Fino a quando, Signore?
Introduzione
Ti sei mai trovato, o trovata, a chiederti: "Fino a quando, Signore?" Fino a quando durerà questa pandemia? Fino a quando dovrò continuare a sopportare queste umiliazioni? Fino a quando questi problemi finanziari? Fino a quando quel problema di salute? Fino a quando dovrò combattere con questa dipendenza? Fino a quando queste tentazioni? Fino a quando durerà il dolore per quella perdita?
Io e Pippa siamo soliti recarci a Brighton per far visita alla comunità di St. Peter's. Una volta, al termine della funzione, una donna ci ha raccontato di suo marito, il quale non ne voleva sapere di Gesù. Per trentasette anni aveva pregato perché trovasse la fede e più volte aveva gridato: "Fino a quando, Signore?" (Salmi 13,2)
Una mattina suo marito si è avvicinato. Era il giorno di riapertura della chiesa di St. Peter's, nel 2009. Le ha chiesto se poteva venire in chiesa con lei. È andato e nell’entrare in chiesa ha subito sentito una forte sensazione di casa, di essere rinato. Ora ama la Chiesa e ogni settimana va in chiesa. Nel raccontare la storia del marito e con il viso pieno di gioia, quella donna continuava a ripetere: "Fino a quando, Signore, fino a quando?" Dio ha ascoltato il suo grido. Dopo trentasette anni ha esaudito le sue preghiere.
Per quattro volte e in rapida successione, Davide grida al Signore: "Fino a quando?" (vv.2-3).
Ci sono periodi in cui sembra che Dio non sia presente (v.2a). Il suo volto sembra lontano, nascosto (v.2b). Per qualche inspiegabile motivo, non percepiamo la sua presenza. Affrontiamo lotte continue in un mare di affanni (v.3a). Ogni giorno porta tristezza (v.3b). Ci sentiamo sconfitti, sentiamo che la battaglia è persa e che il nemico sta avendo il sopravvento (v.3c).
Ma in momenti come questi, cosa possiamo fare, come ci dovremmo comportare?
Salmi 13,1-6
Salmo 13
1 Al maestro del coro. Salmo. Di Davide.
2 Fino a quando, Signore, continuerai a dimenticarmi?
Fino a quando mi nasconderai il tuo volto?
3 Fino a quando nell'anima mia addenserò pensieri,
tristezza nel mio cuore tutto il giorno?
Fino a quando su di me prevarrà il mio nemico?
4 Guarda, rispondimi, Signore, mio Dio,
conserva la luce ai miei occhi,
perché non mi sorprenda il sonno della morte,
5 perché il mio nemico non dica: "L'ho vinto!"
e non esultino i miei avversari se io vacillo.
6 Ma io nella tua fedeltà ho confidato;
esulterà il mio cuore nella tua salvezza,
canterò al Signore, che mi ha beneficato.
Commento
Continuare così
Nei momenti difficili, ci sono cose che non dovremmo mai smettere di fare. Con il suo esempio, Davide ne suggerisce quattro:
Continuare a pregare
Davide non smette di gridare: "Guarda, rispondimi, Signore, mio Dio,
conserva la luce ai miei occhi” (v.4). Apre il suo cuore a Dio. Come Davide, anche tu non smettere di pregare, neppure quando Dio sembra lontano.
Continuare a fidarsi
“Nella tua fedeltà ho confidato” (v.6a). È relativamente facile avere fede quando le cose vanno bene. Più difficile è quando le cose vanno male. È qui che la nostra fede è messa alla prova.
Continuare a gioire
Davide non si rallegra delle prove, ma della salvezza di Dio: "Esulterà il mio cuore nella tua salvezza, canterò al Signore, che mi ha beneficato” (v.6b, MSG).
Continuare a lodare
Nonostante quello che ha passato, Davide non smette di riconoscere la bontà di Dio: "Canterò al Signore, che mi ha beneficato" (v.6). Ricorda tutto ciò che Dio ha fatto per lui.
Quando inizi a lodare e ad adorare Dio, la tua prospettiva sui tuoi problemi cambia. A volte trovo utile voltarmi indietro e ricordare le tante lotte personali, le delusioni e i lutti, e in che modo Dio in quei momenti difficili mi ha sostenuto. E trovo bello poi ringraziarlo e riconoscere che anche in quelle circostanze "mi ha beneficato" (v.6).
Preghiera
Signore, oggi voglio lodarti. Grazie per la tua bontà verso di me. Per tutte le battaglie future, confido nel tuo amore senza fine.
Matteo 15,10-39
10 Poi, riunita la folla, disse loro: "Ascoltate e comprendete bene! 11 Non ciò che entra nella bocca rende impuro l'uomo; ciò che esce dalla bocca, questo rende impuro l'uomo!"
12 Allora i discepoli si avvicinarono per dirgli: "Sai che i farisei, a sentire questa parola, si sono scandalizzati?"
13 Ed egli rispose: "Ogni pianta, che non è stata piantata dal Padre mio celeste, verrà sradicata. 14 Lasciateli stare! Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!"
15 Pietro allora gli disse: "Spiegaci questa parabola".
16 Ed egli rispose: "Neanche voi siete ancora capaci di comprendere? 17 Non capite che tutto ciò che entra nella bocca, passa nel ventre e viene gettato in una fogna? 18 Invece ciò che esce dalla bocca proviene dal cuore. Questo rende impuro l'uomo. 19 Dal cuore, infatti, provengono propositi malvagi, omicidi, adultèri, impurità, furti, false testimonianze, calunnie. 20 Queste sono le cose che rendono impuro l'uomo; ma il mangiare senza lavarsi le mani non rende impuro l'uomo".
La fede di una donna cananea
21 Partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidone. 22 Ed ecco, una donna cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: "Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio".
23 Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: "Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!"
24 Egli rispose: "Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d'Israele".
25 Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: "Signore, aiutami!" 26 Ed egli rispose: "Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini".
27 "È vero, Signore - disse la donna -, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni".
28 Allora Gesù le replicò: "Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri". E da quell'istante sua figlia fu guarita.
Seconda moltiplicazione dei pani e dei pesci
29 Gesù si allontanò di là, giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò. 30 Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, 31 tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d'Israele.
32 Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: "Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino".
33 E i discepoli gli dissero: "Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?"
34 Gesù domandò loro: "Quanti pani avete?" Dissero: "Sette, e pochi pesciolini".
35 Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, 36 prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla. 37 Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene. 38 Quelli che avevano mangiato erano quattromila uomini, senza contare le donne e i bambini. 39 Congedata la folla, Gesù salì sulla barca e andò nella regione di Magadàn.
Commento
Continuare a seguire Gesù
Dio può tardare a rispondere, ma questo non significa che non manterrà le sue promesse. Spesso Dio non interviene subito a cambiare le nostre situazioni. Sappiamo che fino a quando Gesù non ritornerà, malattie e sofferenze rimarranno e non verranno mai del tutto sconfitte. Gli episodi di guarigione o di miracoli che a volte sentiamo raccontare o che abbiamo sperimentato personalmente sono solo un'anticipazione di ciò che sarà un giorno al ritorno di Gesù. Tutti saremo guariti.
In Gesù, la bontà di Dio si rivela in modo superlativo. Ancora una volta, in questo brano, ci accorgiamo in che modo straordinario Gesù affronta il peccato, la malattia e la sofferenza.
Continuare a rinnovare i propri pensieri
Gesù dice che il nostro problema non è nelle cose superficiali, come ad esempio il cibo (v.11). Il cibo entra ed esce dal corpo (v.17). Le cose che fanno male vengono da dentro: “Ciò che esce dalla bocca proviene dal cuore” (v.18, MSG). Il vero problema è il peccato che viene dal nostro cuore: "Dal cuore, infatti, provengono propositi malvagi, omicidi, adultèri, impurità, furti, false testimonianze, calunnie. Queste sono le cose che rendono impuro l'uomo" (vv.19-20a).
Attraverso queste parole Gesù sfida ciascuno di noi. Forse non commetteremo omicidi o adulterio, ma tutti tutti prima o poi cadremo. Ed il primo vero ostacolo a cui Gesù ci mette in guardia sono i "propositi malvagi". Al peccato non si rimedia con pratiche e rituali, cioè nel modo dei farisei. Solo Dio può rimediare al peccato. Solo lui può cambiare il nostro cuore. Per questo abbiamo bisogno del suo Spirito Santo, per trasformarci e renderci puri.
Continuare a pregare per la guarigione
La sofferenza di un figlio è una delle esperienze più dolorose che si possono provare. La figlia della donna cananea è "molto tormentata" (v.22). Probabilmente anche lei grida: "Fino a quando, Signore?" Continua a chiedere la guarigione della figlia e non perde coraggio quando Gesù sembra non voler rispondere alla sua preghiera: “Quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: 'Signore, aiutami!'" (v.25, AMP)
Gesù vede la sua “grande” fede e guarisce sua figlia (v.28). E con lei anche: "zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati" (v.30).
Continuare ad aiutare chi ha fame
Gesù non si preoccupa solo delle malattie (v.22 in poi), ma anche della sofferenza di chi ha fame. Dice: “Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni" (v.32).
Gesù può fare tanto con molto poco. A partire da una piccola quantità di cibo nutre le folle. Quando diamo a Gesù la nostra vita e le nostre risorse, per quanto piccole possano sembrarci, lui le moltiplica e le usa per il bene di molti.
Se Gesù si preoccupa di chi è affamato da pochi giorni, quanto farà per le centinaia di milioni di persone che oggi nel mondo soffrono la fame e la malnutrizione? Come discepoli di Gesù, anche noi siamo chiamati ad occuparci di loro.
Attraverso questo gesto, molte persone accolgono Gesù e ascoltano le sue parole. Ma non tutti. I farisei non lo approvano e si scandalizzano di lui “nel sentire queste parole” (v.12). Se quindi qualche volta alcune persone si scandalizzeranno per le cose che dirai nel suo nome, non preoccuparti. Lo hanno fatto anche con Gesù.
Preghiera
Signore, donami un cuore come il tuo, capace di sentire compassione per le persone che soffrono. Vieni Spirito Santo.
Genesi 43,1-44,34
I fratelli di Giuseppe scendono di nuovo in Egitto
43 La carestia continuava a gravare sulla terra. 2 Quand'ebbero finito di consumare il grano che avevano portato dall'Egitto, il padre disse loro: "Tornate là e acquistate per noi un po' di viveri".
3 Ma Giuda gli disse: "Quell'uomo ci ha avvertito severamente: "Non verrete alla mia presenza, se non avrete con voi il vostro fratello!" 4 Se tu sei disposto a lasciar partire con noi nostro fratello, andremo laggiù e ti compreremo dei viveri. 5 Ma se tu non lo lasci partire, non ci andremo, perché quell'uomo ci ha detto: "Non verrete alla mia presenza, se non avrete con voi il vostro fratello!""
6 Israele disse: "Perché mi avete fatto questo male: far sapere a quell'uomo che avevate ancora un fratello?"
7 Risposero: "Quell'uomo ci ha interrogati con insistenza intorno a noi e alla nostra parentela: "È ancora vivo vostro padre? Avete qualche altro fratello?" E noi abbiamo risposto secondo queste domande. Come avremmo potuto sapere che egli avrebbe detto: "Conducete qui vostro fratello"?"
8 Giuda disse a Israele suo padre: "Lascia venire il giovane con me; prepariamoci a partire per sopravvivere e non morire, noi, tu e i nostri bambini. 9 Io mi rendo garante di lui: dalle mie mani lo reclamerai. Se non te lo ricondurrò, se non te lo riporterò, io sarò colpevole contro di te per tutta la vita. 10 Se non avessimo indugiato, ora saremmo già di ritorno per la seconda volta".
11 Israele, loro padre, rispose: "Se è così, fate pure: mettete nei vostri bagagli i prodotti più scelti della terra e portateli in dono a quell'uomo: un po' di balsamo, un po' di miele, resina e làudano, pistacchi e mandorle. 12 Prendete con voi il doppio del denaro, così porterete indietro il denaro che è stato rimesso nella bocca dei vostri sacchi: forse si tratta di un errore. 13 Prendete anche vostro fratello, partite e tornate da quell'uomo. 14 Dio l'Onnipotente vi faccia trovare misericordia presso quell'uomo, così che vi rilasci sia l'altro fratello sia Beniamino. Quanto a me, una volta che non avrò più i miei figli, non li avrò più!"
15 Gli uomini presero dunque questo dono e il doppio del denaro e anche Beniamino, si avviarono, scesero in Egitto e si presentarono a Giuseppe. 16 Quando Giuseppe vide Beniamino con loro, disse al suo maggiordomo: "Conduci questi uomini in casa, macella quello che occorre e apparecchia, perché questi uomini mangeranno con me a mezzogiorno".
17 Quell'uomo fece come Giuseppe aveva ordinato e introdusse quegli uomini nella casa di Giuseppe. 18 Ma essi si spaventarono, perché venivano condotti in casa di Giuseppe, e si dissero: "A causa del denaro, rimesso l'altra volta nei nostri sacchi, ci conducono là: per assalirci, piombarci addosso e prenderci come schiavi con i nostri asini".
19 Allora si avvicinarono al maggiordomo della casa di Giuseppe e parlarono con lui all'ingresso della casa; 20 dissero: "Perdona, mio signore, noi siamo venuti già un'altra volta per comprare viveri. 21 Quando fummo arrivati a un luogo per passarvi la notte, aprimmo i sacchi ed ecco, il denaro di ciascuno si trovava alla bocca del suo sacco: proprio il nostro denaro con il suo peso esatto. Noi ora l'abbiamo portato indietro 22 e, per acquistare i viveri, abbiamo portato con noi altro denaro. Non sappiamo chi abbia messo nei sacchi il nostro denaro!"
23 Ma quegli disse: "State in pace, non temete! Il vostro Dio e il Dio dei vostri padri vi ha messo un tesoro nei sacchi; il vostro denaro lo avevo ricevuto io". E condusse loro Simeone.
24 Quell'uomo fece entrare gli uomini nella casa di Giuseppe, diede loro dell'acqua, perché si lavassero i piedi e diede il foraggio ai loro asini. 25 Essi prepararono il dono nell'attesa che Giuseppe arrivasse a mezzogiorno, perché avevano saputo che avrebbero preso cibo in quel luogo.
26 Quando Giuseppe arrivò a casa, gli presentarono il dono che avevano con sé, e si prostrarono davanti a lui con la faccia a terra. 27 Egli domandò loro come stavano e disse: "Sta bene il vostro vecchio padre di cui mi avete parlato? Vive ancora?"
28 Risposero: "Il tuo servo, nostro padre, sta bene, è ancora vivo" e si inginocchiarono prostrandosi.
29 Egli alzò gli occhi e guardò Beniamino, il suo fratello, figlio della stessa madre, e disse: "È questo il vostro fratello più giovane, di cui mi avete parlato?" e aggiunse: "Dio ti conceda grazia, figlio mio!" 30 Giuseppe si affrettò a uscire, perché si era commosso nell'intimo alla presenza di suo fratello e sentiva il bisogno di piangere; entrò nella sua camera e pianse.
31 Poi si lavò la faccia, uscì e, facendosi forza, ordinò: "Servite il pasto".
32 Fu servito per lui a parte, per loro a parte e per i commensali egiziani a parte, perché gli Egiziani non possono prender cibo con gli Ebrei: ciò sarebbe per loro un abominio. 33 Presero posto davanti a lui dal primogenito al più giovane, ciascuno in ordine di età, e si guardavano con meraviglia l'un l'altro. 34 Egli fece portare loro porzioni prese dalla propria mensa, ma la porzione di Beniamino era cinque volte più abbondante di quella di tutti gli altri. E con lui bevvero fino all'allegria.
La coppa di argento in una sacca
44 Diede poi quest'ordine al suo maggiordomo: "Riempi i sacchi di quegli uomini di tanti viveri quanti ne possono contenere e rimetti il denaro di ciascuno alla bocca del suo sacco. 2 Metterai la mia coppa, la coppa d'argento, alla bocca del sacco del più giovane, insieme con il denaro del suo grano". Quello fece secondo l'ordine di Giuseppe.
3 Alle prime luci del mattino quegli uomini furono fatti partire con i loro asini. 4 Erano appena usciti dalla città e ancora non si erano allontanati, quando Giuseppe disse al suo maggiordomo: "Su, insegui quegli uomini, raggiungili e di' loro: "Perché avete reso male per bene? 5 Non è forse questa la coppa in cui beve il mio signore e per mezzo della quale egli suole trarre i presagi? Avete fatto male a fare così"".
6 Egli li raggiunse e ripeté loro queste parole. 7 Quelli gli risposero: "Perché il mio signore dice questo? Lontano dai tuoi servi il fare una cosa simile! 8 Ecco, se ti abbiamo riportato dalla terra di Canaan il denaro che abbiamo trovato alla bocca dei nostri sacchi, come avremmo potuto rubare argento o oro dalla casa del tuo padrone? 9 Quello dei tuoi servi, presso il quale si troverà, sia messo a morte e anche noi diventeremo schiavi del mio signore".
10 Rispose: "Ebbene, come avete detto, così sarà: colui, presso il quale si troverà la coppa, diventerà mio schiavo e voi sarete innocenti".
11 Ciascuno si affrettò a scaricare a terra il suo sacco e lo aprì. 12 Quegli li frugò cominciando dal maggiore e finendo con il più piccolo, e la coppa fu trovata nel sacco di Beniamino. 13 Allora essi si stracciarono le vesti, ricaricarono ciascuno il proprio asino e tornarono in città.
14 Giuda e i suoi fratelli vennero nella casa di Giuseppe, che si trovava ancora là, e si gettarono a terra davanti a lui. 15 Giuseppe disse loro: "Che azione avete commesso? Non vi rendete conto che un uomo come me è capace di indovinare?"
16 Giuda disse: "Che diremo al mio signore? Come parlare? Come giustificarci? Dio stesso ha scoperto la colpa dei tuoi servi! Eccoci schiavi del mio signore, noi e colui che è stato trovato in possesso della coppa".
17 Ma egli rispose: "Lontano da me fare una cosa simile! L'uomo trovato in possesso della coppa, quello sarà mio schiavo: quanto a voi, tornate in pace da vostro padre". 18 Allora Giuda gli si fece innanzi e disse: "Perdona, mio signore, sia permesso al tuo servo di far sentire una parola agli orecchi del mio signore; non si accenda la tua ira contro il tuo servo, perché uno come te è pari al faraone! 19 Il mio signore aveva interrogato i suoi servi: "Avete ancora un padre o un fratello?" 20 E noi avevamo risposto al mio signore: "Abbiamo un padre vecchio e un figlio ancora giovane natogli in vecchiaia, il fratello che aveva è morto ed egli è rimasto l'unico figlio di quella madre e suo padre lo ama".
21 Tu avevi detto ai tuoi servi: "Conducetelo qui da me, perché possa vederlo con i miei occhi". 22 Noi avevamo risposto al mio signore: "Il giovinetto non può abbandonare suo padre: se lascerà suo padre, questi ne morirà". 23 Ma tu avevi ingiunto ai tuoi servi: "Se il vostro fratello minore non verrà qui con voi, non potrete più venire alla mia presenza". 24 Fatto ritorno dal tuo servo, mio padre, gli riferimmo le parole del mio signore.
25 E nostro padre disse: "Tornate ad acquistare per noi un po' di viveri". 26 E noi rispondemmo: "Non possiamo ritornare laggiù: solo se verrà con noi il nostro fratello minore, andremo; non saremmo ammessi alla presenza di quell'uomo senza avere con noi il nostro fratello minore".
27 Allora il tuo servo, mio padre, ci disse: "Voi sapete che due figli mi aveva procreato mia moglie. 28 Uno partì da me e dissi: certo è stato sbranato! Da allora non l'ho più visto. 29 Se ora mi porterete via anche questo e gli capitasse una disgrazia, voi fareste scendere con dolore la mia canizie negli inferi".
30 Ora, se io arrivassi dal tuo servo, mio padre, e il giovinetto non fosse con noi, poiché la vita dell'uno è legata alla vita dell'altro, 31 non appena egli vedesse che il giovinetto non è con noi, morirebbe, e i tuoi servi avrebbero fatto scendere con dolore negli inferi la canizie del tuo servo, nostro padre. 32 Ma il tuo servo si è reso garante del giovinetto presso mio padre dicendogli: "Se non te lo ricondurrò, sarò colpevole verso mio padre per tutta la vita".
33 Ora, lascia che il tuo servo rimanga al posto del giovinetto come schiavo del mio signore e il giovinetto torni lassù con i suoi fratelli! 34 Perché, come potrei tornare da mio padre senza avere con me il giovinetto? Che io non veda il male che colpirebbe mio padre!"
Commento
Continuare a sperare
Come Davide, anche Giacobbe potrebbe gridare: "Fino a quando, Signore?" (Salmi 13,1a) Le sue sofferenze sembrano non finire mai. Più di vent’anni prima la perdita del figlio e ora una grave carestia (Genesi 43,1) che rischia di portargli via il suo amato Beniamino. Chiede: "Perché mi avete fatto questo male...?" (v.6) e, quasi rassegnato, conclude: "Quanto a me, una volta che non avrò più i miei figli, non li avrò più...!" (v.14)
Alla fine Giacobbe si rassegna, lascia che il figlio Beniamino vada e si fida di Dio. Da quel momento le cose iniziano a cambiare. Spesso è proprio così. Quando affidiamo una situazione nelle mani del Signore, anche temendo il peggio, Dio interviene e risolve tutto.
L'autore di questo brano della Genesi è un narratore eccezionale. Riesce a farci toccare con mano l'agonia del padre. Giuda sa che se suo padre perdesse Beniamino, così come ha perso Giuseppe, probabilmente ne morirebbe. Parla del "male che colpirebbe mio padre!" (44,34). Ma noi lettori sappiamo che Giuseppe in realtà è vivo e che tutti i suoi sogni si stanno realizzando (43,26-28). Giuseppe “si era commosso nell'intimo” e "sentiva il bisogno di piangere" (v.30).
Tuttavia, mette alla prova i suoi fratelli. Giuda ora è un uomo cambiato. È lui che lo aveva venduto spietatamente come schiavo (37,26-27). Ora è disposto a dare la vita per salvare suo fratello: “Lascia che il tuo servo rimanga invece del giovinetto come schiavo del mio signore" (44,33).
Attraverso tutti questi inattesi colpi di scena, Dio è all'opera, lavora sul nostro carattere, per realizzare i suoi progetti con noi. Ed è bello pensare che un giorno potremo anche noi guardarci indietro e dire: "Signore, che mi ha beneficato" (Salmi 13,6).
Giacobbe ha dovuto mandare il suo “unico" figlio Beniamino ("Egli è rimasto solo", Genesi 42,38) per salvare l'intera famiglia. Un passaggio questo che ci rimanda a Dio nel Nuovo Testamento, il quale manda il suo unico Figlio, Gesù, per salvare tutti noi.
Preghiera
Signore, grazie per aver mandato Gesù a salvarmi. Nei momenti difficili, quando grido “fino a quando, o Signore?”, aiutami a continuare a seguire Gesù, pregando, fidandomi, rallegrandomi, adorando e ponendo la mia speranza in te.
La moglie di Nicky dice
Genesi 44,1-44,34
Questo brano è molto commovente e ci lascia senza respiro. Tanto dolore, gelosia, inganno e odio. Giuseppe mette alla prova i suoi fratelli per capire cosa c'è nei loro cuori. Sono cambiati? Rimpiangono le loro azioni? Nel vedere i suoi fratelli inchinarsi, avrebbe potuto dire: "Ricordate quei sogni...? Avete visto che...?" Ma non lo fa. A volte è bene tenere per noi queste cose e non dirle. Servono solo a noi come incoraggiamento e per pregare.
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Riferimenti
Salvo diversa indicazione, le citazioni delle Scritture sono tratte dalla Sacra Bibbia Italiana Cattolica, testo CEI 2008 a cura della Conferenza Episcopale Italiana. Utilizzata con permesso.
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NIV - New International Version Anglicised - Copyright © 1979, 1984, 2011 Biblica, già International Bible Society
MSG - The Message - Copyright © 1993, 1994, 1995, 1996, 2000, 2001, 2002.
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