Sei caratteristiche di una vita santa
Introduzione
Hai mai provato ad inserire Gesù tra le attività della tua agenda quotidiana? E a pianificare le tue giornate a partire da Gesù?
Eugene Peterson ha detto: "Dio non può adattarsi ai nostri schemi. Siamo noi che dobbiamo adattarci a lui. Dio non può essere usato, non è uno strumento, un dispositivo o una carta di credito. Dio è Santo, una parola che lo pone al di fuori e al di sopra di ogni nostro tentativo di utilizzarlo per soddisfare le nostre fantasie, i nostri schemi illusori o desideri di successo. Santo significa che Dio vive nella parola di Dio, e in una maniera che supera la nostra esperienza o immaginazione. Santo si riferisce ad una vita ardente di intensa purezza che trasforma ogni cosa che tocca".
In origine, la parola Ebraica "santo" (qadosh) aveva il significato di "separare" o "distinguere". Fu trovata appropriata per descrivere la "diversità" di Dio e sottolineare la sua indole e natura, così grandi e meravigliose, più di ogni altra persona o cosa. In un certo senso, essere "santo" significa semplicemente dedicarsi a Dio. Tu sei santo, o santa, nella misura in cui dedicherai la tua vita a lui e le tue azioni rifletteranno la sua natura. Santità e dedizione sono cose strettamente legate tra loro. Dio desidera donarti tutto, vuole per te una vita piena, completa.
Salmo 27,1-6
Salmo 27
1 Di Davide.
Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura?
2 Quando mi assalgono i malvagi
per divorarmi la carne,
sono essi, avversari e nemici,
a inciampare e cadere.
3 Se contro di me si accampa un esercito,
il mio cuore non teme;
se contro di me si scatena una guerra,
anche allora ho fiducia.
4 Una cosa ho chiesto al Signore,
questa sola io cerco:
abitare nella casa del Signore
tutti i giorni della mia vita,
per contemplare la bellezza del Signore
e ammirare il suo santuario.
5 Nella sua dimora mi offre riparo
nel giorno della sventura.
Mi nasconde nel segreto della sua tenda,
sopra una roccia mi innalza.
6 E ora rialzo la testa
sui nemici che mi circondano.
Immolerò nella sua tenda sacrifici di vittoria,
inni di gioia canterò al Signore.
Commento
Onorare il Signore nella bellezza della santità
Come vivere senza paura?
Davide ha moltissimi motivi per avere paura. È circondato da "malvagi", "avversari e nemici" (v.2, MSG). Eppure, davanti a tutto questo, dice: "Il Signore è mia luce e mia salvezza: di chi avrò timore?" (v.1, MSG) e "il mio cuore non teme" (v.3, MSG). Ma com’è possibile tutto questo? Come riuscire a non avere paura nei momenti di opposizione e di attacco?
Al cuore della vita di Davide c’è la lode. È la sola cosa che desidera fare (v.4), la sua priorità principale. A volte, nella nostra vita, lasciamo entrare Dio nei nostri piani e progetti ma solo in modo marginale. Ciò che dovremmo fare invece è il contrario, mettere Dio e la lode al centro e su questo costruire i nostri piani.
In questi passaggi Davide offre un esempio meraviglioso di cos’è la lode. Ciò che più di ogni altra cosa desidera fare è "abitare nella casa del Signore" tutti i giorni della sua vita, "per contemplare la bellezza del Signore" (v.4b). Nella tenda del Signore, immolerà "sacrifici di vittoria" e a lui canterà "inni di gioia" (v.6b).
Amo il passaggio in cui il salmista parla della "bellezza del Signore" (v.4b). Nel Vangelo di Marco, la parola "bellezza" (in greco kalos) è usata per descrivere ogni cosa che Gesù ha fatto (Marco 7,3). Dostoevsky descrive Gesù come "infinitamente bello". Una bellezza che non è tanto fisica ("non ha apparenza né bellezza", Isaia 53,2-3) ma bellezza della santità.
Quando cerchiamo il Signore e adoriamo la sua bellezza nella preghiera, è più facile elevarci sopra tutte le distrazioni, preoccupazioni e tentazioni. Come dice Davide: "Mi nasconde nel segreto della sua tenda, sopra una roccia mi innalza. E ora rialzo la testa sui nemici che mi circondano" (Salmi 27,5-6, MSG).
Preghiera
Signore, una sola cosa ti chiedo, abitare nella tua casa tutti i giorni della mia vita, per contemplare la tua bellezza.
Marco 9,33-10,12
33 Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: "Di che cosa stavate discutendo per la strada?". 34 Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande.
35 Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: "Se uno vuole essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servitore di tutti".
36 E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: 37 "Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato".
Chi non è contro di noi è per noi
38 Giovanni gli disse: "Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva".
39 Ma Gesù disse: "Non glielo impedite, perché non c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: 40 chi non è contro di noi è per noi. 41 Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d'acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.
Vincere il male a ogni costo
42 Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. 43 Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. [44] 45 E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. [46] 47 E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, 48 dove
il loro verme non muore
e il fuoco non si estingue.
49 Ognuno infatti sarà salato con il fuoco.
50 Buona cosa è il sale; ma se il sale diventa insipido, con che cosa gli darete sapore? Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri".
Il matrimonio secondo il progetto di Dio
10Partito di là, venne nella regione della Giudea e al di là del fiume Giordano. La folla accorse di nuovo a lui e di nuovo egli insegnava loro, come era solito fare.
2 Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, gli domandavano se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie.
3 Ma egli rispose loro: "Che cosa vi ha ordinato Mosè?".
4 Dissero: "Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla".
5 Gesù disse loro: "Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. 6 Ma dall'inizio della creazione li fece maschio e femmina; 7 per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie 8 e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. 9 Dunque l'uomo non divida quello che Dio ha congiunto".
10 A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento.11 E disse loro: "Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio verso di lei; 12 e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio".
Commento
Servire il Signore in una vita di santità
Quale atteggiamento tenere nei confronti di altri cristiani di altre denominazioni?
Le divisioni tra i cristiani iniziarono molto presto! In questo brano, i discepoli discutono su chi di loro sia il più grande (9,33-34). Gesù interviene e offre loro indicazioni per vivere una vita di santità.
- Umiltà
Gesù dice loro di non competere per i primi posti. Fare confronti è sempre una grande tentazione che può portare ad invidia e rivalità. Gesù ci invita invece a servire gli altri e a metterci all'ultimo posto. "Se uno vuole essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servitore di tutti" (v.35). I veri leader sono proprio così: servono gli altri e svolgono le funzioni più umili.
- Amore
"E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: 'Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me'" (vv.36-37). Un invito, questo di Gesù, ad amare e accogliere tutti, anche coloro che non possono fare qualcosa per noi, il bambino, il debole, il povero… Se faremo così, accoglieremo ed ameremo Gesù.
- Apertura
Gesù dice ai discepoli di non allontanare o giudicare coloro che operano nel suo nome solo perché non sono parte del nostro gruppo (vv.38-39.41) o perché fanno le cose in modo diverso da noi. È sempre un errore vedere altri fratelli e sorelle cristiani come estranei o rivali perché di altre confessioni o altre organizzazioni, o perché non ci seguono (v.38).
- Auto-disciplina
Nella vita, tendiamo facilmente a vedere e condannare il peccato degli altri e a scusare il nostro. Gesù, invece, ci insegna ad essere tolleranti verso gli altri e severi verso noi stessi e il peccato nella nostra vita (vv.42-49).
Ovviamente Gesù non si esprime in modo diretto. Usa un linguaggio simbolico per indicare: cosa facciamo (con le nostre mani, v.43), dove andiamo (con i nostri piedi, v.45) e cosa guardiamo (con i nostri occhi, v.47). Gesù ci invita a vivere in modo ordinato, ad essere radicali contro il peccato, a non accettare compromessi. È il peccato che spesso porta alla divisione. Gesù vuole che ci impegniamo concretamente per una vita di santità.
- Pace
Gesù dice loro di non perdersi in discussioni ma di vivere nella pace. Desidera che tra di loro vi sia "pace gli uni con gli altri" (v.50) e non competizione. Più tardi, pregherà "perché tutti siano una sola cosa", "perché il mondo creda" (Giovanni 17,21).
- Fedeltà
Gesù vuole che nei matrimoni vi sia fedeltà. Fa notare che Mosè ha permesso il divorzio per concessione. Ma il piano originale di Dio sul matrimonio era diverso ed era basato sulla fedeltà per tutta la vita. Nel matrimonio, marito e moglie sono uniti in un modo così stretto da diventare una sola carne: "Così non sono più due, ma una sola carne" (Marco 10,8). È da qui che sono tratte le bellissime parole che troviamo nel rito delle nozze, e che seguono lo scambio della promessa: "Dunque l'uomo non divida quello che Dio ha congiunto" (v.9).
Preghiera
Signore, attraverso la potenza del tuo Spirito Santo, aiutami a vivere una vita di santità, nell’umiltà, amore, apertura agli altri, auto-disciplina, pace e fedeltà.
Levitico 1,1-3,17
L'olocausto
1 Il Signore chiamò Mosè, gli parlò dalla tenda del convegno e disse: 2 "Parla agli Israeliti dicendo: "Quando uno di voi vorrà presentare come offerta in onore del Signore un animale scelto fra il bestiame domestico, offrirete un capo di bestiame grosso o minuto.
3 Se la sua offerta è un olocausto di bestiame grosso, egli offrirà un maschio senza difetto; l'offrirà all'ingresso della tenda del convegno, perché sia accetto al Signore in suo favore. 4 Poserà la mano sulla testa della vittima, che sarà accettata in suo favore per compiere il rito espiatorio per lui. 5 Poi scannerà il giovenco davanti al Signore, e i figli di Aronne, i sacerdoti, offriranno il sangue e lo spargeranno intorno all'altare che è all'ingresso della tenda del convegno. 6 Scorticherà la vittima e la taglierà a pezzi. 7 I figli del sacerdote Aronne porranno il fuoco sull'altare e metteranno la legna sul fuoco; 8 poi i figli di Aronne, i sacerdoti, disporranno i pezzi, la testa e il grasso sulla legna e sul fuoco che è sull'altare. 9 Laverà con acqua le viscere e le zampe; poi il sacerdote brucerà il tutto sull'altare come olocausto, sacrificio consumato dal fuoco, profumo gradito in onore del Signore.
10 Se la sua offerta per l'olocausto è presa dal bestiame minuto, tra le pecore o tra le capre, egli offrirà un maschio senza difetto. 11 Lo scannerà al lato settentrionale dell'altare, davanti al Signore. I figli di Aronne, i sacerdoti, spargeranno il sangue attorno all'altare. 12 Lo taglierà a pezzi, con la testa e il grasso, e il sacerdote li disporrà sulla legna, collocata sul fuoco dell'altare. 13 Laverà con acqua le viscere e le zampe; poi il sacerdote offrirà il tutto e lo brucerà sull'altare: è un olocausto, sacrificio consumato dal fuoco, profumo gradito in onore del Signore.
14 Se la sua offerta in onore del Signore è un olocausto di uccelli, presenterà tortore o colombi. 15 Il sacerdote presenterà l'animale all'altare, ne staccherà la testa, la farà bruciare sull'altare e il sangue sarà spruzzato sulla parete dell'altare. 16 Poi toglierà il gozzo con il suo sudiciume e lo getterà al lato orientale dell'altare, dov'è il luogo delle ceneri. 17 Dividerà l'uccello in due metà prendendolo per le ali, ma senza staccarle, e il sacerdote lo brucerà sull'altare, sulla legna che è sul fuoco. È un olocausto, sacrificio consumato dal fuoco, profumo gradito in onore del Signore.
L'oblazione
2Se qualcuno presenterà come offerta un'oblazione in onore del Signore, la sua offerta sarà di fior di farina, sulla quale verserà olio e porrà incenso. 2 La porterà ai figli di Aronne, i sacerdoti; prenderà da essa una manciata di fior di farina e d'olio, con tutto l'incenso, e il sacerdote la farà bruciare sull'altare come suo memoriale: è un sacrificio consumato dal fuoco, profumo gradito in onore del Signore. 3 Il resto dell'oblazione spetta ad Aronne e ai suoi figli; è parte santissima, porzione del Signore.
4 Quando presenterai come offerta un'oblazione cotta nel forno, essa consisterà in focacce azzime di fior di farina impastate con olio e anche in schiacciate azzime spalmate di olio. 5 Se la tua offerta sarà un'oblazione cotta sulla teglia, sarà di fior di farina, azzima e impastata con olio; 6 la dividerai in pezzi e sopra vi verserai olio: è un'oblazione. 7 Se la tua offerta sarà un'oblazione cotta nella pentola, sarà fatta con fior di farina e olio; 8 porterai al Signore l'oblazione così preparata, poi sarà presentata al sacerdote, che la porterà sull'altare. 9 Il sacerdote preleverà dall'oblazione il suo memoriale e lo brucerà sull'altare: sacrificio consumato dal fuoco, profumo gradito in onore del Signore. 10 Il resto dell'oblazione spetta ad Aronne e ai suoi figli; è parte santissima, porzione del Signore.
11 Nessuna delle oblazioni che offrirete al Signore sarà lievitata: non farete bruciare né pasta lievitata né miele come sacrificio consumato dal fuoco in onore del Signore; 12 potrete offrire queste cose al Signore come offerta di primizie, ma non saliranno sull'altare come profumo gradito. 13 Dovrai salare ogni tua offerta di oblazione: nella tua oblazione non lascerai mancare il sale dell'alleanza del tuo Dio; sopra ogni tua offerta porrai del sale.
14 Se offrirai al Signore un'oblazione di primizie, offrirai come oblazione delle tue primizie spighe di grano abbrustolite al fuoco e chicchi frantumati di grano novello. 15 Verserai olio sopra di essa, vi metterai incenso: è un'oblazione. 16 Il sacerdote farà bruciare come suo memoriale una parte dei chicchi e dell'olio insieme con tutto l'incenso: è un sacrificio consumato dal fuoco in onore del Signore.
Sacrifici di comunione
3Nel caso che la sua offerta sia un sacrificio di comunione, se offre un capo di bestiame grosso, maschio o femmina, lo presenterà senza difetto davanti al Signore, 2 poserà la sua mano sulla testa della vittima e la scannerà all'ingresso della tenda del convegno, e i figli di Aronne, i sacerdoti, spargeranno il sangue attorno all'altare. 3 Di questo sacrificio di comunione offrirà, come sacrificio consumato dal fuoco in onore del Signore, sia il grasso che avvolge le viscere sia tutto quello che vi è sopra, 4 i due reni con il loro grasso e il grasso attorno ai lombi e al lobo del fegato, che distaccherà insieme ai reni. 5 I figli di Aronne faranno bruciare tutto questo sull'altare, in aggiunta all'olocausto, posto sulla legna che è sul fuoco: è un sacrificio consumato dal fuoco, profumo gradito in onore del Signore.
6 Se la sua offerta per il sacrificio di comunione in onore del Signore è presa dal bestiame minuto, maschio o femmina, la presenterà senza difetto. 7 Se presenta una pecora in offerta, la offrirà davanti al Signore; 8 poserà la mano sulla testa della vittima e la scannerà davanti alla tenda del convegno, e i figli di Aronne ne spargeranno il sangue attorno all'altare. 9 Di questo sacrificio di comunione offrirà, quale sacrificio consumato dal fuoco per il Signore, il grasso, e cioè l'intera coda presso l'estremità della spina dorsale, il grasso che avvolge le viscere e tutto il grasso che vi è sopra, 10 i due reni con il loro grasso e il grasso attorno ai lombi e al lobo del fegato, che distaccherà insieme ai reni. 11 Il sacerdote farà bruciare tutto ciò sull'altare: è un alimento consumato dal fuoco in onore del Signore.
12 Se la sua offerta è una capra, la offrirà davanti al Signore; 13 poserà la mano sulla sua testa e la scannerà davanti alla tenda del convegno e i figli di Aronne ne spargeranno il sangue attorno all'altare. 14 Di essa preleverà, come offerta consumata dal fuoco in onore del Signore, il grasso che avvolge le viscere e tutto il grasso che vi è sopra, 15 i due reni con il loro grasso e il grasso attorno ai lombi e al lobo del fegato, che distaccherà insieme ai reni. 16 Il sacerdote li farà bruciare sull'altare: è un alimento consumato dal fuoco, profumo gradito in onore del Signore. Ogni parte grassa appartiene al Signore.
17 È una prescrizione rituale perenne di generazione in generazione, dovunque abiterete: non dovrete mangiare né grasso né sangue"".
Commento
Essere santi come santo è il Signore
Come vivere una vita di santità quando il mondo attorno a noi non è santo?
Il popolo di Dio è vicino alla terra promessa, ma non vi accede. Eugene Peterson la chiama "pausa narrativa", una lunga sospensione necessaria per prepararsi. Una preparazione dettagliata e meticolosa ad una vita "santa" in una cultura che non ha idea di cosa significhi essere "santi".
Scrive: "Ogni dettaglio delle nostre vite è influenzato dalla presenza di un Dio che è santo". Siamo chiamati alla santità in ogni aspetto della nostra vita quotidiana. Prosegue: "Dio ci offre occasioni come i sacrifici, le festività, il Sabato, per portare ciò che abbiamo dentro di noi ed intorno a noi alla sua santa presenza, per trasformare tutto in fuoco ardente di santità".
Il linguaggio usato in questo brano del Levitico appare strano e di difficile comprensione ad un lettore nostro contemporaneo. La Legge richiede che l'offerta, il sacrificio, sia perfetto, "senza difetto" (vv.1,3). Attraverso il sacrificio, avviene l'espiazione (v.1,4). Attraverso l'imposizione delle mani sulla testa di tori, capre e agnelli (ad esempio nei vv.3,2-8), il peccato passa simbolicamente su un sostituto, un animale, il quale viene poi sacrificato al posto della persona. Il sangue del sacrificio è qualcosa di estremamente importante e simbolico (vv.1,5; 3,2-8.13), che può essere compreso pienamente solo alla luce del Nuovo Testamento.
L’autore della lettera agli Ebrei dice che secondo la Legge "senza spargimento di sangue non esiste perdono" (Ebrei 9,22) e che ciò che troviamo nella legge è una "figura" (v.9,23), "un'ombra" (v.10,1), un’immagine di qualcosa di molto più grande e meraviglioso.
"La Legge… possiede soltanto un'ombra dei beni futuri" e non la realtà stessa delle cose: "È impossibile infatti che il sangue di tori e di capri elimini i peccati" (vv.1.4).
Tutto questo conduce all'"offerta del corpo di Gesù Cristo, una volta per sempre" (v.10). "Con un'unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati" (v.14). Ognuno di noi riceve un perdono totale: "Non c'è più offerta per il peccato" (v.18).
Secondo il Nuovo Testamento, quindi, nessuno di questi sacrifici è più necessario. Rimangono come sfondo al sacrificio di Gesù e ci aiutano a comprenderne la grandezza. La santità inizia riponendo la propria fede in ciò che Gesù ha fatto per noi, chiedendo che il suo Spirito Santo immerga la nostra vita e ci aiuti a vivere ogni giorno una vita santa.
E come segno di gratitudine per tutto ciò che Dio ha fatto per noi, per il sacrificio di Gesù, siamo invitati a offrire "il nostro corpo come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale" (Romani 12,1).
Preghiera
Signore, pieno di gratitudine e lode, desidero offrirti il mio corpo come sacrificio vivente. Aiutami, per mezzo del tuo Spirito Santo che vive in me, ad essere santo come tu sei santo.
La moglie di Nicky dice
Gesù dice: "Siate in pace gli uni con gli altri" (Marco 9,50). Solo questo risolverebbe la maggior parte dei problemi del mondo!
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Riferimenti
Salvo diversa indicazione, le citazioni delle Scritture sono tratte dalla Sacra Bibbia Italiana Cattolica, testo CEI 2008 a cura della Conferenza Episcopale Italiana. Utilizzata con permesso.
Copyright © 2008 — 2019 Diritti d'autore riservati su testo e commento Fondazione di Religione Santi Francesco d’Assisi e Caterina da Siena.
Eugene Peterson, The Message: ‘Introduction to Leviticus’, (NavPress 2007)
Le citazioni della Scrittura indicate con (MSG, AMP, NIVUK, NKJV, NLT, ecc.) riportano comunque il testo CEI®. Indicano i testi qui di seguito elencati a cui si rimanda per ulteriori approfondimenti.
NIV - New International Version Anglicised - Copyright © 1979, 1984, 2011 Biblica, già International Bible Society
MSG - The Message - Copyright © 1993, 1994, 1995, 1996, 2000, 2001, 2002.
AMP - Amplified® Bible, Copyright © 1954, 1958, 1962, 1964, 1965, 1987 - Casa Editrice The Lockman Foundation
NKJV - New King James Version®. Copyright © 1982 - Casa Editrice Thomas Nelson
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