Giorno 88

Nel giorno della prova

Sapienziali Salmi 38,1-12
Nuovo Testamento Luca 7,11-35
Antico Testamento Numeri 23,27-26,11

Introduzione

Ajay Gohil è un signore di origini indù cresciuto a nord di Londra. Per anni ha lavorato nell'edicola di giornali della sua famiglia. All'età di 21 si è ammalato di psoriasi eritrodermica, una malattia cronica della pelle. Il suo peso è sceso da 73 a 47 kg e la malattia si è estesa su tutto il corpo dalla testa ai piedi. Ha perso i suoi amici. Sua moglie e suo figlio lo hanno lasciato. Voleva morire.

Mentre Ajay giaceva morente in ospedale, ha gridato a Dio. Ha guardato nel suo armadietto e vi ha trovato una Bibbia. L'ha aperta: Salmo 38, il salmo di oggi. Ogni versetto sembrava parlasse di lui. Ha chiesto a Dio di guarirlo. È caduto in un sonno profondo. La mattina dopo era completamente guarito. La sua pelle era nuova come quella di un bambino e la sua vita da quel giorno è cambiata. Ha riallacciato il rapporto con suo figlio. Durante una funzione nella chiesa di HTB (Holy Trinity Brompton) ho avuto il piacere di intervistarlo. Ha detto: "Vivo ogni giorno per Gesù".

La vita non è facile. Tutti affrontiamo problemi. Qualunque cosa tu stia affrontando oggi, Dio è in grado di salvarti. Nei brani di oggi vedremo degli esempi di difficoltà (trappole, prove e tentazioni) e degli esempi su come gestirle.

Sapienziali

Salmi 38,1-12

Salmo 38

1 Salmo. Di Davide. Per fare memoria.
2 Signore, non punirmi nella tua collera,
  non castigarmi nel tuo furore.
3 Le tue frecce mi hanno trafitto,
  la tua mano mi schiaccia.
4 Per il tuo sdegno, nella mia carne non c'è nulla di sano,
  nulla è intatto nelle mie ossa per il mio peccato.
5 Le mie colpe hanno superato il mio capo,
  sono un carico per me troppo pesante.

6 Fetide e purulente sono le mie piaghe
  a causa della mia stoltezza.
7 Sono tutto curvo e accasciato,
  triste mi aggiro tutto il giorno.
8 Sono tutti infiammati i miei fianchi,
  nella mia carne non c'è più nulla di sano.
9 Sfinito e avvilito all'estremo,
  ruggisco per il fremito del mio cuore.

10 Signore, è davanti a te ogni mio desiderio
  e il mio gemito non ti è nascosto.
11 Palpita il mio cuore, le forze mi abbandonano,
  non mi resta neppure la luce degli occhi.
12 I miei amici e i miei compagni si scostano dalle mie piaghe,
  i miei vicini stanno a distanza.
13 Tendono agguati quelli che attentano alla mia vita,
  quelli che cercano la mia rovina tramano insidie
  e tutto il giorno studiano inganni.

Commento

Trappole

Davide sa cosa significa vivere in cattiva salute: "Sono tutti infiammati i miei fianchi, nella mia carne non c'è più nulla di sano" (v.8). Queste sono alcune delle parole che hanno colpito Ajay mentre leggeva questo salmo sul suo letto d'ospedale.

Davide sa anche cosa significa fallire. Dio lo convince del suo peccato: "La tua mano mi schiaccia... per il mio peccato. Le mie colpe hanno superato il mio capo, sono un carico per me troppo pesante... a causa della mia stoltezza... non mi resta neppure la luce degli occhi" (vv.3-6.9.11).

Oltre a tutto questo, Davide deve affrontare l'opposizione. È circondato da persone che desiderano vederlo cadere. Scrive: "Tendono agguati quelli che attentano alla mia vita, quelli che cercano la mia rovina tramano insidie e tutto il giorno studiano inganni" (v.13).

Eppure, in mezzo a queste trappole e alle sue stesse mancanze e difficoltà, Davide si rivolge a Dio. Sa che Dio può perdonarlo, salvarlo e guarirlo. Qualunque siano le tue mancanze o qualunque difficoltà tu stia incontrando, puoi sempre rivolgerti a Dio in preghiera.

Preghiera

Signore, oggi grido a te: perdona i miei peccati, guarisci il mio corpo e proteggimi dalle trappole preparate per me.

Nuovo Testamento

Luca 7,11-35

Gesù ridà la vita al figlio di una vedova

11 In seguito Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla. 12 Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei. 13 Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: "Non piangere!".

14 Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: "Ragazzo, dico a te, àlzati!". 15 Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre.

16 Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: "Un grande profeta è sorto tra noi", e: "Dio ha visitato il suo popolo". 17 Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante.

Gesù elogia Giovanni il Battista

18 Giovanni fu informato dai suoi discepoli di tutte queste cose. Chiamati quindi due di loro, Giovanni 19 li mandò a dire al Signore: "Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?".

20 Venuti da lui, quegli uomini dissero: "Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: "Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?"".

21 In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. 22 Poi diede loro questa risposta: "Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia. 23 E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!".

24 Quando gli inviati di Giovanni furono partiti, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: "Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? 25 Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che portano vesti sontuose e vivono nel lusso stanno nei palazzi dei re. 26 Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. 27 Egli è colui del quale sta scritto:

  Ecco, dinanzi a te mando il mio messaggero,
   davanti a te egli preparerà la tua via.

28 Io vi dico: fra i nati da donna non vi è alcuno più grande di Giovanni, ma il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui.

29 Tutto il popolo che lo ascoltava, e anche i pubblicani, ricevendo il battesimo di Giovanni, hanno riconosciuto che Dio è giusto. 30 Ma i farisei e i dottori della Legge, non facendosi battezzare da lui, hanno reso vano il disegno di Dio su di loro.

31 A chi dunque posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? 32 È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così:

  "Vi abbiamo suonato il flauto
    e non avete ballato,
  abbiamo cantato un lamento
    e non avete pianto!".

33 È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: "È indemoniato". 34 È venuto il Figlio dell'uomo, che mangia e beve, e voi dite: "Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!". 35 Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli".

Commento

Prove

Ogni persona che incontri e ogni situazione che affronti è, in un certo senso, una prova. Come risponderai ai bisogni delle persone intorno a te e alle situazioni in cui ti trovi?

1. I bisogni degli altri

Recentemente ho celebrato il funerale di un giovane morto di cancro all'età di 30 anni. Sua madre, una nostra amica da oltre 30 anni, stava in piedi accanto alla bara del suo unico figlio. Pensando a lei comprendo come Gesù, nel vedere la donna del brano di oggi in una situazione simile, "fu preso da grande compassione per lei" (v.13).

Gesù ha il potere e l'autorità di risuscitare suo figlio dai morti. Un gesto che può fare attraverso coraggio e fede.

Tutti dobbiamo operare entro i limiti della nostra stessa fede. Rispondere a questo tipo di situazione può essere davvero una prova. Sbagliare sarebbe disastroso. Certamente, non consiglio di fare come Gesù a meno che non si abbia la sua autorità, potenza, fede e un'ordine direttamente da Dio. Ma in tutti i casi siamo sempre chiamati a cercare le parole giuste e le risposte giuste per tutti i bisogni. Ogni nostra azione deve essere sempre motivata dalla "compassione" (v.13, AMP).

Gesù può dire: "Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia" (v.22). Forse noi non faremo mai queste cose, ma possiamo sempre pregare per i malati e certamente possiamo annunciare la buona notizia di Gesù ai poveri.

2. Critica

Nonostante Gesù stesse compiendo cose straordinarie, meravigliose e tali da trasformare la vita delle persone, non era accettato da tutti. I religiosi del tempo rendono "vano il disegno di Dio su di loro" (v.30) e muovono false accuse contro Giovanni Battista e Gesù.

Reagire bene alle critiche è un'altra delle prove a cui spesso siamo chiamati a rispondere. Gesù dice: "È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: 'È indemoniato'. È venuto il Figlio dell'uomo, che mangia e beve, e voi dite: 'Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!'" (vv.33-34)

Gesù sta dicendo che è quasi impossibile evitare le critiche. Aristotele ha detto: "L'unico modo per evitare le critiche è non fare nulla, non dire nulla e non essere nulla". Qualunque cosa tu faccia, alcune persone troveranno sempre qualcosa da dire sul tuo conto. Di fronte alle critiche, Gesù non si lascia scoraggiare. Dice: "Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli" (v.35). Forse per dire che, alla fine, la sapienza (e le azioni di Gesù) saranno confermate dai fatti, o, come diciamo noi in Inghilterra: "Se vuoi capire se un pudding è buono devi mangiarlo" (v.35, MSG). Gesù e Giovanni Battista sono molto diversi tra loro, ma entrambi sono "figli della sapienza".

Preghiera

Signore, ti prego di aiutarmi oggi con tutte le persone che incontrerò, ad avere parole buone, a portare buone notizie, ad avere un cuore compassionevole e a cercare di servire gli altri, come ha fatto Gesù.

Antico Testamento

Numeri 23,27-26,11

Terzo oracolo di Balaam

27 Balak disse a Balaam: "Vieni, ti condurrò in altro luogo: forse piacerà agli occhi di Dio che tu lo maledica per me di là". 28 Così Balak condusse Balaam in cima al Peor, che è di fronte al deserto.

29 Balaam disse a Balak: "Costruiscimi qui sette altari e preparami sette giovenchi e sette arieti". 30 Balak fece come Balaam aveva detto e offrì un giovenco e un ariete su ogni altare.

24Balaam vide che al Signore piaceva benedire Israele e non andò come le altre volte alla ricerca di sortilegi, ma rivolse la sua faccia verso il deserto. 2 Balaam alzò gli occhi e vide Israele accampato, tribù per tribù. Allora lo spirito di Dio fu sopra di lui. 3 Egli pronunciò il suo poema e disse:

  "Oracolo di Balaam, figlio di Beor,
    e oracolo dell'uomo dall'occhio penetrante;
  4 oracolo di chi ode le parole di Dio,
    di chi vede la visione dell'Onnipotente,
    cade e gli è tolto il velo dagli occhi.

  5 Come sono belle le tue tende, Giacobbe,
    le tue dimore, Israele!

  6 Si estendono come vallate,
    come giardini lungo un fiume,
  come àloe, che il Signore ha piantato,
    come cedri lungo le acque.
  7 Fluiranno acque dalle sue secchie
    e il suo seme come acque copiose.

  Il suo re sarà più grande di Agag
    e il suo regno sarà esaltato.

  8 Dio, che lo ha fatto uscire dall'Egitto,
    è per lui come le corna del bufalo.
  Egli divora le nazioni che lo avversano,
    addenta le loro ossa
    e le loro frecce egli spezza.
  9 Si accoscia, si accovaccia come un leone
    e come una leonessa: chi lo farà alzare?

  Benedetto chi ti benedice
    e maledetto chi ti maledice".

10 Allora l'ira di Balak si accese contro Balaam; Balak batté le mani e disse a Balaam: "Per maledire i miei nemici ti ho chiamato, ed ecco li hai grandemente benedetti per tre volte. 11 Ora vattene nella tua terra! Avevo detto che ti avrei colmato di onori, ma ecco, il Signore ti ha impedito di averli".

12 Balaam disse a Balak: "Non avevo forse detto ai messaggeri che mi avevi mandato: 13 "Quand'anche Balak mi desse la sua casa piena d'argento e d'oro, non potrei trasgredire l'ordine del Signore per fare cosa, buona o cattiva, di mia iniziativa: ciò che il Signore dirà, quello soltanto dirò"? 14 Ora sto per tornare al mio popolo; ebbene, vieni: ti predirò ciò che questo popolo farà al tuo popolo nei giorni a venire".

Quarto oracolo di Balaam

15 Egli pronunciò il suo poema e disse:

  "Oracolo di Balaam, figlio di Beor,
    oracolo dell'uomo dall'occhio penetrante,
  16 oracolo di chi ode le parole di Dio
    e conosce la scienza dell'Altissimo,
  di chi vede la visione dell'Onnipotente,
    cade e gli è tolto il velo dagli occhi.

  17 Io lo vedo, ma non ora,
    io lo contemplo, ma non da vicino:
una stella spunta da Giacobbe
    e uno scettro sorge da Israele,
  spacca le tempie di Moab
    e il cranio di tutti i figli di Set;
  18 Edom diverrà sua conquista
    e diverrà sua conquista Seir, suo nemico,
    mentre Israele compirà prodezze.
  19 Uno di Giacobbe dominerà
    e farà perire gli scampati dalla città".

Quinto oracolo di Balaam

20 Poi vide Amalèk, pronunciò il suo poema e disse:

  "Amalèk è la prima delle nazioni,
    ma il suo avvenire sarà la rovina".

Sesto oracolo di Balaam

21 Poi vide i Keniti, pronunciò il suo poema e disse:

  "Sicura è la tua dimora, o Caino,
    e il tuo nido è aggrappato alla roccia.
  22 Ma sarà dato all'incendio,
    finché Assur non ti deporterà in prigionia".

Settimo oracolo di Balaam

23 Pronunciò ancora il suo poema e disse:

  "Ahimè! Chi vivrà, dopo che Dio avrà compiuto queste cose?
    24 Verranno navi dalla parte dei Chittìm
  e piegheranno Assur e piegheranno Eber,
    ma anch'egli andrà in perdizione".

25 Poi Balaam si alzò e tornò nella sua terra, mentre Balak se ne andò per la sua strada.

Moab seduce Israele

25Israele si stabilì a Sittìm e il popolo cominciò a fornicare con le figlie di Moab. 2 Esse invitarono il popolo ai sacrifici offerti ai loro dèi; il popolo mangiò e si prostrò davanti ai loro dèi. 3 Israele aderì a Baal-Peor e l'ira del Signore si accese contro Israele.

4 Il Signore disse a Mosè: "Prendi tutti i capi del popolo e fa' appendere al palo costoro, davanti al Signore, in faccia al sole, e si allontanerà l'ira ardente del Signore da Israele".

5 Mosè disse ai giudici d'Israele: "Ognuno di voi uccida dei suoi uomini coloro che hanno aderito a Baal-Peor".

6 Uno degli Israeliti venne e condusse ai suoi fratelli una donna madianita, sotto gli occhi di Mosè e di tutta la comunità degli Israeliti, mentre essi stavano piangendo all'ingresso della tenda del convegno. 7 Vedendo ciò, Fineès, figlio di Eleàzaro, figlio del sacerdote Aronne, si alzò in mezzo alla comunità, prese in mano una lancia, 8 seguì quell'uomo di Israele nell'alcova e li trafisse tutti e due, l'uomo d'Israele e la donna, nel basso ventre. E il flagello si allontanò dagli Israeliti. 9 Quelli che morirono per il flagello furono ventiquattromila.

10 Il Signore parlò a Mosè e disse: 11 "Fineès, figlio di Eleàzaro, figlio del sacerdote Aronne, ha allontanato la mia collera dagli Israeliti, mostrando la mia stessa gelosia in mezzo a loro, e io nella mia gelosia non ho sterminato gli Israeliti. 12 Perciò digli che io stabilisco con lui la mia alleanza di pace; 13 essa sarà per lui e per la sua discendenza dopo di lui un'alleanza di perenne sacerdozio, perché egli ha avuto zelo per il suo Dio e ha compiuto il rito espiatorio per gli Israeliti".

14 L'uomo d'Israele, ucciso con la Madianita, si chiamava Zimrì, figlio di Salu, principe di un casato paterno dei Simeoniti. 15 La donna uccisa, la Madianita, si chiamava Cozbì, figlia di Sur, capo della gente di un casato in Madian.

16 Il Signore parlò a Mosè e disse: 17 "Trattate i Madianiti da nemici e uccideteli, 18 poiché essi sono stati nemici per voi con le astuzie che hanno usato con voi nella vicenda di Peor e di Cozbì, figlia di un principe di Madian, loro sorella, che è stata uccisa il giorno del flagello causato per il fatto di Peor".

Nuovo censimento

19 Dopo il flagello 26il Signore parlò a Mosè e ad Eleàzaro, figlio del sacerdote Aronne, e disse: 2 "Fate il computo di tutta la comunità degli Israeliti, dai vent'anni in su, suddivisi secondo i loro casati paterni, di quanti in Israele possono andare in guerra". 3 Mosè e il sacerdote Eleàzaro dissero loro nelle steppe di Moab presso il Giordano di Gerico: 4 "Si faccia il censimento dai vent'anni in su, secondo quanto il Signore aveva ordinato a Mosè e agli Israeliti, usciti dalla terra d'Egitto".

5 Ruben, primogenito d'Israele. Figli di Ruben:

da Enoc discende la famiglia degli Enochiti;

da Pallu discende la famiglia dei Palluiti;

6 da Chesron discende la famiglia dei Chesroniti;

da Carmì discende la famiglia dei Carmiti.

7 Tali sono le famiglie dei Rubeniti: quelli che furono registrati erano quarantatremilasettecentotrenta.

8 Figli di Pallu: Eliàb. 9 Figli di Eliàb: Nemuèl, Datan e Abiràm. Questi sono quel Datan e quell'Abiràm, membri del consiglio, che si ribellarono contro Mosè e contro Aronne con la gente di Core, quando questa si era ribellata contro il Signore; 10 la terra spalancò la bocca e li inghiottì insieme con Core, quando quella gente perì e il fuoco divorò duecentocinquanta uomini, che servirono d'esempio. 11 Ma i figli di Core non perirono.

Commento

Tentazioni

Gli eventi di cui leggiamo in questo brano "servirono d'esempio" (26,10). Paolo, quando scrive delle tentazioni (1 Corinzi 10) fa riferimento proprio a questa parte del libro dei Numeri e dice che quanto scritto qui è un "esempio".

Sono tutti segnali di avvertimento, di PERICOLO!, come quelli scritti nei nostri libri di storia. Sono stati scritti "per nostro ammonimento, di noi per i quali è arrivata la fine dei tempi. Quindi, chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere. Nessuna tentazione, superiore alle forze umane, vi ha sorpresi; Dio infatti è degno di fede e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze" (1 Corinzi 10,11-13, MSG).

Ma, da cosa siamo messi in guardia? Quali sono le tentazioni a cui ci si sta riferendo?

1. Stregoneria

"Magia" (a volte tradotta divinazione) significa rivolgersi a poteri soprannaturali e magici, che non provengono da Dio, per scoprire qualcosa o per far accadere qualcosa. Oggi abbiamo oroscopi, tarocchi, indovini, tavole Ouija, lettura della mano e così via. La gente vuole sapere cosa accadrà. A volte, nei momenti difficili, le persone si rivolgono a questi metodi sbagliati.

La vita di Balaam è un curioso miscuglio di tante cose. A volte agisce sotto l'ispirazione dello "spirito di Dio" (Numeri 24,2). Pronuncia grandi profezie messianiche: "Una stella spunta da Giacobbe e uno scettro sorge da Israele... Uno di Giacobbe dominerà" (vv.17-19; vedi anche Matteo 2,1-10). Gesù si definirà infatti "stella radiosa del mattino" (Apocalisse 22,16).

Eppure, nel Nuovo Testamento, Balaam è condannato. Qui ne vediamo il motivo. È uno stregone che normalmente riceve un "compenso per l'oracolo" (Numeri 22,7) e viene profumatamente ricompensato per la sua stregoneria (24,11). I momenti in cui opera sotto lo Spirito di Dio sono eccezioni. E vi sono occasioni in cui non va "come le altre volte alla ricerca di sortilegi" (v.1).

2. Immoralità

Il popolo cade nell'immoralità sessuale: "Il popolo cominciò a fornicare con le figlie di Moab" (25,1). Vengono tutti ingannati (v.18). Il giudizio di Dio scende su di loro e specialmente su uno dei loro capi, Zimri, "principe di un casato paterno dei Simeoniti" (v.14). L'immoralità sessuale non è una tentazione dalla quale i capi della chiesa sono esenti. Se i leader falliscono è ancora più grave e dannoso, in parte a causa della loro influenza.

3. Sostituti di Dio

Il popolo si dimostra infedele a Dio. Adora e si inchina ad altri dei. Israele "aderì a Baal-Peor" (vv.3.5). Gli idoli non sono solo le statue raffiguranti altri dei. Sono le cose che nella nostra vita prendono il posto di Dio. Cose create a cui riserviamo più attenzione e interesse rispetto allo stesso nostro creatore (vedi Romani 1,25).

L'apostolo Paolo ci avverte del pericolo di cadere in queste tentazioni, ma conclude con queste parole incoraggianti:

"Nessuna tentazione, superiore alle forze umane, vi ha sorpresi; Dio infatti è degno di fede e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze ma, insieme con la tentazione, vi darà anche il modo di uscirne per poterla sostenere" (1 Corinzi 10,13, MSG).

Preghiera

Padre, aiutami a rispondere in modo saldo alle tentazioni del nemico. Possa non fare mai nulla che porti disonore al nome di Gesù. Possa il tuo nome essere glorificato in ogni cosa che faccio.

La moglie di Nicky dice

Luca 7,11–35

Qui vediamo la straordinaria compassione e potenza di Gesù. Questa madre, il cui figlio era appena morto, era anche vedova. Aveva già provato un profondo dolore per la perdita del marito. Probabilmente sarebbe caduta in miseria, dal momento che non ci sarebbe stato nessuno a provvedere a lei. A quel tempo, non esisteva lo stato sociale.

Che gioia straordinaria deve aver provato quando Gesù ha guarito suo figlio e glielo ha restituito!

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