Giorno 61

I miei occhi si sono aperti

Sapienziali Proverbi 6,12-19
Nuovo Testamento Marco 10,32-52
Antico Testamento Levitico 5,14-7,10

Introduzione

Era come se fossi cieco. Sapevo bene che Gesù era morto per i nostri peccati, ma fino a quel momento non riuscivo a vedere veramente. Ero spiritualmente cieco. Quando poi ho capito il significato della croce, i miei occhi si sono aperti.

Da allora, ho iniziato a trasmettere il messaggio di "Cristo crocifisso" con un linguaggio nuovo. E ho notato che, come accadeva a me prima, non tutte le persone riuscivano a vedere il significato della croce, a volte anche persone molto intelligenti (vedi 1 Corinzi 1,23-25). Al contrario, trovavo persone anche molto semplici, come bambini molto piccoli, che comprendevano subito. Comprendere il significato della morte di Gesù cambia la vita: "Per quelli che si salvano, ossia per noi, è potenza di Dio" (1 Corinzi 1,18).

Trovo curioso che nel brano del Nuovo Testamento di oggi, dopo che Gesù ha spiegato la sua morte, vi sia il racconto del cieco Bartimèo che inizia a vedere (Marco 10,46-52). A Gesù, Bartimèo risponde: "Che io veda di nuovo" (v.51) e Gesù: "'Va', la tua fede ti ha salvato'. E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada" (v.52). In greco la parola usata per salvato è sozo, la stessa usata per guarito.

E tu, riesci a vedere? I brani di oggi ci aiutano a vedere il significato della morte di Gesù.

Sapienziali

Proverbi 6,12-19

12 Il perverso, uomo iniquo,
  cammina pronunciando parole tortuose,
  13 ammicca con gli occhi,
  stropiccia i piedi
  e fa cenni con le dita.
  14 Nel suo cuore il malvagio trama cose perverse,
  in ogni tempo suscita liti.
15 Per questo improvvisa verrà la sua rovina,
  ed egli, in un attimo, crollerà senza rimedio.

16 Sei cose odia il Signore,
  anzi sette gli sono in orrore:
    17 occhi alteri,
    lingua bugiarda,
    mani che versano sangue innocente,
    18 cuore che trama iniqui progetti,
    piedi che corrono rapidi verso il male,
    19 falso testimone che diffonde menzogne
    e chi provoca litigi tra fratelli.

Commento

La reazione di Dio al male

Non è possibile comprendere pienamente la croce se prima non si comprende perché è stata necessaria.

In questo brano vediamo la forte reazione di Dio al peccato. L'autore dei Proverbi elenca le cose che "odia il Signore", che gli sono "in orrore" (v.16): "Occhi alteri, lingua bugiarda, mani che versano sangue innocente, cuore che trama iniqui progetti, piedi che corrono rapidi verso il male, falso testimone che diffonde menzogne e chi provoca litigi tra fratelli" (vv.17-19).

Dio è amore, ma è anche giusto e santo. I peccati qui elencati causano danni immensi alle nostre vite, a quelle degli altri e alla società. Pensiamo ad esempio ad una persona "che provoca litigi" (v.19) o al danno che può fare una persona che causa divisione in una famiglia o nella chiesa, nella comunità o in una nazione.

L’odio di Dio non è come il nostro: non contiene rancore, meschinità o ipocrisia ma è pura risposta verso il peccato. Risposta di un Dio completamente santo e amorevole. La sua ira è un atto di ostilità al male.

È la sua avversione al peccato che lo ha condotto alla croce. Quando comprendiamo questo, scopriamo che la nostra unica e vera risposta che possiamo dare è la preghiera, chiedendo a Dio perdono e aiuto.

Preghiera

Signore misericordioso, tu conosci le nostre difficoltà nel servirti: quando il peccato rovina la nostra vita e oscura i nostri cuori, ti preghiamo di venire in nostro aiuto e riportarci di nuovo a te. Te lo chiediamo nel nome di Gesù Cristo nostro Signore.

Nuovo Testamento

Marco 10,32-52

Terzo annuncio della morte e della risurrezione

32 Mentre erano sulla strada per salire a Gerusalemme, Gesù camminava davanti a loro ed essi erano sgomenti; coloro che lo seguivano erano impauriti. Presi di nuovo in disparte i Dodici, si mise a dire loro quello che stava per accadergli: 33 "Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell'uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani, 34 lo derideranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno, e dopo tre giorni risorgerà".

Servire e donare la vita

35 Gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo, dicendogli: "Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo".

36 Egli disse loro: "Che cosa volete che io faccia per voi?".

37 Gli risposero: "Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra".

38 Gesù disse loro: "Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?".

39 Gli risposero: "Lo possiamo".

E Gesù disse loro: "Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. 40 Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato".

41 Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. 42 Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: "Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. 43 Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, 44 e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. 45 Anche il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti".

Il cieco di Gerico

46 E giunsero a Gerico. Mentre partiva da Gerico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timeo, Bartimeo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. 47 Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: "Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!".

48 Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: "Figlio di Davide, abbi pietà di me!".

49 Gesù si fermò e disse: "Chiamatelo!".

Chiamarono il cieco, dicendogli: "Coraggio! Àlzati, ti chiama!". 50 Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.

51 Allora Gesù gli disse: "Che cosa vuoi che io faccia per te?".

E il cieco gli rispose: "Rabbunì, che io veda di nuovo!".

52 E Gesù gli disse: "Va', la tua fede ti ha salvato". E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.

Commento

Il risultato della croce

Se Gesù ti chiedesse: "Che cosa vuoi che io faccia per te?", cosa risponderesti? In questo brano Gesù fa questa domanda due volte (vv.36.51) e ottiene due risposte diverse, una sbagliata, quella dei discepoli (v.37), e una giusta, quella di Bartimèo: "Che io veda di nuovo!" (v.51)

Ci sono persone che non riescono a vedere il significato della morte di Gesù o che ne parlano come di qualcosa di "tragico e inaspettato". La realtà è che la morte di Gesù era pianificata, profetizzata e preannunciata.

In questo brano del Vangelo di Marco (vv.32-34), Gesù predice la sua morte per la terza volta e in maniera molto dettagliata. Scopriamo che Gesù si aspettava di morire e di risorgere (vv.33-34). La sua morte non è capitata per caso. È stata una sua libera scelta. E non è finita in tragedia, ma in trionfo.

Gesù aveva inoltre capito molto chiaramente lo scopo della sua morte e ciò che ne sarebbe risultato: "Il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti" (v.45).

Gesù sicuramente conosceva bene il capitolo 53 di Isaia, ed in particolare il brano del "servo sofferente". Era quindi a conoscenza della morte che lo attendeva, una morte come quella del "servo sofferente".

  1. Sofferente

Perché Gesù è venuto nel mondo? Sapeva che il vero scopo della sua missione era di soffrire. Questa è la ragione per cui "è venuto" (Marco 10,45). È venuto per dare la propria vita in riscatto per me e per te.

  1. Servo

Gesù usa l'espressione "per servire" (v.45). Vedeva se stesso come "il servo". Non è venuto per essere servito, ma "per servire". L'espressione "per dare la propria vita" (v.45b) ci ricorda le parole del servo in Isaia 53,10 ("Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione") e Isaia 53,12 ("ha spogliato se stesso fino alla morte").

  1. Salvatore

La parola "riscatto" (Marco 10,45b) è usata per i prigionieri di guerra e gli schiavi. È il prezzo pagato per riscattarli (Numeri 18,15.16) e liberarli. La morte di Gesù sulla croce è servita per riscattare tutti noi, me e te, e per renderci liberi.

  1. Sostituto

La parola "per" in Marco 10,45 è la traduzione della parola greca anti che significa "al posto di". Un termine che rimanda all’idea di uno scambio, di una sostituzione. Alla base del brano di Isaia 53, troviamo proprio questo: una sofferenza vissuta al posto nostro. Con queste parole, Gesù dimostra di essere consapevole del fatto che la sua morte non è né sbaglio né conseguenza di un proprio peccato ma sofferenza "al posto di" qualcun altro.

Dimostra inoltre di guardare alla sua morte alla luce della metafora del "calice" (Marco 10,38). L’Antico Testamento parla del calice "dell'ira" di Dio verso il peccato, e Gesù parla del "calice che io bevo" (v.38). Questo calice rappresenta l'avversione di Dio nei confronti del peccato e che Gesù beve al nostro posto.

Attraverso la sua morte e resurrezione, Gesù sconfigge il peccato, il male e la morte. Il risultato è che possiamo essere perdonati, liberati dalla colpa, dalla vergogna e dalle dipendenze. Possiamo essere certi che il bene trionferà sul male e che ora possiamo non temere il futuro perché la morte stessa è stata sconfitta.

Quando Gesù chiede ai discepoli, "Che cosa volete che io faccia per voi?", la risposta che riceve è del tutto sbagliata. Volevano una posizione (v.37). Tra i leader cristiani, c'è sempre la tentazione di competere per la posizione più alta.

Ciò a cui invece siamo chiamati è seguire Gesù, a servire lui e gli altri. L'ambizione spirituale non è di per sé sbagliata ma è facile cadere nell'errore di perseguire la nostra gloria piuttosto che quella di Gesù. Gesù dice: "Chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore" (v.43).

Spesso, per la maggior parte di noi, le due motivazioni sono un po’ mescolate. Sentiamo il desiderio di servire Gesù ma anche la tentazione di una posizione, di alcune prospettive, di una promozione, dei soldi e della popolarità. Ma su questo, Gesù è chiaro. Dice: "Tra voi però non è così" (v.43). La nostra chiamata è servire perché questo è l’esempio che ci ha dato Gesù.

Gli abiti dell'autentico discepolo non sono le vesti porpora di un imperatore ma la corona di spine del nostro Salvatore. Si tratta di una croce, non di un trono. Di una vita al servizio degli altri.

Bartimèo grida a Gesù chiedendo misericordia (v.47). Questo è l’esempio da seguire. A chi chiede misericordia, Gesù risponde sempre. Bartimèo chiede di vedere, i suoi occhi si aprono e vede Gesù.

Oggi stesso, chiedi a Dio di aprire i tuoi occhi per vedere Gesù e comprendere tutto ciò che ha fatto per te attraverso la croce.

Preghiera

Signore, ti chiedo di aprire i miei occhi per vederti più chiaramente, amarti di più e seguirti più vicino (adattato dalla Preghiera di San Riccardo di Chichester).

Antico Testamento

Levitico 5,14-7,10

L'offerta per il peccato

14 Il Signore parlò a Mosè e disse: 15 "Se qualcuno commetterà un'infedeltà e peccherà per errore riguardo a cose consacrate al Signore, porterà al Signore, come sacrificio di riparazione, un ariete senza difetto, preso dal gregge, corrispondente al valore stabilito in sicli d'argento, conformi al siclo del santuario; 16 risarcirà il danno fatto al santuario, aggiungendovi un quinto, e lo darà al sacerdote, il quale compirà per lui il rito espiatorio con l'ariete offerto come sacrificio di riparazione e gli sarà perdonato. 17 Quando qualcuno peccherà facendo, senza saperlo, una cosa vietata dal Signore, sarà comunque in condizione di colpa e ne porterà il peso. 18 Porterà al sacerdote, come sacrificio di riparazione, un ariete senza difetto, preso dal bestiame minuto, corrispondente al valore stabilito; il sacerdote compirà per lui il rito espiatorio per l'errore commesso per ignoranza e gli sarà perdonato. 19 È un sacrificio di riparazione; quell'individuo infatti si era messo in condizione di colpa verso il Signore".

20 Il Signore parlò a Mosè dicendo: 21 "Quando qualcuno peccherà e commetterà un'infedeltà verso il Signore, perché inganna il suo prossimo riguardo a depositi, a pegni o a oggetti rubati, oppure perché ricatta il suo prossimo, 22 o perché, trovando una cosa smarrita, mente in proposito e giura il falso riguardo a una cosa in cui uno commette peccato, 23 se avrà così peccato, si troverà in condizione di colpa. Dovrà restituire la cosa rubata o ottenuta con ricatto o il deposito che gli era stato affidato o l'oggetto smarrito che aveva trovato 24 o qualunque cosa per cui abbia giurato il falso. Farà la restituzione per intero, aggiungendovi un quinto, e renderà ciò al proprietario nel giorno in cui farà la riparazione. 25 Come riparazione al Signore, porterà al sacerdote un ariete senza difetto, preso dal gregge, corrispondente al valore stabilito, per il sacrificio di riparazione. 26 Il sacerdote compirà per lui il rito espiatorio davanti al Signore e gli sarà perdonato, qualunque sia la mancanza di cui si è reso colpevole".

6Il Signore parlò a Mosè e disse: 2 "Da' quest'ordine ad Aronne e ai suoi figli: "Questa è la legge per l'olocausto. L'olocausto rimarrà acceso sul braciere sopra l'altare tutta la notte, fino al mattino; il fuoco dell'altare sarà tenuto acceso. 3 Il sacerdote, indossata la tunica di lino e vestiti i calzoni di lino sul suo corpo, toglierà la cenere, dopo che il fuoco avrà consumato l'olocausto sopra l'altare, e la deporrà al fianco dell'altare. 4 Poi, spogliatosi delle vesti e indossatene altre, porterà la cenere fuori dell'accampamento, in un luogo puro. 5 Il fuoco sarà tenuto acceso sull'altare e non lo si lascerà spegnere; il sacerdote vi brucerà legna ogni mattina, vi disporrà sopra l'olocausto e vi brucerà sopra il grasso dei sacrifici di comunione. 6 Il fuoco deve essere sempre tenuto acceso sull'altare, senza lasciarlo spegnere. 7 Questa è la legge dell'oblazione. I figli di Aronne la presenteranno al Signore, dinanzi all'altare.

L'olocausto

8 Il sacerdote preleverà una manciata di fior di farina, con il suo olio e con tutto l'incenso che è sopra l'oblazione, e la farà bruciare sull'altare come profumo gradito, in suo memoriale in onore del Signore. 9 Aronne e i suoi figli mangeranno quello che rimarrà dell'oblazione; lo si mangerà senza lievito, in luogo santo, nel recinto della tenda del convegno. 10 Non si cuocerà con lievito; è la parte che ho loro assegnata delle offerte a me bruciate con il fuoco. È cosa santissima, come il sacrificio per il peccato e il sacrificio di riparazione. 11 Ogni maschio tra i figli di Aronne potrà mangiarne. È un diritto perenne delle vostre generazioni sui sacrifici consumati dal fuoco in onore del Signore. Tutto ciò che verrà a contatto con queste cose sarà santo"". 12 Il Signore parlò a Mosè e disse: 13 "Questa è l'offerta che Aronne e i suoi figli presenteranno al Signore il giorno in cui riceveranno l'unzione: un decimo di efa di fior di farina, come oblazione perpetua, metà la mattina e metà la sera.

L'oblazione

14 Essa sarà preparata con olio, nella teglia: la porterai ben stemperata; la presenterai a pezzi, come profumo gradito in onore del Signore. 15 Il sacerdote che, tra i figli di Aronne, sarà stato consacrato per succedergli, farà questa offerta; è una prescrizione perenne: sarà bruciata tutta in onore del Signore. 16 Ogni oblazione del sacerdote sarà bruciata tutta; non se ne potrà mangiare". 17 Il Signore parlò a Mosè e disse: 18 "Parla ad Aronne e ai suoi figli dicendo: "Questa è la legge del sacrificio per il peccato. Nel luogo dove si scanna l'olocausto sarà scannata davanti al Signore la vittima per il peccato. È cosa santissima.

19 Il sacerdote che l'avrà offerta come sacrificio per il peccato, potrà mangiarla; dovrà mangiarla in luogo santo, nel recinto della tenda del convegno. 20 Tutto ciò che verrà a contatto con la sua carne sarà santo; se parte del suo sangue schizza sopra una veste, laverai il lembo macchiato di sangue in luogo santo. 21 Ma il vaso di terra, che sarà servito a cuocerla, sarà spezzato; se è stata cotta in un recipiente di bronzo, questo sarà strofinato bene e sciacquato con acqua. 22 Tra i sacerdoti ogni maschio ne potrà mangiare. È cosa santissima. 23 Ma ogni offerta per il peccato, il cui sangue verrà portato nella tenda del convegno, per il rito espiatorio nel santuario, non dovrà essere mangiata; essa sarà bruciata nel fuoco.

Il sacrificio di riparazione

7“‘Questa è la legge del sacrificio di riparazione. È cosa santissima. 2 Nel luogo dove si scanna l'olocausto, si scannerà la vittima di riparazione; se ne spargerà il sangue attorno all'altare 3 e se ne offrirà tutto il grasso: la coda, il grasso che copre le viscere, 4 i due reni con il loro grasso e il grasso attorno ai lombi e al lobo del fegato, che distaccherà insieme ai reni. 5 Il sacerdote farà bruciare tutto questo sull'altare come sacrificio consumato dal fuoco in onore del Signore. Questo è un sacrificio di riparazione. 6 Ogni maschio tra i sacerdoti ne potrà mangiare; lo si mangerà in luogo santo. È cosa santissima.

7 Il sacrificio di riparazione è come il sacrificio per il peccato: la stessa legge vale per ambedue; la vittima spetterà al sacerdote che avrà compiuto il rito espiatorio. 8 Il sacerdote che avrà offerto l'olocausto per qualcuno avrà per sé la pelle della vittima che ha offerto. 9 Così anche ogni oblazione, cotta nel forno o preparata nella pentola o nella teglia, spetterà al sacerdote che l'ha offerta. 10 Ogni oblazione impastata con olio o asciutta spetterà a tutti i figli di Aronne in misura uguale.

Commento

Il motivo della sua morte

Un altro brano che Gesù sicuramente conosceva bene e che parla della sua morte è nel capitolo 5 del Levitico. Qui si parla di "sacrificio di riparazione" (5,15) per il peccato commesso e che così potrà essere perdonato (v.16). Si parla anche di spargimento di sangue (7,2). Questo passo prefigura ciò che Gesù avrebbe compiuto sulla croce per me e per te.

Quando ho iniziato a comprendere il legame tra l'Antico Testamento e Gesù e ho iniziato a rendermi conto della gravità del mio peccato, ho cominciato a capire sempre di più la grandezza immensa del sacrificio di Gesù per me, quanto ha sofferto con il suo corpo per me, quanto è stata grande la reazione di Dio al mio peccato, che ha fatto sì che io potessi essere perdonato.

La mia esperienza è stata simile a quella di Bartimèo, il cieco. La mia non era una cecità fisica, ma spirituale. Come lui ho gridato: "Gesù, abbi pietà di me" (Marco 10,47-48), ho ricevuto la vista e ho seguito Gesù. Non è qualcosa che ho guadagnato. È stato un dono che ho ricevuto per fede, proprio come Gesù ha detto a Bartimèo: "Va', la tua fede ti ha salvato" (v.52).

Preghiera

Signore, grazie per avermi aperto gli occhi per avermi fatto capire la grandezza del tuo sacrificio per me. Grazie perché posso ricevere il tuo perdono come dono per fede. Come Bartimèo, aiutami a seguirti e donare la mia vita al servizio degli altri.

La moglie di Nicky dice

Levitico 5,23

"Dovrà restituire la cosa rubata o ottenuta con ricatto o il deposito che gli era stato affidato o l'oggetto smarrito che aveva trovato".

Ho una confessione da fare. In chiesa molte persone dimenticano l’ombrello. Nel corso degli anni, ne abbiamo accumulati un bel po'. Li trovo incredibilmente utili!

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Salvo diversa indicazione, le citazioni delle Scritture sono tratte dalla Sacra Bibbia Italiana Cattolica, testo CEI 2008 a cura della Conferenza Episcopale Italiana. Utilizzata con permesso.

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Prayer of St Richard of Chichester (1197-1253), http://www.spck.org.uk/classic-prayers/st-richard-of-chichester/, © SPCK - Society for Promoting Christian Knowledge 2015 \[last accessed, February 2015\]

Le citazioni della Scrittura indicate con (MSG, AMP, NIVUK, NKJV, NLT, ecc.) riportano comunque il testo CEI®. Indicano i testi qui di seguito elencati a cui si rimanda per ulteriori approfondimenti.

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