Giorno 34

Tre tipi di vittoria nella vita

Sapienziali Salmi 18,17-25
Nuovo Testamento Matteo 22,15-46
Antico Testamento Giobbe 30,1-32,22

Introduzione

José Henriquez è uno dei 33 minatori che nel 2010 in Cile, nella miniera di rame di San José, si trovarono intrappolati a più di 700 metri sotto terra. Era il 5 agosto quando un'esplosione fece crollare l'intera miniera. Per diciassette giorni tutti i tentativi di salvataggio andarono a vuoto. Dalla miniera di rame, nessun segno di vita. Per i trentatré il cibo era pochissimo, sufficiente solo per tre giorni, e l'acqua scarseggiava. Erano consapevoli che molto probabilmente sarebbero morti per fame.

Ebbi il piacere di intervistare José Henriquez e sua moglie Bianca qui nella chiesa di Holy Trinity Brompton a Londra. Josè raccontò di come lui e gli altri 32 minatori in quei giorni iniziarono a pregare Dio e a chiedere un miracolo. Il 22 agosto, a 17 giorni dal crollo, sentirono un rumore. Una sonda dalla superficie riuscì a centrare il loro punto di rifugio. Iniziarono così a colpirla con martelli e aste di ferro e a riempirla di vernice e di messaggi. Solo uno di quei messaggi riuscì a raggiungere la superficie. Diceva: "Stiamo bene. I 33 nel rifugio".

Quei 33 rimasero sotto terra per un tempo record di sessantanove giorni. Più di un miliardo di persone seguirono quel salvataggio in diretta televisiva. Scene straordinarie di una vittoria meravigliosa.

La vita di fede è piena di sfide, difficoltà e prove. Ma ci sono anche momenti di vittoria. Nei brani di oggi scopriremo tre tipi di vittoria.

Sapienziali

Salmi 18,17-25

17 Stese la mano dall'alto e mi prese,
  mi sollevò dalle grandi acque,
18 mi liberò da nemici potenti,
  da coloro che mi odiavano ed erano più forti di me.
19 Mi assalirono nel giorno della mia sventura,
  ma il Signore fu il mio sostegno;
20 mi portò al largo,
  mi liberò perché mi vuol bene.

21 Il Signore mi tratta secondo la mia giustizia,
  mi ripaga secondo l'innocenza delle mie mani,
22 perché ho custodito le vie del Signore,
  non ho abbandonato come un empio il mio Dio.
23 I suoi giudizi mi stanno tutti davanti,
  non ho respinto da me la sua legge;
24 ma integro sono stato con lui
  e mi sono guardato dalla colpa.
25 Il Signore mi ha ripagato secondo la mia giustizia,
  secondo l'innocenza delle mie mani davanti ai suoi occhi.

Commento

1. Vittoria sui tuoi nemici

Davide si trova ad affrontare molte battaglie, viene circondato da nemici potenti anche "più forti" di lui (v.18b). Ma Dio è più forte di loro, viene in soccorso di Davide, lo porta “al largo” (v.20) e lo libera perché gli “vuole bene" (v.20b, MSG).

Se in questo periodo ti senti "al largo" dai nemici, al sicuro, non dimenticare di ringraziare Dio per questo. Ma se invece ti senti sotto attacco, grida a Dio di salvarti. E se qualcuno della tua famiglia o dei tuoi amici sta lottando in questo momento, prega che Dio porti "al largo" anche loro.

Preghiera

Signore, grazie per i momenti in cui mi porti “al largo” e mi fai gustare la tua sicurezza. Oggi prego per…

Nuovo Testamento

Matteo 22,15-46

Le tasse all’imperatore di Roma

15 Allora i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come coglierlo in fallo nei suoi discorsi. 16 Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: "Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. 17 Dunque, di' a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?".

18 Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: "Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? 19 Mostratemi la moneta del tributo". Ed essi gli presentarono un denaro. 20 Egli domandò loro: "Questa immagine e l'iscrizione, di chi sono?".

21 Gli risposero: "Di Cesare".

Allora disse loro: "Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio".

22 A queste parole rimasero meravigliati, lo lasciarono e se ne andarono.

I sadducei e la risurrezione

23 In quello stesso giorno vennero da lui alcuni sadducei - i quali dicono che non c'è risurrezione - e lo interrogarono: 24 "Maestro, Mosè disse: Se uno muore senza figli, suo fratello ne sposerà la moglie e darà una discendenza al proprio fratello. 25 Ora, c'erano tra noi sette fratelli; il primo, appena sposato, morì e, non avendo discendenza, lasciò la moglie a suo fratello. 26 Così anche il secondo, e il terzo, fino al settimo. 27 Alla fine, dopo tutti, morì la donna. 28 Alla risurrezione, dunque, di quale dei sette lei sarà moglie? Poiché tutti l'hanno avuta in moglie".

29 E Gesù rispose loro: "Vi ingannate, perché non conoscete le Scritture e neppure la potenza di Dio. 30 Alla risurrezione infatti non si prende né moglie né marito, ma si è come angeli nel cielo. 31 Quanto poi alla risurrezione dei morti, non avete letto quello che vi è stato detto da Dio: 32 Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe? Non è il Dio dei morti, ma dei viventi!".

33 La folla, udendo ciò, era stupita dal suo insegnamento.

Il grande comandamento

34 Allora i farisei, avendo udito che egli aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme 35 e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: 36 "Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?".

37 Gli rispose: "Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. 38 Questo è il grande e primo comandamento. 39 Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. 40 Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti".

Gesù, figlio di Davide e Signore

41 Mentre i farisei erano riuniti insieme, Gesù chiese loro: 42 "Che cosa pensate del Cristo?

Di chi è figlio?". Gli risposero: "Di Davide".

43 Disse loro: "Come mai allora Davide, mosso dallo Spirito, lo chiama Signore, dicendo:

44 Disse il Signore al mio Signore:
Siedi alla mia destra
finché io ponga i tuoi nemici
sotto i tuoi piedi?

45 Se dunque Davide lo chiama Signore, come può essere suo figlio?". 46 Nessuno era in grado di rispondergli e, da quel giorno, nessuno osò più interrogarlo.

Commento

2. Vittoria sui tuoi oppositori

Per farlo cadere in errore, gli avversari di Gesù gli pongono tre quesiti: un tranello, un trabocchetto ed un test (vv.17.23.35). Ogni volta però Gesù ne esce vittorioso e risponde in un modo così incredibile da lasciarli meravigliati (v.22) e stupiti (v.33). Queste risposte di Gesù continuano ancor oggi ad influenzare l'intera storia dell'umanità. Ma cosa possiamo imparare da queste risposte?

  • Non dividere la vita in sacro e profano

    I farisei pensano di incastrare Gesù con le sue stesse parole. Dicono: "Di' a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?" (v.17) Il tributo richiamato era estremamente impopolare a quel tempo, e questo a causa della dominazione dei Romani. Se Gesù avesse risposto "sì", avrebbe perso credibilità agli occhi del popolo. Lo avrebbero odiato e visto come un traditore amico dei Romani.

    Se avesse detto "no", sarebbe stato colpevole di sedizione, passibile di arresto da parte degli stessi Romani e di condanna alla pena capitale.

    Ma Gesù, nella sua sapienza unica, non menziona leggi e regolamenti ma espone principi senza tempo. Dà una risposta che è sorprendente: "Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio" (v.21).

    Chi segue Gesù ha una doppia cittadinanza. Da un lato siamo chiamati ad essere cittadini responsabili e ad integrarci bene nella struttura della società terrena. Da un altro siamo cittadini del cielo, responsabili verso Dio. I due principi, Cesare e Dio, non sono in contrasto tra loro. Siamo chiamati ad essere buoni cittadini di entrambi, a partecipare alla vita della nostra società e a non isolarci.

    Non esiste una vita "sacra", che risponde solo a Dio, e una "secolare" che risponde solo all'autorità civile. La tua vita è interamente sottoposta all'autorità di Dio. Il tuo impegno verso Dio è di onorare e obbedire a quanto l'autorità civile ti chiede legittimamente. Nello stesso modo in cui una moneta ha impressa l'immagine di Cesare, tu mostri l'immagine di Dio (Genesi 1,26). Dio ti chiede di dargli tutta la tua vita, non solo una parte.

  • Ricordati che c'è una vita dopo la morte

    I sadducei pongono a Gesù una domanda trabocchetto con l’intenzione di metterlo alla prova e farlo cadere. La domanda riguarda il caso di una donna che ha avuto sette mariti e di ognuno dei quali è rimasta vedova. Non credendo nella risurrezione, chiedono: “Alla risurrezione, dunque, di quale dei sette lei sarà moglie?” (Matteo 22,23-28)

    Gesù risponde: "Vi ingannate, perché non conoscete le Scritture e neppure la potenza di Dio" (v.29). Per dimostrare che Dio "non è il Dio dei morti, ma dei viventi" (v.32b), Gesù fa riferimento al Pentateuco (i primi cinque libri della Bibbia, gli unici a cui i Sadducei credono) e ricorda le parole di Dio a Mosè presso il roveto ardente, citate in Esodo 3,6: "Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe" (Matteo 22,32a). Sebbene Abramo, Isacco e Giacobbe fossero morti da centinaia di anni, Dio non dice "sono stato" ma "io sono” il loro Dio. Rendendoli così ancora vivi.

    Gesù rivela che la vita su questa terra non è tutto. Dopo la morte ci sarà una continuità perché ad un certo punto avverrà la risurrezione fisica dei corpi. Ma ci sarà anche una discontinuità poiché saremo “come angeli nel cielo" (v.30). Sono le Scritture che rivelano che vi sarà la risurrezione. Ma poi, se Dio è grande in potenza, perché questo non potrebbe essere vero?

  • Dai precedenza all'amore per Dio e per gli altri

    Anche i farisei mettono alla prova Gesù con una domanda test. In modo del tutto brillante, Gesù risponde andando al cuore di tutto l’Antico Testamento: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente" (v.37, MSG), "Amerai il tuo prossimo come te stesso" (v.39, MSG) e “Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti” (vv.34-40).

    Dopo aver messo a tacere le loro critiche, Gesù sottopone ai farisei una domanda riguardante la sua identità. Attraverso le scritture Gesù mostra loro che il Cristo non è solo il figlio di Davide ma anche il suo Signore (vv.41-46). Dimostra così che il Messia è molto di più di un, pur grande, re umano. Con queste risposte, Gesù mette in discussione la loro idea di Messia e offre un’indicazione velata della sua vera identità.

    Gesù esce da questo confronto da grande vincitore. Risponde agli attacchi dei suoi interlocutori mettendo in crisi i loro formalismi scrupolosi. E loro, non volendo rischiare di perdere ulteriormente la faccia, non osarono “più interrogarlo” (v.46, MSG).

Preghiera

Padre, concedimi la sapienza come Gesù, per evitare le trappole, affrontare le domande trabocchetto e rispondere a quelle difficili.

Antico Testamento

Giobbe 30,1-32,22

30Ora, invece, si burlano di me
  i più giovani di me in età,
  i cui padri non avrei degnato
  di mettere tra i cani del mio gregge.
2 Anche la forza delle loro mani a che mi giova?
  Hanno perduto ogni vigore;
3 disfatti dall'indigenza e dalla fame,
  brucano per l'arido deserto,
  da lungo tempo regione desolata,
4 raccogliendo erbe amare accanto ai cespugli
  e radici di ginestra per loro cibo.
5 Espulsi dalla società,
  si grida dietro a loro come al ladro;
6 dimorano perciò in orrendi dirupi,
  nelle grotte della terra e nelle rupi.
7 In mezzo alle macchie
  urlano accalcandosi sotto i roveti,
8 razza ignobile, razza senza nome,
  cacciati via dalla terra.

9 Ora, invece, io sono la loro canzone,
  sono diventato la loro favola!
10 Hanno orrore di me e mi schivano
  né si trattengono dallo sputarmi in faccia!
11 Egli infatti ha allentato il mio arco e mi ha abbattuto,
  ed essi di fronte a me hanno rotto ogni freno.
12 A destra insorge la plebaglia,
  per far inciampare i miei piedi
  e tracciare contro di me la strada dello sterminio.
13 Hanno sconvolto il mio sentiero,
  cospirando per la mia rovina,
  e nessuno si oppone a loro.
14 Irrompono come da una larga breccia,
  sbucano in mezzo alle macerie.
15 I terrori si sono volti contro di me;
  si è dileguata, come vento, la mia dignità
  e come nube è svanita la mia felicità.

16 Ed ora mi consumo,
  mi hanno colto giorni funesti.
17 Di notte mi sento trafiggere le ossa
  e i dolori che mi rodono non mi danno riposo.
18 A gran forza egli mi afferra per la veste,
  mi stringe come il collo della mia tunica.
19 Mi ha gettato nel fango:
  sono diventato come polvere e cenere.

20 Io grido a te, ma tu non mi rispondi,
  insisto, ma tu non mi dai retta.
21 Sei diventato crudele con me
  e con la forza delle tue mani mi perseguiti;
22 mi sollevi e mi poni a cavallo del vento
  e mi fai sballottare dalla bufera.
23 So bene che mi conduci alla morte,
  alla casa dove convengono tutti i viventi.

24 Nella disgrazia non si tendono forse le braccia
  e non si invoca aiuto nella sventura?
25 Non ho forse pianto con chi aveva una vita dura
  e non mi sono afflitto per chi era povero?
26 Speravo il bene ed è venuto il male,
  aspettavo la luce ed è venuto il buio.
27 Le mie viscere ribollono senza posa
  e giorni d'affanno mi hanno raggiunto.
28 Avanzo con il volto scuro, senza conforto,
  nell'assemblea mi alzo per invocare aiuto.
29 Sono divenuto fratello degli sciacalli
  e compagno degli struzzi.
30 La mia pelle annerita si stacca,
  le mie ossa bruciano per la febbre.
31 La mia cetra accompagna lamenti
  e il mio flauto la voce di chi piange.

31Ho stretto un patto con i miei occhi,
  di non fissare lo sguardo su una vergine.
2 E invece, quale sorte mi assegna Dio di lassù
  e quale eredità mi riserva l'Onnipotente dall'alto?
3 Non è forse la rovina riservata all'iniquo
  e la sventura per chi compie il male?
4 Non vede egli la mia condotta
  e non conta tutti i miei passi?

5 Se ho agito con falsità
  e il mio piede si è affrettato verso la frode,
6 mi pesi pure sulla bilancia della giustizia
  e Dio riconosca la mia integrità.
7 Se il mio passo è andato fuori strada
  e il mio cuore ha seguìto i miei occhi,
  se la mia mano si è macchiata,
8 io semini e un altro ne mangi il frutto
  e siano sradicati i miei germogli.

9 Se il mio cuore si lasciò sedurre da una donna e
  sono stato in agguato alla porta del mio prossimo,
10 mia moglie macini per un estraneo
  e altri si corichino con lei;
11 difatti quella è un'infamia,
  un delitto da denunciare,
12 quello è un fuoco che divora fino alla distruzione
  e avrebbe consumato tutto il mio raccolto.

13 Se ho negato i diritti del mio schiavo
  e della schiava in lite con me,
14 che cosa farei, quando Dio si alzasse per giudicare,
  e che cosa risponderei, quando aprisse l'inquisitoria?
15 Chi ha fatto me nel ventre materno,
  non ha fatto anche lui? Non fu lo stesso a formarci nel grembo?

16 Se ho rifiutato ai poveri quanto desideravano,
  se ho lasciato languire gli occhi della vedova,
17 se da solo ho mangiato il mio tozzo di pane,
  senza che ne mangiasse anche l'orfano
18 - poiché fin dall'infanzia come un padre io l'ho allevato
  e, appena generato, gli ho fatto da guida -,
19 se mai ho visto un misero senza vestito
  o un indigente che non aveva di che coprirsi,
20 se non mi hanno benedetto i suoi fianchi,
  riscaldàti con la lana dei miei agnelli,
21 se contro l'orfano ho alzato la mano,
  perché avevo in tribunale chi mi favoriva,
22 mi si stacchi la scapola dalla spalla
  e si rompa al gomito il mio braccio,
23 perché mi incute timore il castigo di Dio
  e davanti alla sua maestà non posso resistere.

24 Se ho riposto la mia speranza nell'oro
  e all'oro fino ho detto: "Tu sei la mia fiducia",
25 se ho goduto perché grandi erano i miei beni
  e guadagnava molto la mia mano,
26 se, vedendo il sole risplendere
  e la luna avanzare smagliante,
27 si è lasciato sedurre in segreto il mio cuore
  e con la mano alla bocca ho mandato un bacio,
28 anche questo sarebbe stato un delitto da denunciare,
  perché avrei rinnegato Dio, che sta in alto.

29 Ho gioito forse della disgrazia del mio nemico?
  Ho esultato perché lo colpiva la sventura?
30 Ho permesso alla mia lingua di peccare,
  augurandogli la morte con imprecazioni?
31 La gente della mia tenda esclamava:
  "A chi non ha dato le sue carni per saziarsi?".
32 All'aperto non passava la notte il forestiero
  e al viandante aprivo le mie porte.
33 Non ho nascosto come uomo la mia colpa,
  tenendo celato nel mio petto il mio delitto,
34 come se temessi molto la folla
  e il disprezzo delle famiglie mi spaventasse,
  tanto da starmene zitto, senza uscire di casa.

35 Se contro di me grida la mia terra
  e i suoi solchi piangono a una sola voce,
36 se ho mangiato il suo frutto senza pagare
  e ho fatto sospirare i suoi coltivatori,
37 in luogo di frumento mi crescano spini
  ed erbaccia al posto dell'orzo.

38 Oh, avessi uno che mi ascoltasse!
  Ecco qui la mia firma! L'Onnipotente mi risponda!
  Il documento scritto dal mio avversario
39 vorrei certo portarlo sulle mie spalle
  e cingerlo come mio diadema!
40 Gli renderò conto di tutti i miei passi,
  mi presenterei a lui come un principe".

Sono finite le parole di Giobbe.

Discorsi di Eliu

32Quei tre uomini cessarono di rispondere a Giobbe, perché egli si riteneva giusto. 2 Allora si accese lo sdegno di Eliu, figlio di Barachele, il Buzita, della tribù di Ram. Si accese di sdegno contro Giobbe, perché si considerava giusto di fronte a Dio; 3 si accese di sdegno anche contro i suoi tre amici, perché non avevano trovato di che rispondere, sebbene avessero dichiarato Giobbe colpevole. 4 Eliu aveva aspettato, mentre essi parlavano con Giobbe, perché erano più vecchi di lui in età. 5 Quando vide che sulla bocca di questi tre uomini non vi era più alcuna risposta, Eliu si accese di sdegno.

6 Eliu, figlio di Barachele, il Buzita, prese a dire:

  "Giovane io sono di anni
    e voi siete già canuti;
  per questo ho esitato,
    per rispetto, a manifestarvi il mio sapere.
  7 Pensavo: "Parlerà l'età
    e gli anni numerosi insegneranno la sapienza".
  8 Ma è lo spirito che è nell'uomo,
    è il soffio dell'Onnipotente che lo fa intelligente.
  9 Essere anziani non significa essere sapienti,
    essere vecchi non significa saper giudicare.

  10 Per questo io oso dire:
    "Ascoltatemi; esporrò anch'io il mio parere".
  11 Ecco, ho atteso le vostre parole,
    ho teso l'orecchio ai vostri ragionamenti.
    Finché andavate in cerca di argomenti,
  12 su di voi fissai l'attenzione.
    Ma ecco, nessuno ha potuto confutare Giobbe,
    nessuno tra voi ha risposto ai suoi detti.
  13 Non venite a dire: "Abbiamo trovato noi la sapienza,
    Dio solo può vincerlo, non un uomo!".
  14 Egli non ha rivolto a me le sue parole,
    e io non gli risponderò con i vostri argomenti.

  15 Sono sconcertati, non rispondono più,
    mancano loro le parole.
  16 Ho atteso, ma poiché non parlano più,
    poiché stanno lì senza risposta,
  17 risponderò anch'io per la mia parte,
    esporrò anch'io il mio parere;
  18 mi sento infatti pieno di parole,
    mi preme lo spirito che è nel mio ventre.
  19 Ecco, il mio ventre è come vino senza aria di sfogo,
    come otri nuovi sta per scoppiare.
  20 Parlerò e avrò un po' d'aria,
    aprirò le labbra e risponderò.
  21 Non guarderò in faccia ad alcuno,
    e non adulerò nessuno,
  22 perché io non so adulare:
    altrimenti il mio creatore in breve mi annienterebbe.

Commento

3. Vittoria sulle tue tentazioni

Il libro di Giobbe dimostra una volta per tutte che la sofferenza non è direttamente collegata al peccato individuale. Il punto centrale del libro è che, sebbene Giobbe non sia perfetto (13,26; 14,17), non è stato il suo peccato a causare le sue sofferenze. Giobbe è "integro e retto, timorato di Dio e lontano dal male" (1,1).

Come in un processo, Giobbe si trova sul banco degli imputati con un atto d’accusa (31,35) contro di lui. Ma sa che la sua coscienza è pulita. Nel brano di oggi, Giobbe presenta la sua difesa (v.35).

La vita di Giobbe è un esempio, un'ispirazione e una sfida per tutti noi. Una meravigliosa immagine di vita santa e retta.

  • Mantenersi puri

    Dice: "Ho stretto un patto con i miei occhi, di non fissare lo sguardo su una vergine” (v.1). Ha lavorato nel suo cuore per proteggersi dal pericolo all'adulterio arrivando a riconoscere che l'adulterio "è un fuoco che divora fino alla distruzione” (v.12, MSG).

  • Evitare il materialismo

    Nonostante possieda grandi beni, non ripone fiducia nelle ricchezze (v.24). Nè mette l'oro al primo posto, non dice all’oro: "Tu sei la mia fiducia" (v.24). Il suo cuore non "si è lasciato sedurre in segreto" (v.27).

  • Amare il nostro nemico

    Resiste alla tentazione di odiare i suoi nemici. Non si compiace della loro disgrazia (v.29b), una tentazione, questa, così potente. Sente la tentazione di pronunciare parole di ira contro i suoi nemici, ma non permette alla sua "lingua di peccare,

augurandogli la morte con imprecazioni" (v.30).

  • Essere generosi

    Evita il peccato non solo nella sua vita personale ma anche nelle relazioni con gli altri: è giusto con lo schiavo (v.13), non rifiuta ciò che il povero desidera (v.16a), al viandante apre le porte (v.32).

Preghiera

Signore, aiutami a vivere con la coscienza pulita, a mantenermi puro e a riporre la mia fiducia in te solo. Ti ringrazio perché attraverso la croce di Gesù, rendi possibile il perdono per i miei fallimenti passati, e attraverso la potenza dello Spirito Santo posso essere vittorioso sulla tentazione.

La moglie di Nicky dice

La volontà di Giobbe di presentarsi integro all’incontro con Dio è qualcosa che mi colpisce sempre (Giobbe 31,6). L’elenco che fa di come ha vissuto la sua vita è lunghissimo e comprende cose interessanti come il fatto che non ha mai mangiato senza condividere il suo pane (v.17). Ricordo quella volta, prima del COVID. In quel periodo non mi sentivo molto generosa. Tornata a casa scoprii che Nicky aveva regalato tutti i brownie al cioccolato che avevo preparato per un'occasione speciale. Ora, i miei brownie sono al sicuro, o almeno spero. Vorrei però riprendere ad essere più generosa.

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Riferimenti

Salvo diversa indicazione, le citazioni delle Scritture sono tratte dalla Sacra Bibbia Italiana Cattolica, testo CEI 2008 a cura della Conferenza Episcopale Italiana. Utilizzata con permesso.

Copyright © 2008 — 2019 Diritti d'autore riservati su testo e commento Fondazione di Religione Santi Francesco d’Assisi e Caterina da Siena.

Le citazioni della Scrittura indicate con (MSG, AMP, NIVUK, NKJV, NLT, ecc.) riportano comunque il testo CEI®. Indicano i testi qui di seguito elencati a cui si rimanda per ulteriori approfondimenti.

NIV - New International Version Anglicised - Copyright © 1979, 1984, 2011 Biblica, già International Bible Society
MSG - The Message - Copyright © 1993, 1994, 1995, 1996, 2000, 2001, 2002.
AMP - Amplified® Bible, Copyright © 1954, 1958, 1962, 1964, 1965, 1987 - Casa Editrice The Lockman Foundation NKJV - New King James Version®. Copyright © 1982 - Casa Editrice Thomas Nelson NLT - New Living Translation - Copyright © 1996, 2004, 2015, 2017 - Casa Editrice Tyndale House Fondation

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