Giorno 23

Tu hai le chiavi!

Sapienziali Salmi 14,1-7
Nuovo Testamento Matteo 16,1-20
Antico Testamento Genesi 45,1-47,12

Introduzione

Il 15 Gennaio 2009, l’aereo del volo Us Airways 1549 si trovò a passare sopra i cieli della città di New York. In quei minuti, uno stormo di uccelli incrociò la sua rotta. Entrambi i motori andarono in avaria. Le 155 persone a bordo e le migliaia nelle strade e nei grattacieli al di sotto si vennero a trovare in una situazione di grande pericolo. Con grande coraggio e maestria, il comandante Chesley Sullenberger riuscì a guidare l’aereo e ad atterrare sul fiume Hudson. Nessuno morì e nessuno rimase gravemente ferito. All’eroico pilota, il sindaco di New York consegnò le chiavi della città.

Consegnare le chiavi di una città è segno di grande privilegio ed autorità. Le chiavi sono date come riconoscenza per un grande servizio reso alla città. Nel Nuovo Testamento, Gesù è colui che ha le chiavi. Gesù risorto dice: "Ho le chiavi della morte e degli inferi" (Apocalisse 1,18). Gesù ha portato una salvezza molto più grande di una qualsiasi altra salvezza. La sua autorità è più grande di qualsiasi altra autorità: Egli ha le chiavi della vita e della morte.

Gesù dà a Pietro e alla Chiesa, cioè a tutti noi, "le chiavi del regno dei cieli" (Matteo 16,19). Ognuno di noi ha ricevuto “le chiavi del regno dei cieli", un privilegio immenso ma che non tutti i cristiani conoscono o ne sono ancora consapevoli.

Sapienziali

Salmi 14,1-7

Salmo 14

 1 Al maestro del coro. Di Davide.
  Lo stolto pensa: "Dio non c'è".
  Sono corrotti, fanno cose abominevoli:
  non c'è chi agisca bene.

 2 Il Signore dal cielo si china sui figli dell'uomo
  per vedere se c'è un uomo saggio,
  uno che cerchi Dio.

 3 Sono tutti traviati, tutti corrotti;
  non c'è chi agisca bene, neppure uno.

 4 Non impareranno dunque tutti i malfattori,
  che divorano il mio popolo come il pane
  e non invocano il Signore?

 5 Ecco, hanno tremato di spavento,
  perché Dio è con la stirpe del giusto.

 6 Voi volete umiliare le speranze del povero,
  ma il Signore è il suo rifugio.

 7 Chi manderà da Sion la salvezza d'Israele?
  Quando il Signore ristabilirà la sorte del suo popolo,
  esulterà Giacobbe e gioirà Israele.

Commento

Con gioia accediamo a Dio

Ricevere "le chiavi del regno dei cieli" (Matteo 16,19) significa avere la possibilità di accedere a Dio. Questo è ciò che Gesù ha ottenuto per noi. Dio si è sempre avvicinato a coloro che lo cercano (Salmi 14,2). Anche tu, oggi, puoi cercare e accedere a Dio con gioia.

Tuttavia, nessuno di noi è giusto. L'intero genere umano ha peccato. Ognuno di noi ha traviato, è corrotto, non fa il bene (vv.1.3, citati in Romani 3,9-12).

Davide descrive questa corruzione sia in termini generali (v.1b), sia in modo particolare, con due esempi:

  1. Negare l'esistenza di Dio

    "Lo stolto pensa: 'Dio non c'è'” (v.1).

  2. Non aiutare i poveri

    "Voi volete umiliare le speranze del povero" (v.6).

Accedere a Dio richiede due cose: la ricerca di Dio e la ricerca della giustizia per i poveri. Il salmo finisce proprio così. A Dio, Davide grida: "Chi manderà da Sion la salvezza d'Israele?" (v.7a)

Ed è proprio questo che è accaduto. La salvezza d’Israele è veramente giunta da Sion, ed è giunta nella persona di Gesù. Gesù è nato, vissuto, morto e risorto perché ognuno di noi potesse essere perdonato, reso giusto mediante il suo sangue e degno di potersi presentare al Padre (Efesini 2,18). Gesù ci dona le chiavi del regno dei cieli e ci invita ad entrare.

Preghiera

Signore, grazie perché mi doni una giustizia che non è mia. Grazie perché mi dai la possibilità di presentarmi al Padre. Signore, aiutami a cercarti oggi.

Nuovo Testamento

Matteo 16,1-20

La richiesta di un segno

16 I farisei e i sadducei si avvicinarono per metterlo alla prova e gli chiesero che mostrasse loro un segno dal cielo.

2 Ma egli rispose loro: "Quando si fa sera, voi dite: "Bel tempo, perché il cielo rosseggia"; 3 e al mattino: "Oggi burrasca, perché il cielo è rosso cupo". Sapete dunque interpretare l'aspetto del cielo e non siete capaci di interpretare i segni dei tempi? 4 Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona". Li lasciò e se ne andò.

Il lievito dei farisei e dei sadducei

5 Nel passare all'altra riva, i discepoli avevano dimenticato di prendere del pane. 6 Gesù disse loro: "Fate attenzione e guardatevi dal lievito dei farisei e dei sadducei".

7 Ma essi parlavano tra loro e dicevano: "Non abbiamo preso del pane!"

8 Gesù se ne accorse e disse: "Gente di poca fede, perché andate dicendo tra voi che non avete pane? 9 Non capite ancora e non ricordate i cinque pani per i cinquemila, e quante ceste avete portato via? 10 E neppure i sette pani per i quattromila, e quante sporte avete raccolto? 11 Come mai non capite che non vi parlavo di pane? Guardatevi invece dal lievito dei farisei e dei sadducei". 12 Allora essi compresero che egli non aveva detto di guardarsi dal lievito del pane, ma dall'insegnamento dei farisei e dei sadducei.

Fede e missione di Pietro

13 Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: "La gente, chi dice che sia il Figlio dell'uomo?"

14 Risposero: "Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti".

15 Disse loro: "Ma voi, chi dite che io sia?"

16 Rispose Simon Pietro: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente".

17 E Gesù gli disse: "Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. 18 E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. 19 A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli". 20 Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.

Commento

Ricevere le chiavi per fede

Gesù ci insegna che per ricevere le chiavi del regno bisogna riconoscere, capire, avere fede e comprendere chi è lui. Nel salmo è scritto: “Il Signore dal cielo si china sui figli dell'uomo per vedere se c'è un uomo saggio, uno che cerchi Dio” (Salmi 14,2b). Gesù si stupisce dell'incomprensione dei suoi discepoli, della loro mancanza di fede: "Non capite ancora?... Come mai non capite?" (Matteo 16,9.11)

Ma poi Pietro capisce e riconosce che Gesù è "il Cristo, il Figlio del Dio vivente" (v.16). Ed è a quel punto che Gesù consegna a Pietro "le chiavi" dicendo: "Su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli" (vv.18-19).

Grazie alla sua fede, Pietro riceve le chiavi del regno dei cieli. Una fede salda come la roccia e sulla quale Gesù edificherà la sua Chiesa. Nel giorno di Pentecoste, Pietro apre la porta del regno dei cieli a 3.000 persone (Atti 2,41). Successivamente anche al centurione Cornelio, un gentile, e con lui a tutto il mondo dei gentili (Atti 10).

Ma non è solo Pietro ad avere le chiavi del regno. In seguito, Gesù conferirà lo stesso privilegio anche ai discepoli: "In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo" (Matteo 18,18).

Questa è la straordinaria responsabilità ed il privilegio che Gesù ci dona con le chiavi del regno dei cieli: “A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli" (16,19, MSG).

Gesù ci dice che per chi ha fede in lui “le potenze degli inferi non prevarranno” (v.18). E non solo. Ci dice che la Chiesa, possedendo le chiavi del regno, può prendere d'assalto le porte dell'inferno e liberare i prigionieri.

Le porte servono per essere chiuse, per proteggersi; sono difensive e non offensive. Contro gli inferi, la Chiesa può giocare in attacco con la certezza della sua vittoria finale.

Se annuncerai la buona notizia del regno dei cieli, avrai il privilegio straordinario di vedere vite liberate dal male, qualunque esso sia. La gioia di vedere persone liberate dalla tossicodipendenza, dall'alcolismo, dalla criminalità e da ogni altra schiavitù. Potrai affrontare le sfide con fiducia, senza temere il male, sapendo di condividere con Gesù un’autorità spirituale potente.

Preghiera

Signore, grazie perché hai promesso che tutto ciò che legheremo sulla terra sarà legato in cielo, e tutto ciò che scioglieremo sulla terra sarà sciolto in cielo.

Antico Testamento

Genesi 45,1-47,12

Giuseppe si rivela ai fratelli

45 Allora Giuseppe non poté più trattenersi dinanzi a tutti i circostanti e gridò: "Fate uscire tutti dalla mia presenza!" Così non restò nessun altro presso di lui, mentre Giuseppe si faceva conoscere dai suoi fratelli. 2 E proruppe in un grido di pianto. Gli Egiziani lo sentirono e la cosa fu risaputa nella casa del faraone.

3 Giuseppe disse ai fratelli: "Io sono Giuseppe! È ancora vivo mio padre?" Ma i suoi fratelli non potevano rispondergli, perché sconvolti dalla sua presenza.

4 Allora Giuseppe disse ai fratelli: "Avvicinatevi a me!" Si avvicinarono e disse loro: "Io sono Giuseppe, il vostro fratello, quello che voi avete venduto sulla via verso l'Egitto. 5 Ma ora non vi rattristate e non vi crucciate per avermi venduto quaggiù, perché Dio mi ha mandato qui prima di voi per conservarvi in vita. 6 Perché già da due anni vi è la carestia nella regione e ancora per cinque anni non vi sarà né aratura né mietitura. 7 Dio mi ha mandato qui prima di voi, per assicurare a voi la sopravvivenza nella terra e per farvi vivere per una grande liberazione.

8 Dunque non siete stati voi a mandarmi qui, ma Dio. Egli mi ha stabilito padre per il faraone, signore su tutta la sua casa e governatore di tutto il territorio d'Egitto. 9 Affrettatevi a salire da mio padre e ditegli: "Così dice il tuo figlio Giuseppe: Dio mi ha stabilito signore di tutto l'Egitto. Vieni quaggiù presso di me senza tardare. 10 Abiterai nella terra di Gosen e starai vicino a me tu con i tuoi figli e i figli dei tuoi figli, le tue greggi e i tuoi armenti e tutti i tuoi averi. 11 Là io provvederò al tuo sostentamento, poiché la carestia durerà ancora cinque anni, e non cadrai nell'indigenza tu, la tua famiglia e quanto possiedi".

12 Ed ecco, i vostri occhi lo vedono e lo vedono gli occhi di mio fratello Beniamino: è la mia bocca che vi parla! 13 Riferite a mio padre tutta la gloria che io ho in Egitto e quanto avete visto; affrettatevi a condurre quaggiù mio padre".

14 Allora egli si gettò al collo di suo fratello Beniamino e pianse. Anche Beniamino piangeva, stretto al suo collo. 15 Poi baciò tutti i fratelli e pianse. Dopo, i suoi fratelli si misero a conversare con lui.

16 Intanto nella casa del faraone si era diffusa la voce: "Sono venuti i fratelli di Giuseppe!" e questo fece piacere al faraone e ai suoi ministri. 17 Allora il faraone disse a Giuseppe: "Di' ai tuoi fratelli: "Fate così: caricate le cavalcature, partite e andate nella terra di Canaan. 18 Prendete vostro padre e le vostre famiglie e venite da me: io vi darò il meglio del territorio d'Egitto e mangerete i migliori prodotti della terra".

19 Quanto a te, da' loro questo comando: "Fate così: prendete con voi dalla terra d'Egitto carri per i vostri bambini e le vostre donne, caricate vostro padre e venite. 20 Non abbiate rincrescimento per i vostri beni, perché il meglio di tutta la terra d'Egitto sarà vostro"".

21 Così fecero i figli d'Israele. Giuseppe diede loro carri secondo l'ordine del faraone e consegnò loro una provvista per il viaggio. 22 Diede a tutti un cambio di abiti per ciascuno, ma a Beniamino diede trecento sicli d'argento e cinque cambi di abiti. 23 Inoltre mandò al padre dieci asini carichi dei migliori prodotti dell'Egitto e dieci asine cariche di frumento, pane e viveri per il viaggio del padre. 24 Poi congedò i fratelli e, mentre partivano, disse loro: "Non litigate durante il viaggio!"

25 Così essi salirono dall'Egitto e arrivarono nella terra di Canaan, dal loro padre Giacobbe, 26 e gli riferirono: "Giuseppe è ancora vivo, anzi governa lui tutto il territorio d'Egitto!". Ma il suo cuore rimase freddo, perché non poteva credere loro. 27 Quando però gli riferirono tutte le parole che Giuseppe aveva detto loro ed egli vide i carri che Giuseppe gli aveva mandato per trasportarlo, allora lo spirito del loro padre Giacobbe si rianimò. 28 Israele disse: "Basta! Giuseppe, mio figlio, è vivo. Voglio andare a vederlo, prima di morire!"

Giacobbe scende in Egitto

46 Israele dunque levò le tende con quanto possedeva e arrivò a Betsabea, dove offrì sacrifici al Dio di suo padre Isacco.

2 Dio disse a Israele in una visione nella notte:

"Giacobbe, Giacobbe!" Rispose: "Eccomi!"

3 Riprese: "Io sono Dio, il Dio di tuo padre. Non temere di scendere in Egitto, perché laggiù io farò di te una grande nazione. 4 Io scenderò con te in Egitto e io certo ti farò tornare. Giuseppe ti chiuderà gli occhi con le sue mani".

5 Giacobbe partì da Betsabea e i figli d'Israele fecero salire il loro padre Giacobbe, i loro bambini e le loro donne sui carri che il faraone aveva mandato per trasportarlo. 6 Presero il loro bestiame e tutti i beni che avevano acquistato nella terra di Canaan e vennero in Egitto, Giacobbe e con lui tutti i suoi discendenti. 7 Egli condusse con sé in Egitto i suoi figli e i nipoti, le sue figlie e le nipoti, tutti i suoi discendenti.

8 Questi sono i nomi dei figli d'Israele che entrarono in Egitto: Giacobbe e i suoi figli,

 il primogenito di Giacobbe, Ruben.

 9 I figli di Ruben:

  Enoc, Pallu, Chesron e Carmì.

 10 I figli di Simeone:

  Iemuèl, Iamin, Oad, Iachin, Socar e Saul, figlio della Cananea.

 11 I figli di Levi:

  Gherson, Keat e Merarì.

 12 I figli di Giuda:

  Er, Onan, Sela, Peres e Zerach; ma Er e Onan erano morti nella terra di Canaan.

  Furono figli di Peres:

  Chesron e Camul.

 13 I figli di Ìssacar:

  Tola, Puva, Iob e Simron.

 14 I figli di Zàbulon:

  Sered, Elon e Iacleèl.

15 Questi sono i figli che Lia partorì a Giacobbe in Paddan-Aram oltre alla figlia Dina; tutti i figli e le figlie di Giacobbe erano trentatré persone.

 16 I figli di Gad:

  Sifiòn, Agghì, Sunì, Esbon, Erì, Arodì e Arelì.

 17 I figli di Aser:

  Imna, Isva, Isvì, Berià e la loro sorella Serach.

  I figli di Berià:

  Cheber e Malchièl.

18 Questi sono i figli di Zilpa, che Làbano aveva dato come schiava alla figlia Lia; ella li partorì a Giacobbe: erano sedici persone.

 19 I figli di Rachele, moglie di Giacobbe:

  Giuseppe e Beniamino. 20 A Giuseppe erano nati in Egitto Èfraim e Manasse, che gli partorì Asenat, figlia di Potifera, sacerdote di Eliòpoli.

 21 I figli di Beniamino:

  Bela, Becher e Asbel, Ghera, Naamàn, Echì, Ros, Muppìm, Uppìm e Ard.

22 Questi sono i figli che Rachele partorì a Giacobbe; in tutto quattordici persone.

 23 I figli di Dan:

  Cusìm.

 24 I figli di Nèftali:

  Iacseèl, Gunì, Ieser e Sillem.

25 Questi sono i figli di Bila, che Làbano diede come schiava alla figlia Rachele, ed ella li partorì a Giacobbe; in tutto sette persone.

26 Tutte le persone che entrarono con Giacobbe in Egitto, discendenti da lui, senza contare le mogli dei figli di Giacobbe, furono sessantasei. 27 I figli che nacquero a Giuseppe in Egitto furono due. Tutte le persone della famiglia di Giacobbe, che entrarono in Egitto, ammontano a settanta.

28 Egli aveva mandato Giuda davanti a sé da Giuseppe, perché questi desse istruzioni in Gosen prima del suo arrivo. Arrivarono quindi alla terra di Gosen. 29 Allora Giuseppe fece attaccare il suo carro e salì incontro a Israele, suo padre, in Gosen. Appena se lo vide davanti, gli si gettò al collo e pianse a lungo, stretto al suo collo.

30 Israele disse a Giuseppe: "Posso anche morire, questa volta, dopo aver visto la tua faccia, perché sei ancora vivo".

31 Allora Giuseppe disse ai fratelli e alla famiglia del padre: "Vado a informare il faraone e a dirgli: "I miei fratelli e la famiglia di mio padre, che erano nella terra di Canaan, sono venuti da me. 32 Questi uomini sono pastori di greggi, si occupano di bestiame e hanno portato le loro greggi, i loro armenti e tutti i loro averi". 33 Quando dunque il faraone vi chiamerà e vi domanderà: "Qual è il vostro mestiere?", 34 risponderete: "I tuoi servi sono stati gente dedita al bestiame; lo furono i nostri padri e lo siamo noi dalla nostra fanciullezza fino ad ora". Questo perché possiate risiedere nella terra di Gosen". Perché tutti i pastori di greggi sono un abominio per gli Egiziani.

47 Giuseppe andò a informare il faraone dicendogli: "Mio padre e i miei fratelli con le loro greggi e i loro armenti e con tutti i loro averi sono venuti dalla terra di Canaan; eccoli nella terra di Gosen". 2 Intanto prese cinque uomini dal gruppo dei suoi fratelli e li presentò al faraone.

3 Il faraone domandò loro: "Qual è il vostro mestiere?"

Essi risposero al faraone: "Pastori di greggi sono i tuoi servi, lo siamo noi e lo furono i nostri padri". 4 E dissero al faraone: "Siamo venuti per soggiornare come forestieri nella regione, perché non c'è più pascolo per il gregge dei tuoi servi; infatti è grave la carestia nella terra di Canaan. E ora lascia che i tuoi servi si stabiliscano nella terra di Gosen!"

5 Allora il faraone disse a Giuseppe: "Tuo padre e i tuoi fratelli sono dunque venuti da te. 6 Ebbene, la terra d'Egitto è a tua disposizione: fa' risiedere tuo padre e i tuoi fratelli nella regione migliore. Risiedano pure nella terra di Gosen. Se tu sai che vi sono tra loro uomini capaci, costituiscili sopra i miei averi in qualità di sorveglianti sul bestiame".

7 Quindi Giuseppe introdusse Giacobbe, suo padre, e lo presentò al faraone, e Giacobbe benedisse il faraone. 8 Il faraone domandò a Giacobbe: "Quanti anni hai?"

9 Giacobbe rispose al faraone: "Centotrenta di vita errabonda, pochi e tristi sono stati gli anni della mia vita e non hanno raggiunto il numero degli anni dei miei padri, al tempo della loro vita errabonda". 10 E Giacobbe benedisse il faraone e si allontanò dal faraone.

11 Giuseppe fece risiedere suo padre e i suoi fratelli e diede loro una proprietà nella terra d'Egitto, nella regione migliore, nel territorio di Ramses, come aveva comandato il faraone. 12 Giuseppe provvide al sostentamento del padre, dei fratelli e di tutta la famiglia di suo padre, secondo il numero dei bambini.

Commento

Sbloccare le porte e osservare le vite cambiare

Alexandre Dumas ha scritto: "Solo colui che ha provato l'estremo dolore è atto a gustare la più grande felicità". Giacobbe (Israele) e la sua famiglia hanno vissuto un tempo di profondo dolore. Ora sperimentano la più grande felicità.

A volte trovo difficile gestire le mie emozioni. Tendo a nasconderle. Ma poi penso a Giuseppe, il quale non temeva di mostrare le sue emozioni. Nel farsi riconoscere dai suoi fratelli: "E proruppe in un grido di pianto. Gli Egiziani lo sentirono e la cosa fu risaputa nella casa del faraone" (45,2, MSG). "Poi baciò tutti i fratelli e pianse" (v.15, MSG). Le emozioni fanno parte della nostra natura di uomini e donne tanto quanto le mani e i polmoni. Non dovremmo mai temere di mostrare le nostre emozioni. Anche Gesù ha pianto e ha mostrato apertamente le sue emozioni.

Giuseppe perdona totalmente i suoi fratelli (v.5). Nel suo libro Total Forgiveness, R.T. Kendall descrive questa esperienza come una delle cose più difficili, ma anche delle più grandi a lui capitate: "Quando ho iniziato a perdonare ho ricevuto una benedizione inaspettata: nel mio cuore è entrata una benedizione che non sentivo da anni".

Giuseppe comprende che, attraverso tutte le difficoltà incontrate, Dio lo ha usato per conservare i fratelli “in vita" (v.5). Per tre volte, afferma di essere stato mandato da Dio (vv.5.7.8).

Dice: "Ma ora non vi rattristate e non vi crucciate per avermi venduto quaggiù, perché Dio mi ha mandato qui prima di voi per conservarvi in vita" (v.5, MSG).

Quante volte nella mia vita mi sono preoccupato inutilmente. Se solo mi fossi fidato completamente di Dio, quante paure e preoccupazioni avrei evitato. Lo stesso Giacobbe, chissà quanto ha sofferto per Giuseppe, eppure Dio era presente e aveva tutto sotto controllo.

Gesù dice di non essere venuto “ad abolire la Legge o i Profeti... ma a dare pieno compimento” (Matteo 5,17). La storia di Giuseppe ne è un buon esempio: Gesù porta a compimento ciò che era stato prefigurato con Giuseppe. La sofferenza di Giuseppe è parte del piano di salvezza di Dio per il suo popolo. Salvando il suo popolo, Dio fa di Giuseppe un signore e governatore di tutto l'Egitto (Genesi 45,8-9).

Una delle chiavi del regno dei cieli è capire che Gesù è il salvatore del mondo. È comprendere che dietro la croce e attraverso la sofferenza di Gesù, vi è la mano di Dio che opera per "salvare in voi la vita di molta gente" (v.7). Dio ha fatto di Gesù non solo il signore di tutto l'Egitto, ma il signore di tutta la creazione.

L'eroe del volo 1549 ha salvato la vita a 155 persone e ha ricevuto le chiavi di New York. Giuseppe ha salvato la vita del popolo di Dio ed è stato nominato signore di tutto l'Egitto. Gesù ha salvato il mondo e ha ricevuto le chiavi del regno, che ha consegnato alla sua chiesa, e quindi a tutti noi, anche a me e a te. Quale privilegio straordinario!

Preghiera

Grazie Signore perché attraverso Gesù posso ricevere il perdono totale. Aiutami a perdonare totalmente a mia volta. Grazie perché questa è una delle chiavi del regno che noi, la Chiesa, possiamo usare per aprire le porte degli inferi e liberare le persone.

La moglie di Nicky dice

Genesi 45,1-47,12

La riconciliazione è possibile solo grazie ad un perdono completo. Il perdono di Giuseppe verso i suoi fratelli è totale: un amore così grande da coprire una moltitudine di peccati. Nei panni di Giacobbe, sarei stata furiosa nei confronti degli altri miei figli, per le loro azioni e le sofferenze arrecate. Ma Giacobbe è troppo felice per Giuseppe. Il suo figlio prezioso è vivo. Non c'è che da rimanere stupiti ed emozionati da questo straordinario piano di salvezza di Dio.

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Riferimenti

Salvo diversa indicazione, le citazioni delle Scritture sono tratte dalla Sacra Bibbia Italiana Cattolica, testo CEI 2008 a cura della Conferenza Episcopale Italiana. Utilizzata con permesso.

Copyright © 2008 — 2019 Diritti d'autore riservati su testo e commento Fondazione di Religione Santi Francesco d’Assisi e Caterina da Siena.

Alexandre Dumas, The Count of Monte Cristo, (Wordsworth editions, 1997).

R.T. Kendall, Total Forgiveness, (Hodder & Stoughton, 2003)

Le citazioni della Scrittura indicate con (MSG, AMP, NIVUK, NKJV, NLT, ecc.) riportano comunque il testo CEI®. Indicano i testi qui di seguito elencati a cui si rimanda per ulteriori approfondimenti.

NIV - New International Version Anglicised - Copyright © 1979, 1984, 2011 Biblica, già International Bible Society
MSG - The Message - Copyright © 1993, 1994, 1995, 1996, 2000, 2001, 2002.
AMP - Amplified® Bible, Copyright © 1954, 1958, 1962, 1964, 1965, 1987 - Casa Editrice The Lockman Foundation NKJV - New King James Version®. Copyright © 1982 - Casa Editrice Thomas Nelson NLT - New Living Translation - Copyright © 1996, 2004, 2015, 2017 - Casa Editrice Tyndale House Fondation

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