Giorno 108

Sei passi verso una vita centrata su Dio

Sapienziali Salmi 47,1-10
Nuovo Testamento Luca 18,1-30
Antico Testamento Deuteronomio 28,15-68

Introduzione

William Temple è stato arcivescovo di Canterbury dal 1942 al 1944. Anche il padre aveva ricoperto la medesima carica. Nella sua vita ha scritto numerose opere di successo, tra le quali Readings in St John’s Gospel, un interessante commento al Vangelo di Giovanni. Un libro che ha scritto interamente in ginocchio pregando davanti a Dio.

Riguardo alla preghiera di adorazione (in inglese worship) ha scritto: "L'adorazione è sottomettere tutta la nostra natura a Dio. È stimolare la coscienza con la sua santità; è nutrire la mente con la sua verità; è purificare l'immaginazione con la sua bellezza; è aprire il cuore al suo amore; è abbandonare la volontà al suo scopo. Tutto questo è adorazione".

L’adorazione ci salva dal centrare tutto su noi stessi e ci aiuta a centrare tutto su Dio. Siamo stati creati per vivere in relazione con Dio. Questa dovrebbe essere la nostra priorità numero uno. Se metteremo Dio al primo posto nella nostra vita, riceveremo numerose benedizioni. Dio ci ama. Per questo ci avverte ogni volta che usciamo dal progetto che ha pensato per noi.

Ma cosa significa vivere una vita centrata su Dio e quali sono i passi da compiere per realizzarla?

Sapienziali

Salmi 47,1-10

Salmo 47

1 Al maestro del coro.
  Dei figli di Core. Salmo.

2 Popoli tutti, battete le mani!
  Acclamate Dio con grida di gioia,
3 perché terribile è il Signore, l'Altissimo,
  grande re su tutta la terra.
4 Egli ci ha sottomesso i popoli,
  sotto i nostri piedi ha posto le nazioni.

5 Ha scelto per noi la nostra eredità,
  orgoglio di Giacobbe che egli ama.
6 Ascende Dio tra le acclamazioni,
  il Signore al suono di tromba.
7 Cantate inni a Dio, cantate inni,
  cantate inni al nostro re, cantate inni;

8 perché Dio è re di tutta la terra,
  cantate inni con arte.
9 Dio regna sulle genti,
  Dio siede sul suo trono santo.
10 I capi dei popoli si sono raccolti
  come popolo del Dio di Abramo.
Sì, a Dio appartengono i poteri della terra:
  egli è eccelso.

Commento

1. Adorare Dio

Siamo tutti invitati ad adorare Dio.

In questo salmo, la preghiera di adorazione è ricca di emozioni e suoni: "Popoli tutti, battete le mani! Acclamate Dio con grida di gioia… Ascende Dio tra le acclamazioni, il Signore al suono di tromba" (vv.2.6). Ci sono anche molti canti (vv.7-8).

Nella preghiera di worship, vi è grande esuberanza. L'adorazione e lo stupore per Dio si riversano in azioni, suoni e acclamazioni anche stravaganti.

Un insieme di modi esteriori per esprimere la propria adorazione al Signore. L'adorazione usa le emozioni per esprimere il proprio amore e la propria gratitudine a Dio e per rendergli onore.

Tutte le relazioni coinvolgono le emozioni. A mia moglie Pippa, non dico: "Ti amo con la mente", ma: "Ti amo con tutto di me: la mia mente, il mio cuore, la mia volontà".

Ci sono contesti in cui siamo bravi ad esprimere le nostre emozioni. Pensiamo ad esempio alle partite di calcio o ad altri eventi sportivi: perché allora dovrebbe essere diverso quando adoriamo Dio?

Preghiera

Signore, oggi desidero sottomettermi a te. Ravviva la mia coscienza con la tua santità. Nutri la mia mente con la tua verità. Purifica la mia immaginazione con la tua bellezza. Apri il mio cuore alla bellezza del tuo amore. Mi arrendo completamente al tuo disegno di salvezza e ti adoro.

Nuovo Testamento

Luca 18,1-30

Parabola del giudice e della vedova

18 Diceva loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: 2 "In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. 3 In quella città c'era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: "Fammi giustizia contro il mio avversario".

4 Per un po' di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: "Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, 5 dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi".

6 E il Signore soggiunse: "Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. 7 E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? 8 Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?".

La parabola del fariseo e del pubblicano

9 Disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l'intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: 10 "Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l'altro pubblicano. 11 Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: "O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. 12 Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo".

13 Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: "O Dio, abbi pietà di me peccatore".

14 Io vi dico: questi, a differenza dell'altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato".

Gesù e i bambini

15 Gli presentavano anche i bambini piccoli perché li toccasse, ma i discepoli, vedendo ciò, li rimproveravano. 16 Allora Gesù li chiamò a sé e disse: "Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno di Dio. 17 In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come l'accoglie un bambino, non entrerà in esso".

Gesù incontra un uomo

18 Un notabile lo interrogò: "Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?".

19 Gesù gli rispose: "Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. 20 Tu conosci i comandamenti: Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non testimoniare il falso, onora tuo padre e tua madre".

21 Costui disse: "Tutte queste cose le ho osservate fin dalla giovinezza".

22 Udito ciò, Gesù gli disse: "Una cosa ancora ti manca: vendi tutto quello che hai, distribuiscilo ai poveri e avrai un tesoro nei cieli; e vieni! Seguimi!".

23 Ma quello, udite queste parole, divenne assai triste perché era molto ricco. 24 Quando Gesù lo vide così triste, disse: "Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio. 25 È più facile infatti per un cammello passare per la cruna di un ago, che per un ricco entrare nel regno di Dio!".

26 Quelli che ascoltavano dissero: "E chi può essere salvato?".

27 Rispose: "Ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio".

28 Pietro allora disse: "Noi abbiamo lasciato i nostri beni e ti abbiamo seguito".

29 Ed egli rispose: "In verità io vi dico, non c'è nessuno che abbia lasciato casa o moglie o fratelli o genitori o figli per il regno di Dio, 30 che non riceva molto di più nel tempo presente e la vita eterna nel tempo che verrà".

Commento

2. Pregare con regolarità

La vita centrata su Dio è una vita di preghiera costante. Gesù ha insegnato ai suoi discepoli a "pregare sempre, senza stancarsi" (v.1). Con Dio si può parlare sempre e non solo in chiesa o nei momenti di preghiera specifici. Ovunque e in qualsiasi momento, puoi rivolgerti a Dio. Nella mia vita da cristiano, mi hanno insegnato a "parlare mentre si cammina" durante la giornata.

Gesù racconta la parabola della vedova e del giudice ingiusto che alla fine cede alle sue richieste per non essere più importunato e logorato da lei (vv.4-5). Se un giudice disonesto ascolta la supplica di una vedova, quanto più Dio ascolterà coloro che "gridano giorno e notte verso di lui" (v.7b). Non dovremmo mai rinunciare a pregare e, nei momenti in cui è più difficile pregare, pregare più intensamente.

3. Umiliarsi

L'umiltà non è qualcosa che ci capita. È qualcosa che dobbiamo fare a noi stessi. Invece di esaltarci, dovremmo "umiliarci". Dio promette che "chi si umilia sarà esaltato" (v.14).

Quando ci paragoniamo agli altri, è facile diventare come il fariseo che ringrazia Dio di non essere come gli altri: "Ladri, ingiusti, adùlteri" (v.11). Il fariseo ha la "presunzione" di essere giusto (v.9). È caduto nella trappola della fiducia in se stesso. Quando centriamo la nostra vita su Dio, la nostra coscienza viene stimolata dalla sua santità e il nostro elemento di paragone diviene lui e non gli altri. E dal confronto con lui non possiamo che dire: "O Dio, abbi pietà di me peccatore" (v.13). La verità è che siamo tutti peccatori e abbiamo tutti bisogno della misericordia di Dio.

Mi riesce molto facile leggere questo passo e ringraziare Dio di non essere come il fariseo. Ma così facendo cado proprio nella trappola che Gesù sta descrivendo: pensare di essere più giusto degli altri, invece di riconoscere il proprio peccato e il proprio bisogno di Dio. Questo è esattamente il peccato del fariseo.

4. Essere come bambini

A volte i "bambini" (v.15), i ragazzi o i giovani di una chiesa vengono descritti come "la chiesa del futuro". Ma, per Gesù, non sono solo la chiesa del futuro, sono la chiesa di oggi: "A chi è come loro, infatti, appartiene il regno di Dio" (v.16).

Gesù ci chiama a diventare come bambini. Non ci dice di essere infantili (in senso semplicistico), ma di essere come i bambini.

Essere come i bambini è l'opposto dell'essere indipendenti e "grandi". I bambini tendono ad essere aperti, ricettivi, fiduciosi, umili, affettuosi e misericordiosi. La vita centrata su Dio è una vita di dipendenza da lui come un bambino.

Si diventa bambini quando si mostrano e si condividono i propri sentimenti sinceri, si riconosce quanto si è fragili e vulnerabili e quanto si ha bisogno di Dio e degli altri.

I bambini sono istintivamente portati ad esplorare e scoprire. Non si fermano al passato né si accontentano del presente. Guardano al futuro con curiosità ineguagliabile, alimentata da meraviglia e da immensa capacità di divertimento.

Non dovremmo mai smettere di coltivare questa libertà di rispondere istintivamente, come bambini, di sentire ed esprimere meraviglia, stupore, amore e gioia, di precipitarsi ad esplorare, sondare e scoprire le cose da soli.

5. Seguire Gesù

Non c'è nulla di più gratificante che seguire Gesù. A Gesù, Pietro dice: "Noi abbiamo lasciato i nostri beni e ti abbiamo seguito" (v.28). Gesù risponde: "In verità io vi dico, non c’è nessuno che abbia lasciato casa o moglie o fratelli o genitori o figli per il regno di Dio, che non riceva molto di più nel tempo presente e la vita eterna nel tempo che verrà" (vv.29-30)

Gesù chiama il giovane ricco ad una vita centrata su Dio. Lo chiama a rinunciare a tutto il resto e a seguirlo (v.22). Forse ha visto in lui un potenziale apostolo come Pietro, o Matteo, o uno degli altri che hanno risposto positivamente quando ha detto "seguimi".

Il punto è che più accumuliamo, più è difficile vivere una vita centrata su Dio. Il giovane ricco si rattrista perché sa di essere "molto ricco" (v.23). Per i ricchi, non è impossibile entrare nel regno di Dio (v.27), ma è molto difficile (vv.24-25). E questo non perché gli standard siano più elevati, ma perché il rischio che si corre è maggiore.

Ma questo vale per tutti. Per chiunque entrare nel regno di Dio con le proprie forze è impossibile (vv.24-25). Lo è solo con l'aiuto di Dio, sia per i ricchi che per i poveri. Gesù ha detto: "Ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio" (v.27). Non contano i fallimenti passati e neppure le circostanze attuali. Con Dio tutto è possibile.

Preghiera

Signore, abbi pietà di noi, peccatori. Concedici la fede dei bambini perché possiamo essere totalmente dipendenti da te. Aiutaci a rinunciare a tutto il resto per seguire te con tutto il cuore.

Antico Testamento

Deuteronomio 28,15-68

Le maledizioni minacciate

15 Ma se non obbedirai alla voce del Signore, tuo Dio, se non cercherai di eseguire tutti i suoi comandi e tutte le sue leggi che oggi io ti prescrivo, verranno su di te e ti colpiranno tutte queste maledizioni:

16 sarai maledetto nella città e maledetto nella campagna.

17 Maledette saranno la tua cesta e la tua madia.

18 Maledetto sarà il frutto del tuo grembo e il frutto del tuo suolo, sia i parti delle tue vacche sia i nati delle tue pecore.

19 Maledetto sarai quando entri e maledetto quando esci.

20 Il Signore lancerà contro di te la maledizione, la costernazione e la minaccia in ogni lavoro a cui metterai mano, finché tu sia distrutto e perisca rapidamente a causa delle tue azioni malvagie, per avermi abbandonato. 21 Il Signore ti attaccherà la peste, finché essa non ti abbia eliminato dal paese in cui stai per entrare per prenderne possesso. 22 Il Signore ti colpirà con la consunzione, con la febbre, con l'infiammazione, con l'arsura, con la siccità, con il carbonchio e con la ruggine, che ti perseguiteranno finché tu non sia perito. 23 Il cielo sarà di bronzo sopra il tuo capo e la terra sotto di te sarà di ferro. 24 Il Signore darà come pioggia alla tua terra sabbia e polvere, che scenderanno dal cielo su di te, finché tu sia distrutto.

25 Il Signore ti farà sconfiggere dai tuoi nemici: per una sola via andrai contro di loro e per sette vie fuggirai davanti a loro. Diventerai oggetto di orrore per tutti i regni della terra. 26 Il tuo cadavere diventerà pasto di tutti gli uccelli del cielo e degli animali della terra e nessuno li scaccerà. 27 Il Signore ti colpirà con le ulcere d'Egitto, con bubboni, scabbia e pruriti, da cui non potrai guarire. 28 Il Signore ti colpirà di delirio, di cecità e di pazzia, 29 così che andrai brancolando in pieno giorno come il cieco brancola nel buio. Non riuscirai nelle tue imprese, sarai ogni giorno oppresso e spogliato e nessuno ti aiuterà.

30 Ti fidanzerai con una donna e un altro la possederà. Costruirai una casa, ma non vi abiterai. Pianterai una vigna e non ne potrai cogliere i primi frutti. 31 Il tuo bue sarà ammazzato sotto i tuoi occhi e tu non ne mangerai. Il tuo asino ti sarà portato via in tua presenza e non tornerà più a te. Il tuo gregge sarà dato ai tuoi nemici e nessuno ti aiuterà. 32 I tuoi figli e le tue figlie saranno consegnati a un popolo straniero, mentre i tuoi occhi vedranno e languiranno di pianto per loro ogni giorno, ma niente potrà fare la tua mano. 33 Un popolo che tu non conosci mangerà il frutto del tuo suolo e di tutta la tua fatica. Sarai oppresso e schiacciato ogni giorno. 34 Diventerai pazzo per ciò che i tuoi occhi dovranno vedere. 35 Il Signore ti colpirà alle ginocchia e alle cosce con un'ulcera maligna, dalla quale non potrai guarire. Ti colpirà dalla pianta dei piedi alla sommità del capo.

36 Il Signore deporterà te e il re, che ti sarai costituito, in una nazione che né tu né i tuoi padri avete conosciuto. Là servirai dèi stranieri, dèi di legno e di pietra. 37 Diventerai oggetto di stupore, di motteggio e di scherno per tutti i popoli fra i quali il Signore ti avrà condotto.

38 Porterai molta semente al campo e raccoglierai poco, perché la locusta la divorerà. 39 Pianterai vigne e le coltiverai, ma non berrai vino né coglierai uva, perché il verme le roderà. 40 Avrai oliveti in tutta la tua terra, ma non ti ungerai di olio, perché le tue olive cadranno immature. 41 Genererai figli e figlie, ma non saranno tuoi, perché andranno in prigionia. 42 Tutti i tuoi alberi e il frutto del tuo suolo saranno preda di un esercito d'insetti.

43 Il forestiero che sarà in mezzo a te si innalzerà sempre più sopra di te e tu scenderai sempre più in basso. 44 Egli farà un prestito a te e tu non lo farai a lui. Egli sarà in testa e tu in coda.

45 Tutte queste maledizioni verranno su di te, ti perseguiteranno e ti raggiungeranno, finché tu sia distrutto, perché non avrai obbedito alla voce del Signore, tuo Dio, osservando i comandi e le leggi che egli ti ha dato. 46 Esse per te e per la tua discendenza saranno sempre un segno e un prodigio. 47 Poiché non avrai servito il Signore, tuo Dio, con gioia e di buon cuore in mezzo all'abbondanza di ogni cosa, 48 servirai i tuoi nemici, che il Signore manderà contro di te, in mezzo alla fame, alla sete, alla nudità e alla mancanza di ogni cosa. Essi ti metteranno un giogo di ferro sul collo, finché non ti abbiano distrutto.

49 Il Signore solleverà contro di te da lontano, dalle estremità della terra, una nazione che si slancia a volo come l'aquila: una nazione della quale non capirai la lingua, 50 una nazione dall'aspetto feroce, che non avrà riguardo per il vecchio né avrà compassione del fanciullo. 51 Mangerà il frutto del tuo bestiame e il frutto del tuo suolo, finché tu sia distrutto, e non ti lascerà alcun residuo di frumento, di mosto, di olio, dei parti delle tue vacche e dei nati delle tue pecore, finché ti avrà fatto perire. 52 Ti assedierà in tutte le tue città, finché in tutta la tua terra cadano le mura alte e fortificate, nelle quali avrai riposto la fiducia. Ti assedierà in tutte le tue città, in tutta la terra che il Signore, tuo Dio, ti avrà dato.

53 Durante l'assedio e l'angoscia alla quale ti ridurrà il tuo nemico, mangerai il frutto delle tue viscere, le carni dei tuoi figli e delle tue figlie che il Signore, tuo Dio, ti avrà dato. 54 L'uomo più raffinato e più delicato tra voi guarderà di malocchio il suo fratello e la donna del suo seno e il resto dei suoi figli che ancora sopravvivono, 55 per non dare ad alcuno di loro le carni dei suoi figli, delle quali si ciberà, perché non gli sarà rimasto più nulla durante l'assedio e l'angoscia alla quale i nemici ti avranno ridotto entro tutte le tue città. 56 La donna più raffinata e delicata tra voi, che per delicatezza e raffinatezza non avrebbe mai provato a posare in terra la pianta del piede, guarderà di malocchio l'uomo del suo seno, il figlio e la figlia, 57 e si ciberà di nascosto di quanto esce dai suoi fianchi e dei bambini che partorirà, mancando di tutto durante l'assedio e l'angoscia alla quale i nemici ti avranno ridotto entro tutte le tue città.

58 Se non cercherai di eseguire tutte le parole di questa legge, scritte in questo libro, avendo timore di questo nome glorioso e terribile del Signore, tuo Dio, 59 allora il Signore colpirà te e i tuoi discendenti con flagelli prodigiosi: flagelli grandi e duraturi, malattie maligne e ostinate. 60 Farà tornare su di te le infermità dell'Egitto, delle quali tu avevi paura, e si attaccheranno a te. 61 Anche ogni altra malattia e ogni altro flagello, che non sta scritto nel libro di questa legge, il Signore manderà contro di te, finché tu non sia distrutto. 62 Voi rimarrete in pochi uomini, dopo essere stati numerosi come le stelle del cielo, perché non avrai obbedito alla voce del Signore, tuo Dio. 63 Come il Signore gioiva a vostro riguardo nel beneficarvi e moltiplicarvi, così il Signore gioirà a vostro riguardo nel farvi perire e distruggervi. Sarete strappati dal paese in cui stai per entrare per prenderne possesso.

64 Il Signore ti disperderà fra tutti i popoli, da un'estremità all'altra della terra. Là servirai altri dèi, che né tu né i tuoi padri avete conosciuto, dèi di legno e di pietra. 65 Fra quelle nazioni non troverai sollievo e non vi sarà luogo di riposo per la pianta dei tuoi piedi. Là il Signore ti darà un cuore trepidante, languore di occhi e animo sgomento. 66 La tua vita ti starà dinanzi come sospesa a un filo. Proverai spavento notte e giorno e non sarai sicuro della tua vita. 67 Alla mattina dirai: "Se fosse sera!" e alla sera dirai: "Se fosse mattina!", a causa dello spavento che ti agiterà il cuore e delle cose che i tuoi occhi vedranno. 68 Il Signore ti farà tornare in Egitto su navi, per una via della quale ti ho detto: "Non dovrete più rivederla!". E là vi metterete in vendita ai vostri nemici come schiavi e schiave, ma nessuno vi acquisterà".

Commento

6. Servire Dio

In questo brano vediamo le conseguenze disastrose del non vivere una vita centrata su Dio, del non obbedire alla legge, del non seguire attentamente i suoi comandi (v.45) e del non servire il Signore (v.47). E osserviamo tutto questo anche nella storia di Israele.

Nella mia vita, ho vissuto alcune di queste esperienze, specialmente prima di conoscere Dio. Ho sperimentato un "cielo…di bronzo" sopra il mio capo (v.23) e un grande senso di separazione da Dio.

Nel brano è scritto: "Il Signore ti darà un cuore trepidante, languore di occhi e animo sgomento. La tua vita ti starà dinanzi come sospesa a un filo. Proverai spavento notte e giorno e non sarai sicuro della tua vita" (vv.65-66). Corrie ten Boom ha detto: “La preoccupazione è un ciclo di pensieri inefficienti che girano intorno a un centro di paura". Questo è l'opposto della sensazione di pace e gioia che offre Gesù.

A volte, pur vivendo in relazione con Dio, non sono riuscito a servire, obbedire e seguire il suo comando con tutto il cuore. Ma la bella notizia è che Gesù ci ha salvati dalle punizioni e dalle maledizioni che altrimenti ne sarebbero seguite: "Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della Legge, diventando lui stesso maledizione per noi" (Galati 3,13).

Preghiera

Signore, ti ringrazio con tutto il cuore perché sei morto al nostro posto, affinché potessimo essere perdonati e liberati dalle conseguenze del nostro peccato. Grazie per averci chiamati ad una vita centrata su di te. Aiutaci ad adorarti con tutto il cuore, a servirti con gioia e volentieri, ad obbedirti e a seguirti sempre.

La moglie di Nicky dice

Luca 18,1-8

Dopo aver letto la parabola della vedova insistente, ho ripensato ad alcune preghiere che ho fatto e che non hanno ancora avuto risposta. Penso che farei bene a raddoppiare i miei sforzi e a non arrendermi.

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Riferimenti

Salvo diversa indicazione, le citazioni delle Scritture sono tratte dalla Sacra Bibbia Italiana Cattolica, testo CEI 2008 a cura della Conferenza Episcopale Italiana. Utilizzata con permesso. ​ Copyright © 2008 — 2019 Diritti d'autore riservati su testo e commento Fondazione di Religione Santi Francesco d’Assisi e Caterina da Siena. ​ Corrie ten Boom, Clippings From My Notebook (Triangle, 1983)

William Temple, Readings in St. John’s Gospel (Macmillian, 1952) ​ Le citazioni della Scrittura indicate con (MSG, AMP, NIVUK, NKJV, NLT, ecc.) riportano comunque il testo CEI®. Indicano i testi qui di seguito elencati a cui si rimanda per ulteriori approfondimenti. ​ NIV - New International Version Anglicised - Copyright © 1979, 1984, 2011 Biblica, già International Bible Society
MSG - The Message - Copyright © 1993, 1994, 1995, 1996, 2000, 2001, 2002.
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