimasero ferme fino al tramonto del sole. 13 Giosuè sconfisse Amalèk e il suo popolo, passandoli poi a fil di spada.
14 Allora il Signore disse a Mosè: "Scrivi questo per ricordo nel libro e mettilo negli orecchi di Giosuè: io cancellerò del tutto la memoria di Amalèk sotto il cielo!".
15 Allora Mosè costruì un altare, lo chiamò "Il Signore è il mio vessillo" 16 e disse: "Una mano contro il trono del Signore! Vi sarà guerra per il Signore contro Amalèk, di generazione in generazione!".
Ietro visita Mosè
18 Ietro, sacerdote di Madian, suocero di Mosè, venne a sapere quanto Dio aveva operato per Mosè e per Israele, suo popolo, cioè come il Signore aveva fatto uscire Israele dall'Egitto.
2 Allora Ietro prese con sé Sipporà, moglie di Mosè, che prima egli aveva rimandata, 3 con i due figli di lei, uno dei quali si chiamava Ghersom, perché egli aveva detto: "Sono un emigrato in terra straniera", 4 e l'altro si chiamava Elièzer, perché: "Il Dio di mio padre è venuto in mio aiuto e mi ha liberato dalla spada del faraone".
5 Ietro dunque, suocero di Mosè, con i figli e la moglie di lui, venne da Mosè nel deserto, dove era accampato, presso la montagna di Dio. 6 Egli fece dire a Mosè: "Sono io, Ietro, tuo suocero, che vengo da te con tua moglie e i suoi due figli!".
7 Mosè andò incontro al suocero, si prostrò davanti a lui e lo baciò; poi si informarono l'uno della salute dell'altro ed entrarono sotto la tenda. 8 Mosè raccontò al suocero quanto il Signore aveva fatto al faraone e agli Egiziani a motivo di Israele, tutte le difficoltà incontrate durante il viaggio, dalle quali il Signore li aveva liberati.
9 Ietro si rallegrò di tutto il bene che il Signore aveva fatto a Israele, quando lo aveva liberato dalla mano degli Egiziani. 10 Disse Ietro: "Benedetto il Signore, che vi ha liberato dalla mano degli Egiziani e dalla mano del faraone: egli ha liberato questo popolo dalla mano dell'Egitto! 11 Ora io so che il Signore è più grande di tutti gli dèi: ha rivolto contro di loro quello che tramavano". 12 Ietro, suocero di Mosè, offrì un olocausto e sacrifici a Dio. Vennero Aronne e tutti gli anziani d'Israele, per partecipare al banchetto con il suocero di Mosè davanti a Dio.
13 Il giorno dopo Mosè sedette a render giustizia al popolo e il popolo si trattenne presso Mosè dalla mattina fino alla sera. 14 Allora il suocero di Mosè, visto quanto faceva per il popolo, gli disse: "Che cos'è questo che fai per il popolo? Perché siedi tu solo, mentre il popolo sta presso di te dalla mattina alla sera?".
15 Mosè rispose al suocero: "Perché il popolo viene da me per consultare Dio. 16 Quando hanno qualche questione, vengono da me e io giudico le vertenze tra l'uno e l'altro e faccio conoscere i decreti di Dio e le sue leggi".
17 Il suocero di Mosè gli disse: "Non va bene quello che fai! 18 Finirai per soccombere, tu e il popolo che è con te, perché il compito è troppo pesante per te; non puoi attendervi tu da solo. 19 Ora ascoltami: ti voglio dare un consiglio e Dio sia con te! Tu sta' davanti a Dio in nome del popolo e presenta le questioni a Dio. 20 A loro spiegherai i decreti e le leggi; indicherai loro la via per la quale devono camminare e le opere che devono compiere. 21 Invece sceglierai tra tutto il popolo uomini validi che temono Dio, uomini retti che odiano la venalità, per costituirli sopra di loro come capi di migliaia, capi di centinaia, capi di cinquantine e capi di decine. 22 Essi dovranno giudicare il popolo in ogni circostanza; quando vi sarà una questione importante, la sottoporranno a te, mentre essi giudicheranno ogni affare minore. Così ti alleggerirai il peso ed essi lo porteranno con te. 23 Se tu fai questa cosa e Dio te lo ordina, potrai resistere e anche tutto questo popolo arriverà in pace alla meta".
24 Mosè diede ascolto alla proposta del suocero e fece quanto gli aveva suggerito. 25 Mosè dunque scelse in tutto Israele uomini validi e li costituì alla testa del popolo come capi di migliaia, capi di centinaia, capi di cinquantine e capi di decine. 26 Essi giudicavano il popolo in ogni circostanza: quando avevano affari difficili li sottoponevano a Mosè, ma giudicavano essi stessi tutti gli affari minori.
27 Poi Mosè congedò il suocero, il quale tornò alla sua terra.
Commento
Pregare e operare per trasformare i bassi in alti
Mosè affronta un momento di grande abbattimento spirituale: "Il popolo protestò contro Mosè" (17,2), "Mormorò" (v.3), "Ancora un poco e mi lapideranno!" (v.4), "Amalek venne a combattere” (v.8). Ma Dio è al suo fianco e lo aiuta a rialzarsi, a trasformare i suoi bassi in alti. Ma in che modo avviene tutto questo?
Sostenendosi e incoraggiandosi a vicenda
Come prima cosa, Mosè prega per se stesso: "Mosè gridò al Signore, dicendo: ‘Che cosa farò io per questo popolo?’" (vv.4-5). In secondo luogo, intercede per Giosuè e per il popolo: "Quando Mosè alzava le mani, Israele prevaleva; ma quando le lasciava cadere, prevaleva Amalèk" (v.11).
"Poiché Mosè sentiva pesare le mani... Aronne e Cur, uno da una parte e l'altro dall'altra, sostenevano le sue mani. Così... Giosuè sconfisse Amalek e il suo popolo passandoli poi a fil di spada", "Una mano contro il trono del Signore" (vv.12-13.16).
Questo brano ci ricorda la necessità e la potenza della preghiera di intercessione. Come pure l'importanza del sostegno amorevole e dell'incoraggiamento che possiamo scambiarci gli uni con gli altri quando siamo stanchi.
Imparando a delegare
Il suocero di Mosè, Ietro, offre a Mosè ottimi consigli (18,19). Gli fa notare che fare tutto da solo può essere controproducente: "Il compito è troppo pesante per te; non puoi attendervi tu da solo" (v.18b). Mosè è umile e saggio, ascolta suo suocero e segue il suo consiglio.
Cercare di fare tutto da soli "non va bene" (v.17). Non è una buona strategia di leadership e porta allo sfinimento: "Finirai per soccombere" (v.18, MSG). Non permette inoltre di scoprire e mettere in gioco tutti i doni di una comunità, come il tempo e le abilità di ognuno. Porta infine alla frustrazione sia nostra che degli altri.
Ma delegare non è tutto. Abbiamo anche bisogno di leader capaci. Se delegheremo a persone sbagliate, nessuna suddivisione dei compiti risolverà i problemi. Ma se sceglieremo leader capaci, daremo loro fiducia, libereremo le loro potenzialità, otterremo grandi risultati.
Dovremmo sempre, anche noi, seguire il consiglio di Ietro. Per identificare dei buoni leader vi sono molti criteri, ad esempio questi tre: primo, scegli persone valide (v.21a). Hai bisogno di persone capaci di cui ti fidi. Secondo, scegli persone con una forte spiritualità, che "temono Dio" (v.21b). Terzo, scegli persone con carattere. Persone che siano rette, (v.21c), leali, discrete e affidabili.
Mosè dà ai propri leader responsabilità sopra molte persone (migliaia, centinaia, gruppi di cinquanta e dieci, v.21c) e a seconda delle loro capacità. Delega buona parte del processo decisionale, ma non tutto. Delega sulle decisioni semplici ma non su quelle difficili (v.26). Così facendo Mosè riesce a "resistere" e il popolo può giungere "in pace" alla meta (v.23).
Preghiera
Signore, aiutami a fare del mio rapporto con te la priorità numero uno e a rimanerti vicino tra gli alti e bassi della vita.
La moglie di Nicky dice
Esodo 18,9.17-19
Ietro è un ottimo suocero. Si rallegra con Mosè per tutti i suoi successi e offre buoni consigli per le sue sfide più difficili.
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Riferimenti
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