Giorno 48

Affinare la propria la coscienza

Sapienziali Proverbi 5,1-14
Nuovo Testamento Marco 2,18- 3,30
Antico Testamento Esodo 21,1- 22,30

Introduzione

Nel brano di oggi, Gesù pone una domanda: "È lecito... fare del bene o fare del male?" (Marco 3,4)

Una volta ero ateo e credevo che i nostri corpi, le nostre menti e le circostanze in cui siamo nati determinassero tutte le nostre azioni. Non credevo che esistesse un Dio e non pensavo che potessero esserci valori morali assoluti, cioè cose identificabili in modo assoluto come "bene" o "male".

Eppure, nel profondo del cuore, sentivo che bene e male erano cose ben distinte. Anche se non credevo in Dio, usavo quelle parole. Tuttavia, solo quando ho incontrato Gesù, ho capito che Dio ha creato un universo morale. Nelle Scritture, e in particolare nella persona di Gesù Cristo, bene e male si rivelano in modo assoluto.

Dio ci ha donato una coscienza in modo che potessimo capire ciò che è "bene" e ciò che è "male". Ma le nostre coscienze sono a volte offuscate e hanno bisogno di essere affinate da verità oggettive.

Sapienziali

Proverbi 5,1-14

Avviso contro l'adulterio

5Figlio mio, fa' attenzione alla mia sapienza
  e porgi l'orecchio alla mia intelligenza,
2 perché tu possa conservare le mie riflessioni
  e le tue labbra custodiscano la scienza.
3 Veramente le labbra di una straniera stillano miele,
  e più viscida dell'olio è la sua bocca;
4 ma alla fine ella è amara come assenzio,
  pungente come spada a doppio taglio.
5 I suoi piedi scendono verso la morte,
  i suoi passi conducono al regno dei morti,
6 perché ella non bada alla via della vita,
  i suoi sentieri si smarriscono e non se ne rende conto.

7 Ora, figli, ascoltatemi
  e non allontanatevi dalle parole della mia bocca.
8 Tieni lontano da lei il tuo cammino
  e non avvicinarti alla porta della sua casa,
9 per non mettere in balìa di altri il tuo onore
  e i tuoi anni alla mercé di un uomo crudele,
10 perché non si sazino dei tuoi beni gli estranei,
  e le tue fatiche non finiscano in casa di uno sconosciuto
11 e tu non debba gemere alla fine,
  quando deperiranno il tuo corpo e la tua carne,
12 e tu debba dire: "Perché mai ho odiato l'istruzione
  e il mio cuore ha disprezzato la correzione?
13 Non ho ascoltato la voce dei miei maestri,
  non ho prestato orecchio a chi m'istruiva.
14 Per poco non mi sono trovato nel colmo dei mali
  in mezzo alla folla e all'assemblea".

Commento

Fare attenzione al male mascherato da bene

Ogni peccato nasce da una sorta di inganno, da un travestimento del male in bene, da un'attrazione effimera: "Veramente le labbra di una straniera stillano miele, e più viscida dell'olio è la sua bocca" (v.3), "Ma alla fine ella è amara come assenzio" (v.4) e seguire quella strada porta alla "morte" (v.5a) e al "regno dei morti" (v.5b).

Questi versi catturano sia il fascino che il pericolo della tentazione sessuale. Viviamo in una società sempre più sessualizzata, con immagini sessuali esplicite praticamente ovunque, pornografia su Internet e una cultura che incoraggia a cercare la "realizzazione" sessuale.

La sessualità è un dono che viene da Dio (vedi Genesi 2,24), ma che se usata in modo sbagliato può essere distruttiva e dannosa. Questi versetti ci mettono in guardia dall'attrazione del peccato sessuale e ci incoraggiano a non lasciarci ingannare.

Ci suggeriscono di stare lontani dai percorsi pericolosi: "Tieni lontano da lei il tuo cammino e non avvicinarti alla porta della sua casa" (v.8, MSG). Percorsi che ci porterebbero a sprecare le nostre esistenze e a "gemere alla fine" (v.11, MSG). Con la tentazione non dovremmo flirtare, ma cercare di tenerla distante.

Joyce Meyer ha detto: "La sapienza è nostra amica; ci aiuta a non vivere nel rimpianto. Penso che la cosa più triste al mondo sia raggiungere la vecchiaia, guardarsi indietro e provare nient'altro che rammarico per quello che si è fatto o non si è fatto. La sapienza ci aiuta a fare scelte di cui un giorno saremo contenti".

Preghiera

Signore, aiutami a prendere delle buone precauzioni per stare lontano da tutto ciò che potrebbe condurmi al peccato. "Non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male" (Matteo 6,13).

Nuovo Testamento

Marco 2,18- 3,30

Vino nuovo in otri nuovi

18 I discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Vennero da lui e gli dissero: "Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?".

19 Gesù disse loro: "Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. 20 Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel giorno, digiuneranno.

21 Nessuno cuce un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo porta via qualcosa alla stoffa vecchia e lo strappo diventa peggiore. 22 E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!".

Il sabato e l’uomo

23 Avvenne che di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe. 24 I farisei gli dicevano: "Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?".

25 Ed egli rispose loro: "Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? 26 Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell'offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!".

27 E diceva loro: "Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato! 28 Perciò il Figlio dell'uomo è signore anche del sabato".

Di sabato Gesù guarisce i malati

3Entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, 2 e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo. 3 Egli disse all'uomo che aveva la mano paralizzata: "Àlzati, vieni qui in mezzo!".

4 Poi domandò loro: "È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?". Ma essi tacevano.

5 E guardandoli tutt'intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all'uomo: "Tendi la mano!". Egli la tese e la sua mano fu guarita. 6 E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.

In mezzo a una grande folla

7 Gesù, intanto, con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea 8 e da Gerusalemme, dall'Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidone, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui. 9 Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. 10 Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo. 11 Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: "Tu sei il Figlio di Dio!". 12 Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.

Gesù sceglie i dodici

13 Salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui. 14 Ne costituì Dodici - che chiamò apostoli -, perché stessero con lui e per mandarli a predicare 15 con il potere di scacciare i demòni. 16 Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro, 17 poi Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè "figli del tuono"; 18 e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo 19 e Giuda Iscariota, il quale poi lo tradì.

I veri parenti di Gesù

20 Entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. 21 Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: "È fuori di sé".

22 Gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: "Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni".

23 Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: "Come può Satana scacciare Satana? 24 Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; 25 se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. 26 Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito. 27 Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa. 28 In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; 29 ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna".

30 Poiché dicevano: "È posseduto da uno spirito impuro".

Commento

Chi è per noi Gesù: il bene o il male?

Chi è per noi Gesù? È Dio o era un folle? Una domanda, questa, a cui tutti dovremmo cercare di rispondere e che anche le persone del tempo di Gesù hanno dovuto affrontare.

Gesù è stato molto di più un semplice maestro religioso. Lui stesso ha affermato di essere molto più di questo! Su di sé ha detto cose sorprendenti e che possiamo trovare in questo brano del vangelo di Marco.

Riguardo all’identità di Gesù, le possibilità sono tre: o era il male, o era un folle o è Dio.

  1. Era il male?

Gli scribi dicono: "Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni" (3,22) e aggiungono: "È posseduto da uno spirito impuro" (v.30).

  1. Era folle?

La gente dice di lui: "È fuori di sé" (v.21).

  1. È Dio?

Gesù afferma implicitamente di essere "lo sposo" (2,19), si definisce come: "Signore anche del sabato" (v.28) e quando gli spiriti immondi urlano: "Tu sei il Figlio di Dio" (3,11), Gesù non lo nega anzi: "Imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse” (v.12).

C.S. Lewis ha detto: "Siamo di fronte ad un'alternativa emozionante. L'uomo di cui stiamo parlando o era (ed è) proprio ciò che egli diceva di essere, o era un folle o qualcosa di peggio. In realtà ciò che emerge è che non era né un folle né un diavolo; quindi, per quanto possa sembrare strano o inverosimile, devo accettare l'idea che Gesù era ed è Dio. Dio è sceso su questa terra occupata dal nemico con fattezze umane".

La risposta che diamo alla domanda "Chi è Gesù?" è estremamente importante per la nostra vita. Le conseguenze sono enormi.

Dopo aver trascorso tre anni con lui, i suoi discepoli raggiungono la consapevolezza che Gesù è realmente l'unico Figlio di Dio, la Parola fatta carne, un uomo la cui identità è Dio (2,21-22). Gesù li chiama, come chiama noi, prima a stare con lui e poi ad annunciare il suo messaggio al mondo (3,14-15).

A quelli che lo descrivono come il male, Gesù dice: "Chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno" (v.29). Un versetto questo che può preoccupare o spaventare, ma essere preoccupati è un buon segno. La preoccupazione (e la volontà al pentimento) è una prova sicura che tiene lontano il peccato. Coloro che si pentono saranno perdonati!

Gesù non si sta riferendo ad un peccato, ma ad un atteggiamento mentale costante. Gesù non dice che i suoi interlocutori hanno commesso un peccato, ma li avverte del pericolo in cui possono incorrere. Davanti non ha persone normali ma scribi, e gli scribi erano ritenuti i maestri teologici del popolo di Dio. Coloro cioè che erano in contatto ogni giorno con la parola di Dio.

Confondere il bene con il male e viceversa è peccato! Un tale atteggiamento getta la persona in uno stato di confusione che impedisce il pentimento e quindi il perdono. Un esempio palese è quello di Giuda Iscariota, "il quale poi lo tradì" (v.19).

Il Nuovo Testamento ci rassicura che chiunque si penta e si rivolge a Gesù sarà perdonato.

Preghiera

Gesù, oggi desidero adorarti come sposo, mio Signore e Figlio di Dio.

Antico Testamento

Esodo 21,1- 22,30

21Queste sono le norme che tu esporrai loro:

Schiavi ebrei

2 Quando tu avrai acquistato uno schiavo ebreo, egli ti servirà per sei anni e nel settimo potrà andarsene libero, senza riscatto. 3 Se è venuto solo, solo se ne andrà; se era coniugato, sua moglie se ne andrà con lui. 4 Se il suo padrone gli ha dato moglie e questa gli ha partorito figli o figlie, la donna e i suoi figli saranno proprietà del padrone, ed egli se ne andrà solo.

5 Ma se lo schiavo dice: "Io sono affezionato al mio padrone, a mia moglie, ai miei figli, non voglio andarmene libero", 6 allora il suo padrone lo condurrà davanti a Dio, lo farà accostare al battente o allo stipite della porta e gli forerà l'orecchio con la lesina, e quello resterà suo schiavo per sempre.

7 Quando un uomo venderà la figlia come schiava, ella non se ne andrà come se ne vanno gli schiavi. 8 Se lei non piace al padrone, che perciò non la destina a sé in moglie, la farà riscattare. In ogni caso egli non può venderla a gente straniera, agendo con frode verso di lei. 9 Se egli la vuol destinare in moglie al proprio figlio, si comporterà nei suoi riguardi secondo il diritto delle figlie. 10 Se egli prende in moglie un'altra, non diminuirà alla prima il nutrimento, il vestiario, la coabitazione. 11 Se egli non le fornisce queste tre cose, lei potrà andarsene, senza che sia pagato il prezzo del riscatto.

Lesioni personali

12 Colui che colpisce un uomo causandone la morte, sarà messo a morte. 13 Se però non ha teso insidia, ma Dio glielo ha fatto incontrare, io ti fisserò un luogo dove potrà rifugiarsi. 14 Ma se un uomo aveva premeditato di uccidere il suo prossimo con inganno, allora lo strapperai anche dal mio altare, perché sia messo a morte.

15 Colui che percuote suo padre o sua madre, sarà messo a morte.

16 Colui che rapisce un uomo, sia che lo venda sia che lo si trovi ancora in mano sua, sarà messo a morte.

17 Colui che maledice suo padre o sua madre, sarà messo a morte.

18 Quando alcuni uomini litigano e uno colpisce il suo prossimo con una pietra o con il pugno e questi non muore, ma deve mettersi a letto, 19 se poi si alza ed esce con il bastone, chi lo ha colpito sarà ritenuto innocente, ma dovrà pagare il riposo forzato e assicurargli le cure.

20 Quando un uomo colpisce con il bastone il suo schiavo o la sua schiava e gli muore sotto le sue mani, si deve fare vendetta. 21 Ma se sopravvive un giorno o due, non sarà vendicato, perché è suo denaro.

22 Quando alcuni uomini litigano e urtano una donna incinta, così da farla abortire, se non vi è altra disgrazia, si esigerà un'ammenda, secondo quanto imporrà il marito della donna, e il colpevole pagherà attraverso un arbitrato. 23 Ma se segue una disgrazia, allora pagherai vita per vita: 24 occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede, 25 bruciatura per bruciatura, ferita per ferita, livido per livido.

26 Quando un uomo colpisce l'occhio del suo schiavo o della sua schiava e lo acceca, darà loro la libertà in compenso dell'occhio. 27 Se fa cadere il dente del suo schiavo o della sua schiava, darà loro la libertà in compenso del dente.

28 Quando un bue cozza con le corna contro un uomo o una donna e ne segue la morte, il bue sarà lapidato e non se ne mangerà la carne. Però il proprietario del bue è innocente. 29 Ma se il bue era solito cozzare con le corna già prima e il padrone era stato avvisato e non lo aveva custodito, se ha causato la morte di un uomo o di una donna, il bue sarà lapidato e anche il suo padrone dev'essere messo a morte. 30 Se invece gli viene imposto un risarcimento, egli pagherà il riscatto della propria vita, secondo quanto gli verrà imposto. 31 Se cozza con le corna contro un figlio o se cozza contro una figlia, si procederà nella stessa maniera. 32 Se il bue colpisce con le corna uno schiavo o una schiava, si darà al suo padrone del denaro, trenta sicli, e il bue sarà lapidato.

33 Quando un uomo lascia una cisterna aperta oppure quando un uomo scava una cisterna e non la copre, se vi cade un bue o un asino, 34 il proprietario della cisterna deve dare l'indennizzo: verserà il denaro al padrone della bestia e l'animale morto gli apparterrà.

35 Quando il bue di un tale cozza contro il bue del suo prossimo e ne causa la morte, essi venderanno il bue vivo e se ne divideranno il prezzo; si divideranno anche la bestia morta. 36 Ma se è notorio che il bue era solito cozzare già prima e il suo padrone non lo ha custodito, egli dovrà dare come indennizzo bue per bue e la bestia morta gli apparterrà. 37 Quando un uomo ruba un bue o un montone e poi lo sgozza o lo vende, darà come indennizzo cinque capi di grosso bestiame per il bue e quattro capi di bestiame minuto per il montone.

Tutela della proprietà

22 Se un ladro viene sorpreso mentre sta facendo una breccia in un muro e viene colpito e muore, non vi è per lui vendetta di sangue.

2 Ma se il sole si era già alzato su di lui, vi è per lui vendetta di sangue. Il ladro dovrà dare l'indennizzo: se non avrà di che pagare, sarà venduto in compenso dell'oggetto rubato. 3 Se si trova ancora in vita e ciò che è stato rubato è in suo possesso, si tratti di bue, di asino o di montone, restituirà il doppio.

4 Quando un uomo usa come pascolo un campo o una vigna e lascia che il suo bestiame vada a pascolare in un campo altrui, deve dare l'indennizzo con il meglio del suo campo e con il meglio della sua vigna.

5 Quando un fuoco si propaga e si attacca ai cespugli spinosi, se viene bruciato un mucchio di covoni o il grano in spiga o il grano in erba, colui che ha provocato l'incendio darà l'indennizzo.

6 Quando un uomo dà in custodia al suo prossimo denaro od oggetti e poi nella casa di costui viene commesso un furto, se si trova il ladro, quest'ultimo restituirà il doppio.

7 Se il ladro non si trova, il padrone della casa si avvicinerà a Dio per giurare che non ha allungato la mano sulla proprietà del suo prossimo. 8 Qualunque sia l'oggetto di una frode, si tratti di un bue, di un asino, di un montone, di una veste, di qualunque oggetto perduto, di cui uno dice: "È questo!", la causa delle due parti andrà fino a Dio: colui che Dio dichiarerà colpevole restituirà il doppio al suo prossimo.

9 Quando un uomo dà in custodia al suo prossimo un asino o un bue o un capo di bestiame minuto o qualsiasi animale, se la bestia muore o si è prodotta una frattura o è stata rapita senza testimone, 10 interverrà tra le due parti un giuramento per il Signore, per dichiarare che il depositario non ha allungato la mano sulla proprietà del suo prossimo. Il padrone della bestia accetterà e l'altro non dovrà risarcire. 11 Ma se la bestia è stata rubata quando si trovava presso di lui, pagherà l'indennizzo al padrone di essa. 12 Se invece è stata sbranata, ne porterà la prova in testimonianza e non dovrà dare l'indennizzo per la bestia sbranata.

13 Quando un uomo prende in prestito dal suo prossimo una bestia e questa si è prodotta una frattura o è morta in assenza del padrone, dovrà pagare l'indennizzo. 14 Ma se il padrone si trova presente, non deve restituire; se si tratta di una bestia presa a nolo, la sua perdita è compensata dal prezzo del noleggio.

Responsabilità sociale

15 Quando un uomo seduce una vergine non ancora fidanzata e si corica con lei, ne pagherà il prezzo nuziale, e lei diverrà sua moglie. 16 Se il padre di lei si rifiuta di dargliela, egli dovrà versare una somma di denaro pari al prezzo nuziale delle vergini.

17 Non lascerai vivere colei che pratica la magia.

18 Chiunque giaccia con una bestia sia messo a morte.

19 Colui che offre un sacrificio agli dèi, anziché al solo Signore, sarà votato allo sterminio.

20 Non molesterai il forestiero né lo opprimerai, perché voi siete stati forestieri in terra d'Egitto.

21 Non maltratterai la vedova o l'orfano. 22 Se tu lo maltratti, quando invocherà da me l'aiuto, io darò ascolto al suo grido, 23 la mia ira si accenderà e vi farò morire di spada: le vostre mogli saranno vedove e i vostri figli orfani.

24 Se tu presti denaro a qualcuno del mio popolo, all'indigente che sta con te, non ti comporterai con lui da usuraio: voi non dovete imporgli alcun interesse. 25 Se prendi in pegno il mantello del tuo prossimo, glielo renderai prima del tramonto del sole, 26 perché è la sua sola coperta, è il mantello per la sua pelle; come potrebbe coprirsi dormendo? Altrimenti, quando griderà verso di me, io l'ascolterò, perché io sono pietoso.

27 Non bestemmierai Dio e non maledirai il capo del tuo popolo.

28 Non ritarderai l'offerta di ciò che riempie il tuo granaio e di ciò che stilla dal tuo frantoio.

Il primogenito dei tuoi figli lo darai a me. 29 Così farai per il tuo bue e per il tuo bestiame minuto: sette giorni resterà con sua madre, l'ottavo giorno lo darai a me.

30 Voi sarete per me uomini santi: non mangerete la carne di una bestia sbranata nella campagna, ma la getterete ai cani.

Commento

Promuovere il bene e prevenire il male

Il popolo di Dio aveva stabilito delle leggi. Alcune di queste, oggi, suonano un po’ strane o un po’ troppo severe. Ma se le confrontiamo a quelle di altri popoli dell'antichità, appaiono straordinariamente umane e alcune di esse addirittura attuali.

Queste leggi sono state pensate per limitare il male. Ad esempio, c'era un diritto all'autodifesa, ma anche un limite a non eccedere nell'autodifesa (22,2-3). La legge
faceva in modo che alla violenza non si aggiungesse altra violenza, e che le pene fossero proporzionate: "Vita per vita: occhio per occhio..." e così via (21,23-25).

Ma queste leggi non erano per i singoli individui, ma per i giudici (vedi Deuteronomio 19,18-21). Dovevano servire a guidare i giudici nell'emettere sentenze e mai si ritenne che i singoli avessero il diritto di reclamare simili vendette. Quasi certamente, questa normativa non era mai presa in senso letterale, ad eccezione del caso di offesa capitale. Le norme contemplavano la massima pena possibile, e le pene per i reati commessi erano comunque, di solito, sostituite da ammende economiche e da una riparazione per i danni provocati.

Ad un lettore dell'antichità, l'enfasi sui diritti degli schiavi sarebbe parsa rivoluzionaria. I padroni dovevano rimettere in libertà i loro schiavi dopo un massimo di sei anni (Esodo 21,2) e c'erano degli stretti controlli per contenere il maltrattamento degli schiavi (vv.20,26-27). Sembra che ci fosse anche una speciale attenzione ai diritti delle schiave donne, le quali erano particolarmente vulnerabili e fragili nel mondo antico: non dovevano essere trattate allo stesso modo degli schiavi maschi (v.7) e dovevano diventare o mogli di qualcuno o avere la possibilità di essere riscattate (vv.8-11).

Al tempo stesso, le leggi dell'Antico Israele cercavano di promuovere il bene. Dio aveva detto: "Voi sarete per me uomini santi" (22,30a). Perciò c'erano leggi per proteggere i forestieri (v.20), le vedove e gli orfani (v.22). Nel brano biblico di domani vedremo che c'erano leggi anche per garantire giustizia al povero (23,6). Si insegnava a non cercare vendetta, a non serbare rancore e ad amare il prossimo: "Ma amerai il tuo prossimo come te stesso" (Levitico 19,18).

La legge contribuiva a costruire una comunità che avesse come fondamento la reciprocità e la responsabilità. Ogni singola norma, per quanto strana, aiutava a far sì che gli uomini si prendessero cura gli uni degli altri, in un senso di reciproca appartenenza.

Una lezione, questa, che avremmo tutti bisogno di riscoprire ed imparare anche oggi nel contesto individualista e isolato in cui viviamo. Non dovremmo seguire le norme e i regolamenti solo perché dobbiamo farlo, ma perché ci aiutano a considerare tutti come persone create ad immagine di Dio.

Preghiera

Signore, aiutami ad evitare il male e a fare il bene. Aiutami a trattare ogni persona che incontrerò oggi come qualcuno fatto a immagine e somiglianza di Dio, con amore, dignità e rispetto.

La moglie di Nicky dice

Dopo aver letto Esodo 21 e 22 e le sue regole a protezione della società, sono contenta che Gesù abbia reintepretato così radicalmente la legge dell'Antico Testamento. Nel giorno di sabato, Gesù operava guarigioni.

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Riferimenti

Salvo diversa indicazione, le citazioni delle Scritture sono tratte dalla Sacra Bibbia Italiana Cattolica, testo CEI 2008 a cura della Conferenza Episcopale Italiana. Utilizzata con permesso.

Copyright © 2008 — 2019 Diritti d'autore riservati su testo e commento Fondazione di Religione Santi Francesco d’Assisi e Caterina da Siena.

Ulteriori suggerimenti pratici su come evitare la tentazione sessuale si possono trovare in The Jesus Lifestyle, capitolo 5: 'Come comprendere il sesso nel 21° secolo'.

C. S. Lewis, Mere Christianity, (HarperCollins, 2001), p.50

Joyce Meyer, The Everyday Life Bible, (Faithwords, 2013), p.965

Le citazioni della Scrittura indicate con (MSG, AMP, NIVUK, NKJV, NLT, ecc.) riportano comunque il testo CEI®. Indicano i testi qui di seguito elencati a cui si rimanda per ulteriori approfondimenti.

NIV - New International Version Anglicised - Copyright © 1979, 1984, 2011 Biblica, già International Bible Society
MSG - The Message - Copyright © 1993, 1994, 1995, 1996, 2000, 2001, 2002.
AMP - Amplified® Bible, Copyright © 1954, 1958, 1962, 1964, 1965, 1987 - Casa Editrice The Lockman Foundation NKJV - New King James Version®. Copyright © 1982 - Casa Editrice Thomas Nelson NLT - New Living Translation - Copyright © 1996, 2004, 2015, 2017 - Casa Editrice Tyndale House Fondation

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